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venerdì 3 marzo 2023

I due Papi: Papa Francesco e Papa Bergoglio. Crisi, rilancio o declino?

Da un sito, certamente non schierato in campo conservatore, un ritratto a chiaroscuro.
Non tutto condividiamo, ma utile come spunto di riflessione.
"la rottura dell'incantesimo bergogliano cominciò in Cile, nel gennaio 2018, nel corso di un viaggio devastante. Trovò un Paese che non era come pensava avendo scelto di credere ai suoi più alti informatori sul terreno. E quindi perciò sbagliò clamorosamente il suo approccio al dramma della pedofilia al punto di arrivare a chiedere pubblicamente alle vittime di "presentare le prove". Dopo la visita in Cile, ma anche in altre nazioni latinoamericane, tutto si complicò terribilmente per il Papa al punto di non tornare più nella regione tranne che per la GMG/2019 in Panama".
Per un giudizio certamente più negativo, ma molto approfondito, The Wanderer QUI : "Nessuno ama il papa tiranno"
Luigi

Come fare un bilancio dei dieci anni di un Pontefice spesso illeggibile e indecifrabile? Come interpretare i tanti silenzi e ambiguità fuori dal circuito mediatico? Da dove partire per non smarrire la strada della massima verità possibile come insegna la dottrina cattolica?
(L.B., R.C. - a cura Redazione "Il sismografo") Fare un bilancio dei 10 anni del pontificato, ricorrenza prossima (lunedì 13 marzo), è una sfida impegnativa perché in primo luogo si deve fare una sintesi di innumerevoli, migliaia di eventi, testi e gesti, molto complessi e contradditori. Ora si parla solo di ciò che è pubblico e verificabile. Un giorno, lontano nel tempo, emergeranno eventi e testi del magistero che oggi si ignorano. Saranno dunque gli storici a svolgere questo compito molto impegnativo. Oggi possiamo fare solo cronaca, narrazione, di un magistero pontificio vissuto da vicino esperimentando molte novità, sorprese ma anche non poche perplessità e dubbi.
Tra la Chiesa del 2013 e quella di oggi c'è differenza ma per la maggior parte queste differenze riguardano l'esercizio del ministero petrino. Ecco la vera novità di questo decennio poiché per il resto i problemi e i limiti, le aspettative e le incognite che c'erano già al momento della rinuncia di Benedetto XVI stanno ancora tutti lì, come prima. Anzi, nel frattempo sono sorti nuovi problemi, alcuni delicatissimi, al punto di far vedere un orizzonte della Chiesa pieno di incognite, a volte molto oscuro.
Questi dieci anni non sono facili da leggere. In molti passaggi il papato è illeggibile. In Argentina dicono di Papa Francesco, con riferimento a questa difficoltà, che l'arcivescovo emerito di Buenos Aires "mette la freccia a sinistra ma gira a destra e viceversa". A Roma, in Curia, si dice con parole meno taglienti: "è una persona molto imprevedibile".
La fine dell'incantesimo
A dieci anni dall'inizio del pontificato la Chiesa è chiaramente davanti a due Papi: da una parte Papa Francesco e dall'altra Papa Bergoglio. Qualsiasi bilancio, severo e veritiero, non celebrativo, non propagandistico, il più equilibrato possibile, deve fare i conti con questa complessa realtà che negli ultimi cinque anni ha scosso duramente il governo della Chiesa Cattolica.
Il Pontefice ha riproposto per il vertice della Chiesa un ferreo modello monarchico e anche nelle cose minuscole ha fatto scivolare il suo personale profilo autoritario, decisionista e perentorio, conosciuto già decine di anni fa.
Perché abbiamo detto "ultimi cinque anni"? Perché la rottura dell'incantesimo bergogliano cominciò in Cile, nel gennaio 2018, nel corso di un viaggio devastante. Trovò un Paese che non era come pensava avendo scelto di credere ai suoi più alti informatori sul terreno. E quindi perciò sbagliò clamorosamente il suo approccio al dramma della pedofilia al punto di arrivare a chiedere pubblicamente alle vittime di "presentare le prove". Dopo la visita in Cile, ma anche in altre nazioni latinoamericane, tutto si complicò terribilmente per il Papa al punto di non tornare più nella regione tranne che per la GMG/2019 in Panama.
Il Papa mediatico e il Papa sovrano
In questi cinque anni, ogni giorno, si è fatto sempre più evidente la cesura del pontificato, la coabitazione di due Papi: Francesco e Bergoglio.
- Il primo è un Papa mediatico, molto inflazionato da una certa stampa e specifici circoli giornalistici, ma sempre un grande leader popolare, con un rilevante carisma di piazza, seppure al servizio del Vangelo orgoglioso di fare politica. In quest'ambito, qualsiasi bilancio anche dei cosiddetti anti-Bergoglio, necessariamente sarà strepitoso. Ed è vero.
- Il secondo è un Papa sovrano, governante per eccellenza, titolare di ogni potere, molto disponibile alla ragion di stato, autoreferenziale e in permanente difesa dai lupi che assediano il trono e dai complotti dei cortigiani. Dalla sua fortezza di Santa Marta controlla tutto mentre in Vaticano non si muove una foglia senza il suo consenso.
Non sono realtà del tutto sovrapponibili. A volte coincidono. Spesso invece sono diverse, anzi una figura finisce per smentire l'altra proprio perché il Pontefice Francesco non sempre è in linea con il Pontefice Bergoglio. La dolcezza, l'affabilità e il genio comunicativo di Francesco non sempre corrispondono al modo di agire, di legiferare, di dare ordini e di usare gli strumenti del potere.
Un bilancio serio e onesto di questi 10 anni dovrebbe affrontare questa doppia realtà altrimenti non sarebbe possibile afferrare l'intero pontificato con equilibrio nella verità.