31-05-2011La Santa Sede ha reso pubblica il 31 maggio la lettera, formalmente datata 13 maggio 2011, che Benedetto XVI ha inviato al Gran Cancelliere del Pontificio Istituto di Musica Sacra, il cardinale Zenon Grocholewski, in occasione delle celebrazioni del centenario di fondazione dell’Istituto. La pubblicazione di questo documento era molto attesa e segue alcune polemiche giornalistiche su un tema che, comprensibilmente, sta a cuore a molto fedeli e che ha visto purtroppo negli ultimi anni l'ampia diffusione di abusi.
Il Papa, sempre attento agli anniversari, ha ricordato che «cento anni sono trascorsi da quando il mio santo predecessore Pio X [1835-1914] fondò la Scuola Superiore di Musica Sacra, elevata a Pontificio Istituto dopo un ventennio dal Papa Pio XI [1857-1939]. Questa importante ricorrenza è motivo di gioia per tutti i cultori della musica sacra, ma più in generale per quanti, a partire naturalmente dai Pastori della Chiesa, hanno a cuore la dignità della Liturgia, di cui il canto sacro è parte integrante (cfr Conc. Ecum. Vat II, Cost. Sacrosanctum Concilium, 112)».
Il Papa ha voluto specialmente ricordare che il Pontificio Istituto di Musica Sacra fa parte a pieno titolo del sistema delle università pontificie e ha un legame speciale con l'Ateneo Sant'Anselmo dei Benedettini, specializzato in liturgia. «Codesto Istituto - ha detto il Papa - che dipende dalla Santa Sede, fa parte della singolare realtà accademica costituita dalle Università Pontificie romane. In modo speciale esso è legato all’Ateneo Sant’Anselmo e all’Ordine benedettino, come attesta anche il fatto che la sua sede didattica sia stata posta, a partire dal 1983, nell’abbazia di San Girolamo in Urbe, mentre la sede legale e storica rimane presso Sant’Apollinare».
Ma la celebrazione non basta. Senza dubbio anche a fronte delle polemiche recenti, il centenario secondo il Pontefice dev'essere occasione per «cogliere chiaramente l’identità e la missione del Pontificio Istituto di Musica Sacra». A questo scopo, «occorre ricordare che il Papa san Pio X lo fondò otto anni dopo aver emanato il Motu proprio "Tra le sollecitudini", del 22 novembre 1903, col quale operò una profonda riforma nel campo della musica sacra, rifacendosi alla grande tradizione della Chiesa contro gli influssi esercitati dalla musica profana, specie operistica. Tale intervento magisteriale aveva bisogno, per la sua attuazione nella Chiesa universale, di un centro di studio e di insegnamento che potesse trasmettere in modo fedele e qualificato le linee indicate dal Sommo Pontefice, secondo l’autentica e gloriosa tradizione risalente a san Gregorio Magno [ca. 540-604]».I problemi di oggi, ha voluto spiegare il Papa, non sono - come capita in tanti altri campi - così nuovi come molti credono. Anche cento anni fa c'erano influssi indebiti della «musica profana» su quanto si cantava in chiesa, anche se allora ci si appassionava alle opere più che alle canzonette. Ma il Magistero è sempre dovuto intervenire. E per cento anni, ha ricordato Benedetto XVI, il Pontificio Istituto di Musica Sacra è stato chiamato a studiare e diffondere «i contenuti dottrinali e pastorali dei Documenti pontifici, come pure del Concilio Vaticano II, concernenti la musica sacra, affinché possano illuminare e guidare l’opera dei compositori, dei maestri di cappella, dei liturgisti, dei musicisti e di tutti i formatori in questo campo».
La musica sacra, ha messo in luce il Pontefice, non sfugge al criterio fondamentale che fin dagli inizi del suo pontificato va illustrando in tutti i campi dove sono sorte perplessità e controversie nei tempi tumultuosi del postconcilio: le innovazioni ci sono state, ma vanno interpretate secondo una ermeneutica della «riforma nella continuità», che comprende una «naturale evoluzione» ma esclude ogni rottura. «Un aspetto fondamentale, a me particolarmente caro, desidero mettere in rilievo a tale proposito - ha sottolineato il Papa -: come, cioè, da san Pio X fino ad oggi si riscontri, pur nella naturale evoluzione, la sostanziale continuità del Magistero sulla musica sacra nella Liturgia.
In particolare, i Pontefici Paolo VI [1897-1978] e Giovanni Paolo II [1920-2005], alla luce della Costituzione conciliare "Sacrosanctum Concilium", hanno voluto ribadire il fine della musica sacra, cioè "la gloria di Dio e la santificazione dei fedeli" (n. 112), e i criteri fondamentali della tradizione, che mi limito a richiamare: il senso della preghiera, della dignità e della bellezza; la piena aderenza ai testi e ai gesti liturgici; il coinvolgimento dell’assemblea e, quindi, il legittimo adattamento alla cultura locale, conservando, al tempo stesso, l’universalità del linguaggio; il primato del canto gregoriano, quale supremo modello di musica sacra, e la sapiente valorizzazione delle altre forme espressive, che fanno parte del patrimonio storico-liturgico della Chiesa, specialmente, ma non solo, la polifonia; l’importanza della schola cantorum, in particolare nelle chiese cattedrali».
Questi, ha detto il Papa, «sono criteri importanti, da considerare attentamente anche oggi. A volte, infatti, tali elementi, che si ritrovano nella "Sacrosanctum Concilium", quali, appunto, il valore del grande patrimonio ecclesiale della musica sacra o l’universalità che è caratteristica del canto gregoriano, sono stati ritenuti espressione di una concezione rispondente ad un passato da superare e da trascurare, perché limitativo della libertà e della creatività del singolo e delle comunità». Un errore: «il primato del canto gregoriano» è stato ribadito dal Concilio Ecumenico Vaticano II e non può essere considerato «superato».
Per evitare gli errori correnti in tema di musica sacra e liturgia, ha detto il Papa, «dobbiamo sempre chiederci nuovamente: chi è l’autentico soggetto della Liturgia? La risposta è semplice: la Chiesa. Non è il singolo o il gruppo che celebra la Liturgia, ma essa è primariamente azione di Dio attraverso la Chiesa, che ha la sua storia, la sua ricca tradizione e la sua creatività. La Liturgia, e di conseguenza la musica sacra, "vive di un corretto e costante rapporto tra 'sana traditio' e 'legitima progressio'", tenendo sempre ben presente che questi due concetti - che i Padri conciliari chiaramente sottolineavano - si integrano a vicenda perché "la tradizione è una realtà viva, include perciò in se stessa il principio dello sviluppo, del progresso" (Discorso al Pontificio Istituto Liturgico, 6 maggio 2011)».
«Altre forme espressive» diverse dal gregoriano e dalla polifonia non sono dunque escluse. Ma senza che il primato del gregoriano, che il Papa qui chiaramente riafferma, sia messo in discussione. E senza cedimenti al cattivo gusto e alla sciatteria, anzi con un «adeguato discernimento della qualità delle composizioni musicali utilizzate nelle celebrazioni liturgiche».
Per il testo completo della Lettera vedi qui.
Il Papa, sempre attento agli anniversari, ha ricordato che «cento anni sono trascorsi da quando il mio santo predecessore Pio X [1835-1914] fondò la Scuola Superiore di Musica Sacra, elevata a Pontificio Istituto dopo un ventennio dal Papa Pio XI [1857-1939]. Questa importante ricorrenza è motivo di gioia per tutti i cultori della musica sacra, ma più in generale per quanti, a partire naturalmente dai Pastori della Chiesa, hanno a cuore la dignità della Liturgia, di cui il canto sacro è parte integrante (cfr Conc. Ecum. Vat II, Cost. Sacrosanctum Concilium, 112)».
Il Papa ha voluto specialmente ricordare che il Pontificio Istituto di Musica Sacra fa parte a pieno titolo del sistema delle università pontificie e ha un legame speciale con l'Ateneo Sant'Anselmo dei Benedettini, specializzato in liturgia. «Codesto Istituto - ha detto il Papa - che dipende dalla Santa Sede, fa parte della singolare realtà accademica costituita dalle Università Pontificie romane. In modo speciale esso è legato all’Ateneo Sant’Anselmo e all’Ordine benedettino, come attesta anche il fatto che la sua sede didattica sia stata posta, a partire dal 1983, nell’abbazia di San Girolamo in Urbe, mentre la sede legale e storica rimane presso Sant’Apollinare».
Ma la celebrazione non basta. Senza dubbio anche a fronte delle polemiche recenti, il centenario secondo il Pontefice dev'essere occasione per «cogliere chiaramente l’identità e la missione del Pontificio Istituto di Musica Sacra». A questo scopo, «occorre ricordare che il Papa san Pio X lo fondò otto anni dopo aver emanato il Motu proprio "Tra le sollecitudini", del 22 novembre 1903, col quale operò una profonda riforma nel campo della musica sacra, rifacendosi alla grande tradizione della Chiesa contro gli influssi esercitati dalla musica profana, specie operistica. Tale intervento magisteriale aveva bisogno, per la sua attuazione nella Chiesa universale, di un centro di studio e di insegnamento che potesse trasmettere in modo fedele e qualificato le linee indicate dal Sommo Pontefice, secondo l’autentica e gloriosa tradizione risalente a san Gregorio Magno [ca. 540-604]».I problemi di oggi, ha voluto spiegare il Papa, non sono - come capita in tanti altri campi - così nuovi come molti credono. Anche cento anni fa c'erano influssi indebiti della «musica profana» su quanto si cantava in chiesa, anche se allora ci si appassionava alle opere più che alle canzonette. Ma il Magistero è sempre dovuto intervenire. E per cento anni, ha ricordato Benedetto XVI, il Pontificio Istituto di Musica Sacra è stato chiamato a studiare e diffondere «i contenuti dottrinali e pastorali dei Documenti pontifici, come pure del Concilio Vaticano II, concernenti la musica sacra, affinché possano illuminare e guidare l’opera dei compositori, dei maestri di cappella, dei liturgisti, dei musicisti e di tutti i formatori in questo campo».
La musica sacra, ha messo in luce il Pontefice, non sfugge al criterio fondamentale che fin dagli inizi del suo pontificato va illustrando in tutti i campi dove sono sorte perplessità e controversie nei tempi tumultuosi del postconcilio: le innovazioni ci sono state, ma vanno interpretate secondo una ermeneutica della «riforma nella continuità», che comprende una «naturale evoluzione» ma esclude ogni rottura. «Un aspetto fondamentale, a me particolarmente caro, desidero mettere in rilievo a tale proposito - ha sottolineato il Papa -: come, cioè, da san Pio X fino ad oggi si riscontri, pur nella naturale evoluzione, la sostanziale continuità del Magistero sulla musica sacra nella Liturgia.
In particolare, i Pontefici Paolo VI [1897-1978] e Giovanni Paolo II [1920-2005], alla luce della Costituzione conciliare "Sacrosanctum Concilium", hanno voluto ribadire il fine della musica sacra, cioè "la gloria di Dio e la santificazione dei fedeli" (n. 112), e i criteri fondamentali della tradizione, che mi limito a richiamare: il senso della preghiera, della dignità e della bellezza; la piena aderenza ai testi e ai gesti liturgici; il coinvolgimento dell’assemblea e, quindi, il legittimo adattamento alla cultura locale, conservando, al tempo stesso, l’universalità del linguaggio; il primato del canto gregoriano, quale supremo modello di musica sacra, e la sapiente valorizzazione delle altre forme espressive, che fanno parte del patrimonio storico-liturgico della Chiesa, specialmente, ma non solo, la polifonia; l’importanza della schola cantorum, in particolare nelle chiese cattedrali».
Questi, ha detto il Papa, «sono criteri importanti, da considerare attentamente anche oggi. A volte, infatti, tali elementi, che si ritrovano nella "Sacrosanctum Concilium", quali, appunto, il valore del grande patrimonio ecclesiale della musica sacra o l’universalità che è caratteristica del canto gregoriano, sono stati ritenuti espressione di una concezione rispondente ad un passato da superare e da trascurare, perché limitativo della libertà e della creatività del singolo e delle comunità». Un errore: «il primato del canto gregoriano» è stato ribadito dal Concilio Ecumenico Vaticano II e non può essere considerato «superato».
Per evitare gli errori correnti in tema di musica sacra e liturgia, ha detto il Papa, «dobbiamo sempre chiederci nuovamente: chi è l’autentico soggetto della Liturgia? La risposta è semplice: la Chiesa. Non è il singolo o il gruppo che celebra la Liturgia, ma essa è primariamente azione di Dio attraverso la Chiesa, che ha la sua storia, la sua ricca tradizione e la sua creatività. La Liturgia, e di conseguenza la musica sacra, "vive di un corretto e costante rapporto tra 'sana traditio' e 'legitima progressio'", tenendo sempre ben presente che questi due concetti - che i Padri conciliari chiaramente sottolineavano - si integrano a vicenda perché "la tradizione è una realtà viva, include perciò in se stessa il principio dello sviluppo, del progresso" (Discorso al Pontificio Istituto Liturgico, 6 maggio 2011)».
«Altre forme espressive» diverse dal gregoriano e dalla polifonia non sono dunque escluse. Ma senza che il primato del gregoriano, che il Papa qui chiaramente riafferma, sia messo in discussione. E senza cedimenti al cattivo gusto e alla sciatteria, anzi con un «adeguato discernimento della qualità delle composizioni musicali utilizzate nelle celebrazioni liturgiche».
Per il testo completo della Lettera vedi qui.
La lettura di questo mirabile testo sia il "buon giorno"per tutti noi.
RispondiEliminaMi dispiace dirlo ma una sola parola mi viene in mente, con tutto il rispetto per il Santo Padre:
RispondiEliminaCERCHIOBBOTTISMO!
I lettori di questo blog sono molto intelligenti e preparati e quindi si rendono conto del perchè uso questo termine
CERCHIOBBOTTISMO.
Naturalmente è vero che viene elogiato il canto gregoriano, ma tutte le belle parole possono essere annullate da espressioni come:
"la sua storia, la sua tradizione, la sua ricca creatività"
"sana traditio, legitima progressio"......
Non si può tenere un piede in due scarpe distinte....
non si possono servire due padroni.....
il vostro parlare sia Sì Sì, No No......
<span><span>..</span><span>..</span><span>le innovazioni ci sono state, ma vanno interpretate</span> secondo una ermeneutica della «riforma nella continuità», che comprende una «naturale evoluzione» ma esclude ogni rottura.</span>
RispondiElimina<span><span></span>....da san Pio X fino ad oggi si riscontri, pur nella naturale evoluzione, la sostanziale continuità del Magistero sulla musica sacra nella Liturgia.</span>
------------------
dunque osserviamo che c'è evoluzione e continuità nello stesso tempo: il fiume porta con sè la sorgente, fluendo verso la foce......
allora, di che cosa bisogna preoccuparsi, se tutto ciò che accade rientra nel normale<span> flusso degli eventi,</span> nella sostanziale continuità ?
tutto è normale, perchè tutto scorre nella continuità e nella naturale evoluzione, del Magistero e dei fatti concreti e delle prassi......
solo belle parole ma i fatti sono altri, diciamo la verità, se avesse veramente interesse per il gregoriano avrebbe istituito una vera schola di canto gregoriano accanto a quei tromboni della sistina, e inoltre non avrebbe firmato la nomina di uno che di gregoriano conosce solo il nome......scusate la schiettezza ma siamo stufi di parole, parole e niente fatti.
RispondiEliminase tiene al gregoriano come mai le sue celebrazioni che dovrebbero essere il modello mancano di questo repertorio, perchè non mi vorrete dire che quello eseguito dal maestro della sistina è l'autentico canto gregoriano???
chiudo invitandovi ad andare a riascoltare la domenica delle palme e lo scempio emesso in piazza san pietro......meno male che SAT2000 ha provveduto con una trasmissione UNICA...........chissà se questa sarà un monito per comprendere quanto è il baratro tra il coro del papa e altre istituzioni dove li si che si ha in grande onore il canto proprio della chiesa
Gregoriano equivale a uso della lingua latina (in teoria sarebbe possibile anche un gregoriano su testi italiani, ma non avrebbe più nulla di tradizionale). Questo implica che il latino tornerebbe a essere almeno part-time lingua liturgica. La gente comincerebbe (non sia mai!) a farsi qualche domanda. Ecco il motivo per il quale l'esortazione del Santo Padre resterà come sempre lettera morta, e le canzonette continueranno a impazzare.
RispondiEliminaMi vien da ridere! Inutili ovvietà quando sappiamo benissimo che il gregoriano è completamente scomparso dalle parrocchie! Non so a chi il Papa creda di darla a bere...
RispondiEliminaTi ho beccato, ospite! Questo è proprio un blog frequentato dai Testimoni di Genova. Perché che il Papa "cerca di darla a bere" ai cattolici c'è proprio scritto nero su bianco sull'ultimo numero del 2010 della Torre di Guardia dei Testimoni di Genova....
RispondiEliminaha ragione Areki, perchè è inutile parlare di primato del gregoriano, sarebbe più utile dire che i canti moderni alla Sanremo sono brutture da eliminare definitivamente perchè offendono non solo la bellezza dell'arte musicale, non solo deturpano la liturgia, ma offendono il buon gusto e l'intelligenza umana. Come si fa ad essere un professore, un medico, un avvocato, ma anche solo padri e madri di famiglia e poi la domenica mettersi a cantare certe canzoncine da poveri rincitrulliti? Non è serio!Essere cattolici non è essere buffoni, allegri, gioiosi si, ma senza cadere nel ridicolo.
RispondiEliminaNON OFFENDIAMO !!!! TESTIMONI DI GEOVA ....NON DI GENOVA!!!! GENOVA E' LA CITTA' DEL GRANDE CAR.SIRI!!!
RispondiEliminasempre in tema, nel tentativo inesausto di recuperare l'autentica spiritualità cattolica, a cui clero e fedeli sono chiamati, consiglio l' istruttiva lettura dell'ultimo post di Colafemmina:
RispondiEliminaDIECI CONSIGLI PER FRONTEGGIARE LA CRISI DELLA CHIESA. CONSIGLIO N.1: RIPRISTINARE I FONDAMENTI
<span>In questi tempi sta diventando sempre più difficile parlare di Chiesa Cattolica, avanzare delle proposte per il rilancio dell'arte e dell'architettura sacra, sensibilizzare i fedeli e il clero al recupero di una spiritualità più autentica ossia specchio della tradizione da cui è scaturita nei secoli e non frutto di speculazioni intellettuali ed ideologiche recenti. E le ragioni di questa difficoltà sono molteplici. Cercherò di riassumerle in pochi chiari concetti:</span>
<span>1. L'indifferenza delle gerarchie: ......</span>
<span>2. La dissoluzione lenta del cattolicesimo nell'azione sociale: .....</span>
<span>3. L'immoralità dei religiosi: .....</span>
<span>Consiglio numero 1: Acquistate una copia del Catechismo di San Pio X.....</span>
<span>sempre in tema, nel tentativo inesausto di recuperare l'autentica spiritualità cattolica, a cui clero e fedeli sono chiamati, consiglio l' istruttiva lettura dell'ultimo post di Colafemmina:
RispondiEliminaDIECI CONSIGLI PER FRONTEGGIARE LA CRISI DELLA CHIESA. CONSIGLIO N.1: RIPRISTINARE I FONDAMENTI
<span>In questi tempi sta diventando sempre più difficile parlare di Chiesa Cattolica, avanzare delle proposte per il rilancio dell'arte e dell'architettura sacra, sensibilizzare i fedeli e il clero al recupero di una spiritualità più autentica ossia specchio della tradizione da cui è scaturita nei secoli e non frutto di speculazioni intellettuali ed ideologiche recenti. E le ragioni di questa difficoltà sono molteplici. Cercherò di riassumerle in pochi chiari concetti:</span>
<span>1. L'indifferenza delle gerarchie: ......</span> <span>2. La dissoluzione lenta del cattolicesimo nell'azione sociale: .....</span>
<span>3. L'immoralità dei religiosi: .....</span> </span>
<span>......
<span>Consiglio numero 1: Acquistate una copia del Catechismo di San Pio X.....</span></span>
(ripristinare i fondamenti, ovvero: ricominciare a<span> riparare la falla principale</span>, non puntare qua e là solo a quelle importanti sì, ma dipendenti gerarchicamente da quella .......)
RispondiEliminaTutto seriu seriu, caro Stefano. Testimoni di Genova sono e la Sampdoria è in serie B. Io comunque sono testimone del Cagliari e consiglio di acquistare una copia del Catechismo della Chiesa Cattolica (1992) oltre al Catechismo di San Pio X che va sempre bene, ci mancherebbe, ma soprattutto se lo trovate il Compendio di Dottrina Cristiana del vescovo Demartis (terza versione definitiva del 1893) in italiano e logudorese, l'unico scritto esplicitamente contro i Framassones
RispondiEliminaA questo scopo, «occorre ricordare che il Papa san Pio X lo fondò otto anni dopo aver emanato il Motu proprio "Tra le sollecitudini", del 22 novembre 1903, col quale operò una profonda riforma nel campo della musica sacra, rifacendosi alla grande tradizione della Chiesa contro gli influssi esercitati dalla musica profana, specie operistica.
RispondiEliminaDagli influssi della musica profana sulla sacra, alla musica profana eseguita come sacra: ermeneutica della continuità ( pardon: ermeneutica della riforma nella continuità)
Ma basta con questo maigodutismo pseudo-tradizionalista! Non si rigira l'andazzo degli uomini di Chiesa come si rigira una bicicletta. La vera riforma - realaisticamente - sarà fatta solo con piccoli passi, poco ma sempre. Intanto ringraziamo il cielo che abbiamo i documenti, che sono un vessillo per l'azione. Per realizzare poi quanto è nei documenti, ci vogliono i santi e non i brontoloni perennemente scontenti, tipo gli Ebrei che mormoravano contro Mosé e che poi non sono entrati nella terra promessa.
RispondiEliminaOgni giorno di questo Pontificato porta una nuova pietra preziosa da incastonare.
http://it.gloria.tv/?media=161689
RispondiEliminaCome forse ho già detto in altro post, è evidente che Palombella alla Sistina non ci è arrivato per il suo curriculum, ma è altrettanto vero che la Sistina non canta male da oggi, ma da anni, per non dire da decenni; sicuramente un maestro più preparato sarebbe stato desiderabile, ma non illudiamoci che potesse fare miracoli. Alla fine tutto dipende sempre dal progetto che si ha più in alto, cioè se in alto si decide che la musica sacra è un valore su cui investire o meno (quindi selezione vera di cantori validi, scelta di maestri di alto profilo ecc.); e su questo fronte i problemi vengono da lontano. Domenica scorsa alla Trinità dei Pellegrini la Messa era cantata da un piccolo gruppo di cantori bravissimi (consiglio a tutti di andarci se passate per roma) e si è visto come pochi veri cantori (formatisi al PIMS) possano prestare un servizio 100 volte migliore dell'attuale organico della Sistina. In generale la questione della musica sacra è una tragedia paragonabile solo a quella dell'architettura sacra (e del c.d. adeguamente liturgico delle chiese preesistenti, risoltosi generalmente in una brutale devastazione) e al di là degli anatemie della giusta indignazione è difficile dire in concreto cosa fare. La situazione è incancrenita e io mi metto anche nei panni di un parroco che dovrebbe mandar via gente che da 10 o 20 anni "anima" la liturgia (mi raccomando, tener conto dlele virgolette!!!), magari con la buona fede che gli deriva da una visione ideologica inculcatagli ai tempi... Non è facile... Non lo sarebbe se la Chiesa fosse coesa nell'intraprendere anche in questo campo un lento ricupero, ma sappiamo come stanno le cose... Non è facile.
RispondiEliminaFra il gregoriano e l'attuale liturgia non vi alcuna compatibilità possibile o auspicabile: Novus Ordo, nova musica, novum carmen ( o nova Carmen?)
RispondiEliminaCondivido le parole di Andrea.
RispondiEliminaChiedo anche che i solirti brontoloni malpancisti la smettano di fare i soliti commenti piangenti. Se non gli piace neanche questo documento se ne vadano dai sedevacantisti. Scusate la brutalità ma sono stufo di gente che non gli va mai bene nulla. Come dice don Alfredo sembrano gli ebrei brontoloni che finirono a non entrare nella terra promessa!
Condivido le parole di Andrea.
RispondiEliminaChiedo anche che i solirti brontoloni malpancisti la smettano di fare i soliti commenti piangenti. Se non gli piace neanche questo documento se ne vadano dai sedevacantisti. Scusate la brutalità ma sono stufo di gente che non gli va mai bene nulla. Come dice don Alfredo sembrano gli ebrei brontoloni che finirono a non entrare nella terra promessa!
San Pio X il CERCHIOBOTTISMO lo chiamava modernismo!
RispondiEliminaDon Alfredo, con questa pastorale dei fatti che vanno contro le belle parole scritte, sai cosa avrebbe detto Totò dei documenti, e cosa c'avrebbe fatto?
....I " grandi gregorianisti " parlano bene, fanno musica altissima, ma l'esempio della loro vita non segue la musica da loro cos' proclamata...facciamo un elenco con nomi e cognomi ?? ........ dai si conoscono e anche bene!!!!!...quindi finiamola col sbandierare una bandiera che come tante altre pecca di incoerenza tra i suoio adepti!!!!!
RispondiEliminacome mai è sparito di punto in bianco il monaco di solesmes che insegnava gregoriano al PIMS????? ........è meglio che non dica altro........
Non vedo perché; se il NO fosse celebrato come la costituzione liturgica prevedeva quale norma, anziché come eccezione, avremmo almeno una situazione generale più decente. In ogni modo bisogna pur sempre tener presente una cosa: cantare il gregoriano BENE, è cosa non semplice (salvo che per gregoriano s'intenda la messa degli angeli), soprattutto il Proprium. E' evidente che ciò può essere fatto solo laddove c'è una cappella musicale stabile o un gruppo di canto molto solido che si impegna costantemente sotto la guida di un competente. Una volta nelel parrocchie soprattutto non cittadine si cantava un gregoriano "popolarizzato", non da disprezzare, beninteso, ma cmq non propriamente gregoriano e che cmq è stato spazzato via negli ultimi decenni. Quindi il problema del canto è molto complesso, tantopiù dopo 45 di "cura" postconciliare.
RispondiEliminaInfatti non è il caso di dire altro xè non so cosa c'entrano i fatti personali di singole persone con il problema della musica sacra, che è, come ho detto sopra, una questione estremamente complessa che non puo' essere trattata a suon di slogan (e tantomeno di pettegolezzi)
RispondiElimina...forse vuoi dire che Palombella venne nominato per la sua integrità psicologica e morale...?
RispondiEliminaMa per fortuna la Chiesa non è governata da Totò. Dico la Chiesa Cattolica non quella eretica e testimone di Genova di cui è prete (?) don Camillo
RispondiEliminachiamalo piuttosto Don Abbondio. Vedessi come è servile coi superiori "modernisti" nella vita reale...
RispondiEliminaSe facesse un mesetto soltanto di vita come quella che è toccata a Don Alfredo e a chi ha servito davvero la Chiesa sul fronte della tradizione liturgica gli verrebbe un infarto. Ma del resto, se uno il coraggio non ce l'ha, non se lo può dare. E allora giù a sparare boiate anticattoliche e infamie contro il papa da dietro un monitor quando non vede nessuno. A me dispiace solo che permettano a certa gente di postare ancora dopo tante infamie.
chiamalo piuttosto Don Abbondio. Vedessi come è servile coi superiori "modernisti" nella vita reale...
RispondiEliminaSe facesse un mesetto soltanto di vita come quella che è toccata a Don Alfredo e a chi ha servito davvero la Chiesa sul fronte della tradizione liturgica gli verrebbe un infarto. Ma del resto, se uno il coraggio non ce l'ha, non se lo può dare. E allora giù a sparare boiate anticattoliche e infamie contro il papa da dietro un monitor quando non vede nessuno. A me dispiace solo che permettano a certa gente di postare ancora dopo tante infamie.
<span><span>Canta e cammina</span></span>
RispondiElimina<span>
di S. Agostino
(dai «Discorsi» di sant`Agostino, vescovo, Disc. 256, 1. 2. 3; PL 38, 1191-1193) </span>
Anche tu sei un lettore dell'ispirato foglio, evidentemente...
RispondiEliminami piacerebbe molto sapere come va nelle parrocchie degli infallibili "don Camillo" (ammesso che sia davvero un prete). Tutti bravi ad accusare il Papa di parlare senza poi agire (fosse facile con il materiale umano che ha a disposizione). Immagino che i vari don Camillo siano invece coerentissimi nel mettere in pratica gli alti ideali di cui danno prova dalla tastiera del pc. Immagino che nelle vostre parrocchie si celebri solo in rito tridentino e si canti solo in gregoriano purissimo e non ci sia neanche una chitarra, ma che dico, neanche un canto lievemente fuori dai canoni. Il catechismo nella vostra parrocchia sarà sicuramente a regola d'arte, neanche una virgola fuori posto (cioè post 1965), neanche (lasciatemelo dire) una catechista un po' mig**tta. E al vostro vescovo sicuramente gliele avete cantate, voi mica scendete a compromessi!
RispondiElimina<span>mi piacerebbe molto sapere come va nelle parrocchie degli infallibili "don Camillo" (ammesso che sia davvero un prete). Tutti bravi ad accusare il Papa di parlare senza poi agire (fosse facile con il materiale umano che ha a disposizione). Immagino che i vari don Camillo siano invece coerentissimi nel mettere in pratica gli alti ideali di cui danno prova dalla tastiera del pc. Immagino che nelle vostre parrocchie si celebri solo in rito tridentino e si canti solo in gregoriano purissimo e non ci sia neanche una chitarra, ma che dico, neanche un canto lievemente fuori dai canoni. Il catechismo nella vostra parrocchia sarà sicuramente a regola d'arte, neanche una virgola fuori posto (cioè post 1965), neanche (lasciatemelo dire) una catechista un po' mig**tta. E al vostro vescovo sicuramente gliele avete cantate, voi mica scendete a compromessi!</span>
RispondiElimina@ Ospite
RispondiEliminanon è con le offese e le accuse gratuite che si può costruire qualcosa........
Sono l'ospite di prima e mi scuso per i toni, ma resta il dubbio: stando a quanto riferiscono altri commentatori, don Camillo non è quel "maestro di coerenza" che vorrebbe far credere. E allora l'accusa di incoerenza nei confronti del papa fa un po' ridere...
RispondiEliminaLa De angelis sarà anche gregoriano ad usum delphini, ma è diecimila volte meglio di quello che si canta oggi nelle chiese italiane...
RispondiEliminaNon dobbiamo confondere la valenza liturgica e santificante del canto gregoriano con l'esempio personale di vita dei gregorianisti. Certamente, il mondo dei gregorianisti tutto sommato è piccolo, anche a livello internazionale, per cui chi è del "giro" conosce fatti e antefatti di tanti protagonisti. Su questi giudicherà il Signore, che ha senza dubbio alcuno, una conoscenza dei singoli uomini infinitamente superiore alla nostra (ricordiamo che nel vecchio catechismo di S. Pio X era definito "Onnisciente"). Quindi non deviamo il discorso sugli uomini che, anche senza avere le colpe che "Lungo il Tevere" voleva larvatamente far sapere di conoscere, abbisognano comunque della misericordia del Signore per la loro salvezza (compresa la salvezza di "Lungo il Tevere" che vorrebbe ergersi a giudice). Atteniamoci quindi alla lettera del S. Padre: bella, ineccepibile, come bella era pure quella di Giovanni Paolo II del 2003, emanata in occasione del centanario del Motu proprio "Tra le sollecitudini"; il problema è uno solo: che queste belle lettere nascono già "morte", perchè nei seminari, nelle parrocchie, nelle diocesi, in altre parole in tutti gli uomini di Chiesa odierni, le attenzioni, gli interessi e le priorità risiedono altrove, non certo nella liturgia e nel canto gregoriano.
RispondiElimina<span>Non dobbiamo confondere la valenza liturgica e santificante del canto gregoriano con l'esempio personale di vita dei gregorianisti. Certamente, il mondo dei gregorianisti tutto sommato è piccolo, anche a livello internazionale, per cui chi è del "giro" conosce fatti e antefatti di tanti protagonisti. Su questi giudicherà il Signore, che ha senza dubbio alcuno, una conoscenza dei singoli uomini infinitamente superiore alla nostra (ricordiamo che nel vecchio catechismo di S. Pio X era definito "Onnisciente"). Quindi non deviamo il discorso sugli uomini che, anche senza avere le colpe che "Lungo il Tevere" voleva larvatamente far sapere di conoscere, abbisognano comunque della misericordia del Signore per la loro salvezza (compresa la salvezza di "Lungo il Tevere" che vorrebbe ergersi a giudice). Atteniamoci quindi alla lettera del S. Padre: bella, ineccepibile, come bella era pure quella di Giovanni Paolo II del 2003, emanata in occasione del centanario del Motu proprio "Tra le sollecitudini"; il problema è uno solo: che queste belle lettere nascono già "morte", perchè nei seminari, nelle parrocchie, nelle diocesi, in altre parole in tutti gli uomini di Chiesa odierni, le attenzioni, gli interessi e le priorità risiedono altrove, non certo nella liturgia e nel canto gregoriano.</span>
RispondiEliminacosa c'entra? stavo dicendo che cantare il gregoriano, salvo pezzi come l'ottima de angelis, che però non è gregoriano, è difficile e richiede specialisti o un coro adeguatamente formato e diretto da un competente: questo per dire che non è che possiamo pensare che il gregoriano sia cosa da potersi cantare tanto facilmente ovunque
RispondiEliminaGesù ci ha detto di essere coerenti certo, ma anche prudenti ed astuti come i serpenti.......
RispondiEliminaLo so anch'io che sul terreno di battaglia noi sacerdoti della tradizione non possiamo avere il tutto subito e non possiamo sfasciare gli otri vecchi con il vino nuovo della tradizione, quello di cui ci lamentiamo è la fumosità e la vaghezza di certi discorsi che ci vengono dall'alto e che non ci danno un chiaro indirizzo...... per questo la responsabilità di chi ci comanda e non parla chiaramente a mio modesto avviso è grande.......
Poi non credo sia bello scendere sul personale ed attaccare gratuitamente un sacerdote dicendo che non brilla per coerenza..... invece io ammiro i confratelli che continuano il loro servizio anche in mezzo a fedeli diseducati da 50 anni di babele liturgica del faidate.......
praticamente quella di Benedetto XVI è fumosità e quella dei sacerdoti è prudenza... mah
RispondiEliminaSANTE PAROLE, caro Renzo. Per di più, come dicevo sopra, data la complessità del canto gregoriano, il problema non sarebbe di semplice soluzione nemmeno se da un giorno all'altro tutti i parroci, per un miracolo, lo desiderassero nella propria parrocchia. Alla fin fine, una volta si arrangiavano come potevano, almeno qui in diocesi ambrosiana: c'erano alcuni pezzi più o meno fissi che sapevano tutti (facciamo, stando larghi, una cinquantina: ordinario, antifone mariane, ecc.), mentre per il resto (canti del proprio) si andava di tono retto (o la cantoria cantava un mottetto e il celebrante recitava sottovoce il testo). Questo almeno mi sembra di aver capito (io allora non c'ero!).
RispondiElimina@ Luigi C
RispondiEliminaTra i sedevacantisti ti ci trovi già tu (magari senza saperlo) ma ci stai ben bene con la "nuova Chiesa gnostica" di certi pseudomovimenti ereticali che pensano di avere in tasca tutta la verità, nient'altro che la verità e sono sempre intolleranti con chi si discosta dal loro "credo" eretico.
Non ho capito. Cmq ribadisco che nn vedo cosa c'entrino le vicende personali di questo o quel tale con il problema della musica sacra. e tanto mi dà tanto, di gente che ne ha combinate di cotte e di crude ce n'è in tutti i campi, nella Chiesa e fuori.
RispondiEliminaMa certo. Nelle parrocchie "normali" si sapeva - lo dico anch'io per sentito dire - la De angelis, la XVII per l'Avvento e la Quaresima, la Messa dei Defunti per i funerali, poi le antifone e qualche inno. Gregoriano forse spurio, direbbero gli specialisti: ma, ribadisco, era (è) diecimila volte meglio di quello che si "canta" oggi.
RispondiEliminaConcordo solo parzialmente con Renzo: la prima parte. Però che la lettera del Papa sia proprio bella e ineccepibile, no. In pratica si legittima tutto: il gregoriano che ha il primato e il canto non gregoriano, specie in lingua volgare per legittimo progresso. Se il progresso è legittimo tutto resta com'è: non facciamoci illusioni e non facciamoci prendere in giro. Si offre la medicina e si legittima il veleno: la cura e l'antidoto, ma non si dà alcun ordine preciso.
RispondiEliminaCapisci che oggi, distrutto anche quello, il problema musica sacra è grande come una casa e di soluzione non facile. E' assurdo dire, come ha fatto qualcuno sopra, che solo il gregoriano e la polifonia classic debbano avere cittandinanza nelle ns chiese: e chi li canta?! Mica tutte le parrocchie possono avere un coro greogriano o un gruppo che canta palestrina. E' inultile affrontare queste faccende in maniera assolutistica e ideologica, altrimenti si cade nello stesso difetto di quelli che critichiamo; ci vuole buonsenso e praticità, altrimenti possiamo pure continuare a sognare, ma concretamente nn si va da nessuna parte.
RispondiEliminaAhimè, Rombotrinituonante, nonostante la preziosa edizione e la fede cagliaritana, servo dei framassoni sei.
RispondiElimina<span>@....LUNGO IL TEVERE</span>
RispondiElimina<span>come mai è sparito di punto in bianco il monaco di solesmes che insegnava gregoriano al PIMS????? ........è meglio che non dica altro........</span>
La sua tesi è forse l'equivalenza fra gregoriano e omofilia?
Per analogia sostenga allora anche quella fra sacerdozio e pederastia. Il sillogismo è un'arma da saper maneggiare con cura, illogico e sprovveduto commentatore tiberino.
meno male che vi sono "santi laici" che difendono il repertorio a costo di essere cacciati dalle proprie chiese di essere considerati la rovina dell'attualizzazione del concilio vat II ecc ecc.....ringraziamoli un giorno verranno premiati...altro che parole di circostanza nei sacri palazzi senza nulla di fatto!!!......
RispondiEliminaEsatto! A ciascuno il suo mestiere: al Papa quello di insegnare con chiarezza inequivocabile la verità....... ai preti il compito di applicare le direttive nei limiti dell'umanamente e pastoralmente possibile.....
RispondiEliminaah certo, spesso i laici hanno più cuore la liturgia e la musica sacra di tanti preti!
RispondiElimina<span>ah certo, spesso i laici hanno più a cuore la liturgia e la musica sacra di tanti preti!</span>
RispondiEliminaQuando noi celebrevamo nelle catacombe prima del motu proprio e incoraggiavamo i fedeli della Tradizione che non c'era solo la beneamata FSSPX ma anche noi (perseguitati dal vescovo e dal Papa) cosa facevano i morselli? Accoglievano i fedeli? celebravano la Messa? Per piacere, non è bello sapere che il nostro Papa è il nostro nemico, e non è bello illudersi che ci ama! è non è bello scandalizzare la povera gente indebolendo già un Papato tanto debole (reso debole proprio da loro). Mi metto a fare il matto in parrocchia, cosa ottengo? Dica dica Morselli! Esco per andare dove? e con chi? Dico che la Messa Nuova è intrinsecamente malvagia, la gente secondo le cosa capisce? Posso dire che il Papa ci ha dato qualcosa di molto mal fatto? e poi?
RispondiEliminaPer il momento si resiste, resistendo e celebrandola Messa (vecchia o nuova coscretti) con la fede di sempre quella Cattolica quella che il Papa non professa più! e attendere un aiuto dalla Madonna! curando con pochi un catechismo fatto come Cristo comanda!
Frequentando la domenica una chiesa dove si celebra la messa Vetus Ordo, posso testimoniare che, eccettuati i canti del proprium (introito, graduale, tratto, alleluia, offertorio e communio) comunemente cantati da una piccola schola, tutto il resto dell'ordinarium (Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus, Agnus Dei), pur variando di periodo in periodo (De Angelis, Orbis factor, Lux et origo, Pater cuncta etc. etc.) ed alcuni altri canti gregoriani innodici o prosule, vengono cantati da tutti i presenti in una splendida e comunitaria "Actuosa participatio" da far impallidire la "partecipazione attiva" delle messe novus ordo della "Nuova Pentecoste conciliare"... Altro che, come asseriscono i preti modernisti, ormai la gente non sarebbe in grado di cantare in latino e/o gregoriano...tali asserzioni sono solo balle e luoghi comuni! Questi preti modernisti ex "sessantottardi" falliti, dovrebbero di nascosto partecipare ad una di queste S. Messe per constatare il fallimento (in materia di partecipazione attiva) della loro "Primavera della Chiesa"
RispondiEliminaA me pare che Luigi, che porta il glorioso nome di Giggirrivva, stia con la Chiesa Cattolica Apostolica Romana guidata da Sua Santità il Pontefice Gloriosamente Regnante Benedetto XVI. Mentre il signor Arlecchino Areki stia con i testimoni di Geova guidati da una banda di gangster di Broccolino
RispondiEliminaMa se il Papa è il tuo nemico non sei più un prete. Magari lo sembri, magari fingi di esserlo ma sei un maledetto coddaprocusu testimone di Geova - sono quelli che hanno il Papa come nemico, non i veri preti cattolici
RispondiEliminaSì certo, almeno so di che cosa parlo quando dico che ragionano proprio come certi sedicenti tradizionalisti, tifosi della Torres che non sono altro
RispondiEliminaNon offendiamo, marteddu. Il prezioso Demartis mostra che i framassones violano tutti i dieci comandamenti. Io venero e diffondo il Demartis. Anche perché mostra che i framassones creano confusione nella Chiesa e minano l'autorità e l'obbedienza al Santo Padre. Se uno studia il Demartis scopre che servo dei framassones è chi non obbedisce al Santo Padre o addirittura come scrive qualcuno su questo blog lo considera il suo nemico
RispondiEliminapure a Verbania tutti cantano il Gregoriano, impresa faticosamente portata avanti da una persona che deve sorbirsi i brontolii di qualche cattocomunista che non ama le Messe cantate...
RispondiEliminaBeh, i cante del "Graduale Simplex" sono eseguibili da tutti, anche nel Proprio!
RispondiEliminaGrazie Don Camillo. Grazie delle sue parole e della sua testimonianza, che, sono certo, è sofferta e vissuta. Non si curi dei tanti pseudotradizionalisti che si accontentano, scodinzolando felici, delle briciole di verità che ogni tanto ci elargiscono perchè così "loro" dimostrano la loro "ecumenicità".
RispondiEliminaRombo di tuono, perchè non ragiona confutando nel merito, invece di rifugiarsi in in uno speudo umorismo sardista (o meglio cagliaritano) che incomincia a essere stucchevole?
RispondiEliminaecco appunto, molti complimenti perché siete veramente bravi! Certo questo si potrebbe fare anche nella parrocchie normali: certo oggi sarebbe un'impresa titanica, Cmq complimenti davvero!
RispondiEliminaBisognerebbe, tronituonante, essere certi che il Papa framassone non è: su questa certezza non ci è dato, purtroppo, di poter più riposare, da quando si baciano corani e si esaltano le sinagoghe; l'obbedienza in tal caso si deve al precetto superiore di Dio che ci obbliga, certo, come insegna il Demartis, al rispetto di tutti i comandamenti , ma soprattutto del tanto vituperato primo, secondo il quale ci si salva solo a Roma e non ad Assisi. Si procuri, oltre al pregevole Demartis, anche una buona edizione della Summa Theologiae, vi legga la questione 104 della Secunda Secundae, e vedrà che la virtù morale dell'obbedienza non corrisponde precisamente all'idea che se ne è fatta. San Tommaso non sarà stato tifoso del Cagliari, ma su certe cose andava a rete meglio di Giggiriva.
RispondiElimina<span>Bisognerebbe, tronituonante, essere certi che il Papa framassone non è: su questa certezza non ci è dato, purtroppo, di poter più riposare, da quando si baciano corani e si esaltano le sinagoghe; l'obbedienza in tal caso si deve al precetto superiore di Dio che ci obbliga, certo, come insegna il Demartis, al rispetto di tutti i comandamenti , ma soprattutto del tanto vituperato primo, secondo il quale ci si salva solo a Roma e non ad Assisi. Si procuri, oltre al pregevole Demartis, anche una buona edizione della Summa Theologiae, vi legga la questione 104 della Secunda Secundae, e vedrà che la virtù morale dell'obbedienza non corrisponde precisamente all'idea che se ne è fatta. San Tommaso non sarà stato tifoso del Cagliari, ma su certe cose andava a rete meglio di Giggiriva.</span>
RispondiEliminaAhhh! Per un attimo mi era sembrato di leggere: "Il Papa ribadisce il Primato Romano". Aahahahahah...
RispondiEliminaQuesto sito, qualche mese fa, pubblicò la recensione del testo di D'Amico "Il canto gregoriano nel Magistero della Chiesa" che io mi sono procurato e, con pazienza (tratandosi di un testo profodissimo da leggere sotto vari aspetti: estetico, storico, giuridico, liturgico) ho letto.
RispondiEliminaLo consiglio a tutti.
Perchè si capisce cose dica il Papa, il quale, però, ormai dovrebbe - mi sia consentito - lasciare la cattedra di professore e cominciare a governare la Chiesa.
Sl punto egli, tanti ani fa, consigliava la costituzione di un organismo che avesse poteri di indirizzo e di "coercizione", maora che è Papa potrebbe pure istituirlo, con sommo sollivo per la liturgia, a musica sacra e la stessa fede cattolica.
Avebbe potuto cogliere l'occasione del centenario del PIMS ove, magari, presenziandovi (!) avrebbe ben potuto annunzuiare l'imminente apertura di un simile ufficio, ma ha perso - ahinoi! - l'occasione.
Vittima come è delle vergognose e ributtanti trame che i suoi stessi collaboratori gli tessono addosso!
Ma lui se ne accorge? o è soltanto impegnato a continuare una altissima "lectio magistralis", per la quale sarà ricordato nei secoli, che tutto il clericume curiale vaticansecondista e i periclitanti "amici dellaTradizione" trans Tyberim, rendono gioron per giorno carta straccia?
Questo è il dubbio che mi assilla.....
Caro don Magnifico, a me sembra già un miracolo che, nella situazione attuale e nell'ambiente di una Chiesa i cui responsabili sono quasi tutti formati nella mentalità del postconcilio, B. XVI faccia e dica certe cose. Che nella realizzazione ci siano alti e bassi, beh, mi pare il minimo che ci si potesse aspettare. Hanno avuto 45 anni per distruggere e ora pretendiamo che si ricostruisca tutto dall'oggi al domani?
RispondiEliminaForse hai ragione, caro Angelo.
RispondiEliminaMa l'urgenza dell'ora è improcrastinabile!
Almeno al PIMS fra Haberl, Baroffio e Miserachs hanno avuto ultimi Presidi capaci e non vi sono stati sviamenti evidenti.
A S. Anselmo, che il Papa ricorda essere vincolato al PIMS, lo sappiamo che cosa è successo in 40 anni?
Se non si comincia a far seriamente le pulizie, non ne usciamo più.....
Il timore è che non siamo nel collo dellabottiglia, ma - come suol dirsi - nel cul di sacco!
vorrei rispondere ad Angelo. Evidentemente sei poco informato su chi canta a trinità dei pellegrini. due dei quattro cantanti sono elementi della sistina. quindi non gettare fango sui cantori sistini che professionalmente sono ben preparati. Il pesce puzza sempre dalla testa. I cantori rispondono alle sollecitazioni del maestro applicando alla lettera le indicazioni che lui stesso propone. Se in Sistina arrivasse un vero maestro "la musica" sarebbe completamente diversa.
RispondiElimina@ informati: non ho detto che la sistina è composta da incapaci e conosco anch'io alcuni ottimi cantori della cappella. Ho detto semplicemente che la qualità della Cappella non è imporvvisamente calata il giorno dopo l'arrivo di Palombella, è da molto tempo che c'è una notevole involuzione. Secondo te, i cori inglesi che hanno cantato quando è andato il Papa cantano come cantava la Sistina prima di Palombella? Ma no, sono lontani anni luce ora con Palombella e lontani anni luce lo erano anche prima di lui. Poi certo che se fosse arrivato un direttore vero... ma così va...
RispondiEliminaEh certo, hai fatto bene a citare il S. Anselmo xè hai toccato la grande questione, la più grande di tutte: la formazione dei preti nei seminari, negli istituti e nelle università ecclesiastiche. Ma proprio per questo ti puoi rendere conto dell'enormità del problema e delal sua insolubilità se non nel lungo periodo. E' evidente che dovrà passare un'intera generazione di "educatori" e di "educati" in una certa mentalità, o forse più. Ovviamente nella speranza che chi verrà dopo questo Papa prosegua sulla sua strada: se questo avverrà, bene, altrimenti... non farmici pensare.
RispondiEliminaNon si puo' giudicare il lavoro di un maestro arrivato 6 mesi fa...date tempo,almeno 2-3 anni...poi si potra' giudicare!!
RispondiEliminap.s in sistina ci sono grandi cantori...ma anche gente che con il canto non centra nulla!!....tipo quel peruviano che faceva i salmi con liberto!!...e che quello e' un cantore da sistina??fatemi il piacere..
Chi sarebbe questo peruviano?
RispondiEliminain seminario non si studia musica e le celebrazioni dei seminaristi all'interno del seminario sono suonate con la chitarra il loro punto di riferimento è marco frisina, i preti nelle parrocchie con la scusa di essere oberati di lavoro pensano ad altro tralasciando la liturgia ( non tutti ovviament, ma la maggior parte)...... i preti di oggi saranno i vescovi del domani e se il agiscono così ora figuriamoci fra qualche tempo...... pessimismo?? no realismo vero................ il gregoriano come la il latino ( lingua ufficiale della chiesa cattolica) sono nei documenti ma non nella pratica.......ricordate la costituzione VETERUM SAPIENTIA ?? ....non è stata mai abolita o sbaglio ? e come mai disobbediscono così spudoratamente?? e poi sono stufo di pensare e di essere aditato come un sovversivo se canto il gregoriano o se vado a messa con il rito latino......dico basta sul serio !!!!
RispondiElimina<p><span>La scena si svolge in una chiesa, ove si è appena terminata la Messa solenne in canto gregoriano. La gente sfolla lentamente; il maestro del coro sta suonando l'organo mentre i cantori salutano e si preparano ad uscire. Un signore, dall'aria un po' tesa e nervosa, appena terminato l'ultimo accordo del brano organistico si avvicina insistentemente al maestro. </span>
RispondiElimina<span>Nervoso signore - Dovrei parlarle, Maestro.
M. - Volentieri. Scusi solo un attimo, metto a posto i registri, chiudo la consolle...
N.S. - Perché, vede, io volevo dirle...
M. - Dunque, la musica l'ho presa, le luci le ho spente... un attimo, eh...
N.S. - (deciso) Ma come, Maestro!
M. - Ma come che cosa, scusi?
N.S. - Ma si rende conto? Una messa in gregoriano?
M. - Certo, la Messa era in latino, con le letture e altre sezioni tradotte; tutto in canto gregoriano, con qualche pezzo suonato all'organo. Abbiamo dato il libretto in chiesa, con i testi, la musica e le traduzioni, ha notato? Ha sentito come la gente ha cantato bene Kyrie, Sanctus eccetera? Il Proprium l'ha eseguito il coro, naturalmente, e, come avrà...
N.S. - (interrompendolo) Ma come, Maestro! Tanti anni dopo il Vaticano II, di nuovo una messa cantata in gregoriano? Ma non sa che è proibito?
M. - Da chi, scusi?
N.S. - (stupito) Ma da chi, da chi! Dalla Chiesa, no?
M. - Ah sì? E dov'è scritto, per favore?
N.S. - Ma insomma, lo sanno tutti che è proibito! Il Gregoriano si può fare solo in concerto, ma senza esagerare... sennò, sa, i nostalgici ne approfittano! Inoltre, meglio fare quei concerti in teatro che non in chiesa, sa, altrimenti la gente...
M. - Come la polifonia classica: proibita anche quella, vero?
N.S. - Esatto! Proprio così: è in latino, e poi non è musica adatta al popolo! E lei si ostina...
M. - Mi scusi ancora: da chi sarebbe proibito il gregoriano?
N.S. - Ma dal Concilio! Non sa che il Concilio ha proibito latino, gregoriano, polifonia classica, altari tradizionali... tutto! È tutto cambiato! Ora il popolo par-te-ci-pa, la musica è diventata popolare! Finalmente tutti capiscono! Mi sente? Ca-pi-sco-no! Sia i testi, sia la musica sono comprensibili! La musica di chiesa è diventata musica nor-ma-le! Come quella di tutti i giorni, la televisione, il cinema... Non una cosa strana, com'era prima, che si entrava in chiesa e con quella liturgia e quella musica, accidenti, non ti sembrava neanche più di essere nella stessa città, nella stessa vita.., anche oggi qui in questa vostra messa...
M. - E questo è chiesto dal Concilio, Lei dice. Credo che intenda il Vaticano II, vero?
N.S. - (ormai rabbioso) Certo, quando si dice «il Concilio» è il Vaticano II, quale altro concilio vuole che sia! Gli altri concili sono roba da libri di storia! Lo sanno tutti che il Concilio ha proibito queste cose, e lei invece... si permette di fare quello che vuole. E poi... sti preti, complici di un simile abuso... parlerò a chi so io... e vedremo se...
M. - (cerca nella borsa) Senta, caro signore. Lei, se è onesto, è semplicemente ignorante, e dovrebbe studiare, prima di insultare il prossimo e di dire scempiaggini. Intanto, si legga questo articolo della Cartellina. La aiuterà a mettere un po' di ordine prima di tutto nelle Sue informazioni, così sbagliate. Buongiorno, caro signore. E buona lettura! </span></p>
Raimundo... cos'è che non vi va di questo cantore? Magari un po' "sobrio", ma niente di male. Invece i salmisti che si sono susseguiti dal concistoro in poi (vi ricordo che ci sono state anche DONNE), eh, loro sì che sanno cantare i salmi, eh??!!
RispondiEliminaIl problema grosso è che non sono dei semplici Nervosi Signori a dire queste cose.
RispondiEliminaSono i direttori degli uffici liturgici diocesani, i loschi figuri che vi girano attorno, i poveri studentelli che hanno fatto tre -settimane-in-tre-anni di lezioni presso gli Istituti diocesani di Musica Sacra e poi hanno coronato tali approfondite sessioni in una settimana presso il COPERLIM di Loreto, gli oziosi parroci in maglione Missoni, i neghittosi preti che organizzano perennemente incontri sul Terzo Mondo e i diritti degli altri (che non sono mai identificati), i soloni dell'Uff. iturgico Nazionale della CEI, tutta la nomenklatura delle curie diocesane, autoclericalizzatasi al massimo senza più abito clericale, i vesvoci che pensano più agli scambi culturali con le diocesi ortodosse (alle qali nonfrega un beneamato c.....o dell'ecumenismo, ma vengono volentieri a mangiare, bere - perbacco! - e a venerare ammirevolmente icone antiche e nuove), e non certo a curarsi del culto, nemmeno nelle proprie cattedrali.
Questo è il problema.
Cmunque pare che il card. Vallini abbia rimosso sabato da direttore dell'Ufficio Lit. del Vicariato, mons. Marco Frisina.......
Che succederà?
Loro sì, certamente.
RispondiEliminaLi sanno cantare come il grande direttore li sa dirigere.....
Urge verificare notizia, Don Magnifico!!! =-O
RispondiEliminaSpeudo o no, nel merito come diamine vuole che confuti uno che pensa che il Papa sta a Roma per "darla a bere" ai fedeli ma per fortuna è arrivato lui che è più furbo di tutti e non se la fa "dare a bere" dal Papa? Se uno ragiona così o non ha chiara la funzione del Papa nella Chiesa cattolica oppure non è cattolico
RispondiEliminaMarteddu, ti sembrerà strano ma oltre al Demartis sull'isola è arrivata anche la Summa. Ed è certo che nell'articolo 5 della questione 104 san Tommaso non intendeva riferirsi allo speciale ruolo del Papa e al Magistero ma al cattivo prelato che nel caso concreto comanda una cosa illecita. Perché se interpreti come riferito al Magistero "homo homini obedire non tenetur, sed solum Deo" e lo usi per togliere di torno il Papa hai trasformato san Tommaso non in Giggirrivva ma in Luther Blissett, che oltre a essere uno dei peggiori calciatori mai visti si chiamava Luther in onore di Martin Lutero. Se pensi che il Papa sia massone e che ormai si deve obbedire direttamente a Dio e non al Papa la soluzione è semplice: abbandona la Chiesa Cattolica, c'è pieno di sette protestanti o sedevacantista che ti accoglieranno con piacere
RispondiEliminaSi chiuderanno il prossimo 31 maggio le iscrizioni per il primo concorso in Liguria di musica sacra antoniana Sequeri che avrà luogo nella chiesa di Sant’Antonio in Boccadasse il prossimo 11 giugno nell’ambito delle celebrazioni del Santo.
RispondiEliminaIl concorso è rivolto a gruppi o singoli che dovranno proporre due brani musicali, uno inedito e uno edito di musica liturgica. Il brano inedito deve avere nel testo un contenuto Antoniano, o di fantastica narrazione o tratto da font Francescane/Antoniane.
Le esibizioni saranno acustiche e pertanto i concorrenti dovranno esibirsi con
strumenti privi di amplificazione (chitarra classica o folk, bouzouki, ukulele, mandolino, violino, contrabbasso, viola e violoncello, liuto, tutti gli strumenti a fiato e gli strumenti percussivi) con l’eventuale accompagnamento dell’organo della chiesa.
Il Sequeri è una forma di preghiera popolare cristiana che la tradizione consiglia per recuperare le cose perdute e che deriva il suo nome dalla storpiatura del latino si quaeris miracula, parole iniziali del responsorio a Sant'Antonio di Padova, invocato
dal popolo per trovare un oggetto smarrito.
«Questo concorso nasce con la precisa esigenza di recuperare la musica come preghiera e di fornire materiale giovane alle comunità religiose: una via di mezzo tra il sacro e il moderno», spiega l’organizzatore Giulio Pietronave.
Entro il 31 maggio i concorrenti dovranno presentare all’organizzazione una demo (su cd o tramite posta elettronica o link). Per informazioni si può inviare una mail a giuliopietronave@libero.it o chiamare il numero 338.1693969. Il vincitore del concorso sarà invitato a suonare nella basilica di S.Antonio da Padova durante una cerimonia musicale nell’ottobre 2011.
Entro io nel merito: è vero o non è vero che il gregoriano è quasi completamente scomparso dalle nostre chiese? E allora, come interpretare le parole del Pontefice? Velleitarie? E perchè non interviene (su questo tema come su altri, persino più importanti) con tutta l'autorità che la Tradizione gli ha consegnato?
RispondiEliminaPerò, che bel duello dialettico. Di buon livello dottrinale. Post scritti bene, si leggono con piacere. Buon uso dell'ironia. Condivido di più le opinioni di Martelli rispetto a Rombo etc., ma complimenti a entrambi. Fosse sempre così, in questo sito...
RispondiEliminaChitarra? Bouzouki (cos'è?) ukulele?
RispondiEliminaraimundo è bravissimo.
RispondiEliminasante parole, caro don magnifico!
RispondiEliminaaccade... spero che sia una storiella, un paradosso, una parabola... non ditemi che è vero!!!!
RispondiEliminaTronituonante, che si debba obbedire a Dio e non agli uomini è S.Pietro stesso ad affermarlo negli Atti degli Apostoli (4,19), e sarebbe ben strano che egli si arrogasse il privilegio di una libertà per poi negarla a tutti gli altri correligionari. Che sull'obbedienza l'Aquinate intendesse riferirsi al solo basso clero è certezza sua, priva di alcun fondamento esegetico; A Dio si deve, per diritto naturale, l'obbedienza in tutto da parte di tutti, Papa compreso. Anche il grande Giggiriva veniva fischiato dall'arbitro se entrava a gamba tesa, o se si metteva ( come spesso gli succedeva) in fuori gioco. Sbaglia anche a dedurre che vorrei il Papa in panchina: solo mi aspetteri che non si mettesse a fare pastette con la squadra avversaria, o che tramasse nell'ombra per farci perdere, magari con del tranquillante "tradizionale",alla maniera di Signori, Bettarini e Doni, come da cronaca di questi giorni. Quanto a quello che io dovrei o non dovrei fare le faccio notare che non è affar suo, perchè non è lei a decidere la formazione, e di conseguenza qual'è il ruolo o la posizione in campo che io debba occupare; i sardi sono un grande popolo, ma ancora non presiedono il tribunale del giudizio universale.
RispondiElimina<span>Tronituonante, che si debba obbedire a Dio e non agli uomini è S.Pietro stesso ad affermarlo negli Atti degli Apostoli (4,19), e sarebbe ben strano che egli si arrogasse il privilegio di una libertà per poi negarla a tutti gli altri correligionari. Che sull'obbedienza l'Aquinate intendesse riferirsi al solo basso clero è certezza sua, priva di alcun fondamento esegetico; A Dio si deve, per diritto naturale, l'obbedienza in tutto da parte di tutti, Papa compreso. Anche il grande Giggiriva veniva fischiato dall'arbitro se entrava a gamba tesa, o se si metteva ( come spesso gli succedeva) in fuori gioco. Sbaglia anche a dedurre che vorrei il Papa in panchina: solo mi aspetteri che non si mettesse a fare pastette con la squadra avversaria, o che tramasse nell'ombra per farci perdere, magari con del tranquillante "tradizionale",alla maniera di Signori, Bettarini e Doni, come da cronaca di questi giorni. Quanto a quello che io dovrei o non dovrei fare le faccio notare che non è affar suo, perchè non è lei a decidere la formazione, e di conseguenza qual'è il ruolo o la posizione in campo che io debba occupare; i sardi sono un grande popolo, ma ancora non presiedono il tribunale del giudizio universale.</span>
RispondiEliminapatetico don Alfredo, il Papa non c'è per dare esempi e belle parole, ma leggi e punizioni, se no non Gesù non avrebbe lasciato un primato di GIURISDIZIONE. Per i buoni esempi basta un santo fraticello, ma la Chiesa è una società e ha bisogno di GOVERNO
RispondiEliminapurtroppo è tutto vero e quello che è piu' grave è che l'ufficio liturgico e la commissione di musica sacra della diocesi di genova non fanno nulla!!!!!!!!!..............
RispondiEliminaCito: "<span>Il vincitore del concorso sarà invitato a suonare nella basilica di S.Antonio da Padova durante una cerimonia musicale nell’ottobre 2011.". Che cosa sarà una "cerimonia musicale"?! Una via di mezzo fra cerimonia liturgica e concerto? Una nuova forma rituale? Mah... posso solo immaginare che meraviglia sentire bonghi e ukulele risuonare nella basilica. In fine, tanti auguri alle comunità che, dopo questo concorso, potranno finalmente avvalersi di "materiale gggggiovane"... Ossignur!!!!!
RispondiElimina</span>
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RispondiEliminaMarteddu, quelli delle scommesse sono degli infami e mettono in crisi tutti quelli come me che vanno allo stadio la domenica. Ma mi mette a disagio anche uno come te che paragona al Papa agli infami. Il Papa non è un giocatore, è l'arbitro. Ci vogliono grandi prove per dire che l'arbitro "fa pastette". E comunque finché stai in campo obbedisci all'arbitro. Se no cambi sport, cioè appunti cambi religione. Certamente san Tommaso non parlava solo del basso clero. Parlava anche di cattivi vescovi, non però del Magistero del Papa o di diversi Papi che nel tempo ripetono le stesse cose. E anche san Pietro non parlava... di se stesso.
RispondiEliminaA me hanno confermato che Frisina non è più direttore dell'Ufficio Liturgico del Vicariato.
RispondiEliminap.s. il bouzooki dovrebbe essere una variante del bazooka. E non ho bisogno di suggerirne l'uso liturgico ......
Ma perche' "il cattivo prelato che comanda cose illecite" non potrebbe essere il papa? L'impeccabilita' e' una cosa e l'infallibilita' e' un'altra.
RispondiEliminahttp://www.marcofrisina.com/website/
RispondiEliminaNon ho detto che è stato sollevato dalla direzione del coro diocesano.
RispondiEliminaHo detto che riferiscono della sua rimozione dalla direzione dell'Uff. Liturgico, che è altra cosa.
Comunque mi fa ridere che il Vicariato spenda un pozzo di soldi per mandare Frisina a rappresentare, con la sua musica, la parola del Papa....... in America.
Vogliono che si perda quel pò di cattolicesimo residuo oltre Atlantico?
Proverò a chiamare direttamente in Vicariato.....
E invece suggerisca, suggerisca, e ci faccia sognare...
RispondiEliminaPer favore..... Se suggerisco come usare liturgicamente il bazzooka, la Redazione mi oscura usque ad mortem, et ultra.....
RispondiEliminaEserciti la Sua fantasia.
E poi vada a confessarsi..... ;)
<span>non so dove lei viva, angelo....ma accade anche di molto peggio nelle parrocchie della bella Italia, glielo assicuro...</span>
RispondiEliminae dal suo stupore arguisco che lei è giovanissimo e sta appena ora aprendo gli occhi sull'incubo reale che ci avvolge e ci lascia spesso attoniti da 45 anni....senza le parole per dirlo !
Perchè, è peccato...?
RispondiElimina=-X ...... dipende dai punti di vista!
RispondiEliminaRaimundo bravissimo??...PER GIUDICARE UNA VOCE BISOGNA SENTIRLA...!!E QUELLO NON SI SENTE MAI!!DILETTANTE..VOCE DA PIANO-BAR!
RispondiEliminaaccuse gratuite e immeritate... non sarà una grande voce, ma è serio e composto, è un cantore. Non un cantante lirico fallito prestato alla musica sacra, come tanti che infestano la Sisitina...
RispondiEliminaGiustissimo Kyrie. Sarebbe desiderabile che ci dà giudizi su musica e musicisti sia certo di avere quel minimo di competenza tecnica specifica tale da poter esprimere un giudizio fondato e non solo basato su impressioni soggettive, come chiunque dovrebbe fare prima di dire la sua in qualsiasi disciplina.
RispondiEliminaComunque anche a me hanno confermato che il monsignor Frisella non è più direttore dell'Ufficio Liturgico del Vicariato.
RispondiEliminaSperiamo che gli tolgano il coro pure, che non se ne può più.
E che lo dimettano da S. Cecilia.
Vada a scrivere le colonne sonore in America per la XX Xentury Fox, la Paramount, la Disney e tutti quei carrozzoni che con la liturgia c'entrano come il cavolo a merenda!