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giovedì 21 giugno 2018

Il culto della SS. Eucarestia


Un'altra bella catechesi liturgiche che prendiamo da Culmen et Fons.
L

Andrea Maccabiani 1-6-18

Il culto alla Santissima Eucarestia è presente in tutto l’anno liturgico: ogni singola celebrazione ha infatti al suo centro la contemplazione di questo mistero. Tuttavia ci sono due solennità in cui potersi soffermare in maniera più specifica su questo grande dono: il Giovedì Santo e il Corpus Domini.

La celebrazione del giovedì della Settimana Santa è tra le due la più antica (ne parlammo qui) ed è il momento più importante in cui fare memoria dell’istituzione storica di questo sacramento e occasione di solenne ringraziamento della Chiesa alla Santissima Trinità di questa presenza indispensabile per la sua vita e per quella di ciascun credente. Il rito liturgico prevede l’allestimento di un solenne altare per la reposizione e l’adorazione, sottolineando con i simboli la fede eucaristica della Chiesa.

Questa fede doveva essere in grave crisi -anche a causa di numerose dottrine ereticali- se nel XIII secolo il Signore stesso chiese al Santa Giuliana di Liegi di adoperarsi presso la gerarchia cattolica affinchè si istituisse una nuova festa dedicata alla Santissima Eucarestia. Nel 1246 la festa del Corpus Domini fu istituita nella diocesi di Liegi e nel 1264 fu estesa alla Chiesa universale da papa Urbano IV. Si colloca nel giovedì successivo alla festa della Santissima Trinità, anch’essa di tarda istituzione. In Italia, non essendo festa civile, è celebrata spesso la domenica successiva.
Nella nostra travagliata epoca c’è più che mai bisogno di tornare a celebrare queste feste in maniera esemplare, riscoprendo il patrimonio della nostra tradizione spirituale. Nei riguardi del culto eucaristico ci sono infatti tanti segni che testimoniano la devozione e l’onore tributati a Gesù sacramentato nei secoli:
1) L’esposizione e Adorazione Eucaristica: si può fare in qualsiasi giorno o tempo liturgico. Consiste nell’esporre l’Ostia consacrata alla visione dei fedeli, mediante l’uso di un apposito oggetto chiamato appunto “ostensorio” che ha al centro una vetrinetta trasparente dove porre l’Ostia, circondata da raggi metallici simboleggianti il sole e sostenuta da un piede solitamente di ricca lavorazione. Per favorirne la visione si possono usare basi o tempietti di vario materiale per sopraelevare l’ostensorio e arricchire l’apparato decorativo. Per l’esposizione con l’ostensorio è obbligatorio anche l’uso dell’incenso. È possibile anche esporre solo la pisside chiusa; in questo caso l’apparato è meno solenne. Il Santissimo Sacramento viene esposto affinchè sia adorato dai fedeli. E’ uso dedicare dei giorni durante l’anno a questa lodevole pratica: essi sono chiamati Quarantore. In alcune comunità sia religiose che parrocchiali c’è inoltre il bellissimo uso dell’Adorazione perpetua, 24 ore su 24 tutti i giorni dell’anno, resa possibile con una sapiente turnazione di fedeli. I frutti spirituali sono incalcolabili.

2) processione eucaristica: associata alla festa del Corpus Domini è la bella usanza della processione con Gesù Sacramentato. In alcune località è un vero e proprio evento. Le strade si preparano con drappi e luci e le campane delle chiese suonano al passaggio. Il sacerdote che reca in mano l’Ostia consacrata è sormontato da un drappo sostenuto da 4 o più aste chiamato baldacchino, solitamente di colore bianco o oro. In mancanza del baldacchino è possibile usare (soprattutto all’interno dell’edificio sacro) l’ombrellino anch’esso di stoffa pregiata.
3) la S. Messa con il Santissimo esposto: questa particolarità esiste solo nel rito antico ed è stata abolita dal messale di Paolo VI. Consiste nel celebrare il rito della Messa di fronte al Sacramento esposto, solitamente collocato sopra al tabernacolo. Questa S. Messa si svolge come tutte le altre eccetto la proibizione per il celebrante di voltare le spalle al Santissimo e per la presenza di numerose genuflessioni normalmente non previste. Si può celebrare in occasione delle Sante Quarantore o per il Corpus Domini.


4) paramenti liturgici: il colore delle celebrazioni in onore della Santissima Eucarestia è il bianco o l’oro. Esiste un paramento utilizzato per la Benedizione Eucaristica (cioè fatta con l’ostensorio ): si chiama “velo omerale” e serve per non toccare con le mani nude l’ostensorio. Un altra rubrica proibisce l’utilizzo dei copricapi liturgici in presenza del Santissimo: il Vescovo perciò presiede l’Adorazione o la processione eucaristica privo di zucchetto e di mitria, mentre gli altri ministri non utilizzano le berrette.


5) suppellettili dell’altare:

 per la solenne esposizione eucaristica è obbligatorio collocare altre candele oltre alle solite utilizzate per le Sante Messa. E’ inoltre vietato collocare reliquie sull’altare quando il Sacramento è esposto. L’incenso viene usato per l’esposizione e la benedizione. Si possono usare i campanelli (e le campane) mentre il sacerdote benedice con il Santissimo.
6) particolarità ambrosiane: il rito ambrosiano presenta differenze vistose rispetto a quanto finora descritto. Anzitutto il colore liturgico che è rosso e non bianco, anche per il baldacchino. L’ ostensorio non ha forma di raggiera ma è a tempietto. I vescovi presiedono la processione del Corpus Domini senza zucchetto ma con la mitria.

38 commenti:

  1. Stupenda la Messa con il SS esposto.....

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  2. Mi chiedo che senso abbia celebrare la Messa tenendo il SS esposto?IL culto eucaristico fuori la Messa ha come scopo la continuazione della celebrazione fuori di essa,non è qualcosa che si può vivere parallelamente.Mi sembra qualcosa assolutamente senza senso.Per questo la riforma liturgica lo ha proibito.Vi faccio notare poi che,celebrare la Messa,con Gesù esposto è proibito dal Codice di Diritto Canonico,al quale,chi celebra con il Messale di Pio V.non è esentato né dispensato.Pertanto,ritengo,rspettosamente che quanto è stato fatto sia abuso liturgico.

    Cesare

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    1. Solo una precisazione: le disposizioni dell'attuale CDC non si applicano per le celebrazioni in rito antico.
      La Congregazione per la Dottrina della Fede - Pontificia Commissione Ecclesia Dei, e la Congregazione per la Disciplina dei Sacramenti ha chiarito che per le celebrazioni in Rito Antico si applicano le disposizioni tutte (tanto canoniche quanto liturgiche, tanto prescrittive quanto interdittive) vigenti al 1962.
      Non si applicano pertanto le norme nuove, post 1962.

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    2. Da non esporre il Santissimo a nascondere il tabernacolo in altra sede, con la sola tavola da pranzo ce ne passa!!!

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    3. Mi dispiece ma ciò è falso.Il Codice di Diritto Canonico si applica a tutti i cattolici,nessuno escluso.L'uso del Messale di Pio V non autorizza alla violazione delle leggi della Chiesa né può permettere di auto esentarsi dalla legge generale della Chiesa.Non avete avuto alcuna dispensa né esenzione pertanto quanto vedo nelle foto è un abuso arbitrario,una violazione del Codice di Diritto Canonico.Come cattolici siete tenuti,come tutti,al rispetto della legge canonica.Un conto è l'autorizzazione a celebrare con il Messale di Pio V,mai abrogato,altro è trasgredire alla legge della Chiesa.Lo ripeto,non accusate gli altri di commettere abusi e poi voi fate lo stesso.

      Cesare

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    4. Mi pare chiaro che si applica il n. 28 dell'istruzione Universae Ecclesiae, dove vi è una deroga al CIC su questo punto particolare in quanto la normativa vigente nel '62 permetteva ancora la messa coram sanctissimo, seppur solo in una circostanza e cioè durante le 40 ore. E mi pare sia l'unico caso in cui è possibile. Per il vespro coram sanctissimo, che forse era più comune, non è mai stato vietato.
      L

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  3. Come detto quanto si vede in foto è proibito dal Codice di Diritto Canonico al quale tutti i cattolici debbono sottostare.Poi non criticate né accusate gli altri di commettere abusi liturgici e disciplinari,perchè voi siete i primi:

    CODICE DI DIRITTO CANONICO CANONE 941/2

    Can. 941 - §1. Nelle chiese e negli oratori a cui è concesso conservare la santissima Eucaristia, si possono compiere esposizioni sia con la pisside, sia con l'ostensorio, osservando le norme stabilite nei libri liturgici.

    §2. Durante la celebrazione della Messa non vi sia nella stessa navata della chiesa o dell'oratorio l'esposizione del santissimo Sacramento.

    Cesare

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    1. Mi pare chiaro che si applica il n. 28 dell'istruzione Universae Ecclesiae, dove vi è una deroga al CIC su questo punto particolare in quanto la normativa vigente nel '62 permetteva ancora la messa coram sanctissimo, seppur solo in una circostanza e cioè durante le 40 ore. E mi pare sia l'unico caso in cui è possibile. Per il vespro coram sanctissimo, che forse era più comune, non è mai stato vietato.
      L

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  4. Cesare ha scritto bene e ne prendiamo atto: "non criticate né accusate gli altri di commettere abusi liturgici e disciplinari,perchè voi siete i primi" questo SE la Redazione di MiL avesse in qualche maniera "sponsorizzato" una forma liturgica che il CDC vieta espressamente.
    MiL ha in realtà fatto proprio un articolo che tratta della storia della liturgia di quando cioè un tempo la liturgia permetteva: la celebrazione coram Sanctissimo.
    Un'analisi storica fredda e distaccata che non ha niente a che vedere con la realtà liturgica attuale disciplinata dal Summorum Pontificum.
    Pax

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    1. Ecco appunto,ora non lo permette più.Perchè quindi ripescare pratiche ormai superate?Oltretutto questa pratica,per me,non ha alcun senso,anzi è addirittura diseducativa.Mette sullo stesso piano la celebrazione della Messa e il culto eucaristico fuori la Messa e ciò non è corretto.Fonte è culmine della vita cristiana è la Santa Messa,l'adorazione fuori la Messa è subordinata alla Messa,non è sullo stesso piano.Pertanto la Chiesa,ha giustamente corretto il tiro,dopo il Concilio Vatocano II.

      Cesare

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    2. Perdonatemi ma non capisco!Le foto che si vedono sono di una Messa preconciliare o di una Messa celebrata oggi?Nel primo caso il problema non esiste,ma se è una cosa fatta oggi,è stato commesso un grave abuso,che come vedo e leggo,qualcuno cerca di giustificare.Quale è la verità?Vorrei una risposta.Grazie

      Cesare

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  5. MiL ha proposto un articolo di storia della liturgia.
    La storia della liturgia insegna che un tempo la celebrazione coram Sanctissimo era pemessa.
    Ora non più. Nessuno mette in discussione le attuali prescrizioni del CDC
    L'analisi storica, fredda e distaccata, non ha niente a che vedere con la realtà liturgica attuale disciplinata dal Summorum Pontificum.

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  6. Cesare,
    mi scusi ma la vedo un po’ ignorante in materia.
    Visto il suo tono arrogante mi pernettonddirke: Si informi meglio e poi ne riparliamo.

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    1. Cesare, che probilmente è padre Augé o uno dei suoi tre lettori quotidiani, ignora, o finge di ignorare, o non accetta, il fatto che ogni norma liturgica successiva al 1962 non si applica alla forma straordinaria.
      con l'occasione, chiedo alla redazione se è proprio necessario che, con tanti buoni blog amici della tradizione che ci sono, come ad esempio Ad montem myrrae o traditio catholica o Father z's blog, questo blog metta in bella vista il blog del suddetto padre Augé, cassa di risonanza del prof. Andrea Grillo, uno dei peggiori nemici del MP. autolesionismo?

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  7. Scusi mi può far leggere in quale documento della Chiesa è detto che chi celebra con il Messale di Pio V è esentato dall'osservanza del Codice di Diritto Canonico?Grazie

    Cesare non sono P.Augè

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  8. INSTRUCTIO
    Ad exsequendas Litteras Apostolicas Summorum Pontificum
    a S. S. BENEDICTO PP. XVI Motu Proprio datas.

    De disciplina liturgica et ecclesiastica, 28: ...cum sane de lege speciali agitur, quoad materiam propriam, Litterae Apostolicae Summorum Pontificum derogant omnibus legibus liturgicis, sacrorum rituum propriis, exinde ab anno 1962 promulgatis, et cum rubricis librorum liturgicorum anni 1962 non congruentibus.

    Se non è padre Augé sarà un suo ventroloquo, come lui lo è di Andrea Grillo. O comunque uno del loro 4 lettori.

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  9. Qualcuno ha scritto che l'articolo voleva solo essere una analisi storica fredda e che non rispecchia la prassi attuale di chi usufruisce del Summorum Pontificum.Beh allora perché giustificare?Perchè parlare di una prassi che la Chiesa ha abbandonato,corretto e oggi non permette più?Ci sarà un motivo se la Chiesa,nella riforma liturgica,ha corretto?Credo che la Chiesa non abbia ritenuto questa prassi corretta.Il motivo mi sembra chiaro,celebrare l'Eucarestia con l'Ostia esposta,significa fare confusione tra celebrazione e culto fuori la Messa.Significa fissare tutta l'attenzione sulla presenza reale di Cristo, trascurando tutto il resto dei significati.Ma la Messa non è solo la presenza reale è molto di più.La Messa è la riattualizzazione del Mistero Pasquale di Cristo.Ogni volta che celebriamo la Messa,non ci limitiamo solo a rendere Cristo presente attraverso la transustanzazione delle specie eucaristiche,ma riattualizziamo tutto il Mistero Pasquale di Cristo,cioè veniamo resi presenti, contemporanei,alla passione,morte,resurrezione,glorifocazione di Nostro Signore.Pertanto considerare solo la Messa per la presenza reale di Cristo nelle specie eucaristiche,significa ragionare in termini riduttivi.Come dice la premessa del Messale Romano e il Catechismo della Chiesa Cattolica,l'Eucarestia è fonte e culmine della vita cristiana,è il centro di tutto,mentre L'adorazione fuori la Messa è un corollario,un qualcosa di subordinato,di secondario rispetto alla celebarzione,che deve ricondurre ad essa,non deve e non può essere messa sullo stesso piano.Questo è un concetto generale che vale per tutti,per chi celebra con il Messale di Pio V o di Paolo VI.Vale per tutti perché sono concetti che sono nati con al Chiesa,non sono una trovata del Vaticano II.Pertanto i due momenti vanno nettamente distinti e non vanno confusi.

    Cesare


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  10. Nessuno è nemico del Summorum Pontificum,nè del Messale di Pio V,quello che a tanti non piace e infastidisce e il vostro comportamento.L'uso strumentale che fate del Messale di Pio V in chiave anti Concilio Vaticano II.Voi non vi rendete conto che queste continue critiche al Papa,al Vaticano II,alla riforma liturgica,danneggiano anzitutto voi e vi rendono insopportabile,ai più.Rendono nauseante il Messale di Pio V.Per voi il Messale di Pio V è una bandiera,un simbolo anti Vaticano II e anti Messale di Paolo VI e ciò lo rende indigesto.Non capisco come mai non ve ne rendete conto.Il Summorum Pontificum per alcuni è una legittimazione al rifiuto del Vaticano II e della riforma liturgica.Se è così allora Papa Paolo VI aveva ragione a impedire l'uso del Messale di Pio V,prevedendo questi comportamenti.Se continuerete,magari non Papa Francesco,ma qualche successore,ritornerà sulle posizioni di Paolo VI.Pensateci!

    Cesare

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    1. Se in più di 50 anni dal Vaticano secondo esistono ancora forti critiche alla nuova messa di Paolo VI vuol dire che qualcosa è andato storto e che si cerca di far piacere qualcosa che tanto buono non è. Se si è creata una spaccatura tra pre e post concilio vuol dire che non esiste continuità ma solo una ideologia impositiva.

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  11. Universae Ecclesiae
    http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_commissions/ecclsdei/documents/rc_com_ecclsdei_doc_20110430_istr-universae-ecclesiae_it.html
    28. Inoltre, in forza del suo carattere di legge speciale, nell’ambito suo proprio, il Motu Proprio Summorum Pontificum, deroga a quei provvedimenti legislativi, inerenti ai sacri Riti, emanati dal 1962 in poi ed incompatibili con le rubriche dei libri liturgici in vigore nel 1962

    Mentre il n. 27 parla delle norme DISCIPLINARI CONNESSE alla celebrazione
    E de hoc satis.
    L

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    1. Francamente la risposta mi sembra piuttosto fallace.Qui si parla del Motu Proprio Summorum Pontificum che liberalizza la Messa di Pio V,non si entra nel merito del Codice di Diritto Canonico e dell'eventuale deroga.La nota si riferisce in modo particolare al Summorum Pontificum e alla Messa Tridentina,che prima del Motu Proprio si poteva celebrare solo se il Vescovo lo permetteva.Non entra nel merito di una questione particolare come quella della celebrazione con il SS.Mo esposto.Mi dispiace ma credo che la nota non c'entri proprio nulla.
      Secondo il vostro ragionamento allora potreste rifiutare tutto quello che è stato approvato dopo il 1962.Non credo che le cose stiano così.

      Cesare

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    2. Cesare, ma della frase "deroga a quei provvedimenti legislativi, inerenti ai sacri Riti, emanati dal 1962 in poi" (universae Ecclesiae n. 28) cosa non ti è chiaro? E' proprio così: tutto quello che in ambito liturgico è stato approvato dopo il 1962 non si applica alle celebrazioni in rito antico. MI pare che il testo della nota sia chiaro. Che poi non ti piaccia sono problemi tuoi.
      il Summorum Pontificum, quale legge speciale, "deroga a quei provvedimenti legislativi, inerenti ai sacri Riti, emanati dal 1962 in poi" autorizza le celebrazioni così come erano disciplinate (e celebrate) prima del 1962: dalla cappa magna dei prelati, alla bugia, al divieto di fare la comunione in mano, ecc ecc, compreso la celebrazione della S. Messa coram sanctissimo al termine delle Quatantore.
      Tu stesso dici che il Summorum Pontificum si riferisce alla Messa Tridentina: ecco, prima del 1962 (vista la deroga!) si poteva celebrare coram Sanctissimo, solo in quell'occasione (al termine delle Quarantore).
      Mi pare che la questione sia chiusa.
      COrdialità.

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  12. Cesare: ha ragione quando dice che per qualcuno il messale di S. Pio V è una bandiera, ma lo stesso vale per quello di Paolo VI: questo è un problema di comprensione del senso della liturgia, che può essere deficitario in entrambi gli 'schieramenti'. Peraltro è evidente che il messale nuovo è stato fatto proprio per rendere irreversibili non tanto le novità effettivamente volute da Concilio, ma i cambiamenti che il gruppo al potere auspicava ne sarebbero derivati.
    La minaccia della abolizione del mp c'è, è vero, ma la vedo improbabile: ormai le comunità che vivono di esso sono migliaia, e così i preti, e sono comunità vive e giovani, in crescita. come piace dire al S. Padre, è stato aperto un 'processo', ed è un processo irreversibile. si potrebbe provare a fare un massacro, ma fare ai laici quello che è stato fatto ai francescani dell'immacolata sarebbe molto più difficile, anche perchè grazie alle politiche post-conciliari, oggi l'obbedienza cieca fra i fedeli è molto meno radicata di quanto non lo fosse negli anni 60-70.
    piuttosto non capisco l'accanimento contro la messa coram Sanctissimo. Essa è legittima a norma di diritto, come si è visto, e nessuno commette un abuso se la celebra. peraltro è lo stesso messale con la relativa prassi a renderla evenienza eccezionalissima, che di solito si fa non più di due volte l'anno. Che male c'è se due volte l'anno la messa assume una coloritura praticolare, in cui l'accennto è messo sulla transustaniazione? a me pare un elemento di ricchezza. Ogni tanto la messa sottolinea una componente del mistero che si celebra e accentua la dimensione della adorazione e della presenza reale. Non mi pare ci sia da stracciarsi le vesti. Soprattutto in un mondo popolato degli abusi liturgici della peggior specie, quotidiani in particolare nel novus Ordo. che senso ha fare queste disquisizioni teologiche su un aspetto assolutamente marginale del vo, che può piacere a quacuno, quando migliaia di preti celebrano dando le spalle al Santissimo? Veramente i problemi della litrugia oggi sono una accentuazione della adorazione nella Messa? o è vero il contrario?

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    1. Il problema è secondo me di Fede sia nell'uno che nell'altro caso.O noi crediamo che nella Chiesa è presente lo Spirito Santo e che lui che guida i Papi,oppure trasformiamo la Chiesa in una istituzione solo umana,simile ai movimenti politici,con le correnti interne.Se crediamo che lo Spirito Santo guida la Chiesa allora dobbiamo credere anche che il Papa ritenesse giustamente di riformare la liturgia tridentina che ,che lo vogliate e o meno aveva dei problemi.Perchè dire che quando esisteva solo il Messale di Pio V andava tutto bene,significa fare torto proprio a questo Messale.Anche con il Messale di Pio V c'erano problemi e anche di non poco conto.Questa guerra nella Chiesa non è positiva soprattutto poi perché si usa la SS Messa per combatterla,deleggittimando.

      Cesare

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    2. Sarà anche vero che per qualcuno il Messale di Paolo VI è una bandiera,ma mi creda sono veramente poche le persone che pensano questo.Per quanto mi riguarda ne ho incontrato veramente poche di persone del genere.Credo che non potete negare che,con il Concilio Vaticano II,la Chiesa ha deciso di riformare la liturgia tridentina.Se un Papa e la maggioranza dei Vescovi,che avevano celebrato per gran parte della loro vita con il Messale tridentino e quindi lo conoscevano benissimo,ritennero che si dovesse riformarlo, significherà anche qualcosa?Papa Paolo VI conosceva benissimo il Messale di Pio V,lo aveva usato per decenni,conosceva i problemi che questa liturgia comportava,cioè una liturgia della Parola troppo scarsa,una troppo scarsa partecipazione del Popolo di Dio,che non vuol dire solo rispondere alle invocazioni.Si leggevano i resoconti della Messa de primi secoli della Chiesa e si notava subito come il popolo partecipava e lo si confrontava con quanto accadeva nelle celebarzioni tridentine.Si notava immediatamente che il popolo di Dio era ridotto al ruolo di comparsa,di cornice.E' quasi come un intruso a malapena tollerato.Una Messa assolutamente clericale nella quale il popolo semplicemente assisteva,ma non c'entrava nulla.L'idea originaria di Paolo VI,secondo me tradita,era che il nuovo Messale dovesse soppiantare il Messale tridentino,non una coesistere con esso.Si intuiva già che la coesistenza sarebbe stata difficile e i fatti gli stanno dando ragione.Del resto così si procedette con la riforma successiva al Concilio di Trento.Si soppressero tutti i sacramentari precedenti,che avessero meno di duecento anni.Il Messale Romano,che era il Messale usato dal Papa,fu esteso obbligatoriamente a tutta la Chiesa,tranne poche eccezioni. Un altro mito di voi tradizionalisti è che la riforma liturgica sarebbe andata oltre quanto il Vaticano II aveva auspicato.A parte che il Concilio non era andato nei dettagli,ma poi ammesso anche che ciò sia successo,vi chiedo:Non avvenne lo stesso anche dopo il Concilio di Trento?La riforma successiva al Concilio di Trento eseguì esattamente il dettato del Concilio?Secondo me no,il Concilio di Trento aveva auspicato che i fedeli fossero catechizzati affinché la non comprensione,da parte del popolo.della lingua latina,non facesse in modo che fossero come pecore assetate.Lo stesso Messale di Pio V non fu recepito subito,furono necessari secoli.A mio modo di vedere questa situzione non potrà durare per sempre,non è possibile che nella stessa Chiesa esistano due Messali Romani,due calendari liturgici,etc.Prima o poi il Messale di Pio V sarà messo da parte.Nella mi città si celebra liberamente con il Messale di Pio V in tre chiese,ma l'affluenza di popolo è assai scarsa.Non so altrove ma credo che la tendenza sia questa.In realtà dopo la novità dei primi anni,questo Messale sta già sgonfiandosi,era più la curiosità dei giovani che non avevano mai visto questo tipo di Messa.Non c'è alcun accanimento ma non possiamo favorire il caos nella Chiesa.

      Cesare

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    3. Allora perché la Chiesa Ortodossa non ha toccato un H del proprio patrimonio liturgico? Glielo spiego, perché non ha avuto la necessità di protestantizzarsi come la Chiesa di Roma. Il caos nella CHiesa guardi c'è già ed è stato creato ad arte dopo il Concilio Vaticano II. Se poi vi piacciono le messe pop diventate protestanti mica è obbligatorio restare cattolici....

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    4. Si infatti si notano subito le somiglianze con la Messa di Paolo VI.La liturgia ortodossa è rimasta fedele alla,tradizione più antica,mentre il Messale di Pio V si è distaccato notevolmente.Differisce notevolmente dalla liturgia del primo millennio. Inutile citare la liturgia ortodossa,perché è la riprova che lungo i secoli,nella Chiesa Latina, ci si era distaccati dalla fonte.Il Messale di Pio V è una rielaborazione della Messa del settimo ottavo secolo,dato che la commissione incaricata da Pio V ,non aveva né il tempo né le conoscenze per fare meglio.Il problema è che si sono tagliate fuori otto nove secoli di liturgia.E non conoscendo più le fonti si è pensato,lo dite continuamente,che la Messa Tridentina fosse la stessa celebrata nel primo secolo.Ma questa è fantasia,la storia dice diversamente.

      Cesare

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  13. Allora perché non introdurre il Messale Ortodosso anche nella chiesa Cattolica? Glielo dico io, non lo farebbero mai perchele messe in spiaggia le strimpellate e le tavolate protestanti sarebbero proibite.....oppure i cattolici dei primi secoli suonavano i bonghi alla messa?

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  14. Balle. Amici ortodossi che hanno scoperto la liturgia tridentina mi hanno detto più volte che ci si ritrovano perfettamente mentre la Messa Di Paolo VI gli è completamente aliena. Io personalmente sono testimone di un parroco ortodosso che dopo aver assistito a una messa solenne Tridentina ha esclamato: “questa è una vera liturgia”!

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  15. Messa NO affine a quella orientale... ma queste sono le scemenze di chi studia liturgia solo sui libri - anzi su certi libri - . Le Messe orientali sono tutte cantate secondo toni antichissimi. una parte della celebrazione si svolge nel segreto del santuario dietro l'iconostasi. Ogni gesto e movimento è rigorosamente e con scioltezza eseguito secondo modalità precise consolidate nei secoli. Niente comunione in mano. I fedeli assistono in pura contemplazione senza alcun ruolo attivo e spesso anche senza rispondere, perchè le risposte sono riservate al clero e al coro, e qui da noi direbbe che sono "muti spettatori". I salmi accompagnano varie azioni liturgiche. I vasi sacri e persino la bocca dei fedeli vengono scrupolosamente purificati con acqua e vino. Nelle Messe con il vescovo si assiste, come in un pontificale in rito antico, alla vestizione del vescovo, che si presenta con l'equivalente della cappa magna, e si osservano con scrupolo tutti i baci alle mani e agli oggetti che equivalgono ai nostri oscula ad ferenda. Tutto è uno sfolgorare d'oro, di corone, di oggetti preziosi e di musiche solenni e ancestrali. Ma dove se lo sogna qualcuno che le nostre Messe Novus ordo hanno qualcosa in comune con queste celebrazioni? SOlo perchè i riformatori ci hanno incollato quà e là quale pseudo-anafora? D'altra parte se non erro fu il patriarca Bartolomeo a dire che il Motu Proprio era stato un grande passo nel cammino dell'ecumenismo...

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    Risposte
    1. Bravissimo!!!! Sarebbe ora che i (finti) fautori del ritorno alle celebrazioni dei cristiani "primitivi" si studiassero la liturgia ortodossa mai mutata nei secoli dei secoli salvo piccole correzioni....BRAVO!!!

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    2. Fu il Patriarca Alessio di Mosca.

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  16. Caro anonimo del 2 luglio ore 7,54 anzitutto rilevo che per te la bontà della liturgia deriva dallo sfarzo delle vesti liturgiche e dalla quantità di oro usato.Avresti criticato Gesù nella notte in cui ha istituito l'Eucarestia,dato che credo sia difficile che abbia usato molto oro e vesti particolarmente lussuose o sfarzose.Secondo me la qualità della liturgia deriva anzitutto dal cuore e da quello che c'e dentro più che dall'esteriorità.Ma veniamo a quanto da te detto:Dici che nella Messa orientale non c'è comunione sulle mani?E' vero,almeno oggi è vero,perchè anticamente c'era anche tra gli orientali e ci sono varie testimonianze storiche anche di padri della Chiesa orientali che lo confermano.Ti faccio notare comunque che se è anche vero che non c'è più comunione sulle mani,nelle liturgie orientali,non c'è comunione in ginocchio.Anzi è tassativamente vietato inginocchiarsi, infatti nelle chiese ortodosse non ci sono né banchi né tantomeno inginocchiatoi e i fedeli,dici vantandotene,non partecipano,come se ciò fosse qualcosa di positivo,secondo me partecipano assai più di quanto partecipassero nella Messa tridentina,non si inginocchiano mai durante la liturgia.Gli orientali sono rimasti fedeli al Canone 20 del Conclio di Nicea.Ti ricordo poi anche che nelle liturgie ortodosse la comunione è sempre sotto le due specie,in piedi.Non esiste,lo ripeto, comunione in ginocchio,nè con la sola ostia.Gli orientali infatti criticavano la disciplina di comunicarsi al solo Corpo di Cristo.Faccio notare che la riforma post Vaticano II ha ristabilito la comunione in piedi e sotto le due specie.Ti ricordo,ma questo non è srettamente connesso all'argomento,che nel rito orientale,non si concepisce la Messa con il Corpo di Cristo esposto.Inoltre anche nell'ortodossia si parla di riforma della liturgia e di semplificazione anche e non si è passati ancora alla attuazione.

    Cesare

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    Risposte
    1. Dovrei spiegare all'egr. sig. Cesare cosa sia una liturgia ortodossa, perchè ha detto qui un corollario di scemenze.
      Lo dice uno che la liturgia ortodossa la frequenta, e attesto che il mondo ortodosso reputa pertanto ritiene invalida la 'Messa' di Paolo VI, mentre quella tridentina è pienamente valida (la celebrano anche sacerdoti ortodossi).
      Nella liturgia greca ci prostriamo e inginocchiamo continuamente. Lo facciamo per terra, come facevano anche i latini fino al Seicento, senza bisogno di banchi. Preghiamo in lingue ecclesiastiche, non in volgare. I sacerdoti stanno rivolti a Dio e nascosti dall'iconostasi a celebrare i sacri misteri, mentre il popolo ascolta i canti del coro, e partecipa con l'affetto del cuore e coi segni di croce.
      Per quanto riguarda il comunicarsi in piedi: in Oriente non abbiamo avuto eresie antieucaristiche come il protestantesimo o l'hussitismo in Occidente, e dunque non abbiamo un culto accentuato sull'Eucaristia; viceversa, abbiamo un culto delle immagini molto più forte, perchè abbiamo avuto eresie iconoclaste sconosciute all'Occidente. Queste sono questioni storiche più che canoniche.

      La liturgia tridentina è quasi uguale a quella greca (mutatis mutandis, come detto). La 'messa' di Paolo VI è un misto di arianesimo, luteranesimo, nestorianesimo e molte altre eresie, almeno potenzialmente.

      Ο Λειτουργών

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    2. Aggiungo: la liturgia davanti al Santissimo mi piace molto. La trovo una cosa molto espressiva della devozione latina per l'Eucaristia, che esalta il mistero, piuttosto che confonderlo come sostiene qualche preteso liturgista.

      Ο.Λ.

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    3. A parlare di riforma da noi sono i massoni come il vescovo cretese che volle cambiare il calendario, non i Cristiani fedeli e ortodossi...
      O.Λ.

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    4. L'anonimo delle 23.35 ha risposto in maniera egregia alle "castronerie liturgiche" propinateci da Cesare fino ad oggi. BRAVO!!!!

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