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lunedì 24 giugno 2013

Teologia della Liberazione? Ma che guerra finita!! Quelle parole di Müller sono del 2004 ed era ancora a Ratisbona

E' apparso ieri (23.06.2013) su Vatican Insider (a firma di Gianni Valente) un decettivo articolo dai toni trionfalistici ed entuasiastici sulla non-notizia di una presunta fine della "guerra" tra Roma e la Teologia della Liberazione.
Dal testo dell'articolo infatti si è portati a
credere erroneamente che sia notizia di queste ore la formale "assoluzione" della TdL da parte della S. Sede per bocca del Prefetto della Dottrina della Fede.

Niente di più inesatto e surrettizio!

E' pur vero che tempo addietro il Vescovo di Ratisbona, Mons.
Müller, si era espresso a favore di alcuni aspetti della TdL  (ed era stata proprio questa sua accondiscendenza a far storcere il naso a molti, dentro e fuori la Curia, il giorno della sua nomina a successore di Levada quale Custode della Fede).

La Chiesa sin da subito condannò come errate la gran parte delle teorie "sociali e dottrinali" della TdL; condanna iniziata da Papa Paolo VI  nel 1976 con la Evangelii nuntiandi per correggerne le deviazioni. Nel 1979 lo stesso Episcopato dell'America Latina condannò la teologia della liberazione. Anche Giovanni Paolo II, ravvisati errori nell'ortodossia e incongruenze con la dottrina sociale della Chiesa firmò due Istruzioni elaborate dalla CDF ("Libertatis Nuntius" 1984 e della "Libertatis Conscientia" 1986) per dichiarare l'incompatibilità delle teorie di matrice marxista della TdL con il messaggio evangelico. La condanna fu ribadita da Benedetto XVI con la NOTIFICAZIONE sulle opere del P. Jon SOBRINO S.I. teologo della liberazione, e nel 2009 in cui ebbe a dire ai vescovi del Brasile "State lontani dalla teologia della liberazione; si veda qui).
Già il titolo dell'articolo di VaticanInsider è a dir poco fuorviante e orrettizio: si vuol far credere che il Prefetto Müller abbia sugellato nunc la pace tra la Congregazione della Dottrina della Fede e la TdL. Invece le sue parole sono state tratte da un libro del 2004 che raccoglie discorsi di quando l'attuale prefetto dell'ex Sant'Uffizio era ancora Vescovo di Ratisbona dal 2002 (essendo stato nominato da Papa Ratzinger alla guida del CDF solo nel 2012; si veda qui) e quindi esprimeva solo una valutazione personale! Quello che sta per uscire è la traduzione in italiano.
Nel testo poi si trovano alcune espressioni surrettizie che a nostro avviso non rendono giustizia né all'obiettività dell'autore né alla realtà dei fatti:  (sono sottolineate infra).  
A testimoniare quella che noi riteniamo essere la imprecisione -chiamiamola così- del testo, è l'omessa precisazione che le espressioni di apprezzamento  verso la TdL in toto contenute nel libro (di cui si parla nell'articolo) erano state proferite dal Müller quando era ancora alla guida della diocesi di Ratisbona... Di contro è fatta continua menzione al loro autore (Müller) come "Prefetto", con il rischio di indurre il lettore a credere che quelle parole siano state proferite hic et nunc dall'attuale Müller-prefetto. Certamente è chiara la differenza: se questo attestato di stima verso le teorie della liberazione fosse stato pronunciato veramente da Müller nella sua attuale carica di Prefetto  della CDF avrebbe certamente un peso enorme e conseguenze inimmaginabili (e gravi perchè contradittorie e confutanti il magistero della Chiesa). Invece - lo ripetiamo - le parole riportate nell'articolo -e nel libro del 2004- erano state proferite nel  da un Müller (solo) Vescovo diocesano tedesco.
Inoltre viene citata l'elezione di un Papa sudamericano come un'opportunità per riaccreditare la TdL... ignorando invece che l'Arcivescovo Bergoglio, che ha vissuto in prima persona l'esperienza sudamericana della teologia controversa della liberazione, non ne condivideva le tesi e e arrivò anche a condannare i suoi confratelli gesuiti che si lasciavano attarre (si veda qui). 

Quindi nessuna attuale consacrazione ufficiale della Congregazione, nessun attestato di merito formale della S. Sede, nessuno "storico" atto di congedo dalla giusta opposizione alle eresie della TdL da parte del Prefetto attuale della CDF: la guerra quindi non è finita! 
E se finirà sarà con la sconfitta della deriva marxista e di quella eretica della TdL.
Con buona pace di tutti.

Roberto

Il Prefetto dell’ex Sant’Uffizio Müller rende omaggio alla Tdl.
Nel segno della sua lunga amicizia con il teologo peruviano Gutièrrez

Il movimento ecclesiale e teologico dell’America Latina, noto come “teologia della liberazione”, che dopo il Vaticano II ha trovato un’eco mondiale, è da annoverare, a mio giudizio, tra le correnti più significative della teologia cattolica del XX secolo». A consacrare la teologia “liberazionista” con questa lusinghiera e perentoria valutazione storica non è qualche attempato reduce sudamericano di stagioni ecclesiali tramontate. L’attestato di merito arriva direttamente dall’arcivescovo Gerhard Ludwig Müller, Prefetto in carica dello stesso dicastero vaticano – la Congregazione per la dottrina della fede (CdF) – che negli anni Ottanta, su impulso del Papa polacco e sotto la guida dell’allora cardinale Ratzinger,  intervenne con ben due istruzioni per segnalare le deviazioni pastorali e dottrinali che pure incombevano sui cammini imboccati dalle teologie latino-americane.
La decisa valorizzazione della Tdl non è una boutade sfuggita per incidente all’attuale custode dell’ortodossia cattolica. Lo stesso, soppesato giudizio pervade le dense pagine dell’intero volume da cui la frase è tratta: una raccolta di saggi scritta a quattro mani, già stampata in Germania nel 2004, che ora sta per essere pubblicato anche in Italia con il titolo Dalla parte dei poveri. Teologia della liberazione, teologia della Chiesa (Edizioni Messaggero Padova/Emi).
Il volume oggi appare quasi come un atto di congedo dalle guerre teologiche del passato e dai residuati bellici che di tanto in tanto vengono fatti brillare per spargere allarmi interessati quanto pretestuosi. A firmarlo, insieme all’attuale responsabile dell’ex Sant’Uffizio, è il teologo peruviano Gustavo Gutièrrez,  padre nobile della Teologia della liberazione, inventore della formula stessa usata per definire quella corrente teologica, le cui opere furono sottoposte per lungo tempo all’esame rigoroso della CdF nella sua lunga stagione ratzingeriana, senza mai subire alcuna condanna. (continua...)"

29 commenti:

  1. Gianni Valente...con il rispetto...si dimetta e vada a zappare la terra con i "campesinos" liberati da Gutièrrez!

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  2. Che frutto danno questi articoli?
    Lì scorro spesso in cerca di qualche appuntamento di Messe in forma straordinaria, di cui sono un grande ammiratore... Ma troppo spesso mi imbatto in articoli sempre polemici come questo.
    Il vostro atteggiamento è da gossip politico, sempre in cerca della polemica e dello scontro in seno alla Chiesa. No: non serve a nulla. Fermatevi ad essere esempio di integrità dottrinale, senza criticare nè accusare chi non lo è. La testimonianza che non transige nè accusa dà molti più frutti rispetto alla continua polemica. Chi sente la volontà di diffondere una dottrina rigorosa, faccia un bagno di umiltà, smetta di accusare il Papa o la Chiesa e si dedichi a quel che puó fare nel suo piccolo: ad esempio avvicinandosi ad una parrocchia semplice e magari un po' progressista e cercando di vivere l'oratorio fino divenire catechista, per riportare contenuti tradizionali nella semplicità. Gli atteggiamenti spocchiosi non fanno del male soltanto a voi, ma anche a tutte quelle anime errenti che avreste potuto rettificare ma non lo avete fatto, perchè le avete allontanate con il vostro fare da primi della classe. Da Benedetto XVI abbiamo imparato la dottrina profonda e coerente, ma adesso ringraziamo Francesco ed impariamo dalla sua semplicità, molto feconda nell'apostolato!

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    1. Caro Anonimo,
      ci spiace che tu fraintenda i nostri intenti.
      Ma che gossip politico! Qui si tratta di mettere sull'attenti i lettori: il testo dell'articolo su Vatican Insider è fuorviante e può indurre in errore su questioni di ortodossia e di dottrina!!!
      La Teologia della liberazione non è affatto assoltà né approvata. Tutto qui.
      Questa volta non abbiamo fatto polemiche nè sul Papa (anzi!) né sulla Curia. Perchè dunque ci perquote?
      E poi non siamo ipocriti: non pratichiamo la falsa umilità o la finta modestia. Ma cerchiamo, senza spocchia, di fare analisi critica. Anche scomoda. Ma non è questo il caso.
      Con cordialità,
      Roberto

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    2. Caro amico la vita in un oratorio progressista per chi è fedele alle regole della chiesa (regole che la chiesa d'oggi propugna nei documenti ma nega molto spesso nei fatti) è di praticamente impossibile. Preti che si vestono da idraulici e che il previsto abito doveroso in pubblico non lo mettono mai, messe che sembrano riunioni di scout, canti demenziali da asilo d'infanzia,
      catechesi fatte in pizzeria o in spiaggia, sacramenti irrogati a pubblici peccatori e chi più ne ha più ne metta.

      Un tradizionalista, ovvero uno che dice pane al pane e vino al vino o se preferisce si quando è si e no quando è no, catechista di parrocchia non ci diventerà mai e se per caso uno che è già catechista si dovesse ammalare di tradizionalismo, lo cacciano fuori in meno di due secondi.

      Lo dimostra oltre al resto la sua critica infondata ed ipocrita.

      La teologia della librazione è stata a più riprese condannata e la dichiarazione di Muller
      è stata sfruttata e distorta in modo assai poco edificante.

      Comunque visto che Lei è così umile e così incline a tenere la bocca chiusa per evitare polemiche, si limiti Lei a cercare sulle pagine del blog qualche appuntamento di messe tradizionali
      o altre iniziative culturali ed eviti inutili reprimende che come lei stesso sostiene non servono.

      Che ne sa Lei di quante anime erranti vengono ricondotte sulla retta via dalle contumelie dei "primi della classe" (che spesso erano magari santi e beati)? Che ne sa Lei di quante anime potevano salvarsi grazie ad una buona lavata di capo ed invece sono rimaste nell'errore a causa del buonismo silente di tanti "sileziatori" senza nerbo che affliggono le parrocchie e la loro pastorale alla "volemose bbene" ovvero a vino e taralli?


      Bertoldo

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    3. Se ogni critica, anche minima e ben educata, muove reazioni come questa alla Bertoldo, allora è meglio lasciarvi andare, come si dice dalle mie parti, "giù per la piena".. Meglio frequentare ambienti dove la verità si sposa alla carità.. e questo, qui dentro, non accade praticamente mai.
      Chi vi conosce, vi evita!

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    4. Percuotere, per favore.

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    5. Roberto,"percuotere", per favore.

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    6. "Percuotere" ,Roberto, grazie.

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    7. Per Mario. Non tutti i frequentatori di questo blog per fortuna ( o per grazia di Dio ) sono come questi alla ricerca dell'audience. La teologia della liberazione, nella forma a-politica e a-marxista, non è affatto in disuso. Nella scietà illuminista e mondialista attuale la t d l è espressione del puro vangelo e dela magistero della chiesa che sta sempre dalla parte dei poveri.

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  3. Che giornalistica figuraccia...dilettanti allo sbaraglio...se questi sono i "Vatican Insiders" siamo messi bene...

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  4. Rimane comunque un fatto: che mons. Muller, che papa Benedetto ci ha donato quale supremo custode dell'ortodossia, ha evidenti simpatie per questa teologia deviante dalla retta fede. Felice

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  5. Scusate se non entro in merito all'articolo che condivido ma vorrei anch'io sapere dove posso trovare La Messa in forma straordinaria dalle mie parti dal momento che mi farebbe molto piacere parteciparvi? (sono di Novara). Grazie!!

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    1. Nella chiesa nella piazza principale di Arona, credo la domenica pomeriggio

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  6. Le dichiarazione sono del 2004? E quindi? Resta il fatto che il VOSTRO Benedetto XVI lo ha promosso mettendolo a capo dell'ex Sant'Uffizio! Scandalizzatevi di questo.

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  7. siete anche voi, a vostro modo, disonesti, soprattutto nelle critiche a Muller. Sapete benissimo che la Chiesa non ha mai condannato la teologia della liberazione in toto: tutti i documenti pertinenti distinguono alcuni aspetti anche positivi e da valorizzare, da altri negativi, da correggere o eliminare.
    Ma distinguere si sa che costa fatica e soprattutto comporta di rinunciare a certe furiose asserzioni di presunta dogmaticità (quella reale è altra cosa dalla vostra). Vorrei semplicemente domandare cosa ha fatto concretamente la Chiesa in America Latina o altrove per sostenere di fatto i poveri campesinos (o omologhi) che un anonimo qui dentro si augura continuino a zappare la terra per l'eternità? C'è solo da vergognarsi a dire certe cose, soprattutto se in poltrona e con la pancia piena.
    Che direste a un prete Opus Dei (vale a dire Dio+mammona) che predica di non comprare i prodotti del commercio equo solidale perché derivanti da un'ideologia comunista? Lo andasse a spiegare ai soliti campesinos che si spaccano la schiena a zappare la terra e poi vorrei proprio che con la zappa spaccassero la schiena a lui!
    Trovo tipico dei tradizionalisti (che spesso rovinano questo bell'aggettivo) ciò che è tipico di ogni eretico: fanno una scelta, la scelta di una parte, e sostengono che sia il tutto della fede.
    Che differenza c'è tra voi e i teologi della liberazione, se non nell'oggetto prescelto?

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    Risposte
    1. Ha ragione perfettamente Mario !

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    2. Ha perfettamente ragione Mario?
      "Opus Dei = Dio + mammona"
      Questo sì che è un insulto, di quelli volutamente offensivi!!!
      Niente a che vedere con le normali differenze di vedute.

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    3. Le critiche a Muller sono vane, come vane sono le strumentalizzazioni del vaticanista dei miei stivali che interpretano alla bisogna dei loro vaneggiamenti sinistrorsi interviste stracce e lasse.

      L'ideologia marxista e comunista ha fatto la fine che ha fatto ed è finita nel sifone della storia, la teologia della liberazione la stà seguendo nella stessa direzione, i giovani propugnatori di quelle
      teologie eretiche e moderniste (più o meno simpatiche a prelati presidenti) cominciano ad avere oramai tutti età venerande e presto le loro fesserie saranno consegnate all'oblio come le loro carcasse ai tarli.

      Quando un prelato più o meno in alto nella gerarchia parla a titolo personale, non emette alcuna affermazione magisteriale.

      Se Muller vuole aggiungere (o togliere) qualche censura a quelle già abbondanti sulla teologia della liberazione lo faccia nel modo previsto, ovvero promulgando un apposito documento della commissione che presiede, se invece parla a titolo personale (come in queste ciarle da vaticanisti
      fankazzisti) la questione resta del tutto inconferente come inconferenti sono alcune sue ambigue affermazioni passate in merito a dogmi mariani e dintorni prontamente "rimangiate" in carriera dallo stesso (e buon per lui, perchè se quelle vaccate le avesse dette prima del concilio finiva
      sospeso ad divinis e per le spicce).

      Trovo poi molto divertente la carità buonista di chi si preoccupa per i campesinos che si spaccano la schiena e poi auspica che gli stessi spacchino la schiena con la zappa ai preti
      dell'opus dei, che dire? La dialettica caritatevole da centro sociale è sempre amabile e lineare...

      ahahahahahahaha

      La rivoluzione teologico-liberatrice che affranca dai campi gli zappatori chi manderà a zappare ?

      I preti dell'opus dei? O magari il proletariato sudamericano liberato dal peso della zappa
      troverà riscatto nei call center come già fanno le giovani menti in fuga europee?

      O nei campi manderemo i semi a coltivarsi da soli?

      Quà siamo ancora a menarla con la rivoluzione proletaria e con il commercio equo solidale?

      Possibile che non vi siate ancora accorti di essere un pò in ritardo?

      Sveglia che gli anni 70 sono finiti 40 anni fa!

      Ci lasci andare sig. mario giù per la piena della storia e resti lei e qualche altro ferrovecchio della leoncavallo a fare la guardia alla carità con liberazione e bandiera rossa che si sposa alla carità falce e martello... sempre pronta a spaccare la schiena a zappate alla pretagna dell'opus dei....

      io me ne vado in disparte a ridere ... ahahahahahaha

      Bertoldo

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    4. Bertoldo, non potevi reagire in modo più superficiale?? forse si..
      Non hai capito un'emerita mazza del mio discorso e non hai risposto alla mia domanda fondamentale: cosa fa concretamente la Chiesa in America Latina o altrove per questa gente?
      Perché il problema non è che vi sia chi zappi la terra o meno. E lo dico con cognizione di causa poiché è parte del mio lavoro, di cui sono orgoglioso.
      La differenza sta nel fatto che io vengo retribuito equamente e ho tutti i diritti e le tutele sociali annessi e connessi.
      La schifezza evangelicamente intollerabile è che dopo 40 anni, come dici tu, sia tutto come prima, se non peggio grazie alla globalizzazione.
      Forse anche per merito di una Chiesa che si preoccupava di argentare i candelabri degli altari invece che occuparsi del terzo e del quarto peccato che "gridano vendetta al cospetto di Dio". Essendo tu un tradizionalista ritengo superfluo citarteli.
      Purtroppo hai ragione tu: siamo qui ancora a menarla.
      Ma personalmente preferisco menarla con queste cose, tipo il commercio equo solidale, ma non solo, che offrono almeno un piccolo barlume di dignità a qualcuno, piuttosto che con la marea di amenità di cui si inghirlandano certi supercattolici, opus dei in prima linea.
      Non sono mai stato marxista (del resto nemmeno la teologia della liberazione muove da presupposti marxisti), né ho particolari simpatie leoncavalline.
      Sto solo con qualcuno che ha detto: Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sull’anéto e sul cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste invece erano le cose da fare, senza tralasciare quelle (Mt 23,23).
      O ancora: Se aveste compreso che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrifici, non avreste condannato persone senza colpa (Mt 12,7).
      Resta la domanda: tu che proporresti in alternativa, oppure ti sta bene che anche nella Chiesa alberghi l'indifferenza verso la giustizia?? Si sa, i poveri, in fondo, fa comodo che esistano... o no?
      E lo so benissimo che Gesù ha detto che li avremo con noi sempre. E sai perché? Perché saranno loro a giudicarci, in ogni stagione della storia, anche la nostra.. Mt 25 docet!
      Ps: quando parlo di zappe e schiene rotte, la differenza sta che per i campesinos queste parole hanno un senso reale, mentre per i preti opus dei e affini hanno un senso figurato. Nemmeno questo hai capito.
      ps2: ho citato troppa Scrittura? Oltre a non essere marxista non sono nemmeno protestante.
      ps3: sarà una ventina di anni fa ormai.. un prete "vecchio stampo" spende in un'ora 600.000 delle vecchie lire acquistando passamanerie liturgiche, pizzi per camici e quant'altro per incrementare il suo già straripante arredo da sacrestia. Io dico: Ma don S., non ti sembra di esagerare?e i poveri?? Risposta: pégio par lor.. (dialetto veneto: peggio per loro!). Stop!

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    5. E' strano che lei caro mario si voglia dimostrare non protestante avvalendosi di citazioni evangeliche alla rinfusa, evidentemente non conosce bene i protestanti (oppure si e finge) perchè sono proprio i protestanti che fanno così. Quando attaccano la pippa delle loro citazioni vanno avanti a ruota libera e si scordano pure da dove hanno iniziato, chiudo con l'inciso protestante e procedo.

      La chiesa fa fin troppo per i poveri sia in america latina che altrove, rispetto a quanto poco fa per quella che invece dovrebbe essere la sua missione primaria. La chiesa, come dice anche il Papa non è una onlus pietosa. Prima di pensare agli stomaci deve pensare alle anime e prima di liberare gli oppressi dal loro lavoro sottopagato, deve preoccuparsi di condurli a lla salvezze in Cristo che non è fatta di diritti civili o sindacali.

      La prima povertà che la chiesa deve provvedere ad alleviare è la povertà di fede, di speranza e di
      carità, il resto viene dopo e prima di pensare a sfamare schiere di marocchini musulmani
      nelle mense caritas (cosa che per altro fa lodevolmente e gratuitamente a differenza
      dello stato completamente assente) dovrebbe adoperarsi per convertire i cuori di questi poveretti,
      e comunque se li sfama per sfamarli fa meno bene che se li sfama per convertirli.


      Con questo non dico che il prete che lei frequantava 20 anni fa non sia un personaggio squallido,
      ed una persona a dir poco ignorante e becera, ma questo col discorso non c'entra più di tanto.

      La chiesa argenta i candelabri (che per altro una volta argentati se bene curati restano argentati
      per secoli) non per sperperare soldi alla faccia dei braccianti agricoli delle pampas, ma per onorare Cristo Signore e per tributare a Lui unica vera Salvezza e Vita quell'onore e rispetto
      che è dovuto e sacrosanto stessa cosa dicasi per i paramenti sacerdotali, per gli arredi di altari,
      etc.. etc...

      E' con la mania demenziale dell'innovazione che è iniziato lo sperpero vero. Chiese meravigliose, altari
      monumantali vestimenti intessuti a seta e filo oro, sono stati demoliti, scempiati, bruciati e buttati
      e sostituiti con costosissime zozzerie, stracci sintetici e opere ignobili firmate da architetti
      atei quando va bene e pure froci quando va male e le basiliche e cattedrali sono diventate aule liturgiche da riunione protestante.

      Bertoldo.. continua....

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    6. ...segue

      Dire poi che la teologia della liberazione non muove da presupposti marxisti significa essere in cattiva fede oppure non conoscere quello su cui si pretende di discutere.

      Il tradizionalismo ha solidissime alternative alle menate scadute da centro sociale e commercio equo solidale, ma sono soluzioni a problematiche concrete dell'uomo viste in un contesto ecclesiale e
      non meramente sociale o economico. Quello che viene semplicisticamente deriso come cesaropapismo
      o intento reazionario e restaurativo di una certa cultura politica ed economica del mondo
      tradizionale in realtà ha molto da dire di nuovo e di concreto per l'uomo d'oggi, ma
      il progressismo militante ideologizzato non ci stà e insiste con il suo vaticanosecondismo
      onirico ed il suo buonismo radical chic fatto di comunismo ma con la roba degli altri.

      Il ritorno ad una appartenenza culturale e sociale fatta di un senso di patria forte,
      il ritorno ad una struttura nazionale collegata ad aree geografiche, culturali ed economiche
      omogenee non è liquidabile in quattro battute da accannati sinistrorsi.
      Il globalismo mercatista che Lei denuncia
      prospera e sfrutta e impoverisce proprio perchè il concetto di nazione e quindi di popolo
      sono stati liquefatti in unioni monetarie e mercati globalizzati che hanno frantumato il
      rapporto dell'uomo inteso come persona, con la terra e la storia che lo hanno costituito
      in quanto tale in un percorso esistenziale secolare che oggi le istanze mercatiste
      e speculatrive vogliono distruggere per meglio profittare e sfruttare.

      Il cattolico deve sapere che la via corretta per pensare ai poveri passa per Cristo;
      occuparsi degli stomaci dei poveracci ha senso se il fine ultimo è la salute delle anime,
      se invece ci si preoccupa di fare mero filantropismo, allora la chiesa diventa una
      istituzione umana ovvero cessa di essere chiesa.

      Chi crede di poter salvare il povero dando ai poveri il cibo del corpo o i diritti del cittadino
      e basta non ha capito nulla. Meglio morire di fame come Lazzaro e finire in paradiso, che
      morire a trippa piena e finire in perdizione e la Chiesa questo deve sempre tenerlo presente
      come elmento primario e fondativo di ogni sua azione, prima di ogni aiuto materiale
      la chiesa è chiamata a convertire e santificare l'uomo e al tempo stesso glorificare Dio.

      Come lei stesso dice caro mario (e lo diceva anche Cristo) i poveri ci sono stati e ci saranno
      sempre ma Cristo non li salva saziondoli o dissetandoli di sostentamento terreno, bensì
      con sè stesso, con acqua e pane che tolgono per sempre ogni sete ed ogni fame.

      Gesù rimproverò duramente gli apostoli che criticavano la scelta di sprecare olio preziosissimo
      per lavare i suoi piedi. Con quell'olio si potevano sfamare moltissimi poveri, ma Gesù
      lodò l'uso di quel capitale economico per lavare i suoi piedi e rimproverò il fariseismo
      ipocrita ed ottuso di chi non vedeva oltre le cose di una economia terrena incedendo
      a filantropismi inutili alle conversione del cuore.

      Concludo poi dicendo che il suo senso figurato o reale alla bisogna (cioè quando le pare)
      non è rilevabile non perchè io non capisca ma perchè lei non lo scrive quindi non può
      pretendere che altri lo leggano ed anche quà dove vi sia buona fede vi è anche carenza
      espositiva che non è colpa altrui, altrimenti è solo la solita capriola buonista malriuscita
      di chi prima tira il sasso e poi cerca di nascondere la mano.

      In sincera rudezza ed altrettanto sincera intenzione fraterna
      la saluto cordialmente.

      Bertoldo

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    7. Cristo a chiesto di fare per lui qualcosa di ben più serio e semplice che argentare candelabri, con annessi e connessi: cose tipo un bicchier d'acqua.. Mi pare anche meno costoso di un'argentatura, anche se lo si deve offrire ogni giorno o magari più volte al giorno. Certo è più faticoso e compromettente che dorare un oggetto una volta ogni due o tre secoli...

      Elimina
  8. Vi ringrazio immensamente per il post. Già parlavo col mio parroco e gli dicevo: "Ma che succede nella chiesa? Si può approvare quello che fino ad ieri si è condannato per 30 lunghi anni? Lui era sbigottito più di me. Ma io ho aggiunto: "Speriamo sia una bufala!!!!" . Infatti era una bufala. Sia ringraziato il Signore!!!!!!

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    Risposte
    1. anche Galileo è stato condannato per 400 anni, ma poi..
      Sveglia, cattolici, usate il cervello, non le carte!!!

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  9. Qui si sta confondendo l'opzione privilegiata per i poveri - difesa dall'allora prefetto della CDF il card. Joseph Ratzinger con l'avallo di Giovanni Paolo II - con la lettura marxista del Vangelo e le derive di Leonardo Boff. Dispiace il tono polemico e da "salvatore della patria" dei padri della patria di questo blog. Ogni giorno scade e decade in concretezza, autorevolezza ed efficacia a favore della Tradizione e della Messa Gregoriana, della quale si limita oramai a pubblicare solo il calendario di sparute celebrazioni in giro per l'Italia presiedute dai soliti noti.

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    Risposte
    1. A me pare proprio il contrario:

      Si stà giustamente evidenziando la corretta interpretazione della evangelica attenzione al povero, con le vaccate eretiche e comunisteggianti dei teologi della liberazione e le loro già ampiamente condannate e scellerate posizioni.

      E' proprio attraverso una sana polemica, una critica sincera e non ipocrita finalizzata
      al bene che si può onestamente e concretamente difendere con autorevole efficacia
      la Tradizione ovviamente anche la Messa Gregoriana.

      Se ad ogni modo la SV (come dico spesso a molti) ritiene di poter svolgere un servizio migliore
      invece di perdere tempo su questo blog se ne faccia uno suo e provveda a dare al navigatore
      quello che ritiene più utile e produttivo invece di postare lamentazioni e banalità.

      La salvi Lei la patria col tono che le pare più adeguato no? Su internet c'è spazio per tutti e capirà bene ... anche per i soliti noti, come li bolla Lei.... e che essendo noti lo sono diventati in un modo o nell'altro no?

      :-)

      Bertoldo

      Elimina
  10. A me piace come il nostro Grande Papa Francesco applica ciò che di buono - e di buono vi è parecchio - nella Teologia della Liberazione. Fatti e non parole vuote

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  11. Quel poco che c'è di buono nella teologia della liberazione è mutuato dal Vangelo. Tenendo in ferma a primaria posizione il vangelo e la retta dottrina cattolica non c'è nessun bisogno della teologia della liberazione che può essere presa in blocco e rottamata (cosa che stà avvenendo in forma spontanea così come è avvenuto per altri marxismi più o meno mascherati e infingardi).

    Bertoldo

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