L'articolo sotto postato si riferisce al Congresso che si terrà a Roma alla fine del mese di novembre sul "problema della dismissione e riutilizzo dei luoghi di culto".
Apprendiamo che ci sarà la relazione del Cardinale " Gianfranco Ravasi, ministro della Cultura del Vaticano" il cui nome è purtroppo legato alla recentissima, vistosa profanazione di paramenti e di suppellettili sacre delle sagrestie pontificie esposte "come vergini deflorate" fra le scosciate "vescovesse alle feste al Metropolitan a New York" (vedere MiL QUI, QUI, QUI e QUI) .
Parlerà anche Mons. Nunzio Galantino nominato di recente dal Papa alla Presidenza dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica.
AC
Apprendiamo che ci sarà la relazione del Cardinale " Gianfranco Ravasi, ministro della Cultura del Vaticano" il cui nome è purtroppo legato alla recentissima, vistosa profanazione di paramenti e di suppellettili sacre delle sagrestie pontificie esposte "come vergini deflorate" fra le scosciate "vescovesse alle feste al Metropolitan a New York" (vedere MiL QUI, QUI, QUI e QUI) .
Parlerà anche Mons. Nunzio Galantino nominato di recente dal Papa alla Presidenza dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica.
AC
LA CHIESA DI PAPA FRANCESCO
Il Vaticano dice stop alle basiliche-night club
A novembre convegno Roma sui luoghi di culto dismessi
Cin cin tra altari e reliquiari.
È sos luoghi di culto dismessi: chiese non più chiese che si trasformano in pub, gelaterie, persino night club.
Alla dismissione dei luoghi di culto e al loro nuovo destino (è l'annuncio della svendita fallimentare? N.d.R.) sarà dedicata la due giorni di convegno a novembre (il 29 e il 30) che si svolgerà a
Roma e che si avvale della collaborazione della Pontificia Università Gregoriana, del dicastero vaticano della Cultura e dell’Ufficio nazionale per i beni culturali ed ecclesiastici e l’edilizia di culto.
Anche se non esistono statistiche puntuali, il fenomeno dismissione chiese, ha spiegato mons. Valerio Pennasso, direttore per la Cei dell’Ufficio che si occupa dell’edilizia di culto nel corso di una conferenza stampa in cui è stata presentata la due giorni, in Italia «è nell’ordine delle centinaia».
Nel nostro Paese, ha spiegato, «65 mila chiese sono di proprietà delle parrocchie ma in totale sono circa 100 mila di proprietà di privati, demanio, regioni, comuni». (Paradossalmente molte chiese proprietà del Demanio sono quelle che sono meglio conservate rimaste integre nella loro bellezza originaria non essendo state interessante dai cosiddetti scellerati "adeguamenti liturgici" N.d.R.)
I problemi maggiori, ha segnalato mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Cei nominato a capo dell’Apsa, arrivano quando «le chiese non appartengono più alle diocesi o alle parrocchie ma vengono cedute ai privati che ne fanno ciò che vogliono» (L'Ente Ecclesiastico, dopo aver percepito l'8/1000 dai cittadini anche con lo scopo di salvaguardare gli edifici di culto, farebbe la vigliaccata di cedere ai privati degli edifici di culto invece di utilizzarli per culto sia pur poche volte l'anno? Ecco la testimonianza di un Parroco coraggioso per fortuna controcorrente QUI N.d.R).
Anche se i Vescovi da tempo chiedono che le chiese dismesse mantengano la loro aura di sacralità, non sono rari i casi in cui, ha spiegato il cardinale Gianfranco Ravasi, ’ministro della Cultura del Vaticano, i luoghi di culto dismessi si trasformano in locali commerciali: «A volte diventano garage, gelaterie, pub. A Praga c’è addirittura una chiesa barocco-boema che è stata alienata ( dai comunisti che ieri come oggi sono specializzati in tali soavi adeguamenti delle chiese. V. notizie dalla Cina N.d.R.) e trasformata in un night club. Il fenomeno è da studiare in tutta la sua complessità».
«Il problema della dismissione e riutilizzo dei luoghi di culto non è nuovo nella storia (Eminenza sarebbe auspicabile specificare: nella storia recente, dopo il Concilio Vaticano II, non esiste una città o un paese con poche o tante chiese chiuse - anche quelle che erano proprietà delle Confraternite illegalmente cassate per poter incamerarne i beni- e trasformate dalle parrocchie i in teatrini , in bar o in centri ricreativi. Il mercato dell'antiquariato internazionale ringrazia! Altra "storia" hanno gli edifici di culto oggetto delle soppressioni napoleoniche o dalle leggi eversive sabaude vennero trasformati in caserme, in tribunali, in convitti ecc ecc N.d.R.) - ha spiegato il card. Ravasi - ma oggi si pone con più urgenza all’attenzione della Chiesa a causa della secolarizzazione avanzata della società e, al tempo stesso, per l’acquisizione di una maggior consapevolezza del valore storico-artistico e simbolico che l’edificio sacro e le opere d’arte in esso conservate possiedono».
Ravasi e Galantino hanno analizzato anche le cause che portano alla dismissione dei luoghi di culto: «Motivazioni economiche per cui mancano soldi per mantenerli, problemi legati alla crisi di vocazione dei sacerdoti». ( la crisi delle vocazioni sacerdotali non è forse legata al distoglimento dei giovani dalla sacralità della Liturgia, alla contemplazione e al "sacro"? "Nella parrocchia de la Breña, località a nord di Gran Canaria - ad esempio - il parroco Fernando Báez non ci ha pensato due volte a cedere la chiesa parrocchiale come capiente camerino capace agli "artisti" Drag quuen di cambiarsi e truccarsi. Leggere QUI N.d.R.)
La questione, ha aggiunto Galantino, «va affrontata anche da un punto di vista valoriale ( sic! N.d.R.) e pastorale, tenendo conto che le criticità si sono ampliate anche con i frequenti terremoti. Nel nostro Paese circa tremila chiese sono state danneggiate». (Senza parole! Ma se dicono sia stata proprio la CEI a "chiedere" all'allora Governo Renzi-Gentiloni di concentrare i finanziamenti - ancora fantasma - solo su un elenco prestabilito di chiese! N.d.R.)
È sos luoghi di culto dismessi: chiese non più chiese che si trasformano in pub, gelaterie, persino night club.
Alla dismissione dei luoghi di culto e al loro nuovo destino (è l'annuncio della svendita fallimentare? N.d.R.) sarà dedicata la due giorni di convegno a novembre (il 29 e il 30) che si svolgerà a
Roma e che si avvale della collaborazione della Pontificia Università Gregoriana, del dicastero vaticano della Cultura e dell’Ufficio nazionale per i beni culturali ed ecclesiastici e l’edilizia di culto.
Anche se non esistono statistiche puntuali, il fenomeno dismissione chiese, ha spiegato mons. Valerio Pennasso, direttore per la Cei dell’Ufficio che si occupa dell’edilizia di culto nel corso di una conferenza stampa in cui è stata presentata la due giorni, in Italia «è nell’ordine delle centinaia».
Nel nostro Paese, ha spiegato, «65 mila chiese sono di proprietà delle parrocchie ma in totale sono circa 100 mila di proprietà di privati, demanio, regioni, comuni». (Paradossalmente molte chiese proprietà del Demanio sono quelle che sono meglio conservate rimaste integre nella loro bellezza originaria non essendo state interessante dai cosiddetti scellerati "adeguamenti liturgici" N.d.R.)
I problemi maggiori, ha segnalato mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Cei nominato a capo dell’Apsa, arrivano quando «le chiese non appartengono più alle diocesi o alle parrocchie ma vengono cedute ai privati che ne fanno ciò che vogliono» (L'Ente Ecclesiastico, dopo aver percepito l'8/1000 dai cittadini anche con lo scopo di salvaguardare gli edifici di culto, farebbe la vigliaccata di cedere ai privati degli edifici di culto invece di utilizzarli per culto sia pur poche volte l'anno? Ecco la testimonianza di un Parroco coraggioso per fortuna controcorrente QUI N.d.R).
Anche se i Vescovi da tempo chiedono che le chiese dismesse mantengano la loro aura di sacralità, non sono rari i casi in cui, ha spiegato il cardinale Gianfranco Ravasi, ’ministro della Cultura del Vaticano, i luoghi di culto dismessi si trasformano in locali commerciali: «A volte diventano garage, gelaterie, pub. A Praga c’è addirittura una chiesa barocco-boema che è stata alienata ( dai comunisti che ieri come oggi sono specializzati in tali soavi adeguamenti delle chiese. V. notizie dalla Cina N.d.R.) e trasformata in un night club. Il fenomeno è da studiare in tutta la sua complessità».
«Il problema della dismissione e riutilizzo dei luoghi di culto non è nuovo nella storia (Eminenza sarebbe auspicabile specificare: nella storia recente, dopo il Concilio Vaticano II, non esiste una città o un paese con poche o tante chiese chiuse - anche quelle che erano proprietà delle Confraternite illegalmente cassate per poter incamerarne i beni- e trasformate dalle parrocchie i in teatrini , in bar o in centri ricreativi. Il mercato dell'antiquariato internazionale ringrazia! Altra "storia" hanno gli edifici di culto oggetto delle soppressioni napoleoniche o dalle leggi eversive sabaude vennero trasformati in caserme, in tribunali, in convitti ecc ecc N.d.R.) - ha spiegato il card. Ravasi - ma oggi si pone con più urgenza all’attenzione della Chiesa a causa della secolarizzazione avanzata della società e, al tempo stesso, per l’acquisizione di una maggior consapevolezza del valore storico-artistico e simbolico che l’edificio sacro e le opere d’arte in esso conservate possiedono».
Ravasi e Galantino hanno analizzato anche le cause che portano alla dismissione dei luoghi di culto: «Motivazioni economiche per cui mancano soldi per mantenerli, problemi legati alla crisi di vocazione dei sacerdoti». ( la crisi delle vocazioni sacerdotali non è forse legata al distoglimento dei giovani dalla sacralità della Liturgia, alla contemplazione e al "sacro"? "Nella parrocchia de la Breña, località a nord di Gran Canaria - ad esempio - il parroco Fernando Báez non ci ha pensato due volte a cedere la chiesa parrocchiale come capiente camerino capace agli "artisti" Drag quuen di cambiarsi e truccarsi. Leggere QUI N.d.R.)
La questione, ha aggiunto Galantino, «va affrontata anche da un punto di vista valoriale ( sic! N.d.R.) e pastorale, tenendo conto che le criticità si sono ampliate anche con i frequenti terremoti. Nel nostro Paese circa tremila chiese sono state danneggiate». (Senza parole! Ma se dicono sia stata proprio la CEI a "chiedere" all'allora Governo Renzi-Gentiloni di concentrare i finanziamenti - ancora fantasma - solo su un elenco prestabilito di chiese! N.d.R.)
Il punto è, ha osservato Ravasi, che una chiesa non dovrebbe mai perdere la sacralità: «E invece mi è capitato di entrare in chiese riadattate a salotti o trasformate in saloni da pranzo. ( Verrebbe da chiedersi: che tipo di persone frequenta Eminenza? Un Arcivescovo poco tempo fa rifiutò con deciso garbo un invito ad una cena perchè era a conoscenza che buona parte del mobilio e della quadreria della casa invitante proveniva da diverse chiese della sua diocesi pur essendo state regolarmente acquistate! N.d.R.) Ma non si può perdere la matrice sacra!» ( Il "crepuscolo di una civiltà e di una religione" di cui è icona (s)parlante la mostra organizzata dal Metropolitan Museum of Art di New York con il patrocinio vaticano. N.d.R.)
La questione non riguarda naturalmente i ristretti confini, coinvolge le chiese di tutto il mondo. «Proprio ieri - ha segnalato ancora Ravasi - il vescovo di Bilbao, senza sapere del nostro convegno, mi diceva che il problema è molto sentito anche in Spagna dove oramai solo il 34% si battezza. Non c’è dubbio che siamo davanti ad un fenomeno culturale e pastorale di grande rilievo. C’è grande imbarazzo sul tema e spesso anche i parroci, davanti alle difficoltà, cedono a destinazioni delle chiese che nulla hanno a che vedere con il sacro». ( Con quale diritto fanno queste cose i parroci maneggioni che si credono i padroni assoluti dela patrimonio a loro affidato? N.d.R.)
La due giorni di convegno ’Dio non abita più quì servirà ad ascoltare anche le comunità.
«La situazione si è fatta pesante - dice Ottavio Bucarelli, docente della Pontificia Università Gregoriana -. È più che mai necessario che non si perda la dimensione del sacro anche quando il luogo di culto va in dismissione».
Fonte: Il Tempo QUI
Foto 2: " Chiese che nulla hanno a vedere con il sacro" (Card.Ravasi, v. sopra): Serino (Avellino) Cappella del Postulandato del Convento dei Frati Minori (part.)
Fonte: Il Tempo QUI
Foto 2: " Chiese che nulla hanno a vedere con il sacro" (Card.Ravasi, v. sopra): Serino (Avellino) Cappella del Postulandato del Convento dei Frati Minori (part.)
Ravasi, Galantino, Nogaro etc. etc. etc.: povera Chiesa cattolica!
RispondiEliminaEcco i frutti avvelenati del Concilio Vaticano II!! Fedeli in calo, chiese dismesse o chiuse!! E parlano proprio quelli (Ravasi e compagnia) che hanno contribuito a tutto ciò!!
RispondiEliminaLa foto 2 è la cappella interna del convento S. Maria del Sepolcro in Potenza, sede del Postulandato dei Frati Minori.
RispondiElimina