Questo articolo è apparso sulla rivista Cardinalis.
Nell'Evangelii gaudium, Papa Francesco ha parlato contro "La mondanità
spirituale, che si nasconde dietro apparenze di religiosità e persino di amore
alla Chiesa, consiste nel cercare, al posto della gloria del Signore, la gloria
umana ed il benessere personale".
Tuttavia, è chiaro che le tentazioni del mondo sono una preoccupazione costante che nemmeno la Chiesa stessa può evitare. Negli ultimi tempi, il Sinodo dei Vescovi è stato il ricettacolo di questo spirito mondano nella Chiesa. Sull'account Facebook ufficiale della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi,
una serie di disegni pubblicati con il logo del Sinodo hanno suscitato non poche polemiche. Uno di questi mostra un attivista LGBT che grida: "Siamo i giovani del futuro e il futuro è adesso" o un sacerdote donna con la casula. In altre parole, possiamo già conoscere quale direzione prenderà il Sinodo sulla sinodalità, il tutto orchestrato dalla Segreteria Generale del Sinodo.In realtà, questa rivoluzionaria
offensiva sociale era
in cantiere da diversi mesi. Ci sono diversi nomi alla guida di questa operazione.
In primo luogo il cardinale Mario
Grech, segretario del Sinodo dei Vescovi, che da
anni si batte per un cambiamento della dottrina e della prassi della Chiesa
cattolica per quanto riguarda l’ omosessualità.
Poi suor Nathalie Becquart,
sottosegretaria del Sinodo dei vescovi che
ha detto che "nessuno
sa dove finirà
questo Sinodo", ma proprio per questo dobbiamo essere aperti
alle "sorprese dello Spirito Santo".
Infine, il relatore generale, il
cardinale e gesuita lussemburghese Jean-Claude Hollerich. Quest’ultimo desiderava "muoversi nella
direzione" del matrimonio dei sacerdoti. Si è anche
espresso a favore dell'ordinazione sacerdotale delle donne. Non ha esitato inoltre ad
affermare che "le posizioni della Chiesa sulla
peccaminosità delle relazioni omosessuali sono errate" e
ha auspicato "una revisione di base dell'insegnamento della Chiesa".
Se non sappiamo dove finirà questo sinodo,
sappiamo già per certo quale
direzione prenderà la sua conclusione prima che venga stabilita.
L'ultimo sinodo sulla famiglia ha mostrato quanto sia facile da manipolare. Un
gran numero di cardinali si è opposto
a questa scelta. L'allora segretario speciale del Sinodo dei Vescovi sulla famiglia, monsignor Bruno Forte,
è stato pubblicamente accusato dal relatore, il cardinale Peter Erdo,
classificato come moderato, di aver scritto di sua iniziativa parte della
"relatio post disceptationem".
E lo stesso Mons. Forte sembra
confermare questo fatto. In particolare, il 2 maggio 2019 ha dichiarato che in
occasione di un'udienza pre-sinodale - alla sua domanda su come procedere
durante il sinodo sulla questione della comunione ai divorziati risposati -
Papa Francesco avrebbe
risposto così:
"Se parliamo in modo esplicito di comunione ai divorziati risposati, loro [cioè i cardinali
e i vescovi contrari] - non avete idea di che caos faranno! Quindi non ne parliamo direttamente,
tu fai il lavoro di base e poi io trarrò le conclusioni.
A seguito di questo
intervento, durante il quale fu troppo loquace, il vescovo Forte perse protagonismo, venendo confinato nella sua
diocesi di Chieti e Vasto.
Papa Francesco non gli ha più affidato alcun ruolo di rilievo.
Sembra abbastanza chiaro che il Sinodo
sulla sinodalità stia cercando di percorrere la
stessa strada. Sarà un sinodo del mondo.
Ma correre appresso al mondo, non è come correre
dietro a una chimera? Odon Vallet, uno storico delle religioni considerato
progressista, ha recentemente riconosciuto che i giovani cattolici che vanno
ancora a Messa sono "certamente
più conservatori della generazione precedente".
È curioso notare che il Sinodo dei Vescovi sembra
voltare le spalle a questi giovani che cercano di vivere il Vangelo.
In questo numero il cardinale Bagnasco
ci offre una visione abbastanza equilibrata dell'annuncio
della Parola di Dio nel mondo "attuale", rifiutando
però di "lasciarsi ingannare dalla narrazione
dominante" che rischia di "allontanare
la verità dalla persona di Cristo", riducendo
la fede a "un'emozione" e Cristo a "un maestro di
sapienza umana, una filosofia che deve essere adattata ai tempi".
La sua riflessione, moderata,
come il suo autore, descrive una sottile linea di azione che la Chiesa potrebbe
intraprendere e che merita di essere presa in considerazione.
La questione fondamentale che oggi è oggetto di discordia è se la Chiesa debba offrire il Vangelo di Cristo così come le è stato dato o se debba offrire un Vangelo su misura che si adatti ai cambiamenti del mondo. Quello che era peccato ieri è ancora peccato oggi? Il peccato di oggi sarà peccato domani? Ma non si corre il rischio di cedere al "principe di questo mondo" e di preferire, come scrive Papa Francesco, "la gloria umana e il benessere personale" alla "gloria del Signore"? Il rischio è quello di perdersi lungo la strada, perché, come diceva Gustave Thibon: "Essere nel vento è l'ambizione di una foglia morta...".
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