Durante la feroce persecuzione religiosa che contraddistinse la Guerra Civile Spagnola negli anni ‘30 del secolo scorso numerosi agnelli innocenti caddero vittime per la causa di Cristo, in odio alla fede cattolica.
"In questa sanguinosa strage che attraversò la Spagna, il numero delle vittime superò il milione, colpendo persone di ogni età e classe sociale: vescovi, sacerdoti, religiosi e laici di ambo i sessi. E’ stato ormai appurato da parte degli storici che, all’interno di questo terribile massacro, gli anarchici ed i social-comunisti perpetrarono una vera e propria persecuzione volta ad annientare la Chiesa Cattolica in Spagna.
Durante la feroce persecuzione religiosa che contraddistinse la Guerra Civile Spagnola negli anni ‘30 del XX secolo numerosi agnelli innocenti caddero vittime per la causa di Cristo, in odio alla fede cattolica.
"In questa sanguinosa strage che attraversò la Spagna, il numero delle vittime superò il milione, colpendo persone di ogni età e classe sociale: vescovi, sacerdoti, religiosi e laici di ambo i sessi. E’ stato ormai appurato da parte degli storici che, all’interno di questo terribile massacro, gli anarchici ed i social-comunisti perpetrarono una vera e propria persecuzione volta ad annientare la Chiesa Cattolica in Spagna.
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I martiri furono uccisi dopo lo scoppio della rivoluzione nelle Asturie nel 1934 e della guerra civile il 18 luglio 1936, ma furono vittime di una persecuzione annunciata, caldeggiata e demagogicamente alimentata negli anni precedenti. Non si tratta di episodi sporadici, ma di una persecuzione generale.
La rivoluzione del 1934, una sollevazione di sinistra contro il governo repubblicano, durò soltanto dieci giorni: in questo periodo vennero uccisi 12 sacerdoti, 7 seminaristi e 18 religiosi (passionisti, maristi, Fratelli delle Scuole Cristiane, della Missione, gesuiti e carmelitani scalzi), e furono incendiate 58 chiese; altrettanto sarebbe successo nel resto della Spagna, se i focolai della rivolta non fossero stati rapidamente spenti. ... furono massacrati 4.184 sacerdoti diocesani (includendo i seminaristi), 2.365 religiosi e 283 suore, che fanno un totale di 6.832 vittime (non ci sono statistiche dei laici assassinati per il solo fatto di essere cattolici, ma sono anche essi numerosissimi). (Cfr. Amici del Timone QUI) (*)
AC
I dodici martiri redentoristi di Madrid
Papa Francesco sabato scorso ha autorizzato la promulgazione del Decreto che attesta il martirio di dodici religiosi redentoristi uccisi in odium fidei a Madrid durante la Guerra civile spagnola
MADRID
Papa Francesco sabato scorso (24 aprile 2021) ha autorizzato la promulgazione del Decreto che attesta il martirio di dodici religiosi redentoristi uccisi in odium fidei a Madrid durante la Guerra civile spagnola, svoltasi fra il 1936 ed il 1939.
Raccontare la loro storia è aprire una delle pagine più luminose scritte dai figli di Sant'Alfonso Maria de Liguori che con la loro abnegazione e fede hanno difeso i colori della santità nella difesa della verità.
Conosciamo i loro nomi:
Padre Vincente Renuncio Toribio (1876-1936),
Padre Crescenzio Ortiz Lanco(1881-1936),
Padre Angel Martinez Miguelez (1907-1936),
Fratel Bernardo Saiz Gutierrez (1896-1936),
Fratel Nicasio Perez de Palomar Quincoces (1859-1936),
Fratel Gregorio Zugasti Fernandez de Esquide (1884-1936),
Fratel Anicesto Lizasoain Lizaso (1877-1936),
Padre Jose Maria Urrichi Ortiz (1909-1936),
Fratel Joaquin Erviti Insausti (1902-1936),
Padre Antonio Giron Gonzales (1871-1936),
Padre Donato Jimenez Viviano(1873-1936),
Fratel Rafael Perea Pinedo (1903-1936).
In date diverse questi figli del grande teologo e missionario hanno subito il martirio.
In quegli anni la situazione politica e sociale nella penisola iberica è delicata.
La Rivoluzione ed un crescente anticlericalismo hanno seminato un'ondata di violenza e terrore senza limiti.
Ovunque si vedono chiese e statue sacre profanate e religiosi che vengono messi a morte.
In quel contesto storico i Missionari Redentoristi presenti nella capitale spagnola danno un segno preciso nel voler rimanere fedeli al vangelo ed alla Chiesa.
La loro storia, appresa di testimoni dell'epoca, è stata raccontata per l'adamantina e coraggiosa testimonianza prodotta nel Popolo di Dio.
I fatti: nel 1936 la comunità redentorista di Madrid era composta da sei sacerdoti e sei fratelli. Rimasti fedeli alla missione professata ed al proprio credo testimoniano il vangelo con le parola, ma di più con la coerenza e la fedeltà di una vita spesa per l'avvento di quel Regno, presente nel cuore dell'uomo.
Avevano letto, probabilmente durante l'anno di noviziato, molte opere scritte dal loro fondatore Sant'Alfonso Maria de Liguori il quale insegna ad amare Dio sopra e davanti a se stessi.
Tra le tante pagine i loro occhi si saranno posati sull'Apparecchio alla morte (1758), testo in cui il santo insegna come conoscere il fine della vita, ma di più ad amare Dio.
Nell'opera si legge: «E come mai può temere la morte chi spera dopo la morte d'esser coronato re del paradiso? "Non vereamur occidi" (dicea S. Cipriano), "quos constat quando occidimur coronari". Come può temere di morire chi sa che morendo in grazia, il suo corpo diventerà immortale? "Oportet mortale hoc induere immortalitatem" (1 Cor 15,53). Chi ama Dio e desidera di vederlo, stima pena la vita e gaudio la morte. "Patienter vivit, delectabiliter moritur", dice S. Agostino. E S. Tommaso da Villanova dice che la morte, se trova l'uomo dormendo, ella viene come ladro, lo spoglia, l'uccide e lo butta nel pozzo dell'inferno; ma se lo trova vigilante, ella come ambasciatore di Dio lo saluta e gli dice: Il Signore ti aspetta alle nozze, vieni ch'io ti condurrò al regno beato, che desideri: "Te Dominus ad nuptias vocat, veni, ducam te quo desideras" (Punto III) ».
Nel 1936 padre Vincente Renuncio Toribio e gli altri undici compagni hanno subito il martirio guardando al di là del contingente quel Redentore amato nella regola professata .
Quella meditazione, forse, avrà accompagnato le difficili ore dei martiri redentoristi di Madrid che, in cambio della vita, hanno dato quella testimonianza che non tramonta e che tuttora li rende fratelli ed esempi per il Popolo di Dio che si affida alla loro intercessione presso il Padre.
Fonte: ACI stampa QUI
Foto 1: Tre dei martiri redentoristi (Vatican media)
(*) Leggere anche "Intervista sulla Guerra di Spagna a Carcel Orti'" QUI
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