Leggete questa novità della Curia friulana. Che ne pensate? Si tratta di una bella iniziativa per far sperimentare ai giovani che le buone azioni non sono pericolose (ma anzi, fanno del bene a chi le riceve e a chi le fa) inducendoli così a continuare anche da grandi e a farsi buon esempio, o c'è rischio di uno svilimento e uno strumentalismo sentimentale e superficiale delle opere di carità?
Diteci la vostra.
Diteci la vostra.
("Quando invece tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, 4 perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà", Mt, 6, 3-4)
Roberto
da il Messaggero Veneto del 12.02.2015
UDINE.
Più che l’abilità a recitare
senza un intoppo l’Atto di dolore o il Salve regina, sono i gesti
di carità nei confronti del prossimo a far punti, a patto che vengano
immortalati da un selfie. Portare la spesa al vicino anziano, andare a trovare
la nonnina alla casa di riposo, se non accatastare la legna per chi è
immobilizzato, oppure organizzare una raccolta di beneficenza, per poi
documentare quell’azione caritatevole pigiando sul tasto della fotocamera del
proprio smartphone.
È così che l’Ufficio diocesano di
Pastorale giovanile ha inaugurato un percorso di animazione dell’anno
catechistico che parla il linguaggio dei ragazzi e che ha già reclutato 360
giovani, studenti dalla quinta elementare alla terza media, appartenenti alle
parrocchie dell’Arcidiocesi di Udine, decisi a partecipare alla gara di bontà.
A sdoganare i nuovi mezzi di
comunicazione a colpi di tweet ci aveva già pensato Papa Francesco [si dimentica l'autore che il primo tweet fu lanciato da Benedetto XVI, n.d.r.] che in due
anni ha raccolto 18 milioni di follower su twitter. E su quella strada si era
incamminato anche l’Ufficio diocesano di Pastorale giovanile, attivissimo su
facebook come del resto su Twitter. Ma ad asservire gli smartphone a scopi
caritatevoli nessuno ci aveva mai pensato, tanto che l’iniziativa diocesana rappresenta
un primato a livello nazionale destinato a essere esportato su più vasta scala.
A illustrare l’iniziativa è il
vicedirettore dell’ufficio di pastorale giovanile don Daniele Antonello. «Nel
solco di Magicavventura, un’esperienza ultradecennale di animazione
inserita nell’anno catechistico, stavolta abbiamo deciso di riferirci all’anno
diocesano della Carità – sintetizza don Antonello – di modo da coinvolgere i
ragazzi e aiutarli a fare esperienza con piccoli gesti di carità quotidiana che
possano essere documentati».
Così è nata “Selfie con noi”, una
gara a punti che i ragazzi delle varie parrocchie sono chiamati a giocare
divisi in squadre, in cui vince “chi ama di più”.
A disposizione dei gruppi ci sono
alcuni mesi, fino alla Festa dei ragazzi in aprile. L’obiettivo è trovare
momenti al di fuori dell’ora di catechismo per fare del bene. Sta alla fantasia
di ciascuno individuare il modo, a favore di anziani e disabili, malati o
indigenti. Che sia spalare la neve, portare una ventata di buonumore in casa di
riposo, o piuttosto partecipare alle iniziative della Caritas se non della
parrocchia, va bene comunque. E, una volta immortalato il gesto con un
autoscatto, basta spedire il selfie all’Ufficio di Pastorale giovanile per far
aumentare punteggio alla propria squadra.
La data ultima per l’avvio dei
selfie della carità è fissata per il 12 aprile, ma ne sono arrivati già a
decine via mail con tanto di nome della squadra, parrocchia e descrizione della
carità svolta. Ogni scatto vale 10 mila punti.
L’iniziativa, che è stata lanciata
con l’anno di catechesi, è passata al varo pochi giorni fa con l’arrivo dei
primi selfie. Ed è subito decollata con la definizione di una classifica
provvisoria. «Abbiamo deciso di utilizzare i mezzi preferiti dai ragazzi per essere
più vicini al loro linguaggio, pur aprendoci con grande attenzione a una forma
di comunicazione virtuale che ha le sue insidie – premette il direttore
dell’Ufficio di Pastorale giovanile don Maurizio Michelutti – è bene imparare a
entrare nel loro mondo anche per riaffermare la bellezza del face to face,
che è sempre preferibile al facebook» ironizza don Michelutti.
L’ambizione è che il percorso
intrapreso dai ragazzi friulani possa essere seguito da altre diocesi.
E proprio in questi giorni l’équipe
dell’Ufficio di pastorale giovanile di Udine è a Brindisi per un convegno in
cui le varie diocesi si confrontano con la necessità di individuare nuovi
strumenti per per coinvolgere i ragazzi. Una strada che i friulani stanno già
battendo a suon di selfie.
Alla fine, la raccolta di questi
scatti, papà e mamma permettendo, dovrebbe essere pubblicata e circolare in
maniera virale sul web, perché anche il bene può essere contagioso.
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RispondiEliminaAnonimo (guarda caso sempre anonimi) il suo commento è fuori tema con l'argomento del post.
EliminaLa citazione evangelica all'inizio dice tutto : la carità si fa in silenzio
RispondiEliminaPotrebbe essere una buona iniziativa: in fin dei conti, gli unici a vedere i selfie sono quelli dell'Ufficio per la Pastorale, è il fatto che i punti siano dati ad una squadra garantisce ancor più l'anonimato.
RispondiEliminaSolo una "nota di colore": 10.000 punti non sono un po' inflazionati?
Capisco il senso dell'iniziativa, tuttavia... bisognerebbe che l'Ufficio per la Pastorale Giovanile spieghi ai ragazzini che la carità non è vanità
RispondiEliminaLa carità non è vanità: giusto!
EliminaPerò, quando i ragazzini osserveranno che i servizi di barbitonsura e doccia per i barboni di Roma sono stati annunciati anche al telegiornale delle 20, con squilli di tromba, rulli di tamburo e lodi sperticate ... cosa rispondi?
Mi scusi, ma che domande fa? Cosa c'entro io con gli annunci del telegiornale? Risponderei la stessa cosa comunque: la carità non è vanità.
EliminaEvidentemente non mi sono spiegato.
EliminaSono perfettamente d'accordo con Lei, ma ... crediamo davvero che un qualsiasi ufficio episcopale ritenga necessario spiegare che "la Carità non è vanità", quando i superiori eminenti ed eminentissimi del medesimo ufficio si prodigano fuor di maniera affinché "la Carità sia vanità"?
D'accordo con i commenti precedenti, aggiungerei che se all'epoca di Gesù fare l'elemosina era un modo per farsi notare, oggi l'altruismo come la pratica religiosa sono snobbati, quindi il senso da dare all'iniziativa è quello della testimonianza.
RispondiEliminaCredo che sia un'arma a doppio taglio. Sono d'accordo con la frase evangelica affinché non diventi vanità, un gioco; ma allo stesso tempo concordo con l'anonimo delle 11:16. E' un po' strano, bisogna davvero stare attenti, affinchè poi non si dica poi tra le squadre, io ho vinto perché abbiamo fatto più punti di voi, q quindi siamo più meritevoli. con i giovani ed i nuovi mass media la cosa può scivolare facilmente di mano. A.
RispondiEliminaConosco la curia di Udine e l'ufficio della pastorale giovanile e concordo con l'iniziativa, ben adeguata ai tempi attuali. Usiamo la tecnologia per il bene, che diventa contagioso se lo si pubblicizza un po'. Vi ringrazio per lo spazio, mandi. Luisa da Pagnacco
RispondiEliminaAnch'io appartengo all'Arcidiocesi di Udine e devo dire che preferirei ben altre proposte (mi riferisco alla "MagicAvventura") per il percorso catechistico dei ragazzi delle medie. Se non ci fosse l'Arcivescovo a prendersi cura della pastorale giovanile e a volere gli incontri penitenziali e le veglie di preghiera nei tempi forti dell'anno liturgico, la MagicAvventura si ridurrebbe a belle attività in cui l'animazione la fa da padrona condite da qualche preghierina. Ai miei ragazzi del catechismo (età di scuola media) propongo piuttosto momenti di Adorazione Eucaristica settimanale, il Rosario, riflessioni sulla vita dei Santi, riflessione sull'importanza dell'Eucaristia e della Confessione,... e vengono tutti entusiasti anche facendo qualche sacrificio con le partite di calcio, musica,...
RispondiEliminaConosco benissimo l'Arcidiocesi di Udine, vivendoci da 54 anni, e posso solo dire che le iniziative che l'Ufficio di Pastorale Giovanile sta proponendo sono delle piccole pezze ad un danno che è stato fatto per anni. La nostra era un'Arcidiocesi gloriosa, ricca di preti (erano 800 nel 1973 e 300 oggi, solo 9 quelli sotto i 40 anni!!!) e di fede. In questi ultimi quarant'anni, sotto la guida di un Vescovo "profeta" (che era un sant'uomo ma che non è stato in grado di governare) è stato distrutto tutto. Il clero si è appiattito a una classe di nostalgici assistenti sociali sessant'ottini, impegnati a parlare di vicinanza al popolo, a riaffermare il disgusto verso Roma e a celebrare in lingua friulana (senza permesso della Santa Sede e senza che ormai quasi nessuno sotto i 50 anni parli più il friulano). Clero, che in parte è stato formato nell'ALTERNATIVA (un bel numero di preti negli anni 70 non è stata formata in seminario, ma in ALTERNATIVA...nelle canoniche da alcuni preti-amici...uno qui e uno lì...-vi renedete conto?!!!)Il nostro Arcivescovo, grande pastore e guida sicura, arrivato da Treviso qualche anno fa (poverino) è disprezzato dalla grande maggioranza del clero che dice "dica quello che vuole, abbiamo sempre fatto così". In un consiglio presbiterale, in cui cercava di riorganizzare la vita della Diocesi i preti, stizziti, hanno detto che, prima di parlare di "cose pratiche" bisogna chiarire "quale ecclesiologia bisogna usare" e pensate un po'...senza preoccuparsi dell'Arcivescovo e senza capire che la loro voce in capitolo è pari a zero, hanno parlato di: sacerdozio femminile, sacerdozio uxorato....e il povero Vescovo imbarazzato. Il nuovo consiglio presbiterale invece, discute sul problema dei preti giovani "pieni di presunzione pastorale e dediti a pratiche pre-conciliari" (probabilmente perchè indoissano il clergy). Ringrazio Dio per avere nella mia parrocchia un sacerdote giovane, che non si vergogna di parlare di dottrina della Chiesa, Eucaristia, Confessione (beh, si, noi abbiamo intere zone pastorali in cui i preti hanno INSEGNATO che la confessione non serve e dove da anni si dà l'assoluzione generale prima della Messa di Natale e di Pasqua)...
RispondiEliminaPer non parlare delle zone in cui, visti i pochi sacerdoti, c'è la LITURGIA DOMENICALE IN ASSENZA DI PRESBITERO... questa pratica era stata concessa dall'Arcivescovo Brollo a precise condizioni...e adesso la fanno dovunque...e se l'Arcivescovo richiama il suo clero sulla pericolosità di tale pratica ribadendo la centralità della celebrazione liturgica i nostri preti sapete cosa rispondono? Parroci di comunità in cui una tale pratica viene svolta in concomitanza ad una celebrazione eucaristica a 1 chilometro rispondono :"Messa o non Messa non cambia nulla...basta che la gente si incontri (a mo' di presidenti della pro-loco locale)...poi tanto siamo tutti preti grazie al Battesimo". Pochi giorni fa, un sacerdote ospite in una comunità del medio friuli ha concelebrato la Messa col parroco in un paese, pur potendo presiederla nel paese vicino perchè.....i laici avevano già preparato la predica per la liturgia in assenza di presbitero!!! Questo clero, vecchio per idee e per età non riconosce il suo fallimento... il Seminario era vuoto (adesso, grazie al nuovo Arcivescovo si sta un po' ripopolando....ah, anche qui Mons. Mazzocato è accusato di far "campagna acquisti"), le chiese vuote, giovani in chiesa non ce n'è...l'opinione pubblica è lontanissima dalla Chiesa...
EliminaI giovani non ci sono...e l'Ufficio di Pastorale Giovanile invece di inventarsi queste cose "accessorie" pensi all'essenziale... Per anni sono stati preparati sussidi di catechismo per le classi medie senza nessun riferimento a Gesù Cristo (se non usandolo come "citazione" relativa ai grandi temi affrontati dai catechismi diocesani: AMICIZIA, IMPEGNO, ACCOGLIENZA, FELICITà...)...ora si preoccupi di parlare un po' dell'ABC della fede..
Pregate per noi, per il nostro Arcivescovo mons. Mazzocato che molte volte si trova veramente solo e deriso...per il nostro clero e per noi, poveri cristiani...
Scusate la poca organicità nell'esposizione...ma sono da quarant'anni che mi porto dietro queste tensioni...
Certo che preghiamo per voi! L'arcivescovo Mazzoccato sta facendo del suo meglio, l'ho conosciuto quando era Pastore a Treviso e aveva accolto benevolmente, nel monastero della Visitandine che conservano il cuore di San Francesco di Sales, Sacerdoti, Seminaristi e Suore dell'ICRSS venuti in pellegrinaggio nel 2006. So che sta cercando di mettere ordine anche nei conti della Caritas...che Dio lo aiuti!
EliminaSono sempre più convinto che per dare un piccolo segno di risanamento alla nostra cara Arcidiocesi, l'Arcivescovo dovrebbe iniziare affidando una parrocchia di Udine ad un Istituto come la Fraternità Sacerdotale di San Pietro (o altro istituto che celebri in entrambe le forme, ordinaria e straordinaria) e inserisca questa celebrazione anche all'interno del Seminario dove attualmente si insegnano, tra alcune cose ortodosse, molte "dottrine" protestanti come la falsità della Verginità di Maria o cose simili.
EliminaAssicuro di cuore la mia preghiera per il mio caro arcivescovo, una vera e propria benedizione dopo decenni passati a perdere sacerdoti, e la pastorale giovanile pensi a cose più serie che a queste stupidaggini!
EliminaConfermo, dovrebbe incardinare in città o la FSSP o l'ICRSP e garantire una celebrazione quotidiana in una delle CHiese di Città.
EliminaC'è ancora una Diocesi a Udine?!Credevo si fossero autoproclamati chiesa autonomo-popolar-friulana... Liberate il povero Mazzocato vescovo validissimo!
RispondiEliminaIl disastro della Chiesa conciliare è irreparabile e senza appello per cinquant'anni i papai hanno disperso e distrutto un tesoro di sapienza e di fede. Molti papoi finiranno all'inferno per aver permesso ciò.
RispondiEliminaConfermo, la distruzione sta procedendo con passi da gigante
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