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giovedì 7 febbraio 2013

Don Spataro a Famiglia Cristiana "Il latino torna in vita e noncontrasta con il Vaticano II"

E' motivo di cauto sospetto che Famiglia Cristiana dedichi un articolo al latino, intervistando l'ottimo padre R. Spataro osb.
Certo fa piacere che la rivista "cattolica", un po' troppo schierata con l'ala un po' troppo progressista sia riuscita in un suo articolo a non deridere il latino e a non schernire con sorrisini di compassione la liturgia antica. Anzi: le domande sembrano non celare tranelli nè polemici tranelli, ma al contrario paiono frutto di intelligente obiettività e interesse sincero.
Questo ovviamente non basta a promuove FC nè assolverla dalle sue colpe ideologiche e dottrinali. E resta sempre l'interrogativo: cosa c'è dietro? Cosa si prepara?
Complimenti a don Spataro che ha saputo  dare risposte intelligenti alle già buone domande.
Roberto


Sursum corda, il latino torna in vita
di Roberto Carnero, da Famiglia Cristiana del 07.12.2012

Per non disperdere il ricco patrimonio teologico e culturale che nella storia si è espresso nella lingua di Cicerone, il Papa ha istituito la Pontificia Accademia di Latinità.

Don Roberto Spataro: «Nessun contrasto con il Vaticano II»

Don Roberto Spataro, salesiano, insegna Letteratura cristiana antica greca presso la Facoltà di Lettere cristiane e classiche dell’Università Pontificia Salesiana.
È stato nominato segretario dell’Accademia Pontificia “Latinitatis”.
Ogni settimana scrive in latino di argomenti di attualità per i lettori del quotidiano “Avvenire”.

- Professor Spataro, da dove nasce l’idea, da parte del Santo Padre, di istituire una Pontificia Accademia di Latinità? E con quali obiettivi?
“Anzitutto, promuovere la conoscenza della lingua latina all’interno della Chiesa, soprattutto tra i sacerdoti, perché siano in grado di accedere alle fonti della teologia, della liturgia, del diritto, dell’agiografia, in una sola parola a quel ricchissimo patrimonio di fede e di scienza che è stato espresso in latino. In secondo luogo, il Papa auspica il recupero dell’humanitas, quell’armonioso concerto di valori etici e spirituali elaborato nei secoli, dal mondo antico fino all’epoca umanistica, frutto della ragione e della fede in dialogo tra loro, che storicamente è stato forgiato e comunicato in latino”.

- Come possiamo spiegare che la promozione del recupero del latino nella vita ecclesiale non è in contrasto con il rinnovamento liturgico voluto dal Concilio Vaticano II?
“La riforma liturgica non ha voluto abolire il latino: lo afferma la costituzione conciliare Sacrosanctum Concilium. Pensiamo alla nobiltà del canto gregoriano che rende la liturgia carica di bellezza nell’elevare l’anima a Dio. La lettera Redemptionis Sacramentum auspica che nelle liturgie internazionali fedeli e sacerdoti possano usare per le parti ordinarie della Messa una lingua comune, il latino”.

- Parlando più in generale del latino oggi, in quali Paesi del mondo lo studio della lingua di Cicerone è più diffuso?
“In Cina è attivissima un’organizzazione interuniversitaria, Latinitas sinica. Segnali interessanti vengono dagli Stati Uniti. In Germania sono numerosi i giovani che scelgono lo studio del latino”.

- Che cosa c’è di insostituibile nello studio del latino, rispetto a quello di una lingua moderna?
“Il latino, non essendo soggetto ai mutamenti di una lingua moderna, può esprimere il pensiero in quegli ambiti della comunicazione dove non si ammettono ambiguità, per esempio la teologia dogmatica. Il latino è una lingua sobria che generalmente usa un numero minore di parole rispetto alle lingue moderne e così semplifica i processi interpretativi. È una lingua sovranazionale che non veicola la cultura nazionale di un particolare idioma. In tal senso, è una lingua più democratica. Infine, direi che il latino è una lingua bella: come non ammirare il periodare di Seneca che ci invita a meditare con le sue frasi brevi ed incalzanti o lo scavo psicologico di Agostino operato dalle figure retoriche? E che cosa dire della poesia latina, un canto che in versi metricamente sonori narra i miti che racchiudono i significati dell’esistenza umana?”.

- E in Italia secondo lei lo studio del latino è sufficientemente promosso?
“L’Italia è, per ragioni geografiche e storiche, la patria del latino. Ancora oggi, eccellenti studiosi, pregevoli istituzioni, pubblicazioni di elevato livello corrispondono a questa vocazione dell’Italia. Il liceo classico italiano ha ancora un impianto umanistico di tutto rispetto. Auspicherei, però, una maggiore diffusione del cosiddetto ‘metodo-natura’ nelle scuole italiane, che, se praticato con serietà, dà ottimi risultati: gli studenti apprendono il latino in modo da leggere con gusto, senza l’affanno del vocabolario, gli autori latini per coglierne il messaggio in lingua originale, senza ricorrere alle traduzioni altrui. In questo senso, l’esperienza dell’Accademia Vivarium Novum a Roma è esemplare”.

- Ultima domanda: lei scrive ogni settimana in latino per i lettori di “Avvenire”. Qual è lo scopo della sua rubrica?
“Il latino è una lingua in cui si può scrivere per comunicare delle riflessioni sulla vita. Infatti, la letteratura neolatina ha prodotto capolavori fino al secolo scorso, basti pensare a Pascoli. Anche oggi non mancano coloro che scrivono e parlano in latino, anche alla radio. I lettori hanno manifestato benevolo apprezzamento per l’iniziativa”.

33 commenti:

  1. Certo : il latino, la tiara, il fanone, ( fino ad arrivare anche all'antica liturgia ) NON contrastano con il progressismo cattolico e il CVII che ne è l'ignara locomotiva.

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  2. Io direi che' e' una buona intervista fatta da un settimanale molto discutibile. Evidentemente a famoglia cristiana hsnno deciso di farsi male. Fusse ca fusse la volta buona?

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  3. Miracolo: un intervista su Famiglia Cristiana in cui non si parla male del latino, neppure nella liturgia.

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    1. Danno un colpo al cerchio e uno alla botte. Sul prossimo numero stroncheranno la tradizione bollandola come ERETICA, stai tranquillo.

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  4. "- Come possiamo spiegare che la promozione del recupero del latino nella vita ecclesiale non è in contrasto con il rinnovamento liturgico voluto dal Concilio Vaticano II? "
    Una domanda che spira intelligenza da ogni lettera.

    Non vorrei che FC sposasse la linea: "...non possiamo più tirare stallàtico sul latino? Allora releghiamolo a elemento culturale, come il canto gregoriano riesumato nei (pesantissimi) concerti di formazioni specialistiche che s'arrovellano sulla filologia e la semiologia. Non possiamo dire che fa schifo? Ok, diciamo che è bello il latino, bello il gregoriano, belle le suppellettili e i paramenti! Ecco, detto questo chiudiamo il tutto nelle teche dei musei così tutti capiranno che è roba del passato...".

    'Nz, 'nz, 'nz! Non è così!
    L. Moscardò

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  5. Moscardo non essere intollerante.
    L'importante e' che chi ci crede si senta legittimato a farlo senza attacchi preventivi. Un piccolo passo per un unico obiettivo. Onorare al meglio Nostro Signore Gesu' Cristo. Apprezziamo quello che oggi c'e' di buono.
    La notizia di oggi e' questa.
    Non vorrei trovarmi a difendere una rivista che anch'io trovo discutibile. Nessun processo alle intenzioni.
    Altrimenti ci ritroveremo a fare un'altro giro sulla giostra del bla, bla, bla.

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    1. Secondo me quelli di famiglia cristiana sono i soliti pavidi.
      Si sono accorti che anche uno sparuto manipolo di tradizionalisti può dare molto filo da torcere e ,nella paura di perdere i loro caldi posticini parassitari a carico dell' otto per mille,cercano di rabbonirli.
      Tanto non cambieranno ,almeno fino a quando dureranno le loro prebende.

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  6. Incredibile come notizia.
    Comunque sul sito mi sembra che la rubrica sia in piedi da novembre dello scorso anno.
    Normalmente non compro giornali quindi non sapevo, forse farò un'eccezione.

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    1. Lascia perdere,ma se lo compri ci dovrebbe essere in omaggio un cd con le migliori bestemmie di enzo bianchi a colori.

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  7. Non ho mostrato intolleranza -cosa di cui peraltro non mi dorrei a prescindere!- mi son mostrato sospettoso. E ne ho ben donde.
    Timeo Danaos et latinum loquentes!

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  8. L'intervento sopra del 7/02/2013 17;56 è mio (non ho firmato).
    E poi preciso: questa è la giostra del bla bla bla. Che si crede? Di affrontare serie questioni teologico-culturali sui blog? Qui si discute e si parlotta, di cose interessanti, sì, con intelligenza, sì, ma non prendiamoci troppo sul serio, per cortesia.
    L. Moscardò

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    1. Non voglio polemizzare con Moscardo, pero' io parlo perche' sono convinto di quello che dico, ci credo in quello che dico. In materia di fede poi divento serissimo, e mi devo dare una calmata perche' se no divento aggressivo. Non mi piace scherzare con la mia fede ne con la fede altrui.
      Ma questo sono io.
      Comunque ringrazio Moscardo per la sincerita' e coetenza nel dichiarare quello che ha dichiarato. Perlomeno questo ti fa onore.

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  9. Chi ha un nick come il mio non può che essere lieto dell'articolo. Le cose vere non sono meno vere se dette da chi non apprezziamo.
    Non sono lieto, invece, di certi eccessi verbali, come quelle anonime delle 14,16. "Bestemmie" significa qualcosa di preciso.
    So bene che mi si dirà che l'anonimo intendeva bestemmie in senso figurato e riduttivo (bestialità, sciocchezze)... Non prendiamoci in giro e parliamo con carità: nella verità, ma con carità.

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    1. Sfondi un cancello aperto fratello Rutilio.
      Sono daccordo con te.!!!

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  10. Non ha senso polemizzare sostanzialmente sul nulla; ho spiegato il significato dell'intervento: bisogna stare cauti. Bene l'intervista ma, ripeto, conoscendo i miei polli, ho il grave sospetto che quando il modernista appalesi una certa stima o tolleranza verso qualcosa di tradizionale, lo faccia a seguito di una strategia: il latino? bello, ma come fatto culturale (Don Spataro dice il contrario, è vero e menomàle!); quel che hanno fatto col gregoriano è illuminante. Tante belle parole sulla forza testuale, sulla leggerezza dei melismi... poi guai a cantarlo durante i Sacri Riti, salvo inserirlo nei concerti con letture new age.

    Voglio tuttavia lasciare uno spunto di riflessione al mio interlocutore: egli dice: "In materia di fede poi divento serissimo, e mi devo dare una calmata perche' se no divento aggressivo"... questa è la brace che avvampa sotto la cenere, la conosco bene ce l'avevo anch'io, ed è una santa hybris; ma può esser il nostro tallone d'Achille. Sulla fede non si deve esser seri, si deve essere piuttosto irremovibili ma sempre nel modo più amabile e gioviale che ci è dato di avere. LMò

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    1. Infatti, anche se il mio istinto e' quello di aggredire, la ragione e il mio credo cercano di tenere a bada quell'istinto malsano. Purtroppo non sempre ci riesco. Comunque per la Santita' mi sto attrezzando.
      Sulla fede potrei essere daccordo con te nell'essere irremovibili, ma sui fatti di fede, l'istinto affiora, memomale che interviene la ragione.
      Comunque ho colto il senso di quello che volevi dire. Solo non facciamo processi all'intenzione. Consideriamo al momento i fatti. Con questo, potresti avere anche ragione. cerchiamo di non essere malpensanti e prevenuti. Il fatto strano di FC al momento e' questo prendiamone atto. Punto. Poi il seguito si vedra'

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  11. Famiglia Cristiana è stata ed è la rovina del cattolicesimo italiano. Lancia messaggi eretici e pastoralmente distruttivi, tanto che spesso il Vaticano è costretto a chiarire che parla per sè. Poi quegli stessi cardinali le concedono interviste e la accreditano. Così il danno per le anime aumenta. Evidentemente cerca di pararsi "le spalle".Forse teme che come il vescovo di Kansas City anche in Italia qualcuno finalmente la cacci fuori dalle chiese e le tolga l'aggettivo cristiana. Mazzarino

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    1. Queste sono proprio paturnie. Famiglia Cristiana sarà progressistra e sarà pure molto criticabile sotto certi aspetti, ma di certo non arriva all'eresia.. Non tiriamo in ballo queste cose per favore. Sono dabbenaggini degne di un ritrovo di comari... Dire che la rivista sia la "rovina del cattolicesimo italiano" è una cosa ridicola!

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    2. non sa che il progressismo(modernismo)è la cloaca di tutte le eresie,come autorevolissamamente affermato dal Santo Papa Pio X?E che la caratteristica del modernismo è proprio quella di essere multiforme e di camuffarsi,tanto è vero che uno scritto modernista può essere perfettamente veridico in una sua pagina e infarcito di eresie in quella successiva?Tutto ciò è il massimo della pericolosità per le anime ingenue,non dotate come avviene oggi nella stragrande maggioranza dei casi di salda formazione dottrinale,allevate in un idiota buonismo che impedisce di giudicare anche quando è in gioco la Fede.Qui invece bisogna giudicare eccome.Quindi è sacrosanta la diffidenza verso questi girnali pseudocattolici che seminano confusione

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    3. Non credo che tu sia ingenuo murmex. Anzi tutt'altro.
      Ed e' proprio questo che mi preoccupa. Si, il fatto che tu giudichi a prescindere, mi preoccupa abbastanza

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    4. Credevo di essere stato "prudente" adesso cedo alle paturnie: Mettere in Chiesa, di fronte a Gesù Sacramentato il giornale che elegge e propone ai cattolici italiani come "uomo dell'anno" il protocoller di Eluana grida vendetta al cospetto di Dio. Fine della paturnia: Siamo oltre l'eresia. Famiglia ex Cristiana fuori dalle Chiese!

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    5. Infatti grazie al Cielo non sono ingenua e ho disdetto l'abbonamento al giornale in questione (che un tempo era veramente cristiano e continuava a entrare in casa per l'ingenuità di persone anziane)circa 10 anni fa.A me preoccupa il fatto che non si riesca a distinguere fra il giudizio sul foro interno delle persone(che noi non dobbiamo permetterci,non siamo i loro confessori o direttori spirituali)e quello su azioni esterne che invece dobbiamo giudicare quando si tratta di questioni importantissime che possono danneggiare noi o altri affidati alla nostra responsabilità.Se non fosse così,ad esempio,una mamma non potrebbe giudicare se certe compagnie dei figli sono buone o no ecc.Il Papa S. PIO X dice dei modernisti che "si celano nel seno stesso della Chiesa", "si gettano su quanto vi ha di più santo nell'opera di Cristo non risparmiando la persona stessa del Redentore divino","si persuadono che sia amore di verità ciò che è superbia e ostinazione"ecc.e in definitiva sono""i nemici della Chiesa i più dannosi";non li conosceva uno per uno,ma li giudicava ,salve le intenzioni,dalla loro maniera di parlare e operare.E da quei tempi le cose sono nettamente peggiorate

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  12. Mi spiace ma non sono affatto d'accordo che don Spataro sia proprio la persona più adatta a fare propaganda al latino.
    Intanto dal segretario della Pontificia Accademia del Latino ci si aspetterebbe che sappia scrivere mezza paginetta in latino senza fare errori. A quanto pare non è così (vedi l'articolo precedente con l'intervista a MetroNews). Assicuro che non è un'impresa così eroica.
    Poi alla domanda "perché il latino", che poi è quella centrale, è solito rispondere con banalità, impressioni personali, amenità varie. Manca solo che il latino fa ragionare, come la matematica - cosa che sentivo dire io quando ero a scuola.
    Lascio da parte la questione liturgica, mi concentro solo sull'importanza "secolare" del latino. Non gli ho mai sentito dire che è la lingua dell'intera tradizione della civiltà europea - sacra e profana - almeno fino a tutto il XVIII secolo; che è la chiave per accedere non solo e non tanto al mondo antico (questo è risaputo) ma anche e soprattutto a quello medievale e moderno, cioè alle nostre origini prossime.
    E poi, questo metodo natura applicato al latino! E' un modo buono per le lingue straniere, se ce le insegna un madrelingua e poi andiamo a perfezionarle dove le si parla. Le regole le apprendiamo con l'uso e con l'imitazione dei buoni modelli da cui siamo circondati. Ma oggi chi è in grado di insegnare il latino così? Chi non riesce a scrivere mezza paginetta senza infilare errori? Dove andremo a perfezionarci? Alla corte di Augusto, o nella curia di Niccolò V?
    Cari amici della redazione di MiL, scusate tanto, ma dobbiamo sorbirci tutte le menate di questa mente confusa come se fossero preziose perle di saggezza?

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    1. Sei sicuro che i Latinisti piu' tradizionalisti con commettano MAI errori? Lui almeno e' stato corretto ha ammesso l'errore e si e' giustificato, ma se lui non lo avesse detto non credo che tu, trne saresti mai accorto. Diro' di piu'. Non credo che tu, come me, abbia mai letto quell'articolo.
      Non credo che per quanto riguarda il latino, ci siano diritto di primogenitura. Credo lo possa fare chiunque ne sia in grado. Se lui lo fa, apprezzane il proposito, Anche quello di migliorarsi, e non criticarlo per un errore che tu non te ne saresti mai accorto. E se si, potevi scivere alla direzione per le opportune correzioni come fanno tutti. Lo fanno anche i cosiddetti laici. Perche' tu pensi solo a criticare quel poco di buono, che tu non sei in grado di fare?
      Non capisco quale bestemmia tu voglia attribuirgli.
      Un appunto.
      Esiste, secondo te, uno di madre lingua per quanto riguarda il latino? Io non ne ho mai conosciuti e non credo ne siano mai esistiti, apparte nell'antica Roma, ai tempi dei cesari.

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  13. Le dietrologie saranno pure afascinanti... ma basta con certe boiate per favore... Farsi paturnie sul fatto che l'articolo sia scritto come specchietto per le allodole, per attirare simpatie tradizionaliste a Famigli Cristiana.... Questo è ridicolo...

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    1. Mio caro anonimo malpensante delle 20:22
      Tu vedi dietrologie e specchietti per le allodole, ma non e' che questo e' nella tua natura? Voglio dire. Per dire che e' uno specchio per le allodole vuol dire che tu sei un esperto in materia. Se e' una tecnica vuol dire che e' una tecnica che tu conosci molto bene. Altrimenti perche' non apprezzare la buonafede di quest'uomo?

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    2. Buona fede??? Su Famiglia Cristiana??? Devo ridere???

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    3. Anonimo 21:29
      non voglio polemizzare e non voglio difendere FC.
      Dico semplicemente che quando c'e' da cazziarli sono il primo a farlo. Quando propongono una cosa lodevole, apprezziamo. Tutto qua.

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    4. Anonimo 09 febbraio 2013 20:59
      Forse sono stato frainteso. Come "dietrologie" intendevo le paturnie di certi commenti qui sopra che indicano nell'intervista pubblicata una volontà di Famiglia Cristiana di pubblicare un articolo in apparenza pro-tradizione (non voglio banalizzare ma è per farsi capire sinteticamente) per attirarsi simpatie dei tradizionalisti e così potere in futuro tirare qualche bordata agli stessi. Secondo me l'articolo è ben fatto e lodevole. E Famiglia Cristiana è una rivista criticabile (come ogni cosa umana) e pasibile di perfettibilità. Sto appunto difendendo famiglia cristiana che con atto meritorio ha pubblicato questo articolo e sto parimenti difendendo il sacerdote intervistato. Sto solo dicendo che nei commenti anche delle notizie positive si vanno sempre a cercare strani "complotti" o atti contro la tradizione che non hanno senso. E' vero che c'è avversione ma non bisogna per forza cercarla nelle notizie positive come questa. Per cui penso che io e lei, caro anonimo, siamo sulla stessa linea."[...]quando c'e' da cazziarli sono il primo a farlo. Quando propongono una cosa lodevole, apprezziamo. Tutto qua". Lei ha perfettamente ragione.

      Anonimo09 febbraio 2013 21:29
      La buona fede è innegabile. Non credo proprio che la rivista in questione scriva per dare contro alla Chiesa, anche se a volte gli interventi della stessa rivista sono criticabili.

      Firmato dall'Anonimo delle 20.22

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    5. Sicuramente c'e' stato un fraintendimento e mi scuso per aver frainteso.
      Concordo con la sua precisazione.
      Anonimo 20:59

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    6. Anonimo 20:59 e' la mia firma
      e concordo con quanto hai detto, anonimo 01:00

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  14. Caro Anonimo del 09 febbraio 2013 19:00,

    "Sei sicuro che i Latinisti piu' tradizionalisti con commettano MAI errori?"

    Non ho mai detto né questo né il contrario. Non ne ho proprio fatto una questione di tradizionalismo. Giacché ci siamo però approfitterei dell'occasione per segnalare alla redazione di MiL una svista sulla colonna destra del blog: "peregrinatio extraordinarium" andrebbe corretto in "peregrinatio extraordinaria".

    "Lui almeno e' stato corretto, ha ammesso l'errore e si e' giustificato"

    Il punto non è se don Spataro è corretto o meno. Il punto è che fa tristezza che colui che sembra al momento il campione della lingua latina della Santa Sede, cioè dell'istituzione che dovrebbe fare da guida per l'uso moderno del latino, non riesca a scrivere mezza paginetta senza mettere in fila diversi errori.

    "ma se lui non lo avesse detto non credo che tu te ne saresti mai accorto. Diro' di piu'. Non credo che tu, come me, abbia mai letto quell'articolo."

    Per la cronaca: sì, l'ho letto sul sito di Avvenire, grazie alla segnalazione di MiL e quando era stato già corretto. Credo che gli errori li averi notati.

    "Non credo che per quanto riguarda il latino, ci siano diritti di primogenitura. Credo lo possa fare chiunque ne sia in grado. Se lui lo fa, apprezzane il proposito, anche quello di migliorarsi, e non criticarlo per un errore di cui tu non ti saresti mai accorto ecc."

    Il diritto di primogenitura nei tempi moderni lo riconosco senz'altro alla Chiesa Cattolica, e non sarebbe male se questa si riprendesse in mano la sua lingua, una buona volta. E' chiaro che poi chiunque ne sia più o meno capace può cercare di scrivere e parlare in latino: ho simpatia per chi lo fa, qualche volta l'ho fatto anch'io. Quello che non riesco ad apprezzare e che il segretario dell'accademia pontificia che si occupa del latino si mostri al livello di un amatore.

    "Un appunto.
    Esiste, secondo te, uno di madre lingua per quanto riguarda il latino? Io non ne ho mai conosciuti e non credo ne siano mai esistiti, a parte nell'antica Roma, ai tempi dei cesari."

    No, appunto, non esiste: per questo il metodo natura non va bene applicato al latino.
    L'Anonimo del 09 febbraio 2013 12:18

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    1. Tanto di cappello di per come hai argomentato anonimo 22:24 (sono anonimo 19:00).
      L'unica cosa che mi sento di dire e' che anche i campioni di lingua latina possono sbagliare. Si, anche il segretario dell'accademia pontificia puo' sbagliare. Il fatto che se ne sia accorto, gli rende merito.
      Possiamo rimanere inorriditi quanto si vuole ma apprezziamone il grande significato pubblicato su un settimanale che troppo spesso troviamo discutibile.
      Comunque complimenti per come hai argomentato!

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