Il prossimo 30 gennaio il Comitato “Difendiamo i nostri figli”, promotore del Family Day del 20 giugno 2015, ha indetto una manifestazione nazionale per protestare contro il disegno di legge n. 2081, Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze, noto come “ddl Cirinnà”, che giovedì 28 gennaio approderà in Aula al Senato per la decisiva discussione generale. Dopo il divorzio (1970) e l’aborto (1978), ancora una volta un governo guidato da un sedicente cattolico si prepara a sferrare un nuovo gravissimo colpo alla legge naturale e cristiana.
Il disegno di legge, che già dal titolo esplicita il suo obiettivo primario, è diviso in due parti denominati “Capi”: la prima metà del progetto disciplina ed estende il matrimonio alle coppie omosessuali, la seconda parte prevede alcune regole a tutela delle coppie che convivano senza sposarsi, i cosiddetti “conviventi di fatto”. La portata di questa legge è storica in quanto il “ddl Cirinnà” si propone di modificare uno dei pilastri della nostra civiltà: la famiglia, per come da millenni la conosciamo.
Per questa ragione, l’Associazione Famiglia Domani, da sempre in prima linea nella difesa e nella promozione della famiglia, aderisce alla manifestazione con l’intenzione di ribadire pubblicamente il valore fondamentale dell’istituto famigliare naturale fondato sul matrimonio indissolubile tra un uomo ed una donna, nucleo primario di formazione dell’uomo e cellula vitale di ogni società.
La nostra adesione alla manifestazione del 30 gennaio non può però prescindere dal sottolineare in maniera chiara il nostro fermo NO al “ddl Cirinnà” nel suo complesso: in primo luogo NO alle unioni civili di qualsiasi forma e in secondo luogo NO alla “stepchild adoption”.
Non possiamo infatti non rilevare come l’acceso ed ampio dibattito attorno al “ddl Cirinnà” si sia eccessivamente incentrato attorno al pur giusto diritto del bambino ad aver una madre ed un padre, oggi minacciato dall’adozione dei minori all’interno delle coppie dello stesso sesso e da istituti differenti quali la “stepchild adoption”, l’affido “rafforzato” e l’utero in affitto. Però, con il limitarsi al rifiuto di queste aberrazioni giuridiche, si rischia di tacere sull’inaccettabile approvazione delle unioni civili, in qualsiasi modo esse vengano declinate, sia appellandosi ai presunti diritti delle persone omosessuali in quanto tali, sia al falso principio della non-discriminazione. Famiglia Domani denuncerà ogni cedimento compiuto in questo senso da associazioni o parlamentari che si dicono cattolici e difensori della famiglia.
Famiglia Domani era in piazza il 12 maggio 2007, in occasione del primo “Family day”, per dire NO ai “DICO”, acronimo che stava per Diritti e doveri delle persone stabilmente Conviventi, il disegno di legge presentato dagli allora ministri per la Famiglia Rosy Bindi e per i Diritti e le pari opportunità Barbara Pollastrini. A circa 9 anni di distanza, le rivendicazioni dei nemici della famiglia hanno fatto passi da gigante, pretendendo di approvare, in uno solo colpo, unioni civili tra persone dello stesso sesso, convivenze di fatto ed adozioni dei minori. Oggi come allora, il nostro NO è il medesimo: nessun compromesso o cedimento è possibile con il processo rivoluzionario che, attraverso fasi successive, ha di mira la distruzione totale della famiglia.
Per questo, Famiglia Domani rifiuta in toto il disegno di legge Cirinnà ed afferma con forza come la salvaguardia della famiglia sia inscindibile da una difesa totale ed integrale della verità e dell’ordine naturale e cristiano.
Associazione Famiglia Domani