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martedì 8 settembre 2009

Ubi desertum faciunt, pacem appellant.

Nel suo blog, il Padre Augé riferisce di un suo personale 'sondaggio' circa la questione liturgica, fatto interrogando i delegati dal Sudamerica al capitolo generale dell'ordine cui appartiene (i Clarettiani). Non staremo a contestare il contenuto di quell'inchiesta che, come precisa P. Augé, non ha nulla di scientifico e soprattutto - aggiungiamo noi - trasuda un tale astio da parte degli 'intervistati', che fa pensare che molti scambino per realtà il loro wishful thinking antitradizionale. Casi di negazionismo dell'evidenza nei chierici ex sessantottini (la generazione perduta dei preti 60-70enni) sono d'altronde ben noti: ad esempio il brasiliano che riferisce che in Brasile non ci sono gruppi tradizionalisti "rilevanti nell'insieme del paese", allorché una intera diocesi (Campos) è biritualista e l'Amministrazione apostolica personale di Campos ha numerosi apostolati in altre diocesi del paese, lascia capire quanto quei giudizi siano corretti.

Piuttosto, quello che ci interessa sottolineare è la terminologia rivelatrice che usa il P. Augé coi suoi interlocutori per descrivere il fenomeno del rinnovamento liturgico in atto: "problema" e "tensioni", in grado di "turbare la pace liturgica", fonte di "preoccupazione"; un "tornare indietro" non privo di connotazioni politiche di estrema destra. Ecco: direi che finalmente siamo al cuore della mens bugninista: la distorta percezione della realtà di queste persone, imbevute di pregiudizi e frasi fatte anni '70. Che hanno qualcosa di profondamente sinistro ed oscuro. Non ricordo più chi osservava come, negli anni '30 e '40, e non solo in Germania, si fosse iniziato quasi impercettibilmente, e in modo all'apparenza anodino e scientifico, a parlare di 'questione ebraica' o 'problema ebreo'. Quella era stata l'origine di tutto il resto, poiché parlare in quel modo implicava che una convivenza, fino allora data per scontata, dovesse invece esser considerata problematica e, come tale, necessitasse di una soluzione (fino a quella "finale"). Ecco, mutatis mutandis e certo senza attribuire intenzioni omicide a P. Augé e ai suoi confratelli (ma liturgicide e discriminatorie, questo sì), il corto circuito mentale è lo stesso: quello che agli occhi di ogni persona di buon senso è visto come un quid pluris (la forma straordinaria che si aggiunge a fianco di quella ordinaria, in reciproco stimolo e arricchimento), viene invece considerato un "problema". La "pace liturgica", per quella gente, non è l'armoniosa e sinfonica presenza di più modi di rendere culto, e l'amorevole e serena accoglienza e convivenza nelle parrocchie di chi si sente attratto all'antico uso, bensì l'assenza e la repressione di quei "gruppi", che sono necessariamente e a priori "irrilevanti". Fanno il deserto, e lo chiamano pace (in questo caso, pace liturgica): oh quanto questo motto si applica bene a coloro che dentro la Chiesa hanno provocato quel "deserto di Dio", che proprio ieri il Santo Padre ha rimproverato ai vescovi brasiliani!

Ecco il testo di Augé, con sottolineature nostre:


AMERICA CENTRALE (Costa Rica, Guatemala, Honduras, Panama, Salvador…)
Problemi particolari che riguardino la recezione del Messale di Paolo VI non ci sono. Qualche gruppetto in Panama celebra col Messale del 1962. A Salvador lo fanno gli Heraldos del Evangelio che, d’altra parte, sono un gruppo insignificante.

ARGENTINA
Si sa che c’è un seminario lefebvriano, retto oggi da Mons. Alfonso de Galarreta. Per il resto, nel paese non ci sono richieste particolari in favore del Messale del 1962. Il Cardinale di Buenos Aires ha permesso una messa domenicale con la forma straordinaria, a cui partecipa un ridotto gruppo di 20 persone circa. Ci sono anche casi simili in qualche altra diocesi. L’eventualità di una riforma della riforma è vista da molti sacerdoti con grande preoccupazione; sarebbe turbare una pace liturgica abbastanza consolidata.

BOLIVIA
Il rappresentante di Bolivia mi risponde: Padre, da noi ci sono altri problemi. Il Messale di Paolo VI non forma parte di questi problemi.

BRASILE
I due vescovi di tendenze filolefebvriane, Geraldo Sigaud e Antonio de Castro Mayer, sono da tempo deceduti. I gruppi pro Messale 1962 ci sono, ma non rappresentano nell’insieme del paese un movimento rilevante. Il Brasile ha avuto dalla Santa Sede il permesso di introdurre nel Messale di Paolo VI alcuni elementi propri o di inculturazione.

COLOMBIA
C’è pace liturgica. Certamente, non mancano piccoli gruppi che “propagandano” il Messale del 1962, come, ad esempio, gli Haraldos del Evangelio a Medellín,. Nelle riunioni di pastorale, i sacerdoti non danno importanza a questo fenomeno, e considerano una riforma della riforma pastoralmente non praticabile.

CILE
L’uso della forma straordinaria del rito romano è irrilevante. Purtroppo, si manifesta qua e là un legame tra questa forma straordinaria e tendenze politiche di estrema destra. C’è, poi, un certo malessere per alcune questioni relative alla traduzione del Messale di Paolo VI allo spagnolo specifico parlato in Cile.

CUBA, PORTO RICO, REPUBBLICA DOMINICA E HAITI
A Porto Rico c’è qualche singolo sacerdote che fa propaganda per il ritorno alla liturgia anteriore al Vaticano II, ma si può affermare che in tutte queste Repubbliche i gruppi di questo genere non hanno nessuna rilevanza.

MESSICO
Nell’insieme, si deve affermare che i libri liturgici dell’ultima riforma sono ben accolti. Non mancano qua e là dei piccoli gruppi che aderiscono ai libri anteriori al Vaticano II. Si tratta talvolta di gruppi vicini all’estrema destra politica.

PERU
La celebrazione della forma straordinaria del rito romano la si trova in piccoli gruppi che fanno riferimento a determinati Movimenti ecclesiali, ma non rappresentano un fenomeno pastoralmente significativo.

URUGAY
La situazione è simile a quella dell’Argentina. Non ci sono particolari tensioni al riguardo.

VENEZUELA
La voglia di tornare indietro non c’è e la riforma di Paolo VI non è in discussione. Anzi, in alcuni ambienti c’è il desiderio di testi più attuali, più vicini alla sensibilità della gente; se volete, alcuni vorrebbero una riforma della riforma che vada avanti nella linea di quella posteriore al Vaticano II.

Ripeto quanto accennato sopra: i dati da me raccolti non sono frutto di una inchiesta condotta secondo criteri scientifici. Credo però che nell’insieme il panorama che emerge dimostra che il cattolicesimo latinoamericano (quasi la metà dei cattolici dell’intero pianeta) non si pone il problema della riforma della riforma. Ciò non significa che in questi paesi tutto fila liscio; sappiamo che non mancano gli abusi nel modo di celebrare, abusi che vanno eliminati con fermezza e saggezza pastorale.

Matias Augé

96 commenti:

  1. Eh! Chi siete? quanti siete? Cosa portate? Sì, ma quanti siete? Un fiorino!

    Eh! Chi siete? quanti siete? Cosa portate? Sì, ma quanti siete? Un fiorino!

    Eh! Chi siete? quanti siete? Cosa portate? Sì, ma quanti siete? Un fiorino!

    Quando si capirà che la qualità conta più della quantità? Quando si smetterà di praticare onanismo mentale vagheggiando le moltitudini?
    Del resto a essere il sale della terra all'inizio erano in dodici più Uno...

    Eh! Chi siete? quanti siete? Cosa portate? Sì, ma quanti siete? Un fiorino!
    AndreasHofer

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  2. Hai detto tutto con due parole!Eugenio

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  3. Se dal deserto si leva anche una sola voce, questo puo' turbare grandemente la... "pace".

    FdS

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  4. Nel blog dell'Augé è da un po di tempo che si nota, evidentissima, una certa piega "difensiva". Si parla dell'antico non per mostrarne l'aspetto di tesoro che può far bene a tutti, come dice il papa, ma per mettere in evidenza le "ricchezze" del messale nuovo, quasi che questo messale sia minacciato di estinzione o possa esser minacciato in futuro.

    Mai una parola (mi si corregga se sbaglio) vi ho letto riguardo alle vessazioni, alle intimidazioni e ai sopprusi di cui il messale antico è fatto oggetto, e con esso i fedeli che lo amano; mai neppure un accenno. Silenzio tombale. Il problema non esiste! Eppure non è certo di poco conto; in fin dei conti se esistono tensioni, è propio per questo motivo.

    A noi tradizionalisti poi vengono direttamente o indirettamente attribuite intenzioni e richieste che non abbiamo: non abbiamo mai chiesto e non chiediamo (perché abbiamo i piedi per terra e la testa sulle spalle) che il nuovo messale venga eliminato dalla vita delle parrocchie: abbiamo chiesto e chiediamo di poter vivere in pace il nostro attaccamento alla liturgia preconciliare, magari nella nostra stessa parrocchia; non abbiamo chiesto e non chiediamo di obbligare nessuno a partecipare alla messa antica, ma allo stesso tempo non vogliamo essere obbligati a partecipare alla messa nuova, cosa invece che accade normalmente e su cui l'Augé non ha speso una parola.

    Questo suo sondaggio mi ha fatto sorridere e mi ha ricordato un simile sondaggio fatto dalla Santa Sede nel 1980, fra tutti i vescovi, e da cui emergeva una "realtà": la riforma liturgica era ovunque accettata e nessuno si ricordava più della liturgia antica!
    Il ridicolo poi fu leggere nella lettera "Quattuor abhinc annos" che: in base ai risultati del sondaggio del 1980 il problema messa antica non esisteva; ma subito dopo si affermava che dopo 4 anni il problema (messa antica) perdurava!!!!



    Antonello

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  5. Pace liturgica:

    1) Espressione con cui taluni ambienti clericali sogliono indicare la quiete burocratica legata all'ordinaria gestione dello stante, quand'anche viziato da mediocrità, inanità o perversione.

    2) Sin. di ignavia liturgica, prevaricazione liturgica, alterazione permanente della corretta liturgia.

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  6. La voglia di tornare indietro non c'è.

    Che formulazione malevola! Qui si tratta di andare avanti, non di tornare indietro! E con il tradimento della Tradizione operato attraverso il nuovo messale e soprattutto attraverso l'attribuzione di carattere normativo alle derive del dopoconcilio, avanti non si va.

    Il Sudamerica, del resto, offre un panorama alquanto disastrato, e ben più allarmante di quello europeo, essendo mero riflesso del passato di quest'ultimo.

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  7. Non si riesce a leggere l'articolo di quell'individuo !! C'e' troppo fumo (di Satana)!!

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  8. chi mette mano all'aratro.....
    In parte concordo con voi cari amici ma penso che il Papa usi uno stile più agostiniano della serie "Meglio andare lentamente nella direzione giusta che correre in quella sbagliata" (S. Agostino)

    Credo che certe tensioni siano soltanto un pericoloso tiro alla fune.
    Ciascuno fa dire al papa quel che vuole e se lo tira dalla propria parte ma forse uno sforzo lo possiamo fare tutti.

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  9. Concordo in toto con Andreas Hofer.
    Per esperienza personale, in Sud America è vero che i gruppi tradizionalisti sono 'irrilevanti' ma sono questi i veri Cattolici 'praticanti' (e di qualità) in tutto e per tutto (frequentazione sacramenti, conoscenza dottrina, vivere la fede, ecc.) - per il resto, in tutto il continente, c'è veramente un deserto di Dio. E non capisco perchè per i vescovi esiste una 'pace liturgica abbastanza consolidata' (!!) boh!

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  10. Nella parrocchia dei miei genitori, nel 1970 ci fu un anziano sacerdote che continuò a usare il messale antico e l'80% dei fedeli andava alle sue messe; dopo un mesetto circa però arrivò la proibizione, per questo prete, di continuare a celebrare nella chiesa parrocchiale e gli fu imposto di celebrare a casa sua e senza la presenza dei fedeli.
    E così dopo solo un mese anche nella in quella parrocchia ci fu la "pace liturgica" e si potè affermare: nessuno chiede la messa preconciliare.

    Padre Augé. il sondaggio non lo devevate fare ora, ma nel 1970; oppure, sempre nel 1970, dovevate mettere i fedeli nella possibilità di scegliere tra la messa antica col suo gregoriano e la messa nuova con i suoi ritmi jazz o pop! Dopo aver fatto tabula rasa di tutto, dopo aver fatto il lavaggio del cervello ai fedeli non è né serio né corretto fare ora simili sondaggi. Conosco diverse persone, oggi ultra ottuagenarie,che pur avendo frequentato per almeno 40 anni la messa antica oggi non ne ricordano nulla e con una sorta di stupore misto a quel sentimento che si prova quando si è defraudati, mi hanno detto: è incredibile il modo subdolo con cui ci hanno fatto dimenticare completamente la messa della nostra giovinezza!

    Filippo, 23 anni, parrocchiano della parrocchia tradizionale romana

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  11. vedo con piacere che prevale una concezione ed una

    mentalità per la fede ..... da batteria ....

    tipo allevamento industriale per i polli ........

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  12. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  13. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  14. Pace liturgica...

    Anche da Augusto fu stabilita la PAX che assicurava stabilità al suo immenso impero!
    E comunque poi...sotto gli imperatori successivi cominciarono a morire i martiri cristiani, perseguitati perchè rifiutavano i culti idolatri e l'adorazione all'imperatore, perchè sapevano che l'amore esclusivo ed incondizionato a Gesù Cristo -vero Dio e vero Uomo-
    valeva più della loro stessa vita:
    dobbiamo dunque prepararci ad affrontare nuove (raffinate) persecuzioni (emarginazione, morte civile ed ecclesiale...) noi che vogliamo restare fedeli alla Fede della Chiesa fondata da Nostro Signore, e alla sua Dottrina bimillenaria?
    Gesù Cristo che ci ha promesso la sua vicinanza, ma anche le persecuzioni toccate a Lui, quale segno di contraddizione, pare suggerirci in questo senso:
    "Estote parati"?
    ?

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  15. uno sforzo lo possiamo fare tutti.
    ? ? ?

    Non capisco...
    quale sforzo potrebbe fare un fedele stroncato nella richiesta della Messa Tridentina dal suo parroco, stroncato a sua volta dal suo Vescovo
    (che impone la "pax" tappando le bocche a tutti con opportuni "preavvisi" e "consegne")....??
    Se don Marco non mi ritiene troppo tonto, gradirei una spiegazione su questo ipotetico "sforzo"
    (riguardante chi è già legato e imbavagliato, migliaia di fedeli e sacerdoti in intere diocesi e regioni) !?!
    ......

    RispondiElimina
  16. Il Sud America è sotto attacco nei suoi valori cattolici: chiediamoci perché ormai vi proliferano sette paracristiane e la protestantizzazione dilaga. Chiediamoci questo, piuttosto che far la conta delle vacche.

    La "pace liturgica" è stata una pace armata seguita ad una imposizione coattiva che ha portato alla perdita di identità e valori cattolici. In breve (40 anni) per poter dire la Messa in lingua vernacola per poterci agitare come bimbetti cantando a squarciagola con la parola d'ordine "inculturazione" ci si trova senza anticorpi di fronte alla pandemia.
    Il vaccino c'è,
    caro padre Augè!
    AndreasHofer

    RispondiElimina
  17. ingenuo ha scritto:

    Non capisco...
    quale sforzo potrebbe fare un fedele stroncato nella richiesta della Messa Tridentina dal suo parroco, stroncato a sua volta dal suo Vescovo (che impone la "pax" tappando le bocche a tutti con opportuni "preavvisi" e "consegne")....?? ...".


    Lo sforzo di passare dalle "chiacchiere" ai fatti.
    Per esempio non devolvere più l'8x1000, alla Chiesa Cattolica e affinché alla stessa non giunga più neppure un centesimo, specificare espressamente che lo si destina allo Stato.
    Fino a che perdurino le attuali "storture".
    Posso sbagliare, ma ritengo che un "messaggio" del genere sarebbe tenuto in ben più alta considerazione di petizioni o altro tipo di richieste.

    Cesare

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  18. Indubbiamente il suggerimento di Cesare è interessante, ma io l'8 per mille lo destinerei più alla Fraternità San Pio X, se solo fosse possibile.

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  19. Ma Padre Augé, si rende conto di ciò che fa?

    C'era forse bisogno di fare sondaggi per sapere che comunque la richiesta della messa antica è estremamente limitata?

    Ma è ridicolo!

    Il Papa lo sa che è limitata tale richiesta, così come sa che il valore del rito antico non dipende dalla richiesta; se nonostante i numeri insignificanti ha voluto "liberalizzare" il rito antico un motivo ci sarà!

    Ebbene, nel suo blog il padre Augé non ha speso una sola parola per sforzarsi almeno a capire questi motivi e a spiegarli ai suoi pochi lettori.

    E' tutto intento a difendere il messale nuovo e a tacere delle ricchezze di quello antico.

    E' come se una signora va in Inghilterra e di fronte ai gioielli della Corona (dove, come sappiamo, tra l'altro c'è anche il diamante più grande del mondo) si mette a elogiare la propia collana di perle coltivate e tace del valore e bellezza dei gioielli inestimabili custoditi alla Torre di Londra!


    Caterina

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  20. Osare parlare di pace liturgica!
    Che cosa intendono per pace liturgica?
    Che il SP potrebbe turbare?
    Sarebbe forse il vile silenzio del lasciar fare, il permissivismo che ha tollerato, legittimato e incoraggiato i vari creatori liturgici, trasformando la divina Liturgia in un vasto laboratorio sperimentale di ricerca?
    Pace liturgica= faccio quello che voglio nel mio angolino e non venire a disturbarmi o a correggermi a disturbare la mia pace!
    Pace liturgica?
    Quella delle tre scimmie?
    Non vedo, non ascolto, non parlo...fate vobis!
    Come si può chiamare pace liturgica il caos che esiste oggi nella Chiesa?
    Solo degli ottusi, ciechi ideologi postconciliairi possono ancora usare un tale vocabolario.
    Luisa

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  21. Il fatto che per tali argomenti ci si affidi ai sondaggi (peraltro di dubbio valore per gli evidenti motivi summenzionati) denota ancora di piu' la preoccupante secolarizzazione di un clero che ha troppo fidato nelle magnifiche sorti e progressive.
    E questo da parte di liturgisti di chiara fama.

    FdS

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  22. Subdola questa inchiesta del Padre Augé…

    Che c’entra la statistica ? Come dice Caterina : « C'era forse bisogno di fare sondaggi per sapere che comunque la richiesta della messa antica è estremamente limitata?”

    Chi frequenta un po’ il Sud America sà che la maggioranza lì scambia la Santa Vergine colla “Pachamama” e che quando parlano di “preti” di solito si riferiscono ai preti shamanisti. Si convertiscono in massa agli evangelisti per ottenere soldi e doni provenienti dagli Stati Uniti e poi vanno a messa perché la cosa sembra un po’ più magic ache il chiacchericcio dei “pastori”.

    La realtà è che il lavoro missionario lì è di ben lunga non finite e sempre da ricominciare.

    Concordo per terminare con Andreas Hofer: “Il Sud America è sotto attacco nei suoi valori cattolici” e con Gabriella: “Per esperienza personale, in Sud America è vero che i gruppi tradizionalisti sono 'irrilevanti' ma sono questi i veri Cattolici 'praticanti' (e di qualità) in tutto e per tutto (frequentazione sacramenti, conoscenza dottrina, vivere la fede, ecc.) - per il resto, in tutto il continente, c'è veramente un deserto di Dio.”

    SdC

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  23. Io non sono molto esperta, anzi devo dire che non conosco le varie questioni, ma a leggere il blog di padre Augé senbra che la liturgia riformata sia una meraviglia. Io ho 50 anni e frequento la messa nuova ma sinceramente tutta questa meraviglia non la vedo; io ci vedo stanchezza, molta stanchezza, e noia. Per questo quando posso vado alla messa antica: è come una boccata d'aria pura. Peccato che non riesco a farlo più di una volta al mese.

    Giulia

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  24. A mio modesto parere la REDAZIONE presta, e non da oggi, eccessiva attenzione al p. AUGE' ed al suo blog, in cui i post del prete son presentati in caratteri ben marcati, mentre i commenti degli scarsissimi lettori, tra cui imperversa un quarantennale seguace del CAMMINO NEOCAT, tal TROISI, son pressoché illeggibili e per i caratteri minuscoli e per la stampa slavata.

    Se si confronta l'immagine del Sud America presentata da Augé e quello della sola Fraternità S. Pio X (v. inter multiplices una vox, consistenza e distribuzione della Fraternità S. Pio X) si vedrà che i punti segnati, che stanno ad indicar chiese e gruppi che seguono la comunità di mons. Lefebvre son numerosi.
    In tale pagina non sono indicate le "comunità amiche", né le Messe diocesane.

    Il seme è gettato. Se gli operai sapranno e vorranno lavorare, il raccolto sarà buono.
    Buono com'era quello dei clarettiani, e dico "era" perché i miei dati si fermano al 1953 o giù di lì: 2610 professi; 200 novizi; 1380 postulanti (da Enciclopedia Cattolica).

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  25. Il padre Augé nel suo blog parla del Novus Ordo come dovrebbe essere celebrato, ma la prassi è ben altra, non se n'é accorto?

    E poi anche se lo si celebrasse in maniera impeccabile non ci sarebbe molta differenza; resterebbe una liturgia fredda, artificiale, a cui manca l'anima, il vissuto; a cui manca una storia.

    Il nuovo messale è pieno zeppo di preghiere prese da questo o quel sacramentario, ma...... sempre manipolate, aggiustate, modificate.

    E' come se io prendessi le terzine della Divina Commedia, le modificassi a piacimento e poi dicessi che il mio lavoro ripropone la Commedia dantesca!

    Giustamente mi riderebbero dietro.

    RispondiElimina
  26. Con preti,frati e vescovi come questo Augè si capisce benissimo perchè quasi ogni giorno gruppi comsistrenti di fedeli passano alle congregazioni protestanti che da dopo il concilio hanno visto un insperato fiorire. Molti sono i fedeli che passano tout court all'ateismo o a culti precristiani. Bei frutti della "novella pentecoste" non c'è che dire. Ma i reprobi sono i seguaci di MOns. Lefebvre che anche il vescovo della mia diocesi, ora defunto, ed il suo vicario generale, ancora vivente ebbero a echitettare come fascista e finanziato da Pinochet.Quessti stessi ecclesiastici sono quelli che hanno adottato la bandiera iridata con la scritta pace dimenticandosi che la vera pace viene da Cristo.

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  27. Contare gli sparuti fedeli tradizionalisti è il problema, non contare i numerosissimi fedeli che scappano dalla Chiesa cattolica e si fanno protestanti, perché cercano chi parli loro di Dio.
    Il padre Augé e i suoi confratelli non si preoccupano di questo?
    La risposta è duplice: o sono incredibilmente ingenui, o c'è della malafede (massonica?).
    Nike

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  28. Se un sondaggio rivelasse che il numero di coppie di fidanzati che si astengono da rapporti prematrimoniali è praticamente irrilevante, concluderemmo di aver raggiunto la "Pax moralis"?

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  29. Ho notato pure io che il blog di padre Augé indulge alla difensiva.


    Ma che bisogno c'è di difendere una riforma oggi accettata dal 99,9% dei cattolici (quelli rimasti s' intende)?

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  30. Cerchiamo di non attribuire a p. Augé colpe che non ha.
    Lungi da me il pensiero che possa essere in malafede o addirittura toccato da spirito massonico.
    A quel che ho letto nel suo blog le due volte che l'ho sfogliato perché chiamato in causa, mi son reso conto che ben conosce gli abusi dei celebranti e chiede che la S. Messa venga celebrata nel rispetto delle rubriche.
    Se ho scritto che la Redazione gli presta troppa attenzione è perché non dice niente di originale sui problemi che noi discutiamo: le sue opinioni sulla liturgia son quelle che circolano diffusamente da almeno 40 anni. Quando ne leggi uno, li hai letti tutti.
    Pertanto mi dissocio da alcune affermazioni che ho di sopra letto, sempre che le abbia ben comprese.

    RispondiElimina
  31. Può darsi, Pastorelli, ma sarà d'accordo con me che il nostro sbaglia bersaglio. E di molto.
    Lasci fare del benaltrismo anche a me: ben altri sono i problemi per cui interpellare i confratelli!
    Solo miopia? Ma allora, perché, umilmente, il padre non va in confessionale e a celebrar messe (rigorosamente NO, chiaro) invece di ripetere in internet cose già note? Davvero meritiamo una crociata? foss'anche da un prete solo, e come lei dice, attento alla cura della liturgia (NO)?
    Nike

    RispondiElimina
  32. Ma...
    se c'è questa pace consolidata nel mondo cattolico, (grazie al profondo oblio diffuso tra i fedeli di quell'antico Rito mai abrogato, noto solo ai fortunati "innominabili" seguaci della FSSPX...) PERCHE' mai il Papa ha avuto la improvvida idea di turbarla?
    Mi sembra che questa era ed è ancora dopo due anni la paura diffusa tra i Vescovi (99% ?)
    in tutto il mondo: dunque ci tengono più loro che il Papa a questa "pace liturgica", o sbaglio?
    PERCHE' questi benedetti Vescovi non si fidano del Papa e non promuovono essi stessi una scoperta o riscoperta del VO, consentendo una celebrazione settimanale in ogni parrocchia?

    (Già ieri ho rivolto una domanda simile a un commentatore, ma non ho avuto risposta: forse mi ritiene troppo tonto per capire...)

    RispondiElimina
  33. E faccio eco a Nike e all'anonimo delle 14.51:
    se oggi ancora regna incontrastato il rito NO in tutta la Chiesa, con una "pace" indiscussa e imperturbabile...
    che bisogno c'è di difendere tenacemente tale dominio?
    Che motivo c'è da aver paura di quattro gatti nostalgici o dell'iniziativa di un mite venerando Papa, forse in vena anche lui di improponibili "nostalgie"?

    RispondiElimina
  34. E chi l'ha detto poi che siano quattro gatti?

    RispondiElimina
  35. La risposta l'aveva già data Caterina qualche post fa: "E' come se una signora va in Inghilterra e di fronte ai gioielli della Corona (dove, come sappiamo, tra l'altro c'è anche il diamante più grande del mondo) si mette a elogiare la propria collana di perle coltivate e tace del valore e bellezza dei gioielli inestimabili custoditi alla Torre di Londra!".
    Signori, il re è nudo!
    AndreasHofer

    RispondiElimina
  36. Appunto...:
    evidentemente per questo i Vescovi hanno paura, che in seguito al "via libera!" del Papa i gatti da 4 diventino 44 e così via, e allora...
    addio "pace" quarantennale di un gregge che non si era mai posto domanda alcuna!
    domande del tipo:
    - Come e perchè siamo arrivati fin qui?"
    - Allora non è tutto intoccabile ciò che è scaturito dal Concilio!
    Possiamo riparlarne?
    - Possiamo diventare consapevoli del DOVE VA la Chiesa, e QUAL E' la volontà di Dio su di essa ?
    - Il Papa ha lanciato la sua proposta-Motu Proprio per "proprio" interesse o tornaconto o per amore e per l'interesse e per fare la Volontà di di Qualcun Altro, e non di se stesso?

    Fedele "uncorrect"

    RispondiElimina
  37. Guardi, Hofer,
    che i Vescovi, non ce li fanno proprio andare i fedeli a visitare la Regina: e mica sono così sciocchi, sa?
    Proibite le visite a tutti i posti che possano emanare il vago profumo o sentore di essere vicini al Tesoro seppellito 41 anni orsono!
    Terranno duro, finchè vivranno, con ogni mezzo in loro potere!

    RispondiElimina
  38. addio "pace" quarantennale...

    Chissà...
    da dove nasce questa paura che si turbi la "pace consolidata"!
    E che tipo di pace?
    Mi pare che tutti i ministri di Dio arroccati sul NO e paurosi del ritorno al VO abbiano in realtà una paura più profonda: quella di risentire nell'intimo del cuore quelle parole di Gesù che dice:
    Non crediate che io sia venuto a portare la pace sulla terra; non sono venuto a portare la pace, ma una spada. (Mt 10, 34)
    Paura...
    che la divisione la voglia fare il Signore stesso, nelle coscienze dei fedeli, NON i fedeli "ribelli" presi da curiosità o frivola smania di novità -o "vintage"!-, tantomento il Papa!
    Paura...
    di risentire nell'intimo del loro cuore quella chiamata del Signore
    nella notte a Samuele, quando il giovane prontamente rispose:
    "Eccomi, Signore, io vengo per fare la Tua volontà!”.

    E io temo che non se la sentano proprio di pronunciare questa risposta... per ora (per quanto ancora?)

    RispondiElimina
  39. Anonimo delle 15,54, intanto se tutti voi anonimi vi deste almeno un nick vi si potrebbe distinguere.
    Inoltre è degno di stima - al di là del dissenso sulle posizioni - chi scrive col proprio nome e cognome: e p. AUGE' lo fa.
    Non condivido la sua impostazione, non è una novità, anche quella grafica del blog: sembra scelta a bella posta perché si legga solo il post del padre e si tralascin i commenti!. Ma se vuole passar una parte del suo tempo al PC sarà pur libero di farlo.
    Se poi vuol far una crociata contro il Rito Antico, non solo si dà la zappa sui piedi, visto che il Papa ha invitato tutti a riscoprir il tesoro di tale liturgia che deve anche ravvivare la sacralità del rito paolino, ma, altresì, a questo tesoro non può niente sottrarre. Contro il sole non c'è ombra che resista.

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  40. Contro il sole non c'è ombra che resista.

    Grazie, professore, di questa splendida similitudine, certezza che ravviva la speranza!

    Fedele scoraggiato

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  41. Ha ragione Pastorelli nel deprecare i commenti men che rispettosi nei confronti della persona del Padre Augé; discutiamo e dissentiamo sulle opinioni, ma guai a giudicare le persone.

    Tra l'altro, ha il merito di essere in pratica l'unica voce che difenda il novus ordo su internet e questo è non solo stimolo di discussione ma, soprattutto, ci regala squarci interessantissimi sulla forma mentis dei novatori, come in questo post.

    E con ciò rispondiamo anche alla garbata obiezione di Pastorelli sul perché ci interessiamo al blog di P. Augé; e non siamo soli: il prestigioso sito anglosassone Rorate caeli ha ripreso, autonomamente, il post di Augé, anche loro per sottolineare in primo luogo il 'blocco mentale' e l'astio che traspare da quelle frasi e, secondariamente, per salutare l'informazione (che finora si ignorava) che il gruppo degli Araldi del Vangelo, sorto in Brasile e noto per la sua aderenza ad un novus ordo rigoroso, sta silenziosamente facendo il grande salto verso la liturgia di sempre: sono queste le cose più importanti per la diffusione della Messa immemoriale.

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  42. Sinceramente mi pare che il Padre Augé con gli esiti del suo sondaggio abbia scoperto l'acqua calda!
    Leggendo comunque i post del suo blog e i pochi commenti mi pare di capire che i progressisti non vedano di buon occhio né il rito antico né una eventuale "riforma della riforma".

    Evidentemente la riforma per loro va bene com'è.
    Io non mi interesso del Novus se non incidentalmente, più che altro per questioni generali che possono afferire pure al vetus ma se i novatores non vogliono una riforma della riforma,
    contenti loro.....
    g.nicola lentini

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  43. A parziale smentita di Pastorelli, vi è da dire che qualche lettore ha avuto, a mio parere del tutto immeritatamente, citazioni in evidenza anche a caratteri cubitali. Voi tradizionalisti siete incontentabili, sempre, peggio di Giampiero Albertini.

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  44. ASAA (Anon. Soc. Autori Anonimi)8 settembre 2009 alle ore 22:55

    Nell'apprendere che l'Anonimo del Sublime (tessera n. 333), i redattori degli inni vedici (tessere nn. 525 e segg.), gli estensori della Chanson de Roland (tessera n. 800), e altri nostri illustri affiliati non sarebbero degni di stima,
    partecipiamo alle opere dei medesimi i più vivi sensi del nostro cordoglio.
    ASAA

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  45. MERCENARO è uscito dalla naftalina per dimostrar che non ha capito niente. La prossima volta usi la canfora, che inebria meno.

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  46. ASAA: ASSOCIAZIONE SATANICA ANIME ARSE?
    Senza cordoglio, grati a S. Michele Arcangelo.

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  47. Mi domando se la messa antica sia più presente nei pensieri di chi la ama o di chi la avversa!

    Ma pensa te cosa è venuto in mente a questo prete quà: fare un sondaggio sulla messa antica! Per sapere.....ciò che già si sapeva e che tutti sanno! Incredibile.

    Ma certi preti non hanno niente di meglio da fare?

    Ho l'impressione che la messa antica disturbi i sonni di molti confratelli.

    Vado a celebrare la messa, che è meglio.

    Stamane sarà messa more antiquo. Alééé.
    Grazie Benedettooooooo!

    don F.

    RispondiElimina
  48. La pace liturgica a cui allude P.Auge' è riferita al fatto che,contrariamente a quanto si dice su questo blog,la stragrande maggioranza dei fedeli cattolici di tutto il mondo ha accettato di buon grado la riforma liturgica e il Messale promulgato dal Servo di Dio Paolo VI° nel 1970.La stragrande maggioranza dei Sacerdoti cattolici celebra la SS Eucarestia con il Messale del 1970 in modo dignitoso.Ci sono degli abusi sicuramente ma sono la minoranza e comunque nelal Chiesa non sono un fatto nuovo ci sono sempre stati.NON C'E NESSUNA CORSA ALLA MESSA TRIDENTINA!!LA STRAGANDE PARTE DEI CATTOLICI,NON E' INTERESSATA ALLA MESSA ANTICA MA E' CONTENTISSIMA DI CELEBRARE SECONDO IL MESSALE DEL 1970.Questa è la realta'!!Se preferirite la Messa del 1962,CHE NON E' LA MESSA DI SEMPRE,siete liberi di PARTECIPARE.Ma non tentate di giustificare le vostre scelte attaccando la riforma liturgica o Il Vaticano II° oppure Mons.Bugnini oppure addirittura Paolo VI°.E' inutile mistificare la verita' tentando di far credere che ci sarebbe una RIFORMA DELAL RIFORMA.NON ESISTE ALCUNA RIFORMA DELLA RIFORMA.LA FORMA ORDINERIA DEL RITO ROMANO E' E SARA' QUELLA DEL 1970.Semmai ci saranno riforme saranno alla liberilzzazione del Messale del 1962 ma in senso restrittivo perche' la maggioranza dei Vescovi e dei fedeli cattolici è indifferente o addirittura contraria.

    RispondiElimina
  49. Ma quanto strilla questo!
    da noi si dice: "sì, larillalléro!".
    Camomilla per i nervi,
    Fosforo (va bene anche ciucciare i fiammiferi) per la memoria;
    Merluzzo per il cervello!
    Larillalléro!
    AndreasHofer

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  50. Per rispondere ai guasconi della ASAA, se proprio ce n'è di bisogno, non è davvero il caso di ricorrere alle invettive e alle maiuscole. Basta osservare quanto segue:

    il professor Pastorelli non ha detto che chi non scrive con nome e cognome non sia degno di stima, ma che chi scrive con nome e cognome lo è. Dunque gli autori del Rig Veda, del Sublime, della Chanson de Roland, delle Upanishad, del Cantar de mio Cid e di tutte le opere anonime di questa terra, dal Libro egiziano dei morti all'Ifigonia, possono dormire sonni tranquilli.

    Logica, goliardi, logica!

    Sullo

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  51. Ben ritrovati, amici. Mi spiace dover deludere certi zelatori del novus ordo, ma semplicemente non stanno comprendendo nulla dei fenomeni cui stanno assistendo, ad esempio quando descrivono i fedeli entusiasti delle riforme del 1969. Ho passato in questi ultimi mesi un periodo in Francia, e ho potuto toccare direttamente con mano cos’è una società postcristiana. Non anticristiana, attenzione. Oltralpe com’è del resto noto le chiese sono vuote, alle messe non va praticamente nessuno, la gente non manda i figli a catechismo, non li fa nemmeno più battezzare. Mi sono reso conto che non sono affatto atei o mangiapreti, semplicemente non ci pensano più, la religione è uscita dalle loro vite. Se si tocca l’argomento si desta perfino curiosità, quasi si parlasse di cose esotiche, un po’ misteriose. Una giovane donna incinta una volta mi ha detto che suo figlio sarebbe nato il 25 dicembre. Scherzando le ho risposto che allora rischiava di ricevere la visita di tre personaggi importanti il 6 gennaio: mi ha guardato stupita, non aveva mai sentito parlare dei magi. Da noi non si è ancora arrivati a questo punto, ma è da ingenui e candidi fanciulli leggere la “pax liturgica”, la “serena accettazione del messale di Paolo VI” come un segno di entusiasmo per le belle riforme degli anni Sessanta. Entusiasmo non ce n’è, è assolutamente evidente. C’è semmai apatia, un ritenere che “tanto è lo stesso, cosa cambia”, il mesto preludio del lento abbandono delle pratiche religiose da parte delle masse che ancora hanno conservato un barlume di coscienza in questo senso. Senza essere profeti è facile profetare, cari novatori, che fra qualche decennio a professare la religione cattolica saranno rimasti soprattutto quelli che oggi ritenete sparuti e irrilevanti “passatisti”, i quali sono invece coloro che si interrogano sulla loro fede religiosa e vorrebbero viverla in maniera seria e profonda. Fatevene una ragione, è così.

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  52. Concordo pienamente con l'ottima riflessione di Jacopo.
    don. bernardo

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  53. Aucellare dice il vero quando afferma che alla maggioranza dei cattolici non interessa un fico secco del Vetus Ordo. Ma non dice tutto il vero. Alla maggioranza dei cattolici, infatti, non interessa un fico secco né del Vetus né del Novus. Essa è infatti una massa passiva, simile a quella che, se mai va in libreria, compra i libri che trova sugli scaffali. La metafora della pecora, del resto, non è casuale. Non si chieda quindi alla massa del gregge di intervenire per sanare le mende prodotte dai pastori. Si chieda invece ai pastori di assolvere correttamente ai loro impegni e di portare le pecore al pascolo, non al mattatoio.

    Sullo

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  54. Bentornato, Jacopo, sentivamo la tua mancanza e del tuo ragionare pacato. E, soprattutto, la rubrica letteraria languiva...

    Ad Aucellare: come vedi, questa volta non censuriamo e i concetti che ti stanno a cuore li hai espressi e resteranno. Purché non ricominci ad ingolfare il blog di commenti e repliche ripetitive.

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  55. Intanto con buona pace dell'uccellator urlante, sono state presentate al Papa alcune proposte d'una Commissione presieduta dal card. Canizares per ridar una qualche dignità e senso del sacro al nuovo rito.
    Poi si vedrà. La Riforma della Riforma non ce la siamo inventata noi. Ne parlava Ratzinger e poi Castrillon e tanti altri presuli.
    Se il Pontefice regnante non s'adoprerà per reintrodurre sacralità e certezza teologica nel rito paolino, resterà una grossa macchia sul suo pontificato.

    Quanto all'accettazione da parte dei cattolici del rito paolino, tali fedeli s'eran forse mai ribellati in precedenza al rito "tridentino"?
    Come possono far la corsa alla messa antica se la stragrande maggioranza di loro non l'ha mai conosciuta, se non viene celebrata nelle parrocchie e se devono magari rfecarsi a chilometri di distanze per trovarne una?
    Disse l'anno scorso S.E. Cartrillon: la messa antica non in una chiesa, ma in tutte le chiese, questa è la volontà del Papa.
    Io attendo che il Papa faccia rispettar la sua volontà.

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  56. Anonimo ha detto...

    Aucellare dice il vero quando afferma che alla maggioranza dei cattolici non interessa un fico secco del Vetus Ordo. Ma non dice tutto il vero. Alla maggioranza dei cattolici, infatti, non interessa un fico secco né del Vetus né del Novus.

    Aucellare dice

    Sono d'accordo in parte con quanto afferma questo amico.La grande massa dei praticanti è piuttosto fredda,non direi pero' indifferente!A me sembra che la gente piu' che partecipare alla liturgia la subisca.Ma se si tornasse alla Messa Tridentina sarebbe ancora peggio.Credo anzi che la passivita' trovi la sua causa proprio nella mentalita' che si è consolidata nei secoli nella Messa antica.Il popolo era piuttosto marginale,secondario.Se fallimento c'è stato nella riforma del post Concilio è stato proprio il non riuscire a sradicare questa mentalita'.

    RispondiElimina
  57. AUCCELLARE: fatti un giro nelle chiese cattoliche e vedi. Svegliatie apri gli occhi se stai sognando.
    Affacciati sulla realtà se sei nel chiuso delle tue ideologie!

    RispondiElimina
  58. DANTE PASTORELLI ha detto...

    Intanto con buona pace dell'uccellator urlante, sono state presentate al Papa alcune proposte d'una Commissione presieduta dal card. Canizares per ridar una qualche dignità e senso del sacro al nuovo rito.

    aucellare dice

    Caro Pastorelli e' evidente che lei ignora il significato del termine "aucellare"che non significa uccellatore.Se lo desidera posso spiegarle cosa significa

    Dante Pastorelli ha detto

    Poi si vedrà. La Riforma della Riforma non ce la siamo inventata noi. Ne parlava Ratzinger e poi Castrillon e tanti altri presuli.
    Se il Pontefice regnante non s'adoprerà per reintrodurre sacralità e certezza teologica nel rito paolino, resterà una grossa macchia sul suo pontificato.

    Aucellare dice

    Mamma mia caro Pastorelli che paroloni.Con tutto il rispetto sono del tutto fuori posto in tutti i sensi.Papa Benedetto XVI° non ha mai parlato di alcuna riforma liturgica di nessun genere.Se non è cosi' la prego di citarmi qualche documento ufficiale che affermi espressamente che sia in corso quello che chiamate riforma della riforma.Le dichiarazioni a cui allude sono vecchie e risalgono a quando ratzingher era ancora Cardinale.Sono opinioni personali ma non è detto che sia quello che oggi,da Papa vorra' fare.In quella occasione esprimeva sue opinioni che hanno lo stesso valore delle mie e sue.NON SONO DOCUMENTI UFFICIALI!!Lei stesso lo ha detto quelle del Card.Castrillos sono solo proposte che non si sa ancora se diverranno poi regole o se saranno applicate.E comunque anche se fossero applicate non sarebbero certamente una riforma della riforma ma degli aggiustamenti o adattamenti senza inficiare la struttura del Messale Romano che le ricordo non è corretto chiamare Novus Ordo o Messa Paolina.Si chiama Messale Romano.

    Pastorelli ha detto

    Quanto all'accettazione da parte dei cattolici del rito paolino, tali fedeli s'eran forse mai ribellati in precedenza al rito "tridentino"?Come possono far la corsa alla messa antica se la stragrande maggioranza di loro non l'ha mai conosciuta, se non viene celebrata nelle parrocchie e se devono magari rfecarsi a chilometri di distanze per trovarne una...

    Dante Pastorelli dice

    Caro Pastorelli dicendo questo dimostra di non aver capito il Summorum Pontificum.Nessuno ne' tantomeno il Papa ha mai detto che si deve tornare in modo generalizzato alla forma antica(Messa Tridentina).Anzi a ben leggere il Papa dice che il Messale Romano del 1970 è la forma ORDINARIA cioe' in parole povere e' la forma che NORMALMENTE DEVE ESSERE ADOPERATA.Non chiede che debba essere sostituita dalla Messa Tridentina.Qualora ci sia un numero di fedeli che chiede la Messa antica allora la si puo' concedere.Ma la forma ordinaria rimane quella del 1970 a cui si deve dare maggiore rilevanza.

    Dabnte Pastorelli dice

    Disse l'anno scorso S.E. Cartrillon: la messa antica non in una chiesa, ma in tutte le chiese, questa è la volontà del Papa.
    Io attendo che il Papa faccia rispettar la sua volontà.


    Aucellare dice

    Non credo proprio questo sia una cosa detta dal Card. Castrillos ne' tantomeno credo che il Papa desideri questo.Forse è piu' un suo desiderio che credo restera' tale.tanto e' vero che il Santo Padre non ha mai celebrato,almeno pubblicamente,con il rito Tridentino.Non è che adesso i Vescovi si mettono a pubblicizzare la Messa antica.La Messa Tridentina è la forma straordinaria del rito Romano la quale e' riservata a coloro che la chiedono.Non puo' e non deve sostituire il Messale Romano del 1970.Lei è poco informato o fa finta di non sapere.

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  59. Il popolo è passivo e subisce la liturgia? Sì, ma fino a un certo punto. Se il film non gli piace cambia canale (ovvero non ci va più). E guarda caso sono quarant'anni che il fenomeno ha assunto dimensioni a dir poco preoccupanti, fino a sradicare sostanzialmente il cattolicesimo da intere nazioni. I fatti sono questi, inutile girarci intorno.

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  60. Le interviste di Castrillon son rintracciabili in internet.
    Visto che sei un uccellator, prendi la mira sulla tastiera e cerca.
    Anche alla Latin Mass l'anno scorso il card. Castrillon espresse le stesse considerazioni, invitando i fedeli tradizionali ad accettare anch'essi alcune modifiche all'antico rito - quelle che il card. Ratzinger proponeva - che il Papa aveva indicato a Castrillon il quale affermava che parlava in perfetta sintonia e con l'autorizzazione del pontefice.

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  61. ECCONE UNA. l

    Città del Vaticano, 17 giu. (Apcom)

    Il Vaticano chiederà ai seminari di tutto il mondo di istruire i candidati al sacerdozio affinché sappiano celebrare la cosiddetta messa in latino, a quanto afferma il card. Dario Castrillon Hoyos, responsabile della Santa Sede per i rapporti con i tradizionalisti, che assicura che in "tutte" le parrocchie si potrà dire messa nel modo tradizionale.

    Il porporato, che la settimana scorsa è stato ospite della Società della messa latina dell'Inghilterra e del Galles, a Londra, ha reso noto in conferenza stampa che la commissione Ecclesia dei da lui presieduta sta scrivendo una lettera in questo senso a tutti i seminari.

    Al giornalista che domandava se il Papa vuole che in "molte parrocchie" si celebrai la messa tridentina, Castrillon Hoyos, a quanto riferito dal 'Catholic news service', ha risposto:

    "Tutte le parrocchie. Non molte, ma tutte, perché questo è un dono di Dio".

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  62. ED ECCO COSA SCRIVE IL PAPA NELLA LETTERA AI VESCOVI

    "Del resto le due forme dell’uso del Rito Romano possono arricchirsi a vicenda: nel Messale antico potranno e dovranno essere inseriti nuovi santi e alcuni dei nuovi prefazi. La Commissione "Ecclesia Dei" in contatto con i diversi enti dedicati all’ "usus antiquior" studierà le possibilità pratiche. Nella celebrazione della Messa secondo il Messale di Paolo VI potrà manifestarsi, in maniera più forte di quanto non lo è spesso finora, quella sacralità che attrae molti all’antico uso".

    Quello che, ancor pima del Motu Proprio, si diceva noi poveri fedeli,isolati o riuniti in associazioni come UNA VOCE,e poi l'Ecclesia Dei, il Card. Ratzinger ch'era membro di questa Commissione, il card. Castrillon, che n'era Presidente, autorizzato a ciò dal Papa. Per non parlar del card. Medina Estevez e dell'arcivescovo Ranjith.

    Studia, uccellator che ignori troppe cose.

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  63. DANTE PASTORELLI ha detto...

    Le interviste di Castrillon son rintracciabili in internet....

    aucellare dice

    Parafrasando il detto evangelico caro Pastorelli la giudico dalle sue stesse parole.Queste parole sono tratte da una INTERVISTA non DA UN DOCUMENTO UFFICIALE.La Chiesa non si regge sulle interviste dei cardinali ma sui DOCUMENTI UFFICIALI.Mi presenti qualche documento ufficliale e allora le daro' ragione.

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  64. X Dante Pastorelli

    Amico caro evidentemente sei cosi' abituato a dare lezioni agli altri che non sai ascoltare.Accetto il consiglio di studiare ma mi permetto di consigliarti di leggere meglio i documenti ufficiali.Ti prego di leggere bene:

    Dalla Lettera di accompagnamento al Summorum Pontificum

    "Al riguardo bisogna innanzitutto dire che il Messale, pubblicato da Paolo VI e poi riedito in due ulteriori edizioni da Giovanni Paolo II, ovviamente E' E RIMANE LA FORMA NORMALE-FORMA ORDINARIA-DELLA LITURGIA EUCARISTICA.
    L'ultima stesura del Missale Romanum, anteriore al Concilio, che è stata pubblicata con l'autorità di Papa Giovanni XXIII nel 1962 e utilizzata durante il Concilio, potrà, invece, essere usata come FORMA STRAORDINARIA della Celebrazione liturgica.

    Aucellare aggiunge

    Mi sembra che ci sia una grande differenza tra la parola FORMA ORDINARIA E STARORDINARIA almeno nella lingia italiana.La forma NORMALE E' QUELAL DEL 1970.Quella del 1962 e'STRAODINARIA.Non ci vuole una intelligenza particolare!!

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  66. x Dante Pastorelli

    Visto che ci troviamo in argomento leggi cosa dice il Papa in questo passaggio:

    "È vero che non mancano ESAGERAZIONI e qualche volta aspetti sociali indebitamente vincolati all'attitudine di fedeli legati all'antica tradizione liturgica latina.La vostra carità e prudenza pastorale sarà stimolo e guida per un perfezionamento.
    Del resto le due forme dell'uso del Rito Romano possono arricchirsi a vicenda: nel Messale antico potranno e dovranno essere inseriti nuovi santi e alcuni dei nuovi prefazi.

    AUCELLARE AGGIUNGE

    arricchire non significa sostituire
    anzi mi sembra che il Papa sia stato molto chiaro

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  67. Al giornalista che domandava se il Papa vuole che in "molte parrocchie" si celebrai la messa tridentina, Castrillon Hoyos, a quanto riferito dal 'Catholic news service', ha risposto:

    "Tutte le parrocchie. Non molte, ma tutte, perché questo è un dono di Dio".


    oltre a non pensarla come il Papa i Parroci e
    Aucellare che continua a imperversare
    (spero che la Redazione se ne accorga presto)


    così anche i parroci: ultima esperienza da dimenticare, per l'arroganza e la totale incomprensione delle esigenze dei fedeli, l'ho vissuta stamattina col mio gruppo nel presentare richiesta per una celebrazione del sabato al nuovo parroco insediatosi in una basilica romana.
    Ci ha rimandato la risposta a tra un mese (forse dovrà parlarne con Vallini & C. nonostante il motu proprio del Papa) ma dall'accoglienza avuto non ci aspettiamo nulla di positivo, anche se fino all'ultimo confidiamo.
    E tuttavia siamo decisi ad andare fino in fondo, coinvolgendo l'Ecclesia Dei...

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  68. Chiedo scusa alla redazione.Mi sembra che in nessun punto il Papa affermi che la Messa Tridentina debba sostituir5e quella del 1970 ne' che i Vescovi debbano incoraggiare l'uso del Messale del 1962 e scoraggiare quello del 1970.Inoltre se avete letto bene il Papa non usa mai il termine MESSA DI SEMPRE termine sbagliato e che non ha nessun senso.

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  70. presentare richiesta per una celebrazione del sabato al nuovo parroco insediatosi in una basilica romana.

    si trattava di una consuetudine consolidatasi da qualche tempo, partendo dalla celebrazione del primo sabato del mese.

    Il sacerdote c'è, il gruppo anche.
    Ma il nuovo parroco non è d'accordo. Ci ha detto, con una espressione irrisoria sul volto, che a Roma c'è già la Parrocchia per noi: S. Trinità dei Pellegrini. Ma non si è scomposto di una virgola quando gli abbiamo fatto presente che non è facilmente raggiungibile per tutti e che alla fine ci rinchiuderebbe in un ghetto

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  73. Fino ad oggi è la forma straordinaria che viene celebrata su richiesta di un certo numero di fedeli(pochissimi).

    FALSO. noi siamo una trentina di persone: ci sono due ministranti, alcune coppie anziane,
    diversi ragazzi e persone di mezza età, alcune famiglie con bambini piccoli (uno appena nato) che certo avrebbero difficoltà a raggiungere l'unica riserva indiana di Roma a S. Trinità dei Pellegrini...

    il gruppo c'è, il sacerdote anche la Basilica (sempre vuota) con tanti Altari non usati pure (in compenso è pieno e dà buoni proventi l'annesso albergo); ma il Parroco mandato da Vallini non vult

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  74. Devi lasciare libere le persone.Se questi sono i risultati,se volete obbligare le persone a fare quello che non vogliono beh non va per niente bene

    quello che non va bene per niente sono i tuoi discorsi artefatti e continui a non capire: il Parroco non E' costretto celebrare, nessuno di noi si sogna di costringere nessuno; il sacerdote lo abbiamo, il Parroco deve solo concederci un Altare, che già avevamo ma ci siamo dovuti riproporre per ovvia correttezza!

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  75. proprio ieri - ci diceva accorato uno dei monaci- lo stesso parroco ha vietato ad un gruppo di sacerdoti in talare di celebrare messa, dirottandoli nelle chiese viciniori

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  76. Uff, che discorsi noiosi e già sentiti! Va bene, a volere il rito tradizionale sono quattro gatti spelacchiati e fissati, il resto del mondo è felice del nuovo rito, anche il papa non voleva affatto riabilitare il rito tradizionale ed è stato frainteso dai suddetti quattro gatti senz'arte né parte... Ma allora, scusate, cos'è che vi toglie il sonno? Perché continuate a rigirare questo problema che non esiste? Perché sciupate il vostro tempo a scrivere lunghe disquisizioni in materia? Una buona volta la vorrei una risposta a queste domande!

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  77. ... di noioso qui c'è la monotonia un graforroico interlocutore cui -ripeto- basterebbe replicare: "Sì, larillalléro!".
    AndreasHofer

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  83. AUCELLARE è così a corto di argomenti che, more solito, divaga, e si perde in una profluvie di commenti non solo, ma addirittura mi fa dir quel che non ho detto.
    Dove ho scritto che il Papa ha affermato che il rito di Paolo VI non sarà la forma ordinaria? E dove che il Papa lo voglia sostituire con l'antico?
    Io ho soltanto riportato il brano di un documento ufficiale in cui il Papa spiega ai vescovi e non agli strabici uccellatori, che è sua volontà che i due riti si arricchiscan reciprocamente: al messale antico, oltre ovviamente alle messe votive dei nuovi santi, vuole si aggiunga qualche ulteriore prefazio, al rito paolino sia informato alla sacralità insita nell'antico.

    Notare che prima nega, l'uccellator impaniato, che Castrillon abbia detto le parole che ho riassunto, poi, dinnanzi all'evidenza corre ai ripari: ma è un'intervista e non un documento ufficiale. Ed io non avevo parlato di discorsi alla Latin Mass e d'interviste? E il cardinale non ha sempre dichiarato che ripeteva il pensiero del Papa con cui aveva settimanali ed ancor più frequenti rapporti?

    Impari a leggere il logorroico anonimo, prima di scrivere e non manipoli il pensiero altrui. Tanto quelli come lui ben li conosco.

    Che poi nella prospettiva ratzingeriana, come di altri porporati, ci sia la volontà di por fine al biritualismo con la promulgazione di un messale che abbia la struttura dell'antico e la ricchezza di testi, e di qualche altro elemento come la preghiera dei fedeli del NO, non è una novità. Ma ormai la soluzione è sembra demandata al successore di Benedetto, se gli aggiustamenti del NO si mantengon nei limiti delle proposte della commissione di Canizares.

    Mi associo alla pazienza di MIC, ma prego la Redazione di toprnare a ripulir il blog dalle prolisse fandonie aucellari.

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  84. E infatti. Ti avevamo dato un'altra possibilità, Aucellare (tanto per usare l'ultimo dei tuoi nomignoli), ma a condizione di attenerti alle regole della buona creanza e, in particolare di non ingolfarci di commenti ripetitivi, in replica ad ogni virgola del prossimo, di nessun approfondimento dialettico e, in particolare, in mala fede: che senso ha infatti negare cose evidenti, come discorsi del card. Castrillòn Hoyos o l'intenzione del Papa per la riforma della riforma (leggiti il post che uscirà tra poche ore in merito!)?

    E' l'ultimo avvertimento. Per questa volta, cancellazione selettiva dei commenti più petulanti. La prossima volta, totale.

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  85. "A parziale smentita di Pastorelli, vi è da dire che qualche lettore ha avuto, a mio parere del tutto immeritatamente, citazioni in evidenza anche a caratteri cubitali. Voi tradizionalisti siete incontentabili, sempre, peggio di Giampiero Albertini"

    Bentornato, Mercenaro, ma non abbiamo capito niente di questo tuo commento. E chi è Albertini?

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  86. Il padre Augé nel suo blog dice di far sonni tranquilli, ma intanto si affanna a sottolineare in continuazione come una ipotetica riforma della riforma non è sentita dalla "base". Sicuramente abbiamo capito che lui sente molto l'argomento; ma lo si deve scusare: appartiene a una generazione che ha vissuto gli anni "ruggenti" del concilio e del postconcilio. Tutto passa, passeranno anche certe generazioni; come passerà il Novus Ordo, travolto dalle stesse mode per inseguir le quali è stato creato.

    E ripenso ai racconti che mia nonna (classe 1898) mi faceva quando ero bambino; mi raccontava dei vespri domenicali a cui non si mancava e che tutti cantavano; della spiegazione pomeridiana della Parola di Dio, e della messa cantata della domenica. E io, adolescente nato e cresciuto col Novus Ordo e intriso (allora) del neoterismo acquisito quasi per osmosi dalla frequentazione della parrocchia, gli obiettavo che con tutto quel latino non capivano propio nulla mentre, insistevo, che con l'italiano è meglio perché si capisce tutto. E mia nonna, con un sorriso sulle labbra, come di chi la sa lunga, mi rispose: è vero, non capivamo, ma quel canto, quei riti, quel silenzio, quella stessa lingua sconosciuta innalzavano la mente e il cuore a Dio. E vivevamo felici di poterci sentire così vicini a Lui. E io non seppi cosa rispondergli, perché la nuova liturgia, in cui pure all'epoca credevo ciecamente, non mi aveva mai fatto sentire vicino a Dio: più che altro mi faceva sentire vicino agli altri fratelli a cui davo la mano durante il padre nostro ma non a Dio.

    Mia nonna è una di quelle persone che dopo le riforme liturgiche non ha più messo piede in chiesa (una volta solo riuscii a portarcela e dopo la messa mi disse: parole in questa messa già se ne sentono, se facesse sentire anche Dio sarebbe completa).
    Mia nonna è una delle tante persone che ha sofferto nell'intimo e in silenzio per la riforma liturgica.

    Fili

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  87. Non ero più ritornata su questo thread e scopro non solo i "contributi" del neocatecumenale ai molteplici nick, la redazione ha già espresso il mio pensiero, dunque non mi dilungo, ma sopratutto leggo la testimonianza a mio avviso importante di Mic che nessuno ha rilevato.

    Dunque un gruppo formato, con il sacedote, che già celebra in una parrocchia romana secondo il Rito antico va, per e con rispetto,a prendere contatto con il nuovo parroco inviato da Vallini e si trova davanti un parroco che invece di semplicemente accoglierli e ringraziarli, sospende il tutto per parlarne con Vallini!!!

    Ma ci rendiamo conto?
    Questi sono fatti, vissuti da chi partecipa a questo blog, che mostrano il comportamento inaccettabile di chi contesta il S.P. , di chi si oppone alla volontà del Papa, di chi vorrebbe impedire a dei fedeli di usufruire di un diritto a loro concesso dal Sommo
    Pontefice, di chi senza alcun diritto vorrebbe privare dei fedeli di celebrare la Santa Messa che già celebravano prima del suo arrivo.
    Non se se realizzate la gravità del fatto.
    Spero che Mic e il suo gruppo potranno continuare a celebrare la Messa tridentina....altrimenti resta poi sempre il ricorso all`Ecclesia Dei.
    Spero che non dovranno aver bisogno di farlo.

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  88. A Mic: mandaci una mail con nomi, cognomi e soprannomi. Il minimo che si possa fare, è rendere note e denunziare le soperchierie continue che ci fanno subire.

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  89. sono andata a curiosare nel blog di padre Augé e anche se non condivido l'impostazione può essere interessante. peccato che i commenti siano scarsi e di basso livello, spesso ripetitivi e non di rado appartengono alle stesse persone che scrivono una frase alla volta. Da tutto questo mi pare che non sia un blog molto seguito. Peccato, perché il padre Augé manifesta la propia condanna degli abusi e delle sfigurazioni.

    Certo questo sondaggio non rivela nulla di nuovo e ripropone ciò che già si sapeva.
    Mi è parso di vedere il padre Augè preoccupato da una eventuale riforma della riforma. Cerca di sparare qualche colpo a favore della attuale liturgia ma non credo servirà a molto. Ad un confronto con la costituzione liturgica del concilio l'attuale liturgia manifesta tutta la propria lontananza dalle indicazioni conciliari; la riforma della riforma dovrà sicuramente togliere gli abusi, ma non solo: dovrà riportare il rito romano a ciò che era prima del 1969, dovrà riportarlo cioè laddove il concilio lo voleva e da dove Bugnini e Paolo VI lo hanno allontantato.

    Morena

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  90. L'analisi di Morena mi trova quasi completamente d'accordo.

    Perché quasi ? Semplice, perché le questioni sul novus ordo non mi interessano. A me interessa il vetus. Forse è anche per questo che ci son troppe frizioni: noi del vetus ci occupiamo anche di questioni del novus e quelli del novus si occupano di questioni del vetus: per carità, ognuno si occupa di ciò che vuole, ma se entrambi gli "schieramenti" ci occupassimo ognuno del propio settore (o, se volete, del propio orticello)?
    Non per essere autoreferenziali e chiusi, ma per migliorare ciò che amiamo; sì, perché se il novus ha enormi piagne da sanare, anche il vetus ha bisogno in continuazione di essere compreso ed approfondito, per poterlo vivere sempre meglio ed in maniera attiva.
    E, naturalmente, anche per poterlo difendere da eventuali manomissioni: arricchimento sì ma nel rispetto della tradizione.
    Fò un esempio: i prefazi. Se ne possono aggiungere quanti vogliamo, gli antichi sacramentari nre hanno a centinaia, ma senza intaccare la struttura consolidata; così ad esempio al Corpus Domini deve essere lasciato il prefazio della Natività e solo come alternativa si possono inserire tutti i prefazi che si vuole; stessa cosa col prefazio della Passione per il giovedì santo.
    Il legame teologico che l'uso di questi due prefazi crea (a Corpus Domini il prefazio del Natale e al giovedì santo il prefazio della Passione)è meraviglioso. Pensiamo solo al fatto che per Corpus Domini si dice ciò che si dice a Natale: "affinché mentre contempliamo Dio visibilmente possiamo venir rapiti all'amore delle cose invisibili"; c'è modo migliore per dire che quel pane e quel vino consacrati sono lo stesso Corpo che Maria e i Magi adorarono nel presepe?
    E se Maria e i Magi lo vodero con gli occhi del corpo noi lo vediamo con gli occhi della fede!

    Dio quì e ora come lo era nella stalla di Bethlem.
    Meraviglioso!

    Quanta ricchezza nel messale antico! Anche nell'uso di un prefazio puttosto che un altro si possono trarre elementi di meditazione altissimi!


    Antonello

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  91. Solo ora leggo il commento di Jacopo:favoloso.Eugenio

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  92. Che il nuovo rito sia stato pacificamente (cioè senza rimostranze) accettato dalla stragrande maggioranza dei cattolici è un dato di fatto, che non riguarda soltanto l'America Latina, ma anche l'Europa. Un vero e proprio movimento a favore della liturgia tradizionale è sorto molto dopo la riforma e si sta diffondendo largamente solo da pochi anni. Poiché in America Latina sono pochissimi ad avere gli strumenti intellettuali e materiali per istituire un confronto tra le due forme del rito, mi pare ovvio che non ci siano state grandi richieste in tal senso. Si segue la liturgia proposta dalla Chiesa, senza porsi troppi interrogativi, esattamente come si è fatto in Europa per molti anni dopo il Concilio.

    D'altra parte, misurare la bontà di una riforma dalla condiscendenza con cui clero e fedeli l'hanno accettata, equivale a misurare il gradimento di un programma televisivo dal numero di persone che non telefona all'emittente per protestare. In realtà il telespettatore ha un'arma più passiva, ma non meno eloquente, per manifesta il suo dissenso: cambiare canale. O spengere l'apparecchio.

    E proprio su questo avrebbe dovuto concentrarsi il "sondaggio" del P. Augé. Mettendo in relazione, per esempio, l'introduzione del nuovo rito con la variazione del numero di persone che va a Messa o del numero di persone che ha abbandonato la fede cattolica. È nota a tutti la crescente secolarizzazione cui sta andando incontro la Chiesa latino-americana negli ultimi decenni. In alcuni Paesi i cattolici si stanno avviando a diventare minoranza, soppiantati dal protestantesimo pentecostale o più semplicemente da quell'indifferentismo che nei nostri Paesi stiamo già sperimentando. Non voglio dire che la causa risieda soltanto o principalmente nel cambiamento di rito. Molto ha giocato l'influenza di un cattolicesimo puramente "sociale", la cui punta estrema è costituita dalla cosiddetta "teologia della liberazione". Ma pensare che la liturgia non abbia contribuito, e contribuito in maniera decisiva, significa ignorare l'adagio degli antichi: "Lex orandi, lex credendi".

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  93. Nella mia parrocchia ho preparato per bene tutta la comunità, e ogni domenica celebro anche una messa antica, e il tutto si svolge da circa due anni in completa serenità; nei primi mesi c'è stato un certo malumore da parte di un piccolo gruppo di fedeli, ma col tempo si sono tranquillizzati; quando ho spiegato che la possibilità di scelta non deve essere vista come un impoverimento ma come un arricchimento. Ho dovuto ricorrere ad un esempio commerciale ed ho detto: se in un supermercato trovate due prodotti diversi dello stesso articolo, e quindi potete scegliere, vi lamentate? Mi hanno detto: no.
    E allora, ho replicato io, perché vi lamentate se in parrocchia si può scegliere tra una messa in italiano e una in latino? A voi non interessa la messa in latino? Non veniteci, non siete mica obbligati, ma non potete impedire a chi lo vuole di parteciparvi. Hanno capito.
    Oggi, dopo circa due anni, la messa antica domenicale è frequentata da fedeli:
    35 per cento tra 50 e 60 anni;
    5 per cento oltre 60 anni;
    15
    per cento tra 40 e 50 anni;
    25 per cento tra 30 e 40 anni;
    20 per cento di under 30.

    Diciamo che in generale la messa in latino attira molto, non tanto gli altri fedeli, quanto i lontani, quelli che a messa non andavano. Almeno unsa cinquantina di persone che non erano praticanti ora sono abitualmente presenti ogni domenica

    Per arrivare a questi risultati s'è dovuto lavorare sodo, sia insegnando l'ordinario della messa che l'uso del propio, con l'ausilio del messalino bilingue che i fedeli ora sanno usare benissimo autonomamente. Dopo lo stupore iniziale (e i malumori a cui ho accennato) oggi posso dire che nella mia parrocchia le due fome del rito romano vivono tranquillamente una accanto all'altra.

    Questo per dire che quando si presenta la "novità" del rito antico con serenità, nell'ottica dell'integrazione e non della contrapposizione con la forma ordinaria, le polemiche muoiono sul nascere e gli stessi malumori di alcuni vengono subito dimenticati. Oggi nella mia parrocchia c'è possibilità di scelta, e i fedeli scelgono.
    Ciò che più mi ha dato soddisfazione è quanto mi ha raccontato un confratello; un giorno incontra una mia parrocchiana la quale gli dice che nella mia parrocchia c'è più vivacità perché....si può scegliere se andare a messa in italiano o in latino! Da notare che questa parrocchiana non è una frequentatrice abituale della forma straordinaria, ma ha capito il senso delle disposizioni papali. E con un pizzico di orgoglio (me lo permettete?) posso dire che se lo ha capito è perché ho cercato di insegnarglielo.

    Per concludere posso dire che quello che i fedeli notano di più e quello che più li affascina e li attira (dopo un comprensibile disorientamento iniziale) è il clima di silenzio che pervade tutto il rito antico. Il lunghissimo silenzio del canone (ben 10 minuti circa!) è quello che più colpisce. Qualche fedele che per diverse volte consecutive è venuto alla messa in latino mi ha confessato di essersi trovato male e a disagio quando poi è andato a una messa in italiano; alla mia domanda sul perché di questo disagio mi ha risposto: alla messa nuova non c'è tranquillità, dall'inizio alla fine è uno tzunami di parole che stordiscono.
    Mi ha fatto riflettere molto questo. Ed è vero: la forma ordinaria è da celebrare pressoché integralmente a voce alta e i pochi attimi di silenzio (io ne faccio due, uno dopo le letture e uno dopo la comunione, oltre a quello ancor più breve dell'atto penitenziale) non solo non bilanciano la marea di parole ma la evidenziano ancor di più. Ma che ci posso fare? Quando celebro in forma ordinaria non posso dire sottovoce ciò che le rubriche mi impongono di dire a voce alta.
    Qualche altro fedele mi ha detto che quando sente la necessità di rilassarsi preferisce la forma straordinaria!

    Comunque, a parte questi dettagli ciò che volevo sottolineare è che seguendo la lettera e lo spirito del motu propio e della lettera di accompagnamento, si ottengono solo benefici.

    Don Giovanni C.

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  94. Preghiamo il Signore perché di preti come lei ce ne mandi tanti, don Giovanni!

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  95. Ai silenzi osservati da don Giovanni C., quando celebra col Messale di Paolo VI, potrebbe aggiungere il momento dell'offertorio, le cui preghiere, come dice la rubrica, si dicono "submisa voce"

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