"Spettabile Redazione,
vi ricopio pari parole, un articolo apparso sul numero 3 della "Rivista Diocesana Biellese", periodico quadrimestrale che viene inviato a parrocchie ecc ,con raccolte di discorsi del Papa, delle varie congragazioni vaticane e infine, notizie della Diocesi, nomine presbiterali, scritti del vescovo, e atti del consiglio presbiterale ecc.
Questo numero è uscito l'altra settimana [seconda settimana di maggio 2011, n.d.r.] e raccoglie tutti gli atti sopra citati degli ultimi 4 mesi del 2010.
Sfogliandolo, ho letto un intervento all'ordine del giorno del consiglio presbitarale di novembre 2010: lo ricopio fedelmente pensando che sia adattissimo alla pubblicazione nel vostro blog, sia per far capire che non è una esagerazione il dire che il motu proprio è osteggiato dai vescovi, sia per dire che i fedeli legati alla messa antica sono un gruppuscolo di pazzi fanatici che non merita attenzione. "
Questa è una delle molte lettere di sofferta protesta, di accorato appello e di giusta indignazione che arrivano alla nostra mail di redazione. Non aggiungiamo altro, perchè abbiamo più volte puntato il dito contro i vescovi disobbedienti ed arroganti che si oppongono più o meno esplicitamente, al Motu Proprio, e, quindi, al Papa.
Ricordiamo solo che il nome del rettore della diocesi in questione è Mons. Gabriele Mana (link al sito ufficiale della diocesi di Biella) dove abbiamo trovato anche alcuni recapiti: tel. 015 34951, fax 015 2439735 , e-mail: vescovo@diocesi.biella.it
E ora vi lasciamo alle parole del Consiglio Presbiterale che un nostro lettore, assiduamente e con pazienza ha trascritto per noi e sulle quali ha elaborato alcune considerazioni personali, che vi proponiamo.
vi ricopio pari parole, un articolo apparso sul numero 3 della "Rivista Diocesana Biellese", periodico quadrimestrale che viene inviato a parrocchie ecc ,con raccolte di discorsi del Papa, delle varie congragazioni vaticane e infine, notizie della Diocesi, nomine presbiterali, scritti del vescovo, e atti del consiglio presbiterale ecc.
Questo numero è uscito l'altra settimana [seconda settimana di maggio 2011, n.d.r.] e raccoglie tutti gli atti sopra citati degli ultimi 4 mesi del 2010.
Sfogliandolo, ho letto un intervento all'ordine del giorno del consiglio presbitarale di novembre 2010: lo ricopio fedelmente pensando che sia adattissimo alla pubblicazione nel vostro blog, sia per far capire che non è una esagerazione il dire che il motu proprio è osteggiato dai vescovi, sia per dire che i fedeli legati alla messa antica sono un gruppuscolo di pazzi fanatici che non merita attenzione. "
Questa è una delle molte lettere di sofferta protesta, di accorato appello e di giusta indignazione che arrivano alla nostra mail di redazione. Non aggiungiamo altro, perchè abbiamo più volte puntato il dito contro i vescovi disobbedienti ed arroganti che si oppongono più o meno esplicitamente, al Motu Proprio, e, quindi, al Papa.
Ricordiamo solo che il nome del rettore della diocesi in questione è Mons. Gabriele Mana (link al sito ufficiale della diocesi di Biella) dove abbiamo trovato anche alcuni recapiti: tel. 015 34951, fax 015 2439735 , e-mail: vescovo@diocesi.biella.it
E ora vi lasciamo alle parole del Consiglio Presbiterale che un nostro lettore, assiduamente e con pazienza ha trascritto per noi e sulle quali ha elaborato alcune considerazioni personali, che vi proponiamo.
N. 3 numero della "Rivista Diocesana Biellese"
- Consiglio Presbiterale novembre 2010 - Pag 552-553
- Consiglio Presbiterale novembre 2010 - Pag 552-553
"[...] 2. Messa secondo il Rito di San Pio V
Mons.Vescovo ripercorre la storia della richiesta della celebrazione della Santa Messa in Diocesi secondo il “rito straordinario” così permesso da Benedetto XVI.
Ricorda inoltre che dopo un primo momento di parziale interesse la celebrazione si è spenta per insufficiente partecipazione. Ora è giunta la richiesta di riprendere appoggiandosi a un sacerdote che verrebbe appositamente da Novara, il Vescovo di Biella si è opposto a tale possibilità perché la trovava poco rispettosa della Diocesi e del suo clero. E’ stata mandata una dura lettera al Vescovo, trasmessa per conoscenza alla commissione “Ecclesia Dei”, la quale ha chiesto chiarimenti al Vescovo.
E’ necessario dare una risposta serena anche per il servizio alla chiesa universale e per il discernimento che deve essere attento e responsabile. Il consiglio si dice d’ accordo a sostenere in pieno la linea del Vescovo, e non ravvisa la necessità di proporre la celebrazione della Santa Messa nella “forma straordinaria”. Il consiglio sente inoltre la responsabilità di educare il clero e la Diocesi intera a una partecipazione attenta, attiva e orante alla celebrazione liturgica."
Mons.Vescovo ripercorre la storia della richiesta della celebrazione della Santa Messa in Diocesi secondo il “rito straordinario” così permesso da Benedetto XVI.
Ricorda inoltre che dopo un primo momento di parziale interesse la celebrazione si è spenta per insufficiente partecipazione. Ora è giunta la richiesta di riprendere appoggiandosi a un sacerdote che verrebbe appositamente da Novara, il Vescovo di Biella si è opposto a tale possibilità perché la trovava poco rispettosa della Diocesi e del suo clero. E’ stata mandata una dura lettera al Vescovo, trasmessa per conoscenza alla commissione “Ecclesia Dei”, la quale ha chiesto chiarimenti al Vescovo.
E’ necessario dare una risposta serena anche per il servizio alla chiesa universale e per il discernimento che deve essere attento e responsabile. Il consiglio si dice d’ accordo a sostenere in pieno la linea del Vescovo, e non ravvisa la necessità di proporre la celebrazione della Santa Messa nella “forma straordinaria”. Il consiglio sente inoltre la responsabilità di educare il clero e la Diocesi intera a una partecipazione attenta, attiva e orante alla celebrazione liturgica."
*
Alcune precisazioni personali:
Il Vescovo accenna al “primo momento di parziale interesse”. Occorre raccontare come veniva vissuta quella celebrazione: si teneva nella chiesa parrocchiale di San Giacomo al Piazzo, nel cuore del borgo medievale della parte antica di Biella.
Per la carità, bella chiesa ma scomodissima dal punto di vista dei mezzi, essendo difficoltosamente per via delle ztl, raggiungibile con le macchine. Inoltre non vi è la comodità del parcheggio. La Messa era celebrata alle ore 9 di domenica mattina, dal parroco, che celebrava “per obbedienza”, trasmettendo totale mancanza di interesse a tale celebrazione.
Arrivava a deridere i fedeli (inizialmente una 40) facendo la predica in latino ( “ tanto a voi piace e se volete la messa in latino anche la predica è in latino”), dimostrandosi scostante e scontroso anche con i ministranti che erano sempre in numero di almeno 4. Nell’inverno, non faceva accendere il riscaldamento perché non era una messa parrocchiale. Era vietata qualunque forma di "pubblicità" pubblica di tale celebrazione, come espressamente ricordava in quasi ogni messa, ricordando come il Vescovo la tollerava e la concedeva solo per bontà e obbedienza… Visto il clima di ostilità anche con il celebrante, via via i fedeli si sono ridotti a circa 15-20 fissi, e così il celebrante con somma gioia, con la scusa di dover celebrare una messa per quattro gatti, ha sospeso il tutto, anche perché a suo dire, era stufo di essere considerato male dal restante clero.
Tutto questo capitava nei primi mesi del 2009. Da allora qualunque tentativo di riportare almeno saltuariamente la messa antica è stato affossato. Il vescovo qui espone con amore di padre la divertente scusa di sentirsi dispiaciuto nel far venire un celebrante da fuori diocesi. Perché nei santuari questo non avviene? Non vengono sacerdoti da fuori diocesi? E perché non si comporta così anche con preti extradiocesani che vengono a supplire ed aiutare vista la mancanza di clero? La capirebbe chiunque la risibilità di tale scusa. Da questo articoletto emerge anche un altro aspetto che merita di essere tenuto in considerazione: la quasi inutilità della commissione “Ecclesia Dei”, che non prende alcuna posizione ma si limita a fare svogliatamente le funzioni da giudice di pace. Sappiamo come è avvenuto il tutto: la commissione Ecclesia Dei ha chiesto al vescovo: è vero quello che hanno scritto nella lettera? No ovviamente! Bene tanti saluti bravo, vai avanti così. Ancora una volta il vescovo si appropria della autorità di disciplinare il motu proprio. Vorrei solo sottolineare che numerosissime sono le messe in diocesi in cui il numero di fedeli è pari se non inferiore al numero dei 15-20 che partecipava, nonostante le ostilità alla messa antica. Notare inoltre la postilla finale sulla necessità di educare alla partecipazione attiva, attenta e orante: aria fritta che gira da tempo, dato che non è mai stato fatto niente per educare a tale cosa, se si escludono i meeting liturgici organizzati dal famigerato monastero di Bose che ha al suo interno una “aula liturgica” adatta sia al culto cattolico che protestante.
Mi permetto una seconda considerazione:
dopo l’ordine del giorno n. 2 sulla Messa di San Pio V, si passa al numero 3, Comunità Ortodossa Rumena. Evito di ricopiarlo per intero, ma mi limito a riportare che contiene la notizia che la diocesi ha stipulato una convenzione per prestare la chiesa di Santa Anna al Piazzo, magnifica chiesa barocca ormai chiusa per mancanza di celebrazioni, alla comunità ortodossa rumena tramite il vescovo Silvan. Viene magnificato da parte del vescovo e ricordato come sia fondamentale la buona accoglienza verso tutti i fratelli delle altre religioni.
Viene inoltre specificato come il parroco del luogo ( lo stesso che celebrava per obbedienza la messa antica, sopra citato) si stia adoperando con grande generosità per accogliere e sistemare il sacerdote rumeno e consorte in un appartamento comodo e vicino alla chiesa. Il consiglio loda questo spirito di accoglienza e il vescovo auspica una soluzione definitiva.
E’ sconcertante vedere come l’accoglienza agli ortodossi e agli altri fratelli sia una priorità mentre i fedeli cattolici legati alla messa antica vengono trattati come pazzi. Questa è la situazione nella Diocesi di Biella.
Nota bene: il vescovo non immaginatelo come quelli francesi: gira sempre in veste, apprezza pizzi e pianete e candelieri, ha consacrato il nuovo altare conciliare della cattedrale, in marmo uguale a quello antico ancora esistente eliminando quello posticcio in legno in stile moderno, e facendo restaurare l’ antica cattedra lignea del 1400.
Questo è per dire come spesso le apparenze ingannino, purtroppo è la mentalità sbagliata e forse sono meglio i vescovi baffuti francesi che celebrano allegramente in stola, almeno dimostrano a tutti quello che sono.
Il Vescovo accenna al “primo momento di parziale interesse”. Occorre raccontare come veniva vissuta quella celebrazione: si teneva nella chiesa parrocchiale di San Giacomo al Piazzo, nel cuore del borgo medievale della parte antica di Biella.
Per la carità, bella chiesa ma scomodissima dal punto di vista dei mezzi, essendo difficoltosamente per via delle ztl, raggiungibile con le macchine. Inoltre non vi è la comodità del parcheggio. La Messa era celebrata alle ore 9 di domenica mattina, dal parroco, che celebrava “per obbedienza”, trasmettendo totale mancanza di interesse a tale celebrazione.
Arrivava a deridere i fedeli (inizialmente una 40) facendo la predica in latino ( “ tanto a voi piace e se volete la messa in latino anche la predica è in latino”), dimostrandosi scostante e scontroso anche con i ministranti che erano sempre in numero di almeno 4. Nell’inverno, non faceva accendere il riscaldamento perché non era una messa parrocchiale. Era vietata qualunque forma di "pubblicità" pubblica di tale celebrazione, come espressamente ricordava in quasi ogni messa, ricordando come il Vescovo la tollerava e la concedeva solo per bontà e obbedienza… Visto il clima di ostilità anche con il celebrante, via via i fedeli si sono ridotti a circa 15-20 fissi, e così il celebrante con somma gioia, con la scusa di dover celebrare una messa per quattro gatti, ha sospeso il tutto, anche perché a suo dire, era stufo di essere considerato male dal restante clero.
Tutto questo capitava nei primi mesi del 2009. Da allora qualunque tentativo di riportare almeno saltuariamente la messa antica è stato affossato. Il vescovo qui espone con amore di padre la divertente scusa di sentirsi dispiaciuto nel far venire un celebrante da fuori diocesi. Perché nei santuari questo non avviene? Non vengono sacerdoti da fuori diocesi? E perché non si comporta così anche con preti extradiocesani che vengono a supplire ed aiutare vista la mancanza di clero? La capirebbe chiunque la risibilità di tale scusa. Da questo articoletto emerge anche un altro aspetto che merita di essere tenuto in considerazione: la quasi inutilità della commissione “Ecclesia Dei”, che non prende alcuna posizione ma si limita a fare svogliatamente le funzioni da giudice di pace. Sappiamo come è avvenuto il tutto: la commissione Ecclesia Dei ha chiesto al vescovo: è vero quello che hanno scritto nella lettera? No ovviamente! Bene tanti saluti bravo, vai avanti così. Ancora una volta il vescovo si appropria della autorità di disciplinare il motu proprio. Vorrei solo sottolineare che numerosissime sono le messe in diocesi in cui il numero di fedeli è pari se non inferiore al numero dei 15-20 che partecipava, nonostante le ostilità alla messa antica. Notare inoltre la postilla finale sulla necessità di educare alla partecipazione attiva, attenta e orante: aria fritta che gira da tempo, dato che non è mai stato fatto niente per educare a tale cosa, se si escludono i meeting liturgici organizzati dal famigerato monastero di Bose che ha al suo interno una “aula liturgica” adatta sia al culto cattolico che protestante.
Mi permetto una seconda considerazione:
dopo l’ordine del giorno n. 2 sulla Messa di San Pio V, si passa al numero 3, Comunità Ortodossa Rumena. Evito di ricopiarlo per intero, ma mi limito a riportare che contiene la notizia che la diocesi ha stipulato una convenzione per prestare la chiesa di Santa Anna al Piazzo, magnifica chiesa barocca ormai chiusa per mancanza di celebrazioni, alla comunità ortodossa rumena tramite il vescovo Silvan. Viene magnificato da parte del vescovo e ricordato come sia fondamentale la buona accoglienza verso tutti i fratelli delle altre religioni.
Viene inoltre specificato come il parroco del luogo ( lo stesso che celebrava per obbedienza la messa antica, sopra citato) si stia adoperando con grande generosità per accogliere e sistemare il sacerdote rumeno e consorte in un appartamento comodo e vicino alla chiesa. Il consiglio loda questo spirito di accoglienza e il vescovo auspica una soluzione definitiva.
E’ sconcertante vedere come l’accoglienza agli ortodossi e agli altri fratelli sia una priorità mentre i fedeli cattolici legati alla messa antica vengono trattati come pazzi. Questa è la situazione nella Diocesi di Biella.
Nota bene: il vescovo non immaginatelo come quelli francesi: gira sempre in veste, apprezza pizzi e pianete e candelieri, ha consacrato il nuovo altare conciliare della cattedrale, in marmo uguale a quello antico ancora esistente eliminando quello posticcio in legno in stile moderno, e facendo restaurare l’ antica cattedra lignea del 1400.
Questo è per dire come spesso le apparenze ingannino, purtroppo è la mentalità sbagliata e forse sono meglio i vescovi baffuti francesi che celebrano allegramente in stola, almeno dimostrano a tutti quello che sono.
E' proprio vero: l'abito non fa il monaco e ancor meno il cervello ....
RispondiEliminaMa tu guarda...la stessa situazione per quello che riguarda l'edificio di culto che dobbiamo sopportare qui a Savona-Noli. Con tanto di ortodossi rumeni al seguito. Paro Paro. E Se dovessi dire la stessa situazione che c'è a Ventimiglia-Sanremo. Anche qui con gli ortodossi di mezzo. MA su questo domando conferma ad Enrico. Interessante questa linea stranamente comune di alcuni presuli....
RispondiEliminaComunque la Messa di Biella era quella famosa con il celebrante con il cppellino di lana perchè faceva freddo o sbaglio?
Per cortesia mi potete dare l'Email o altro indirizzo dell' Ecclesia Dei? Grazie.
RispondiEliminaSì anche a san remo una chiesa cattolica è stata affidata alla comunità ortodossa, e adeguata e poi consacrata al culto ortodosso.
RispondiEliminaRoberto.
Sono contento...In realtà tutto quello che veniva denunciato già anni fa da pastori ''zelanti e coraggiosi'' si verifica con puntualità ogni giorno,in ogni parrocchia,in ogni diocesi del mondo.
RispondiEliminaI fedeli abbandonano la santa romana Chiesa,c'è un'emorragia continua di fedeli(al di là dei propagandistici toni di rientro degli ex-anglicani).
Ciò da un lato mi intristisce terribilmente,ma dall'altro è quasi quasi un ''bene''... A conti fatti gli attuali pastori,si ritroveranno senza gregge.... Almeno non avranno chi rovinare.
Ummmmmmmm la vicenda mi ricorda, vagamente, molto vagamente, qualcosa .......
RispondiEliminaStesso regalo a Forlì, splendida chiesa del centro regalata agli scismatici. Rovinata.
RispondiElimina<span>Stessa cosa a Forlì, splendida chiesa del centro storico "affidata" agli scismatici rumeni. Rovinata.</span>
RispondiEliminaQuesto la dice lunga sulla volontà di certi vescovi di rispettare le decisioni del Santo Padre.......
RispondiEliminaadesso aspettiamo le chiacchiere del solito don Alfredo Morselli che dice che siamo disfattisti e ci lamentiamo sempre........
sia solo questo, l'opporsi dei vescovi al motu propio. Pensate a quello che il Sommo Pontefice, nella sua splendida omelia, in chisura dell'anno sacerdotale ha detto!!!!
RispondiEliminacoprono, stanno in silenzio, pur sapendo cosa accade, non reaggiscono, al male penetrato negli uomini, che per "amore" hanno detto si a Dio e alla Chiesa.
spero solo, che propio Dio, dia una scossa, hai tanti falsi profeti del nostro tempo!
predicano bene, razzolano male!!!! Dio ci perdoni e perdoni sopratutto loro!!!
w Dio, w La chiasa Cattolica, w quei tanti sacerdoti VERI!!!!!!!!!
e intanto in Romania gli ortodossi trattano a pesci in faccia i cattolici e non hanno la minima intenzione di restituire ai cattolici le chiese requisite dallo stato ai tempi del comunismo e ridate solo agli ortodossi (anche quelle che erano appartenute ai cattolici).
RispondiElimina" Nota bene: il vescovo non immaginatelo come quelli francesi: gira sempre in veste, apprezza pizzi e pianete e candelieri, ha consacrato il nuovo altare conciliare della cattedrale, in marmo uguale a quello antico ancora esistente eliminando quello posticcio in legno in stile moderno, e facendo restaurare l’ antica cattedra lignea del 1400.
RispondiEliminaQuesto è per dire come spesso le apparenze ingannino, purtroppo è la mentalità sbagliata e forse sono meglio i vescovi baffuti francesi che celebrano allegramente in stola, almeno dimostrano a tutti quello che sono "
Interessante ed equilibrata considerazione, tutto lì'articolo , a parte la vicenda, è da apprezzarsi per lo spirito costruttivo con il quale è pervaso.
Una sola la possibilità di manifestare TANGIBILMENTE il proprio schifo per questa gentaglia: destinare l'8x1000 allo Stato. Il resto sono solo chiaccchiere che lasciano il tempo che trovano.
RispondiEliminaBuono a sapersi: abbiamo appreso che il consiglio presbiterale di Biella è il tribunale di suprema istanza della Chiesa cattolica, titolato a dichiarare inoperanti i decreti papali. Biella locuta, causa soluta!
RispondiEliminaSe posso provare a spezzare una lancia per gli Ortodossi (qui a Perugia abbiamo due chiese del centro loro affidate; per inciso, non ci sono problemi o tensioni con la loro comunità, anzi), c'è da dire che rispettano gli spazi sacri e artistici delle nostre chiese molto più che dei chierici "aggiornatori"...per inciso, mai si sarebbero permessi di picconare un altare o un affresco, o di mettere al centro della chiesa una "tavola calda", come purtroppo sappiamo essere successo in passato, e non solo...
RispondiEliminaOvviamente, è sconcertante e scandaloso che ci si preoccupa di trovare chiese a loro (o, peggio ancora, a protestanti e musulmani), o di trasformarle in auditorium, e poi si lasciano per strada i fedeli del Rito antico...
Davvero non capisco certe querule lagnanze.
RispondiEliminaQual è il problema? Una chiesa, ormai abbandonata, prestata agli ortodossi?
E vi lamentate?
Ma ringraziate Dio piuttosto, che da un'altra parte, non troppo distante da lì, l'avrebbero concessa a qualche muezzin, affinchè pregasse il nostro comune antenato Abramo.
<span>Non male, bravo....</span> :)
RispondiEliminaA scanso di equivoci ricordo che la nostra è stata solo una cortese risposta ad un lettore che ci chiedeva notizie circa la situazione a San Remo.
RispondiEliminaNon vi era alcuna valenza positiva nè negativa.
Gli ortodossi hanno da insegnare molto ad alcuni nostri preti figli del concilio! Indubbiamente!! Quindi è più dignitosa la chiesa cattolica data agli ortodossi, piuttosto che lasciarla chiusa, o affidata a qualche parroco modernista che l'avrebbe rivoltata.
Se mai ci possa essere una qualche valutazione in merito al fatto di dare le chiese agli ortodossi, essa avrebbe due aspetti. da un lato ci sarebbe un po' di invidia (le nostre di chiese son sempre vuote, deturpate, secolarizzate, "sconsacrate": le loro son sempre ricolme di persone oranti e di fede); dall'altro lato un po' di rammarico (i vescovi, che a loro dire fanno tanta fatica a trovare chiese, oratori, cappelle da affidare ai gruppi tradizionalisti, non hanno difficoltà ad assegnarle ad altri).
Quindi, al di là che dare una chiesa cattolica ad altri "cristiani" è sconfonrtante solo per il fatto che vuol dire che i cattolici praticanti son sempre di meno, nessun problema se vengono date ai nostri fratelli della Chiesa Ortodossa! Sempre meglio che darle alle sette eretiche protestanti o, maggior onta e sdegno, ai musulmani!
Roberto
Pienamente d'accordo con la Redazione, era proprio ciò che volevo esprimere!!
RispondiEliminaLa fraterna accoglienza ai fratelli Ortodossi è cosa buona e giusta, secondo me. Altro è il pessimo trattamento riservato ai fratelli Cattolici che preferiscono il Vetus Ordo. Posso solo suggerire che si sveglino e "pestino i piedi" come altrove è stato fatto ottenendo comprensione e rispetto e...soprattutto, la celebrazione in latino.
RispondiEliminaIl futuro sta anche nelle nostre mani; il vescovo NON è un "padrone"!!
Ragazzi tutti, io faccio in qualche modo parte della Diocesi di Biella......che cosa pensate di fare?Volete far celebrare la messa in latino in un'altra chiesa della città?
RispondiEliminaOra con l'Istruzione potranno alzare la voce, ma a Roma che faranno?!? I sacerdoti biellesi, vescovo in tesa, sono ostili alla Messa Antica, obbediscono solo al loro "leader": il commercialista di Bose, pendendo dalle sue labbra....
RispondiEliminatratti lombrosiani, quel commercialista
RispondiEliminaQuanta cattiveria in certo clero... Questo caso sembra una copia di Thiberville con il nuovo parroco che celebrava a malavoglia la Messa tradizionale. Che schifo!!!! >:o
RispondiEliminaGli "ortodossi" si comportano come i musulmani. Dove sono in maggioranza (vedi Grecia,Russia, Ucraina, BASILICA DEL SANTO SEPOLCRO IN GERUSALEMME etc.) trattano coi piedi i cattolici e cercano in ogni modo di limitarne la libertà di culto; quando sono loro a venire in nazioni (ex) cattoliche, diventano "fratelli" e non disdegnano di insediarsi nelle chiese cattoliche. Un vero cattolico dovrebbe preferire una chiesa chiusa piuttosto che vederla occupata da ERETICI.
RispondiEliminaPer gli Ortodossi i Cattolici Romani sono eretici in quanto, sempre secondo loro, hanno abbandonato la Vera fede nel 1054 e poi, nel tempo, hanno introdotto di tutto e di più!
RispondiEliminaPontificia Commissione Ecclesia Dei
RispondiEliminaPiazza del Sant'Uffizio, 1
00193 ROMA
Non concordo, redazione. I cosiddetti "ortodossi" sono scismatici, in quanto, nel 1054, si sono separati dall'unica Chiesa di Cristo, quella fondata sulla roccia di Pietro. Gli ortodossi non sono affatto nostri fratelli e mancano del requisito fodamentale per essere graditi a Dio: l'ubbidinza a quanto stabilito da Cristo nel Vangelo circa le chiavi del Paradiso consegnate all'apostolo Pietro, Vicario di Cristo e rappresentante di Dio in terra. Ortodossi e protestanti, pari sono.
RispondiEliminaquesta simpatia per gli ortodossi è segno di quanto le tesi distruttive del Papato romano si siano fatte strada anche tra i cosiddetti tradizionalisti. Comunque un argomento ad hominem: esiste un motivo per dare una chiesa agli ortodossi e rifiutarla alla FSSPX? i Vescovi dovrebbero spiegarcelo...
RispondiEliminaAnche io faccio, come te, (anche se vivo per la maggior parte tempo lontano) parte della stessa diocesi. Quello che mi da fastidio è questo atteggiamento ipocrita: coprire di silenzio la questione della messa antica, far finta che non esista, e limitarsi ad imbellettarsi qua e là per far vedere che "comunque siamo gente di buon gusto".
RispondiEliminaE' una caratteristica del clero piemontese: anche nei migliore dei casi, si sfoggia un po' di sensibilità, salvo <span>trasalire</span> inorriditi quando si parla di "messa in latino". Perfetta dimostrazione che non si tratta solo di una battaglia di puro estetismo, ma di piena sostanza.
Anche a Chieti scalo hanno concesso una piccola chiesa-sacrario militare agli ortodossi, scatenando una miniguerra fra la chiesa rumena e quella greca. Quest'ultima ha vinto la contesa ed il pope, personaggio dalla storia interessante, mi ha spiegato che per la sua autocefalìa la lungua greca liturgica è un po' come il latino, dovrebbe essere considerata universale e favorire la riunificazione degli ortodossi. Mi ha anche spiegato che a Bologna, dove lui risiede, con l'arrivo degli immigrati si siano costituite sette chiese ortodosse "etniche", fenomeno identitico a quello dei protestanti. Ma per la sponda cattolica pare che tutto il mondo marci verso l'ecumenismo.
RispondiEliminaA Biella stiamo creando un'associazione di riferimento per il gruppo stabile di fedeli, in uno spirito di armonia e obbedienza. Ottenere la Santa Messa antica in contrasto con il Vescovo è da un lato praticamente impossibile, dall'altro non è nemmeno auspicabile, perché il clima di contrapposizione dissuaderebbe molti fedeli ad accostarsi alla Santa Messa. In qualche modo c'è bisogno di rilanciare uno spirito di collaborazione e ripartire magari con qualche celebrazione occasionale nei santuari. Bisogna ricordarsi che Summorum Pontificum ed Universae Ecclesiae non sono armi date ai fedeli per fare la guerra ai loro Vescovi: l'obiettivo deve essere quello di ottenere la Santa Messa antica, non di giudicare se i Vescovi sono progressisti o conservatori.
RispondiEliminaChi vuole mettersi in contatto con l'associazione troverà presto indicazione.
Questo è lo spirito giusto! Anche se servirà anche un pizzico di coraggio. Il Biellese è un mondo piccolo piccolo, ma speriamo che questa iniziativa riesca ad aggregare in modo genuino tutti noi (soprattutto giovani) che, pur volendo impegnarci per la Liturgia, siamo spesso emarginati e -aggiungo- demotivati.
RispondiEliminaL'unico prete in talare:
RispondiEliminahttp://www.chiesacontrocorrente.it/news/sospeso/