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giovedì 2 aprile 2020

Ancora sul "caso" Andrea Grillo: "simul stabunt vel simul cadent"

Ci occupiamo ancora dei recenti scritti ( leggere QUI ) del Professore Andrea Grillo nei quali ripete degli sproloqui intrisi di quel sessantottinismo becero e nostalgico che si acuisce maggiormente quanto più ne viene dimostrata l’inutilità e la pericolosità: simul stabunt vel simul cadent.
Sarebbe più salutare dare “ragione della speranza che è in noi” ma a fronte dello status di trepidazione che la pandemia del coronavirus conficca nelle nostre menti sentiamo il bisogno  di evadere un poco... 
Le ultime esternazioni del docente del Pontificio Ateneo di Sant'Anselmo  contribuiscono ad aumentare in noi le  difese immunitarie contro le aberrazioni teologiche e liturgiche.
Ringraziamo l'Autore di queste «riflessioni scaturite dalla lettera aperta sullo "stato di eccezione liturgica" del Prof. Grillo» . 
AC 



Pace, riconciliazione,generosa accoglienza, continuità. 

Tutti termini di cui spesso ci si riempe la bocca a sproposito, citazioni che vengono ignorate da un mondo di moderni teologi che vorrebbe imporre la propria arida visione intellettuale, totalmente disumanizzata, elevata quasi a divina rivelazione. 
La promulgazione dei recenti decreti, per opera della congregazione della Dottrina della Fede, riguardanti nuovi santi e prefazi per la Forma Extraordinaria del Rito Romano ha
scatenato le ire di alcuni liturgisti e teologi. 
In particolare l’attenzione non si può non posare su una lettera aperta rivolta ai propri colleghi composta dal noto "liturgista" Andrea Grillo. 
Il cuore del cristiano sanguina già dalle prime righe. 
Si invoca infatti, l’attuale situazione di pandemia quasi non fosse un castigo già abbastanza grande per dover sopportare anche questi provvedimenti della Congregazione della Dottrina della Fede. 
Davanti a tante sofferenze e morti causate dal virus, innanzi a tante anime che non hanno ricevuto il conforto dei sacramenti, l’odio patologico di costui non conosce vergogna. 
Un odio che si fa fatica a comprendere nei confronti di quanti frequentano la Forma Extraordinaria del Rito Romano. 
Un livore che ha portato spesso questo personaggio a paventare soluzioni degne del peggiore regime totalitario che la storia ha conosciuto per questi fedeli: in alcuni articoli del suo blog ventilava, infatti, la progressiva ghettizzazione dei fedeli e la restrizione delle Messe fino ad un auspicata estinzione di queste. 
Di nuovo un odio che ha distillato spesso nefasti veleni di rara insidiosità che sono stati versati nelle orecchie di tanti Presuli e uomini di Chiesa che, forse convinti in buonafede, hanno prodotto tante sofferenze e divisioni nel corpo ecclesiale. 
Molti i fatti ,poi, artatamente sottaciuti tra cui il considerare la questione del Rito Antico come solo patrimonio esclusivo dei così detti lefebvriani. 
Nell’oscurità dei ragionamenti di Grillo vengono volutamente dimenticati i tanti istituti,le centinaia di preti e seminaristi e le migliaia di fedeli (per altro in continua crescita) aderenti alla liturgia del 1962 ed in perfetta comunione con Santa Madre Chiesa (anzi, da essa esplicitamente e caldamente voluti). 
Quale premura pastorale! Quale odore di pecorelle che ammanta cotanto teologo! 
Anzi, Il nostro non si ferma alla sola questione liturgica. 
Esplicitamente rammenta al proprio pubblico come una differente lex orandi sottenda una differente lex credendi (Scordandosi ad arte che il cosidetto Vetus ordo e il Novus ordo sono entrambe forme dell’unico rito romano) arrivando a dire che sul “piano dogmatico” vi sarebbe una pericolosa “divisione della fede”. 
Il trionfo dell’ermeneutica della rottura. 
La rappresentazione perfetta dello stolto che taglia il ramo su cui è seduto. 
Questo è il gettare allo strame duemila anni di storia e dogmi della Chiesa usando come paravento per le proprie nefaste ideologie il Concilio Vaticano II. 
Evento,quest’ultimo, ben lontano nello spirito (tante volte evocato come giustificazione per qualsiasi nefandezza) e persino nei testi dai desiderata di Grillo e dei firmatari di questa lettera. 
Infatti, poiché spesso l’odio è una marea scura e incontrollabile che muove anche acque lontane e quiete, ben più di 130 colleghi e studenti di teologia hanno firmato questa petizione. 
Allo stupore non può che seguire la sofferenza per costoro. 
Unica consolazione è assicurare preghiere per queste persone, perché si ravvedano da sentimenti tanto lontani dalla cristiana carità. 
Ai Venerabili Padri della Congregazione,all’Eminentissimo Prefetto e ,ovviamente, al Santo Padre Francesco non può che andare la nostra profonda e filiale riconoscenza per un atto di considerazione e amore verso il rito antico. 
Non vogliamo e non dobbiamo, al contempo, domandare vendetta o provvedimenti contro questi teologi. 
Ma carità. La medesima carità di cui costoro sono diabolicamente orbati. 
La carità che passa per i richiami a quella pace e riconciliazione ecclesiale e pastorale che il Santo Padre Benedetto XVI ha voluto elargirci a piene mani.

F.S.V.

Immagine: Pieter Paul Rubens, Miracoli di Sant’Ignazio di Loyola (1619-1620) Genova, Chiesa del Gesù (SS. Andrea e Ambrogio) QUI

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Leggere anche l'articolo di Nico Spuntoni:
 
Messale del 1962, entrano i nuovi santi e sette prefazi 
QUI