Avevano fatto scalpore l'anno scorso i risultati del sondaggio Doxa che rivelava il desiderio del 40% dei praticanti regolari in Italia di poter frequentare ogni settimana la Messa tradizionale nelle proprie parrocchie. Ben più di quanto risultava da analoghe indagini in Francia e Germania.
Ebbene: un sondaggio commissionato da Paix Liturgique nel Regno Unito mostra risultati ancora più eccezionali: tra i praticani, il 43% la frequenterebbe ogni settimana, percentuale che sale al 66,4% (due terzi, cioè) considerando quelli che vi andrebbero almeno una volta al mese. La perfida Albione ci batte... Dio strabenedica gli Inglesi, dunque (quelli, almeno, che vorrebbero la Messa di San Pio V).
In fin dei conti, meritano il primo posto e potevamo aspettarcelo. Non tanto (o non soltanto) per il loro atavico e very british attaccamento alle tradizioni in genere, quanto perché nel cattolico britannico la Santa Messa di Sempre è necessariamente circondata da un alone di rispetto e devozione, cementati da secoli di sanguinosa repressione protestante, quando anche solo assistere ad una Messa (che coraggiosi preti clandestini celebravano, in rito tridentino, con assoluta segretezza) era crimine degno di morte.
Non a caso, furono i fedeli inglesi i primi ad ottenere qualcosa di concreto in favore della Tradizione, nel pieno della tempesta postconciliare. Nel 1971, un considerevole numero di personalità e intellettuali inglesi presentarono al Papa Paolo VI una petizione affinché fosse conservato il tesoro liturgico della Messa tridentina. Papa Montini, si racconta colpito in particolare dal nome di Agatha Christie (peraltro nemmeno cattolica), acconsentì a concedere quel che fu chiamato l’Agatha Christie Indult: un rescritto firmato da Annibale Bugnini consentiva di celebrare “per alcuni gruppi, in occasioni particolari” secondo il messale del 1965, escluse le Messe parrocchiali e della comunità e sempre che non si creasse disturbo o divisione tra i fedeli. Queste già restrittive condizioni si scontrarono comunque con l’opposizione strisciante dell’episcopato, che di fatto soffocò questo permesso unico al mondo (e limitato a Inghilterra e Galles), concesso ai fedeli con riluttanza da Paolo VI.
Ma torniamo al sondaggio. Su 6153 persone contattate telefonicamente, 800 si sono dichiarate cattoliche; il 13%. A questi ultimi, è stato sottoposto il sondaggio composto delle solite domande, già oggetto degli altri vari sondaggi in mezza Europa.
1)Va a messa?
Ogni settimana : 24,3%
Ogni mese: 7,8%
Alle grandi feste: 10,1%
Occasionalmente (matrimoni, ecc.): 45,6%
Mai: 12,3%
2) Il Papa Benedetto XVI ha ricordato nel luglio 2007 che la messa può essere celebrata sia nella forma moderna, detta ordinaria, in inglese, col prete rivolto verso i fedeli e la comunione in piedi, e nella forma tradizionale detta straordinaria o di Giovanni XXIII, in latino e gregoriano, col prete girato verso l'altare e la comunione in ginocchio. Lo sapeva?
Sì: 39,4%
No: 60,6%
3) Considererebbe normale o anormale se le due forme liturgiche fossero celebrate regolarmente nella Sua parrocchia?
Normale: 44,9%
Anormale: 21%
Non si pronuncia: 34,1%
4) Se la messa fosse celebrata in latino e gregoriano in forma straordinaria, anziché quella ordinaria in inglese, vi assisterebbe?
Risposte dell'insieme dei cattolici:
- 15,6% ogni settimana
- 10,8% una volta al mese
- 11,1% nelle grandi feste
- 46,1% occasionalmente
- 16,4% mai
Risposta dei praticanti regolari (settimanali e mensili)
- 43% ogni settimana
- 23,4% una volta al mese
- 7,8% nelle grandi feste
- 17,6% occasionalmente
- 8,2% mai
Fonte: Paix Liturgique
Ebbene: un sondaggio commissionato da Paix Liturgique nel Regno Unito mostra risultati ancora più eccezionali: tra i praticani, il 43% la frequenterebbe ogni settimana, percentuale che sale al 66,4% (due terzi, cioè) considerando quelli che vi andrebbero almeno una volta al mese. La perfida Albione ci batte... Dio strabenedica gli Inglesi, dunque (quelli, almeno, che vorrebbero la Messa di San Pio V).
In fin dei conti, meritano il primo posto e potevamo aspettarcelo. Non tanto (o non soltanto) per il loro atavico e very british attaccamento alle tradizioni in genere, quanto perché nel cattolico britannico la Santa Messa di Sempre è necessariamente circondata da un alone di rispetto e devozione, cementati da secoli di sanguinosa repressione protestante, quando anche solo assistere ad una Messa (che coraggiosi preti clandestini celebravano, in rito tridentino, con assoluta segretezza) era crimine degno di morte.
Non a caso, furono i fedeli inglesi i primi ad ottenere qualcosa di concreto in favore della Tradizione, nel pieno della tempesta postconciliare. Nel 1971, un considerevole numero di personalità e intellettuali inglesi presentarono al Papa Paolo VI una petizione affinché fosse conservato il tesoro liturgico della Messa tridentina. Papa Montini, si racconta colpito in particolare dal nome di Agatha Christie (peraltro nemmeno cattolica), acconsentì a concedere quel che fu chiamato l’Agatha Christie Indult: un rescritto firmato da Annibale Bugnini consentiva di celebrare “per alcuni gruppi, in occasioni particolari” secondo il messale del 1965, escluse le Messe parrocchiali e della comunità e sempre che non si creasse disturbo o divisione tra i fedeli. Queste già restrittive condizioni si scontrarono comunque con l’opposizione strisciante dell’episcopato, che di fatto soffocò questo permesso unico al mondo (e limitato a Inghilterra e Galles), concesso ai fedeli con riluttanza da Paolo VI.
Ma torniamo al sondaggio. Su 6153 persone contattate telefonicamente, 800 si sono dichiarate cattoliche; il 13%. A questi ultimi, è stato sottoposto il sondaggio composto delle solite domande, già oggetto degli altri vari sondaggi in mezza Europa.
1)Va a messa?
Ogni settimana : 24,3%
Ogni mese: 7,8%
Alle grandi feste: 10,1%
Occasionalmente (matrimoni, ecc.): 45,6%
Mai: 12,3%
2) Il Papa Benedetto XVI ha ricordato nel luglio 2007 che la messa può essere celebrata sia nella forma moderna, detta ordinaria, in inglese, col prete rivolto verso i fedeli e la comunione in piedi, e nella forma tradizionale detta straordinaria o di Giovanni XXIII, in latino e gregoriano, col prete girato verso l'altare e la comunione in ginocchio. Lo sapeva?
Sì: 39,4%
No: 60,6%
3) Considererebbe normale o anormale se le due forme liturgiche fossero celebrate regolarmente nella Sua parrocchia?
Normale: 44,9%
Anormale: 21%
Non si pronuncia: 34,1%
4) Se la messa fosse celebrata in latino e gregoriano in forma straordinaria, anziché quella ordinaria in inglese, vi assisterebbe?
Risposte dell'insieme dei cattolici:
- 15,6% ogni settimana
- 10,8% una volta al mese
- 11,1% nelle grandi feste
- 46,1% occasionalmente
- 16,4% mai
Risposta dei praticanti regolari (settimanali e mensili)
- 43% ogni settimana
- 23,4% una volta al mese
- 7,8% nelle grandi feste
- 17,6% occasionalmente
- 8,2% mai
Fonte: Paix Liturgique
Tanto è forte l'attaccamento degli inglesi alla Messa tradizionale, quanto pressochè inesistenti le Messe di sempre nell'arcidiocesi primaziale di Londra-Westminster, dove l'arcivescovo primate d'Inghilterra Mons. Vincent Nichols (prossimo cardinale) non celebra more antiquo e non si è dimostrato affatto magnanimo nei confronti della Messa antica. Fino a poco tempo fa non c'era una sola parrocchia, in una diocesi di oltre mezzo milione di fedeli, in cui si celebrasse la Messa tradizionale la domenica. Non so se, in quest'ultimo anno la situazione sia migliorata, ma non credo di molto.
RispondiEliminaComunque, Dio strabenedica tutti gl'inglesi affinché capiscano dove si trovi la vera Chiesa e la Messa della loro antica storia.
RispondiEliminaImmagino che un cattolico inglese possa avere molto interesse a vivere la liturgia romana infatti la messa di Paolo VI non differisce da quella anglicana.
RispondiEliminaRicordo che nel 1971, Graham Green e sua sorella Anna scrissero al Papa per chiedere come risolvere un dilemma: al momento della loro conversione avevano fatto giuramento di non assistere mai più al servizio anglicano. Ora che veniva da Roma questo stesso servizio, come dovevano regolarsi? Ebbero per telefono l'indulto per il rito di san Pio V, con ordine di non pubblicarlo, senno, sarebbero stati smentiti.
RispondiEliminapiutosto gli Anglicani della TAC hanno un rito molto più cattolico del NOM
RispondiEliminail cardinale Newman oltre che Beato sarà anche Dottore della Chiesa? Per Ratzinger si!
RispondiEliminaTra i suoi ammiratori di lungo corso c’è anche Benedetto XVI che, ancora cardinale, rievocò il proprio personale incontro con l’opera di Newman in occasione del centenario della sua morte (28 aprile 1990). La conclusione – sorprendente, riletta a vent’anni di distanza – tocca un punto molto caro a Ratzinger teologo e pastore: «Il segno caratteristico del grande dottore nella Chiesa mi sembra essere quello che egli non insegna solo con il suo pensiero e i suoi discorsi, ma anche con la sua vita, poiché in lui pensiero e vita si compenetrano e si determinano reciprocamente. Se ciò è vero, allora davvero Newman appartiene ai grandi dottori della Chiesa, perché egli nello stesso tempo tocca il nostro cuore e illumina il nostro pensiero». Questa è, in effetti, la chiave di volta della figura di Newman: una continua osmosi tra pensiero e vita. Proprio come la sua conversione al cattolicesimo, maturata attraverso lo studio e la fedeltà alla coscienza, significò innanzi tutto una mai conclusa conversione dell’intelletto.
il resto è qui
Qualcuno di voi sa, per caso, a che punto si trovi il cammino di rientro in seno al cattolicesimo del movimento Forward in Faith, il più corposo dei gruppi anglicani della chiesa alta, il quale aveva annunziato una probabile riconciliazione con Roma entro il febbraio di quest'anno, il giorno della festa della Cattedra di S. Pietro? Secondo voi, è possibile che ci sia stato un ripensamento anche a causa del recente scandalo sulla pedofilia, che potrebbe aver minato la loro fiducia nei confronti della Chiesa di Roma?
RispondiEliminaAttenzione, pericolo per le anime: il commento di cui sopra è contestatorio, erroneo e relativista.
RispondiEliminatra i praticanti, il 43% la frequenterebbe ogni settimana, percentuale che sale al 66,4% (due terzi, cioè) considerando quelli che vi andrebbero almeno una volta al mese
RispondiEliminaChiedo scusa, ma non mi sembrano dati particolarmente incoraggianti. Quel 66,4% corrisponde a 171 persone su 800 che si sono dichiarate cattoliche. Se prendiamo in considerazione solo coloro che frequenterebbero ogni settimana scendiamo a 111. In pratica neppure un quarto del totale.
Neppure un quarto del totale...Ma si tenga conto dei quarant'anni di pratica dissacratoria nei confronti del rito pre-conciliare effettuata da una classe episcopale dichiaratamente nemica del VO al 99 %! Avete idea di quanti pregiudizi il clero progressista abbia inculcato ai fedeli dal 1969 ad oggi?
RispondiEliminaPerché, da noi i dati sono più confortanti?
RispondiEliminaquando anche solo assistere ad una Messa (che coraggiosi preti clandestini celebravano, in rito tridentino, con assoluta segretezza) era crimine degno di morte.
RispondiEliminaMutatis mutandis, non vi rievoca un'atmosfera familiare?.....
FdS
Sì, gli inglesi sono attaccati alle tradizioni......esteriori. Infatti sono amanti di carrozze, corone, parrucche, ermellini e quant'altro. Però non fanno molta fatica ad accettare preti sposati, donne-prete, divorzio, contraccettivi etc. etc.
RispondiEliminaAnche a me piacciono queste "tradizioni", ma sono semplicemente dei contenitori vuoti. In ogni caso non bisogna generalizzare. Ci sono inglesi ed inglesi come italiani ed italiani e così via.
Forse, ma dice il vero. La liturgia montiniana è molto simile a quella anglicana.
RispondiElimina<span>Sì, gli inglesi sono attaccati alle tradizioni......esteriori. Infatti sono amanti di carrozze, corone, parrucche, ermellini e quant'altro. Però non fanno molta fatica ad accettare preti sposati, donne-prete, divorzio, contraccettivi etc. etc.
RispondiEliminaAnche a me piacciono queste "tradizioni", ma sono semplicemente dei contenitori vuoti. In ogni caso, non bisogna generalizzare. Ci sono inglesi ed inglesi come italiani ed italiani e così via. </span>
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Lo scrittore su citato, Julien Green, convertito dall'anglicanesimo al cattolicesimo, definì la Messa di Paolo VI come “un’imitazione molto grossolana della funzione anglicana che ci era stata familiare nella nostra infanzia”, precisando poi con grande acutezza e preveggenza:
“D’un tratto ho capito con quanta abilità si portava la Chiesa da un modo di credere ad un altro totalmente diverso</span>
“D’un tratto ho capito con quanta abilità si portava la Chiesa da un modo di credere ad un altro totalmente diverso</span>
“D’un tratto ho capito con quanta abilità si portava la Chiesa da un modo di credere ad un altro totalmente diverso
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<span><span>. Non era una manipolazione della fede, ma qualcosa di più insidioso." </span></span><span><span><span><span> (J. Green, Ce qu'il faut d'amour à l'homme, ed. Plon, Parigi 1978, pp. 137-138). </span></span></span></span>
<span><span><span><span>Siamo sempre lì: il problema è teologico molto prima che liturgico, e Green, da esperto in anglicanesimo, l'aveva individuato subito... Occorre stroncare la nouvelle théologie conciliare subito, prima che sia troppo tardi (e speriamo che già non lo sia).</span></span></span></span><span><span><span><span><span></span></span></span></span></span>
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RispondiEliminaLo scrittore su citato, Julien Green, convertito dall'anglicanesimo al cattolicesimo, definì la Messa di Paolo VI come “un’imitazione molto grossolana della funzione anglicana che ci era stata familiare nella nostra infanzia”, precisando poi con grande acutezza e preveggenza: “D’un tratto ho capito con quanta abilità si portava la Chiesa da un modo di credere ad un altro totalmente diverso. Non era una manipolazione della fede, ma qualcosa di più insidioso." (J. Green, Ce qu'il faut d'amour à l'homme, ed. Plon, Parigi 1978, pp. 137-138).
Siamo sempre lì: il problema è teologico molto prima che liturgico, e Green, da esperto in anglicanesimo, l'aveva individuato subito... Occorre stroncare la nouvelle théologie conciliare subito, prima che sia troppo tardi (e speriamo che già non lo sia).
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"...pressochè inesistenti le Messe di sempre nell'arcidiocesi primaziale di Londra-Westminster, dove l'arcivescovo primate d'Inghilterra Mons. Vincent Nichols (prossimo cardinale) non celebra more antiquo e non si è dimostrato affatto magnanimo nei confronti della Messa antica."
RispondiEliminaMons. Vincent Nichols? Eccolo qui...
O Maria Auxilium Christianorum, salva la Chiesa dai 'nuovi teologi' al potere...
RispondiEliminaCaro Amicus, come ben saprai, la "communicatio in sacris" è divenuta ormai un'opinione del tutto personale e priva di conseguenze concrete. Il Diritto Canonico del 1917 vietava espressamente ai chierici di assistere a cerimonie appartenenti a religioni diverse dalla cattolica, tranne che in rari casi di assoluta necessità e sempre con personale sentimento di distacco (esempio il funerale di un parente e simili).
RispondiEliminaOggi, invece, cosa accade? l'arcivescovo primate della Chiesa Cattolica d'Inghilterra, per giunta in abito ufficiale viola, partecipa a riti pagani sincretistici pubblicamente e con il sorriso sulle labbra. E Roma, come al solito, tace e sta a guardare con indifferenza. Neanche una semplice diffida. Niente. Il Papa conosce il detto italiano: "chi tace acconsente"? Mi sa di no! Si rendono conto, a Roma, dei danni all'immagine della Chiesa e alla sua credibilità causati da comportamenti pubblici di questo tipo da parte di un dignitario ecclesiastico di alto rango, futuro principe della Chiesa? Poi si lamentano del relativismo, dell'indifferentismo e del sincretismo imperanti nella Chiesa. Logico, un cattolico medio penserà che la Chiesa approva le altre religioni e che esse sono uguali di fronte a Dio, utili strumenti di salvezza apprezzati dal Papa e dai vescovi! L'ECUMENISMO E' LA FINE DELLA CHIESA!
<span>San Massimiliano Kolbe disse:
RispondiElimina“L’ECUMENISMO È IL NEMICO DELL'IMMACOLATA”.</span>
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<span><span>San Massimiliano Kolbe disse:
RispondiElimina“L’ECUMENISMO È IL NEMICO DELL'IMMACOLATA”.</span>
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"Nel 1933, quando il movimento ecumenico iniziò la sua avanzata, San Massimiliano Kolbe lo vide per quello che era e definì l’ecumenismo come il nemico della Beata Vergine Maria; un movimento da combattere e distruggere.
RispondiElimina<span><span><span>La missione che San Massimiliano affidò ai suoi Cavalieri<span> dell'Immacolata</span><span> </span>era quella di<span> convertire il mondo intero</span></span><span></span><span><span></span> alla Chiesa cattolica.</span><span>
Diceva: «</span><span>Soltanto quando tutti gli scismatici e i protestanti professeranno il Credo cattolico con convinzione e quando tutti gli ebrei chiederanno volontariamente il Santo Battesimo, solamente allora l’Immacolata avrà raggiunto i suoi obiettivi». </span></span></span>
<span><span><span></span></span><span>e ancora: "" Noi dobbiamo realizzare il più rapidamente possibile l'obiettivo della Milizia Immacolata, cioè conquistare all'Immacolata, ed attraverso lei al Sacratissimo Cuore di Gesù, il mondo intero ed ogni singola anima che vive oggi o che vivrà domani, fino alla fine del mondo».</span></span>
<span>"Nel 1933, quando il movimento ecumenico iniziò la sua avanzata, San Massimiliano Kolbe lo vide per quello che era e definì l’ecumenismo come il nemico della Beata Vergine Maria; un movimento da combattere e distruggere.
RispondiElimina<span><span><span>La missione che San Massimiliano affidò ai suoi Cavalieri<span> dell'Immacolata</span><span> </span>era quella di<span> convertire il mondo intero</span></span><span></span><span><span></span> alla Chiesa cattolica.</span><span>
Diceva: «</span><span>Soltanto quando tutti gli scismatici e i protestanti professeranno il Credo cattolico con convinzione e quando tutti gli ebrei chiederanno volontariamente il Santo Battesimo, solamente allora l’Immacolata avrà raggiunto i suoi obiettivi». </span></span></span>
<span><span><span></span></span><span>e ancora: "" Noi dobbiamo realizzare il più rapidamente possibile l'obiettivo della Milizia Immacolata, cioè conquistare all'Immacolata, ed attraverso lei al Sacratissimo Cuore di Gesù, il mondo intero ed ogni singola anima che vive oggi o che vivrà domani, fino alla fine del mondo».</span></span></span>
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Ma questa certezza di San Massimiliano la Chiesa Cattolica l'ha gioiosamente persa per strada.
Da 1962, naturalmente, spinta da un vento di "primavera".
<span><span>"Nel 1933, quando il movimento ecumenico iniziò la sua avanzata, San Massimiliano Kolbe lo vide per quello che era e definì l’ecumenismo come il nemico della Beata Vergine Maria; un movimento da combattere e distruggere.
RispondiElimina<span><span><span>La missione che San Massimiliano affidò ai suoi Cavalieri<span> dell'Immacolata</span><span> </span>era quella di<span> convertire il mondo intero alla Chiesa Cattolica</span></span><span>.</span><span>
Diceva: «</span><span>Soltanto quando tutti gli scismatici e i protestanti professeranno il Credo cattolico con convinzione e quando tutti gli ebrei chiederanno volontariamente il Santo Battesimo, solamente allora l’Immacolata avrà raggiunto i suoi obiettivi». </span></span></span>
<span><span><span></span></span><span>e ancora: "" Noi dobbiamo realizzare il più rapidamente possibile l'obiettivo della Milizia Immacolata, cioè conquistare all'Immacolata, ed attraverso lei al Sacratissimo Cuore di Gesù, il mondo intero ed ogni singola anima che vive oggi o che vivrà domani, fino alla fine del mondo».</span></span></span>
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Ma questa certezza di San Massimiliano la Chiesa Cattolica l'ha gioiosamente persa per strada.
Da 1962, naturalmente, spinta da un vento di "primavera".</span>
...la formulazione della domanda 4 è molto molto ambigua: Se la messa fosse celebrata in latino e gregoriano in forma straordinaria, anziché quella ordinaria in inglese, vi assisterebbe?
RispondiEliminaDetta così, si può intendere: Andresti ancora a Messa se fosse celebrata in forma straordinaria? Quanto spesso?
...e a questa domanda anch'io, che preferisco per parecchi motivi la forma ordinaria, avrei risposto che andrei comunque tutte le settimane. Il che non vorrebbe dire che io tenga particolarmente a veder la Messa celebrata nel rito straordinario, ma che io tenga particolarmente a partecipare alla Messa, qualunque sia il rito in cui è celebrata. Capite che il senso è ben diverso!
Più correttamente si sarebbe dovuto chiedere "Potendo scegliere tra una Messa in forma ordinaria in inglese e una in forma straordinaria, quanto spesso frequenteresti quella straordinaria?"