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martedì 20 ottobre 2020

Mons.Camisasca ( Reggio Emilia) "il nostro popolo può correre il rischio di entrare in una visione paranoica della realtà, distaccata cioè dalle vere dimensioni del pericolo"

 
Ieri il Vescovo di Reggio Emilia-Guastalla Mons. Massimo Camisasca ha mandato al Clero diocesano, ai Religiosi e alle Religiose una lettera pastorale poichè gli animi della popolazione sono ancor più trepidanti a causa del continuo martellamento dei mass-media che creano un clima ansiogeno adatto alla delazione  a causa della cosiddetta "seconda ondata" di contagi da coronavirus.

Ringraziamo questo degnissimo Successore degli Apostoli che ci insegna a confidare in Dio "
roccia della nostra salvezza" ad imitazione dei "profeti e dei santi di tutti i tempi" che ci hanno reso "uomini e donne di speranza...(cfr Enc. Spe salvi, 34)  popolo della speranza" (Benedetto XVI, 5 aprile 2009)   .
Ringraziamo anche il Sacerdote che, con squisita cortesia, ci ha mandato questa bella lettera che ci conforta nella fede e  ci rende forti nella cristiana speranza.
AC 

 

 IL VESCOVO DI REGGIO EMILIA-GUASTALLA 

 
Cari fratelli, assistiamo tutti, durante questi giorni, ad una crescita di allarme e di incertezza, favorita anche dai mass-media e dalle insicurezze della politica. 
Il nostro popolo, già provato dalla pandemia nei mesi del lockdown può correre il rischio di entrare in una visione paranoica della realtà, distaccata cioè dalle vere dimensioni del pericolo.  
 
Tutti quanti noi, assieme agli altri responsabili della vita sociale e civile, abbiamo un compito importante: aiutare la nostra gente e a vivere con prudenza, ma anche con serenità, fiducia in Dio e capacità di relazioni e aiuto reciproco. Non dobbiamo assolutamente favorire il diffondersi di timori esagerati che possono portare a una corrosione profonda della salute mentale ed emotiva. Mai come in questo momento è chiaro che le ragioni della fede sono le ragioni della vita: Dio non ci abbandona, ci prende per mano, e lo fa anche chiedendoci di soccorrere a suo nome chi è bisognoso. Non possiamo permetterci che, di giorno in giorno, l'unico criterio sia chiudersi in casa. Senza demordere da tutte le attenzioni dovute, come la mascherina, l'igiene delle mani e il distanziamento, dobbiamo continuare a vivere.  
 
Le nostre chiese, proprio in ragione di tutto il lavoro che abbiamo svolto, sono luoghi sicuri sia per la preghiera liturgica, sia per eventuali incontri.  
 
Sosteniamo dunque la fede, la speranza e la carità del nostro popolo.  
 
Con la mia benedizione, 

✠ Massimo Camisasca 

 

Reggio Emilia, 19 ottobre 2020