Per la 69a Settimana Liturgica Nazionale il Cal (Centro Azione Liturgica) ha coniato il titolo "La Liturgia risorsa di umanità. Per noi e per la nostra salvezza". Peccato che poi il Giornalista di Avvenire (v.sotto) l'ha mutato per renderlo ancor più appetibile ai gusti modaioli: "La Liturgia: esperienza e risorsa di umanità, occasione di crescita".
Suggeriamo agli Insegnanti che dal 1
settembre saranno intenti a redigere i progetti didattici nei rispettivi
istituti scolastici di prendere in considerazione il titolo socializzante del giornalista di Avvenire che potrebbe andar
bene per tutte le discipline anche per quelle non curricolari : "... esperienza e risorsa di umanità, occasione di crescita".
Ricordiamo infine la particolare attenzione che il Magistero ha sempre rivolto alla Liturgia, culmen et fons della vita cristiana: "(Gesù) noi possiamo incontrarLo nel nostro tempo quando ascoltiamo la sua Parola e siamo a Lui vicini, in modo unico, nell’Eucaristia. Il Concilio Vaticano II la chiama “azione sacra per eccellenza; nessun’altra azione della Chiesa ne uguaglia l’efficacia allo stesso titolo e allo stesso grado” (Cost. Sacrosanctum Concilium, 7). Che la Santa Messa non cada per noi in una routine superficiale! Che attingiamo sempre di più alla sua profondità! È proprio essa ad inserirci nell’immensa opera di salvezza di Cristo, ad affinare la nostra vista spirituale per cogliere il suo amore: la sua “profezia in atto” con cui, nel Cenacolo, diede inizio al dono di Sé sulla Croce; la sua vittoria irrevocabile sul peccato e sulla morte..." (Papa Francesco, 30 maggio 2013 QUI )
AC
La liturgia: esperienza e risorsa di umanità, occasione di crescita.
Presentata la Settimana nazionale del Cal che quest’anno sarà ospitata a Matera
di Domenico Infante
«Le Settimane liturgiche rappresentano occasioni straordinarie che si ripetono da 69 anni per approfondire e riflettere insieme al popolo di Dio sulla sacra liturgia».
Con queste parole il vescovo di Castellaneta e presidente del Centro di azione liturgica (Cal), Claudio Maniago, ha presentato i lavori della 69ª Settimana liturgica nazionale, che si svolgerà a Matera dal 27 al 30 agosto e che avrà per titolo “La liturgia risorsa di umanità. Per noi e per la nostra salvezza” che è stato scelto in sintonia con le risultanze del Convegno ecclesiale di Firenze del 2015 e con il magistero di papa Francesco.
Infatti il nuovo umanesimo, trattato ampiamente a Firenze, troverà nel convegno di Matera un’attualizzazione affinché si possa fare esperienza di liturgia come espressione di umanità vissuta e che consente di ricorrere a risorse antiche ma sempre valide per avvicinarsi e fraternizzare con l’uomo.
Il vescovo Maniago ha poi messo in evidenza il valore di questo incontro che quest’anno costituisce occasione di crescita per l’arcidiocesi di Matera-Irsina, anche per la particolarità di questa città che nel 2019 sarà capitale della cultura europea. «Infatti – ha spiegato Maniago – questi incontri promossi dal Cal contribuiscono alla divulgazione della
conoscenza, è vero non accademica, comunque di eccellenza della liturgia che è presente in tutte le nostre comunità parrocchiali».
La liturgia contribuisce alla crescita delle comunità parrocchiali le quali, in tal modo, fanno l’esperienza più importante della pratica religiosa; sotto questo aspetto la liturgia è un dono.
L’arcivescovo Antonio Giuseppe Caiazzo, pastore di Matera-Irsina, Chiesa ospitante, ringraziando Maniago di aver accolto la sua proposta di ospitare la Settimana, ha evidenziato il lavoro organizzativo che si sta facendo per accogliere circa 400 ospiti provenienti da tutta Italia.
Ha sottolineato, inoltre, la portata nazionale dell’evento per Matera che segue quello realizzato nei mesi scorsi con la Festa di Avvenire. «La Settimana liturgica nazionale – ha sostenuto l’arcivescovo Caiazzo – vuole mettere al centro l’Incarnazione di Gesù Cristo che oggi, proprio attraverso la liturgia, continua ad attuarsi attraverso un “umanesimo in ascolto,concreto, plurale e integrale, d’interiorità e trascendenza” ». «La Chiesa si apre e accoglie tutti – ha continuato Caiazzo – e con l’azione liturgica il Verbo di Dio si fa carne».
Ma essere Chiesa significa anche vivere in forma comunitaria e di qui l’importanza della liturgia che insegna a svolgere quelle azioni che non sono forma ma rappresentano un collante comunitario di umanità. «La liturgia è dunque – ha ribadito ancora Caiazzo – il luogo privilegiato in cui si celebra l’umanità di Cristo, uomo tra gli uomini, che rivela la sua divinità perché gli uomini si rivestano di Lui, celebrando la propria salvezza».
Infine l’arcivescovo, non senza un pizzico di soddisfazione, ha comunicato alla stampa che la Settimana liturgica inizierà il giorno prima dei lavori, domenica 26 agosto, con la celebrazione della Messa in Cattedrale trasmessa in diretta su Rai1.
Gli aspetti organizzativi del Convegno sono stati illustrati da don Giovanni Di Napoli, segretario del Cal, e da don Vincenzo Di Lecce, direttore dell’Ufficio liturgico diocesano.
Tra gli ospiti del convegno il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei e arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia, e Salvatore Ligorio, arcivescovo di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo.
Hanno aderito alla Settimana circa 130 sacerdoti e 270 laici.
Per organizzare i lavori è stato costituito un gruppo di lavoro di 12 persone tra laici e consacrati.
Una nota curiosa è costituita dalla notizia che ai sacerdoti sarà data una stola realizzata da una cooperativa di ragazzi costituita nell’ambito del Progetto Policoro e di cui fanno parte anche alcuni immigrati ( ma guarda che novità ! N.d.R.), perfettamente integrati (se fossero stati cristiani non avrebbero avuto bisogno di alcun tipo di "integrazione" poichè il Battesimo li rende nostri fratelli N.d.R.).
Infine agli ospiti sarà offerta la possibilità di visitare gli antichi rioni Sassi in maniera originale e cioè individuando lungo il percorso alcuni luoghi sacri costituiti da edicole votive e chiese rupestri che danno un’immagine concreta della religiosità degli antichi abitanti e delle forme di pietà popolare da loro praticate.
Fonte: Avvenire (inserto)
"La Chiesa si apre e accoglie tutti" sostiene Caiazzo. Ma allora che bisogno c'è della Chiesa? "Tutti" vuol dire il mondo, dunque il mondo è già la Chiesa, e non c'è alcun bisogno di accogliere "tutti". Non è che l'accoglienza trasforma "tutti", cioè il mondo, nella Chiesa. Nessuna trasformazione è richiesta a "tutti", che vengono accolti così come sono. E così tra la Chiesa e il mondo non c'è alcuna differenza, per cui, si ripete la domanda, che bisogno c'è della Chiesa? Ma un sospetto, in chi non abbia del tutto gettato il cervello all'ammasso, non può non sorgere: che fosse proprio questo l'obiettivo dei traditori, profanatori e distruttori: rendere indifferente e non necessaria la Chiesa?
RispondiEliminaLe settimane liturgiche dal CVII in poi non fanno altro che ripetere trionfalisticamente, con l'intervento egli epigoni della riforma, l'elogio e la difesa d'ufficio della stessa, con le stanche e criptiche argomentazioni che tentano di celebrare il rinnovamento, senza avere l'onestà intellettuale di ammettere gli errori (voluti !!)che hanno generato arbitri, profanazioni e lo snaturamento dottrinale della Messa, non più sacrificio della Croce.
RispondiEliminaIncarnazione di Gesù Cristo, umanità di Cristo a parte, ma che fine ha fatto il motivo centrale della liturgia che deve ripetere il sacrificio del figlio di Dio sulla croce per mandato del Padre annunciato a chiare lettere nel Cenacolo? Notate la scomparsa del termine 'sacrificio' e capirete come questi ripetitivi Convegni vengono convocati annualmente in varie parti per giustificare, con l'ostilità al VO, una nefasta e velleitaria riforma che si è dimostrata negativa.
RispondiEliminaIl programma del Convegno: "Per noi e perla nostra salvezza" parla di Umanità e di Incarnazione, ma il Credo non nomina ,tra gli eventi della salvezza " fu crocifisso per noi" ? Quell' "umanesimo in ascolto ......concreto, plurale ( !?!)" è la dichiarazione della svolta antropologica che esclude Dio che ha previsto la Redenzione per mezzo della Croce di Cristo.
RispondiEliminaUn punto a cui era palese saremmo arrivati prima o poi...
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