Il tanto bene del Concilio Vaticano II
Il Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti spiega la Sacrosanctum Concilium,
da Zenit, del 04.07.2015
Per la seconda volta in pochi mesi, il Prof. Andrea Grillo ha scritto sul suo blog dei commenti non troppo lusinghieri sul mio conto. In un post del 6 marzo scorso[1],
sin dal titolo mi accusava di «sfigurare il Vaticano II». Nel testo,
poi, commentava un passaggio di una mia intervista, parlando di
«“monstruum” logico e pastorale» e dicendo che, con le mie parole, mi
esponevo al «ridicolo», operavo una «mistificazione» e commettevo «un
errore irrimediabile», per tacere del resto. Verso la fine, egli mi
accusa di quell’autoreferenzialità giustamente stigmatizzata da Papa
Francesco, equiparandomi a quegli «esponenti di Curia privi di senso
della realtà e di vero contatto con le comunità vive», i quali «vivendo
sempre negli uffici di curia [...] si immaginano una Chiesa che non c’è e
trascurano quella che c’è». Non commenterò le precedenti espressioni,
ma circa queste ultime voglio ricordare che sono stato ordinato
sacerdote nel 1969 e, dieci anni dopo, vescovo. Dal 1979 al 2001 sono
stato vescovo nella mia Guinea, affrontando la vita pastorale ordinaria e
tante situazioni “straordinarie”. Solo nel 2001 sono arrivato in Curia.
Credo di poter dire di avere un po’ di conoscenza della Chiesa «che
c’è». Non posso garantire lo stesso per tutti e singoli gli accademici,
anche se la maggior parte di loro riesce ad unire in modo armonico lo
studio e la vita ecclesiale.
Un secondo post il Prof. Grillo me lo ha dedicato lo scorso
16 giugno. Esso reca lo strabiliante titolo: «L’analfabetismo conciliare
del Cardinal Sarah»[2]. In esso, il liturgista mi critica duramente per un articolo da me pubblicato su L’Osservatore Romano il 12 giugno 2015, dal titolo: «Silenziosa azione del cuore».
Leggendo il titolo del post del Prof. Grillo, avrei dovuto
preoccuparmi: sono davvero analfabeta riguardo al Concilio, o almeno
circa il suo insegnamento liturgico? Se così fosse, sarebbe grave e
dovrei porre immediatamente rimedio, magari andando a «scuola di
Concilio» da qualche specialista che dà lezioni private!
Ma sono rimasto confortato da due riflessioni. La prima, su cui
tornerò subito, è che le accuse che mi vengono rivolte dal Prof. Grillo
non si giustificano in base al vero contenuto del mio articolo. La
seconda è che, se sono analfabeta, sono in buona compagnia, dato che la
mia interpretazione di Sacrosanctum Concilium coincide con
quella di numerosi altri autori, non di scarso rilievo, e alcuni di essi
importantissimi. Cosa ancor più importante, la mia interpretazione
legge il Concilio alla luce del Magistero post-conciliare.
Ma consideriamo, seppur molto brevemente e senza entrare nei
dettagli, ciò che il Prof. Grillo scrive circa il mio articolo, anche se
– a dire il vero – dovrei dire: ciò che scrive su di me. L’autore
afferma di volermi rivolgere quattro domande, mentre in realtà vengo
messo sul banco degli imputati, dovendo sopportare una requisitoria al
termine della quale la condanna è, come era prevedibile sin dall’inizio,
dura e certa.
Inoltre, anche le accuse in fondo si riducono ad una sola, che
ricorre più volte lungo tutto il testo: per il Prof. Grillo, sarebbe una
mia grave colpa aver citato Redemptionis Sacramentum n. 42,
con quel suo richiamo ad utilizzare con cautela l’espressione «comunità
celebrante». Evito di documentare di nuovo l’inopportunità del
linguaggio che viene utilizzato nei miei confronti, come e ancor più che
nel primo dei due post. Mi soffermo sull’essenziale e faccio notare al Prof. Grillo che Redemptionis Sacramentum viene citata una sola volta, mentre Sacrosanctum Concilium tredici.
E non parlano solo i numeri: anche il tema dell’espressione «comunità
celebrante» viene toccato una sola volta e non rappresenta affatto il
punto centrale del mio articolo, bensì un’applicazione all’interno di un
discorso di ben più ampio respiro. D’altro canto, è chiaro che io sono
d’accordo con quella precisazione offerta dall’Istruzione, mentre è
ugualmente evidente che il Prof. Grillo non lo è.
Ma questa differenza di vedute giustifica il tipo di intervento che
egli ha pubblicato? Il Professore dice che la mia ermeneutica del
Concilio è completamente errata e che, più che la Costituzione del
Vaticano II, sembra che io abbia letto la Mediator Dei di Pio XII (tra l’altro, mai citata nel mio articolo).
Il Prof. Grillo rivendica la libertà del teologo di criticare la mia
«leggerezza di analisi e di giudizio» e di «portare alla luce tutte le
lacune».
La conclusione del suo post conferma in termini ancora più
drastici questa rivendicazione. Il Professore scrive: «Un Prefetto che
voglia davvero servire un’autentica attuazione del Vaticano II, non
scriverebbe mai neppure una riga di quanto è apparso con la sua firma.
Questo è un fatto grave. Su cui un teologo, che voglia servire la
Chiesa, non potrà mai tacere, in nessun caso».
Su questo voglio dire che non dubito della sincerità dei sentimenti
del Prof. Grillo nel voler servire la Chiesa. Neanche contesto che, in
linea di principio, uno dei compiti della teologia sia quello di
criticare rappresentazioni parziali (quali non lo sono?), allo scopo di
favorire una migliore comprensione e presentazione della verità
rivelata. Obietto però sulle modalità con cui ciò è stato fatto.
Orazio insegna: est modus in rebus. E san Pietro rincara la
dose quando, con parole che si riferiscono particolarmente bene al
ministero dei teologi, dice: «adorate il Signore, Cristo, nei vostri
cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della
speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto,
con una retta coscienza, perché, nel momento stesso in cui si parla
male di voi, rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra
buona condotta in Cristo» (1Pt 3,15-16).
Il Prof. Grillo è naturalmente libero di criticarmi, se ritiene che
io – come privato autore – sbagli. Egli però deve cambiare lo stile
delle sue critiche, deve renderle davvero costruttive, vorrei dire
persino edificanti, se ciò è concesso. Inoltre, quando critica, deve
sforzarsi di cogliere nel segno: ossia di criticare un vero errore, se
c’è; non di creare un discorso che non è stato fatto, per poi scagliarsi
a capofitto contro la sua stessa creatura, la cui paternità egli però
attribuisce al suo accusato.
Una parola conclusiva sul motivo di questo mio intervento. In Italia
si dice: “non c’è due, senza tre”. Siccome il Prof. Grillo mi ha già
dedicato due post, probabilmente devo aspettarmene altri. Forse devo aspettarmi un post
ogni volta che apro bocca o scrivo qualcosa. Voglio dire chiaramente
che, sebbene possano dispiacere, questo genere di interventi non mi
intimidisce.
Continuerò a riflettere e a parlare, o scrivere, sulla sacra liturgia
secondo ciò che la mia intelligenza e coscienza mi fanno comprendere
essere vero e degno di essere trasmesso agli altri. Continuerò ad
obbedire al Santo Padre, come ho sempre fatto. E il Papa Francesco, come
ho avuto modo di dire altrove, nel nominarmi Prefetto della
Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, mi ha
conferito mandato di continuare l’attuazione del Concilio, seguendo la
strada aperta da Papa Benedetto XVI. Questo intendo fare, con l’aiuto di
Dio, degli officiali e consultori della Congregazione e dei liturgisti
che desiderano dare un contributo positivo.
Scrivendo questo testo, non ho inteso difendermi, anche se sono stato
attaccato. Ho invece voluto difendere il diritto di avere una visione
giusta e fedele al Magistero della Chiesa, nonostante sia diversa da
quella di uno o più liturgisti.
Non voglio proteggere o «regolarizzare», come afferma il Prof.
Grillo, «chi non vuole stare al gioco del Concilio Vaticano II». Voglio
invece dire che non è affatto sicuro che ciò che il Professore chiama
«Concilio Vaticano II» coincida davvero con ciò che il Concilio ha
insegnato.
Tanti nella Chiesa si ritrovano nella visione liturgica che ho solo brevemente abbozzato nel mio articolo apparso su L’Osservatore Romano.
Non è vero che sono pochi, come spesso si sente dire! È la libertà di
espressione mia e di queste persone che ho ritenuto soprattutto di dover
contribuire a garantire. Il dibattito è cosa buona.
Perché ci sia dibattito, bisogna avere la capacità di confrontarsi
serenamente con idee diverse dalle proprie. Io sarò sempre aperto ad
ascoltare e a ragionare pacatamente con tutti. Ma è necessario difendere
la libertà di leggere il Concilio come un fenomeno nuovo e al tempo
stesso pienamente inserito nella continuità dell’unico Soggetto Chiesa.
Bisogna garantire la libertà di pensare ed esprimersi in questo
senso, sapendo ovviamente argomentare ciò che si dice (argomentare e
attaccare non sono la stessa cosa). È oggi divenuto un dovere difendere
questa libertà di pensiero e di parola da chi vuole negarla, affermando
che l’unica lettura adeguata del Vaticano II è quella da lui proposta.
È per contribuire a garantire la possibilità di essere, di pensare e
di parlare oggi, come uomini e donne della Chiesa del Vaticano II, che è
la stessa Chiesa di sempre voluta dal Signore, che ho deciso di
scrivere e che continuerò a farlo. Ringrazio chi vorrà leggere questa
mia risposta e annuncio sin d’ora che non ve ne saranno altre, anche se
dovessero continuare critiche scomposte nei miei riguardi. Sarà
sufficiente questo testo e quanto continuerò a pubblicare in futuro, in
spirito positivo e propositivo.
* Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti
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NOTE
[1] Cf.
http://www.cittadellaeditrice.com/munera/signor-cardinale-che-bisogno-ha-di-sfigurare-il-vaticano-ii-il-prefetto-sarah-e-la-pace-liturgica/
[2] Cf.
http://www.cittadellaeditrice.com/munera/lanalfabetismo-conciliare-del-cardinal-sarah-quattro-domande-di-un-teologo-ad-un-prefetto/
(04 Luglio 2015) © Innovative Media Inc.
Lodevole la moderazione e pacatezza del cardinal Sarah. Io non sono cardinale, e posso parlare diversamente: il signor Andrea Grillo è un cialtrone.
RispondiEliminaGiusto:
EliminaGrillo è il contrario del grillo parlante di collodiana memoria: un cialtrone.
Per contro il card Sarah è un moderato che sembra tenere di più alla sua immagine di ecclesiastico semioffeso piuttosto che portare argomenti forti alle sue tesi. Di più: sembra parlare più a titolo personale che a nome della Chiesa nella carica che pee essacialtrone. Di questo passo la sua autorità è già compromessa.
Il Card. Sarah sembra quasi risentirsi quando viene accusato di essersi rifatto alla Mediator Dei di Pio XII......magari lo avesse fatto! Di cialtronaggini liturgiche ne abbiamo piene le p.......!!! ora basta!!!
EliminaSulla questione liturgica si gioca il destino della chiesa. Per questo dopo delle belle battute iniziali si trova sempre modo di esautorare e di imbrigliare gli eminenti prefetti della CDCD. Speriamo che dopo questo stupendo esordio verbale anche il cardinale Sarah non venga collocato dentro una gabbia (dorata) la stessa dove sono stati rinchiusi alcuni suoi predecessori silenti mentre la situazione stava e sta precipitando liturgicamente nel caos protestantico. Aspettiamo e preghiamo.
RispondiEliminaAiutiamo il cardinal Sarah. Andiamo tutti sul blog di Matias Augè, che pubblica i post di grillo e subissiamo di commenti, soprattutto rispondendo ai commentatori modernisti che lì annotano le loro follie! Coraggio, andate tutti!!!!
RispondiEliminaEminentissimo prof. Grillo è ora di andare veramente a lavorare!
RispondiEliminaVia la cattedra dalle pontificie università a questi eretici che vogliono insegnare a un vero cardinale cattolico che di Chiesa "che c'è" da quel posto chiamato Africa che gronda di sangue di martiri l'eminentissimo prof. non ne ha nemmeno idea...
Presuntuoso! Non può insegnare liturgia chi crede nella Messa con coca-cola e patatine, pagliacci, pretesse, ballerine ... Se proprio ci tiene a viverla così può trasferirsi nelle tanto ammirate comunità luterane! Vergogna!
È ora di sonore punizioni per questi squallidi individui!
Leggere la controreplica di Grillo al cardinale e riflettere, cari tradizionalisti!
RispondiEliminaMi piacerebbe sapere dove il prof. Grillo ha difeso "la messa con coca-cola e patatine, pagliacci, pretesse e ballerine..." Giacomo, Lei mente!
RispondiEliminaInfatti questi tradizionalisti vedono solo quello che fa loro comodo
EliminaNoi vediamo la realtà dei fatti!!! Se vi piace il protestantesimo andate dai luterani e non rompete le p.....!!!
EliminaGrillo è un vanesio solo che opera all'ombra di un papa che non fa nulla per smentire questi pseudo teologi venditori di frottole e di eresie! Tutto l'affetto e il mio sostegno al bravo cardinale Sarah.
RispondiEliminaVanesio? Pseudo teologo? Magari la Chiesa ne avesse di più di tali teologi! Peraltro a me pare che il Papa voglia seguire le orme del Concilio Vaticano II, cosa che i tradizionalisti avversano da sempre.
EliminaDa seguire è il Vangelo e la Tradizione della Chiesa di cui il COncilio Vaticano II ne è solo una parte infinitesimale! Oppure ha ragione davvero chi dice che nel 62 sia nata una nuova CHiesa
EliminaMia nonna arguta genovese soleva dire ahh, ahh la teologia andare dietro ad essa prrdi la fede e la via!!!
RispondiEliminaGrande Cardinal Sarah!
RispondiEliminaIl cardinale aveva proprio ragione , non c'è 2 senza 3, e Grillo se la prende anche contro il Papa emerito: http://confini.blog.rainews.it/2017/05/19/ratzinger-rinuncia-alla-rinuncia-la-fine-di-un-mito-intervista-ad-andrea-grillo/
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