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sabato 19 novembre 2011

Gnocchi racconta il "caso Gnocchi"

I lettori di messainlatino.it sono rimasti choccati all’unanimità dal “caso Gnocchi”: nella diocesi di Bergamo sono stati vietati i funerali in rito antico al padre del noto giornalista e scrittore cattolico, vicenda che è stata raccontata dal quotidiano il Foglio. Una bruttissima storia sulla quale ci sembra giusto non mollare, per amore di verità. Un sopruso sul quale non è giusto stendere il velo dell’oblio e che speriamo possa fare "giurisprudenza". Alessandro Gnocchi ha gentilmente accettato l’invito di messainlatino.it di scrivere una sorta di “diario della crisi” dopo il “caso Gnocchi”. Lo ringraziamo. Alessandro Gnocchi è autore di numerosi libri, scritti con Mario Palmaro, l'ultimo dei quali è il notevole "La Bella Addormentata. Perché dopo il Vaticano II la chiesa è entrata in crisi. Perché si riveglierà (Vallecchi). Altri titoli: "L'ultima Messa di padre Pio. L'anima segreta del Santo delle stigmate"(Piemme), "Viva il Papa. Perché lo attaccano. Perché difenderlo" (Vallecchi), "Contro il logorio del laicismo moderno. Manuale di sopravvivenza per cattolici" (Piemme).



Ma questa Messa s'avrà da fare
di Alessandro Gnocchi

Ho ricevuto tante lettere, tante e-mail, tanti messaggi e tante telefonate che testimoniano una fraterna vicinanza per quanto è accaduto al funerale di mio padre. Davvero tante, che non posso fare a meno di ringraziare anche pubblicamente. Lo faccio volentieri su invito di messainlatino.it che mi chiede di tenere una sorta di diario che aggiorni il procedere della vicenda.

Perché la vicenda, naturalmente, non si ferma qua. Non può fermarsi qua perché non riguarda solo un singolo signore un po’ bizzarro che ha chiesto un rito un po’ bizzarro per il suo funerale un po’ bizzarro. E non riguarda neanche solo la sua famiglia un po’ bizzara invaghita dello stesso rito un po’ bizzarro. Riguarda qualsiasi cattolico battezzato soggetto ai doveri e anche ai diritti del Diritto Canonico. Insomma, riguarda tutti noi.

Se non fosse così, giunto a questa riga, potrei dire “Grazie a tutti” e tornarmene alle mie occupazioni. Invece si va avanti, compiendo tutti i passi necessari sia in sede pubblica, sia in sede istituzionale, sia in sede privata.
Per questo è necessario l’aiuto di tutti coloro che credono nella buona battaglia e comincio col proporre due azioni semplicissime:
1) Far conoscere il più possibile il fatto, anche attraverso la diffusione dell’articolo che lo racconta. Non solo nel nostro ambiente, ma anche nelle parrocchie e nelle associazioni, dove nessuno immagina neppure che esista gente come noi che subisce quanto subiamo noi.

2) Scrivere, rispettosamente ma con grande fermezza al parroco di Villa d’Adda e alla curia bergamasca per dire quello che si pensa sull’accaduto.
Questo è importante anche perché mi risulta che qualcuno sta facendo circolare la voce che la mia famiglia sarebbe stata contenta di come “si sono aggiustate le cose”: e cioè Messa con rito nuovo nella quale si sono semplicemente evitati gli orrori che si vedono di solito durante i funerali. Insomma, fatto credito con grande magnanimità della loro buona fede, questi signori ritengono che sulla questione della Messa ci si possa venire incontro come al mercato e concludere con uno sputo sulla mano prima stringersela davanti al sensale.

Bisogna dir loro, da parte di chiunque tenga alla Messa di sempre, che non è così. Scriviamoglielo.

Dal bollettino parrocchiale, ho ricavato l’indirizzo e-mail del parroco (che si chiama don Diego Nodari); dunque, trascrivendolo, non svelo nulla di segreto o di privato:
d.diegonodari@virgilio.it

l’indirizzo postale è:
Parrocchia di Sant’Andrea apostolo
Via del Borgo, 2
24030 VILLA D’ADDA
(Bergamo)

gli indirizzi della curia sono
cancelleria@curia.bergamo.it
liturgia@curia.bergamo.it

vicariogenerale@curia.bergamo.it

segrvesc@curia.bergamo.it

del.formazione@curia.bergamo.it

Ma una ricerca più attenta nei meandri del web curiale può dare anche altri risultati.
Prima di ringraziare ancora, voglio comunque dire che ci vuole sempre un padre per spiegare a un figlio le cose della vita. E un padre lo fa anche quando muore. Ci ritorneremo sopra, quando sarò riuscito a cavarmi dall’anima il magone che non va né su né giù. Ma quello che posso dire si da ora è che, anche questo si trova nella Messa di sempre.
Grazie a tutti

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