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lunedì 29 giugno 2015

La liturgia al tempo degli Apostoli? Incenso, sfarzo e merletti!

Riproponiamo un nostro vecchio post, pubblicato il 28 giugno 2009. 
Sempre attuale e potrebbe aiutare a far zittire i soliti che si riempono la bocca con le solite solfe sul pauperismo liturgico. Si andassero a studiare la storia della Chiesa dei primi cristiani, invece di sparare cavolate! Altro che povertà e semplicità: nella liturgia era riservato il meglio: lino prezioso, incenso, la porpora imperiale. Tutto a maggior gloria del Re dei Re. 
Roberto



 da MiL del 28.06.2009

Nell'omelia dei primi vespri della Festa dei SS. Pietro e Paolo, il Papa ha comunicato al mondo l'esito dell'ispezione scientifica della tomba attribuita all'Apostolo delle genti, rinvenuta sotto la basilica di S. Paolo fuori le Mura dopo l'incendio di questa nel 1823. Ci informa Benedetto XVI: “Nel sarcofago, che non è stato mai aperto in tanti secoli, è stata praticata una piccolissima perforazione per introdurre una speciale sonda, mediante la quale sono state rilevate tracce di un prezioso tessuto di lino colorato di porpora, laminato con oro zecchino e di un tessuto di colore azzurro con filamenti di lino. E’ stata anche rilevata la presenza di grani d’incenso rosso e di sostanze proteiche e calcaree. Inoltre, piccolissimi frammenti ossei, sottoposti all’esame del carbonio 14 da parte di esperti ignari della loro provenienza, sono risultati appartenere a persona vissuta tra il I e il II secolo. Ciò sembra confermare l’unanime e incontrastata tradizione che si tratti dei resti mortali dell’apostolo Paolo".


Lino prezioso di colore porpora (il colore degl'imperatori); lamine addirittura di vello d'oro; grani di incenso rari... chi glielo spiega questo, a tutti quei tristi liturgisti che hanno massacrato i riti della Chiesa, spogliato gli altari, bruciato le pianete e i broccati (imperativamente sostituiti da casule-gellabà in misto terital, con pàmpini, spighe e pagnotte appiccicati sopra), e tutto questo sostenendo che si doveva tornare all'essenzialità liturgica e alla povertà dei tempi apostolici?


Sentito il Papa? Visto che cosa han trovato in una tomba "mai aperta prima" in 19 secoli e mezzo, di uno dei primi seguaci di Gesù Cristo, apostolo per giunta, morto appena trent'anni dopo di Lui e in epoca di sanguinose persecuzioni?


E allora, o pseudo-liturgisti malati di archeologismo: ci dite per favore quando mai i cristiani hanno celebrato i loro riti nel modo squallido e povero a cui ci avete voluto far "ritornare"?

45 commenti:

  1. Grandioso.

    L'archeologia ridicolizza i fanatici dell'archeologismo...

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  2. Quanta sciatteria in questi 40 anni non solo nella liturgia ma anche nell'arte sacra. Quando costruiscono nuove chiese (da ultimo a la quintessenza della schifezza a Foligno) si limitano solo a colate di cemento e a dare una mano di bianco. Che squallore, che tristezza. Evidentemente il loro modo di mal costruire e di non abbellire è lo specchio della loro interiorità: il nulla. Alessandro

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  3. E chi si nutre da 40 di ideologia pensiamo che sarà smosso nelle propie "certezze" da quattro grani di incenso raro e un paio di brandelli di tessuto prezioso?

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  4. La liturgia non ha da essere sciatta e la seta e l'oro vi siano a profusione. Ma dire che quella tomba non è stata sicuramente aperta da 19 secoli è una scemenza. Le teste degli apostoli sono conservate da secoli in S. Giovanni in Laterano, ed è uso antichissimo effettuare ricognizioni delle tombe dei santi per rivestirne i corpi di stoffe preziosissime e altre ricercatezze.
    Che le ossa siano presumibilmente di s. paolo, lo dimostra il carbonio 14. Ma non è detto da nessuna parte che lo siano anche le stoffe: l'esame, è scritto, è stato condotto soltanto sulle ossa.
    Stiamo attenti agli entusiasmi fondati sulla faciloneria.

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  5. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  6. scusate l'O.T., ma penso poterlo inserire qui:

    così conclude Il Tempo del 29 giugno citando l'omelia del Papa.

    Citando proprio Paolo, Benedetto XVI ha sottolineato che l'amore di Cristo «ci possiede» e che il «presbitero deve essere tutto di Cristo e tutto della Chiesa, alla quale è chiamato a dedicarsi con amore indiviso, come uno sposo fedele verso la sua sposa». Ai tempi di Paolo, i presbiteri erano uomini coniugati ed anzi l'apostolo delle genti ne indicava le necessarie caratteristiche di buon marito e padre di famiglia, da qui l'esempio che faceva del parallelismo tra amore coniugale e amore verso Cristo. Sul celibato sacerdotale si è di recente riaperto il dibattito all'interno della Chiesa di rito latino e i preti austriaci hanno presentato al Papa una petizione che chiede aperture future. Sul tema, Ratzinger è intervenuto più volte in modo esplicito per riaffermare la scelta «radicale» del celibato, all'interno del rito latino.

    Siamo sicuri che nel suo passo Paolo si riferisse esclusivamente ai presbiteri e alle loro consorti e non a tutte le donne e gli uomini coniugati? Direi che l'interpretazione de Il Tempo è del tutto arbitraria e qualcuno dovrebbe intervenire

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  7. All'anonimo delle 11,07: come è possibile che la testa di san Pietro sia conservata a San Giovanni in Laterano se parte del medesimo cranio era ed è sotto l'altare della confessione nella basilica vaticana?
    O san Pietro era bicefalo oppure il teschio che è a san Giovanni non è suo.
    Idem per san Paolo.
    Al riguardo è utile leggere la professoressa Guarducci che trovò e studiò le ossa di san Pietro e che per prima mise in dubbio l'autenticità della testa di san Pietro presente a san Giovanni in Laterano.
    Prima di usare parole come "faciloneria" è meglio documentarsi un pochetto.
    A volte gli studi e le indagini scientifiche corrono pi di quanto non facciamo noi per dociumentarci.

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  8. P. Ferrua S.J., scrittore de La Civiltà Cattolica per molti anni, affermò che era stata sì ritrovata la tomba di s.Pietro (sotto la Basilica) ma non le sue ossa. Alessandro

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  9. E' noto che sotto l'altare della confessione è stato trovato pochino pochino; frammenti ossei molto eterogenei, fra cui pochissimi riferibili a un uomo del I secolo; e tanta polvere. Io mi riferivo alla tradizione, non smentita ufficialmente, secondo cui i crani dei due apostoli furono conservati prima nel sancta sanctorum del palazzo lateranense, poi in s. Giovanni in Laterano. I reliquiari sono visibili ancora oggi sopra l'altare papale. Se esiste una tradizione medievale del genere, è assurdo parlare di "sarcofago intatto da 19 secoli", cosa che peraltro il papa non ha mai detto, perché non poteva dirlo.
    Quanto al fatto che le ossa e i crani siano biologicamente e autenticamente quelli originali, è un'altra questione, che comunque non contraddice quel che ho scritto. Inutile pedanteria voler correggere una questione secondaria (come quella dell'autenticità delle ossa), quando la questione principale era quella degli abiti.
    Anonimo delle 11.07

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  10. All'anonimo delle 11.07 (D-A-T-E-V-I-U-N-N-O-M-E!!)

    Noi stiamo alle parole del Papa, che ci dice che la tomba non era mai stata aperta prima.

    Anzi, proprio come quella di S. Pietro, a un certo punto se ne persero le tracce, coperta dagli edifici di culto successivi edificati sulle sue spoglie. Quindi, l'idea di un rivestimento successivo del cadavere è peregrina e indimostrata (oltre che senza senso: la reliquia non era mai esposta, a differenza ad es. di S. Ambrogio: a che pro rivestirla?) e, in ogni caso, non può certo essere avvenuta in epoca medioevale, quando già s'eran perse le tracce.

    Circa la testa di S. Paolo: c'è forse bisogno di immaginare che la tomba fu aperta per staccarla e rimuoverla? Non ti ricordi come è stato martirizzato l'Apostolo delle genti?

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  11. Ottimo intervento...alla faccia di tanti pauperisti e sciattoni...un conto è la sobrietà e la povertà, altro la sciatteria e il pauperismo...
    Torno ora da una visitina sul sito "amico" (quanto un calcio negli stinchi) della ChiesUAAR...la notizia non è passata inosservata...che San Paolo preghi per loro...

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  12. Non mi pare che questo dimostri che la liturgia fosse così... al massimo dimostra che san Paolo fu sepolto così, quindi rivestito di un abito lussuoso e con grani d'incenso come onore.
    Da come si pone l'articolo, sembra che san Paolo celebrasse con la pianeta purpurea e col turiferario accanto!

    Altro è, invece, dire che è necessario il massimo splendore per la divina liturgia.

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  13. Cosa vuoi farci caro Ludovico G.: ognuno vede quel che vuol vedere. E qualcuno qui ha la casa talmente piena di pizzi e antichità che ci dorme pure dentro. Non male se si illudesse che anche San Paolo faceva come lui...

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  14. e ridagli, anonimo coraggioso, con 'sti pizzi!! Alessandro

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  15. La professoressa Guarducci ha ricostruito tutta la vicenda del ritrovamento della tomba di san Pietro (sia quella terragna primitiva che quella costantiniana)così come ha ricostruito lo "smarrimento" delle ossa di san Pietro e le ha poi ritrovate. Affermare che la tomba di san Pietro era vuota significa essere indietro su ciò che poi venne scoperto. Significa ignorare che fu poi appurato inconfutabilmente che la tomba(costantiniana) era "piena" di ossa che vennero asportate e quasi buttate via.
    Le ossa appartenevano comunque ad un unico individuo, maschio, morto nel I secolo; le ossa erano di tutto il corpo, compreso il cranio. Ne consegue che le ossa del cranio attribuite a san Pietro e conservate al Laterano non possono essere dell'Apostolo, a meno che san Pietro non avesse due teste.
    Questa è la realtà emersa dagli studi scientifici; se qualcuno vuol prestare più fede a chi lavorava di zappa è libero di farlo.

    Cfr.:

    -Margherita Guarducci, La Tomba di Pietro, Saggi Bompiani 2000

    -Margherita Guarducci, Le chiavi sulla Pietra, Piemme 1995

    Naturalmente questi due titoli sono solo una campionatura; l'autrice ne ha scritti moooltissimi altri.

    Chi era Margherita Guarducci?

    "Margherita Guarducci è una punta di diamante" (Federico Zeri)

    Epigrafista di fama mondiale ha lavorato ininterrottamente presso la tomba di san Pietro dal 1952 in poi, sotto Pio XIII, Giovanni XXIII e Paolo VI; fu lei a decifrare la famosa scritta "Petros eni" che individuava senza ombra di dubbio la tomba di Cefa e fu lei a ricostruire l'incredibile vicenda del ritrovamento delle ossa di san Pietro che grazie alla carloneria degli "archeologi" che lavorarono prima di lei stavano per essere buttate via!!! Basti solo dire che gli archeologi che la precedettero lavoravano con la .....zappa!!!!!!!! e senza tenere un diario degli scavi!!!

    Antonello

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  16. E certo Ludovico, il fatto che S. Paolo sia stato seppellito così non prova niente: è infatti molto probabile che i primi cristiani, per qualche strana schizofrenia rituale, al corpo di uno dei loro capi riservassero ori e incensi, a quello di Cristo, Figlio di Dio, invece, cocci di terracotta e suppellettili di terza mano e, naturalmente, niente incenso.

    Così come è del tutto improbabile, vero?, che S. Paolo sia stato sepolto con i "ferri del mestiere", ossia con gli abiti che indossava per il culto. Saranno andati a cercargli il vestito buono, quello che metteva per andare a spasso nel foro nei giorni di festa...

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  17. A me sembra che soprattutto l'anonimo delle 15.15 dev'aver la casa piena di stracci sporchi per cui invidia la casa di Dio ornata con splendore.

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  18. Alessandro cita il padre Ferrua prendendo per oro colato ciò che scrisse.
    Ma non dice che il padre Ferrua rubò un pezzetto di intonaco dalla tomba di san Pietro e se lo portò a casa dove lo tenne per anni e anni, fino a quando, trapelata la notizia che questo padre Ferrua teneva in casa un frammento di inestimabile valore, Pio XII tramite il Superiore generale dei Gesuiti, gli impose di restituirlo alla Fabbrica di San Pietro.
    Il frammento era propio quello che recava il graffito "Petros eni"!!!!
    Un ladro non mi pare possa esser preso a fonte certa di ciò che dice.
    La tomba costantiniana fu aperta con tanta grazia che vi caddero dentro molti calcinacci che.....coprirono le ossa che vi erano dentro e fecero credere agli "archeologi" che fosse vuota!!!!! e se ne andarono via. Fu un sampietrino a scoprire che invece dentro quella tomba sotto i calcinacci vi erano ossa e li raccolse dentro una cassetta che, mise in un ripostiglio dove la Guarducci le ritrovò molti anni dopo e che, analizzate, furono riconosciute essere le ossa di Pietro.

    Lasciamo quindi perdere il Padre Ferrua.
    Antonello.

    Antonello

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  19. Padre Ferrua oro colato? No, Antonello. L'ho citato poichè lessi il suo necrologio (morì ultra centenario) qualche anno fa su La Civiltà Cattolica. Sapevo di una feroce polemica che c'era stata con la Guarducci e nulla più. Non sono un archeologo per cui non so dove stia la verità. Alessandro

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  20. Prendo atto, carissimo Alessandro, della specificazione necrologica.
    Invito comunque chiunque vuol saperne di più a leggere le conclusioni della nostra grande epigrafista col cui lavoro ha permesso di ricuperare le ossa di san Pietro. Se la Provvidenza non avesse inviato questa donna la tomba vuota di san Pietro sarebbe stato veramente un mistero.
    Non c'è poi bisogno di essere archeologi per capire che intervenire di zappa in una ricerca archeologica o prendere a martellate un loculo per aprirlo equivale a voler fare un'operazione al cuore usando una forchetta e un coltello da cucina!

    Antonello
    "La c'è la Provvidenza"

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  21. Credo che sia piuttosto nota la differenza fra "vestire un cadavere" e "vestirsi per la celebrazione".

    Per le celebrazioni protocristiane, a che risulti dagli storici della liturgia, probabilmente si usava incenso (sull'esempio pagano ma anche ebraico, cioè cosa comune ai culti esistenti), ma si sa che si usavano i vestiti comuni, non certo i paramenti speciali come li intendiamo noi.
    L'uso dell'omoforion, p.es., che è uno dei paramenti sacri più antichi, si sviluppa almeno due secoli più tardi, e veniva peraltro indossato sugli abiti civili.

    Oltretutto, il realismo sacramentale dei primi cristiani non era certo il nostro, quindi non si può immaginare che usassero vesti purpuree (con quel che costava la porpora!) per le celebrazioni eucaristiche.

    Quindi, al di là della facile ironia, il corpo di Paolo è stato evidentemente rivestito di abiti sontuosi e non quotidiani, nè tantomeno liturgici, per il grande culto dei martiri che c'era già nei primi secoli.

    Poi se qualcuno trova un manipolo accanto a san Paolo...

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  22. La redazione dice: "gli abiti che indossava per il culto. Saranno andati a cercargli il vestito buono, quello che metteva per andare a spasso nel foro nei giorni di festa..."
    Dimenticando che l'incenso era pratica pagana e quindi aborrita dai primi cristiani.
    No c'era differenza, poi, tra il vestito a festa e gli abiti di culto; questo è molto paolino:
    1. perchè nel giorno del Signore si fa festa
    2. perchè c'è continuità spirituale e no separazione sacrale tra culto del Signore e vita nella carità fraterna; anzi il vero culto è, in primis, la carità fraterna.
    Quindi: chi brama i vecchi merletti e li attribuisce ai primi crisistani, è proprio senza carità.

    RispondiElimina
  23. anzi il vero culto è, in primis, la carità fraterna.

    scusa, sei cristiano o fratello massone. Non te l'hanno insegnato i tuoi falsi profeti che il vero culto va dato a Dio e che la carità fraterna, se non è radicata e alimentata in Cristo, non è affatto? al massimo è solidarietà consorteria, ma guarda che Carità è Amare come solo Dio ama e nessun uomo può riuscirci se non lo riceve da Dio e può riceverlo solo nella Chiesa e dall'Eucaristia, quella vera!

    ma tanto sembri (non voglio dire sei, perché non te lo auguro) impermeabile alle verità della Fede e la prossima volta temo ripeterai le stesse cose che vai seminando sul blog da diverso tempo

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  24. Aha, Inopportuno, pareva strano che su un argomento come questo, tuo cavallo di battaglia, non facessi capolino. Come le mosche al miele...

    Lo sproloquio tra vestito della festa e del culto, è poco comprensibile. Se vuoi dire che per il culto ci si mettevano i vestiti migliori e più ricchi, allora siam d'accordo. Se vuoi dire, come concludi alla fine (tra l'altro con un insulto che potevi risparmiarti), che il culto era dimesso, quotidiano e ordinario (come lo sono, mutatis mutandis, le messe di oggi), allora contraddici le tue stesse premesse.

    Infine, dici che l'incenso era pratica pagana aborrita dai cristiani. Bene: vorrà dire che quel sacello non contiene S. Paolo, ma il rex sacrificulus della religione romana. O che gli archeologi han scambiato pepe per incenso. O che i grani di incenso ci sono finiti per generazione spontanea.

    Insomma, qualsiasi cosa. Basta che non si contraddicano gli assiomi di cui Inopportuno et similia si nutrono: il culto ha da essere squallido e sciatto, perché così era ai tempi apostolici. Punto, due punti e punto a capo.

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  25. Interessante questo commento di Astolphus:
    [Lino prezioso di colore porpora (il colore degl'imperatori); lamine addirittura di vello d'oro; grani di incenso rari... chi glielo spiega questo, a tutti quei tristi liturgisti che hanno massacrato i riti della Chiesa, spogliato gli altari, bruciato le pianete e i broccati (imperativamente sostituiti da casule-gellabà in misto terital, con pàmpini, spighe e pagnotte appiccicati sopra), e tutto questo sostenendo che si doveva tornare all'essenzialità liturgica e alla povertà dei tempi apostolici?
    Sentito il Papa? Visto che cosa han trovato in una tomba "mai aperta prima" in 19 secoli e mezzo, di uno dei primi seguaci di Gesù Cristo, apostolo per giunta, morto appena trent'anni dopo di Lui e in epoca di sanguinose persecuzioni?
    E allora, o pseudo-liturgisti malati di archeologismo: ci dite per favore quando mai i cristiani hanno celebrato i loro riti nel modo squallido e povero a cui ci avete voluto far "ritornare"?].

    Interessante almeno come ipotesi di lavoro.

    Per confermarla ci vorrebbe un intervento di un esperto di storia liturgica.
    Che ne dice padre Mathias?

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  26. Un'osservazione induttiva.

    Come li han seppelliti gli ultimi Papi? In una cassa squadrata di legno di pino, di quelle usate dagli spedizionieri per la mercanzia. E come è la liturgia negli ultimi decenni? Ad immagine di quel feretro. Sciatta.

    Come doveva invece essere la liturgia, quando si seppelliva un San Paolo ammantato di oro e di porpora (e nonostante le persecuzioni)?

    Qui sta l'essenza del pauperismo che tanto ci affligge. Che non è povertà (uno dei consigli evangelici) ma ostentazione e ricerca dell'apparenza fittizia della povertà. Il pauperismo sta alla povertà come l'ostentazione millantatoria sta alla ricchezza.

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  27. Ma scusa Ludovico, se gli ebrei avevani abiti liturgici,perché mai i cristiani non avrebbero dovuto conservarli, come conservarono melodie di salmi, gestualità, elementi architettonici della sinagoga?

    Tu dici che usavano l'incenso il Reverendo Inopportuno afferma il contrario, certo che voi modernisti avete poche idee ben confuse.

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  28. No, don Gianluigi, mi perdoni se la correggo:

    i neoterici non hanno idee, ma le difendono con ardore.

    Antonello

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  29. Fatico a capire cosa si agita nella mente di chi sostiene a spada tratta che san Paolo celebrava vestito di stracci. Fosse anche vero, allora distruggiamo le basiliche per tornare alla semplicità dei tempi apostolici? Bruciamo millenni di arte sacra perché ai tempi di san Paolo non c'erano Giotto, Masaccio, Raffaello ecc. ecc.? L'idea che la liturgia debba essere "brutta", povera e dimessa nasce in un periodo ben determinato, negli anni Sessanta e Settanta, la più grande zona depressa estetica degli ultimi secoli, quando si diceva che erano "arte" le tele bianche sfregiate con il rasoio e le scatolette dal contenuto misterioso. Fortunatamente è un'epoca che sta tramontando. Io personalmente mi iscrivo fra gli estimatori del bello, ma chi ama le scatolette di Pietro Manzoni e affini è libero di farlo.

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    1. Ricordiamo ci sempre che la bellezza delle cattedrali ma anche delle piccole pievi di campagna era ed è sempre stata accessibile a tutti. La bruttezza deprime ancora di più che non ha nulla.

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  30. I neoterici coi loro gusti pauperistici sono come le mode: passeranno.
    Antonello

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  31. Eppure la veste di Gesù era pregiata.
    Eppure i Magi portarono oro, incenso, sì, proprio incenso, e mirra.
    Eppure Maria ungeva i piedi del Signore con unguenti costosissimi.
    Eppure Giuda diceva che i soldi spesi per quegli unguenti potevano esser dati ai poveri.
    Tutto torna. Giuda, Inopportuno (merlettaio) e neoterici vari, protestantizzanti, catarizzanti in ritardo sulla storia.

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    1. Grande Dante le Sue risposte sono sempre precise e taglienti.
      E' proprio vero: TORNA TUTTO!

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  32. Ottimo articolo...ops...non siamo ancora a lunedì 29 giugno 2015!

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  33. Nel portar certe reliquie un muletto lusingavasi che per lui gl'incensi fossero e le lunghe litanie, onde spesso riverente per le piazze, per le vie, salutavalo la gente.
    Ma trova chi finalmente gli leva dal cor l'inganno: - Non per te gl'incensi e i cantici, bestia sciocca, dal buon popolo si fanno, ma per ciò che in spalla porti. Rendi dunque alle reliquie quest'onor che non ti tocca -.
    Alla croce, al grado, al titolo, illustrissimi cretini, non a voi sono gli inchini.

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  34. E' interessante notare come alcuni appassionati di pizzi e merletti dell'epoca si siano portati ormai fuori dalla Chiesa.

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    1. E' la chiesa che ormai è uscita da sé stessa non certo loro.

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  35. Nella Chiesa c'è molto, ma molto di peggio. Un pizzo non è una verità di fede negata come se ne leggon e se n'odon tutti i giorni.
    Son tornato poco fa dalla Messa per la vestizione dei seminaristi del I anno di Gricigliano, tra i quali quattro miei dilettissimi allievi. Di pizzi ce n'eran tanti, ma quanto fervore in quella gioventù sana e devota, quanta partecipazione di fedeli!
    Purtroppo il 2 luglio non potrò partecipare all'ordinazione sacerdotale di 11 seminaristi, otto dei quali sono stati anch'essi stati miei allievi.
    Prima di parlare, Nuovo, bisognerebbe conoscer le persone, specialmente i ragazzi. Dati i miei 40 anni nella scuola ho l'occhio abbastanza esperto.

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    Risposte
    1. \Il problema non sono certo né i pizzi né i merletti ma ciò a cui vogliono associarli alcuni fanatici. Auguri per i suoi allievi.

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    2. Nuovo cambi disco. La distruzione della Messa è stata perpetrata per un preciso fine di quelli che la pensano come lei. La distruzione della Religione Cattolica. Questo è stato il vero obiettivo.

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    3. il problema Nuovo sei tu soltanto no gli altri !
      ...... passa per le acciaierie di Terni se le trovi aperte che ti rifanno nuovo !!! ..... non sottovalutare mai il prossimo .
      ma tu sei malato di razzismo e di rabbia repressa , non vorrei stare al tuo posto !

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    4. e ........ dulcis in fundo gli atri sono ''' certi fanatici ,, e tu chi sei invece ???

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  36. Un conto è la povertà ed un conto è lo squallore. Talune celebrazioni odierne sono veramente squallide è questo il problema. Le parrocchie di campagna, da dove vengo io, erano tutto fuorché ricche nel periodo pre-conciliare ma le celebrazioni erano tutt'altro che squallide!! Bisognerebbe riflettere: lo snaturamento della Messa è solo un disegno creato ad arte per dissolvere la Chiesa Cattolica. Ne sono sempre più convinto.

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  37. Mi unisco alla voce illustre del prof. Dante Pastorelli per condividere le sue considerazioni sulle "consegne dì talari" agli 11 seminaristi dell'ICRSS al termine del I anno (fra cui uno dal Sudafrica!). Io ho assistito mercoledì alla Santa Messa per le ordinazioni di 9 Suddiaconi e 7 Diaconi conferite da Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Cordileone, Arcivescovo di San Francisco: che commozione! Omelia meravigliosa e coinvolgente, in perfetto italiano e in inglese. Ce ne fossero tanti di Pastori così!

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  38. Per quanto mi riguarda mi addolora vedere dei fratelli che discutono anche animatamente sulle vesti dei Santi quando dovremmo (e mi batto il petto nello scriverlo) essere più ferventi nell'imitare le loro opere con le quali hanno radicalmente trasformato il mondo e dei cui frutti tutt'oggi godiamo tutti noi (di questi tempi di cristiani radicalmente tali non se ne vedono).
    Io sono stato battezzato da adulto e la chiesa preconciliare non l'ho conosciuta se non da qualche sito e dai racconti sui Santi e il loro legame di "Assoluto rispetto e riverenza" verso il Santissimo, un po' affievolito invero nei giorni nostri.
    Ammetto tuttavia che spesso le messe NO (non parlo di certi obbrobri di cui leggo qua e la che per fortuna non ho mai avuto il dispiacere di assistere) sono carenti in quella dimensione invisibile che è il trascendente. Spesso nelle messe odierne il fulcro sembra essere l'omelia (che è importantissima ma che, a mio avviso, indica la via ma non riesce a nutrire il cuore; solo il "pane degli angeli" può) e non la liturgia eucaristica.
    Perciò, capisco tanti fratelli che vorrebbero ritornare a una certa serietà liturgica che mostri la dovuta riverenza e il dovuto rispetto verso le realtà celesti (pizzi e merletti inclusi o meno; anche se i simboli sono fondamentali nella trasmissione di un messaggio; si v. i messaggi pubblicitari che ne fanno un uso smisurato).
    Mi riprometto di frequentare a breve, bambini permettendo, una celebrazione VO e di riportarvi le impressioni di un neofita in materia.
    Nel frattempo Vi prego fraternamente di non opporvi l'un l'altro ma di essere Uno in Cristo (abbiamo altri e più pottenti nemici cui badare...di questi tempi poi...).
    Complimenti per il vostro blog.
    Vostro fratello in Cristo
    Paolo Isaia.

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