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sabato 4 gennaio 2020

I Santi Re Magi nell'arte: Baldassarre che offrì la mirra al Bambino Gesù


Et ecce stella, quam víderant in Oriénte, antecedébat eos, usque dum véniens, staret supra, ubi erat puer. Vidéntes áutem stellam, gavísi sunt gáudio magno valde. Et intrántes domum, invenérunt púerum cum Maria matre eius et procidéntes adoravérunt eum. Et apértis thesáuris suis obtulérunt ei múnera, áurum, thus, et myrrham. (Dal Santo Vangelo della Solennità dell'Epifania di N.S.G.C.)
"Le reliquie dei Magi sono spoglie dei Re Magi conservate presso la chiesa di San Bartolomeo, nella città di Brugherio. (leggere sotto). 
Insieme al Duomo di Colonia e alla Basilica di Sant'Eustorgio a Milano, è l'unico edificio religioso che conserva una parte delle reliquie dei tre Magi." (Wikipedia)  
AC

Baldassarre, il re mago nero raffigurato nell’arte

di Silvia C. Turrin
   

Nel corso dei secoli, la storia dei re magi ha affascinato biblisti, storici, ma anche artisti desiderosi di rappresentare momenti della vita di Gesù. 

Il tema dell’adorazione dei magi è molto frequente nella pittura. 
Nei vari quadri ritroviamo i magi intenti a offrire doni al bambino Gesù.
È interessante osservare e analizzare la figura di Baldassarre – il re mago nero che porta in dono al Messia la mirra – al quale numerosi pittori hanno dedicato attente ed emblematiche raffigurazioni. Baldassarre, talvolta ritratto con un profilo arabeggiante è, insieme a Melchiorre e Gasparre, il re mago giunto dall’Oriente in Terra Santa per celebrare la nascita di Gesù.  

Tra i quadri pregevoli che ritraggono Baldassarre vi è L’Epifania o l’Adorazione dei Magi (Museo del Prado, Madrid) del pittore olandese Hieronymus Bosch (1450 circa – 1516). 

Si tratta di un trittico ricco di dettagli e, per certi aspetti, altamente simbolico. Nel pannello centrale sono rappresentati Maria con in braccio il bambin Gesù, circondati dai magi e da personaggi enigmatici. 
Sullo sfondo vi sono varie scene animate, che si snodano davanti alla città di Gerusalemme. Nei due pannelli laterali è invece rappresentata la coppia di committenti (di Anversa) del dipinto. 
Ma a rimanere in primo piano sono Maria, il bambin Gesù e i magi. Melchiorre, rappresentato come il più anziano, genuflesso, offre l’oro al Messia. Dietro di lui, anch’egli inginocchiato, vi è Gasparre, che porta in dono l’incenso.  

Baldassarre è invece il più giovane, non è inginocchiato ma in una posizione dritta, con indosso un bellissimo abito di color bianco

Egli offre al bambino Gesù la mirra, una sostanza aromatica che nell’antichità serviva a imbalsamare i defunti. Questo è un forte simbolismo, in quanto prefigura la morte di Gesù e i riti funebri della sua sepoltura. 
La sfera che tiene in mano Baldassarre, e che contiene la mirra, è sormontata da un pellicano. Anche qui troviamo un importante simbolismo, poiché questo animale indica il futuro sacrificio che avrebbe compiuto Cristo per amore dell’umanità. 
Nell’antichità si credeva infatti che il pellicano nutrisse i suoi piccoli con il suo stesso sangue. 


Un altro quadro di Jérôme Bosch che ritrae Baldassarre è L’Adorazione dei Magi, ospitato nella collezione permanente del Metropolitan Museum of Art di New York. 
Anche in questo dipinto Baldassarre è ritratto con un abito bianco, e rispetto a quello ospitato al Museo del Padro di Madrid, il vestito qui appare più sontuoso, con orpelli d’oro. 
Meno nota è un’altra opera di Bosch, inclusa nella collezione permanente del Museo d’arte di Philadelphia, ancora dal titolo L’Adorazione dei Magi dove Baldassarre, ritratto sempre in piedi e non genuflesso come invece è raffigurato Melchiorre, indossa un bellissimo abito, di nuovo, dal colore bianco, in contrasto con la sua carnagione nera. 
In questo quadro emerge un altro contrasto emblematico: quello tra la ricchezza portata in dono a Gesù dai magi e la semplicità del luogo in cui nacque il Messia. 

Una tradizione che muta nel tempo  

La tradizione dei magi viene evocata nel Vangelo di Matteo nell’episodio della Natività, ma la sua diffusione risale a un manoscritto del VI secolo, in cui si ritrovano specificamente i loro nomi. 
Occorre aspettare il X secolo per vederli invece descritti in modo più dettagliato. T
aluni credono che i magi, sebbene siano generalmente tre, rappresentino la dualità: la dualità tra due generazioni. I più anziani, raffigurati con una folta barba, simbolizzerebbero un’epoca antica.  

Sono numerose le spiegazioni e i miti che ruotano attorno ai re magi
Tra i simbolismi più forti e più evocativi accettati dalla Chiesa vi è quello che li considera come viaggiatori, in cammino alla ricerca di Dio. 
Come affermato da papa Benedetto XVI, in occasione delle celebrazioni dell’Epifania 2011: «Essi erano probabilmente dei sapienti che scrutavano il cielo, ma non per cercare di “leggere” negli astri il futuro, eventualmente per ricavarne un guadagno; erano piuttosto uomini “in ricerca” di qualcosa di più, in ricerca della vera luce, che sia in grado di indicare la strada da percorrere nella vita». 
Dello stesso avviso papa Francesco, il quale durante l’omelia del 6 gennaio 2018 affermò: «Tre gesti dei Magi orientano il nostro percorso-incontro al Signore, che oggi si manifesta come luce e salvezza per tutte le genti. I Magi vedono la stella, camminano e offrono doni. […] Cari fratelli e sorelle, facciamo come i Magi: guardare in alto, camminare, e offrire doni gratuiti». 

Foto: Wikimedia. 

Fonte: Missioni Africane QUI

Brugherio, chiesa di San Bartolomeo: reliquiario seicentesco che custodisce una parte delle spoglie dei Santi Re Magi.