Dopo aver aggiornato lettori sulla triste situazione della Diocesi di Digione, proponiamo ora la nostra traduzione della lettera n. 811 di Paix Liturgique, pubblicata il 6 agosto. Ne condividiamo il messaggio: noi siamo gente pacifica, ma coloro che vogliono scatenare la guerra civile nella Chiesa - perché, non riuscendo a convincere, sperano di vincere - devono sapere che non ci lasceremo schiacciare senza combattere.
MONS. ROLAND MINNERATH "FARÒ DELLA MIA DIOCESI UN LABORATORIO PER LA SOPPRESSIONE DEL SUMMORUM PONTIFICUM".
A DIGIONE, LA GUERRA È INIZIATA!Paix liturgique - Caro Raymond, due mesi dopo la nostra prima lettera sulla situazione nella diocesi di Digione, torno da Lei per chiederle se ha qualche notizia.Raymond Pierre - E arriva a puntino, perché ho diverse notizie, sia per spiegare l'atteggiamento del vescovo Minnerath, sia per illuminarci sul futuro del mondo tradizionale nella diocesi di Digione.Paix liturgique - Ha qualche informazione su Mons. Roland Minnerath?Raymond Pierre - Proprio così: sono appena tornato da un viaggio in Italia e degli amici mi hanno dato informazioni molto illuminanti su di lui.Paix liturgique - Quali?Raymond Pierre - La più importante è che Mons. Minnerath era a conoscenza di quello che è poi diventato il motu proprio Traditionis Custodes. Ciò significa che la sua decisione a Digione non è stata frutto del caso, ma una decisione completamente sincronizzata con la guerra contro lo sviluppo del mondo tradizionale che certi nemici della pace stavano preparando a Roma.Paix liturgique - Ma come è possibile?Raymond Pierre - È molto semplice, Mons. Minnerath, membro della Congregazione per la Dottrina della Fede, va a Roma ogni mese, alle sessioni ordinarie (dette feria IV, il mercoledì), e quindi aveva accesso alle informazioni delle riunioni interdicasteriali (riunioni dei prefetti delle Congregazioni), in cui, sotto la direzione del Segretario di Stato, veniva preparato il provvedimento.Paix liturgique - Ah, ecco!Raymond Pierre - Ha persino detto in una riunione romana che avrebbe fatto della sua diocesi "un laboratorio per la soppressione del Summorum Pontificum". "Avrete un nuovo Motu Proprio nei prossimi giorni o settimane", si pavoneggiava il 26 giugno davanti ai fedeli della messa tradizionale venuti a manifestare davanti al palazzo vescovile il loro malcontento.Ha giocato d’anticipo. Come nel mondo economico, ha commesso il delitto di insider trading. Tenendo presente che sapeva di non rischiare nulla, data la sua età e la sua prossima partenza da Digione, e soprattutto che era "dalla parte del manico". Solo che, agli occhi della storia, lo si ricorderà come colui che ha innescato una nuova guerra liturgica.Paix liturgique - Ma è comunque incredibile che il vescovo Roland Minnerath abbia potuto dire parole così dure.Raymond Pierre - Rileggete la Traditionis Custodes e vedrete che questo testo è terribilmente duro, brutale, quanto possibile non misericordioso né pastorale. Vi rimando a ciò che avete pubblicato nella vostra lettera 805. Riferivate che il cardinale Parolin, Segretario di Stato, aveva detto a un gruppo di cardinali: "Dobbiamo porre fine a questa Messa per sempre!" e che l'arcivescovo Roche, il nuovo prefetto della Congregazione per il Culto Divino, aveva spiegato ridendo ai capi dei seminari di Roma e ai membri della Curia: "Summorum Pontificum è praticamente morto! Restituiremo il potere ai vescovi su questo punto, ma - ed è la cosa più importante - non ai vescovi conservatori”. Potete essere sicuri che questo è lo stato d'animo dei NEMICI DELLA PACE che si agitano oggi a Roma e altrove. Le parole di Mons. Roland Minnerath sono effettivamente sulla stessa linea, direi che sono quelle di un uomo appartenente allo stesso partito.Paix liturgique - Ce ne sono molti?Raymond Pierre - Quelli che credono di essere dalla parte vincente sono sempre numerosi... finché il vento non cambia... Potrei citarne molti altri, come questo alto prelato che ripete a tutti quelli che lo ascoltano che i preti ordinati nei seminari tradizionali "SONO INUTILI PER LA CHIESA".La rimando anche alla vostra Lettera 809 sullo stato d'animo del Nunzio Apostolico in Francia, Mons. Celestino Migliore, "più Francesco di Francesco"... per il momento.Paix liturgique - Ma in concreto, cosa significa per Digione: "Farò della mia diocesi un laboratorio per la soppressione del Summorum Pontificum"?Raymond Pierre - Questo permette già di capire perché ha deciso con uno schiocco di dita di sfrattare la Fraternità di San Pietro dalla sua diocesi.Paix liturgique - Ma si è detto che sarebbe stato a causa di problemi relazionali con i sacerdoti della Fraternità [FSSP - NdT]che esercitavano il loro ministero a Digione.Raymond Pierre - Questo è completamente inesatto, perché se questo fosse stato il caso avrebbe potuto appellarsi alle autorità della Fraternità per trovare una soluzione, per esempio, ottenere un cambio di uomini o, nel peggiore dei casi, sostituire la Fraternità di San Pietro con un'altra comunità come l'IBP o il Cristo Re. Ma non è questo che ha fatto e ciò che ha deciso è molto illuminante.Paix liturgique - Cosa farà?Raymond Pierre - Oggi abbiamo più di qualche indizio... e non parlo delle nomine ecclesiastiche, che al momento non ci forniscono alcuna informazione rilevante. D'altra parte, le decisioni "fondamentali" che sono già state prese ci danno una buona idea.Paix liturgique - E quali sono queste "decisioni fondamentali"?Raymond Pierre - Almeno tre:- Il primo è l'abolizione di tutte le messe feriali tradizionali,- Il secondo è che si chiede ai genitori che frequentano la messa tradizionale di consegnare i loro figli - credo “consegnare” sia la parola giusta - al catechismo delle parrocchie ordinarie (i quali genitori, se si adeguassero, renderebbero i loro figli come minimo degli analfabeti religiosi),- Infine, e questa è la ciliegina sulla torta, la proibizione di tutti gli eventi liturgici che circondano la vita cristiana. In altre parole, niente più funerali secondo la liturgia tradizionale, niente più matrimoni secondo l'usus antiquior e naturalmente niente più battesimi secondo il rito antico dei battesimi. Questo va molto oltre la Traditionis custodes. Ma ceh importa, Mons. Minnerath è dalla parte del manico.Paix liturgique - Ma è terribile!Raymond Pierre - Sì, è semplicemente una condanna a morte dell'applicazione dei benefici spirituali e pacificatori del motu proprio Summorum Pontificum promulgato nel 2007 da Papa Benedetto XVI... Esattamente nei termini degli impegni di Mons. Minnerath verso i suoi amici romani: sta facendo della sua diocesi un laboratorio per la soppressione del Summorum Pontificum. La cosa peggiore è che, a parte il suo desiderio della berretta rossa, il vecchio arcivescovo non ha più motivi di carriera: agisce per spirito di partito. E il desiderio del suo partito è quello di uccidere tutto ciò che è tradizionale, cioè molto di ciò che è ancora vivo nella Chiesa di oggi.Paix liturgique - Nelle sue parole, non sta prendendo il sopravvento la rabbia?Raymond Pierre - Niente affatto. Il vescovo Minnerath è un uomo angosciato dalla scomparsa del sacerdozio nelle diocesi di Francia. Di conseguenza, in diverse occasioni (in particolare in un'intervista a Le Pèlerin del 29 giugno 2006, e nel suo libro Ai borgognoni che credono al cielo e a quelli che non ci credono), ha proposto pubblicamente la soluzione che consisterebbe nell'ordinare uomini sposati per colmare le lacune. Meglio i preti sposati che i preti tradizionali!Paix liturgique - Ma che cosa si può fare davanti alla sua decisione?Raymond Pierre - Penso che i nostri sacerdoti avranno difficoltà a non "obbedire". D'altra parte, ecco che è arrivato di nuovo il tempo dei laici, perché tutto è ora nelle nostre mani: o lasciamo che accada e i nostri avversari vinceranno, o rifiutiamo queste terribili ingiustizie e agiamo di conseguenza per impedire ai nemici della pace di attuare il loro programma di distruzione e morte.Paix liturgique - Ma spetta davvero ai laici svolgere questo ruolo?Raymond Pierre - Non dimentichi che dal Concilio Vaticano II, almeno in apparenza, i nostri pastori hanno insistito fortemente sul ruolo che i laici devono svolgere nella Chiesa. Certo, il loro discorso è in gran parte demagogico, perché non hanno mai immaginato che potessero essere i laici ad opporsi alla loro deriva, ma comunque sia, siamo noi che oggi abbiamo le maggiori possibilità di agire e far sentire le nostre convinzioni, perché non abbiamo seminaristi da ordinare, né seminari da aprire o sacerdoti da integrare nella pastorale delle diocesi. Dal Concilio ci è stato detto che siamo adulti che devono obbedire "con discernimento". Ebbene, come al tempo della riforma liturgica, questo è il momento in cui i laici faranno sentire la loro voce!Paix liturgique - Concretamente?Raymond Pierre - Uno dei miei amici romani mi ha detto quindici giorni fa: "Organizziamo una manifestazione monumentale a Roma! Questo è un po' irrealistico, perché sarebbe molto complicato per molte persone, soprattutto a causa dei famigerati "vincoli sanitari". D'altra parte, abbiamo immense possibilità di far sentire la nostra voce.Paix liturgique - Che cosa potremmo fare?Raymond Pierre - "Chiedete e vi sarà dato, bussate e vi sarà aperto! Insistere senza sosta. Immaginiamo che d'ora in poi, ovunque vada il vostro vescovo, ma anche ovunque si tengano incontri pubblici in parrocchia o altrove, i laici della diocesi siano presenti in preghiera con striscioni, o lo interroghino sulla questione liturgica. Internet e le reti sociali faranno il resto. L'opinione pubblica cattolica è ormai ampiamente scandalizzata dalla decisione di perseguitare la messa in latino. In breve, i conciliari stanno calpestando la libertà religiosa!Paix liturgique - Ma per fortuna non tutti i nostri pastori, in Francia e in molti altri luoghi, hanno dissotterrato l'ascia di guerra.Raymond Pierre - A volte mostrano anche che non hanno intenzione di applicare misure repressive. E li ringraziamo perché gli incendiari come Mons. Roland Minnerath sono irresponsabili. Se devo credere ai miei contatti romani, in questo clima di fine regno, molti membri della Curia si stanno chiedendo se il "rimedio" Traditionis Custodes non sia peggiore del "male" che avrebbe potuto essere Summorum Pontificum: Oremus!