Post in evidenza

Sono sante le carmelitane scalze di Compiègne, ghigliottinate nel 1794 dai rivoluzionari

Mercoledì scorso, Papa Francesco ha esteso alla Chiesa universale il culto dei martiri di Compiègne: la Beata Teresa di Sant'Agostino e ...

lunedì 13 giugno 2022

Ancora sull'intemerata di Francesco sui tradizionalisti #traditioniscustodes

QUI il discorso del Santo Padre.
Luigi


PAPA FRANCESCO BACCHETTA I PRETI SICILIANI: BASTA MERLETTI DELLA NONNA

Questa mattina il Sommo Pontefice ha ricevuto circa trecento presbiteri della Regione Sicilia con i loro Vescovi. Circa venti. L’udienza con Francesco era l’ultimo appuntamento del pellegrinaggio in occasione del XXX anniversario della Giornata Sacerdotale Regionale Mariana.
Nei giorni scorsi hanno visitato la Basilica di Santa Maria Maggiore dove hanno pregato ed affidato il loro ministero alla Salus Populi Romani. Hanno poi concelebrato l’Eucarestia con Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Lazarus You Heung-sik, Prefetto della Congregazione per il Clero, il quale, nell’omelia, ha invitato i presbiteri ad essere gioiosi nel loro ministero.
Il momento di comunione che i presbiteri siciliani hanno vissuto nei giorni scorsi è stato però l’occasione, per il Papa, di sferzare l’ennesimo attacco ai preti che svolgono il loro ministero con umiltà e devozione. Difatti durante la Celebrazione liturgica a Santa Maria Maggiore, a Mons. Lazarus You Heung-sik è stato dato un camice di pizzo con pianeta annessa. A Santa Marta riferiscono che qualche “manina” abbia mostrato le foto a Francesco, il quale questa mattina ha detto: ” Ma come celebrano? Io non vado a Messa lì, ma ho visto delle fotografie.” Delle fotografie? Ma il Papa si basa sulle fotografie? E percepisce come la celebrazione eucaristica è stata vissuta dai fedeli e dal prete? Da una foto? Ma sopratutto chi è che fa vedere queste foto al Papa? Con quale scopo? Perseguitare? Il Cardinale Montenegro, oltre a far vedere i video dei campi in Libia, mostra anche le foto delle celebrazioni liturgiche in Sicilia?

Poi Francesco continua: “Parlo chiaro. Ma carissimi, ancora i merletti, le bonete…, ma dove siamo? Sessant’anni dopo il Concilio! Un po’ di aggiornamento anche nell’arte liturgica, nella “moda” liturgica! Sì, a volte portare qualche merletto della nonna va, ma a volte. È per fare un omaggio alla nonna, no? Avete capito tutto, no?, avete capito. È bello fare omaggio alla nonna, ma è meglio celebrare la madre, la santa madre Chiesa, e come la madre Chiesa vuole essere celebrata. E che la insularità non impedisca la vera riforma liturgica che il Concilio ha mandato avanti. E non rimanere quietisti.” Ma è mai possibile che il Concilio venga citato sempre, solo ed esclusivamente per la liturgia? Cioè di quattro costituzioni, nove decreti e tre dichiarazioni, noi guardiamo solo alla Sacrosantum Concilium? La quale, fra l’altro, ribadisce: “La liturgia è il culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e, al tempo stesso, la fonte da cui promana tutta la sua energia” e “I riti splendano per nobile semplicità”.

Basta con questa retorica! I sacerdoti siciliani non fanno altro che svolgere il loro ministero con abnegazione e devozione. Sono vicini al popolo di Dio e celebrano i divini misteri con attenzione al sacro, per fortuna. Come si può poi pensare che la condizione di insularità impedisca la riforma Conciliare. Ma di cosa stiamo parlando? Nel discorso di Francesco non vengono mai pronunciate le parole: “Grazie per il vostro ministero, grazie per la vostra vita, il vostro essere uomini spesi per il vangelo”.

Un momento di pellegrinaggio alla tomba dell’apostolo Pietro, diviene in questo modo l’occasione per il Papa di “bacchettare” i preti. Non è più possibile una cosa del genere.