Post in evidenza

Orrori architettonici… e dove trovarli #220 ad Olbia (SS)

Chiesa parrocchiale di Sant’Ignazio da Laconi dell’arch. Francesca Leto (anno 2022). Dopo aver guardato con raccapriccio i risultati degli i...

sabato 12 dicembre 2009

I Gran Muftì della Curia di Milano


di Giulio Meotti


Roma. Nel solo mese di novembre, l’arcidiocesi di Milano ha organizzato quattro conferenze sull’islam, fra cui una intitolata così: “Apprezzamento di alcuni valori religiosi nell’islam”. A gennaio se ne terrà un’altra: “Attuali fronti del dialogo con l’islam”. Le lezioni sono tenute dall’accademico Paolo Branca e fanno parte del ciclo “Dio ha molti nomi”, promosso dal cardinale Dionigi Tettamanzi. Per capire la logica della diocesi nei rapporti con l’islam è decisiva la figura di Branca, l’islamologo di riferimento di Tettamanzi.

Nei giorni scorsi si è consumato un duro scontro istituzionale tra l’arcivescovo di Milano e la Lega Nord. “Onorevole Tettamanzi”, titolava a tutta pagina la Padania: “Cardinale o imam?”. Il segretario di stato Vaticano Bertone è poi intervenuto a difesa di Tettamanzi. Nella politica di dialogo a oltranza della diocesi con l’islam ha avuto un ruolo di primo piano Paolo Branca, intellettuale di establishment, cattedratico all’Università Cattolica di Milano nonché editorialista del Sole 24 Ore. Martiniano con origini nei popolari del Pd, Branca è il teorico della “contaminazione delle culture”, in nome dell’integrazione, e il punto di riferimento sull’islam del cattolicesimo democratico. Branca è fautore del cosiddetto modello “interculturale” che domina a Milano da anni (“lavoriamo perché il nostro mondo diventi un grande laboratorio interculturale”). L’ibridazione teorizzata da Branca è una delle due inclinazioni della chiesa sull’islam, e contrasta con lo sguardo critico di studiosi come Samir K. Samir. Branca è stato promotore dell’equivoca “Giornata del dialogo CristianoIslamico” assieme a Don Zega e al portavoce dell’Ucoii, Hamza Piccardo. E proprio l’Ucoii, attraverso l’Associazione giovani musulmani d’Italia, fece il nome di Branca, oltre a quello dello sponsor dell’islamista Tariq Ramadan Stefano Allievi, come candidato alla Consulta per l’islam lanciata dall’allora ministro dell’Interno Pisanu.

Dopo gli attentati di Sharm el Sheikh, Paolo Branca disse che “sta a noi prendere l’iniziativa, andare nel Centro islamico più vicino, varcare la soglia delle loro case per esprimere la nostra solidarietà e partecipazione”. Su Repubblica Branca avrebbe poi paragonato il trattamento dei musulmani milanesi a quello degli ebrei sotto le leggi di Norimberga”. Presenza fissa sul settimanale della diocesi milanese Incrocinews, su Famiglia Cristiana e sulla rivista della cooperazione sociale Vita, Paolo Branca parla di “moschee inquiete” senza aver mai riconosciuto che quelle stesse moschee sono state trasformate in mercati dell’odio da cui partono “martiri” per il medio oriente. Ma, cosa più rilevante, è stato lo sponsor della celeberrima scuola di via Quaranta a Milano, la pseudomadrassa dove si studiavano arabo e sure coraniche per trasformare gli studenti in pupilli dell’islamismo, e che per quattordici anni ha sottratto all’obbligo scolastico centinaia di bambini egiziani. Branca ne fu il garante davanti alle istituzioni fino allo scoppio del caso.

Sempre di Branca è l’anima dell’inserto islamico del settimanale Vita, “Yalla Italia”, che offre un’immagine edulcorata delle comunità musulmane in Italia, senza far parola sul fatto che il nostro paese è stato il terzo nel fornire carne da macello per gli attentati kamikaze in Iraq. Fallito il modello di via Quaranta, Branca ha lanciato in Cattolica il “Laboratorio interculturale”. Sempre sua l’idea di insegnare l’arabo nelle scuole elementari e medie di Milano e dell’hinterland. Suo anche il dvd “Conosciamo l’islam”, realizzato per le scuole lombarde dalla Cattolica e dall’Ufficio scolastico della regione. Vi compare anche Sara Orabi, che andò a Porta a Porta a giustificare la lapidazione delle adultere e che su Repubblica ribadì: “Io, studentessa col velo, dico sì alla lapidazione”. Commentando le invocazioni ad Allah per distruggere Israele fatte dall’imam Moussa nella moschea di Roma, Branca non le condannò in quanto inviti espliciti al terrorismo, ma erano, più semplicemente, “un allarme culturale, più di natura religiosa che politica”.

Branca diverrà protagonista di un celeberrimo appello apparso sulla rivista Reset contro l’allora vicedirettore del Corriere della sera, Magdi Allam. I prodromi del pronunciamento avevano avuto come teatro proprio l’Università Cattolica di Milano. L’attacco ad personam al giornalista egiziano che vive sotto scorta da quando a Repubblica svelò la guerra contro gli “infedeli” promossa nella moschea di Roma, fu controfirmato da molti intellettuali, storici e scrittori. Si andava da Agostino Giovagnoli, storico alla Cattolica di Milano, ad Alfredo Canavero, collaboratore di Avvenire; da Guido Formigoni, studioso di cattolicesimo italiano, al priore di Bose Enzo Bianchi, fino a intellettuale ebrei come David Bidussa e storici azionisti come Angelo D’Orsi. C’erano anche Massimo Jevolella, autore del libro “Le radici islamiche dell’Europa”; lo studioso del Concilio Alberto Melloni, il medievologo Franco Cardini, la poetessa Patrizia Valduga, il biblista Piero Stefani e il filosofo della Cattolica Franco Riva, che scrive per le edizioni cattoliche Città Aperta. Alla conferenza “Quale islam in Europa?”, organizzata dalla diocesi di Milano e presieduta proprio da Paolo Branca, tra i relatori c’era il presidente dell’Ucoii, la propaggine italiana dei Fratelli musulmani, quel Mohammed Nour Dachan che ha preso parte alla Consulta per l’islam istituita dall’allora ministro dell’Interno, Giuliano Amato.

Dachan è passato alle cronache per aver pubblicato a pagamento su alcuni giornali nazionali una pagina dove si leggeva: “Ieri stragi naziste, oggi stragi israeliane”. E ancora: “Marzabotto uguale Gaza uguale Fosse Ardeatine uguale Libano”. Nonostante questo manifesto dell’odio, il dottor Dachan è il benvenuto nella curia di Milano.

Intanto sul sito della diocesi di Milano campeggia ancora un “ringraziamento particolare” a Sara Orabi, la ragazza che sul primo canale della Rai è andata a dire che “non solo è giusto lapidare le adultere, ma se i cristiani fossero veri credenti le lapiderebbero anche loro”.

Ma forse è una svista.

Da Il Foglio 10.12.2009


***

Nostro commento: stemperiamo l'amarezza che suscita questo articolo (preciso e ricco di fonti e informazioni: quello è vero giornalismo!) con le parole tratte dall'omelia per la Festa di S. Ambrogio, pronunziate dal card. Tettamanzi lo scorso 7 dicembre. Confidiamo ch'egli vorrà adoperarsi per metterle finalmente in pratica:

[..] Riferendosi al testo evangelico che narra come alla nascita di Gesù i pastori vegliavano all’aperto e stavano a guardia del loro gregge, Ambrogio scrive: "Guardate i primordi della Chiesa che sorge: Cristo nasce, e i pastori cominciano a vegliare per radunare nell’atrio della casa del Signore le greggi dei Gentili, che vivevano come tante pecore, affinchè non subissero le irruzioni delle bestie spirituali, favorite dalla tenebre incombenti della notte. E bene si dice che i pastori vegliamo, perché lo stesso buon Pastore è il loro modello di vita. Pertanto il gregge è il popolo, la notte il mondo, e i pastori sono i vescovi. Oppure pastore è anche colui al quale si dice: Sii vigilante e rafforza, perché il Signore ha incaricato della cura del gregge non soltanto i vescovi, ma vi ha destinato anche gli angeli" (Esposizione del vangelo secondo Luca II, 50).

Da questo testo di Ambrogio emerge, anche se solo per rapidissimi accenni, la fisionomia pastorale propria dei Vescovi. Ad essi è affidata – come da preciso incarico – la cura, la custodia del gregge, ossia del popolo di Dio. E’ una custodia che comporta di riunire il gregge e in particolare di vigilare sul gregge e così difenderlo dagli assalti delle bestie spirituali, ossia dagli errori di quei lupi rapaci che sono gli eretici. Scrive al riguardo il vescovo di Milano in un altro passo del commento a Luca: "Non sono forse da paragonare a codesti lupi gli eretici, i quali stanno in agguato presso gli ovili di Cristo, e fremono attorno ai recinti più di notte che di giorno? E’ sempre notte per gli increduli, i quali, per quanto è loro possibile, si danno da fare per offuscare e oscurare la luce di Cristo con le nebbie di interpretazioni sinistre… Stanno a spiare quando il pastore è assente, e per questo fanno di tutto sia per uccidere sia per esiliare i pastori delle Chiese, perché se i pastori sono presenti, non possono assalire le pecore di Cristo" (Ibid., VII, 49-50).

Come si vede, nell’interpretazione di Ambrogio il vigilare del pastore sul gregge è un aspetto della sua missione evangelizzatrice, del suo compito di far risplendere – nella notte del mondo non credente - la luce di Cristo, di pascere le pecore con la dottrina, la verità del Signore. Rileviamo ancora come nella custodia vigilante dei pastori rientra anche il compito più ampio di condurre il gregge ai verdi pascoli della sapienza divina, della grazia, delle virtù. [..]

17 commenti:

  1. "Non sono forse da paragonare a codesti lupi gli eretici, i quali stanno in agguato presso gli ovili di Cristo, e fremono attorno ai recinti più di notte che di giorno?"
    ---------------

    Parole sante che dalla lontana (IV sec.) sapienza pastorale di S. Ambrogio giungono fino al 20.mo secolo, riflettendosi in quelle di un santo Vicario di Cristo quale fu Pio X che disse, riferendosi ai subdoli falsi profeti, in ogni tempo pronti ad inquinare la retta Fede e Dottrina Cattolica, adescando nell'ombra le anime,
    come LUPI IN VESTE DI AGNELLI, così presenti dappertutto ai nostri giorni, DENTRO i più insospettabili seggi ed angoli di Santa Madre Chiesa:

    Fa dunque mestieri di uscir da un silenzio, che ormai sarebbe colpa,
    per far conoscere alla Chiesa tutta
    chi sieno infatti costoro che così mal si camuffano

    [Da"Pascendi Dominici Gregis"]

    Questi che così affermano e mostrano con le opere la loro altissima responsabilità di tutela sono i veri Pastori.
    Questi i Santi Pastori del Gregge di Cristo: pronti giorno e notte a vigilare sulla salute e il buon sentiero e nutrimento delle pecore a loro affidate, e a dare anche la vita per le pecore, difendendole da tutti i lupi, (palesi ed occulti), come Cristo ha detto di sè, il Vero Buon Pastore, quando avvisò:

    IO SONO LA PORTA DELLE PECORE
    Tutti coloro che sono venuti prima di me sono ladri e briganti, ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10,7-10).

    RispondiElimina
  2. Il cardinal Tettamanzi avrà pronunciato queste parole "vigilare sul gregge e così difenderlo dagli assalti delle bestie spirituali, ossia dagli errori di quei lupi rapaci che sono gli eretici" guardandosi allo specchio?
    Matteo Dellanoce

    RispondiElimina
  3. Cara Direzione,
    Hai presente il giochino di hegel?
    Lui dice: tra la tesi e la antitesi non ci sarà mai pacificazione.
    Tra Cristo ed il mondo mai ci sarà pace ( e voglio vederlo!).
    Cosa è il mondo? Il regno di Satana.
    Quindi la condizione umana è Cristo vs Satana.
    Come possiamo sistemare il tutto? Benedetto XVI dice con la conversione, il card. Martini dice sposando l'individualismo diabolico ( perchè è questo quello che fa!).
    Hegel dice ne con uno ne con l'altro ma con la Sintesi! No a Cristo, no a satana si allo Spirito, uno spirito che non ha fondamento ontologico ma si autofonda sulle macerie dei due ( fa tanto distruzione del tempio anno 70 d.C.). Cosa accomuna Cristo e Satana? Il mondo. Bene lo Spirito è umano! Da qui la nascita di quell'idealismo che sia che lo guardi da destra sia che lo guardi da sinistra è massificazione e negazione della persona.
    Bene! Cosa fa il Card. Tettamanzi?
    C'è l'integralista Benedetto XV ( tesi) c'è il progressista Martini (antitesi). Come sistemare la faccenda, come pacificare la questio?
    L'antitesi ( Tettamanzi)! Cosa accomuna i due l'amore ( due diverse concezioni dell'amore...uno divino l'altro solo umano)! Bene allora non l'amore ma la bonta è il fondamento!
    Cosa è la bontà è umana? bene! Allora la bonta è un fare perchè l'uomo non può creare! Benissimo allora si fa così, così, così...il giochino è sotto gli occhi di tutti quelli che non vogliono essere ciechi!
    Come va a finire la storia?
    Chi la vince? Martini perchè quando ci sarà da applicare la bontà alla cose divine ( i sacramenti per intenderci) andrà così:divorziato, Cristo ti ama ( comunione), poi c'è l'omosessuale, Cristo ti ama, sposati, aborto, Cristo non vuole la tua sofferenza eliminalo ecc ecc, la manipolazione embrionale Cristo non vuole la sofferenza dell'uomo ( ha sofferto lui per noi...Origene!) si facciano gli esperimenti del caso e così via...
    Il miracolo che mi aspetto , di cui spero di essere indegno servitore ( e per cui prego), dalla Madonna è quello di Bartimeo ( e se si leggono i messaggi di Medjugorie questo è ciò che traspare: aprire gli occhi!). Stiamo ripiombando lentamente e viscidamente ai tempi della prima metà del 900 solo che allora i traditori furono i protestanti...oggi con la protestantizzazione della cattolicità il traditore è in casa!
    Detto questo? Non tacerò ed andrò avanti come una formica a testimoniare senza paura e vergogna il mio amore per la Chiesa. Ma sia chiaro? Non guarderò in faccia a nessuno....tanto meno ai presappochisti che girano dalle nostre paarti. Prosappochisti? No meglio usare la parola giusta. Regno dell'ipocrisia!
    Crsito dice che ogni uomo è Tempio il tutto lo si trova nel frammento e non in questa nuova megastruttura che si vuol spacciare per chiesa!
    Matteo Dellanoce

    RispondiElimina
  4. Uno, nessuno e centomila12 dicembre 2009 alle ore 09:49

    ....guardando quella foto e prevedendo -senza tema di essere smentiti- che la scena si ripeterà ancora tante volte, (finchè durerà l'episcopatpo in carica...);
    leggendo che la Curia promuove le conferenze dal titolo -molto ecumenically correct- “Dio ha molti nomi”,
    sorgono spontanee due domande:

    - QUAL E' il "gregge" che l'ecc.mo Tettamanzi ritiene a lui affidato da Nostro Signore?
    - QUAL E', secondo il succitato Vescovo "multi-etno-ecumenista", pronto a fare del Duomo un santo ovile "iridescente" di popoli e religioni (tra le quali il
    Cristianesimo sarebbe sicuramente "una tra le tante", cedendo da brava ospitante il posto di padrona di Casa a tutte le altre....: "fate pure come se foste a casa vostra!")

    QUAL E', chiedevo...
    il NOME DI UN DIO davanti al quale ogni credente sappia che è giusto che
    Ogni ginocchio si pieghi, nei cieli, sulla terra e sotto terra ??

    Quale, tra tanti nomi, il NOME veramente SANTO con cui Dio deve essere adorato ?

    (probabile risposta:
    Uno, nessuno e centomila ?!)

    RispondiElimina
  5. ...bellissima l'omelia del card. Tettamanzi!!!
    l'avevo letta l'altro giorno, ma postata qui fa davvero un buon effetto ^__^

    ...e voglio ringraziare Matteo Dellanoce per il suo composto ragionamento e riflessione...

    ^__^

    RispondiElimina
  6. così come in Svizzera anche in Italia i cattolici devono difendersi dai Vescovi!

    RispondiElimina
  7. Nulla da eccepire circa il passo proposto dell'omelia del Card. Tettamanzi, tuttavia, chissà perché, ma considerando l'attualità del concreto operare di quel prelato, mi sorge immediatamente alla mente quel celebre monito di San Giacomo minore: "Fides, sine operibus, mortua est" ...

    RispondiElimina
  8. oh sì...quante belle parole, Eminenza!
    speriamo di verificare nei fatti questa vigilanza esemplare sulle pecorelle cristiane (magari che non si facciano trascinare a diventar islamiche o induiste, chissà, visto che Dio ha tanti nomi....)

    RispondiElimina
  9. Uno, nessuno e centomila12 dicembre 2009 alle ore 11:05

    correggo:
    succitato Cardinale
    (Em.mo Tettamanzi)

    RispondiElimina
  10. Condivido la riflessione di Matteo Dellanoce. Cio' da cui bisogna guardarsi oggi e' la falsa pieta' e il falso amore.
    Leggendo i Vangeli ci si rende conto dell'infinita misericordia di Dio ma anche di quanto la porta sia stretta.
    Oggi non si vuol sentir parlare di Sacrificio dell'altare, ma anche di peccato, redenzione, salvezza, dannazione, pentimento, contrizione, perdono, penitenza, sacrificio personale, rinunzia, poverta' castita', obbedienza...
    FEDE, SPERANZA, CARITA' - VERITA'

    FdS

    RispondiElimina
  11. ma anche di peccato, redenzione, salvezza, dannazione, pentimento, contrizione, perdono, penitenza, sacrificio personale....
    ------------

    proprio così: e se non ne vogliono sentir più parlare i pastori, come potranno guidare su questi "pascoli" le pecore?

    RispondiElimina
  12. Che dire anche dell'antinomia politica mostrata dalla giunta meneghina grazie alla quale quest'anno l'Ambrogino d'Oro e' stato assegnato all'imam di via Padova, Mahmoud Asfa.

    RispondiElimina
  13. La bontà è il lato viscido della cattiveria!
    Matteo Dellanoce

    RispondiElimina
  14. Come sempre, io diffido delle grandi e belle parole, che spesso restano sempre al livello della mera ideologia di facciata.
    Il Signore, ben conscio di questo comportamento umano, ci chiede di mettere in pratica con le opere la giustificazione ricevuta per la nostra Fede nella Rivelazione.
    Se Tettamanzi crede davvero in quello che ha scritto, lo metta in pratica.

    RispondiElimina
  15. Meno male che è uscita fuori l'ì omelia.
    Questo dimostra ancora di più come si attacchi la Chiesa per un disegno politico.

    RispondiElimina
  16. Caro Armando,
    a me sembra che si attacchi la politica per fare della Chiesa un qualcosa che non è chiesa.
    Se non ho mai sopportato i clericofascisti si figuri se sopporto i clericoantifascisti. I preti facciano i preti ed i laici i laici.
    Io rivendico la mia autonomia di laico ( altro dall'anarchia) nella società civile!
    Matteo Dellanoce

    RispondiElimina
  17. Autonomia non separazione, se no si segue la Chiesa solo quando fa comodo.
    E comunque da laici ci si dovrebbe impegnare per la cristianizzizone dell' aordine temporale, quindi...Ma, ripeto, la politica che vuole fare l' agenda alla Chiesa non mi sta bene.

    RispondiElimina