Riceviamo e pubblichiamo.
Luigi
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Uno dei più gravi errori del nostro tempo consiste nel credere che le umane vicende siano estranee ai fattori religiosi, specialmente a quelli di origine soprannaturale, e che l’intera storia dipenda solo da fattori meramente terreni e temporali, come la cultura, la scienza, la tecnica, la politica e l’economia.
Eppure, almeno fino a ieri, le ideologie più influenti presupponevano una sorta di filosofia della storia chiamata storicismo: ossia quella concezione para-religiosa secondo cui le umane vicende fanno parte di una inarrestabile corrente progressiva mossa da agenti misteriosi e mirante a fini salvifici. Dallo storicismo sono nati movimenti dominanti come illuminismo, liberalismo, social-comunismo, democratismo, positivismo, evoluzionismo, modernismo.
Comunque sia, i drammatici eventi degli ultimi tempi hanno messo in crisi le cosiddette “grandi narrazioni” culturali, manifestando come illusorie le filosofie progressiste della storia e come fallimentari le imprese dei loro movimenti politici. Infatti, ormai chi crede più alla “civiltà moderna”, che ci ha condotto a un vicolo cieco? Chi crede più alle rivoluzioni comuniste, che hanno prodotto miseria e schiavitù? Chi crede più al progresso tecnologico, che sta inquinando la natura e asservendo i popoli? Chi crede più al progressismo cristiano, che ha ridotto la Fede al lumicino?
Purtroppo, questo epocale fallimento della modernità sta spingendo molti a passare dalla ottimistica e ingenua fede nel progresso alla pessimistica e grottesca fede nel regresso auspicato dalle sette postmoderne come quella ecologista. Si realizza così un tipico caso di quel rovesciamento di valori e di progetti provocato dalle grandi illusioni quando suscitano altrettanto grandi delusioni.
Il cristiano deve eludere la falsa alternativa di scegliere tra il ricuperare l’illusione progressista e il ripiegare nella delusione regressista. Egli deve ricordarsi che origine, signore e fine della storia non è l’Uomo né la Vita né la Natura ma è il Dio trinitario, quello Creatore, Redentore e Santificatore; egli deve sapere che la divina Rivelazione dimostra che il senso della storia può essere scoperto e valutato solo ponendosi da una prospettiva religiosa, ossia quella della divina Provvidenza.
A questo mira quel settore della dottrina cristiana noto come teologia della storia. Essa s’impegna a scrutare lo spettacolo delle umane vicende per scorgervi i segni della regìa divina e la trama del progetto provvidenziale, il quale mira non alla deificazione dell’uomo, tantomeno alla “salvaguardia del creato”, bensì a glorificare la Ss.ma Trinità nel tempo e nello spazio.