Il vescovo: “Mancano preti, i laici sul pulpito”
Lo ha annunciato Franco Giulio Brambilla alle 22 comunità di tutto il Vergante.
di Cinzia Bovio de La Stampa del 19.02.2015
NEBBIUNO
«Più messa, meno messe» (vuoto ed improduttivo slogan, risibile nella sua drammaticità; "coniato" nel 1977 in occasione del XIX Congresso Eucaristico Nazionale di Pescara ed attribuito al Cardinale Jean Marie Villot, allora Segretario di Stato N.d.R.) nel Vergante.
Mancano sacerdoti?
Nelle funzioni domenicali sul pulpito salgano altri religiosi, diaconi o laici per le «liturgie festive della parola».
Lo annuncia il vescovo Franco Giulio Brambilla in una lettera alle 22 comunità tra Nebbiuno, Brovello, Belgirate, Lesa, Gignese, Colazza, Ghevio, Pisano, Massino e frazioni.
Da domenica i riti cambiano o diminuiscono lievemente: ne restano 6 nei giorni prefestivi e 20 nei festivi.
Alcune celebrazioni a rotazione saranno senza prete quindi senza eucarestia.
«Stress insostenibile»
Nel messaggio il vescovo ha spiegato le difficoltà: «Il calo del numero dei sacerdoti e l’aumento dell’età media, ma soprattutto la morte improvvisa del caro don Sandro Bottigella nella vostra unità pastorale, ci costringe a ripensare insieme il quadro delle celebrazioni». Il vescovo chiede «comprensione» per «non sottoporre i sacerdoti a stress insostenibile».
In questo momento sono cinque i don: Maurizio Medina, Emilio Micotti, Arnaldo Giulini, Massimo Galbiati e Albert Tafou Koudjo (ora in Togo).
«La riduzione delle celebrazioni – rassicura Brambilla - dovrà andare a vantaggio della qualità».
«E’ la prima volta in zona, ma non in Italia e nella nostra diocesi. Già dai tempi del vescovo Aldo Del Monte la “liturgia festiva della parola in assenza di celebrazione eucaristica” c’è in Valsesia» precisa l’Ufficio diocesano comunicazioni sociali. (Nostri amici Sacerdoti pastoralmente impegnati in nazioni del Nord Europa ci riferiscono che le Curie preferiscono adottare le "liturgie domenicali della parola" piuttosto che favorire l'esodo festivo dei fedeli per non perdere gli emolumenti statali previsti per le parrocchie effettivamente operanti. Drammatica la testimonianza di un religioso romano in vacanza in Svizzera: di domenica nella chiesa parrocchiale del paese al suono della campanella ha visto "uscire" dalla sagrestia una donna in piviale ... N.d.R. )
Già in molte piccole parrocchie (nella diocesi sono 64 con meno di 200 abitanti) non è più possibile assicurare la messa ogni domenica.
I vescovi piemontesi hanno recentemente approvato questa formula di liturgia festiva senza preti e senza eucarestia. (Che non è valida a soddisfare il precetto festivo, i fedeli ne debbono essere informati ! N.d.R.)
Per chi può però, raccomanda il vescovo, «è un dovere morale» muoversi e partecipare all’eucarestia. (Bravo il Vescovo ! N.d.R.)
«Nel nostro caso – spiega don Medina - si sono resi disponibili due suore, un diacono e un catechista laico». (Per mettere in pratica le raccomandazioni del Vescovo Mons. Brambilla non potrebbero organizzare dei pulmini per portare i Fedeli alla celebrazione Eucaristica nel paese più vicino ? Sarebbe del tutto ovvio e normale che le risorse economiche di una Comunità e di una Diocesi siano finalizzate "in primis" per la salute delle anime. N.d.R.)
Ogni settimana i fogli parrocchiali comunicano dove si svolgono le celebrazioni eucaristiche o le liturgie festive della parola. (Speriamo che i foglietti contengano anche una o più preghiere per chiedere al Signore, per intercessione della Santissima Vergine Maria Madre della Chiesa, di San Gaudenzio Vescovo e degli altri Santi e Sante della Diocesi, il dono di nuove e sante vocazioni Sacerdotali N.d.R.)
Speriamo si risolvano questi problemi....
RispondiEliminaguardate che è successo pure a noi:
RispondiEliminahttp://blog.messainlatino.it/2015/01/mantova-il-caso-della-messa-domenicale.html?showComment=1422628948522#c4176315047313198055
Pagliaccio!
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