Ed eccoci al gran finale: Christian Marquant (nella foto), il 'padre' di Paix Liturgique (o Pax Liturgica, visto che siamo a Roma) conclude il convegno con la consueta nota di ottimismo che lo contraddistingue e che lo ha portato ad affrontare vittoriosamente mille battaglie, facendo sua la divisa di santa Giovanna d'Arco: gli uomini combattano, Dio darà la vittoria.
E parte dai fondamentali: noi siamo tradizionalisti semplicemente perché siamo cattolici, perché è l'espressione piena e perfetta della nostra Fede, della nostra lex credendi. Non siamo nostalgici, né gli ultimi dei Mohicani come ci oppongono le autorità della gerarchia ecclesiastica da più di cinquant'anni: "Voi non esistete nemmeno!". O, analogamente, coloro che immaginano 'parentesi misericordiose' in attesa che l'anagrafe faccia il suo lavoro e defungano gli ultimi che ricordano la Messa della loro giovinezza.
E invece: noi siamo qui e, soprattutto, la fertilità spirituale della Messa tradizionale si manifesta sempre di più nelle vocazioni tradizionali.
Nel 1976 il 43% dei cattolici praticanti francesi ritennero, in un sondaggio organizzato da un quotidiano lionese, che la nuova liturgia aveva allontanato i fedeli dalla Chiesa.
E Paix Liturgique ha allora avuto l'idea di sondare l'opinione dei cattolici francesi, per mostrare che i Tradizionalisti esistono: il risultato era sempre che una percentuale tra 25% e 45% avrebbe gradito partecipare alla Messa tradizionale nella loro parrocchia!
E solo tra l'8% e il 15% risposero che non vi sarebbero mai andati: sono quindi i veri nemici della Messa di sempre che 'non esistono', o che almeno sono infima minoranza.
Questi risultati sono stati confermati in tutti i paesi europei sondati; in Italia (ricorderete il sondaggio in collaborazione con questo Messainlatino) sono perfino più favorevoli.
Analogo sondaggio è stato fatto pure in Sudamerica, in Tanzania; perfino in Corea, dove i cattolici sono pochi e il latino una lingua estranea come per noi il mandarino classico: dappertutto gli stessi risultati.
Ed allora: la persecuzione di Traditionis custodes è segno di debolezza dei persecutori, e di forza del movimento tradizionale. Se davvero il Tradizionalismo fosse appannaggio di pochi nostalgici senescenti, nessuno si prenderebbe la briga di ostacolarlo.
Ma è un ostacolo destinato a fallire. Perché se può creare problemi al clero e ai religiosi, noi siamo laici, non siamo tenuti ad obbedire a vessazioni senza senso. E i nostri figli e nipoti sono con noi.
A noi basta esserci ed aspettare, perché la domanda viene dal basso e la forza missionaria della Messa antica è ben nota.
Traditionis custodes è il canto del cigno dei fanatici del postconcilio
Enrico
Giusto, ma io userei un'altra metafora, non il canto del cigno ma l'ultima zampata malamente assestata dalla belva ferita a morte.
RispondiEliminaaffermazioni allucinanti.
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