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lunedì 12 marzo 2012

"Follie! follie! Delirio vano è questo!" Trento. La Costituzione impegnativa quanto il Concilio e gli attacchi ai fedeli della Messa in latino.

Vita Trentina, 4 marzo 2012.

Nelle pagine 38 e 39 “Dialogo aperto” un Lettore ha voluto commentare , a modo suo, la sacrilega violazione del Tabernacolo della Badia di San Lorenzo.
Leggendo quell’intervento apprendiamo, con infinita tristezza, che tal P.Giorgio avrebbe modificato le parole consacratorie del Pane e del Vino in deroga a quanto è “ANCORA (maiuscolo mio N.d.R.) scritto sui fogli distribuiti nelle chiese”. Non si parla più del Messale…ma dei foglietti ...
Non poteva mancare, anche se non c’entrava nulla, la stilettata contro i fedeli che si ritrovano nella chiesa del Suffragio di Trento per assistere alla Santa Messa nella forma straordinaria del rito romano che sono stati bollati come “ lefevriani” ( sic!).
Un raggio di speranza ci viene donato dal commento di un fedele che frequenta le celebrazioni nella Chiesa del Suffragio : “Io ho potuto fare questa bella esperienza nella chiesa del Suffragio, e sono stato molto colpito per la presenza di tanti giovani e per la silenziosa devozione con cui tutti seguivano il rito.
A titolo informativo debbo dire che il libretto con il testo in latino e italiano c’è e serve per seguire con maggior consapevolezza.
Molti si inginocchiano anche se non c’è l’inginocchiatoio a disposizione.
La messa poi non è celebrata in fretta, dura almeno mezz’ora di più di quelle in italiano, anche perché ci sono degli spazi di silenzio e contemplazione.
Senza nulla togliere al nuovo rito, direi che si è fatta giustizia nel riammettere ciò che è stato alimento per la fede di generazioni di cattolici.
Non tutto ciò che è vecchio, infatti, è da buttare.
Sono solo le rivoluzioni ideologiche che hanno queste manie.
...” ( Intervento firmato)
A.C.

“ Chi ha sfondato la porta e manomesso il tabernacolo della Badia di S. Lorenzo cercava oro, per guadagnare in fretta - ha spiegato padre Giorgio Butterini - ma sulla Chiesa e sui sacramenti appariva in¬differente, o ignaro," Troppo forte si è però rivelato il peso di una storia che viene da lontano. E così il Vescovo ha sentito il bisogno di celebrare una "messa di riparazione per l'atto sacrilego", come lo ha definito persino Vita Trentina. Sacrilegio è una parola offensiva verso il sacro, il sacerdozio, il sacrificio. Nell'Eucaristia che celebra in Badia per la Comunità di S. Francesco Saverio, p. Giorgio è sempre attento a dire che il corpo è "dato" e il sangue è "versato", non offerto in "sacrificio", come spesso è ancora scritto sui fogli distribuiti nelle chiese. Ne va della concezione di Chiesa: quella clericale che si trascina dal Concilio di Trento è centrata sui sacerdoti ordinati, quella del "popolo di Dio" che si ispira al Concilio Vaticano II.
Que¬sta è un'assemblea in cui, abbassata la barriera che separa il sacro dal profano, ai laici, uomini e donne, si attribuisce la libertà e la responsabilità di pensare, di parlare, di agire. Proprio nella lettera della liturgia di questa domenica Pietro parla del battesimo "in buona coscienza", che tutti unisce in Cristo.
"Cristo è morto una volta per sempre, per i nostri peccati", in un sacrificio unico e irri¬petibile,.di cui i suoi seguaci continuano a fare memoria in quell'incontro di amicizia che è l'Eucaristìa. "Fonte e culmine della fede", in cui ringraziamo, chiediamo perdono e invochiamo dallo Spirito energia per portare nella storia umana, tutti i giorni, il nostro contributo di giustìzia e di speranza.
È questo, alla messa della domenica, lo "stile ospitale" che ci impegna nei giorni feriali ad accogliere chi è in difficoltà: "giovani, famiglie, immigrati" sono le priorità indicate dal vescovo nella sua lettera per la Quaresima. Sono i sacrilegi umani nei confronti dei poveri che dovrebbero scandalizzarci. Al sindaco presente alla messa della riparazione, in rappresentanza della città, avrei ricordato le microaree per i nomadi, se dall'ambone a un laico fosse stato possibile intervenire.
Come succede da sempre nella comunità di S. Francesco Saverio, dove ognuno, anche, prende in mano il pane e il vino della comunione offerti sul piatto e nel ca-lice dai bambini.
Il sacro è tremendo, ma affascina ancora, se alla messa della riparazione, a Trento, i più stendono ancora la lingua.
All'estremo lo "stile sacrificale" si manifesta nella chiesa del Suffragio, in cui si riuniscono i lefevriani.
Non è la lingua latina che preoccupa, lo ha spiegato bene don Piero Rattin su Vita Trentina, è l'idea di Chiesa con cui (orgogliosamente) lì si assolve il precetto domenicale.
Forse è proprio la carenza di ospitalità che suscita indifferenza nei ladri di vasi sacri chiusi nel tabernacolo. Ma non è di telecamere che abbiamo bisogno, né di vigili armati.
Anzi, la persona che ha sfondato le porte, credente o no, venga a Pasqua in Badia, a vedere lo sforzo di ospitalità durante la messa.
Se poi dovesse confessare l’offesa, mi sento di dire che non di prigione ha bisogno, ma dell’aiuto del nostro psicologo, sociologo, insegnante, in applicazione dell’art. 27 della Costituzione. Impegnativa quanto il Concilio.
Silvano Bert

( Foto . Vienna : Messa rock nella Chiesa di San Giuseppe. I giovani hanno ascoltato la Liturgia della Parola indossando occhiali tridimensionali )

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