Proprio ieri avevamo parlato del Card. Burke e della sua contestazione di una frase del Papa, e oggi leggiamo questa anteprima terribilis: apprendiamo dal blog di Sandro Magister la notizia di una possibile "degradazione" del cardinal Burke, che se confermata sarebbe davvero scandalosa. E purtroppo Magister poche volte (quasi mai) si sbaglia.
A far maggiormente rabbia e sconcerto, penso, non sarebbe tanto lo spostamento (certo, il fatto che il Papa se ne voglia liberare, pure questo farebbe masticar amaro) quanto piuttosto il "demansionamento" senza giusta causa. Non ce ne vogliano i cari Cavalieri anzi!), ma, dice bene Magister, il patronato dello SMOM è sempre stato accessorio ad altri ed alti incarichi dicasteriali e non una radura esiliare. Nel caso del Card. Burke, se davvero venisse confinato "a Malta" sarebbe davvero palese la volontà papale di non rispettare nemmeno quel senso curialesco del "promoveatur ut amoveatur".
A far maggiormente rabbia e sconcerto, penso, non sarebbe tanto lo spostamento (certo, il fatto che il Papa se ne voglia liberare, pure questo farebbe masticar amaro) quanto piuttosto il "demansionamento" senza giusta causa. Non ce ne vogliano i cari Cavalieri anzi!), ma, dice bene Magister, il patronato dello SMOM è sempre stato accessorio ad altri ed alti incarichi dicasteriali e non una radura esiliare. Nel caso del Card. Burke, se davvero venisse confinato "a Malta" sarebbe davvero palese la volontà papale di non rispettare nemmeno quel senso curialesco del "promoveatur ut amoveatur".
Forse Francesco si vuole "vendicare" delle tirate d'orecchie ricevute dal porporato americano? O del suo porsi in forte contestazione di alcune decisioni e linee papali? Dio non voglia! Sarebbe davvero il punto di non ritorno e l'inizio della "rivolta" pacifica dei tradizionali per i quali il Card. Burke diventerebbe un "martire" e una guida, ancor più di quanto non lo sia già ora.
Già fin troppe teste "ratzingeriane" il Papa ha già fatto saltare in modi e in tempi eclatanti (Piacenza in primis) e dopo quella eventuale di Burke la reazione dei cattolici si leverebbe forte e aumenterebbe il malcontento in ogni parte del mondo.
Già fin troppe teste "ratzingeriane" il Papa ha già fatto saltare in modi e in tempi eclatanti (Piacenza in primis) e dopo quella eventuale di Burke la reazione dei cattolici si leverebbe forte e aumenterebbe il malcontento in ogni parte del mondo.
Roberto
Esilio a Malta per il Card. Burke
Da
impeccabile prefetto del supremo tribunale della segnatura apostolica, è
sul punto d'essere declassato al ruolo puramente onorifico di "patrono"
di un ordine cavalleresco.
Per volontà di papa Francesco
di Sandro Magister (17.09.2014)
Per volontà di papa Francesco
di Sandro Magister (17.09.2014)
CITTÀ DEL VATICANO, 17 settembre 2014 – La “rivoluzione” di Papa Francesco nel
governo ecclesiastico non perde la sua spinta propulsiva. E così, come avviene
in ogni rivoluzione che si rispetti, continuano a cadere teste di ecclesiastici
ritenuti meritevoli di questa metaforica ghigliottina.
Nei suoi primi mesi da vescovo di Roma, papa Bergoglio provvide subito a trasferire a incarichi di minor rango tre personalità curiali di spicco: il cardinale Mauro Piacenza, l'arcivescovo Guido Pozzo e il vescovo Giuseppe Sciacca, considerati per sensibilità teologica e liturgica tra i più “ratzingeriani” della curia romana.
Sembra altrettanto segnata la sorte dell’arcivescovo spagnolo dell’Opus Dei Celso Morga Iruzubieta, segretario della congregazione per il clero, destinato a lasciare Roma per una diocesi iberica non di primissimo piano.
Ma ora sarebbe in arrivo un'ancor più eminente decapitazione.
La prossima vittima sarebbe infatti il porporato statunitense Raymond Leo Burke, che da prefetto del supremo tribunale della segnatura apostolica non sarebbe promosso – come fantasticato da alcuni nel mondo web – alla difficile ma prestigiosa sede di Chicago, bensì declassato al pomposo – ma ecclesiasticamente modestissimo – titolo di “cardinale patrono” del Sovrano Militare Ordine di Malta, subentrando all'attuale titolare Paolo Sardi che ha da poco compiuto 80 anni.
Se confermato, l'esilio di Burke sarebbe ancor più drastico di quello comminato al cardinale Piacenza, il quale, trasferito dalla importante congregazione per il clero alla marginale penitenzieria apostolica, è rimasto comunque alla guida di un dicastero curiale.
Con lo spostamento in arrivo, Burke sarebbe invece estromesso del tutto dalla curia e impiegato in un incarico puramente onorifico e senza alcuna incidenza sul governo della Chiesa universale.
Sarebbe una mossa, questa, che non sembra avere precedenti.
In passato infatti il titolo di “cardinalis patronus” dei cavalieri di Malta, in vigore dal 1961, così come quello precedente di Gran Priore di Roma, è stato sempre assegnato a cardinali di primo o primissimo piano come un incarico in più rispetto a quello principale.
È avvenuto così con i cardinali Mariano Rampolla del Tindaro (nominato Gran Priore nel 1896 restando segretario di Stato), Gaetano Bisleti (al contempo prefetto della congregazione per l’educazione cattolica), Gennaro Granito Pignatelli (cardinale decano e vescovo di Albano), Nicola Canali (governatore della Città del Vaticano), Paolo Giobbe (alla guida della dataria apostolica), Paul-Pierre Philippe (fino al compimento dei 75 anni anche prefetto della congregazione per le Chiese orientali), Sebastiano Baggio (rimosso dalla congregazione per i vescovi ma rimasto governatore della Città del Vaticano e camerlengo), Pio Laghi (fino a 77 anni anche prefetto della congregazione per l’educazione cattolica).
Due casi a sé sono quelli del cardinale Giacomo Violardo, succeduto come patrono all'89enne Giobbe all'età di 71 anni, due mesi dopo aver ricevuto la porpora al termine di un lungo servizio curiale, e dell’uscente Sardi, nominato a 75 anni pro-patrono nel 2009 e creato cardinale nel 2010 dopo essere stato per molti anni il responsabile dell'ufficio che scrive i documenti pontifici.
Oltretutto il pensionamento di Sardi non sarebbe un atto dovuto, visto che per gli incarichi extracuriali non vale il limite degli 80 anni. E infatti, con l’eccezione di Paolo Giobbe, tutti i cardinali patroni sopra citati sono passati a miglior vita “durante munere”.
Burke ha 66 anni ed è quindi ancora nel pieno dell'età. Ordinato sacerdote da Paolo VI nel 1975, ha lavorato alla segnatura apostolica da semplice prete con Giovanni Paolo II, che nel 1993 lo ha fatto vescovo della sua diocesi natale di LaCrosse in Wisconsin. Sempre papa Karol Wojtyla lo ha promosso nel 2003 arcivescovo nella prestigiosa sede, una volta cardinalizia, di St. Louis nel Missouri. Benedetto XVI lo ha richiamato a Roma nel 2008 e lo ha creato cardinale nel 2010.
Personalità molto pia, a lui è riconosciuta anche la rara virtù di non aver mai trafficato per ottenere promozioni o prebende ecclesiastiche.
In campo liturgico e teologico è molto vicino alla sensibilità di Joseph Ratzinger. Ha più volte celebrato secondo il rito antico vestendo anche la “cappa magna”, come d’altronde continuano a fare anche i cardinali George Pell e Antonio Cañizares Llovera senza per questo essere messi in castigo da papa Francesco.
Grande esperto in diritto canonico, e per questo nominato alla segnatura apostolica, non teme di trarne le conseguenze più scomode. Come quando a suon di articoli del Codice – il 915 per la precisione – ha sostenuto l’impossibilità di dare la comunione a quei politici che pertinacemente e pubblicamente sostengono il diritto di aborto, e per questo si è preso i rimbrotti di due colleghi statunitensi valorizzati da papa Francesco, Sean Patrick O’Malley di Boston e Donald Wuerl di Washington.
Libero nei suoi giudizi, è stato tra i pochissimi a svolgere delle notazioni critiche sulla "Evangelii gaudium", segnalandone, a suo giudizio, il valore programmatico ma non propriamente magisteriale. E in vista del prossimo sinodo dei vescovi ha preso ripetutamente posizione contro le tesi del cardinale Walter Kasper – notoriamente nelle grazie di papa Francesco – favorevoli alla comunione ai divorziati risposati.
Il dicastero presieduto da Burke, eminentemente tecnico, ha di recente accolto un ricorso delle suore francescane dell’Immacolata contro un provvedimento preso nei loro confronti dalla congregazione per i religiosi. Una coraggiosa mossa controcorrente, questa di Burke, che si situa all’interno dell'azione punitiva intrapresa dalla congregazione vaticana contro una delle realtà più corpose del tradizionalismo cattolico, azione che papa Francesco ha avallato approvando in forma specifica la decisione della congregazione di impedire ai frati dell'Immacolata la celebrazione della messa secondo il rito “tridentino”. Solo con questo tipo di approvazione pontificia, infatti, un decreto della curia può contraddire la legge vigente e cioè, nel caso specifico, il motu proprio di Benedetto XVI "Summorum pontificum".
Difficile individuare tra questi precedenti quelli che possono aver più influito sulla sorte del cardinale Burke.
Ma è facile prevedere che questo suo definitivo declassamento provocherà sia una tumultuosa reazione nel mondo tradizionalista, dove Burke è ritenuto un eroe, sia una corrispettiva ondata di giubilo in quello opposto, dove è invece considerato come uno spauracchio.
Su questo secondo versante si può ricordare che il commentatore cattolico "liberal" Michael Sean Winters, sul "National Catholic Reporter" del 26 novembre 2013, aveva chiesto la testa del cardinale Burke, in quanto membro della congregazione per i vescovi, per la nefasta influenza, a suo dire, che egli esercitava sulle nomine episcopali negli Stati Uniti.
Il 16 dicembre, in effetti, papa Francesco umiliò Burke depennandolo dai membri della congregazione. Tra gli osanna del cattolicesimo "liberal" non solo statunitense.
Il papa non lo fece certo per obbedire ai desiderata del "National Catholic Reporter".
Ma ora sembra proprio sul punto di dare corso alla seconda e più grave degradazione di una delle più specchiate personalità che la curia vaticana conosca.
Nei suoi primi mesi da vescovo di Roma, papa Bergoglio provvide subito a trasferire a incarichi di minor rango tre personalità curiali di spicco: il cardinale Mauro Piacenza, l'arcivescovo Guido Pozzo e il vescovo Giuseppe Sciacca, considerati per sensibilità teologica e liturgica tra i più “ratzingeriani” della curia romana.
Sembra altrettanto segnata la sorte dell’arcivescovo spagnolo dell’Opus Dei Celso Morga Iruzubieta, segretario della congregazione per il clero, destinato a lasciare Roma per una diocesi iberica non di primissimo piano.
Ma ora sarebbe in arrivo un'ancor più eminente decapitazione.
La prossima vittima sarebbe infatti il porporato statunitense Raymond Leo Burke, che da prefetto del supremo tribunale della segnatura apostolica non sarebbe promosso – come fantasticato da alcuni nel mondo web – alla difficile ma prestigiosa sede di Chicago, bensì declassato al pomposo – ma ecclesiasticamente modestissimo – titolo di “cardinale patrono” del Sovrano Militare Ordine di Malta, subentrando all'attuale titolare Paolo Sardi che ha da poco compiuto 80 anni.
Se confermato, l'esilio di Burke sarebbe ancor più drastico di quello comminato al cardinale Piacenza, il quale, trasferito dalla importante congregazione per il clero alla marginale penitenzieria apostolica, è rimasto comunque alla guida di un dicastero curiale.
Con lo spostamento in arrivo, Burke sarebbe invece estromesso del tutto dalla curia e impiegato in un incarico puramente onorifico e senza alcuna incidenza sul governo della Chiesa universale.
Sarebbe una mossa, questa, che non sembra avere precedenti.
In passato infatti il titolo di “cardinalis patronus” dei cavalieri di Malta, in vigore dal 1961, così come quello precedente di Gran Priore di Roma, è stato sempre assegnato a cardinali di primo o primissimo piano come un incarico in più rispetto a quello principale.
È avvenuto così con i cardinali Mariano Rampolla del Tindaro (nominato Gran Priore nel 1896 restando segretario di Stato), Gaetano Bisleti (al contempo prefetto della congregazione per l’educazione cattolica), Gennaro Granito Pignatelli (cardinale decano e vescovo di Albano), Nicola Canali (governatore della Città del Vaticano), Paolo Giobbe (alla guida della dataria apostolica), Paul-Pierre Philippe (fino al compimento dei 75 anni anche prefetto della congregazione per le Chiese orientali), Sebastiano Baggio (rimosso dalla congregazione per i vescovi ma rimasto governatore della Città del Vaticano e camerlengo), Pio Laghi (fino a 77 anni anche prefetto della congregazione per l’educazione cattolica).
Due casi a sé sono quelli del cardinale Giacomo Violardo, succeduto come patrono all'89enne Giobbe all'età di 71 anni, due mesi dopo aver ricevuto la porpora al termine di un lungo servizio curiale, e dell’uscente Sardi, nominato a 75 anni pro-patrono nel 2009 e creato cardinale nel 2010 dopo essere stato per molti anni il responsabile dell'ufficio che scrive i documenti pontifici.
Oltretutto il pensionamento di Sardi non sarebbe un atto dovuto, visto che per gli incarichi extracuriali non vale il limite degli 80 anni. E infatti, con l’eccezione di Paolo Giobbe, tutti i cardinali patroni sopra citati sono passati a miglior vita “durante munere”.
Burke ha 66 anni ed è quindi ancora nel pieno dell'età. Ordinato sacerdote da Paolo VI nel 1975, ha lavorato alla segnatura apostolica da semplice prete con Giovanni Paolo II, che nel 1993 lo ha fatto vescovo della sua diocesi natale di LaCrosse in Wisconsin. Sempre papa Karol Wojtyla lo ha promosso nel 2003 arcivescovo nella prestigiosa sede, una volta cardinalizia, di St. Louis nel Missouri. Benedetto XVI lo ha richiamato a Roma nel 2008 e lo ha creato cardinale nel 2010.
Personalità molto pia, a lui è riconosciuta anche la rara virtù di non aver mai trafficato per ottenere promozioni o prebende ecclesiastiche.
In campo liturgico e teologico è molto vicino alla sensibilità di Joseph Ratzinger. Ha più volte celebrato secondo il rito antico vestendo anche la “cappa magna”, come d’altronde continuano a fare anche i cardinali George Pell e Antonio Cañizares Llovera senza per questo essere messi in castigo da papa Francesco.
Grande esperto in diritto canonico, e per questo nominato alla segnatura apostolica, non teme di trarne le conseguenze più scomode. Come quando a suon di articoli del Codice – il 915 per la precisione – ha sostenuto l’impossibilità di dare la comunione a quei politici che pertinacemente e pubblicamente sostengono il diritto di aborto, e per questo si è preso i rimbrotti di due colleghi statunitensi valorizzati da papa Francesco, Sean Patrick O’Malley di Boston e Donald Wuerl di Washington.
Libero nei suoi giudizi, è stato tra i pochissimi a svolgere delle notazioni critiche sulla "Evangelii gaudium", segnalandone, a suo giudizio, il valore programmatico ma non propriamente magisteriale. E in vista del prossimo sinodo dei vescovi ha preso ripetutamente posizione contro le tesi del cardinale Walter Kasper – notoriamente nelle grazie di papa Francesco – favorevoli alla comunione ai divorziati risposati.
Il dicastero presieduto da Burke, eminentemente tecnico, ha di recente accolto un ricorso delle suore francescane dell’Immacolata contro un provvedimento preso nei loro confronti dalla congregazione per i religiosi. Una coraggiosa mossa controcorrente, questa di Burke, che si situa all’interno dell'azione punitiva intrapresa dalla congregazione vaticana contro una delle realtà più corpose del tradizionalismo cattolico, azione che papa Francesco ha avallato approvando in forma specifica la decisione della congregazione di impedire ai frati dell'Immacolata la celebrazione della messa secondo il rito “tridentino”. Solo con questo tipo di approvazione pontificia, infatti, un decreto della curia può contraddire la legge vigente e cioè, nel caso specifico, il motu proprio di Benedetto XVI "Summorum pontificum".
Difficile individuare tra questi precedenti quelli che possono aver più influito sulla sorte del cardinale Burke.
Ma è facile prevedere che questo suo definitivo declassamento provocherà sia una tumultuosa reazione nel mondo tradizionalista, dove Burke è ritenuto un eroe, sia una corrispettiva ondata di giubilo in quello opposto, dove è invece considerato come uno spauracchio.
Su questo secondo versante si può ricordare che il commentatore cattolico "liberal" Michael Sean Winters, sul "National Catholic Reporter" del 26 novembre 2013, aveva chiesto la testa del cardinale Burke, in quanto membro della congregazione per i vescovi, per la nefasta influenza, a suo dire, che egli esercitava sulle nomine episcopali negli Stati Uniti.
Il 16 dicembre, in effetti, papa Francesco umiliò Burke depennandolo dai membri della congregazione. Tra gli osanna del cattolicesimo "liberal" non solo statunitense.
Il papa non lo fece certo per obbedire ai desiderata del "National Catholic Reporter".
Ma ora sembra proprio sul punto di dare corso alla seconda e più grave degradazione di una delle più specchiate personalità che la curia vaticana conosca.
Sembra si stia avverano la profezia del serpente dei serpenti, che dalla Sede di Pietro mette da parte tutti i buoni e gli intelligenti per far governare gli inetti
RispondiEliminaCardinale Burke come uomo di Chiesa dovrebbe essere piu umile e riconoscere che c`e un papa, e criticarlo in pubblico come lui ha fatto non c`entra niente con conservatore o liberale, ma invece con un atteggiamento arrogante e pretensiozo. Lui sta causando grande scandalo al Corpo Mistico di Cristo.
EliminaMa aspettiamo prima di sbilanciarci : che ne sappiamo se la notizia è vera o no . Prudenza !!!!
RispondiEliminaQuando erano I papi conservatori a "declassare" I liberali voi celebravate. Allora il papa era il papa e non si discuteva. Siate " cattolici" ed ubbidite. Chi siete voi a criticare l'azione dello Spirito attraverso Pietro? Andava bene prima va bene oggi. Altrimenti siete protestanti.
RispondiEliminaC'è da dire che "Papi conservatori" come Benedetto XVI, sono stati molto più liberali nelle nomine dei dicasteri (Paglia, Ravasi, o "ex della TdL come Braz de Aviz o Muller), come nell'assegnazione delle porpore, di quanto non sia stato fino ad'ora Papa Francesco.
EliminaPer non parlare della "clemenza(errore)" di Giovanni Paolo II nel nominare vescovi molto "liberal" o nel consentire certe "riforme liturgiche".
Ma si sa, da buon gesuita esercita il comando militarmente come ogni superiore che si rispetti.
P.S : Si ubbidisce ad un comando personale,qui invece si sta esprimendo un dissenso per alcune scelte di "governo" non scomodiamo l'obbedienza, che tra l'altro si riserva al Papa in materia di fede non in materia di nomine!
fino a prova contraria protestante è chi crede nel divorzio nei matrimoni omosessuali e nella mensa eucaristica come banchetto memoriale.
EliminaNella nomina di un vescovo o di un cardinale o del responsabile di un dicastero non è impegnata l'infallibilità, che al solito viene tirata fuori da gente che non sa cosa sia. Quindi sulle nomine si poteva criticare prima e si può criticare anche adesso.
Eliminabravo Andrea S. a smascherare chi si cela dietro il nome di cattolico ma di fatto è un protestante. La Dottrina della Chiesa non è né liberale né conservatrice ma è sempre la stessa immutabile. Chi ne invoca il cambiamento di fatto si accomoda nei banchi dei Luterani vari e affini...
EliminaCorrado idiota! Tu bestemmi contro lo Spirito Santo dicendo che la vendetta di Bergoglio viene da Lui.
EliminaInfierire con insulti.....molto cristiano. Sei tu che definisci l'azione dello Spirito attraverso Pietro come vendetta....sei tu il bestemmiatore. E chi sei tu per definire l' intenzione del Santo Padre una vendetta, e' se potrebbe essere leggittimo non essere d'accordo (non lo era per voi quando le decisioni li prendevano gli ultimi due Papi) ma giudicare come vendicative le intenzioni del Papa questo e' sbagliato: come faiad essere cosi' sicuro, hai un punto di vista cosi' privilegiato e santo da poter leggere nel cuote drl Papa e GIUDICARE IL SUO SPIRITO? Chi ti credi di essere DIO stesso. TU BESTEMMI......PROTESTANTE, manchi di carita' nei confronti del Papa.
EliminaCorrado, mi sembra che tu creda che una nomina sia un atto dello Spirito Santo. Allora si dovrebbe affermare che lo Spirito Santo si è mlolto sbagliato per due millenni ed oltre in fatto di nomine. Sei al limite, forse sorpassato, certo in buona fede, dell'eresia.
EliminaQuanto ad insulti, anche alla lingua italiana, non mi sembri inferiore ad alcuno, Corrado.
EliminaMa infatti siamo certi che Dio agisce attraverso le azioni del Suo Vicario in terra, a prescindere da chi sia, santo o peccatore, cattolico o liberale.
RispondiEliminaPer questo, ripeto, siamo certi che Dio permette gli errori di Papa Francesco per un bene più grande che in questo momento non possiamo ancora intravedere
La precedente era mia.
EliminaAggiungo anche che se il Papa sta preparando davvero l'umiliazione di Burke si sta privando di un preziosissimo e fedelissimo collaboratore, come soltanto un uomo pieno di fede, oltre che eccezionalmente competente, come Burke può essere
Cattolico
Il Card. Burke e' un sant'uomo, pieno di fede e, si, eccezionalmente competente. Un grande esempio per i cardinali e i vescovi italiani!
RispondiEliminaSpero che la notizia non sia vera.
Tutto questo mi ricorda il peggio della Storia del Papato : Savonarola excomunicato da Alessandro VI Borgia (giorno di infamia e scandalo) Clemente XIV imprigionando il Generale della Compagnia Ricci (ironia della storia) il Processo dei Templari ...
RispondiEliminaInfine siamo davanti a un Papa vengativo, orgoglioso, tiranico, e noi dobbiamo ubbidire per la Santa Fede Cattolica. E ubbidiremo. Ma dove papa Francesco finira?
Ubbidiremo solo a quello che è cattolico. Quello che non è cattolico non dobbiamo ubbedire.
EliminaNel passato era cattolico bruciare vivi gli eretici......dobbiamo continuare immutabili? O possiamo riconoscere che e' la terra a girare attorno al sole e che la DOTTRINA geocentrica era sbagliata ed sndare avanti?
EliminaConcordo a pieno
EliminaCaro Corrado la sua è una provocazione degna del miglior Lutero...gli eretici venivano bruciati perché molto spesso sobillatori sociali contro il potere dell'epoca. Intorno all'inquisizione si è costruita molta propaganda illuministica e modernista contro la Chiesa Cattolica. Qui si parla di principi di Fede desunti dal Vangelo non di problemi di politica o di fisica astronomica!
EliminaSe mi è permesso aggiungere un piccolo dettaglio, gli eretici non sono mai stati bruciati da tribunali ecclesiastici bensì da tribunali civili. I libri di storia raccontano diverse inesattezze tra i banchi di scuola e non solo. Il magistero è uno, la chiesa è una ed è di Gesù Cristo, morto e risorto per l'umanità... A prescindere che la stessa (umanità) ci creda o no!
EliminaPurtroppo persone che lo conoscono bene hanno detto più volte quanto Bergoglio sia vendicativo.
RispondiEliminaBene era ora che il cardinale se ne andasse da roma con le sue csrnevalate vestito addobbato da principessa ne ridevano anche i confratelli prima del convlave. Gente di tal genia è bene che faccia il teatro
RispondiEliminaQuindi, secondo te, fino al 1969 la Chiesa cattolica era un circo, visto che i cardinali e i vescovi vestivano tradizionalmente tutti così? Non ti sembra strano che nessuno avesse nulla da dire e che tutto ciò era considerato normale? Certo che hai proprio una grande considerazione dello Spirito Santo e di come ha lavorato per 1966 anni!
EliminaPAGLIACCIO DELLE 18.48, VAI A NASCONDERTI.
EliminaVedo che il livello della Charitas Christi è molto low!
EliminaQualcuno ha detto che dai frutti si riconosce l'albero. Mi sembra che i frutti di questo sito non sono propriamente figli di un albero cattolico.
Io credo che, come abbiamo obbedito a Giovanni Paolo II e a Benedetto XVI, oggi la Chiesa non può far altro che OBBEDIRE a Papa Francesco, fino a quando sarà il legittimo successore di Pietro.
Ubi Petrus ibi Ecclesia. Prosit e Maalox.
E a Papa Benedetto XVI CHI L' UBBIDIVA. Si ricordi la traduzione delle Parole della Consacrazione nella Messa PRO MULTIS. E chi ha obbedito Papa Giovanni Paolo II di santa memoria? Si ricordi : DOMINICI COENA, RECONCILIATIO ET POENITENTIA, VERITATIS SPLENDOR, L ' istruzione REDEMPTIONIS SACRAMENTUM e via dicendo.
EliminaSei un cardinale partecipante al conclave? Cammina, va'.
EliminaE' arrivato Kiko a iniziar la quaresima
RispondiEliminaHo letto, e molto di sibillino c'è anche per me. Non so chi siano i personaggi indicati con nomignoli o descrizioni fisiche.
EliminaNon conosco i fatti di cui si parla. Né sono in grado di prevedere i malanni peannunciati per un vicino futuro.
Vedi, anonimo, io non amo le polemiche tra tradizionalisti (preferisco "tradizionali") che portano soltanto divisioni e zizzania. Io mi dedico, oltre che alla famiglia, alla cura della Confraternita e della chiesa di S. Francesco Poverino, a tutte le necessità delle quali - di qualsiasi ordine, dalle pulizie ai rapporti con Curia, uffici finanziari, sovrintendenza ecc ecc. - han bisogno; apro l'oratorio tutti i giorni al pomeriggio. Leggo e scrivo per lo più per me, ormai. Sono alieno dall'entrar in meandri perché amo la luce.
Non conosco i reali motivi che sono alla base del negativo ritratto dell'Istituto di Gricigliano che l'autore di quell'articolo ha dipinto. Io conosco l'Istituto dal 1991, talora vedevo anche il giornalista in questione, v'insegno (gratuitamente) da 20 anni, ho visto crescere decine e decine di ragazzi oggi sacerdoti sparsi in tutto il mondo; vedo crescere i nuovi arrivati. Si tratta di giovani meravigliosi, certo ciascuno con il suo carattere, che pregano, studiano e lavorano. E lavorano molto e duramente: vigneti, oliveti, pulizie delle varie ale del seminario, lavanderia, cucina, segreteria. C'è chi guida il trattore, chi fa l'elettricista, chi il meccanico, chi il giardiniere, il muratore, l'imbianchino ecc. Sono molto affezionato a questi giovani tanti dei quali miei alunni che ricambiano affetto e stima.
I sacerdoti che celebranti a S. Francesco Poverino sono stati, negli anni, attenti alla sostanza ed alla forma del rito, han trasmesso la sana dottrina. Di che non possiamo che ringraziarli.
Sul sito Riscossa Cristiana uno spassoso avvocato , nom de plume, accenna sempre alle maledizioni che un da me non meglio individuato padre Facette e Dicette lancia contro Francesco Poverino, la cui opera mi sembra che dagli autori del blog sia apprezzata.
Le infelici esperienze passate m'hann'indotto a "far parte per me stesso". Cerco di lavorar serenamente ed in pace coi miei confratelli ed amici, pronto a collaborare con chi non ha altri interessi che la formazione cristiana dei giovani e la difesa della Fede Cattolica. Ben lo sanno gli amici del Coordinamento Toscano Summorum Pontificum. A me interessa il bene della Chiesa che può derivare dalla S. Messa e da un franco impegno intraecclesiale. Il che non significa ch'io taccia. Ho difeso pubblicamente i Francescani dell'Immacolata (p. Lanzetta m'ha onorato della sua amicizia e stima). Ho per oltre un decennio pubblicato un bollettino a cui han collaborato don Divo Barsotti, il mio grande amico e aestro mons. Brunero Gherardini, p. Serafino Tognetti, don Ivo Cisar e tanti altri e non mi son tirato in dietro nel denunciar gli scandali della Chiesa universale e fiorentina ed i pericolosi stravolgimenti della dottrina cattolica. Il card. Betori mi conosce e conosce le mie posizioni e mi tratta paternamente.
Essendo in là con l'età - ai limiti dei 76 - non intendo mutar costume. Le beghe del mondo ecclesiale (anche tradizionalista), che pur talvolta mi sfiorano, non mi tangon non più di tanto. Non è meglio operare che chiacchierare?
Ma la confusione generale e anche l'abbassamento del livello dipendono dal fatto che la Gerarchia è sempre meno un riferimento. Morto il pastore, le pecore si disperdono. E oggi sono veramente pochi i pastori che sono un baluardo e un riferimento, proprio come Card. Burke.
RispondiEliminaCattolico
A Benedetto XVI chi lo ha obbedito ? MI DICA, CHI ?
RispondiEliminaE' dalla humanae vitae che non si obbedisce più ai papi, questo è vero. Fu lo spartiacque che provocò uno shock al povero Paolo VI....
EliminaPapa Bergoglio è non solo un picconatore, ma un demolitore della Chiesa cattolica....
RispondiElimina