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lunedì 29 giugno 2020

5 ragioni per cui un cattolico dovrebbe preferire la S. Comunione in bocca - I parte

Un nostro lettore,  ci ha regalato una curata traduzione di un bell'articolo di John Henry Western il quale lo scorso 24 giugno ha pubblicato sul sito LifeSiteNews la trascrizione di un suo podcast intitolato "5 ragioni per cui i Cattolici dovrebbero ricevere la Santa Comunione solo sulla lingua". 

Essendo un tema molto sentito, soprattutto in questo periodo, questa traduzione capita quanto mai a proposito e presenta 5 motivi per i quali, pur riconoscendo entrambi i modi per ricevere la S. Comunione, un fedele dovrebbe preferire quello in bocca. 

I Punti sono, 

1) riverenza dovuta a Dio Onnipotente;

5) la storia

Oggi vi proponiamo il primo. Prossimamente vi proporremo gli altri. 
Buona lettura. 
Roberto



5 RAGIONI 
PER CUI I CATTOLICI DOVREBBERO RICEVERE 
LA S. COMUNIONE SOLO SULLA LINGUA 
di John Henry Western su Lifesitenews, 24.06.2020
traduzione per MiL da parte di un nostro gentile lettore Jacopo Dellapasqua


Con le ordinanze date dalle autorità sanitarie nazionali e anche da alcuni vescovi di rifiutare ai fedeli la S. Comunione sulla lingua, ho voluto darvi le ragioni per cui non potremmo mai ricevere la S. Comunione sulla mano.



1) Il primo appunto che vorrei fare riguarda la riverenza dovuta a Dio Onnipotente.

Voglio innanzitutto respingere la falsa idea che le persone ricevano la S. Comunione sulla lingua per una falsa pietà o per un’attitudine da santarellino. Anche se non posso escludere
del tutto che questo talvolta capiti, comunque, per quello di cui sono stato testimone e che ho letto, la ricezione sulla lingua proviene da un profondo amore al Re dei re, che noi riceviamo nel Ss.mo Sacramento. E io credo che ricevere Nostro Signore sulla lingua e in ginocchio rafforzi la riverenza per il Nostro Signore Eucaristico.

Alcuni dei più forti argomenti in favore della necessità di questo tipo di riverenza sono nella Bibbia.

Ricordiamo quando Mosè incontra per la prima volta Dio nel roveto ardente, come leggiamo in Es. 3? A Mosè viene detto di non avvicinarsi troppo al roveto e di togliersi i sandali perché era su un terra sacra. Nel salmo 95[, 6] leggiamo: “Venite, prostrati adoriamo, in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati”. Vediamo ciò anche nel Nuovo Testamento, quando Pietro, Giacomo e Giovanni, sul Monte Tabor, durante la Trasfigurazione, videro il corpo glorificato di Gesù, che noi riceviamo nella S. Comunione – ed essi si prostrarono con la faccia a terra.

Tuttavia il racconto biblico che per me parla più direttamente di questo tema è quello di ciò che è capitato con l’Arca dell’Alleanza. Si può leggere sia in 2 Sam. 6, 1-7 sia in 1 Chron. 13, 9-12. L’Arca dell’Alleanza era stata progettata da Dio e costruita secondo le Sue indicazioni. Conteneva la manna, il bastone di Mosè, e le tavole dei 10 Comandamenti. Era così sacra che non era consentito a nessuno di toccarla se non ad alcuni Leviti (il clero dell’epoca). Questa esclusiva dei sacerdoti di toccare l’Arca fu grandemente rafforzata quando un laico chiamato Uzzah, che stava trasportando l’Arca su ordine del re Davide, fu colpito a morte da Dio per aver toccato l’Arca.

Teniamo in conto ora che Uzzah stava cercando di fare la cosa giusta. Stava facendo ciò che pensava fosse giusto per tenere sicura l’Arca. Lui e suo fratello la stavano trasportando su un carro trainato da buoi. Lungo il tragitto, essa si era sbilanciata, Uzzah allora aveva usato la propria mano per raddrizzarla ed era stato colpito a morte da Dio. La Scrittura spiega che Dio lo colpì perché non avrebbe dovuto toccare l’Arca.

È molto simile nel nostro tempo, quando, a causa del Coronavirus, molti stanno cercando di fare ciò che pensano sia la cosa giusta ricevendo la Comunione sulla mano.

Anche con l’Arca quella non era la cosa giusta da fare anche se era ciò che sembrava più conveniente in quel momento – era stato fatto con la buona intenzione di mettere al sicuro l’Arca da qualche rischio, proprio come molti ora stanno ricevendo [la S. Comunione] sulla mano oggi con la buona intenzione di salvaguardare i propri fratelli e sorelle in Cristo dall’eventuale infezione di Coronavirus, o di tutelare la Chiesa, affinché abbia la libertà di distribuire la S. Comunione a tutti.

Nondimeno, toccare l’Arca era la cosa sbagliata da fare. Davide fu scosso da questa decisione di Dio, e da quel momento ebbe timore di trasportare l’Arca di Dio presso di sé.

E cosa è mai l’Arca dell’Alleanza al confronto con Nostro Signore stesso nell’Eucarestia? L’arca era venerata nel Tempio, era portata in processione ed era considerata santa, ed era solo lo “sgabello” di Dio, la Sua presenza “velata”, prefigurazione della Sua Presenza Reale in Nostro Signore Gesù Cristo, che noi riceviamo nella S. Comunione.

Mia moglie, una convertita al Cattolicesimo, mi chiedeva l’altro giorno come la Comunione sulla mano abbia senso data la pratica della Chiesa di consacrare l’altare e i vasi sacri usati per la Messa. Vediamo infatti i sacerdoti, i vescovi, anche il Papa, coprire le proprie con il paramento chiamato “velo omerale” durante la Benedizione eucaristica. Tutto questo a motivo della sacralità di Cristo nell’Eucarestia. Se permettiamo a ognuno di toccare l’Ostia consacrata con le proprie mani l’uso del velo omerale diventa veramente bizzarra.

Concluderò questo punto sulla riverenza verso Nostro Signore eucaristico citando Dietrich von Hildebrand, un filosofo cattolico tedesco e scrittore religioso conosciuto e amato dagli ultimi Papi. Testimoni riferiscono che fosse chiamato il dottore della Chiesa del XX secolo da Papa Pio XII. Il Papa Giovanni Paolo II ammirava grandemente l’opera filosofica di von Hildebrand, rimarcando una volta alla vedova di questo, Alice von Hildebrand: Vostro marito è uno dei grandi studiosi di etica del XX secolo. Anche Benedetto XVI ha una speciale ammirazione e riguardo per von Hildebrand. Lo conosceva quando era giovane sacerdote a Monaco di Baviera. Il grado di stima di Benedetto XVI è espresso in uno dei suoi giudizi su von Hildebrand: Quando la storia del pensiero della Chiesa Cattolica nel XX secolo sarà scritta, il nome di von Hildebrand sarà il più eminente tra le figure del suo tempo.

Di seguito ciò che Dietrich von Hildebrand scrisse riguardo la [S.] Comunione sulla mano nel suo libro The devastated vineyard:

Sfortunatamente, in molte regioni la Comunione è distribuita sulle mani. In che misura questo dovrebbe essere un rinnovamento e un approfondimento nella ricezione della Comunione? Il timore reverenziale con cui riceviamo questo incomprensibile Dono è forse aumentato con la ricezione di Esso sulle nostre mani non consacrate, piuttosto che dalle mani consacrate del sacerdote? Non è difficile vedere che il pericolo che frammenti di Ostie consacrate cadano al suolo è incommensurabilmente aumentato, e il pericolo di profanarle anche con terribili sacrilegi è molto grande. E quale vantaggio viene al mondo da tutto ciò? L’argomento che il contatto con le mani rende l’Ostia più reale è certamente un puro non-senso. Il punto qui non è la realtà della materia dell’Ostia, ma piuttosto la coscienza, che può essere acquisita solo con la fede, che l’Ostia in realtà è divenuta il Corpo di Cristo. La reverente ricezione del Corpo di Cristo sulle nostre lingue dalle mani consacrate del sacerdote è molto più favorevole a rafforzare questa coscienza che la ricezione con le nostre mani non consacrate. (…)

3 commenti:

  1. Non sarebbe meglio pubblicare le ragioni per non assistere alla "messa" novus (dis)ordo? Se no alcuni possono pensare che se si prende la comunione in bocca, ma in piedi e durante una cerimonia modernista non ci siano problemi.

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  2. Vabbè, volendo si potrebbe trovare qualche teologo o liturgista anche più autorevole di questo, per esporre 10 valide ragioni per cui è meglio la Comunione in mano. Sono tutte discussioni che lasciano il tempo che trovano, visto che ognuno può rigirare la frittata come vuole.

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    Risposte
    1. Anonimo, il tuo commento è assurdo, è scritto ad arte solo x contestare in modo puerile e insensato chi giornalmente professa la propria gioia di essere cattolico. Pensa piuttosto alla tua conversione, ma quella vera e autentica!

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