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martedì 19 aprile 2011

Riflessioni sul battesimo

I padri della Chiesa ci avevano insegnato quanto fosse significativo che la notte di Pasqua, dopo un lungo periodo di catechesi, i catecumenti (adulti) venissero finalmente battezzati e nascessero in Cristo Risorto proprio la notte della Sua vittoria sulla Morte, .

Assunte le vesti candide, secondo quanto previsto dal rito, essi le tenevano tutta la settimana dell'Ottava di Pasqua, per poi deporle la domenica successiva, detta, appunto, "in albis (depositis)". I tempi pian piano son cambiati, e con essi i riti e le liturgie, ma la fede nel sacramento e la serietà nell'amministrazione erano rimasti immutati nei secoli successivi.

Fino ai nostri giorni (da 50 anni a questa parte), in cui l'impegno e la preparazione nel ricevere i sacramenti sembrano essere sfumati, fino quasi a scomparire del tutto in alcuni casi estremi (ma che stanno diventando sempre più numerosi).

Queste premesse (note a molti) per introdurre un articolo di Stefano Cropanese, che ha tratto ispirazione da una scena di un recente film di C. Zalone in cui, pur tra lazzi, frizzi, e scherzi, il regista esaspera, a favor di risata, un'ipotesi che sempre più spesso si traduce triste realta in molte parrocchie quando si celebrano i Sacramenti: il parroco, initialmente contrario che una signorina avvenente non cristiana facesse da madrina di battesimo, viene convinto in modo poco ortodosso ad accordarle il permesso. Lungi dall'essere moralisti e censori del film, per altro divertente (nel suo genere): l'effetto comico (anche) di questa scena è garantito. Ma l'aritcolo vuole andare oltre... il regista non si è inventato nulla e ha ripreso una parodia di una situazione socialculturale reale.

Nel riso, l'amarezza.

Roberto




IL PADRINO E LA MADRINA, RESPONSABILI NELLO SVILUPPO DELLA FEDE “La scena vista nel film di Checco Zalone si ripete in molte realtà ecclesiali” di Stefano Cropanese


.


Che bella giornata”, l’ultimo film del comico Checco Zalone, può essere utilizzato quale fonte di ispirazione per meditare sulla “gestione” dei Sacramenti? Si, purtroppo! In una scena del suddetto film, infatti, ci si trova dinnanzi ad un sacerdote che, inizialmente, nega ad una ragazza non cattolica la possibilità di fare da “madrina” durante il Sacramento del Battesimo ma, dopo averci “opportunamente” ripensato, consente alla stessa di partecipare all’amministrazione del Sacramento stesso. La scena termina qui! Ipotizziamo, però, di trovarci al passaggio successivo: come si sarebbe svolta la scena? Come si sarebbe comportata quella ragazza, ad esempio, dinnanzi alla professione di fede fatta durante il rito? Ebbene, non essendo incorporata nella Chiesa, perché non unita ad essa dai vincoli della professione di fede, dei Sacramenti, del governo ecclesiastico e della comunione, certamente non avrà potuto proferir parola e avrà limitato il suo essere lì, sull’altare, a dispensare sorrisi per le foto. Come è chiaro, “il padrino o la madrina e l’intera comunità ecclesiale hanno una parte di responsabilità nella preparazione del Battesimo (catecumenato), come pure nello sviluppo della fede e della grazia battesimale” (Catechismo della Chiesa Cattolica, compendio n. 259). Non c’è nulla di più triste del dover constatare quanto, spesso e volentieri, sia incoerente e ambiguo l’atteggiamento verso i Sacramenti, attraverso i quali “Cristo comunica alle membra del suo Corpo il suo Spirito e la grazia di Dio che porta i frutti di vita nuova, secondo lo Spirito” (Ib. n. 146). Cosa può provare un non cattolico nel sentirsi porre la seguente domanda: “Credi nello Spirito Santo, nella Santa Chiesa Cattolica, nella comunione dei Santi, nella remissione dei peccati e nella resurrezione della carne?”. Il vero problema è che la scena vista in quel film si ripete spesso e in moltissime realtà ecclesiali. Perciò, a questa domanda, dovrebbero provare a rispondere tutti quei parroci, complici di questa barbarie dottrinale, i quali si pongono in palese conflitto con la fede e con la stessa ragione. Proprio perché necessari alla salvezza, i Sacramenti sono tesori di valore troppo inestimabile e, per questo, non possono essere vissuti con sufficienza: “Per i credenti in Cristo, i Sacramenti sono necessari alla salvezza perché conferiscono le grazie sacramentali, il perdono dei peccati, l’adozione a figli di Dio, la conformazione a Cristo Signore e l’appartenenza alla Chiesa. Lo Spirito Santo guarisce e trasforma coloro che li ricevono” (Ib. n. 230). Infatti -scrive il Teologo Bruno Forte- “se Cristo è il Sacramento di Dio e la Chiesa è il Sacramento di Cristo, i Sacramenti sono le realizzazioni più intense dell’incontro con Dio nella Chiesa, Corpo di Cristo e Tempio dello Spirito Santo; sono parole e gesti compiuti in obbedienza alla volontà del Signore; sono eventi attraverso i quali la Chiesa celebra e vive l’incontro fra il Risorto e gli uomini. Perciò -prosegue- i Sacramenti costituiscono la continua dimostrazione della tenerezza e della compassione del nostro Dio, e ne celebrano la misericordia e il perdono, l’accondiscendenza alla nostra piccolezza e il desiderio di farci partecipi della sua vita divina”. Probabilmente, non ci si rende conto che, ridicolizzando ad esempio il Sacramento del Battesimo, attraverso la possibilità che viene data ad un non cattolico di fare da padrino o da madrina, si offre l’opportunità ai non cattolici stessi di tentare di prendersi gioco della Santa Madre Chiesa. Essendo di primaria importanza il ruolo del padrino o della madrina nel Battesimo e prendendo atto del tentativo di veder ridicolizzato tale Sacramento, impartito ad un bambino, dobbiamo smentire con forza quanto viene diffuso dalle sette pseudocristiane, cioè che il battesimo amministrato ad un bambino non sia valido perché il soggetto, in quanto bambino, non è nelle condizioni di poter credere. Il padrino o la madrina deve per forza professare la fede cattolica trasmessa dagli Apostoli, specie per possedere la consapevolezza che il Battesimo con l’acqua, nel nome della Santissima Trinità, altro non è che l’atto voluto da Gesù per dare inizio all’esistenza della nuova creatura in chi si è aperto alla parola della vita. Il padrino o la madrina deve essere consapevole che la Santa Madre Chiesa è spinta a battezzare anche i bambini, ancora incapaci di un atto personale di fede, perché il Sacramento viene celebrato in forza della fede della comunità che presenta e accoglie il battezzato. Da parte sua, la comunità si impegna ad aiutare il battezzato a crescere nella coscienza del dono ricevuto e a testimoniarlo nella vita. Non concepire questo passaggio “chiave” equivale a non comprendere, ad esempio, il concetto di “responsabilità nella famiglia”. E mi spiego meglio. Se rimproverassi i miei genitori, il mio padrino e la mia madrina, la mia comunità parrocchiale e il mio parroco per avermi battezzato da bambino, equivarrebbe al fatto che io biasimassi i miei genitori per avermi imposto il nome che porto -quindi un “fatto” che rimarrà per sempre- senza la mia accondiscendenza! La famiglia assume, nei riguardi del bambino, ogni decisione che reputa giusta per il suo bene e si impegna a mantenere la promessa di ogni responsabilità assunta, assieme al padrino o alla madrina. La consapevolezza del singolo individuo non c’entra un bel niente. E’ Dio che opera. Solo a lui dobbiamo anelare. La nostra volontà non ha alcun valore. Altrimenti, correremmo il rischio di bestemmiare contro lo Spirito Santo. La Chiesa, la comunità dei credenti, nella quale il bambino viene battezzato, è l’immagine vivente ed eccezionalmente emblematica dell’amore della Trinità Santissima, nel nome della quale ogni cosa viene fatta. Anche quel pezzo di pane e quelle gocce di vino, nella loro inconsapevolezza, diventano, per l’effusione dello Spirito Santo e per le mani del Sacerdote, vero cibo e vera bevanda sull’altare, cioè il Corpo e il Sangue di Cristo. A questo punto, è obbligatoria una piccola e provocatoria riflessione. Così come viene utilizzata, la figura del padrino o della madrina ha poco senso: forse, è solo un ponte per ottenere benefici terreni, prestigio e regali. Tutto questo, purtroppo, dimostra quanta sia poca la sensibilità di noi credenti verso i Sacramenti. Perché, allora, non pensare di creare in ogni parrocchia una sorta di “albo” dei padrini e delle madrine? Si tratterebbe di offrire alle persone che lo desiderino un’accurata catechesi, che metta loro nelle condizioni di poter fare da garanti ai fedeli che ricevono il Sacramento del Battesimo e quello della Confermazione. Il Sacramento, così, acquisterebbe la sobrietà che merita e non verrebbe ridotto ad un mero evento mondano, anche col pretesto di poter instaurare rapporti poco consonanti con il Vangelo. Il Sacramento è un fatto serio, nel quale Dio è presente attraverso l’opera della sua stessa Chiesa, che speriamo possa essere sempre più purificata, in quanto Sacramento di Cristo: “La Chiesa è in Cristo come un Sacramento, cioè n segno e uno strumento dell’intima unione con Dio e dell’unita di tutto il genere umano” (Lumen gentium, 1). In questo modo, probabilmente, non si vedranno più scene come quella del già citato film e, solo allora, specie sotto il profilo spirituale, potremmo dire: “Che bella giornata!”. . Stefano Cropanese

7 commenti:

  1. Ut unum sint !



    http://www.youtube.com/v/1wLKVT1oSvo" type="application/x-shockwave-flash" width="170" height="140


    "Battesimo di un bambino concelebrato dai pastori delle varie Chiese di Napoli per sottolineare quello che ci unisce"

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  2. Bravo Corpanese, corpo Giuda, corpo di Bacco! Diamo dei padrini nuovi ai giocatori del Cagliari! Domenica sono loro che hanno tradito, gioco moddonzu e risultato mitziri-mitziri ci hanno dato

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  3. <span>Ho letto questa lettera del card. Tettamanzi e, sapendo che ci son diversi "ambrosiani" su questo blog, vorrei chiedere loro se la pastorale della Diocesi di Milano sta diventando neocatecumenale, se l`iniziazione cristiana come descritta da Tettamanzi è quella che il cnc sta diffondendo in tante diocesi, perchè ciò che ho letto è simile a ciò  che è fatto ad esempio a Campobasso ma non solo , stesse parole, stesso iter.  
    Grazie.  
    http://www.chiesadimilano.it/or4/or?uid=ADMIesy.main.index&oid=2648930</span>

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  4. è il linguaggio tipico della "nuova pastorale" neocat, già entrata in molte diocesi (vedi Campobasso, che è stata la prima).
    Ora non si fa che ripetere il 'mantra' della "riscoperta del Battersimo" alla quale è legato il trentennale cammino a tappe iniziatiche che finisce col Battesimo al Giordano (!?). Non si vuol capire che il Battesimo è la "porta d'accesso" alla Comunione ecclesiale e agli altri Sacramenti e sono essi che nutrono la fede e vanno riscoperti nonché vissuti con sempre meggiore consapevolezza, Eucaristia in primis.

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  5. <span>è il linguaggio tipico della "nuova pastorale" neocat, già entrata in molte diocesi (vedi Campobasso, che è stata la prima).  
    Ora non si fa che ripetere il 'mantra' della "riscoperta del Battersimo" alla quale è legato il trentennale cammino a tappe iniziatiche che finisce col Battesimo al Giordano (!?). Non si vuol capire che il Battesimo è la "porta d'accesso" alla Comunione ecclesiale e agli altri Sacramenti e sono essi che nutrono la fede e vanno riscoperti nonché vissuti con sempre maggiore consapevolezza e profondità, Eucaristia in primis.</span>

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  6. <span>è il linguaggio tipico della "nuova pastorale" neocat, già entrata in molte diocesi (vedi Campobasso, che è stata la prima).    
    Ora non si fa che ripetere il 'mantra' della "riscoperta del Battesimo" alla quale è legato il trentennale cammino a tappe iniziatiche che finisce col Battesimo al Giordano (!?). Non si vuol capire che il Battesimo è la "porta d'accesso" alla Comunione ecclesiale e agli altri Sacramenti e sono essi che nutrono la fede e vanno riscoperti nonché vissuti con sempre maggiore consapevolezza e profondità, Eucaristia in primis.</span>

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