Sabato scorso avevamo dato appreso e diffuso (qui) la funesta notizia di una nomina preoccupante, molto significativa per il peso che ha e perchè sembra destinata ad indicare la misura del pontificato di Papa Bergoglio: quella che vede il "declassamento" del Card. Piacenza, ottimo ex prefetto della Congregazione per il Clero, a Penitenziere Apostolico (carica riservata, per consuetudine a Cardinali o prelati in età avanzata).
Ci aveva già preoccupato l'aver fatto ritornare mons. Pozzo all'Ecclesia Dei, ma, pur con qualche scetticismo, avevamo voluto provato a essere positivi, cercando di vedere in questo un rafforzamento della Pontificia Commissione per la liturgia antica... (qui)
E' normale che ogni Papa attui modifiche in liena con il proprio pensiero, il proprio stile di Magistero Petrino. Ma visti quelli di Papa Bergoglio, ci preoccupiamo e abbiamo di che stare all'erta.
Inoltre confidavamo che, essendo in vita ancora il Papa emerito, alcuni cambi bruschi di tendenza con annessi "declassamenti" (che sembrano punitivi ed esilianti), si sarebbero fatti attendere, per garbo nei confronti di Benedtto XVI. Un po' come succede per le creazioni cardinalizie: non viene data la berretta all'Arcivescovo cui spetterebbe per "consuetudine", finchè il predecessore (cardinale) è ancora in vita.
Roberto
Confermati, promossi, declassati
Il cardinale Piacenza è la vittima più illustre del primo
rimescolamento compiuto da papa Francesco nella curia romana. Avanzano i
diplomatici. Resistono gli italiani.
Fuori gioco i "ratzingeriani"
Dal Blog Diario Vaticano, di Sandro Magister del 25.09.2013
CITTÀ DEL VATICANO, 25 settembre 2013 – Con l’annuncio della
nomina del nuovo segretario di Stato e con i provvedimenti presi quattro
giorni fa papa Francesco ha messo mano a un primo blocco di incisivi
cambiamenti nella curia romana.
Lo ha fatto in tempi relativamente brevi, come d’altronde gli era stato chiesto dai cardinali che lo hanno sostenuto fino ad eleggerlo a successore di Pietro.
Da questa serie di nomine, di conferme e di mancate conferme – che sono state precedute da piccoli ma significativi ritocchi in altri uffici vaticani – si possono già trarre alcune indicazioni sulle linee di governo di un papa che ama definirsi vescovo di Roma ma che dentro le mura leonine agisce al 100 per cento da sommo pontefice della Chiesa universale.
[...]
Lo ha fatto in tempi relativamente brevi, come d’altronde gli era stato chiesto dai cardinali che lo hanno sostenuto fino ad eleggerlo a successore di Pietro.
Da questa serie di nomine, di conferme e di mancate conferme – che sono state precedute da piccoli ma significativi ritocchi in altri uffici vaticani – si possono già trarre alcune indicazioni sulle linee di governo di un papa che ama definirsi vescovo di Roma ma che dentro le mura leonine agisce al 100 per cento da sommo pontefice della Chiesa universale.
[...]
Forse è in questa chiave che possono essere letti gli spostamenti
che hanno declassato alcuni ecclesiastici considerati tra i più
conservatori e "ratzingeriani" della curia romana. Mosse che hanno fatto
gioire il circo mediatico progressista e messo a lutto quello più
tradizionalista.
Hanno fatto discutere, in particolare, tre spostamenti:
- quello dell’arcivescovo Guido Pozzo da elemosiniere pontificio a segretario della pontificia commissione "Ecclesia Dei", carica che era stata abolita alcuni anni fa;
- quello del vescovo Giuseppe Sciacca da segretario generale del governatorato dello Stato della Città del Vaticano a segretario aggiunto della segnatura apostolica, carica finora inesistente;
- e soprattutto quello del cardinale Mauro Piacenza dalla influente congregazione per il clero alla più marginale penitenzieria apostolica, dove in genere venivano mandati cardinali d'età molto avanzata o - con l’unica clamorosa eccezione di Luigi De Magistris – arcivescovi a fine carriera per dar loro la porpora.
Hanno fatto discutere, in particolare, tre spostamenti:
- quello dell’arcivescovo Guido Pozzo da elemosiniere pontificio a segretario della pontificia commissione "Ecclesia Dei", carica che era stata abolita alcuni anni fa;
- quello del vescovo Giuseppe Sciacca da segretario generale del governatorato dello Stato della Città del Vaticano a segretario aggiunto della segnatura apostolica, carica finora inesistente;
- e soprattutto quello del cardinale Mauro Piacenza dalla influente congregazione per il clero alla più marginale penitenzieria apostolica, dove in genere venivano mandati cardinali d'età molto avanzata o - con l’unica clamorosa eccezione di Luigi De Magistris – arcivescovi a fine carriera per dar loro la porpora.
[...]
È evidente che nel caso di Piacenza papa Bergoglio abbia voluto
imprimere una svolta alla conduzione dinamica, ma di impronta
tradizionale, della congregazione, che il porporato genovese, allievo
del cardinale Giuseppe Siri, aveva intrapreso con il pieno consenso di
Benedetto XVI.
Tale sterzata è stata resa ancor più evidente dal fatto che papa Francesco ha voluto nominare un ulteriore segretario nel dicastero, il vescovo messicano Jorge Carlos Patron Wong, il quale ora affianca lo spagnolo Celso Morga Iruzubieta, della fraternità sacerdotale della Santa Croce legata all’Opus Dei.
E più ancora il cambio di rotta è evidenziato dal fatto che il papa non ha confermato i membri e i consultori della congregazione per il clero, che permangono quindi in carica appesi alla provvisorietà del "donec aliter provideatur".
Provvisorietà che invece il papa ha tolto per i vertici, i membri e i consultori delle congregazioni per la dottrina della fede e di Propaganda Fide. Sono stati infatti confermati sia il tedesco Gerhard Ludwig Muller come prefetto dell'ex Sant'Uffizio, sia il cardinale italiano Fernando Filoni, proveniente anche lui dal servizio diplomatico, come prefetto per l’evangelizzazione dei popoli.
Il cardinale Piacenza è sempre stato anche un fermo sostenitore della disciplina del celibato ecclesiastico. La sua fuoruscita dalla congregazione per il clero, associata alle dichiarazioni del prossimo segretario di Stato Parolin interpretate come un'apertura al superamento di questa norma ecclesiastica nella Chiesa latina, ha fatto pensare che tra le novità dell’attuale pontificato ci possa essere proprio un cambiamento in questo delicato ambito. Ma, da cardinale, Bergoglio ha affermato di condividere il pensiero di Benedetto XVI sull’argomento, e cioè che il tema non è da considerarsi oggi in discussione.
Tale sterzata è stata resa ancor più evidente dal fatto che papa Francesco ha voluto nominare un ulteriore segretario nel dicastero, il vescovo messicano Jorge Carlos Patron Wong, il quale ora affianca lo spagnolo Celso Morga Iruzubieta, della fraternità sacerdotale della Santa Croce legata all’Opus Dei.
E più ancora il cambio di rotta è evidenziato dal fatto che il papa non ha confermato i membri e i consultori della congregazione per il clero, che permangono quindi in carica appesi alla provvisorietà del "donec aliter provideatur".
Provvisorietà che invece il papa ha tolto per i vertici, i membri e i consultori delle congregazioni per la dottrina della fede e di Propaganda Fide. Sono stati infatti confermati sia il tedesco Gerhard Ludwig Muller come prefetto dell'ex Sant'Uffizio, sia il cardinale italiano Fernando Filoni, proveniente anche lui dal servizio diplomatico, come prefetto per l’evangelizzazione dei popoli.
Il cardinale Piacenza è sempre stato anche un fermo sostenitore della disciplina del celibato ecclesiastico. La sua fuoruscita dalla congregazione per il clero, associata alle dichiarazioni del prossimo segretario di Stato Parolin interpretate come un'apertura al superamento di questa norma ecclesiastica nella Chiesa latina, ha fatto pensare che tra le novità dell’attuale pontificato ci possa essere proprio un cambiamento in questo delicato ambito. Ma, da cardinale, Bergoglio ha affermato di condividere il pensiero di Benedetto XVI sull’argomento, e cioè che il tema non è da considerarsi oggi in discussione.
[...]
Adesso molte attese curiali, e non solo, sono puntate sulla congregazione per i vescovi e su quella per il culto divino.
Nella prima, dove si prevede la conferma del cardinale prefetto Marc Ouellet, lo spostamento di Baldisseri ha reso vacante la carica di segretario.
Nella seconda sembra scontato il ritorno in Spagna del cardinale prefetto Antonio Cañizares Llovera, come successore di Antonio Rouco Varela ad arcivescovo di Madrid.
Inoltre, nella congregazione che "fabbrica" i vescovi sarà interessante vedere se e come verranno cambiati i membri del dicastero. Attualmente la composizione è un insieme abbastanza equilibrato tra le varie tendenze ecclesiali. Ma viste le ultime nomine c’è chi teme – o auspica – una specie di epurazione dei membri più conservatori, a cominciare dal cardinale Piacenza.
Nella congregazione per il culto divino sarà invece interessante vedere chi prenderà il posto di Cañizares, definito da alcuni il “piccolo Ratzinger” per una presunta sua affinità teologica con Benedetto XVI. Nei settori tradizionalisti circola come un incubo la voce che al suo posto possa arrivare l’arcivescovo Piero Marini, il regista delle cerimonie pontificie di Giovanni Paolo II messo in panchina da papa Joseph Ratzinger.
Piero Marini è stato il primo co-consacrante del nuovo arcivescovo elemosiniere pontificio, il polacco Konrad Krajewski, pupillo di Bergoglio.
Che proprio lui sia portato al vertice del dicastero per la liturgia appare inverosimile, ma con papa Francesco le sorprese sono sempre possibili.
Nella prima, dove si prevede la conferma del cardinale prefetto Marc Ouellet, lo spostamento di Baldisseri ha reso vacante la carica di segretario.
Nella seconda sembra scontato il ritorno in Spagna del cardinale prefetto Antonio Cañizares Llovera, come successore di Antonio Rouco Varela ad arcivescovo di Madrid.
Inoltre, nella congregazione che "fabbrica" i vescovi sarà interessante vedere se e come verranno cambiati i membri del dicastero. Attualmente la composizione è un insieme abbastanza equilibrato tra le varie tendenze ecclesiali. Ma viste le ultime nomine c’è chi teme – o auspica – una specie di epurazione dei membri più conservatori, a cominciare dal cardinale Piacenza.
Nella congregazione per il culto divino sarà invece interessante vedere chi prenderà il posto di Cañizares, definito da alcuni il “piccolo Ratzinger” per una presunta sua affinità teologica con Benedetto XVI. Nei settori tradizionalisti circola come un incubo la voce che al suo posto possa arrivare l’arcivescovo Piero Marini, il regista delle cerimonie pontificie di Giovanni Paolo II messo in panchina da papa Joseph Ratzinger.
Piero Marini è stato il primo co-consacrante del nuovo arcivescovo elemosiniere pontificio, il polacco Konrad Krajewski, pupillo di Bergoglio.
Che proprio lui sia portato al vertice del dicastero per la liturgia appare inverosimile, ma con papa Francesco le sorprese sono sempre possibili.
Devono fare sposare i preti e subito dopo fare le donne sacerdote. A Piacenza tutto ciò non piaceva.
RispondiEliminaMa quando la capirete che bergoglio cancellerà tutto l'operato non solo di Ratzinger,ma di tutti i predecessori fino a Giovanni XXIII?Una volta proclamati santi,finita la festa,gabbatu lu santu,Opus dei, legionari di Cristo e fautori della tdl estromessi da BXVI,torneranno in vaticano come Cesare tornò dalle Gallie,la pars destruens della CC è quasi terminata,non resta che pregare e aspetttare il Padrone della vigna devastata da cani,porci e cinghiali...
RispondiEliminaIn pieno delirio?......
EliminaSe avverrà tutto questo è la volta buona che chiudi con il Vaticano.....ma non con la vera Fede Cattolica beninteso! Quella che stiamo vivendo in questo momento è una vera e propria iattura....ma ne usciremo, magari con le ossa rotte ma ne usciremo ne sono fermamente convinto!!!
RispondiEliminasono triste nel vedere come l'operato di Benedetto XVI venga fortemente ridimensionato in questo modo. Non voglio giudicare, anche perchè non conosco bene le varie situazioni, ma quanto sento parlare di misericordia e quando sento lodare Benedetto XVI solo quando si cita l'atto delle dimissioni dimenticandosi del resto...mi viene una rabbia che difficilmente riesco a trattenere. Per me è stato uno dei più grandi, ma guai a dirlo, soprattutto in certi ambienti clericali, subito si viene guardati con commiserazione e con sufficienza nei migliore dei casi. Sono preoccupato perchè mi accorgo di diventare sempre più critico ed insofferente e vedo questo come l'anticamera dell'indifferenza.
RispondiEliminaDio mio, peggio di quanto avevo previsto... Speravo almeno che avrebbe avuto un po' di rispetto per il Santo Padre Benedetto che è ancora in vita, invece è entrato in azione fin da subito per distruggere e cancellare tutto l'operato del Predecessore.
RispondiEliminaLa guardia corotta woytiliana torna a galla. Si vede che il potere vero e nelle mani di Sodano e Re. Bergoglio e solo una marionetta.
RispondiEliminaAngel
Bisognerà dire al papa che non si comporti con marini senior come ha fatto con ricc.........a....... non lui cobtrario alle lobby di.....potere?
RispondiElimina