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sabato 5 agosto 2017

La morte del Cardinale Dionigi Tettamanzi, Arcivescovo emerito di Milano

Spiritualmente uniti alla Comunità Ambrosiana nel suffragio del Cardinale Dionigi Tettamanzi, Arcivescovo emerito di Milano, nonostante tre sue perle: il suo veto all'applicazione del Summorum Pontificum nella propria arcidiocesi perchè estranea, a suo dire, al rito romano (cui faceva riferimento esplicito il Motu Proprio); il suo "dialogo ecumenico" (si veda qui in colloquio fraterno con una pretessa veterocattolica...) e la promulgazione del nuovo evangeliario per il rito ambrosiano "apri la tua bocca la voglio riempire"

  È morto il cardinale Dionigi Tettamanzi 

L’Arcivescovo emerito è scomparso a 83 anni a Villa Sacro Cuore di Triuggio, dove risiedeva da quando aveva lasciato il governo pastorale della Diocesi. 

Il dolore del cardinale Scola, di mons. Delpini e di tutta la comunità ambrosiana 

La Chiesa ambrosiana è in lutto per la scomparsa del suo Arcivescovo emerito, il cardinale Dionigi Tettamanzi, morto questa mattina, sabato 5 agosto, a 83 anni a Villa Sacro Cuore di Triuggio, dove risiedeva da quando, nel 2011, aveva lasciato il governo pastorale della Diocesi di Milano. 

Nei primi mesi di quest’anno il cardinale Tettamanzi aveva iniziato a manifestare seri problemi di salute, che avevano reso necessario il suo ricovero presso l’Ospedale San Raffaele di Milano. 

Poi si era ripreso, al punto che il 25 marzo scorso aveva potuto incontrare brevemente in Duomo papa Francesco durante la sua visita in Diocesi. 

Dopo un periodo di convalescenza presso l’Istituto Nostra Famiglia di Bosisio Parini, era tornato a Triuggio. 

Nelle scorse settimane un nuovo peggioramento, con le condizioni di salute che si sono progressivamente aggravate fino al decesso. 

Appena appresa la notizia della morte del suo predecessore, il cardinale Angelo Scola, Amministratore apostolico della Diocesi, e mons. Mario Delpini, Arcivescovo eletto, si sono raccolti in preghiera e hanno manifestato il loro cordoglio personale e quello dell’intera comunità ambrosiana. 

Card. Scola: «La morte di Tettamanzi è grande perdita, ma darà ancora molto alla nostra Chiesa e a tutti coloro con cui ha dialogato su famiglia, vita, lavoro, emarginazione»

La dipartita del cardinale Dionigi Tettamanzi rappresenta una grande perdita per la Chiesa milanese e per tutta la Chiesa universale, non solo per i diversi ministeri che egli ha assunto e per il suo servizio come esperto a Papi e alla Santa Sede, ma anche per la sua personalità umile, sorridente, appassionata ai rapporti. 

Era sempre teso ad incarnare la visione cristiana della vita nella realtà attuale. 

La sua biografia, ormai ampiamente conosciuta, è testimonianza di tutto questo.  

Sono a lui particolarmente legato fin dai tempi in cui fu mio giovane professore in Seminario a Venegono. 

L’amicizia si è approfondita negli anni a Roma attraverso comuni collaborazioni al servizio della Chiesa universale. Il card Dionigi, studioso di morale e di bioetica, mi ha sempre impressionato per la sua capacità di lavorare in gruppo e per la rapidità nel fare sintesi. In questi sei anni del mio ministero come Arcivescovo di Milano, il Cardinale Dionigi mi ha accompagnato con intensa amicizia e discrezione. 

La sua eredità darà ancora molto alla nostra Chiesa ambrosiana, a tutti i cattolici, ma anche ai molti laici con cui il cardinale Tettamanzi ha saputo entrare in dialogo a partire da problemi sociali acuti come quelli della famiglia, della vita, del lavoro e dell’emarginazione. 

Cardinale Angelo Scola 
Amministratore Apostolico Arcidiocesi di Milano 


Biografia 

Dionigi Tettamanzi era nato a Renate (Milano) il 14 marzo 1934. Fu ordinato sacerdote il 28 giugno 1957 dall’allora Arcivescovo di Milano monsignor Giovanni Battista Montini. 

A lungo docente di Teologia nei Seminari diocesani di Masnago, Seveso e Venegono Inferiore e presso altri istituti di formazione, nel 1987 fu nominato rettore del Pontificio Seminario Lombardo di Roma. 

Il 1° luglio 1989 venne eletto Arcivescovo metropolita di Ancona-Osimo e il 23 settembre ricevette l’ordinazione episcopale nel Duomo di Milano dal cardinale Carlo Maria Martini. 

Il 14 marzo 1991 fu nominato Segretario generale della Cei, rinunciando così all’Arcidiocesi di Ancona-Osimo. Il 20 aprile 1995 venne nominato da Giovanni Paolo II Arcivescovo metropolita di Genova e il 25 maggio successivo fu nominato Vicepresidente della Cei. 

Fu creato Cardinale nel Concistoro del 21 febbraio 1998. 

L’11 luglio 2002 venne nominato Arcivescovo metropolita di Milano; prese possesso dell’Arcidiocesi il 14 settembre e il 29 settembre fece il suo ingresso solenne. 

Il 28 giugno 2011 fu nominato Amministratore apostolico della Chiesa ambrosiana. 


Fonte: Chiesa di Milano ( QUI )

15 commenti:

  1. Altro modernista della peggior specie compagno a Martini....

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  2. Pace all'anima sua, ma costui e' quello che, quando usci' il motu proprio di Benedetto XVI, disse che alla diocesi di Milano non si applicava in quanto a Milano non si segue il rito romano ma quello ambrosiano, senza rendersi conto che cosi' facendo praticamente avallava uno stato di scisma di fatto. Io di sicuro non lo rimpiangero'. RIP, comunque.

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    1. Nella Diocesi di Milano l'Arcivescovo è il capo rito, per cui ha fatto ciò che legittimamente gli spetta. Quindi si metta l'anima inpace

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    2. L'arcivescovo ha fatto quello che doveva fare nella sua diocesi nella quale è capo-rito. Bene ha scritto chi ha commentato sopra!

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    3. Il Summorum Pontificum si applica al Rito Romano non a quello Ambrosiano, come giustamente affermato da Tettamanzi. Non esiste, dunque, alcuno scisma.

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    4. Al solo scopo di demonizzare con arroganza il MP di papa Benedetto inventò il pretesto del diverso rito che si rivelò subito canonicamente inconsistente.

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    5. Ottimo Claudius.

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    6. Se era un uomo attento e sensibile alla Tradizione, anzichè aggrapparsi a cavilli, vetri specchi e cristalli per non beneficiare il suo clero e i suoi fedeli dei frutti spirituali della liturgia in vo, si sarebbe immediatamente attivato per uniformare anche il rito ambrosiano ai principi del motu proprio, cosa che s'è ben guardato dal fare, e certo per lui questa omissione non è certo di merito, anzi piuttosto di vituperio. Parce sepulto.

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  3. Un vescovo, come tanti altri, che ha anteposto alla teologia ( e a S. Ambrogio), le ideologie sociologiche di stampo liberal-massonico con un po' di belletto marksista, in continuità con l'episcopato milanese, da Montini in poi.

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  4. Tettamanzi: un povero post-conciliare, confuso come tutti i post-conciliari. In ogni caso reciterò per lui un Rosario.

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  5. Il card Tettamanzi è stato un buon pastore. È possibile non approvare tutte le scelte ma non è giusto riassumere anni di lavoro e umanità con frasi così distruttive.

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  6. Non ho mai letto una riga di commento all'operato di un cardinale di nome Bertone.

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  7. È stato un buon pastore.

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  8. È stato un buon pastore!

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