Dopo le notizie di Mil sulla proibizioni delle veglie di preghiera sul gay pride genovese e e altre vicende simili (eer gli altri post vedere QUI, QUI, QUI e QUI), scopriamo stamattina su La Repubblica QUI che per il il direttore dell'Ufficio comunicazioni sociali della curia di Genova mons. Silvio Grilli (che sembra interessato più al pagamento dell'ICI agli edifici ecclesiatici che al peccato contro natura), si può essere in parte d'accordo con il contenuti del gay pride (ascoltare per credere) e che le preghiere in chiesa danno un'immagine di condanna.
Ricordiamo alla Curia che:
- la preghiera non è mai condanna ma riparazione.
- In queste manifestazioni si vedono regolarmente atti e cartelli blasfemi, immmonde volgarità e attacchi a Gesù, Maria e alla Chiesa.
Come diceva Giorgio Gaber, "mi vien da vomitare", ma come cantava Francesco Guccini, "non voglio rassegnarmi ad essere cattivo": certe volte sembrano più cristiani i cantanti anarchici.
Vergogna.
Luigi