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venerdì 28 ottobre 2022

Riforma liturgica postconciliare in un (divertente) libro di Rino Cammilleri

Il 2 novembre compie gli anni di Rino Cammilleri (1950) che i nostri lettori conoscono come uno dei più noti (e benemeriti) protagonisti dell’apologetica italiana d’oggi e notaissima firma de "Il Timone" e de "La Nuova Bussola Quodidiana". 
Cogliamo l'occasione per rivolgergli i nostri sinceri auguri di buon compleanno. 
Nato nel 1950, attivissimo scrittore e giornalista, dopo aver fatto parte del Movimento Studentesco, ha in seguito abbracciato la fede cattolica, ispiratrice della sua successiva opera letterararia. 
E' autore di romanzi, biografie, saggi polemici e bene informati, corsivi brevi, efficacissimi e – diciamolo – spesso molto divertenti. 
Per un primo contatto vale intanto la pena frequentare il suo blog, all’indirizzo: http://www.rinocammilleri.com/.

Fra le sue opere di narrativa (PIEMME, qui al sito) ci piace suggerire di  nuovo (sempre per la rubrica "echi tridentini") un nostro vecchio il romanzo "Nuovi consigli del diavolo custode (sottotitolo: “Per andare all’Inferno senza passare dal via”)"; il riferimento ironico è al gioco del “Monopoli” e ai suoi imprevisti e probabibilità, e anche la grafica della copertina – edizione Piemme, 2007 – richiama il notissimo gioco di società). 
L’inventiva di Cammilleri crea un’opera attualissima e ricca di trovate spiazzanti. 

I riferimenti alla riforma liturgica postconciliare non mancano, man mano che il narratore rievoca impressioni e avvenimenti della sua permanenza in questo mondo: qui si possono leggere alcuni estratti. 

Chi scrive è un’anima dannata, che si rivolge a un anonimo interlocutore (in definitiva, un uomo d’oggi, uno qualsiasi, me, te, uno qualunque di noi) non certo con l’intento di convertirlo e salvarlo, ma anzi con lo scopo conclamato di peggiorare la sua situazione: 
«Ti sembra che io ti stia facendo un favore nel dirti tutto questo? Allora sei proprio scemo.» (...) «L’ideale sarebbe che la lettura di queste pagine ti turbasse ma non scalfisse la tua pigrizia. Nulla di meglio (per noi) di una bella inquietudine esistenziale – perché no, di natura religiosa – che però rimanga permanente. (...) Quando poi sarai finito Qui, avrò anche la soddisfazione di poterti urlare in faccia che io te l’avevo detto».

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