Secondo il direttore dell'Ufficio Liturgico del Vicariato di Roma, la lingua volgare, il cambiamento dei riti (oh, lo ha ammesso!) e lo "spostamento" dell'altare (meglio sarebbe stato dire, il cambiamento dell'orientamento della celebrazione) sono state più che mai positive e necessarie.
Inoltre, interpellato sul ritorno della lingua latina visto come strumenale al pericolo di una deriva nostalgica e di opposizione all'apertura della Chiesa al mondo contemporaneo (cosa già di per sè errata) ha risposto, ovviamente, in maniera vaga e inconsistente, relegando (c'era da aspettarselo) il latino ad aspetti sentimentalistici e marginali.
La liturgia è uno strumento per evangelizzare. Verissimo! Ma se celebrata male, non ieraticamente, in maniera pretecentrica (o meglio antropocentrica) e sciatta (per non dire peggio) è causa della perdita del trascendente e del sacro, e, quindi, del fenomeno di dis-evangelizzazione degli ultimi decenni.
Che ne pensate? Commenti educati e pubblicabili eh, mi raccomando!
Roberto
Intervista con padre Giuseppe Midili,
direttore dell'Ufficio
Liturgico del Vicariato di Roma, sul convegno per il 50°anniversario
della prima messa in italiano celebrata da Paolo VI
di G. Galeazzi, da La Stampa, del 21.02.2015
“Uniti nel rendimento di grazie” è il titolo del convegno di
pastorale liturgica nel 50° anniversario della prima messa in italiano
celebrata da Paolo VI nella parrocchia di Ognissanti. Il 27 febbraio al
Teatro Orione di Roma, il Vicariato riunisce esperti e fedeli per
discutere della “svolta” conciliare mezzo secolo dopo. Padre Giuseppe
Midili dirige l’Ufficio Liturgico e illustra a “Vatican Insider”
l’iniziativa della diocesi del Papa.
Qual è il bilancio cinquant’anni dopo?
“Il bilancio è certamente positivo. L’uso della lingua parlata è
stato il segno più evidente della riforma conciliare, che voleva
restituire ai fedeli la liturgia come fonte della vita spirituale. La
possibilità di celebrare nella lingua del luogo ha reso comprensibili la
preghiera liturgica e i testi biblici. Tuttavia il cambiamento dei riti
e delle forme celebrative, inaugurato da Paolo VI, trovava
nell’introduzione della lingua parlata solo un aspetto di una riforma
più profonda, preparata dal Movimento liturgico e sostenuta dagli studi
di teologia liturgica pubblicati in quei decenni. Mi riferisco alla
posizione dell’altare e del sacerdote rispetto all’assemblea, alla
riscoperta di un luogo per la proclamazione della parola (ambone), al
recupero della preghiera dei fedeli e del ruolo attivo dei fedeli
durante la celebrazione”.
Cosa ha rappresentato per la liturgia l’introduzione dell’italiano?
“L’introduzione della lingua parlata ha reso possibile la
partecipazione piena, attiva e consapevole alla liturgia. Per il bene
dei fedeli era necessario individuare forme celebrative che
permettessero di «non assistere come estranei o muti spettatori a questo
mistero di fede». I fedeli, assistendo a una liturgia celebrata in una
lingua non compresa, hanno cercato forme più accessibili di preghiera,
devozioni private da recitare durante la Messa, mentre il sacerdote
pregava quasi da solo e il coro eseguiva canti a cui era impossibile
partecipare. Grazie alla riforma liturgica e con l’introduzione della
lingua parlata sono lentamente scomparse le forme individualistiche dal
contesto celebrativo, per restituire centralità alla celebrazione
comunitaria, alla quale tutti prendono parte”.
C’è il rischio che la nostalgia del latino sia strumento di opposizione all’apertura della Chiesa al mondo contemporaneo?
“Questo è un rischio che la Chiesa non corre, perché è per sua natura
missionaria, geneticamente aperta e in dialogo con il mondo. L’annuncio
del Vangelo rivolto a tutti, secondo il comando di Cristo, trova nella
liturgia la sua forma privilegiata: «la Chiesa evangelizza e si
evangelizza con la bellezza della Liturgia» (Evangelii Gaudium, 24).
Perché ciò si realizzi il Concilio ha indicato nei principi della
riforma liturgica la via maestra per il nostro tempo. Non si possono
sottrarre all’evangelizzazione energie preziose, lasciandosi
condizionare da impulsi nostalgici. É urgente evangelizzare gli uomini
di oggi con un linguaggio comprensibile, mentre i sentimentalismi
orienterebbero l’attenzione verso aspetti marginali”.
Qual è il senso del convegno promosso dal Vicariato di Roma?
“Il convegno vuole riscoprire e approfondire le motivazioni che
spinsero i vescovi del Vaticano II a promuovere una riforma della
liturgia. In questi cinquant’anni sono stati compiuti grandi passi, ma
tutto ciò che fu predisposto non sempre è stato attuato. Non è stato
sufficiente tradurre in italiano le formule o i testi della Sacra
Scrittura; rimane ancora un grande lavoro da compiere: aiutare i fedeli a
entrare profondamente nell’esperienza dell’incontro con Cristo, che si
realizza nella liturgia. Per fare questo occorre considerare che la
liturgia ha un modo di comunicare "speciale", fatto di segni, gesti,
parole e silenzio, musica e canto, al quale occorre essere introdotti
attraverso un percorso di formazione”.
Papa Francesco ha così a cuore il 50° da presiedere l’Eucaristia
nella stessa parrocchia dove Paolo VI celebrò per la prima volta in
italiano. Perché?
“La presenza di papa Paolo VI a Ognissanti, nel giorno in cui si
inaugurava un nuovo stile celebrativo, esprimeva il desiderio del
Vescovo di Roma di pregare insieme al suo popolo, celebrando secondo una
prima modalità rituale che era frutto dalla riforma liturgica. Papa
Francesco, con la sua presenza, intende sottolineare il significato di
quell’avvenimento ecclesiale e invita a valorizzare, sulla scia
tracciata dal suo predecessore, la forza evangelizzatrice della liturgia
per la Chiesa di oggi”.
L'altare deve essere eliminato poichè ai Giudei venne levato e non verrà mai più restituito fino alla fine dei tempi ed i mussulmani non lo hanno mai avuto.
RispondiEliminaIl futuro della liturgia si può vedere in molte sette nordamericane dove è rimasto solo un cialtrone col microfono vestito in borghese che blatera della misericordia sul democratico ambone.
Il seme della stramaledetta avarizia porterà Caino a non offrire al Signore nemmeno il pane ed il vino, figuriamoci se si offrirà quindi un cuore pentito e penitente!
Il bilancio 50 anni dopo? Positivo................AHAHAHAHAHAHA
RispondiEliminaCerto, non ci fosse stato il CVll sarebbe tutta un'altra cosa...
EliminaCerto Nuovo, almeno la decenza nelle celebrazioni liturgiche sarebbe rimasta.
EliminaSei al pari di Dio, Nuovo: conosci anche il futuribile.
Elimina"Qual è il bilancio cinquant’anni dopo?
RispondiEliminaIl bilancio è certamente positivo."
Ma chi è questo? Il portavoce di Satanasso? O, più banalmente, un povero sciocco?
E' uno che quando entra in Chiesa non sa manco perché lo fa!
EliminaQuos Deus perdere vult....
RispondiEliminaP.Midili come gli altri "professionisti" della liturgia riformata sanno che è il loro ultimo momento prima della loro grande disfatta.
RispondiEliminaPer questo, con l'ausilio della grande crisi economica, essi tengono loro schiavi organisti, maestri di coro, disegnatori e tagliatori di stracci liturgici, impiegati-preti e laici- degli uffici liturgici centrali e periferici per finire con i compiacenti giornalisti delle solite riviste paoline...
Lasciamoli gongolare su Vatican Insider ... sono unaa specie di caporali e di aguzzini temuti in questo periodo storico, temuti e odiati principalmente dai preti. Ma si sentono già accerchiati per dover ricorrere alle compiacenti interviste sul tornelliano sito ( così distante dalla realtà ecclesiale vera).
Lasciamoli gongolare prima della loro completa disfatta quando in ginocchio dovranno chiedere perdono a Dio e ai fratelli che hanno tenuti schiavi.
Non vedo assolutamente un bilancio positivo :( e poi ... in questo mondo d'oggi dove tutti spesso viaggiano e girano in paesi esteri com'è brutto partecipare ad una Messa in una lingua locale sconosciuta :( Com'è bella una Messa nella lingua internazionale della Chiesa!
RispondiEliminaConcilio Vaticano II dice che davvero non possiamo avere una ragionevole speranza che tutti gli uomini siano salvati
RispondiEliminahttp://eucharistandmission.blogspot.it/2015/02/concilio-vaticano-ii-dice-che-davvero.html
IL CONCILIO VATICANO DICE TUTTI I MUSALMANI, EBREI A ROMA,ITALIA STA ANDANDO AD INFERNO
http://eucharistandmission.blogspot.it/2015/02/il-concilio-vaticano-dice-tutti-i.html
Sono sempre i soliti discorsi triti e ritriti della propaganda post-conciliare: il latino non si capisce, la gente si annoia, il fedele deve partecipare, e altre amenità. Un'intervista inutile e sciatta come molte celebrazioni odierne. Esci di Chiesa e non vedi l'ora di andare a pranzo, dentro non ti resta nulla.
RispondiEliminaSono proprio bravi,,,,,tante chiese rovinate...balaustre vendute e distrutte....poveretti,,,questo per loro e positivo.....vadano zappare la terra!
RispondiEliminaLa modifica delle Chiese e l'innalzamento delle tavole calde di Guareschiana memoria ha fatto fare molti affari!
EliminaCondivido appieno la presentazione di Roberto.
RispondiEliminaL'articolo è l'inutile, stanca e lutulenta ripetizione di banalissimi luoghi comuni postconciliari che, fra l'altro, dimenticano la reale volontà del Concilio espressa nella Sacrosanctum Concilium, in cui si prevedeva il permanere del latino nella sacra liturgia, ed il canto gregoriano, ma che apriva, ove opportuno, alle lingue vernacole. La facoltà in casi particolari poi divenne legge.
Per convincere i perplessi - e mi limito a quest'aggettivo - circa la bontà dei frutti della riforma, credo che basti entrar in più d'una chiesa per notare immediatamente come il nuovo rito sia diverso da sacerdote a sacerdote, essendo ormai stato lasciato, per l'ignavia dei vescovi, campo libero alla fantasia dei singoli celebranti. Si dimostri inoltre, quanta reverenza si manifesti in atti e preghiere a Gesù presente sostanzialmente e realmente nel tabernacolo e sull'altare; quante anime oggi si santifichino grazie alla nuova liturgia, e quanti si siano santificati con la precedente.
Il concetto di partecipazione attiva è tutto esteriore, e non vera partecipazione ch'è quella interiore: unione al sacerdote e, per mezzo di lui, a Cristo Redentore.
Quanto alla comprensione, noi, da bimbetti, sapevamo cosa "accadeva" sull'altare, anche se non capivamo le parole pronunciate in silenzio dal sacerdote, e a sei anni sapevamo servir la messa. E la devozione degli analfabeti non era certo meno meritoria di quella dei sapienti odierni, che pensano di tutto capire. Già, capire: mi si dimostri quanto la stragrande maggioranza dei fedeli capiscano le letture bibliche, specie quelle storiche e allegoriche. Si intervistino questi fedeli all'uscita di chiesa e si appurerà come "dentro" non sia rimasto niente o molto poco.
Noi, testardi e lenti di cuore a giudizio di quello che dovrebb'esser il nostro Padre e la nostra guida, nei nostri luoghi di culto a coloro che non hanno il messalino, glielo forniamo noi in fotocopia, latino-italiano, e forniamo anche, in foglio a parte, le letture del giorno tradotte in italiano. A volte capita che gentilmente venga rifiutato: "per unirsi a Dio, basta sentire la lingua sacra della Chiesa", mi disse un'anziana signora un giorno.
Si faccia una seria indagine sulle conoscenze dei ragazzini che passano a Comunione e Cresima: l'ignoranza domina sovrana. E lo dico per esperienza di figli e nipoti, oltre che di migliaia di alunni con cui ho vissuto per decenni.
E' davvero impudente il magnificare gli esiti della riforma liturgica. I giornalisti così pronti ad esaltare il papa "uno di noi" facciano una seria indagine: domandino ai presenti in piazza S. Pietro se prima dell'Angelus siano stati a Messa e se si siano confessati, e se per caso non sian loro cadute le sacre particole tra i sampietrini.
E a proposito di evangelizzazione, si devono o no evangelizzar ebrei e islamici? La loro fede senza Cristo unico redentore, è salvifica? E perché il proselitismo è una sciocchezza? L'evangelizzazione è solo ad intra? E' questa sufficiente per "render discepole tutte le genti"?
Dante che dire... ha detto tutto.
EliminaE a proposito di evangelizzazione, si devono o no evangelizzar ebrei e islamici? La loro fede senza Cristo unico redentore, è salvifica? E perché il proselitismo è una sciocchezza? L'evangelizzazione è solo ad intra? E' questa sufficiente per "render discepole tutte le genti"?
EliminaLionel:
Questo è il risultato di accettare la lettera di cardinale Francesco Marchetti Selvaggiani nel1949.Se è possibile accettare la Lettera di Sant'Ufficio di Cardinale Francesco Marchetti allora perché stai sorpresi a questo momento.
Marchetti ha detto che c'era salvezza al di fuori della Chiesa e tutti non hanno bisogno di essere membri formali della Chiesa per la salvezza.
Così ora anche monsignor Fisichella crede non tutti bisogna entrare nella Chiesa nel 2015 perche Marchetti ha detto che ci sono delle eccezioni. Anche lei crede in questo.
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EliminaPastorelli come sempre ha esposto in maniera perfetta quanto penso circa i meravigliosi frutti liturgici del post-concilio.
EliminaE basta, Lionel, con queste cretinate che vai spargendo senza sosta ma con continuità maniacale. La salvezza dei non cattolici nella dottrina cattolica, condensata in quella lettera voluta da Pio XII, è punto fermo. Tempo fa ne ho parlato a lungo e non mi ripeto.
EliminaIl problema è che sei tu l'eretico, con tutto il movimento detto "tradizionalismo" - che niente ha a che fare col tradizionalismo cattolico, non Pio XII ed il S. Uffizio del 1949.
Se il bilancio è positivo Bergoglio che parla di ospedale da campo è un paranoico.
RispondiEliminaMa questi hanno problemi di dissociazione mentale, sono capaci di dire tutto e il contrario di tutto nello stesso momento.
Certe non notizie non meritano nemmeno di essere menzionate, soprattutto in tempo di Quaresima.
Leggi una pagina e trovi la verità, giri pagina e trovi l'eresia: Questo è il modernismo.
EliminaLa liturgia è Sacrificio e ,come tutti i sacrifici, richiede tempo ,fatica e denaro.
RispondiEliminaSe si prova fatica ad inginocchiarsi persino di fronte al Santissimo ,se il tempo viene impiegato solo in attività appaganti ed i soldi servono per finanziarle come possiamo parlare di Sacrificio e quindi di liturgia?
Caino offriva tutta robaccia stantia mentre Abele solo le primizie.
Se sapeste come i Giudei ci invidiano l'altare, simbolo del sacrificio, capireste come spesso osannano il babbeo di turno che vuole levarcelo.
Non ho mai sentito la mia seconda moglie, che era ebrea, invidiare l'altare cattolico, e nemmeno i suoi parenti o le mie due figlie che ho avuto da lei e che sono quindi ebree. A dire il vero neanche la mia attuale moglie, che è luterana, considera "bello" l'altare VO, anzi....
EliminaQuesto commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
EliminaProva con la quarta.
Eliminaprima, seconda, terza, quarta, . . . magari anche con la retromarcia ?
EliminaEh, no: se avanzo seguitemi, se indietreggio uccidetemi. Il Nuovo mica è bischero.
EliminaAh beh...con tutte le frequentazioni di questo tipo, è ovvio che il Nuovo poi sia un bestemmiatore incallito!
EliminaComplimenti...e te ne vanti pure!
A me sinceramente non sembri abbia detto nulla di così grave da strapparsi le vesti come state facendo.. ha posto l'accento sugli aspetti positivi della lingua vernacola in concomitanza con l'anniversario della prima messa celebrata in volgare, cosa avrebbe dovuto dire secondo voi "no abbiamo fatto un gran pasticcio meglio tornare al latino e al messale di Pio V??" suvvia, anche a me fa piacere sentire in chiesa le parole di Gesù, ciò che scriveva Paolo nelle sue lettere, i passi dell' Antico Testamento etc, la cosa grave sono gli abusi liturgici, le messe pagliacciate, non certo l'uso del volgare.
RispondiEliminaAnche usare la lingua sacra è un sacrificio, un sacrificio di lode all'Altissimo.
EliminaSignifica passare i pomeriggi a studiare verbi e declinazioni invece di scambiare simpatici sms con la diaconessa in vista del tanto anelato sacerdozio uxorato......
A proposito di abusi liturgici, nella parrocchia dove vivo al momento della consacrazione, l'unico in cui c'è un po' di silenzio che aiuta ad adorare e a mettersi in contatto spirituale con il Signore, ecco che il sacerdote fa ripetere all'assemblea questa formuletta: " E' il Signore Gesù che si offre a noi. Risultato: interrotto il momento di adorazione e di contatto spirituale. Io non la ripeto mai, ma un senso di irritazione mi pervade col rischio di rovinare il resto della messa già piuttosto squallido, in cui spesso mi ritrovo a ricevere l'Eucarestia da una signora o dal marito di questa; persone che, tra l'altro faticano anche a salutare se le incontri. Sono molto desolata e non conosco posti vicini dove si celebra in V.O. heidi
EliminaQuesti imbecilli di modernisti sono convinti che il Canone di consacrazione sia solo una formuletta magica da eliminare per il bene dei pochi plebani ancora ancorati alle superstizioni.
EliminaPurtroppo, nella loro coscienza, i modernisti si sentono dei pagliacci ed in effetti lo sono.
Il problema non è solo la lingua (il latino è stato per quasi due millenni la lingua sacra della Ciesa Cattolica) ma tutto il contenuto dell'intervista che esalta la riforma liturgica. Inoltre una lingua che si evolve come la vernacola fatalmente porta all'evoluzione della Verità che nel latino è fissata in modo immutabile ed imperituro.
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaE' la Parrocchia Sant'Abgelo di Bottegone a Pistoia?
EliminaAnonimo25 febbraio 2015 15:16
Vicino c'è la S. Messa VO il sabato a San Pantaleo alle 17:30.
Per Heidi: se scrivi in che città abiti ti possiamo suggerire il posto più prossimo a te dove si celebra in Forma Straordinaria.
EliminaErgo i nostri "fratelli" ortodossi non capiscono niente delle loro liturgie e pertanto sono condannati direttamente ad un eterna ignoranza religiosa................................diversamente da noi finalmente edotti in tutti i misteri religiosi.........................o no?
RispondiEliminaVorrei dire una parolina anch'io, sono una casalinga di quarantotto anni. L'altro giorno ho pensato alla Santa Messa in latino, lo "bramavo", perchè stavo seguendo sul computer di casa in diretta la Santa Messa a Medjuogorje ;che dire, ben celebrata, raccolta, ma ero andata in crisi perchè non ci capivo UN TUBO di quello che si diceva..il prete parlava, parlava con entusiasmo ed io -che conosco qualche lingua straniera, ma il croato no!- soffrivo, ed ho pensato...al latino! Che se la Santa Messa fosse in latino dappertutto potrei trovarmi in Uganda e riuscire a capire non dico proprio tutto, ma almeno il Vangelo! Mi pareva una buona idea, insomma, una lingua universale che accomuna tutti i cristiani: non c'è bisogno di crearne una nuova, si rispolvera il latino, per la gioia dei celebranti oramai quasi tutti "nonni". Poi, in un lampo di genio, ho pensato bene di cliccare sul TRADUCI con la bandierina italiana, ed ecco fatto (ognuno ha i suoi limiti). Ma con latino non ci sarebbe stato bisogno del traduttore, o sbaglio?
RispondiEliminaNon sbagli. la Chiesa Cattolica universale dovrebbe esprimersi in una unica lingua universale.
EliminaIn ogni caso, come diceva mons. Lefebvre ai suoi sacerdoti, prima la messa, poi la lingua. Una volta evangelizzati, i popoli seguono bene la liturgia latina, insomma.
Dopo quanto hanno detto Pastorelli e diversi altri ( anonimo delle 11.36; delle 13.17; delle 14.15; Hierro) non c'è molto da aggiungere. La tragica condizione della Chiesa è sotto gli occhi di tutti e pensare che la rivoluzione conciliare non ne sia una delle cause, significa nascondere la testa sotto la sabbia . In campo liturgico, poi, il Concilio non ha mai detto di fare lo scempio che purtroppo è stato compiuto. Giorgio
RispondiEliminama l'osservazione più banale del mondo è che il latino non compreso, è un'idiozia. Quando il prete celebra in latino, mica adopera formule magiche misteriose: celebra sempre con le stesse formule sacre, sempre uguali, pubblicate da decenni e secoli in testi e traduzioni quante se ne vogliono. Che c'è di misterioso ? solo l'idiozia di chi crede di celebrare sé stesso.
RispondiEliminaIl problema non è la lingua ma è che la nuova Messa non è più la antica Messa tradotta in italiano: basta confrontarle. E così i canti, il modo di accostarsi a ricevere Gesù Sacramentato, ecc. .... .
RispondiEliminaComunque probabilmente la convinzione che la nuova Messa abbia prodotto i frutti spirituali suindicati è solo personale di padre Midili, perché io ricordo benissimo che all'epoca le chiese erano strapiene ed ora sono quasi sempre meno le persone che vanno a Messa.
Inoltre con la globalizzazione ci spostiamo in molti all'estero ed andare a Messa con la lingua del luogo e non con una lingua sacra comune universale (quindi cattolica!!!) è veramente disarmante.
Comunque io ringrazierò a vita Benedetto XVI che ha saputo capire anche chi è diverso per sensibilità e ci ha restituito questo tesoro.
Esatto, il Concilio Vaticano II aveva partorito il Suo Messale, ed era quello del 1965. Il Messale di Paolo VI è STRAVOLGIMENTO TOTALE!
EliminaPer come sta andando la Chiesa credo che la pietra miliare di tutto questo fosse proprio l'abolizione della Messa. Chi dice che il problema fosse la lingua è in malafede e mente sapendo di farlo. Il problema era la sostanza altrimenti il Messale del 1965 sarebbe andato benissimo tanto è vero che molti padri conciliari consideravano conclusa la riforma liturgica con quel testo. Il problema è ed è sempre stato la sostanza, portare la Chiesa Cattolica ad un sostanziale protestantesimo ed oggi ne vediamo i frutti. Benedetto XVI è stata solo una breve e neanche troppo efficace barriera a tutto questo ma ha l'immenso pregio di averci riportato a poter usare il Messale del 1962. Una goccia in questo deserto ma a volte le piccole gocce dissetano le anime più affrante.
EliminaAnche mons. Lefebvre aveva introdotto nel suo seminario il rito del '65. Poi risultò chiaro il progetto dei novatori che lo ritenevano un ballon d'essai per altre e più radicali riforme, come in effetti avvenne. Così il presule tornò al messale del '62.
EliminaAnonimo delle 14,07, i Giudei ci invidiano l'altare tant'è che stanno facendo di tutto per impadronirsi della Cattedra di Pietro.
RispondiEliminaAnonimo delle 14,07, i Giudei ci invidiano l'altare tant'è che stanno facendo di tutto per impadronirsi della Cattedra di Pietro.
RispondiEliminaCosì come i Musulmani e il Califfato...ci vorrebbe una nuova crociata del Santo Rosario come alla battaglia di Lepanto, ma purtroppo il Sommo Pontefice non è di questo avviso, inoltre (sono parole sue) ha paura della sofferenza, per cui appena l'Isis arriverà in Vaticano lui gli aprirà le porte sante e scapperà in Argentina (tanto ha mantenuto il passaporto)...
EliminaPer Roberto:
RispondiEliminaNon concordo affatto che la liturgia sia uno strumento di evangelizzazione. Accanto al fatto sacrificale, il più importante, c'è sempre stato anche l'aspetto catechetico, o pedagogico, ma come preparazione del primo. Guardiamo all'antichità. Terminata l'omelia, i catecumeni venivano congedati e così pure i penitenti. Ad Aquileia è interessante notare che, a fianco della grande basilica patriarcale, esiste ancora un'aula parallela, più piccola: il cathecumenèion, adibito alle riunioni di catechesi impartite dal vescovo e dai presbiteri. Lì si leggeva e si commentava ampiamente la sacra Scrittura. Le letture della Messa erano invece concepite più come celebrazione di Cristo-Verbo di Dio, Cristo Maestro, precedente la celebrazione di Cristo Salvatore, vittima e sacerdote. Tant'è vero che ancor oggi un sacerdote, generalmente per motivi di salute o d'età, può chiedere la facoltà di celebrare ogni giorno, invariabilmente la stessa Messa votiva, con le stesse letture. E' chiarissimo dunque che l'aspetto catechetico è secondario, quello celebrativo invece è fondamentale.
Inutile fare dell'ideologia: la storia lo dimostra. Già dai primi secoli la partecipazione alla liturgia è la meta conclusiva di un cammino di iniziazione cristiana che parte dalla testimonianza e dall'evangelizzazione compiuta da altri credenti nella vita quotidiana, domestica e civile, sempre extraliturgica. Nessuno si è mai sognato di approfittare di un rito cristiano per evangelizzare, se non in una società già ampiamente credente, per non incorrere nel rischio, oggi evidentissimo, di vedere banalizzate, fraintese e profanate le verità cristiane.
Il guaio è che non sembra si cerchino veramente nuovi strumenti e àmbiti di evangelizzazione, equivocata per proselitismo; così si ripiega malamente e fiaccamente sull'esistente: una Messa sempre più sfigurata.
ALIUS concordo perfettamente con lei! La Liturgia è in primis celebrazione del Sacrificio di Cristo da tenere ben distinta dalla evangelizzazione. Questi modernisti che parlano del ritorno al cristianesimo delle origini farebbero bene come dice ad ammirare proprio il complesso abbaziale di Aquileia ed imparare. Le lezioni di dottrina e la lettura della Bibbia e del Vangelo sono solo propedeutici alla comprensione della Messa. Voler mettere tutto all'interno della celebrazione eucaristica crea, come oggi avviene, una immane confusione: col celebrante e i vari partecipanti all'"assemblea" (mamma che orrore chiamare la Messa assemblea) che parlano parlano parlano.......che si perde l'Essenziale!
EliminaAttenzione, amici! L'evangelizzazione non si esaurisce nella liturgia della Parola, come oggi suol dirsi. Cosa c'è di più evangelizzante del Cristo che si ripresenta misticamente sull'altare, inverando e incarnando nel Suo Corpo e nel Suo Sangue la Parola? Forse che i cristiani già catechizzati non han più bisogno di approfondimento e richiamo?
EliminaDa rimarcare ancora che la S. Messa non esaurisce la liturgia, il culto pubblico che la Chiesa rende a Dio, di cui certo è il culmine.
Credo, quindi, che Roberto, sia pure senza più precisamente specificare, volesse affermare proprio questo: tutte le forme della cattolica liturgia son opera di evangelizzazione. Basterebbe pensare ai Vespri.
Ora m'è tornata in mente una massima del card. Van Thuan: eucaristizzare per evangelizzare. L'Eucaristia, non solo per i sacerdoti, ma anche per i fedeli, è sorgente di evangelizzazione.
EliminaPensassero alla Diocesi di Roma e ai preti come celebrano. Ogni domenica è un disastro, basta girare... celebrazioni sciatte e omelie scadenti
RispondiEliminaIo vado da alcuni mesi alla messa della FSSPX. Se devo fare un primo bilancio posso dire che la mia vita spirituale è molto cambiata per profondità ed impegno nella lotta ai peccati e frequenza alla confessione.
RispondiEliminaTuttavia mi rimane un po' di nostalgia per la parola che era più abbondante e ricca nella messa nuova. Sono invece contento di essermi liberato delle tremende e vane preghiere dei laici e della loro presenza in generale.
Benissimo per il senso che si ha del sacerdote che celebra il sacrificio
e non una cena.
Se devo dare un giudizio estetico la messa moderna aveva un maggior sintesi, meno ripetizioni. Ma, come esperto d'arte ,questo lo dico come lo si dice che è più sintetico un quadro di Cezanne rispetto a un Botticelli.
Volendo si sarebbe potuto fare una sintesi mantendo tutto quanto è teologico del vecchio ma con la maggior sintesi del nuovo.
E penso che così avrebbe potuto tranquillamente essere se non fosse, e qui è per me il punto cardine, per la teologia sovvertita e le omelie.
Recentemente ho ascoltato alcune omelie moderne sul web e sono inorridito.
Il problema non è tanto la messa ma la predica ad essere micidiale per la fede. Un'omelia che ho sentito registrata in una messa antica ma non lefebvriana presentava tutte le caratteristiche di quella moderna, persino la citazione di Budda... così chi ha una fede debole la perde del tutto.
La Messa antica non serve a niente se l'omelia non è antica.
Non so in cosa consista la sintesi della messa moderna. Il canone cosiddetto d'Ippolito? la riduzione ai minimi termini dell'Offertorio? l'eliminazione dei salmi iniziali, del Vangelo di Giovanni? Delle stupende preghiere del Canone Romano che quasi più nessuno utilizza più?
EliminaA queste omissioni corrisponde la sovrabbondanza di letture a cui pochi stan davvero attenti e, soprattutto, i continui interventi del celebrante che inventa un suo rito che non è quello del NO.
Non abbiamo bisogno di manichini del settecento, agghindati come damigelle. Molto meglio la liturgia secondo il nuovo rito, che non vuol dire abusi liturgici, ma semplicità senza tanti fronzoli
RispondiEliminaCi puoi fare un esempio di questa meravigliosa semplicità così fondamentale per non diventare manichini agghindati come damigelle?
EliminaGrazie.
Guardi che il parroco che è stato dal 1917 al 1967 alla pieve del mio paesino era tutto fuorché una damigella del 700. Una pianeta non credo possa definirsi "agghindamento". E' la SOSTANZA purtroppo che è cambiata e lei fa finta di non saperlo.
EliminaLei è sicuramente una guida cieca di altrettanti ciechi.... ed inoltre piena di livore gratuito verso chi non conosce e verso una liturgia sublime che volutamente ignora. Probabilmente quando celebrava e diceva "...in unione al nostro Papa Benedetto.." non era sincero.
EliminaLa solita ridicola idea modernista: "segno della pace" con tutti salvo che non vadano alla Santa Messa col rito Straordinario.
Se ne faccia una ragione : andare alla Messa in latino è considerato "peccato" solo dagli imprudenti che per giunta se ne fanno beffe dei pronunciamenti della Chiesa ( che forse ha più discernimento di loro ).
Caro Dante
RispondiEliminaParole sante quelle che dici in merito alla "Cresima", ho una nipotina che fa il secondo anno di catechismo per la cresima, ne deve fare ancora un terzo (altre parrocchie lo fanno in due anni), Giovedì passato all'uscita dal catechismo ho chiesto di cosa si è parlato, mi ha risposto, abbiamo "Giocato" , ti posso assicurare che non insegnano nulla della fede cattolica, ho domandato se hanno parlato del Purgatorio, mi ha risposto solo una volta e per poco tempo, dico, dopo due anni di catechismo siamo punto e a capo, questo vale anche per la comunione fatta a suo tempo.
Purtroppo lo scempio non sembra arrestarsi, questa mattina durante la messa, il sacerdote ha fatto salire all'altare una ventina di bambini i quali frequentano il catechismo per la prima comunione, messi in semicerchio dietro all'altare con un microfono ha recitato con loro il Kyrie eleison, in italiano ovviamente, fatti scendere, li richiama per la recita del Padre nostro, più che una liturgia era uno show, credimi, stavo per uscire dalla chiesa perché non reggevo più, non sono uscito solo perché la mia nipotina faceva la chierichetta insieme con altri otto o nove bambini.
La Santa Messa in rito antico è il cuore pulsante della fede cattolica, il trapianto di 50 anni fa ha causato l'agonia del paziente, auguriamoci che nostro Signore venga in soccorso.
Verrà, verrà. L'ha promesso.
EliminaPerfettamente d'accordo... così non mi mandi al rogo. Ci pensa qualcun altro in questo blog, lì dove ci accusa d'iniquità e diabolicità.
EliminaNONOSTANTE NON SIA SUFFICENTEMENTE CHAIRA LA VOLONTA DI ALLESTIRE LA TAVOLA LUTERANA AL POSTO DELL'ALTARE SACRIFICALE SI' E' RIUSCITI A SCONVOLGERE L'IDEA DI MESSA.CAMBIA LA LEX ORANDI E CAMBI ANCHE LA CREDENDI.ORA LA LITURGIA POSTCONCILIARE ULTERIORMENTE PEGGIORATA DALL'ABUSIVISMO CLERICALE SI CONNOTA COME UNA INDEGNA PARODIA UMANA RIVOLTA AL CULTO DELLO STESSO UOMO.L'ASSENZA DEL SACRO PORTA ALLO SVUOTAMENTO DELLE CHIESE POICHE LA LITURGIA DELLA RIFORMA NON ATTRAE E NON COMUNICA PIU IL TRASCENDENTE,IL DIVINO ,DIO STESSO.TUTTO CIO SI TROVA ANCORA NEL RITO TRIDENTINO.VERA LITURGIA DELLA CHIESA DI CRISTO .LA RIFORMA LITURGICA E' STATA VERA TRAGEDIA
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