1520 - 15 giugno - 2020
Son passati 500 anni dall'emanazione della Bolla "Exsurge Domine" con cui Leone X condannò gli errori di Lutero.
Di seguito riportiamo l'elenco delle tesi eretiche di Lutero condannate espressamente dal Papa che avrebbe dovuto ritrattare, pena la scomunica (che arriverà l'anno dopo il 3 gennaio 1521).
" [...]
In nessuno modo, a motivo della cura del pastorale
officio a Noi per grazia di Dio commessa, possiamo ulteriormente tollerare o
trascurare il pestifero veleno dei predetti errori, senza che ne tragga
nocumento la Religione Cristiana e ingiuria la fede ortodossa. Alcuni di questi
errori, il cui tenore è il seguente, abbiamo deciso di includerli in questo
documento:
- È
sentenza eretica, ma largamente seguita, che i sacramenti della Nuova
Alleanza danno la grazia giustificante a coloro che non vi pongono
ostacolo.
- Negare
che il peccato rimane nel bambino dopo il battesimo, significa disprezzare
insieme Cristo e Paolo.
- Il fomite del peccato, anche se non c’è nessun peccato attuale, trattiene l’anima cheesce dal corpo dall’ingresso nel cielo.
- La
non perfetta carità di colui che sta per morire porta necessariamente con
sé un grande timore, che di per sé è solo sufficiente a ottenere la pena
del purgatorio, e impedisce l’ingresso nel regno.
- Che
le parti della confessione siano tre: contrizione, confessione e
soddisfazione non è fondato nella Sacra Scrittura, né negli antichi santi
dottori cristiani.
- La
contrizione che si ottiene con l’esame, la ricapitolazione e la
detestazione dei peccati, e con la quale si ripensa alla propria vita
nell’amarezza della propria anima (cfr.Is 38,15), soppesando la gravità,
la moltitudine, la turpitudine dei peccati, la perdita della beatitudine
eterna e il conseguimento dell’eterna dannazione, questa contrizione rende
ipocrita, anzi addirittura peccatore.
- Verissima
e più perfetta in tutto della dottrina fino a questo momento proposta
sulla contrizione è la massima: “Non farlo più è la migliore penitenza;
una nuova vita è l’ottima penitenza”.
- Non
presumere in alcun modo di confessare i peccati veniali, ma neppure tutti
i mortali, perché è impossibile che tu conosca tutti i peccati mortali.Per
questo motivo nella chiesa primitiva si confessavano soltanto quelli
mortali manifesti.
- Quando
vogliamo confessare tutto in modo completo non facciamo altro che questo:
non vogliamo lasciare nulla da perdonare alla misericordia di Dio.
- A
nessuno sono rimessi i peccati, se non crede che gli sono rimessi dal
sacerdote che assolve; anzi il peccato rimane, se non lo crede rimesso:
non sono sufficienti infatti la remissione del peccato e il dono della
grazia, ma bisogna anche credere che è stato rimesso.
- Non
confidare in nessun modo di essere assolto a motivo della tua contrizione,
ma per la parola di Cristo: “Tutto ciò che scioglierai” (cfr. Mt 16,19).
In questo confida, io dico: se tu hai ottenuto l’assoluzione del
sacerdote, e credi fermamente che tu sei stato assolto, sarai stato
assolto davvero, qualsiasi cosa sia in quanto alla contrizione.
- Se,
per assurdo, colui che si confessa non fosse contrito, oppure il sacerdote
assolvesse non sul serio, ma per gioco, se tuttavia egli si crede assolto,
è assolto con assoluta certezza.
- Nel
sacramento della penitenza e nella remissione della colpa, il papa o il
vescovo non fanno nulla di più di un semplice sacerdote: anzi, dove non
c’è un sacerdote, può fare ugualmente un semplice cristiano, anche se
fosse una donna o un bambino.
- Nessuno
deve rispondere al sacerdote di essere contrito e il sacerdote non lo deve
domandare.
- È
grande l’errore di coloro che si accostano al sacramento dell’eucaristia
fidandosi del fatto di essersi confessati, di non essere consapevoli di
nessun peccato mortale, di aver premesso preghiere personali e
preparatorie: tutti questi mangiano e bevono la propria condanna. Ma se
credono e confidano che qui essi conseguiranno la grazia, questa fede sola
li rende puri e degni.
- Risulta
come deciso, che la chiesa abbia stabilito in un concilio universale che i
laici debbono comunicarsi sotto le due specie: e i Boemi che si comunicano
sotto le due specie, non sono eretici, ma scismatici.
- I
tesori della chiesa, da cui il papa trae le indulgenze, non sono i meriti
di Cristo e dei Santi.
- Le
indulgenze sono dei pii inganni dei fedeli, e dispense dalle opere buone;
e appartengono al numero delle cose che sono permesse, e non al numero di
quelle che sono utili. (cfr.1Cor 6,12; 1Cor 10,23).
- Le
indulgenze, per coloro che veramente le acquistano, non hanno valore per
la remissione della pena dovuta alla giustizia divina per i peccati attuali.
- Si
ingannano coloro che credono che le indulgenze sono salutari e utili per
il bene dello spirito.
- Le
indulgenze sono necessarie solo per le colpe pubbliche, e vengono
propriamente concesse solo ai duri di cuore e agli insensibili.
- Per
sei categorie di uomini le indulgenze non sono né necessarie né utili: e
cioè per i morti o per quelli che stanno per morire, per i malati, per i
legittimamente impediti, per coloro che non hanno commesso peccati, per
coloro che hanno commesso peccati, ma non pubblici, per coloro che
compiono cose migliori.
- Le
scomuniche sono soltanto pene esteriori, e non privano l’uomo delle comuni
preghiere spirituali della chiesa.
- Bisogna
insegnare ai cristiani più ad amare la scomunica che a temerla.
- Il
pontefice romano, successore di Pietro, non è il vicario di Cristo sopra
tutte le chiese del mondo intero, dallo stesso Cristo costituito nel beato
Pietro.
- La
parola di Cristo a Pietro: “Tutto ciò che scioglierai sulla terra” ecc.
(cfr.Mt 16,19) si estende soltanto alle cose legate dallo stesso Pietro.
- È
certo che non è affatto in mano della chiesa o del papa lo stabilire gli
articoli di fede, e anzi neppure le leggi morali o delle opere buone.
- Se
il papa con una gran parte della chiesa pensasse in un modo o nell’altro,
e inoltre non sbagliasse, non è ancora peccato o eresia pensare il
contrario, soprattutto in cose non necessario per la salvezza, finché da
un concilio universale una cosa non è stata respinta e l’altra approvata.
- Ci è
stata aperta la via per svuotare l’autorità dei concili e per contraddire
liberamente le cose da loro compiute, per giudicare i loro decreti e per
confessare con confidenza qualsiasi cosa sembri vero, sia che sia stato
approvato, sia che sia stato respinto da un qualsiasi concilio.
- Alcuni
articoli di Jan Hus condannati nel concilio di Costanza sono
cristianissimi, verissimi ed evangelici, e neppure la chiesa universale
potrebbe condannarli.
- In
ogni opera buona il giusto pecca.
- L’opera
buona compiuta nel modo migliore, è peccato veniale.
- È
contro la volontà dello Spirito che gli eretici siano bruciati.
- Combattere
contro i Turchi è opporsi a Dio, che visita le nostre iniquità per mezzo
loro.
- Nessuno
è certo di non peccare sempre mortalmente, a motivo del segretissimo vizio
della superbia.
- Dopo
il peccato, il libero arbitrio è una realtà in modo solo apparente; e
quando compie ciò che gli compete, pecca mortalmente.
- Il
purgatorio non può essere provato mediante la sacra Scrittura che si trova
nel canone.
- Le
anime nel purgatorio non sono sicure della propria salvezza, almeno non
tutte; e non è provato da nessun argomento razionale né dalle Scritture,
che esse si trovano al di fuori della condizione di meritare o di
accrescere la carità.
- Le
anime del purgatorio peccano in modo continuo finché cercano il riposo e
hanno orrore delle pene.
- Le
anime liberate dal purgatorio per i suffragi di coloro che sono vivi
godono minore beatitudine che se avessero soddisfatto da se stesse.
- I
prelati ecclesiastici e i principi secolari non farebbero male, se
eliminassero tutte le sacche di mendicità.
Una bella iniziativa di qualche anno fa:
RispondiEliminahttp://circololiturgicopio7.blogspot.com/2017/10/500-anni-dopo-chi-la-fa-se-laspetti.html
ma che mettete a fare la Bolla quando poi andate alla messa di Paolo vi. siate coerenti su questo blog. per favore vi reputo persone intelligenti. Cattolico per sempre.
RispondiEliminaEffettivamente ...
Eliminasi siete affezionati alla messa di Paolo VI quindi siete ertici di fatto
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