Per tramite del suo segretario diacono Ambrogio Fidato e per via diplomatica attraverso il Cancelliere Don Pietro Zecchini, abbiamo ricevuto la seguente segnalazione cronichistica da S.E.R. Mons. Eleuterio Favella, per grazia di Dio e della Sede Apostolica Arcivescovo di Synossi in partibus, Assistente al Sacro Soglio e Giudice Ordinario della Curia Romana e suo Distretto, nonché Abate Commendatario di Santa Cecilia in Urbe.
La «magniffica cronica di Roma» segue le importanti e dirompenti novità, con cambiamenti radicali sia nell’Ordine sia nelle associazioni nazionali (tra cui il venir meno del requisito della provenienza aristocratica dei cavalieri professi, la sovranità limitata e la sottomissione dei laici ai religiosi), introdotte dal testo della nuova Costituzione dell’Ordine di Malta fortemente voluta da Papa Francesco (QUI, poi riprese da MiL QUI).
Grati a Sua Eccellenza Reverendissima per il rinnovato privilegio della sua considerazione nel volerci segnalare le «magniffiche croniche di Roma, de’ fratelli Beretta, Felice e mons. Mario», che altrimenti passerebbero inosservate o non verrebbero evidenziate come dovrebbero ed inginocchiati al bacio dell’anello, ci professiamo imperituramente suoi servitori umilissimi et figli devoti in Cristo, e imploriamo la sua augusta benedizione.
L.V.
«In particculare audientia volle la Santità Sua consignar novelli statuti & deccreti de ricostitutione del magn.co Ordine giuovannita alli delegati de ditta religgione con a capo il nobbilissimo sig.duca de Los Veles, marchese Faxardo e grande d’Ispagna, et i cavaglieri, udita ch’ebbero da mons. Secretario la luttura della Bolla con cui si levava ad essi la bagliva, i dritti di pontatico et focaticho su ogni feudo, la giurisdittione spirituale sui ditti feudi, la manomorta, il majoraschato pelle prebende, l’altare privileggiato alli cappellani etian honorarji, il sequestro delle rendite in favor dell’Economo general delli benefitji vacanti usque alla nominatione del novel Gran Magistro, ch’esso Papa se reservava etiam il dritto di nomar infra l’intimi suoi et sodali della pontifichal corte & famiglia, ebber gran stupefatione pel disdoro & iscandolo & ofensione recata dalle auguste regule alla fidelissima religgione d’essi Cavaglieri di S. Zuanne, ch’era stata ognor fidelissima al papa et alla Santa Sedia, a pretio ancho del sanguine, fin da’ tempi delle Crocciate pella riconquista del Santissmo Sepolchro di N. Segnore, e che non meritava la mentovata riliggione d’eser tratat in cotal guisa, ma all’udir tali cosse et proteste et dolliantie di tal nobbili homini il Beatissimo signor Papa ebbe un de’ quei moti di bonanza et charitade per cui va nomato infra i Romani et suditi delli felicissimi Stati, di talché, non potendo surgere dall’appostolecha trainella in cui è recato a motivo dell’aspra podagra che angustia li sagratissimi piedi, proruppe in alte gride che s’udiron insino alla casa de’ Crescentii et all’orti de’ Serlupi dalli villici ch’ivi sarchiavan le latughe et majorane, dicendo ch’eran essi cavaglieri ad aver per primi recato ofesa et disdoro ad esso Papa coll’aver sempre celebrato i riti in modo riggido & pelagiano e ante omnia per non aver unqua conferito li dovuti censi & pesi & gabelle & donativi alla rev.da Camhara, alla Grascia Ap.ca et ad esso Papa in persona et essempio n’era che il major delegato, pur grande d’Ispagna, non avea recato nell’occasione nemmeno il celebre pan d’Ispagna con la crema de latte et il cioccolatte della Nova Granada, ove essi cavaglieri tengon gran feudi & benefitji & utilitates magnae dalla Maestà catholica, et pella mancanza di esso pane d’Ispagna il Ss.mo Segnor fulminò colla scommunicha il duca magn.co de Los Veles, etiam qual primo Baglivo dell’ordene giovannita et ordinavit ad essi cavaglieri et nobbili homeni de retirarsi statim ch’era melior cossa per esso Pomtiffice tener parlamento con garzoni & cochi & fachini della Grascia che almen recan ad esso ova, coratella, pollastre et uino delli castelli et alia vettigali che qui s’ometton de elenchar pro brevitate et pro decentia etc.»
da «Le magniffiche croniche di Roma sotto l’augustissimo ponteficato del Ss.mo Signor Nostro papa Francesco» de’ fratelli Beretta, Felice e mons. Mario, appresso la stamperia Medicea, con privileggio - Libro VI
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