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martedì 13 settembre 2022

P. Finotti d'O. "Miracoli eucaristici", nuovo e-book gratuito

Riceviamo e pubblichiamo.
Luigi

P. Finotti d'O.
Miracoli eucaristici

Il nuovo e-book e' scaricabile gratuitamente dal sito dei libri:

Se Dio attua dei miracoli soprannaturali, ovviamente è perché siano creduti, così che si rafforzi la fede soprannaturale della gente: «La mia carne è veramente cibo, e il mio sangue è veramente bevanda: chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, rimane in me e io in lui» (Gv 6, 56-57).
Più chiaro di così… se non ci si nutre della Santa Ostia non può avvenire l’inabitazione reciproca.
Oggi, quando si vede quanto sia diffusa la mancanza di rispetto per la Presenza Reale, allora si capisce immediatamente quanto possa essere necessario per la salvezza di molte anime un forte monito per i pastori e per le pecore: “Ricordate Chi state trattando – Me, il vostro Dio!”

La storia della Chiesa è una continua lotta fra errori e verità, fra sacrilegi e trionfo del divino. Durante il periodo delle guerre di religione in Francia e anche oltre (1540-1600), la processione del Corpus Domini fu oggetto di feroce ostilità da parte degli ugonotti (i calvinisti francesi). Essi, come d’altra parte i luterani, negano la transustanziazione. Ecco che le processioni del Corpus Domini diventavano pretesti di pesanti provocazioni, profanazioni, blasfemie.

La festa liturgica affonda le sue radici nella Gallia belgica, grazie alle rivelazioni dell’agostiniana e mistica Beata Giuliana di Retìne. Nominata priora del convento di Mont Cornillon di Liegi, chiese consiglio ai maggiori teologi ed ecclesiastici del tempo, interpellando anche l’arcidiacono di Liegi, Jacques Pantaléon, futuro papa Urbano IV, e il Vescovo di Liegi, Roberto de Thourotte.
Fu così che nel 1246 quest’ultimo convocò un concilio, ordinando, a partire dall’anno successivo, la celebrazione della festa del Corpus Domini. Con la bolla Transiturus dell’11 agosto 1264, da Orvieto, dove aveva stabilito la residenza della corte pontificia, Urbano IV estese la solennità a tutta la Chiesa.
A convincere il Pontefice nello scrivere la bolla fu il celebre Miracolo eucaristico di Bolsena, che si verificò un anno prima, quando un sacerdote boemo, in pellegrinaggio verso Roma, si fermò a celebrare la Santa Messa proprio a Bolsena, nel viterbese; nel momento preciso in cui spezzò l’Ostia consacrata, egli fu pervaso dal dubbio che essa contenesse veramente il Corpo di Cristo. Fu allora che dal Sacro Pane uscirono alcune gocce di sangue, le quali macchiarono sia il corporale di lino, attualmente conservato nel Duomo di Orvieto, sia alcune pietre dell’altare, custodite in preziose teche nella Basilica di Santa Cristina.