Dal sito ufficiale della "Chiesa di Milano" (chiamarsi solo diocesi sarebbe riduttivo), riportiamo un editoriale: la sagra delle frasi fatte. Possibile che, dopo 40 annni, non abbiano ancora trovato qualche argomento più solido per giustificare la demolizione della liturgia?
Introibo ad altare Dei
di Giuseppe Grampa
Ci sono parole apprese negli anni dell’infanzia e che restano vive nella memoria. Una di queste per me è: Introibo ad altare Dei... «Salirò all’altare di Dio», diceva il Celebrante, e io, chierichetto di sette anni, rispondevo: Ad Deum qui laetificat juventutem meam. Nel nome di Dio che rallegra la mia giovinezza cominciava la Messa secondo l’antico rituale fino alla riforma voluta dal Concilio giusto quarant’anni fa. Mi rivedo in ginocchio ai piedi dei gradini che portavano al monumentale altare della mia Basilica di San Giovanni a Busto Arsizio, pronto a sollevare le vesti del sacerdote perché, salendo, non inciampasse. E ricordo le acrobazie per portare all’altare le ampolline di vetro con l’acqua e il vino e soprattutto la difficoltà di trasportare il pesante messale con il suo leggio da un lato all’altro dell’altare, troppo alto per la mia statura di bambino. E che soddisfazione, diventato un po’ più grandicello, portare il turibolo e fare l’incensazione. Quante volte i carboni accesi sono finiti sul tappeto... Capisco certe persone che in preda a inguaribile nostalgia non hanno accettato la riforma della liturgia, continuano a usare la lingua latina, non tollerano di ricevere la comunione in piedi [purtroppo per l'articolista, la maggior parte di questi 'inguaribili nostalgici' non erano nemmeno nati quando lui smetteva di alzare le vesti al sacerdote]. L’antico rituale aveva il suo fascino, ma proprio non tornerei indietro. Sono felice di essere da quarant’anni prete di una Chiesa che si rivolge a Dio con le parole di tutti i giorni e di celebrare guardando in faccia i fedeli e non dando loro la schiena. Questi due semplici gesti che quarant’anni fa mutarono lo stile celebrativo della Chiesa esprimono efficacemente il volto della Chiesa rinnovato dal Concilio. Parlare a Dio con la lingua della nostra esistenza quotidiana e non con una lingua morta non è solo decisivo mezzo di partecipazione dei fedeli, di coinvolgimento nella celebrazione, ma vuol esprimere meglio la verità centrale della nostra fede: l’Incarnazione, gran balzo di Dio nei solchi della nostra umanità, a cominciare dal nostro linguaggio. È bello poter parlare a Dio con le parole che ho appreso sulle ginocchia di mia madre. Sono da quarant’anni felice di celebrare guardando negli occhi le persone che circondano l’altare. Uno sguardo che qualche volta diventa sorriso, quando riconosco nell’assemblea un volto amico. Guardarsi negli occhi per riconoscersi, prete e fedeli, appartenenti a un unico popolo che Dio convoca alla sua tavola. Ricordo con tristezza quelle liturgie in una lingua incomprensibile, con il celebrante isolato in cima ai gradini di altari monumentali che in nessun modo evocavano la tavola del convito fraterno. L’assemblea intenta alle proprie devozioni, quando non era distratta o assente. Il suono del campanello richiamava l’attenzione nel momento centrale della celebrazione.
La riforma della liturgia voluta quarant’anni fa dal Concilio non è stata una superficiale operazione di maquillage [su questo siamo d'accordo]. Riprendendo un modo di dire corrente - dimmi come preghi e ti dirò chi sei -, una Chiesa che parla e prega con le parole della gente e guardando negli occhi è una Chiesa profondamente solidale con la sua gente, una Chiesa coinvolta nelle gioie e nelle speranze, nelle tristezze e nelle angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono.
o mamma!!!! quanta banalità sto prete, la liturgia è solo guardarsi e parlarsi? non c'ha capito proprio niente!!!
RispondiEliminaUna valanga di cazzate (non censuratelo, vi prego).
RispondiEliminaNon ricordo più chi disse: "Amarsi non è guardarsi negli occhi! Amarsi è guardare insieme nella stessa direzione". Possibile che non si comprende che se si vuole amare la propria comunità, bisogna, insieme, rivolgersi nella stessa direzione?
RispondiEliminaNon solo frasi fatte, ma neppur un minimo sforzo di approfondimento, anche con frasi fatte, non si pretende troppo, in fondo. Non sanno dir altro, questi novatori. La lingua era incomprensibile, letta su quel messale pesante (!) e si volgevano le spalle al popolo. Allora è meglio volger le spalle alla croce e al tabernacolo, cioè a Cristo; è bello non usare una lingua sacralizzata da millenni ed ancora sacra, in cui la Verità è resa immutabile, eterna, tanto che anche nell'anima di questo modernista è rimasta scolpita in alcune sue frasi umili e magnifiche, ma parole quotidiane, neppur previste dal messale, spesso assente e sostituito da un foglietto meno pesante da spostare, ma ad libitum in una gara a chi le spara più grosse: un linguaggio quotidiano che non può nepppur disegnar un vago contorno del mistero che si rinnova. Guardare in faccia i fedeli, sorridere a destra e a sinistra, come si fa a tavola, magari raccontar facezie come spesso s'usa, è bello e gratificante: invece fa male, suscita orrore il salire l'altare maestoso, frutto dell'arte e della pietà dei secoli, a forma di Golgota dove Gesù viene immolato. A questo han condotto i mitici 40 anni, a non aver più alcuna nozione della S. Messa, solo ridotta a momento conviviale, senza Passione e Morte, senza Croce, senza sangue e lacrime, anche di coloro ch'eran ai piedi della Croce. Ma senza il Sacrificio, senza quel corpo martoriato offerto per la vita eterna, cosa mangian i convitati e il presidente? Forse son vegetariani.
RispondiEliminaNon solo frasi fatte, ma neppur un minimo sforzo di approfondimento, anche con frasi fatte, non si pretende troppo, in fondo. Non sanno dir altro, questi novatori. La lingua era incomprensibile, letta su quel messale pesante (!) e si volgevano le spalle al popolo. Allora è meglio volger le spalle alla croce e al tabernacolo, cioè a Cristo; è bello non usare una lingua sacralizzata da millenni ed ancora sacra, in cui la Verità è resa immutabile, eterna, tanto che anche nell'anima di questo modernista è rimasta scolpita in alcune sue frasi umili e magnifiche, ma parole quotidiane, neppur previste dal messale, spesso assente e sostituito da un foglietto meno pesante da spostare, ma ad libitum in una gara a chi le spara più grosse: un linguaggio quotidiano che non può nepppur disegnar un vago contorno del mistero che si rinnova. Guardare in faccia i fedeli, sorridere a destra e a sinistra, come si fa a tavola, magari raccontar facezie come spesso s'usa, è bello e gratificante: invece fa male, suscita orrore il salire l'altare maestoso, frutto dell'arte e della pietà dei secoli, a forma di Golgota dove Gesù viene immolato. A questo han condotto i mitici 40 anni, a non aver più alcuna nozione della S. Messa, solo ridotta a momento conviviale, senza Passione e Morte, senza Croce, senza sangue e lacrime, anche di coloro ch'eran ai piedi della Croce. Ma senza il Sacrificio, senza quel corpo martoriato offerto per la vita eterna, cosa mangian i convitati e il presidente? Forse son vegetariani.
RispondiEliminaNon solo frasi fatte, ma neppur un minimo sforzo di approfondimento, anche con frasi fatte, non si pretende troppo, in fondo. Non sanno dir altro, questi novatori. La lingua era incomprensibile, letta su quel messale pesante (!) e si volgevano le spalle al popolo. Allora è meglio volger le spalle alla croce e al tabernacolo, cioè a Cristo; è bello non usare una lingua sacralizzata da millenni ed ancora sacra, in cui la Verità è resa immutabile, eterna, tanto che anche nell'anima di questo modernista è rimasta scolpita in alcune sue frasi umili e magnifiche, ma parole quotidiane, neppur previste dal messale, spesso assente e sostituito da un foglietto meno pesante da spostare, ma ad libitum in una gara a chi le spara più grosse: un linguaggio quotidiano che non può nepppur disegnar un vago contorno del mistero che si rinnova. Guardare in faccia i fedeli, sorridere a destra e a sinistra, come si fa a tavola, magari raccontar facezie come spesso s'usa, è bello e gratificante: invece fa male, suscita orrore il salire l'altare maestoso, frutto dell'arte e della pietà dei secoli, a forma di Golgota dove Gesù viene immolato. A questo han condotto i mitici 40 anni, a non aver più alcuna nozione della S. Messa, solo ridotta a momento conviviale, senza Passione e Morte, senza Croce, senza sangue e lacrime, anche di coloro ch'eran ai piedi della Croce. Ma senza il Sacrificio, senza quel corpo martoriato offerto per la vita eterna, cosa mangian i convitati e il presidente? Forse son vegetariani.
RispondiElimina"...dimmi come preghi e ti dirò chi sei..." non poteva darsi la zappa sui piedi meglio di così....
RispondiEliminaNon mi meraviglia questo intervento da Milano .
RispondiEliminaIn una delle riunioni preparatorie del Congresso Eucaristico Nazionale che si terrà in Ancona il prossimo anno, è intervenuto un signore milanese, che fa parte di uno dei mille comitati organizzatori, che nel corso dell'assise ha attaccato pesantissimamente il Motu Proprio e il Papa Benedetto XVI.
L'intervento del milanese è stato tanto forte che uno dei partecipanti, il liturgista Padre F.M.Campana, manifestamente di idee lontane dal tradizionalismo, ma persona retta umanamente, ha voluto, udite, udite, difendere il MP e il Papa dagli indegni attacchi del milanese.
Ora non mi sovviene il nome dello "scismatico" ( l'episodio mi è stato narrato da due sacerdoti presenti ) ma avrò modo di segnalarlo ancora sia a qui che alle competenti Autorità Vaticane.
Questo articolo è stato pubblicato qualche anno fa sul quotidiano ticinese 'Il Giornale del Popolo,' il giornale della curia di Lugano. L'autore, Don Giuseppe Grampa, è il Fratello di Monsignor Grampa, attuale Vescovo di Lugano.
RispondiEliminaRibadisco, amici.
RispondiEliminaContro queste cose, che non sono solo banalità, ma vere e proprie castronerie sul piano liturgico (in due pagine dense e di ben altro spessore, ne "Introduzione allo Spirito della Liturgia" Il card. Ratzinger le smonta e ne dimostra la volgare e banale stupidità con argomenti sia teologici che storici) dobbiamo affermare la verità apertis verbis, cercando di evitare la polemica, che però diviene talora inevitabile (perché gli asini NON volano, amici!). Ma soprattutto pregare, sacrificarci e accettare la persecuzione.
E pregare la Regina del Carmelo, la Regina di Fatima, e si', consentitemelo, La Regina di Lepanto: perché questi son peggio dei Turchi!
Caro don Giuseppe Grappa, continui pure a guardare i suoi fedeli in faccia, magari fate anche un bel girotondo postconcilare al suono del bongo o della chitarra elettrica, cantando magari nel suo dialetto. Alla fine della rumba, poi, venitemi anche a raccontare che avete ringraziato,adorato, riparato e presentato e vostre richieste a Cristo, come sarebbe specifico della Messa.
La vergogna del tradimento sta tutta nelle sue parole. Il concilio NON ha voluto nulla di quello che lui dice.
Oremus pro Pontifice nostro.
nibinagh@alice.it
Regna la banalità in questo articolo, almeno ci fossero degli argomenti un po' più seri. Inoltre le idee dell'autore sono profondamente deviate. Affermare che sia buona cosa che il celebrante guardi negli occhi i fedeli... significa proprio volere sovvertire la disciplina liturgica
RispondiEliminaRileggendo l'articolo mi verrebbe voglia di gridare in faccia a quel signore " quante ......... ha scritto " !
RispondiEliminaSe riuscirò ad avere un recapito di quel signore gli manderò le foto dei nostri ministranti , età media 18-2o anni.
Stia sereno Carradori è inutile, al Vaticano daranno una medaglia allo scismatico...
RispondiEliminaBuon sangue non mente.
RispondiEliminaServe, urge, un'operazione di pulizia della curia e del presbiterio della diocesi di Milano, a cominciare dal capo. E non solo di Milano, ma di molte altre diocesi. I preti come questo, che parlano solo per dare aria alla bocca, andrebbero internati in casa di riposo, dove il loro cervello otterrà le dovute cure.
RispondiEliminaSe è vero che questo articolo è stato pubblicato alcuni ani fa come dice Caeciliana, allora c'è da chiedersi perchè sia stato ritirato fuori proprio adesso, mentre è in corso il "censimento" sull'applicazione ed i seguiti del MP. Forse che a Milano cominciano a sentire il fiato sul collo?????
RispondiEliminaRR
...un amico... TI STIMO!
RispondiEliminaboh.. magari Federico Moccia ha scritto invece che "amare è guardarsi negli occhi", che ne sappiamo?.. Speriamo che non passi ad "amare è farli la doccia insieme".. perchè una "messa" di gavettoni sarebbe difficile da far passare... ma forse, chissà, se la argomentiamo con la "Chiesa profondamente solidale con la sua gente, che muore di caldo nelle città", una partita a calcetto saponato liturgico per la festa dell'Assunta a Ferragosto la concedono anche.. ecumenica, ovviamente.
RispondiElimina<span>boh.. magari Federico Moccia ha scritto invece che "amare è guardarsi negli occhi", che ne sappiamo?.. Speriamo che non passi ad "amare è farsi la doccia insieme".. perchè una "messa" di gavettoni sarebbe difficile da far passare... ma forse, chissà, se la argomentiamo con la "Chiesa profondamente solidale con la sua gente, che muore di caldo nelle città", una partita a calcetto saponato liturgico per la festa dell'Assunta a Ferragosto la concedono anche.. ecumenica, ovviamente.</span>
RispondiEliminano, le parolacce no! :'(
RispondiEliminaPeccato che la celebrazione può essere convito fraterno solo perche sull'altare si compie il supremo sacrificio di Cristo offerto di nuovo dalla Chiesa e non il contrario.....peccato che non esiste comunque sia posizionato il "...presidente..." una messa di fronte al popolo, ma la messa quand'anche fosse celebrata a testa in giù è sempre versum Deum....
RispondiElimina<span>Mi rendo conto che non sia il thread migliore per domandare, tuttavia chiedo ugualmente.
RispondiEliminaNella foto del link che segue il diacono dietro al celebrante cosa sta facendo?
http://www.facebook.com/photo.php?pid=291130&o=all&op=1&view=all&subj=137051119656336&aid=-1&id=100000571734646&oid=137051119656336
Grazie a chi risponderà!</span>
<span><span>Forse non è il thread migliore per domandare, tuttavia chiedo ugualmente.
RispondiEliminaNella foto del link che segue il diacono dietro al celebrante cosa sta facendo?
http://www.facebook.com/photo.php?pid=291130&o=all&op=1&view=all&subj=137051119656336&aid=-1&id=100000571734646&oid=137051119656336
Grazie a chi risponderà!</span></span>
certo che mamma Grampa non s'è proprio fatta mancare nulla.. speriamo si sia fermata a due..
RispondiEliminaIO gliel'ho detto, mi dispiace, ma costui dovrebbe solo vergognarsi.
RispondiEliminaforse non abbiamo compreso, da entrambi le parti, che andando alla lunga con questo stile di scrivere nei blog non andiamo da nessuna parte, ma anzi ci facciamo solo del male ed ha ragione il papa quando afferma utilizzando le parole di s. Paolo " Ma se vi mordete e vi divorate a vicenda ..." (Gal 5,15). Con il MP SP è stato ridato al Messale VO la possibilità di essere utilizzato, lo si utilizzi, ma non è il caso che per forza si deve distruggere o mettere sempre in cattiva luce il Messale NO. come si afferma che ci sono state e ci sono persone che si sono santificate e si santificano con il Messale VO così lo si può dire del messale NO. Niente steccati o peggio ancora, come qualcuno scrive, invocare la Regina di Lepanto perchè peggio dei Turchi. Quello che è stato criticato dai "conservatori" agli "innovatori" di non avere rispetto per il VO, oggi si assiste che lo stesso errore lo stanno facendo alcuni degli amanti del VO.
RispondiEliminase posso dare un piccolo consiglio alla redazione: non trasformate il blog, che può essere di aiuto, a un luogo di "pettegolezzi" o a "cortili mediatici" (nessuno si offenda). Offriamo attraverso il blog formazione e conoscenza a chi vuole avvicinarsi al messale VO.
Credo che la migliore risposta ed il commento più adeguato all'articolo di questo don Grampa stia qui.
RispondiEliminanon è stato RITIRATO fuori adesso... siete voi ad averlo pescato (a vostro uso e consumo, come iene che vanno in visibilio ed iniziano a sbavare di fronte a un pezzo di carne...) adesso. è un editoriale della rivista Il Segno, vecchio di anni... e da anni era li sul portale. fine della storia. felice per voi che l'avete trovato...hu hu hu!
RispondiEliminapiuttosto nella Chiesa di Milano si è fatto il possibile per applicare il MP: sono concesse due funzioni, una al gentilino (che in verità già celebrava in rito antico ben prima del MP) e una a sant'ambrogio a legnano: richiesta e concessa. a varese non si fa avanti perchè non si vuole "urtare" Stucchi molto amico di Manganini e comunque i numeri non ci sono.
Fiato sul collo? solo uno che non è della diocesi di milano può scrivere una roba del genere: dopo anni di gestione di un certo "tipo" prima con Martini e poi con Tettamanzi.. ma ti pare che ci sia ansia e preoccupazione per censimenti di questo tipo?
hai proprio ragione, caro ospite. Il miglior attaco è la formazione. tra l'altro, idiozie simili, peraltro datate, da almeno, giusto 40 anni, possoni dare adito, a qualche 65enne ecclesiastico a ridire come vangelo cose che forse l'età o il fatto di dirle lui solo,aveva smesso se non di pensare, almeno di dire...A proposito, i fedeli amano vedere la faccia del sacerdote,(non solo quella delle ministresse della comunione) anche, nelle case dove ci sono i malati, nelle veglie funebri e negli accompagnamenti al camposanto, opera di misericordia, forse un pò facilmente dimenticata
RispondiEliminaCaro (si fa per dire) Giuseppe Grampa, di una chiesa come quella che lei magnifica, incrocio fra il sociologico ed il sindacalese con spruzzatina di protestantesimo (disubbidienza alle direttive del papa, ne faccio volentieri a meno . Sono i preti come lei con la intolleranza giacobina ammantata da fraternità che porteranno alla definitivadistruzione della chiesa sinchè NSGC deciderà che sia giunto il momento del NON PRAEVALEBUNT.
RispondiEliminaUn coagulato aberrante di banalità liturgiche che mi nauseabonda lo stomaco.
RispondiEliminaA proposito di "fiato sul collo"... A tre anni dal "motu proprio" sono stati smentiti i profeti di sventure che vedevano il caos abbattersi sulla Chiesa, ma anche gli sciocchi che vedevano nel "motu proprio" l'inizio di una impossibile restaurazione (contraddicendo il primo dettato di Benedetto XVI, per cui LA FORMA ORDINARIA DELLA LITURGIA RESTA QUELLA DEL MESSALE DEL 1970).
RispondiEliminaOra, invece di rallegrarsi - come altri tradizionalisti più intelligenti e sereni fanno, talora anche su questo blog - per la più ampia facoltà di celebrare secondo il messale antico, questi stessi se la prendono con i vescovi "cattivoni" rei (anche nei casi in cui l'accoglienza del motu proprio sia stata la più favorevole) di non aver concesso abbastanza. Per forza: se uno aveva sognato la Messa tridentina in ogni parrocchia, l'eliminazione della "forma ordinaria" ecc. ecc. ecc. non può fare altro che prendersela coi vescovi, con gli alieni, con la congiunzione astrale e con non si sa ben altro che cosa. Cercare di capire un po' meglio la realtà - naturale e soprannaturale -, evidentemente, non è ipotesi contemplata.
Grandissimo, ospite!..Puntuale eappassionato.
RispondiEliminaIo mi permetto di aggiungere solo qualche altra brace..
1. Da come "il" Grampa parla della Messa come rapporto "noi-Dio", balza subito evidente una certa deformazione "eckartiana": tutto si concentra sul rapporto Dio-Padre---> noi-figli escludendo dalla Messa qualunque tipo di intervento soprannaturale di ripo redentivo nei confronti di questi ultimi; se redenzione c'è non si gioca tramite azioni "esterne e gratuite" (come la Redenzione operata dal Cristo), ma unicamente, sembra suggerire il Grampa, nell'intimo rapporto "Padre-figlio".
2. La lingua latina nella liturgia.. ora, tante sono le corbellerie che costui scrive e lascia intendere, che mi è davvero difficile non dimenticarne alcune.. Non mi soffermo su come la lingua latina sia la lingua della Chiesa, sia garanzia di universalità e d'unità nella Fede eccetera eccetera... MA vorrei evidenziare come la lingua latina stessa sia UN SIMBOLO; non vuol affatto esser elemento di "erudizione", vuole piuttosto sottolineare la difficoltà di decifrare la realtà, che si può sì anche percepire immediatamente (ascoltare, leggere..) MA per decifrare compiutamente la quale bisogna avere la chiave d'accesso (..la conoscenza della lingua latina), l'acquisizione della quale richiede tempo e fatica (tempo e fatica nello studio).. non è forse l'uso del latino che meglio indica la Realtà di Dio?!..una realtà che si può sì "percepire immediatamente", giacchè esiste di per sè... MA richiede tempo e fatica, richiede volontà, impegno e dedizione per entrare in rapporto con LUI.
E poi, se il Grampa in quest'anno sacerdotale avesse meditato su ciò che diceva della Messa il S. Curato d'Ars, avrebbe capito come NESSUNO possa capire veramente cosa avviene in una Santa Messa, nemmeno un santo sacerdote come il Vianney(se ne avessimo piena coscienza, moriremmo..): il che mi lascia pensare che, se ora tutti pensano di capire "tutto" della Messa, qualcosa di sbagliato ci deve esser per forza.
3.. ed ultimo: dipingere un quadretto bucolico della gioia, della solidarietà, della fratellanza, dell'amicizia e dell'AMMMMORE che sprigiona la gente in Chiesa con la Messa di Paolo VI, è fazioso, caricaturale e ridicolo.
In "Le lettere di Berlicche", C.S.Lewis scrive: "..quando entra in chiesa (il cristiano), vi trova il droghiere locale, con un'espressione untuosa sul volto, che si dà da fare per offrirgli (...) un libriccino che contiene testi corrotti di un certo numero di canti religiosi, la maggior parte orrendi (...). Entra nel banco, e, guardandosi intorno, si incontra proprio con quella cernita di quei suoi vicini che finora aveva cercato di evitare..(...).Se uno qualsiasi di questi vicini canta con voce stonata, se ha le scarpe che gli scricchiolano o la pappagorgia, se ha vestiti strani..(..) se egli sa che quella donna con quel cappellino assurdo è una fanatica giocatrice di bridge, che quel signore con le scarpe scricchiolanti è un avaro e uno strozzino (...)..
Mi dispiace per il Grampa, ma non è proprio cambiato nulla.. anzi.. per quel che so io molti abbandonano la Chiesa proprio perchè vedono nella messa domenicale un'assurda festa dell'ipocrisia.. tutti a stringersi le mani e a dire GIOA AMORE PACE E LIBERTA'.. e poi, appena usciti, non rimane che la vuota eco di quelle inverosimili enormità..
Io preferisco lasciare queste esplosioni di freschezza allo scoiattolo della vigorsol..
E andare a Messa, in ginocchio, in silenzio.. assistere al Santo Sacrificio per i miei e nostri peccati.. e via. senza troppe esplosioni di "panismo" di dannunziana memoria.
Ecco: più Panis Angelorum, meno "panismo" filo-pagano.
<span>Carissimo Andrea io c'ero e le posso assicurare che fu una manifestazione di assoluta villania nei confronti del Sommo Pontefice... non solo il signore di Milano inveì contro il motu proprio ma anche contro Sua Santità e la cosa più scioccante fu che questa scialba invettiva scatenò l'appaluso di molti sacerdoti e seminaristi presenti alla conferenza... il professore Campana fu però splendido nell'esprimere con fermezza parole di difesa al Santo Padre e al suo magistero legando il tutto alla obbedienza e lealtà al Vicario di Cristo, la cosa mi commosse poichè in quel momento non mi sentii più solo e scatenai anche io con coraggio, a quelle belle parole, un bell'applauso di solidarietà che trascino anche quei pochi che come me si sentirono offesi nalla loro fede Cattolica da quell'eretico anzi eretici bestemmiatori.</span>
RispondiEliminacitazione:
RispondiElimina"una Chiesa che parla e prega con le parole della gente e guardando negli occhi è una Chiesa profondamente solidale con la sua gente"
quindi secondo questo prete ambrosiano c' una Chiesa che guarda negli occhi i fedeli. C'è quindi, da un lato (dietro l'altare) una chiesa, e dall'altro lato i fedeli.!
quindi secondo questo prete lui si sente la Chiesa.
Bene, adesso capisco perché i preti moderni si son messi dietro l'altare, al centro, perché si son costruiti e si costruiscono seggioloni di pietra sempre più grandi e sempre più in alto.
ho capito. loro si sentono LA chiesa.
ma la Chiesa, quella vera, non è cmposta da tutti noi preti e fedeli insieme?
A me stà chiesa del prete milanese che mi guarda negli occhi non piace propio. io mi sento chiesa come lui e forse anche più di lui. Ed è per questo che voglio il prete nella mia stessa posizione, cioè rivolto a Dio, ed è per questo che non voglio che il prete si sieda su un alto trono, magnifico, sontuoso e io, povero fedele, costretto a sedermi in basso, su una semplice panchetta di legno, magari sgangherata.
Abbasso i preti che si sentono chiesa!
Viva i fedeli che sono LA Chiesa.
Abbasso i preti che si intronizzano in alto costringendo me a sedermi in basso e a guardare ed ammirare il loro trono glorioso.
Signori preti: o scendete dal vostro trono, oppure fate sedere anche me su un trono uguale al vostro.
Signori preti, o vi togliete dal centro della scena, oppure al centro della scena, dietro l'altare ci mettete pure me semplice fedele laico. io in chiesa ci vado per Dio, non per vedere il vostro bel faccione.
Io in chiesa ci vado per guardare Dio negli occhi, non per guardare i vostri occhi.
Abbasso i preti che si sentono chissà chi!
Viva i preti che mi danno le spalle.
Chi sei tu,prete postconciliare, a dover umiliare me fedele laico in questo modo?
"Parlare a Dio con la lingua della nostra esistenza quotidiana e non con una lingua morta ....". Parlare a Dio con la lingua... quotidiana?. Ma perchè? Crede forse, quell'ingenuo pretonzolo, che nella vita quotidiana si usino le melensaggini che lui e le beghine di turno sciroppano durante le loro "assemblee"? Non si è ancora reso conto che sono finiti gli anni dell'ubriacatura sessantottina e che la gente vive di valori diversi dai suoi ed usa un linguaggio che non ha niente a che fare con il suo? Non ha ancora capito che il mondo è tornato a ruotare attorno al suo asse e che la storia continua a mietere le sue vittime, esattamente come secoli e millenni fa? E che non è più sifficiente (non lo è mai stato, ma non diteglielo!) ruotare gli occhi al cielo e intonare qualche zecchinodorata per salvare l'umanità?
RispondiEliminaE' un suddiacono che nel rito Latino si copre il volto con il velo omerale durante il Canone e sta a simboleggiare i cherubini che si coprono il volto con le loro ali dinanzi alla Gloria di Dio... in questo caso presente nella Santa Eucarestia.
RispondiElimina..Dallo show di Celentano in prima serata su Rai1 in poi, è considerata lingua corrente, suvvia..
RispondiEliminaE poi.. leggi queste cose uscire da certe penne, pubblicate niente poco di meno che dalla Chiesa di Milano (..un po' come la targa "sezione del partito comunista bolognese", dove l'aggettivo "bolognese" lì collocato sembrava sibillinamente riferirsi più a "partito" che a "sezione"..con grande disapprovazione del politbüro centrale del PCI..)
Possibile che ora la volgarità sia solo "la parolaccia"?.. Certa sostanza è molto, molto più volgare e riprovevole di una sortita dai toni "popolari".. che diamine.
Grazie mille!
RispondiEliminaNOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!..... >:o >:o >:o :'( :'( :'(
RispondiEliminaNOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!
RispondiElimina<p>e-mail: giuseppegrampa@libero.it
RispondiElimina</p>
Esempio di articolo che purtroppo si pone come chiaro esempio di ermeneutica della rottura, già più volte stigmatizzata dal Santo Padre.
RispondiEliminaOltretutto pone l' enfasi sulla lingua latina, che è lingua liturgica tutt' ora della Chiesa Cattolica, e che viene usata dai Pontefici nelle loro celebrazioni pubbliche.
Ci vorrebbe un pò di obbedienza al Santo Padre.
Sono concesse? Concesse? Sicuro che sia il verbo più adatto?
RispondiElimina<span>"Chi sei tu,prete postconciliare, a dover umiliare me fedele laico in questo modo?"</span>
RispondiEliminaOr tu chi se', che vuo' sedere a scranna,
per giudicar di lungi mille miglia
con la veduta corta d'una spanna?
Qualcuno dovrebbe ricordare a questo tizio (per il bene dell'anima sua), così come i beati fecero con Dante, quelli che sono i limiti dell'uomo e la sua superbia di giudicare cose che sono al di là della sua comprensione.
<p><span>QUANDO SI CELEBRA con serietà, sia con il VO sia con NO (vedi per esempio il Santo Padre), credo che non ci sia nulla di cui vergognarsi e nulla da rimpiangere. Una Messa ben celebrata è sempre una <span>Messa Santa!</span> </span>
RispondiElimina</p><p><span>Mi pare che fintanto che non capiremo, una volta per tutte, che la Messa è Azione di Cristo e della Chiesa, ci saranno incomprensioni e giudizi affrettati, che non portano certo a migliorare la nostra fede!</span></p>
<p><span>QUANDO SI CELEBRA con serietà, sia con il VO sia con NO (vedi per esempio il Santo Padre), credo che non ci sia nulla di cui vergognarsi e nulla da rimpiangere. Una Messa ben celebrata è sempre una <span>Messa Santa!</span> </span>
RispondiElimina</p><p><span>Mi pare che, fintanto che non capiremo che la Messa è Azione di Cristo e della Chiesa, ci saranno incomprensioni e giudizi affrettati, che non portano certo a migliorare la nostra fede!</span></p>
Poveretta, lei magari si sarebbe fermata al primo ma forse papà Grampa voleva a tutti i costi anche la femminuccia.
RispondiEliminaSperiamo sia arrivata al terzo tentativo.
..tipo, come ci faceva vedere Baudolino..tipo così?
RispondiEliminahttp://www.cantualeantonianum.com/2010/07/riti-di-propiziazione-calcistica-catto.html
Telecronaca della Messa.. ecco il Canone..passa all'assemblea.. che va fuori!nooo.. il prete fischia: è calcio d'abside: la chierchetta tira.. tunnel, scarta il suddiacono.. va in porta e.. GOOOOOOOL!!! Alt.. alt.. fuorigioco!, incredibile amici..
...come fa di cognome la pretessa veterocattolica amica del Tettamanzi?.. muhahahahahah!!!!
RispondiEliminaMa se a servir la Messa fossero ragazzini, ci sarebbe qualosa in contrario? Io la Messa ho imparata a seguirla e a comprenderla servendola da bambino. Magari ne avessi una covatina intorno!
RispondiEliminaLo dice spesso il mio superparroco, ma gli piace guardare i fedeli e non , con essi, il crocifisso. E tanto gli piace questo incontrarsi di sguardi che, poi, scende a stringere mani a tutta l'assemblea (ora si chiama così).
RispondiEliminaPremetto che io seguo DA SEMPRE la Santa Messa di San Pio V e la seguirò sempre!
RispondiEliminaPerò lo scritto di Don Giuseppe Grampa mi è piaciuto.
Ritengo che debba essere possibile una pacifica convivenza tra il Novus ed il Vetus Ordo e che ciascuno possa tranquillamente scegliere il modo di pregare che più gli si confà.
Con cordialità
<span>Ma se a servir la Messa fossero ragazzini, ci sarebbe qualcosa in contrario? Io la Messa ho imparato a seguirla e a comprenderla servendola da bambino. Magari ne avessi una covatina di bambini intorno da tirar su! M'accorgo che commenti brevissimi partono bene. Quelli più lunghi si moltiplicano, come uno dei primi, di Ospite.</span>
RispondiElimina... e te dagliele pure le idee... guarda che questi son capaci di farlo perdavvéro....
RispondiEliminaMa in Vaticano esistono servizi di nettezza e rottamazione? E discariche?
RispondiEliminaE ridai con i verbo "concedere", sarà che non sono abile con l`italiano, ma mi sembra che quello dei fedeli legati ala Tradizione è un diritto,non è solo una possibilità, una facoltà che il sacerdote (ricordo che il vescovo non è più la prima istanza) può scegliere di concedere o meno.
RispondiEliminaIl sacerdote DEVE applicare il Summorum Pontificum, se non lo fa, se i vescovi si arrogano competenze che non dovrebbero avere, se con pressioni diverse arrivano a scoraggiare anche i sacerdoti, dirlo, scriverlo, denunciare il loro comportamento, non fa di chi è consapevole di questa nuova forma di insubordinazione e la denuncia essere degli eterni insoddisfatti, o quant`altro ancora.
Siamo già troppo impegnati a lottare con i vescovi che non applicano affatto il motu proprio per prendercela con quelli che non lo fanno abbastanza. Quanto alla Messa tridentina in ogni parrocchia, secondo il Card. Castrillon Hoyos, questo sarebbe il "sogno" del Papa stesso (vedi ad esempio http://www.lucisullest.it/dett_news.php?id=3672)
RispondiElimina<span>E ridai con il verbo "concedere", sarà che non sono abile con l`italiano, ma mi sembra che quello dei fedeli legati alla Tradizione è un diritto, non è solo una possibilità, una facoltà che il sacerdote (ricordo che il vescovo non è più la prima istanza) può scegliere di concedere o meno.
RispondiEliminaIl sacerdote DEVE applicare il Summorum Pontificum, se non lo fa, se i vescovi si arrogano competenze che non dovrebbero avere, se con pressioni diverse arrivano a scoraggiare anche i sacerdoti, dirlo, scriverlo, denunciare il loro comportamento, non fa di chi è consapevole di questa nuova forma di insubordinazione, e la denuncia, degli eterni insoddisfatti, o quant`altro ancora. </span>
Mi sembra che la maggior parte di noi metta in luce la ridicolizzazione del NO operata dai celebranti molto creativi. Certamente qui, ma lo fanno anche le alte sfere, ricordiamo spesso l'intrinseca debolezza o equivocità di alcune parti del NO, ma non gli manchiamo di rispetto, tant'è vero che lo vogliamo depurato dagli abusi e migliorato nella struttura sì che possa risplendere in esso tutta la santità e la bellezza dell'essenza di unautentica e totale liturgia eucaristica.
RispondiElimina"...Scatenò l'applauso di <span>molti sacerdoti e seminaristi</span>..." Ma quale futuro dobbiamo attenderci?
RispondiEliminaSe non fosse per lo Spirito Santo verrebbe da disperare sulla sopravvivenza della Chiesa.
Lo Spirito soffia dove vuole, e ha soffiato abbondantamente sulla FSSPX. Meno male che ci sono loro!
Ma i campioni siamo noi!
RispondiElimina<span>ARRIBA ESPAÑA!</span>
Quanno ce vonno ce vonno, direbbe er tripparolo! ;)
RispondiEliminaMi sembra che la maggior parte di noi mette in luce la ridicolizazione del NO operata dai celebranti fantasiosi creativi, biasimandola. Certamente rimarchiamo anche l'incontestabile intrinseca debolezza e l'equivocità di certe parti del NO, ma non gli manchiamo di rispetto, tant'è vero che vorremmo drastici interventi per l'eliminazione degli abusi che sconvolgono il rito e forse spesso lo rendono anche invalido, e inovochiamo un suo miglioramento affinché in esso possa risplendere in tutta la sua profondità, santità e bellezza l'essenza dell'autentica liturgia eucaristica. Insomma c'è critica distruttiva e critica costruttiva.
RispondiElimina<span>Mi sembra che la maggior parte di noi mette in luce la ridicolizazione del NO operata dai celebranti fantasiosi creativi, biasimandola. Certamente rimarchiamo anche l'incontestabile intrinseca debolezza e l'equivocità di certe parti del NO, ma non gli manchiamo di rispetto, tant'è vero che vorremmo drastici interventi per l'eliminazione degli abusi che sconvolgono il rito e forse spesso lo rendono anche invalido, e inovochiamo un suo miglioramento affinché in esso possa risplendere in tutta la sua profondità, santità e bellezza l'essenza dell'autentica liturgia eucaristica. Insomma c'è critica distruttiva e critica costruttiva.</span>
RispondiEliminaanche ieri, leggendo il Vangelo, ho potuto notare quanto esso sia da stimolo per riflettere, per elevarsi, per volare un po più verso l'alto. E' certo che quando ho la gioia di ascoltare le omelie dei provvidenziali sacerdoti della FSSPX, essi hanno sempre come riferimento il vangelo, le loro omelie non sono mai banali, ma volano alto, come il vangelo. leggendo le povere banalità scritte da questo sacerdote conciliare, ho provato un sentimento di grande pietà nei suoi confronti. che pena che mi fa. si autocompiace della vacuità della sua esistenza inutile, sganciata dal contatto con l'Altissimo, e saldamente ancorata a quello sterile e vano contatto con gli uomini, bhe non c'era bisogno di farsi prete per incontrare di tanto in tanto lo sguardo di qualche persona amica. prego perchè questo povero sacerdote errante, inizi a rivolgere lo sguardo verso l'alto, verso Colui che vive e regna nei secoli dei secoli amen
RispondiEliminaMi auguro davvero che l'articolista in epigrafe, abbia inteso manifestare - per voglia di quieto vivere o nella speranza di progressioni in carriera - la sua corriva acquiescienza alle direttive superiori del Sinedrio della sua diocesi; nel caso contrario, qualora avesse invece esternato nello scritto l'espressione della sua effettiva buona fede, sarebbe da ridurre immediatamente allo stato laicale, avendo con ciò assolutamente rivelato la sua assoluta non comprensione dello spirito e della sostanza della sua missione di sacerdote !! Povera Chiesa ambrosiana ...
RispondiEliminaIl card. Castrillon Hoyos aveva detto in un'intervista: non una Messa antica in una sola chiesa vuole il Papa, ma una Messa antica in tutte le parrocchie.
RispondiEliminaSe ai vescovi pervengon richieste di celebrazione secondo il rito antico, il vescovo, ai sensi del SP non può rifiutarsi d'accoglierle. Se il vescovo "non vult" (nella prima stesura si leggeva: non può) i fedeli si rivolgano all'Ecclesia Dei. Dunque, i vescovi non posson non potere, posson non volere, il che significa disobbedir consapevolmente al Papa. E questi non son certo santi vescovi. La realtà bisogna anche cercar di modificarla. Non diamo sempre la colpa ai cattivi fedeli.
Postmetto che io invece non seguo più la Messa NOM e non la seguirò più.
RispondiEliminaPerciò lo scritto di Don Giuseppe Grampa non mi è piaciuto.
Di questi grattagroppòni è la responsabilità di una situazione che solo loro ritengono -contro ogni logica, ogni evidenza, ogni dato- positiva.
Ottimo articolo "di fondo" cioè con perniciose proprietà lassative, cosa di cui -per fortuna- i cattolici non abbisognano.
Se seguissimo ciò che viene detto in tale articolo, direi che si rischia molto oggi a parlare a Dio con le parole e i modi attuali, si rischia di offendere Dio, perchè se dovessimo parlare con il linguaggio troglodita che va di moda tra i giovani, il nostro non sarebbe più un pregare, ma un bestemmiare e dire parolacce, o al massimo un dire nulla. Non sempre ciò che è moderno è pure bello, o adatto. Il latino essendo come il Greco una lingua morta non ha cambiamenti di sorta e le parole non mutano come non muta la Verità. Mentre da quando i modernisti-progressisti hanno voluto parlare con le parole del mondo, non ci si capisce più nulla, una Babele vera e propria, ognuno interpreta a braccio e fantasia le verità di fede e non si sa più a cosa credere.
RispondiEliminaNon credo.
RispondiEliminaMa potrebbero essere sparsi nei giardini vaticani.
Le aiuole ne trarrebbero beneficio.
..si, si, per carità.. anche in quella parrocchia olandese sopra hanno scelto un modo di pregare. L'arancione poi, è un colore liturgico d'un gusto sopraffino..
RispondiEliminaMa poi, non ha perso l'Olanda? :-D :-D :-D
RispondiEliminaE Le pare. forse, che nell'articolo in questione si abbia in mira la convivenza rituale da Lei evocata, piuttosto che un maldestro tentativo di demonizzazione del Rito Vetus Ordo?
RispondiEliminacerto che si.. e anzi, secondo me ha perso proprio per questo!! :-D :-D :-D
RispondiElimina<span>con il linguaggio troglodita che va di moda tra i giovani, il nostro non sarebbe più un pregare, ma un bestemmiare e dire parolacce, o al massimo un dire nulla</span>
RispondiEliminatutto giusto, tranne quel riferimento ai "giovani".. in cui non ho nè più nè meno fiducia che nei cinquantenni; "le parole del mondo" sono un male.. non quelle dei "giovani".
Aldo Busi, Margherita Hack, Emilio Fede..e Germano Mosconi non sono propriamente "giovani"..
"...non si sa più a cosa credere."
RispondiEliminami dispiace molto che ancora non lo sappia.
FORSE IL TITOLO DEL THREAD E' SBAGLIATO.
RispondiEliminaSe andate sul link troverete in basso scritto "copyrights 2003 - 2008" o qualcosa di simile.. Cioè forse prima del Motu Proprio SP. Se è cosi questo articolo non può, per ovvie ragioni cronologiche, essere contro il Motu Proprio Summorum Pontificum.
si, "concesse" è più che appropriato. ricordo che qui siamo in Rito Ambrosiano, un rito che per antichità e autonomia non ha nulla a che invidiare a quello romano, e l'ultima parola spetta al capo-rito. si si... lo so ma quelle di Mons. Perl erano solo sue considerazioni. Mons. Perl è stato prepensionato dopo aver scritto la lettera...
RispondiEliminaSi potrebbe obbiettare che sto sacerdote preferisce mostrare le terga a Dio piuttosto che agli uomini.... Ma restiamo in ambito umano: chiamare e riivolgersi ad una Persona mentre se ne guarda un'altra è grave maleducazione perchè si offende l'una e si imbarazza l'altra. Chissà se questo sacerdote quando chiede udienza al Card. Tettamanzi, varcata la porta del suo studio, gli da le terga e si mette a parlare dell'argomento d'udienza con i funzionari di curia. E chissà se il Card. fa lo stesso col Papa.
RispondiEliminaSono felice di essere da quarant’anni prete di una Chiesa che si rivolge a Dio con le parole di tutti i giorni e di celebrare guardando in faccia i fedeli e non dando loro la schiena.
RispondiEliminaE DIO DOVE LO METTE, CARO DON????
...esprimono efficacemente il volto della Chiesa rinnovato dal Concilio. Parlare a Dio con la lingua della nostra esistenza quotidiana e non con una lingua morta non è solo decisivo mezzo di partecipazione dei fedeli...
E' PROPRIO SICURO CHE IL CONCILIO ABBIA VOLUTO TUTTO CIO'???
Sono da quarant’anni felice di celebrare guardando negli occhi le persone che circondano l’altare. Uno sguardo che qualche volta diventa sorriso, quando riconosco nell’assemblea un volto amico.
MA STA' PROPRIO MALE!!!! QUESTA NON è LA CONCEZIONE CATTOLICA DELLA MESSA, SEMMAI DI UNA PIZZA TRA AMICI!!!!
una Chiesa che parla e prega con le parole della gente e guardando negli occhi è una Chiesa profondamente solidale con la sua gente, una Chiesa coinvolta nelle gioie e nelle speranze, nelle tristezze e nelle angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono.
E DOVE STA TUTTA STA GENTE??? DON, TI SFORZI DI CORRERE DIETRO LA GENTE CHE NON NE VUOLE SAPERE Né DELLA TUA LINGUA, Né DELLA TUA BELLA FACCIA, Né....PURTROPPO....DI DIO!
in effetti l'editoriale è del settembre 2005 come si evince da:
RispondiEliminahttp://www.chiesadimilano.it/or4/or?uid=ADMIesy.main.index&oid=284865
Lasciamo la discussione ai cattolici. Gli eretici e scismatici non han voce in capitolo.
RispondiEliminaPurtroppo certi insengamenti e comportamenti confondono le idee ai più deboli. E questa è una grave colpa.
RispondiEliminaMa il contenuto non cambia: non c'eranio già gl'indulti? E' la posizione di rigetto immotivato del rito antico che conta.
RispondiElimina<span>Purtroppo certi insegnamenti e comportamenti confondono le idee ai più deboli. E questa è una grave colpa.</span>
RispondiElimina<span>Ma il contenuto non cambia: non c'erano già gl'indulti? E' la posizione di rigetto immotivato del rito antico che conta.</span>
RispondiEliminaAnche io ero ad Ancona negli scorsi25-27 giugno. E la cosa che mi meravigliò, <span>non poco, </span>fu che, a parte la Messa del mattino, non si previde alcun altro momento di preghiera: un'adorazione Eucaristica, una celebrazione solenne dei Vespri, il Rosario detto insieme ecc. Manco se a quel convegno non fosse in vista del Congresso Eucaristico. Mah! "Quando il FIglio dell'uomo tornerà...."!
RispondiElimina<span>
RispondiElimina<p><span><span>in effetti l'articolo di </span>Giuseppe Grampa</span><span><span> </span><span>è del settembre 2005 come si evince da: </span><span></span></span>
</p><p><span>http://www.chiesadimilano.it/or4/or?uid=ADMIesy.main.index&oid=284865</span>
</p><p><span><span>nello stesso linc si possono leggere altri interessanti articoli che riguardano la S. Messa come per esempio di </span><span>Franco Giulio Brambilla</span><span> dal titolo eloquente: “Alla Mensa del Signore”</span><span> </span></span>
</p></span>
<p><span><span>in effetti l'articolo di </span><span>Giuseppe Grampa</span><span> </span><span>è del settembre 2005 come si evince da: </span><span></span></span>
RispondiElimina</p><p><span><span>http://www.chiesadimilano.it/or4/or?uid=ADMIesy.main.index&oid=284865</span></span>
</p><p><span><span>nello stesso linc si possono leggere altri interessanti articoli che riguardano la S. Messa come per esempio quello di </span><span>Franco Giulio Brambilla</span><span> dal titolo eloquente: “Alla Mensa del Signore”</span><span> </span></span><span></span></p>
<span>Il lessico della "concessione", nel mio scritto, era attribuito alle persone di cui parlavo, non lo usavo in prima persona.</span>
RispondiEliminaDio è in cielo, in terra ed in ogni luogo, mi avevano insegnato al catechismo. Perciò Dio è sempre di fronte a me ed io di fronte a Lui, oppure, se vuoi, tutti abbiamo le terga rivolte a Lui...
RispondiElimina<span>Anche nel motu proprio sono previste delle condizioni, sebbene molto più ampie. Da nessuna parte si configura il "diritto" dei fedeli alla celebrazione VO. E' invece evidente che ogni sacerdote può celebrare messe VO ("sine populo", ma ammettendo i fedeli che lo desiderano).</span>
RispondiElimina...io da profana leggendo questo articolo alle parole:
RispondiEliminaCapisco certe persone che in preda a inguaribile nostalgia non hanno accettato la riforma della liturgia, continuano a usare la lingua latina, non tollerano di ricevere la comunione in piedi. L’antico rituale aveva il suo fascino, ma proprio non tornerei indietro. Sono felice di essere da quarant’anni prete di una Chiesa che si rivolge a Dio con le parole di tutti i giorni e di celebrare guardando in faccia i fedeli e non dando loro la schiena.
************************
mi fermo e non posso far altro che pensare a quanta inimicizia questo sacerdote ha riversato, con le sue parole, all'attuale Sommo Pontefice che sia alla Cappella Sistina, per i Battesimi, sia alla Cappella Paolina davanti alla Commissione Teologica, si "è permesso" di celebrare RIVOLTO a Dio.... e si "permette" di dare la Comunione in ginocchio e alla bocca....
Venegono piange per la carenza di sacerdoti....chissà perchè!
"In paroeciis, ubi coetus fidelium traditioni liturgicae antecedenti adhaerentium stabiliter exsistit, parochus eorum petitiones ad celebrandam sanctam Missam iuxta ritum Missalis Romani anno 1962 editi, libenter suscipiat. Ipse videat ut harmonice concordetur bonum horum fidelium cum ordinaria paroeciae pastorali cura, sub Episcopi regimine ad normam canonis 392, discordiam vitando et totius Ecclesiae unitatem fovendo."
RispondiEliminaE' evidente che è richiesta la presenza di un gruppo di fedeli stabilmente aderenti alla precedente tradizione liturgica, e che la loro richiesta deve concordare con la pastorale parrocchiale ordinaria della parrocchia e il bene di tutti i fedeli, che si deve evitare la discordia e promuovere l'unità dell'intera Chiesa. Sono condizioni assai più ampie di quelle precedenti, ma tuttavia sono condizioni, la verifica delle quali spetta evidentemente al parroco e al vescovo, fatta salva la giusta competenza dell'Ecclesia Dei.
<span>...io da profana leggendo questo articolo alle parole:
RispondiEliminaCapisco certe persone che in preda a inguaribile nostalgia non hanno accettato la riforma della liturgia, continuano a usare la lingua latina, non tollerano di ricevere la comunione in piedi. L’antico rituale aveva il suo fascino, ma proprio non tornerei indietro. Sono felice di essere da quarant’anni prete di una Chiesa che si rivolge a Dio con le parole di tutti i giorni e di celebrare guardando in faccia i fedeli e non dando loro la schiena.
************************
mi fermo e non posso far altro che pensare a quanta inimicizia questo sacerdote ha riversato, con le sue parole, all'attuale Sommo Pontefice che sia alla Cappella Sistina, per i Battesimi, sia alla Cappella Paolina davanti alla Commissione Teologica, si "è permesso" di celebrare RIVOLTO a Dio.... e si "permette" di dare la Comunione in ginocchio e alla bocca....
Per non parlare dell'uso del latino....definirla lingua morta da parte di un sacerdote lo trovo alquante preoccupante.... ed inquietante....</span>
<span></span>
<span>e si legge ancora:</span>
<span></span>
<span>Guardarsi negli occhi per riconoscersi, prete e fedeli, appartenenti a un unico popolo che Dio convoca alla sua tavola. </span>
<span></span>
<span> :( io non guardo mai il prete che sta celebrando, men che meno lo guardo negli occhi....se mi riesce cerco di fissare lo sguardo SU QUEL CALVARIO e contemplare il Dio Vivo e vero ma nascosto....e ciliegina sulla torta...la TAVOLA convocata....mancano i CAMERIERI e siamo a posto....</span>
<span></span>
Venegono piange per la carenza di sacerdoti....chissà perchè!
Se ti riesce rendere il concetto in modo altrettanto efficace e icastico usando una decorosa favella fallo.
RispondiEliminaDon Antonio, era Saint Exupery.
RispondiEliminaStavo per postare anch'io la stessa citazione, che è la migiliore risposta alle amenità del Grampa.
<span>Se ti riesce rendere il concetto in modo altrettanto efficace e icastico usando una decorosa favella, fallo.</span>
RispondiEliminaChiaro abusso liturgico:
RispondiElimina«Il Sacerdote può dare la pace ai ministri, rimanendo tuttavia sempre nel presbiterio, per non disturbare la celebrazione. Così ugualmente faccia se, per qualche motivo ragionevole, vuol dare la pace ad alcuni fedeli».
Redemptionis Sacramentum, art. 72
Quanta stupidità! Cosa ha capito "questo" in quarant'anni di sacerdozio...
RispondiEliminagrampa...lle
RispondiEliminaE allora perchè la comunione? Perchè l'adorazione eucaristica? Meglio un'ora di jogging.
RispondiEliminaChe quello dei fedeli, che domandano l`applicazione del Summorum Pontificum, sia un diritto è stato detto dal card. Castrillon e confermato dal card. Canizarès.
RispondiEliminaE quando i motivi di discordia sono promossi e fomentati dai parroci e dai vescovi, il miglior rimedio al quale dovrebbe provvedere la Commissione Ecclesia Dei non dovrebbe poter corrispondere alla loro immantinente rimozione, in luogo della pratica denegazione del diritto dei fedeli esplicitamente concesso loro dal Papa?
RispondiEliminaGuarda ciccio che i SACRI TESTI SONO STATI SCRITTI IN EBRAICO ET GRECO
RispondiEliminaNON in latino (e San Agostino rifiutò la traduzione in latino)
Indifferentismo topologico?
RispondiEliminaGiuseppe Grampa, quanti ricordi! Insegnava "Introduziona alla teologia" all'università cattolica mediolanense negli anni Ottanta (ignoro se poi abbia continuato) Era vicino all'Azione Cattolica e siccome ai tempi c'era contrapposizione tra acini e ciellini, iscriversi al suo corso era una specie di rivendicazione identitaria. Io non ero né ciellino né acino, ma su invito di un amico acino andai a seguire una sua lezione e pensai - allora, premetto, non si parlava di motu proprio né di tradizione - che fosse un insopportabile prete da salotto che amava molto ascoltarsi mentre diceva banalità d'incredibile insulsaggine. Vedo che con il tempo non è migliorato, ahilui. Ma il suo pensiero non ha nulla di tremendo, è solo per l'appunto una banalità con qualche fiocchetto. Alla fine dice il contrario di quello che vorrebbe dire: che la messa antica è bella e affascinante, che faceva nascere vocazioni (come la sua...), che i preti d'oggi amano guardare la gente negli occhi e cercare gli amici e pensare a come è bello farsi ammirare mentre si è lì, davanti a tutti...
RispondiEliminama pensa.. NON lo sapevo, "ciccio".
RispondiEliminaIo non ho mai detto che i sacri testi siano stati originariamente scritti in latino, MA ho parlato del latino come lingua liturgica..(pensi un po' quanto sono conciliarista.. ho usato la definizione della Sacrosantum Concilium 39, OT 13 che usa lingua "liturgica" invece che lingua "sacra") una scelta fatta dalla Chiesa parecchi secoli fa, "ciccio". Almeno su questo, credo non si debba esser d'accordo o in disaccordo.. è così e basta. Vuole reintrodurre il greco oltre il Kyrie e l'ebraico?..ne riparli con Papa Damaso, San Girolamo e Sant'Ambrogio.."ciccio"!
Preghiamo per questo sacerdote che sta chiaramente fuori strada.... la Vergine Madre dei Sacerdoti lo perdoni e lo illumini.
RispondiEliminaGrazie Santo Padre Benedetto per averci restituito la venerabile liturgia romana di sempre, la Santa Messa di sempre, il Breviario Romano, la bellissima e angelica lingua latina......
altro che lingua morta.... morti sono loro con la loro ideologia "brigatista e sessantottina".
don Bernardo
<span>ma pensa.. NON lo sapevo, "ciccio".
RispondiEliminaIo non ho mai detto che i sacri testi siano stati originariamente scritti in latino, MA ho parlato del latino come lingua liturgica..(pensi un po' quanto sono conciliarista.. ho usato la definizione della Sacrosantum Concilium 39, OT 13 che usa lingua "liturgica" invece che lingua "sacra") una scelta fatta dalla Chiesa parecchi secoli fa, "ciccio". Almeno su questo, credo non si debba esser d'accordo o in disaccordo.. è così e basta. Vuole reintrodurre le letture in greco e in ebraico accanto al resto della liturgia, in latino?.. Prego! qui è il benvenuto... Certo, poveri Papa Damaso e San Girolamo.. con tutta la fatica che hanno fatto.. </span>
P. S. il sito ufficiale di una diocesi, fosse anche quella degli ambrosiani che hanno il complesso dei "primi della classe", deve cancellare simili idiozie contrarie alla dottrina cattolica insegnata autorevolmente dal Papa Benedetto cui anche il "Tetta" ha promesso obbedienza
RispondiElimina<span><span>ma pensa.. NON lo sapevo, "ciccio".
RispondiEliminaIo non ho mai detto che i sacri testi siano stati originariamente scritti in latino, MA ho parlato del latino come lingua liturgica..(pensi un po' quanto sono conciliarista.. ho usato la definizione della Sacrosantum Concilium 39, OT 13 che usa lingua "liturgica" invece che lingua "sacra" ) una scelta fatta dalla Chiesa parecchi secoli fa, "ciccio". Almeno su questo, credo non si debba esser d'accordo o in disaccordo.. è così e basta. Vuole reintrodurre le letture in greco e in ebraico accanto al resto della liturgia, in latino?.. Prego! qui è il benvenuto... Certo, poveri Papa Damaso e San Girolamo.. con tutta la fatica che hanno fatto.. </span></span>
Perdonate l'ot ma è importante:
RispondiEliminaUN GRAZIE A MONS. LUIGI NEGRI PER LA SUA CONDANNA AL DRAPPELLO DEL PALIO DI SIENA, SINCRETISTA.....FINALMENTE UN VESCOVO CHE PARLA DA VESCOVO!!! e un grazie anche all'arcivescovo di Siena che ha avuto il coraggio di riconoscere uno sbaglio commesso... ;)
CLICCATE QUI
Domenica prossima, alla Santa Messa, dirò ai giovani (da 19 ai 22 anni) che sono "in preda a inguaribile nostalgia". Oppure devo spedire il solito pacco dono anche a questo sacerdote?
RispondiEliminaQuesto è stato il mio ultimo intervento su questo sito, vista l'intolleranza e maleducazione che qualcuno mi ha dimostrato: mi riferisco all'intervento di risposta di tale "OSPITE" delle ore 14,11:07
RispondiElimina"<span>Lasciamo la discussione ai cattolici. Gli eretici e scismatici non han voce in capitolo."</span>
Grazie tante per la carità cristiana che dimostrate verso gli altri.
Complimenti per la verità "vera" che credete di avere sempre in tasca.
Credo comunque che la Bontà, la Giustizia e la Misericordia di Dio consentiranno anche a me, povero vetero cattolico che sono quivi giunto dopo un percorso di studio e di preghiera, di salvare anche la mia povera anima quando mi troverò davanti al "tremendo tribunale di Dio".
Credo che Egli apprezzi anche coloro che sono alla ricerca della Verità, molto più di coloro che non ne sentono il bisogno
Cordialità a tutti
DON, TI SFORZI DI CORRERE DIETRO LA GENTE CHE NON NE VUOLE SAPERE Né DELLA TUA LINGUA, Né DELLA TUA BELLA FACCIA
RispondiElimina*******
lasciatelo stare questo povero prete chiaramente molto confuso.
Il Vicario di Cristo ha indetto l'anno sacerdotale e Dio solo sa quanto ce ne fosse bisogno. Tutta la Chiesa ha pregato, per un anno intero, per la santificazione dei Sacerdoti. La santificazione presuppone molte cose: che siano, in primis, preservati dall'errore e che eseguano, nella loro vita ma soprattutto nel ministero per il quale sono stati "unti", la volontà di Dio.
Ora, però, lasciate che alle suppliche Dio risponda. Noi siamo indegnissimi ma, in un anno intero, le Sante Messe celebrate con questa intenzione e nel nome del Sacrificio di Cristo sono state numerose quasi quanto quanto le stelle della via lattea.
Inoltre, i rosari - tutti dedicati a questo scopo - nelle parrocchie dell'intero orbe terracqueo sono stati un mare magnum. Maria Santissima ha raccolto, sul suo grembo immacolato, le istanze di coloro che in Lei si rifugiano. Le ha ripulite e presentate a Dio in modo degno.
Attendiamo, fiduciosi, la risposta del Signore che ci sarà senz'altro nei tempi e modi che Lui riterrà opportuni.
A me, semplice e che ha una fede piccolissima, tutto questo sembra scontato. Non vedo però riscontri negli altri e ciò mi destabilizza. Mi dico pertanto che forse sbaglio... ma in cosa?
muilt, o sei andato solo a quella lezione, o eri malato quando hanno fatto la differenza tra la Presenza reale, materiale e sostanziale del Cristo nell'Ostia consacrata e invece la presenza di Dio in ogni dove..
RispondiElimina..io grazie al Cielo c'ero.. altrimenti, se fosse la stessa cosa, hai voglia: e chi si siede più sulla tazza del water?
Ermeneutica della rottura di Grampa (lle) 8-)
RispondiElimina:'( :'( :'(
RispondiElimina<span>non una Messa antica in una sola chiesa vuole il Papa, ma una Messa antica in tutte le parrocchie.
RispondiEliminaSe ai vescovi pervengon richieste di celebrazione secondo il rito antico, il vescovo, ai sensi del SP non può rifiutarsi d'accoglierle.</span>
dunque:
- vuole il Papa... vuole il Papa,.... VUOLE IL PAPA !
<span>- il vescovo, ai sensi del SP non può rifiutarsi d'accoglierle.</span>
----------
SE il MP è così chiaro nell'affermare che
IL VESCOVO NON PUO' RIFIUTARSI
perchè mai tanti vescovi e tanti fedeli-bloggers fanno finta di NON CAPIRE, e anche oggi e poi domani, qui e altrove, continuano a ripetere con sfrontata falsificazione che la Messa antica non è un diritto ?
Semplicemente perchè stanno dalla parte del tiranno, avendo capito che
NON E' IL DIRITTO CHE CONTA nella Chiesa, ma la<span> legge del più forte</span>: quello che minaccia, fa la voce grossa -sottovoce e sorridendo- e dice sempre:
"Il Papa sta a Roma e parli, parli pure....: ma qui COMANDO IO !"
e son gli stessi che straparlano intimando a destra e a manca:
"obbedienza....obbedienza.....obbedite tutti ! "
e, se viene rivolta loro la domanda:
"A CHI ? "
non rispondono mai, vero ? ?
o meglio....dicono sempre "obbedire al Papa" MA NON nel caso indicato dal
Motu proprio, GUARDA CASO !
<span><span>non una Messa antica in una sola chiesa vuole il Papa, ma una Messa antica in tutte le parrocchie.
RispondiEliminaSe ai vescovi pervengon richieste di celebrazione secondo il rito antico, il vescovo, ai sensi del SP non può rifiutarsi d'accoglierle.</span>
dunque:
- vuole il Papa... vuole il Papa,.... VUOLE IL PAPA !
<span>- il vescovo, ai sensi del SP non può rifiutarsi d'accoglierle.</span>
----------
SE il MP è così chiaro nell'affermare che
IL VESCOVO NON PUO' RIFIUTARSI
perchè mai tanti vescovi e tanti fedeli-bloggers fanno finta di NON CAPIRE, e anche oggi e poi domani, qui e altrove, continuano a ripetere con sfrontata falsificazione che la Messa antica non è un diritto ?
Semplicemente perchè stanno dalla parte del tiranno, avendo capito che
NON E' IL DIRITTO CHE CONTA nella Chiesa, ma la<span> legge del più forte</span>: quello che minaccia, fa la voce grossa -sottovoce e sorridendo- e dice sempre:
"Il Papa sta a Roma e parli, parli pure....: ma qui COMANDO IO !"
e son gli stessi che straparlano intimando a destra e a manca:
"obbedienza....obbedienza.....obbedite tutti ! "
e, se viene rivolta loro la domanda:
"A CHI ? "
non rispondono mai, vero ? ....
o meglio....dicono sempre: "obbedire al Papa" MA NON nel caso indicato dal
Motu proprio, GUARDA CASO !</span>
<span><span><span>non una Messa antica in una sola chiesa vuole il Papa, ma una Messa antica in tutte le parrocchie.
RispondiEliminaSe ai vescovi pervengon richieste di celebrazione secondo il rito antico, il vescovo, ai sensi del SP non può rifiutarsi d'accoglierle.</span>
dunque:
- vuole il Papa... vuole il Papa,.... VUOLE IL PAPA !
<span>- il vescovo, ai sensi del SP non può rifiutarsi d'accoglierle.</span>
----------
SE il MP è così chiaro nell'affermare che
IL VESCOVO NON PUO' RIFIUTARSI
perchè mai tanti vescovi e tanti fedeli-bloggers fanno finta di NON CAPIRE, e anche oggi e poi domani, qui e altrove, continuano a ripetere con sfrontata falsificazione che la Messa antica non è un diritto ?
Semplicemente perchè stanno dalla parte del tiranno, avendo capito che
NON E' IL DIRITTO CHE CONTA nella Chiesa, ma la<span> legge del più forte</span>: quello che minaccia, fa la voce grossa -sottovoce e sorridendo- e dice sempre:
"Il Papa sta a Roma e parli, parli pure....: ma qui COMANDO IO !"
e son gli stessi che straparlano intimando a destra e a manca:
"obbedienza....obbedienza.....obbedite tutti ! "
e, se viene rivolta loro la domanda:
"A CHI ? "
non rispondono mai, vero ? ....
o meglio....dicono sempre: "obbedire al Papa" MA NON nel caso indicato dal MP, GUARDA CASO !</span></span>
Figura da bischero del Buon(?)cristiani.... ma a Siena il Vescovo cosa deve fare? Il Palio è un giochino che impegna una dozzina di persone? da TV locale? Forse gli si erano appannati gli occhiali... poi s'arrampica sugli specchi nel dire che la S. Vergine raffigurata non è un'immagine sacra perché non adibita a pubblica venerazione; forte di questo lui, poverino!, lui ha guardato i colori e gli son piaciuti.... A lavorare! Nel campo, non in piazza del campo!
RispondiEliminaNo, Caterina, questa non riconosce uno sbaglio ma "sp...nato" dai fatti accampa meschine scuse: f<span>igura da bischero del Buon(?)cristiani.... ma a Siena il Vescovo cosa deve fare? Il Palio è un giochino che impegna una dozzina di persone? da TV locale? Forse gli si erano appannati gli occhiali... poi s'arrampica sugli specchi nel dire che la S. Vergine raffigurata non è un'immagine sacra perché non adibita a pubblica venerazione; forte di precisione definitoria, poverino, lui ha guardato i colori e gli son piaciuti... non ha visto il cencio arabo in capo al Santo, non ha visto i caratteri in arabo e non se n'è chiesto il significato, è arabo, no? A lavorare! Nel campo, non in piazza del campo!</span>
RispondiEliminaPippo, Pippo non lo sa... ma la sua capacità di leggere e capire forse la trascina nel trolley.
RispondiEliminaSicuro chge non sian tossici?
RispondiEliminaSù Ariodante, non te la prendere. Lascia dire alla Redazione (che siamo noi, come direbbero i fratelli Capone, ossia Totò e Peppino) se hai o no voce in capitolo. Ce l'hai, come tutti, e la tua opinione è benvenuta e preziosa.
RispondiEliminaQuanto all'eretico o scismatico, non ci vedo nulla di insultante: sono termini tecnici, non offensivi, e oggettivamente appropriati dal punto di vista cattolico a chi aderisce al vetero-cattolicesimo. Giusto?
Enrico
<span>Sicuro che non sian tossici?</span>
RispondiElimina<span>Pippo, Pippo non lo sa... ma la sua capacità di leggere e capire forse la trascina nel trolley.</span>
RispondiEliminaSpiace vedere che c'è gente che vede nella sola liturgia il tutto. La liturgia è il modo che l'uomo ha anche per rapportarsi con Dio e rendergli culto. ma da qui ad arrivare ad insultare i sacerdoti perchè non la pensano come voi...un detto delle nostre parti diceva: prec e frà, leas el capél e lasai andà (preti e frati, levarsi in cappello e lasciarli andare). Nemmeno Davide aveva osato alzare la mano contro Saul perchè consacrato a Dio nonostante avesse tutte le carte in regola per farlo.
RispondiEliminae pensare che il latino come "lingua liturgica", con un linguaggio scelto codificato ed aulico, perché diretto al Signore (e non il vernacolare usato nei riti odierni) è nato proprio nella terra di Sant'Agostino fin dal II secolo, in una comunità cristiana della colonia romana fiorentissima di quei luoghi.
RispondiEliminaLinguaggio intraducibile, perché qualunque traduzione nell "tradirebbe" e banalizzaerebbe la ricchezza la profondità e la sublimita...
<span>e pensare che il latino come "lingua liturgica", "sacra", con un linguaggio scelto codificato ed aulico, perché rivolto al Signore (e non il vernacolare usato nei riti odierni) è nato proprio nella terra di Sant'Agostino fin dal II secolo, in una comunità cristiana della colonia romana fiorentissima di quei luoghi.
RispondiEliminaLinguaggio intraducibile, perché qualunque traduzione ne "tradirebbe" e banalizzerebbe la ricchezza la profondità e la sublimità...</span>
ma veramente.. sembra uno scolaretto discolo che cerca di farfugliare scusette per aver allagato la scuola.. "non lo sapevo!" è tutto quel che riesce a dire..
RispondiEliminaok, facci sapere.
RispondiEliminaQualcosa cambia. Ad esempio il titolo di questo thread non va più bene. Non è un articolo pensato per contraddire il motu proprio. Magari l'autore in questione si è pure ricreduto nel frattempo, magari proprio per via del Motu Proprio SP. Questo non lo sappiamo; comunque l'articolo (condivisibile o meno) non è stato pensato per scopi anti Motu Proprio SP.
RispondiEliminaconcordo!!!!!! :-D
RispondiElimina<span>La riforma della liturgia voluta quarant’anni fa dal Concilio non è stata una superficiale operazione di maquillage <span>[su questo siamo d'accordo]....</span></span>
RispondiEliminaeh.....Redazione ! ..... :-D ....
....che forza tagliente in quella nota rossa che fa capolino: <span> "...siamo d'accordo]....!!</span>
8-) __ 8-)
<span><span>La riforma della liturgia voluta quarant’anni fa dal Concilio non è stata una superficiale operazione di maquillage <span>[su questo siamo d'accordo]....</span></span>
RispondiEliminaeh.....Redazione ! ..... :-D ....
....che forza tagliente in quella nota rossa che fa capolino: <span> ".</span>..siamo d'accordo]<span>....!!</span>
8-) __ 8-) </span>
attanzione. Lo so che lo dice la Sacrosanctum Concilium. Ma sono in molti che partendo da "azione di Cristo e della Chiesa", poi si fermano ad Azione dell'Assemblea...
RispondiEliminanun famo i pignoli suvvia!!!! :-D in parte ha riconosciuto di "non essersi reso conto che"....diamogliela buona no?! l'importante è il provvedimento... quante lettere giungono ai vescovi per altre questioni e non vengono neppure risposte? almeno su questa ha risposto, non importa pigiato da chi, l'importante è il risultato! ;)
RispondiElimina....spedisci chilometri DI CORONE DEL ROSARIO....damme retta! :-D
RispondiEliminacontinua a pascolare nell'Antico Testamento
RispondiEliminaSe il parroco con un soggettivo giudizio o pre-giudizio ritiene che una Messa secondo il Rito antico sia di danno all'unità della parrocchia (quale danno? Si cerca l'unità con eretici, scismatici, seguaci di false religioni e poi gli unici a danneggiar l'unità della Chiesa sono i cattolici legato alla precedente liturgia?), i fedeli si devono rivolger al vescovo che se non vuole risolvere il problema sarà scavalcato dall'Ecclesia Dei.
RispondiEliminaChe il SP presenti motivi d'intrinseca contraddittorietà, non son il solo ad averlo messo in luce sulla stampa. Libertà condizionata. Un colpo al cerchio ed uno alla botte. Ma resta il suo valore normativo e l'istanza superiore.
Comunque ricordiamo che il parroco "videat", provveda: dunque è il primo a dover sciogliere eventuali nodi, a promuovere l'unità. Ogni rifiuto va seriamente motivato
Se il parroco con un soggettivo giudizio o pre-giudizio ritiene che una Messa secondo il Rito antico sia di danno all'unità della parrocchia (quale danno? Si cerca l'unità con eretici, scismatici, seguaci di false religioni e poi gli unici a danneggiar l'unità della Chiesa sono i cattolici legato alla precedente liturgia?), i fedeli si devono rivolger al vescovo che se non vuole risolvere il problema sarà scavalcato dall'Ecclesia Dei.
RispondiEliminaChe il SP presenti motivi d'intrinseca contraddittorietà, non son il solo ad averlo messo in luce sulla stampa. Libertà condizionata. Un colpo al cerchio ed uno alla botte. Ma resta il suo valore normativo e l'istanza superiore.
Comunque ricordiamo che il parroco "videat", provveda: dunque è il primo a dover sciogliere eventuali nodi, a promuovere l'unità. Ogni rifiuto va seriamente motivato
Coraggio Ariodante....la peggior schiavitù è quella di non saper accettare le sfide anche con sano umorismo...
RispondiEliminala sua posizione è quella dell'eretico....nella Chiesa abbiamo il problema di molta apostasia come può ben leggere.... ;)
se dovessimo rinunciare a cercare la verità allora si che sarebbe un pianto!
Auguri!
Una tipica freddura modernista.
RispondiEliminaInsomma, ignoranza invincibile.
RispondiEliminaFiguriamoci se dalla Diocesi di Brescia non arrivavano queste perle. La liturgia, un modo che l'uomo ha anche per rapportarsi con Dio..
RispondiEliminapuò farlo così..e cosà.. mille modi di: fare l'amore (come cantano gli Articolo 31)..
Una volta in macchina ascoltai una bellissima catechesi di RadioMaria (..non radioEcone..) dove si parlava proprio del significato del Culto, dal Deuteronomio ai giorni nostri.. Nel Deuteronomio Dio chiedeva minuziosamente misure e dimensioni di altari, pratiche e gesti, criteri di scelta delle vittime da sacrificare.. e questo perchè, diceva il radiopredicatore, è DIO che insegna al Suo popolo l'<span>obiettività del contenuto dell'Alleanza, insegna l'obbedienza alla Sua Parola</span>; il culto, è obbedienza a Dio perchè l'uomo non saprebbe MAI come mettersi in relazione con LUI, se LUI non gli avesse detto come farlo. E' Dio che si rivela, non è l'uomo che lo scopre; e la Rivelazione, mentre "rivela", "VELA", ossia lascia intatto il rapporto Creatore-creatura, Perfezione-imperfezione, che il culto e la liturgia, nella loro debita sacralità lasciano intatto.
La Fede è accogliere con la mente e col cuore una Realtà Rivelata.. Non è un andare dove ci porta il cuore, che tanto poi si arriva a Dio; in quest'ottica, il Culto è vera pedagogia della Fede.. Una messata "tra amici" ci butta fuori la dimensione trascendentale del Logos..
Un caro saluto al "vostro" Mons. Canobbio..
<span>Figuriamoci se dalla Diocesi di Brescia non arrivavano queste perle. La liturgia, un modo che l'uomo ha anche per rapportarsi con Dio..
RispondiEliminapuò farlo così..e cosà.. mille modi di: fare l'amore (come cantano gli Articolo 31)..
Una volta in macchina ascoltai una bellissima catechesi di RadioMaria (..non radioEcone..) dove si parlava proprio del significato del Culto, dal Deuteronomio ai giorni nostri.. Nel Deuteronomio Dio chiedeva minuziosamente misure e dimensioni di altari, pratiche e gesti, criteri di scelta delle vittime da sacrificare.. e questo perchè, diceva il radiopredicatore, è DIO che insegna al Suo popolo l'<span>obiettività del contenuto dell'Alleanza, insegna l'obbedienza alla Sua Parola</span>; il culto, è obbedienza a Dio perchè l'uomo non saprebbe MAI come mettersi in relazione con LUI, se LUI non gli avesse detto come farlo. E' Dio che si rivela, non è l'uomo che lo scopre; e la Rivelazione, mentre "rivela", "VELA", ossia lascia intatto il rapporto Creatore-creatura, Perfezione-imperfezione, che il culto e la liturgia, nella loro debita sacralità lasciano intatto.
La Fede è accogliere con la mente e col cuore una Realtà Rivelata.. Non è un andare dove ci porta il cuore, che tanto poi si arriva a Dio; in quest'ottica, il Culto è vera pedagogia della Fede.. Una messata "tra amici" ci butta fuori la dimensione trascendentale del Logos..
Un caro saluto al "vostro" Mons. Canobbio..</span>
Va' a levarti il cappello davanti a mons. Milingo o don Vito Mancuso, va là!
RispondiElimina"altari monumentali che in nessun modo evocavano la tavola del convito fraterno"
RispondiEliminaA me basta e avanza questo.
<span>Figuriamoci se dalla Diocesi di Brescia non arrivavano queste perle. La liturgia, un modo che l'uomo ha anche per rapportarsi con Dio..
RispondiEliminapuò farlo così..e cosà.. mille modi di: fare l'amore (come cantano gli Articolo 31)..
Una volta in macchina ascoltai una bellissima catechesi di RadioMaria (..non radioEcone..) dove si parlava proprio del significato del Culto, dal Deuteronomio ai giorni nostri.. Nel Deuteronomio Dio chiedeva minuziosamente misure e dimensioni di altari, pratiche e gesti, criteri di scelta delle vittime da sacrificare.. e questo perchè, diceva il radiopredicatore, è DIO che insegna al Suo popolo l'<span>obiettività del contenuto dell'Alleanza, insegna l'obbedienza alla Sua Parola</span>; il culto, è obbedienza a Dio perchè l'uomo non saprebbe MAI come mettersi in relazione con LUI, se LUI non gli avesse detto come farlo. E' Dio che si rivela, non è l'uomo che lo scopre; e la Rivelazione, mentre "rivela", "VELA", ossia lascia intatto il rapporto Creatore-creatura, Perfezione-imperfezione, che il culto e la liturgia, nella loro debita sacralità lasciano intatto.
La Fede è accogliere con la mente e col cuore una Realtà Rivelata.. Non è un andare dove ci porta il cuore, che tanto poi si arriva a Dio; in quest'ottica, il Culto è vera pedagogia della Fede.. Una messata "tra amici" ci butta fuori la dimensione trascendentale del Logos..
Un caro saluto al "vostro" Mons. Canobbio..</span>
ottimo, Ospite !
RispondiEliminaGrazie ! dobbiamo re-imparare questa dimensione: essere piccoli allievi alla scuola di Dio stesso che ci insegna, per mezzo di segni chiari e istruzioni precise pronti ai suoi cenni "come la serva alla mano della padrona", che ci ama, ma ci vuole umili; e l'umiltà si è perduta, credendo di sostituirla col volemose bene orizzontale dell'homo faber che ha emarginato Dio dalla scena della S.Messa e della vita.
Però ...una sola osservazione: io avrei detto "dimensione trascendente" anzichè trascendentale....
<span>ottimo, Ospite !
RispondiEliminaGrazie ! dobbiamo re-imparare questa dimensione: essere piccoli allievi alla scuola di Dio stesso che ci insegna, per mezzo di segni chiari e istruzioni precise, pronti ai suoi cenni "come la serva alla mano della padrona", che ci ama, ma ci vuole umili perchè possiamo metterci in ascolto delle sue istruzioni; e l'umiltà si è perduta, credendo di poterla sostituire col volemose bene orizzontale dell'homo faber che ha emarginato Dio dalla scena della S.Messa e della vita.
Però ...una sola osservazione: io avrei detto "dimensione trascendente" anzichè trascendentale....</span>
<span>ottimo, Ospite !
RispondiEliminaGrazie ! dobbiamo re-imparare questa dimensione: essere piccoli allievi alla scuola di Dio stesso che ci insegna, per mezzo di segni chiari e istruzioni precise, stando pronti ai suoi cenni "come la serva alla mano della padrona", che ci ama, ma ci vuole umili perchè possiamo metterci in ascolto delle sue istruzioni; e l'umiltà si è perduta, credendo di poterla sostituire col volemose bene orizzontale dell'homo faber che ha emarginato Dio dalla scena della S.Messa e della vita.
Però ...una sola osservazione: io avrei detto "dimensione trascendente" anzichè trascendentale....</span>
L'hai già detto diverse altre volte che hai scelto lo scisma e l'eresia a seguito di un percorso di verità. Hai scelto di allontanarti dal Cattolicesimo. La Verità non l'abbiamo noi da noi stessi, ce la dà la Chiesa, non una setta.
RispondiEliminaSino a prova contraria la S. Messa cattolica è affare di cattolici e son loro che devon far le loro scelte.
Gli acattolici han già fatto parecchio, troppo male nel Consilium.
Ovviamente io non voglio affatto che tu non esprima la tua opinione (se fossi un redattore ti lascerei il debito spazio) né penso che la tua presenza dia fastidio, ma, come commentatore cattolico non responsabile del blog ho voluto metter dei paletti: e i paletti sono una mia opinione che liberamente credo di poter esprimere. E rimarco la tua contraddizione: segui la Messa di S. Pio V e apprezzi lo scritto del Grampa che tutto è fuori che, non dico favorevole, ma almeno tollerante col vecchio rito proiettato in passato imbalsamato e triste. Un altro paletto è la coerenza logica.
L'hai già detto diverse altre volte che hai scelto lo scisma e l'eresia a seguito di un percorso di verità. Hai scelto di allontanarti dal Cattolicesimo. La Verità non l'abbiamo noi da noi stessi, ce la dà la Chiesa, non una setta.
RispondiEliminaSino a prova contraria la S. Messa cattolica è affare di cattolici e son loro che devon far le loro scelte.
Gli acattolici han già fatto parecchio, troppo male nel Consilium.
Ovviamente io non voglio affatto che tu non esprima la tua opinione (se fossi un redattore ti lascerei il debito spazio) né penso che la tua presenza dia fastidio, ma, come commentatore cattolico non responsabile del blog ho voluto metter dei paletti: e i paletti sono una mia opinione che liberamente credo di poter esprimere. E rimarco la tua contraddizione: segui la Messa di S. Pio V e apprezzi lo scritto del Grampa che tutto è fuori che, non dico favorevole, ma almeno tollerante col vecchio rito proiettato in passato imbalsamato e triste. Un altro paletto è la coerenza logica.
L'hai già detto diverse altre volte che hai scelto lo scisma e l'eresia a seguito di un percorso di verità. Hai scelto di allontanarti dal Cattolicesimo. La Verità non l'abbiamo noi da noi stessi, ce la dà la Chiesa, non una setta.
RispondiEliminaSino a prova contraria la S. Messa cattolica è affare di cattolici e son loro che devon far le loro scelte.
Gli acattolici han già fatto parecchio, troppo male nel Consilium.
Ovviamente io non voglio affatto che tu non esprima la tua opinione (se fossi un redattore ti lascerei il debito spazio) né penso che la tua presenza dia fastidio, ma, come commentatore cattolico non responsabile del blog ho voluto metter dei paletti: e i paletti sono una mia opinione che liberamente credo di poter esprimere. E rimarco la tua contraddizione: segui la Messa di S. Pio V e apprezzi lo scritto del Grampa che tutto è fuori che, non dico favorevole, ma almeno tollerante col vecchio rito proiettato in passato imbalsamato e triste. Un altro paletto è la coerenza logica.
basta e avanza....
RispondiEliminaper far che cosa ?
:(
Pur non condividendo i toni non convenienti per rivolgersi a un sacerdote, - nessuno ha il diritto di insultare nessuno, specialmente se colui che subisce l'insulto è un sacerdote della Chiesa romano cattolica -, credo che forse l'autore dell'articolo di cui sopra commetta l'errore di ritenere immutabili alcune variazioni post-conciliari al culto divino. In fondo, non è più bello che il sacerdote celebri verso Oriente anche secondo il rito ordinario?
RispondiEliminaSecondo me, è necessario far capire, anzitutto al clero, e poi anche ai fedeli, che la varietà liturgica non è una ricusazione del Vaticano II, ma una corretta esecuzione.
Auspicando poi, che una santa Messa di san Pio V sia celebrata alla domenica in ogni parrocchia romano-cattolica del mondo, spero che la maggiore partecipazione dei fedeli al culto divino, così come indicato dalla Sacrosantum Conciliium, sia resa possibile non attraverso inutili variazioni del Rito, come avvenuto in passato, ma mediante la pubblicazione e distribuzione gratuita di libretti catechistico-liturgici finalizzati a una maggiore illustrazione del Rito stesso ai fedeli laici.
E ben felice di celebrare la Santa Messa parlando la lingua degli uomini e guardarsi nei occhi
RispondiEliminame ne compiaccio tanto tanto anni di seminario buttati al vento
IO che sono analfabeta di teologia no ne so niente so che tutti dobbiamo guardare a colui che stende le braccia sulla croce
L'universalità della chiesa ci impone il dovere di avere una lingua comune che ci faccia pregare insieme a tutti coloro che non parlano le nostre propie lingue nazionali altro che nostalgici DIO va pregato con una lingua che non viene contaminata dalla maldicenza ma che si cerca di tenerla pura per esaltare la sua GLORIA.
Anche nella diocesi di Brescia dovrebbero saper he la Liturgia è il culto pubblico della Chiesa che, in unione con Cristo, rende a Dio la lode, l'adorazione che Gli è dovuta, e nello stesso tempo comunica alle anime i doni della grazia divina. Sono parole che si posson trovar nei dizionari teologici più accreditati (che brutta espressione quel "rapportarsi con Dio" e quell' "anche" poi...!). La liturgia inoltre è uno degli strumenti attraverso il quale è custodita e trasmessa la Sacra Tradizione, la Verità. La liturgia si può proprio definire "tutto" perché in essa si esprime la Fede in tutta la sua interezza: lex orandi-lex credendi. La liurgia della Chiesa è immagine della liturgia celeste.
RispondiEliminaInsomma la liturgia non è qualcosa di accessorio come a Brescia sembra ritenersi.
Anche nella diocesi di Brescia dovrebbero saper he la Liturgia è il culto pubblico della Chiesa che, in unione con Cristo, rende a Dio la lode, l'adorazione che Gli è dovuta, e nello stesso tempo comunica alle anime i doni della grazia divina. Sono parole che si posson trovar nei dizionari teologici più accreditati (che brutta espressione quel "rapportarsi con Dio" e quell' "anche" poi...!). La liturgia inoltre è uno degli strumenti attraverso il quale è custodita e trasmessa la Sacra Tradizione, la Verità. La liturgia si può proprio definire "tutto" perché in essa si esprime la Fede in tutta la sua interezza: lex orandi-lex credendi. La liurgia della Chiesa è immagine della liturgia celeste.
RispondiEliminaInsomma la liturgia non è qualcosa di accessorio come a Brescia sembra ritenersi.
Anche nella diocesi di Brescia dovrebbero saper he la Liturgia è il culto pubblico della Chiesa che, in unione con Cristo, rende a Dio la lode, l'adorazione che Gli è dovuta, e nello stesso tempo comunica alle anime i doni della grazia divina. Sono parole che si posson trovar nei dizionari teologici più accreditati (che brutta espressione quel "rapportarsi con Dio" e quell' "anche" poi...!). La liturgia inoltre è uno degli strumenti attraverso il quale è custodita e trasmessa la Sacra Tradizione, la Verità. La liturgia si può proprio definire "tutto" perché in essa si esprime la Fede in tutta la sua interezza: lex orandi-lex credendi. La liurgia della Chiesa è immagine della liturgia celeste.
RispondiEliminaInsomma la liturgia non è qualcosa di accessorio come a Brescia sembra ritenersi.
No, il pacco dono è la carta igienica per un anno.
RispondiEliminaPer capire che per quel prete la nozione di Sacrificio è inesistente.
RispondiEliminaL'importante è che non ne venga riempita la nuova fontana inaugurata da poco. Vuoi perchè è molto bella, vuoi perchè le formelle sono state eseguite da uno scultore mio ex compagno di scuola. Bravo Franco!
RispondiElimina<p><span>Sono stato a Lourdes con il 52° pellegrinaggio militare (21-24 maggio 2010). Nel libretto che ci è stato distribuito, con l’intestazione “Ordinariato militare in Italia” e -come è scritto nell’ultima pagina- “A cura della commissione di pastorale liturgica dell’Ordinariato militare in Italia”, sono contenuti naturalmente i testi relativi alla liturgia celebrata. Sia nel testo per la messa del 22 maggio, ore 8,30, sia in quello per la messa del 24, ore 9,45<span> </span>si trova questa rubrica: “Racconto dell’istituzione” (pp. 113 e 249) (mentre il testo per la messa di Pentecoste è breve e passa dal Prefazio all’antifona alla comunione: pp. 202-203). </span>
RispondiElimina</p><p><span>E’vero che dopo le parole della consacrazione c’è la rubrica “L’Arcivescovo presenta al popolo l’ostia consacrata e genuflette in adorazione” (p. 113 e 250), ma quelle parole “Racconto dell’istituzione” mi fanno pensare irresistibilmente a una specie di rievocazione storica, di quelle che piacciono tanto agli assessori al turismo. O no?</span>
</p>
Non accetterò mai il dualismo latino-lingua volgare, dato che io reputo quest'ultima, la lingua volgare, in funzione della prima nell'ambito liturgico. Ritengo, altresì, che il principio dell'ET-ET in questo dibattito sia estremamente valido. Se oggi, infatti, dovessimo re-imporre l'uso liturgico del latino, credo ci troveremmo dinanzi a una ancor maggiore disaffezione dei fedeli al sacramento dell'Eucaristia, disorientati non solo da una lingua oggi incomprensibile, ma anche da uno "stile", ossia un modo di celebrare, oggi percepito come un pò distante. In fondo, capisco le preoccupazioni di quanti sono ostili al Motu proprio benedettiano, dato che "l'Antico" nella Chiesa di oggi è il vero "Nuovo" e per certi aspetti anche il "diverso"; difatti, dietro di esso si cela un orientamento liturgico-teologico-pastorale sicuramente non immediatamente accessibile alla sensibilità religiosa dei cattolici nati e cresciuti dopo le innovazioni liturgiche introdotte da papa Paolo VI.
RispondiEliminaPer questo auspico 2 cose: la prima è che tutti riconoscano al Vaticano II d'aver svolto una riflessione importante e valida sulla Chiesa nel mondo contemporaneo; la seconda è che la Chiesa può mettere in pratica le istruzioni del concilio, solo se continua a insegnare, pregare e rapportarsi al mondo nel solco dell'antica e immutata Tradizione.
Per questo, se sono stati fatti degli errori in campo teologico e liturgico, - e ne sono stati fatti molti -, è bene rimediare, MA PER RIMEDIARE è NECESSARIO AGIRE CON GRADUALITà E CAUTELA, SENZA TURBARE GLI ANIMI. Perciò, umilmente, mi permetto, io laico a voi chierici, mi permetto di suggerire la pubblicazione e divulgazione di libretti liturgici e una più vasta opera di catechesi parrocchiale che prepari meglio e degnamente i fedeli alla partecipazione al culto divino, e insegni loro ad amare il Rito antico, senza disprezzare quello ordinario.
ma allora....certo, è così !
RispondiEliminaMa attenzione anche alla "forma" della Messa: l'eliminazione di aspetti o l'oscuramento di altri che ben mettono (mettevano) in risalto l'azione del Sacerdote alter Christus, e l'identità di offerente e vittima, il carattere sacrificale dell'azione può anche non invalidar la Messa, certo le fa perder tanta parte della suo più profondo significato.
RispondiEliminaQuesto Grampa ripete i soliti luoghi comuni, snocciolati senza grane arguzia e inventiva e raggiungendo spesso livelli comici. Che noia...
RispondiEliminaMah sì povero Vescovo, in fondo lui che c'entra? Se al CVII hanno detto che anche i musulmani adorano il nostro stesso Dio, lui che poteva saperne?
RispondiEliminaMa Caterina lei pensa davvero che lui si sia ravveduto e che quelle cose non le pensava (e non continua a pensarle) davvero?
Ma crede che abbiamo tutti l'anello al naso?
Questo commento è fuori luogo, esattamente come quelli riferiti precedentemente su questo blog di certo prelato contro il cardinale Ottaviani.
RispondiEliminaIl problema non sono i nati e formati nel pre-concilio. La tua spiegazione dimentica che centinaia e centinaia di giovani entrano in istituti e seminari tradizionali: non ci saranno altri motivi?
RispondiEliminaA Varese si comincia in ottobre, caro ospite anonimo.
RispondiEliminaall'OSPITE delle 20.42.59
RispondiEliminaè vero ciò che tu dici, ma suppongo che le centinaia e centinaia di giovani che entrano negli istituti e seminari tradizionali abbiano ricevuto una formazione ed educazione religiosa "tradizionale" dalle famiglie di provenienza.
Caro amico, non devi dimenticare che tanti altri invece vivono in contesti familiari diversissimi, che nel caso migliore riceveranno una educazione al cattolicesimo romano non conforme a quanto tu possa auspicare. E che facciamo per loro? li buttiamo a mare? (ovviamente scherzo)! Oppure, imponiamo a loro un Rito che gli è del tutto estraneo? e se si aderiranno? oppure abbandoneranno la Chiesa?
Per questo, io ribadisco, SI SI SI ALLA MESSA DI SAN PIO V, ma il tutto deve essere proposto con cautela e con gradualità.
<span><span>Cajétan AG </span><span><span></span></span><span></span><span>se eri malato mi spiace tanto ma non ci posso far nulla, io non sono medico</span></span><span></span><span><img></img></span><span> </span>
RispondiElimina<span><span><span>Cajétan AG </span><span><span></span></span><span></span><span>se eri malato mi spiace tanto ma non ci posso far nulla, io non sono medico</span></span></span>
RispondiEliminaconosco personalmente sacerdoti tradizionalissimi cresciuti in famiglie di liberi pensatori, o talora di atei arrabbiati che li hanno persino perseguitati. Io stesso vengo da una famiglia di volterriani e ho ricevuto i sacramenti in età adulta per aver messo piede per caso una volta in una delle prime messe 'dell'indulto'. Non c'entra nulla la provenienza: i barbari rimanevano attoniti a scoprire il paradismo svelato nelle liturgie bizantine, e si convertivano, e così secoli dopo gli africani che costituivano con entusiasmo grandi corali gregoriane, aderendo a musica e lingua totalmente altre rispetto alla loro formazione. E N.S. stesso ha portato a Israele e al mondo un concetto di messia, di salvezza e di culto totalmente diverso da quello nel quale erano cresciuti i suoi primi interlocutori, eppure gli apostoli lo hanno seguito con entusiasmo. Oggi è la liturgia perenne della Chiesa che appare "Scandalo" e "follia"... é un segno che essa è pienamente aderente alla croce. Siamo sulla strada giusta...
RispondiEliminaSi poerò dopo la richiesta dei fedeli sorge un problema del celebrante. In certe situazionii (e non poche) il problema è poi trovare il sacerdote che celebri (o meglio, che sappia celebrare) con il VO. Ho visto alcuni giovani preti improvvisarsi con l'antica liturgia senza neppur saper leggere bene (non dico capire) il latino. Attenzione quindi, Messa antica si ma ben celebrata da chi la sa celebrare, altrimenti il rischio sarebbe...
RispondiElimina<p><span><span>Si però dopo la richiesta dei fedeli sorge il problema del celebrante. In certe situazioni (e non sono poche) il problema è trovare il sacerdote che celebri (o meglio, che sappia celebrare) con il VO. Ho visto alcuni giovani preti improvvisarsi con l'antica liturgia senza neppur saper leggere bene (non dico capire) il latino. Attenzione quindi, Messa antica si ma ben celebrata da chi la sa celebrare, altrimenti il rischio sarebbe...</span></span>
RispondiElimina</p><p><span><span>Da noi, la messa VO, per la sensibilità del parroco, non è mai mancata, così come sono tuttora vive le tradizionali devozioni. I due modi di celebrare convivono senza problemi di sorta, grazie a Dio.</span></span></p>
malato e assente a quanto pare c'eri tu.. e nemmeno ti sei fatto passare gli appunti..
RispondiEliminaCome trovano il tempo per andar a destra e sinistra, in Brasile, in India, ecc. ecc., campi scuola, mare, monti e via dicendo, trovino il tempo per studiare.
RispondiElimina<span></span>
RispondiElimina<span></span>
<span>____Da nessuna parte si configura il "diritto" dei fedeli alla celebrazione VO. E' invece evidente che ogni sacerdote può celebrare messe VO ("sine populo", ma ammettendo i fedeli che lo desiderano).____</span>
<span></span>
<span></span>
<span></span>
<span>Ignorante come sono, ti credo sulla parola. Io anelo alla S.Messa V.O. E' escluso che il mio parroco la celebri di per se stesso. Ha, infatti, già grossi problemi con la consacrazione (spezza l'Ostia al momentoo della Consacrazione e te la ammannisce mica presentandotela in modo che tu possa fissarla ed adorarla per quella frazione di secondo che la coda pressante dietro di te ti concede... ma distribuendotela in mano con noncuranza. Mamma mia quanto soffro ogni volta.... Beh, dicevo, figuriamoci se costui celebra V.O. foss'anche solo per se stesso... Ma quando mai? Ho inoltre la certezza assoluta che non segua il lezionario e che inventi sui due piedi. Non possedendo, io, il lezionario con le varianti che prevede, non sono in grado di affermarlo con certezza assoluta. Eppure la mia certezza c'e'. Da cosa mi deriva? Dalla sensibilità. Io ho la sicurezza matematica che lui non si attenga al lezionario, pur non conoscendo io il lezionario medesimo. Questa certezza mi deriva soltanto dalla sofferenza e indignazione che mi pervade durante la S.Messa in certi passaggi. Passaggi dei quali io non so nulla di come dovrebbero essere e invece non sono. E' molto difficile da spiegare... Non voglio piu' soffrire durante la Messa domenicale. E' il rendimento di grazie... A ogni giorno basta la sua pena... ma... almeno la domenica, in quel luogo...</span>
<span></span>
<span>E io non posso fare nulla. Nulla di nulla. E mi lamento del grasso che cola.</span>
Taccio o urlo "maranatha' di continuo? Una volta sola dubito che basti...
Confermo, per esperienza de visu di quasi 20 anni.
RispondiEliminaCredo comunque che la Bontà, la Giustizia e la Misericordia di Dio consentiranno anche a me, povero vetero cattolico che sono quivi giunto dopo un percorso di studio e di preghiera, di salvare anche la mia povera anima quando mi troverò davanti al "tremendo tribunale di Dio".
RispondiElimina----
Ariodante, sei in buona compagnia... Ti vorrei dire che Dio esercita la sua misericordia anche (sebbene per noi quasi incredibilente e incomprensibilmente), nell'ultima ora.
Ciò lo sappiamo per mezzo dei Santi e mistici.
Tuttavia Gesù stesso si sbilanciò chiaramente e nettamente (vedi operai dell'ultima ora che Dio retribuisce come non avessero fatto null'altro durante tutta la vita che servire Lui!)
Il Volto di Dio che Gesù ci ha mostrato, va contemplato e creduto e va accettato che la Sua logica non sia la nostra logica.
Prima del "tremendo tribunale ultimo", c'e' il tribunale sacramentale. E' in quello che Lui elargisce la Sua Divina Misericordia. A chi vi ricorre, ovviamente! Dopodichè c'e' quello ultimo. Ma quello è tremendo poichè l'Accusatore sara' presente e sferrerà l'ultimo colpo di coda. Non credo che in quel momento saremo nelle condizioni ottimali per fare la scelta giusta se vi arriveremo privi della Grazia di Dio.
Mi spiace che nessun altro abbia commentato il tuo bel intervento...
<span>Va' a levarti il cappello davanti a mons. Milingo o don Vito Mancuso, va là!</span>
RispondiElimina<span></span>
<span>****</span>
<span></span>
<span></span>
<span>Eh? Buoni entrambi, davvero. Edificanti. Specialmente il primo che dopo essere stato un astro...</span>
@ Mons.Principe Vescovo
RispondiEliminaA causa della mia veneranda età non ricordo il nome del professorone ambrosiano che fu , giustamente, censurato dal Prof.P.Campana alla triste riunione di Loreto ( ci tocca pure sovvenzionare con il nostro 8/1000 questa gente ).
Mi ricordi il suo nome per favore ?
Roma deve sapere, anche se con mesi di ritardo ...
Grazie
Nessuno di noi, neppure il Papa, può escludere la possibilità di salvezza di questa o quella persona, ci mancherebbe altro.
RispondiEliminaUn conto è affermare, con la Chiesa, cosa è la Verità e cosa è l'eresia, cosa la morale e cosa l'immorale, cosa il bene e cosa il male. In linea di principio chi segue la via del male, dell'eresia, dello scisma, dell'immoralità ecc. ecc. se non si pene sinceramene non può salvarsi. In foro interno giudicherà Dio.
Chi, comunque, si trovi fuori della Chiesa, e i papi lo hanno spesso ribadito, anche in confessioni o Chiese cristiane, non può esser sicuro della salvezza. Su questo non ci piove.
Nessuno di noi, neppure il Papa, può escludere la possibilità di salvezza di questa o quella persona, ci mancherebbe altro.
RispondiEliminaUn conto è affermare, con la Chiesa, cosa è la Verità e cosa è l'eresia, cosa la morale e cosa l'immorale, cosa il bene e cosa il male. In linea di principio chi segue la via del male, dell'eresia, dello scisma, dell'immoralità ecc. ecc. se non si pene sinceramene non può salvarsi. In foro interno giudicherà Dio.
Chi, comunque, si trovi fuori della Chiesa, e i papi lo hanno spesso ribadito, anche in confessioni o Chiese cristiane, non può esser sicuro della salvezza. Su questo non ci piove.
Nessuno di noi, neppure il Papa, può escludere la possibilità di salvezza di questa o quella persona, ci mancherebbe altro.
RispondiEliminaUn conto è affermare, con la Chiesa, cosa è la Verità e cosa è l'eresia, cosa la morale e cosa l'immorale, cosa il bene e cosa il male. In linea di principio chi segue la via del male, dell'eresia, dello scisma, dell'immoralità ecc. ecc. se non si pene sinceramene non può salvarsi. In foro interno giudicherà Dio.
Chi, comunque, si trovi fuori della Chiesa, e i papi lo hanno spesso ribadito, anche in confessioni o Chiese cristiane, non può esser sicuro della salvezza. Su questo non ci piove.
Pensati amici, il fratello del Grampa è il vescovo comunistoide di Lugano. Una bella famiglia, non c'è che dire.
RispondiElimina"non c'entra nulla la provenienza"...Con questo intendi dire che tutti i sacerdoti, i religiosi e le religiose tradizionalisti vengono da famiglie atee e/o anticlericali?
RispondiEliminaNon credo proprio. Forse, come tu giustamente sostieni, nella maggior parte dei casi a una conversione al Cattolicesimo romano segue una vocazione, ma in altri casi, ritengo verosimile che una educazione cattolica integrale e un ambiente familiare devoto favoriscano, negli animi dei più giovani, vocazioni alla vita consacrata e al sacerdozio ministeriale.
A Tettamanzi ...libera nos Domine!
RispondiEliminaMi fa pena questo prete... Semplicemente, mi fa pena! :'(
RispondiElimina:-D :-D :-D :-D :-D :-D :-D
RispondiEliminaFratello del Vescovo di Lugano mi pare... notoriamente un disastro a dir Messa. Sono contrari perché semplicemente non sanno arrivare più alto e allora come ogni buon mediocre, che sa di essere di livello basso, cerca di abbassare anche gli altri al suo livello...
RispondiElimina