Concludiamo questa settimana dedicata a Dante Alighieri, inizata con Dante e i Papi, con questo bello schema (in bianco, sotto). dopo aver presentato (martedì) i vari modi con cui Dante parla della Beata Maria Vergine, oggi concludiamo con le perifrasi che il sommo poeta ha usato per indicare Dio (Testo tratto da DogmaTV del 19.02.2021).
Interessante due considerazioni: il primo e l'ultimo nome con cui Dante chiama Dio è Amore ("Amor divino", nell'Inferno I, v. 39; "l'Amore che move il sole e l'altre stelle", Paradiso XXXIII, v.145).
Nel Canto XXVI del Paradiso, infine, leggiamo che Adamo rivelò a Dante che il primo nome di Dio sarebbe stato "I" (come lo avrebbe chiamato il progenitore nel paradiso terrestre), ma che poi sulla terra il nome del "sommo bene" divenne "EL". (Così leggiamo nel blog "Monte Prama"):
Interessante due considerazioni: il primo e l'ultimo nome con cui Dante chiama Dio è Amore ("Amor divino", nell'Inferno I, v. 39; "l'Amore che move il sole e l'altre stelle", Paradiso XXXIII, v.145).
Nel Canto XXVI del Paradiso, infine, leggiamo che Adamo rivelò a Dante che il primo nome di Dio sarebbe stato "I" (come lo avrebbe chiamato il progenitore nel paradiso terrestre), ma che poi sulla terra il nome del "sommo bene" divenne "EL". (Così leggiamo nel blog "Monte Prama"):
In chiusura del canto XXVI del Paradiso si legge uno dei passi più dibattuti e controversi del poema, sul quale desidero qui soffermarmi per tentarne un’interpretazione che, partendo dalle più interessanti proposte esegetiche che di esso sono state fornite, apra una prospettiva in certa misura più ampia sul simbolismo legato al nome di Dio.Dante si trova nel cielo delle stelle fisse dove, dopo aver assistito al trionfo di Maria e di Cristo e dopo essere stato esaminato sulle tre virtù teologali da san Pietro, san Giacomo e san Giovanni, incontra il protoparente Adamo, il quale legge in Dio quattro quesiti che il poeta desidera porgli: quanto tempo sia passato dalla sua creazione; quanto tempo egli sia rimasto nel paradiso terrestre; quale fosse la colpa che provocò l’ira divina e la cacciata dal paradiso; quale fosse la lingua da lui parlata. La risposta di Adamo a quest’ultima domanda è piuttosto articolata e ricca di informazioni interessanti (Pd XXVI 124-138):
La lingua ch’io parlai fu tutta spenta
innanzi che a l’ovra inconsummabile 125
fosse la gente di Nembròt attenta:
ché nullo effetto mai razïonabile,
per lo piacere uman che rinnovella
seguendo il cielo, sempre fu durabile.
Opera naturale è ch’uom favella; 130
ma così o così natura lascia
poi fare a voi secondo che v’abbella.
Pria ch’i’ scendessi all’infernale ambascia,
I s’appellava in terra il sommo bene
onde vien la letizia che mi fascia; 135
e El si chiamò poi: e ciò convene,
ché l’uso d’i mortali è come fronda
in ramo, che sen va e altra vene.
La prima informazione che Adamo fornisce a Dante è quella per cui la lingua primitiva si è completamente estinta con l’empia impresa della «gente di Nembrot»[1], ossia la costruzione della torre di Babele, cui – secondo il racconto biblico di questo leggendario episodio[2] – fece seguito la confusio linguarum con cui Dio punì la superbia della famiglia umana (...)
Ma torniamo alle perifrasi del nome di Dio nella Divina Commedia:
[…] Il nome di Dio ricorre […] ad ogni piè sospinto, e tutto quasi che vi si dice, va ad appuntarsi in Lui. L’idea di Dio è l’idea dominante della Commedia, la quale fu chiamata Divina, non solo, io credo, ad
honorem auctoris, ma anche perché parla continuamente, essenzialmente di Dio; e nelle bolge dell’ Inferno, nei gironi del Purgatorio, e nei cerchi del Paradiso, di Lui tutto parla, a Dio tutto si riferisce.
E valga il vero: nessuno v’è più nominato nel sacro Poema quanto Iddio.
Il Poeta nomina Dio nel suo Poema più di 200 volte, col nome proprio circa 120 volte, con nome perifrasato circa 150 volte. E se vogliamo distinguere ancora, il nome di Dio ricorre nella Cantica dell’Inferno 40 volte, 60 volte nel Purgatorio e 165 volte nel Paradiso. Ricorrono poi di spesso, specialmente nel Paradiso, i nomi sacrosanti di Gesù Cristo, sia nominalmente, sia in perifrasi, e dello Spirito Santo. Il nome di Cristo nel solo Paradiso ricorre 64 volte, delle quali circa 15 in perifrasi.
Ne piace riportare qui la maggior parte delle perifrasi, colle quali l’Alighieri adombra il nome sacratissimo di Dio.
Dall’Inferno:
Perifrasi del nome di Dio | Canto |
1. L’Amor divino | I |
2. Quello Imperator che lassù regna | I |
3. L’Avversario di ogni male | II |
4. Signor | II |
5. La divina Potestate | III |
6. La divina Sapienza | III |
7. Il primo Amore | III |
8. L’alto Fattore | III |
9. ‘L ben dello intelletto | III |
10. Un PossenteCon segno di vittoria incoronato | IV |
11. La Virtù divina | V |
12. Il Re dell’universo | V |
13. Colui lo cui aver tutto trascende | VII |
14. Quella vogliaA cui non puote mai il fin essere mozzo | IX |
15. Il sommo Duce | X |
16. Somma Sapienza | XIX |
17. Nostro Signore | XIX |
18. L’alta Provvidenza | XXIII |
19. Alto Sire | XXIX |
20. Fattore | XXXIV |
Dal Purgatorio:
1. … Quei che volentier perdona | III |
2. La Bontà infinita, / Che prende ciò che si rivolge a lei | III |
3. L’eterno Amore | III |
4. L’alto Sol | VII |
5. … Colui che sì nasconde / Lo suo primo perché, che non gli è guado | VIII |
6. Colui che mai non vide cosa nuova | X |
7. Fabbro | X |
8. … L’alto lume / Che ‘l disio vostro ha in sua cura | XIII |
9. Chi tutto discerne | XIV |
10. Quello infinito ed ineffabil Bene / Che lassù è | XV |
11. L’eterno Valore | XV |
12. Colui che ti fece | XVI |
13. Lieto fattore | XVI |
14. Lui che tutto giuggia (giudica) | XX |
15. Lo motor primo | XXV |
16. Il sommo Ben, che solo esso a sé piace | XXVIII |
17. Lo Bene, / Di là dal qual non è a che s’aspiri | XXXI |
Dal Paradiso:
1. Colui che tutto muove | I |
2. Il disire dell’intelletto | I |
3. Quei che puote | I |
4. Amor che il ciel governa | I |
5. L’eterno Valore | I |
6. La Provvidenza che cotanto assetta | I |
7. La Mente profonda | II |
8. Il pan degli Angeli, del quale / Vivesi qui, ma non sen vien satollo | II |
9. … Quella Essenzia in che si vede / Come nostra natura a Dio s’unio | II |
10. La verace Luce | III |
11. Il sommo Ben | III |
12. … Quello sposo che ogni voto accetta / Che caritade a suo piacer conforma | III |
13. Colui che qui ne cerne | III |
14. Re | III |
15. L’eterno spiro | IV |
16. Il primo Vero | IV |
17. Il fonte ond’ogni ver deriva | IV |
18. Il primo Amante | IV |
19. Quel che vede e puote | IV |
20. … Il Ver, / Di fuor dal qual nessun vero si spazia | IV |
21. … l’eterna luce, / che, vista, sola sempre amore accende | V |
22. Il primo Amor | VI |
23. La viva Giustizia | VI |
24. Il Fattore della natura | VII |
25. La somma Beninanza | VII |
26. La divina Bontà, che da sé sperne / ogni livore | VII |
27. Il sommo Bene | VII |
28. La divina Bontà che il mondo imprenta | VII |
29. Lo Ben che tutto il regno che tu scandi / Volge e contenta | VIII |
30. La mente ch’è da sé perfetta | VIII |
31. Il primo intelletto | VIII |
32. Il Sol | IX |
33. Quel Ben che ad ogni cosa è tanto | IX |
34. Il Valor | IX |
35. Lo primo ineffabile Valore | X |
36. Maestro | X |
37. L’alto Padre | X |
38. Il Sol degli Angeli | X |
39. La Luce eterna | XI |
40. La Provvidenza che governa il mondo | XI |
41. L’eterno Spiro | XI |
42. L’imperator che sempre regna | XII |
43. Il nostro Sire | XIII |
44. La prima Virtù | XIII |
45. Il santo Spiro | XIV |
46. Quell’Uno e Due e Tre che sempre vive, / E regna sempre in Tre e Due e Uno, / Non circoscritto e tutto circoscrive | XIV |
47. Quel che è primo | XV |
48. … lo Speglio / In che prima che pensi, il pensier pondi | XV |
49. La prima Egualità | XV |
50. … ‘l Punto / A cui tutti i tempi son presenti | XVII |
51. Colui ch’ogni torto disgrava | XVIII |
52. Il Ben | XVIII |
53. Il Sol | XVIII |
54. … la Mente, in che s’inizia / Tuo moto e tua virtude | XVIII |
55. Il pio Padre | XVIII |
56. Colui che volse il sesto / allo stremo del mondo, e dentro ad esso / Distinse tanto occulto e manifesto | XIX |
57. … quel bene, / Ch’è senza fine, e sé in sé misura | XIX |
58. … la Mente / Di che tutte le cose son ripiene | XIX |
59. … la Giustizia viva | XIX |
60. La prima Volontà, ch’è per sé buona | XIX |
61. Dolce Amor, che di riso t’ammanti | XX |
62. Colui che tutto vede | XXI |
63. Il Consiglio che il mondo governa | XXI |
64. La somma Essenzia | XXI |
65. L’ultima salute | XXII |
66. Lo nostro Imperadore | XXV |
67. Il Sol, che raggia tutto il nostro stuolo | XXV |
68. Il sommo Duce | XXV |
69. Il Ben che fa contenta questa corte / Alfa e Omega è di quanta scrittura / Mi legge Amore o lievemente o forte | XXVI |
70. L’Essenza, ov’è tanto vantaggio, / che cascun ben che fuor di lei si truova / Altro non è che di suo lume un raggio | XXVI |
71. … il prima Amore / Di tutte le sustanzie sempiterne | XXVI |
72. … il verace Autore, / che dice a Moïse, di sé parlando: / «Io ti farò vedere ogni valore» | XXVI |
73. … ‘l verace Speglio / Che fa di sé parégli l’altre cose, / E nulla face lui di sé pareglio | XXVI |
74. I - El – Eli | XXVI |
75. La mente divina | XXVII |
76. Il Punto … dal quale / Depende il cielo e tutta la natura | XXVIII |
77. Il Vero in che si queta ogni intelletto | XXVIII |
78. L’eterno Amore | XXIX |
79. La Bontade | XXIX |
80. La prima Luce | XXIX |
81. L’Amor che questa questo cielo | XXX |
82. Lo Creatore | XXX |
83. Trina Luce | XXXI |
84. L’Eterno Lume | XXXIII |
85. L’alta luce che da sé è vera | XXXIII |
86. Somma Luce | XXXIII |
87. Valore infinito | XXXIII |
88. Luce eterna | XXXIII |
89. L’Amor che muove il sole e l’altre stelle | XXXIII |
Testo tratto da Lorenzo Felicetti, Dante poeta cattolico, Milano 1896, pp. 17-23.
La questione del Santo Nome di Dio mi ha sempre destato un enorme interesse. Gesù (e non gli apostoli o i santi) ha chiaramente detto di santificare il nome di Dio Padre e anche di battezzare nel nome di Dio Padre. Ora nel cattolicesimo, dagli atti degli apostoli, pare sia sufficiente il nome di Gesù Cristo e sicuramente lo sarà essendo seconda persona della Trinità, ma Gesù dichiara altro, come dichiara che il Padre gli è maggiore, infatti Lui stesso fa la volontà del Padre, Padre che accorda tutto nel nome di Gesù. Ma il nome di Dio è sempre stato oggetto di venerazione. Fino a Ratzinger lo si è sempre potuto lodare pur con le difficoltà della pronuncia esatta. In molte Chiese è dipinto "Geova" o "Jahvè" e fino a qualche secolo fa era presente nella Bibbia al posto dell' anonimo titolo. È vero che Dio è uno e quando diciamo Signore ci stiamo riferendo per forza a Lui ma ciò non toglie che tra nome ed essenza ci sia una risonanza. Si dice che Dio abbia "consegnato" se stesso ai suoi devoti proprio mostrando il Suo nome. Ratzinger ha avuto questa idea di eliminare il nome di Dio o meglio quello che era rimasto del nome e guarda caso da quel momento l'Occidente cristiano ha avuto una crisi economica da cui non ci riprendiamo più. Gli ebrei: siamo sicuri che di nascosto non preghino Dio con il Suo nome? Mi piacerebbe molto che alla morte di Benedetto XVI si ripristinasse la volontà espressa da Gesù Cristo di lodare il Nome di Dio visto che l'obiettivo finale della religione è l'amore del Sommo Bene, del Padre nostro.
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