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sabato 12 settembre 2009

Il Santo Nome di MARIA


Vorrei fare alcune riflessioni con voi sul significato di questo nome: nella storia dell'esegesi ci sono state diverse interpretazioni del significato del nome di Maria:

1) "AMAREZZA"

questo significato è stato dato da alcuni rabbini: fanno derivare il nome MIRYAM dalla radice MRR = in ebraico "essere amaro". Questi rabbini sotengono che Maria, sorella di Mosè, fu chiamata così perché, quando nacque, il Faraone cominciò a rendere amara la vita degli Israeliti , e prese la decisione di uccidere i bambini ebrei.

Questa interpretazione può essere accettata da noi Cristiani pensando quanto dolore e quanta amarezza ha patito Maria nel corredimerci:

[Lam. 1,12] Voi tutti che passate per la via, considerate e osservate se c'è un dolore simile al mio dolore...

Inoltre il diavolo, di cui il Faraone è figura, fa guerra alla stirpe della donna, rendendo amara la vita ai veri devoti di Maria, che, per altro, nulla temono, protetti dalla loro Regina.

2) "MAESTRA E SIGNORA DEL MARE"

Secondo questa interpretazione il nome di Maria deriverebbe da MOREH (ebr. Maestra-Signora) + YAM (= mare): come Maria, la sorella di Mosè, fu maestra delle donne ebree nel passaggio del Mar Rosso e Maestra nel canto di Vittoria (cf Es 15,20), così "Maria è la Maestra e la Signora del mare di questo secolo, che Ella ci fa attraversare conducendoci al cielo" (S.Ambrogio, Exhort. ad Virgines)

Altri autori antichi che suggeriscono questa interpretazione: Filone, S. Girolamo, S. Epifanio.

Questo parallelo tipologico tra Maria sorella di Mosè e Maria, madre di Dio, è ripreso da Ps. Agostino, che chiama Maria "tympanistria nostra" (Maria sorella di Mosè e la suonatrice di timpano degli Ebrei, Maria SS. è la tympanistria nostra, cioè dei Cristiani: il cantico di Mosè del N.T sarebbe il Magnificat, cantato appunto da Maria: questa interpretazione è sostenuta oggi dal P. Le Deaut, uno dei più grandi conoscitori delle letteratura tergumica ed ebraica in genere: secondo questo autore, S. Luca avrebbe fatto volontariamente questo parallelismo.

3) "ILLUMINATRICE, STELLA DEL MARE"

Secondo questa interpretazione il nome di Maria deriverebbe da: prefisso nominale (o participiale) M + 'OR (ebr.= luce) + YAM (= mare): Così S. Gregorio Taumaturgo, S. Isidoro, S. Girolamo (insieme alla precedente)

Alcuni autori ritengono che S. Girolamo in realtà non abbia interpretato il nome come "stella del mare", ma come "stilla maris", cioè: goccia del mare.

La presenza della radice di "mare" nel nome di Maria, ha suggerito diverse interpretazioni e/paragoni di Maria con il "mare":

Pietro di Celles (+1183) Maria = "mare di grazie": di qui Montfort riprende: "Dio Padre ha radunato tutte le acque e le ha chiamate mare, ha radunato tutte le grazie e le ha chiamate Maria" (Vera Devozione, 23).

Qohelet 1,7: "tutti i fiumi entrano nel mare"; S. Bonaventura sostiene che tutte le grazie (= tutti i fiumi) che hanno avuto gli angeli, gli apostoli, i martiri, i confessori, le vergini, sono "confluite" in Maria, il mare di grazie.

S.Brigida: "ecco perchè il nome di Maria è soave per gli angeli e terribile per i demoni"


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Ave maris stella, Dei Mater alma, atque semper virgo, felix coeli porta...

Questo inno sembra una meditazione sul nome di Maria, in rapporto a Maria sorella di Mosè:

"Ave maris stella" (cf significato 3); "Dei Mater ALMA atque semper virgo": Maria, sorella di Mosè, viene chiamata in Es 2,8, `ALMAH = "vergine" e, etimologicamente "nascosta"; "felix coeli porta", cioè "maestra del mare" di questo secolo che Ella ci fa attraversare (cf. significato 2)


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4) PIOGGIA STAGIONALE

Secondo questa interpretazione il nome di Maria deriverebbe da MOREH (ebr. PRIMA PIOGGIA STAGIONALE)

Maria è considerata come Colei che manda dal cielo una "pioggia di grazia" e "pioggia di grazia essa stessa".

Questa interpretazione, che C. A Lapide attribuisce a Pagninus, viene in parte ripresa da S. Luigi di Montfort nella Preghiera Infuocata: commentando Ps. 67:10 "pluviam voluntariam elevasti Deus, hereditatem tuam laborantem tu confortasti" (Una pioggia abbondante o Dio mettesti da parte per la tua eredità), il Montfort dice:

"[P.I. 20] Che cos'è, Signore, questa pioggia abbondante che hai separata e scelta per rinvigorire la tua eredità esausta? Non sono forse questi santi missionari, figli di Maria tua sposa, che tu devi scegliere e radunare per il bene della tua Chiesa così indebolita e macchiata dai peccati dei suoi figli?"

Maria, pioggia di grazie, formerà e manderà sulla terra una pioggia di missionari

5) ALTEZZA

Secondo questa interpretazione il nome di Maria deriverebbe da MAROM (ebr. ALTEZZA, EXCELSIS): questa ipotesi è sostenuta, tra gli antichi dal Caninius, e, tra i moderni, da VOGT, soprattutto in base alle recenti scoperte dei testi ugaritici, che hanno permesso la comprensione di molte radici ebraiche.

Luca 1:78 per viscera misericordiae Dei nostri in quibus visitavit nos oriens EX ALTO

questo versetto, in base al testo greco e alla retroversione in ebraico, può essere tradotto:


ci ha visitati dall'alto un sole che sorge: Cristo è il sole che sorge che viene dall'alto (il Padre)

oppure

ci ha visitati un sole che sorge "dall'alto" = da Maria


***


Di tutti queste ipotesi, qual è quella giusta? forse la Provvidenza ci ha lasciato nel dubbio perché nel nome di Maria possiamo trovare nel contempo tutti i significati che l'analogia della fede ci suggerisce

Ed ora perdonatemi l'ardire:

[Cf. Fil. 2,5] Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Maria, [6]la quale, essendo Immacolata, non considerò un tesoro geloso l'esser Madre di Dio; [7]ma spogliò se stessa, assumendo la condizione di serva rimanendo simile agli uomini; nascosta in forma umana, [8]umiliò se stessa facendosi obbediente con Cristo fino alla sua morte e alla sua morte di croce. [9]Per questo Dio l'ha esaltata e Le ha dato il nome che, insieme a quello del suo Figlio Gesù, è al di sopra di ogni altro nome; [10]perché nel nome di Maria ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; [11]e ogni lingua proclami che Maria è la Signora, a gloria di Dio Padre.

Don Alfredo Morselli

***

Nota della Redazione. Per la festa del Nome di Maria (12 settembre), Nome cui questo blog è dedicato fin dall'origine (v. qui), riportiamo dal Breviarium Romanum:

Quod quidem dulcissimum nomen, iampridem in quibusdam christiani orbis partibus speciali ritu cultum, Innocentius undecimus Romanus Pontifex, ob insignem victoriam de immanissimo Turcarum tyranno, cervicibus populi christiani insultante, Viennae in Austria partam, et in perenne tanti beneficii monumentum, in Ecclesia universali singulis annis celebrari praecepit.

Invero tale nome dolcissimo, già in precedenza onorato con speciale cerimonia in alcune parti dell'orbe cristiano, il romano Pontefice Innocenzo XI, per l'insigne vittoria ottenuta a Vienna in Austria contro il crudele sultano turco, che minacciava le teste del popolo cristiano, e a perenne ricordo di tanto favore, ordinò che si celebrasse ogni anno in tutta la Chiesa.



Statua processionale monumentale per la festa del Nome di Maria. La Madonna ferma con la mano le palle di cannone turche. Il cartiglio retto dall'Angelo recita: Nomini neo adscribatur victoria, "al mio Nome il merito della vittoria".

34 commenti:

  1. molto bello e profondo. complimenti!

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  2. Molto molto interessante e molto molto bello. Gazie don Alfredo, ci vediamo a Bologna il 3 ottobre.
    Un saluto riminese da ALMA PREX.

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  3. Soprattutto la parte finale è da tener presente. Facciamone tesoro.

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  4. è STUPENDO !!!!!!

    Grazie di cuore MONS . Morselli .

    spero potrà fare per noi la stessa cosa col NOME di

    GESU' ...............

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  5. Un bel commento,da incorniciare!Che tripudio pel corpo e per l'anima veder congiunte la cultura e la fede,la prima a sgabello della seconda.Il commento mi tocca perche' proprio stasera torno dalla Messa celebrata in onore del Ss.mo Nome di Maria dal caro Cardinal Castrillon Hoyos.A proposito,durante i preparativi in sacrestia,il sacrista,tanto per fare un gesto gentile,ha offerto una pianeta ad uno dei concelebranti,un minore conventuale,pure di una certa eta'(arieccoli!,si dice a Roma,quando si parla dei "soliti noti").Se fosse stato offerto a Stalin uno scapolare del Carmine,questi avrebbe reagito meglio!

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  6. Leggendo le ultime righe dell'intervento, voglio sperare che don Alfredo Morselli non sia quel prete che un mesetto fa, durante una messa al santuario di Bocca di Rio, diocesi di Bologna, osò definire Maria come Agnella di Dio, uscendo dal Cattolicesimo per entrare nell'eresia idolatrica.
    Spero vivamente che il Tradizionalismo cattolico, resistente sul lato del modernismo, non abbia cedimenti eretici su un altro lato...
    Ciò sia detto anche ad onore della Vergine Maria, Immacolata, Sempre Vergine, Madre di Dio e Assunta in cielo, a cui la Chiesa tributa una iperdulìa che non è da confondere con l'adorazione riservata a Dio solo. Quindi andrei con molta cautela nell'applicare alla Beata Vergine Maria frasi da riservare a Gesù Cristo, unico Signore e Salvatore!
    Nike

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  7. Bellissimo testo! Oggi a Perugia è anche stata la Festa Patronale...noi infatti al 12 settembre festeggiamo la bella Madonna delle Grazie, venerata in Cattedrale...
    Chiedo alla Redazione...nell'elenco a lato di testi relativi alla vite dei santi, è possibile inserire questa meditazione e quella relativa a Maria Regina?

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  8. Quanto alle tentazioni eretiche e alle vere e proprie mariolatrie, il pericolo esiste...e viene sia dal campo "carismatico" che da quello "tradizionalista"...mi è capitato di leggere varie volte certe aberrazioni assolute, che non sono solo indice di eresia ma, secondo me, di follia vera e propria...mi riferisco al nome di Maria inserito nel Signum Crucis e nel Gloria Patri, alla credenza nella "presenza reale" di Maria nell'Eucaristia (?!?!?!?!?!?), alla "Divina Concezione" di Maria e a Maria "Divina"...è vero, su internet si trova di tutto...il problema però, è che queste robe non ci sono solo su internet, ma anche e soprattutto nella vita reale...e fanno presto a inserirsi subdolamente nella Fede cattolica...che mai ha adorato nessun altro, all'infuori di Dio Uno e Trino!
    Stiamo in guardia...che tutto vada ad onore della Madre di Dio...ma nella maniera giusta...e che Maria ci protegga sempre...

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  9. Vedo che qualcuno grida all’eresia perché Maria è stata chiamata “Agnella di Dio”. Questa espressione la usa anche la liturgia della Chiesa. Nell’ufficio delle letture del giovedì santo, in un passo tratto dall’omelia pasquale di Melitone di Sardi (metà secolo II circa), si legge: “Egli è l’agnello che non apre bocca, egli è l’agnello ucciso, egli è nato da Maria, agnella senza macchia”.
    I Padri della Chiesa, mutuando da san Paolo il concetto che Cristo è il nuovo Adamo, hanno parlato di Maria come nuova Eva. Come Gesù in quanto Redentore viene detto Agnello, così anche Maria è detta Agnella.
    Matias Augé

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  10. Accolgo con intimo plauso
    questa stupenda disquisizione etimologica sul nome di Maria, sicuramente istruttiva per tanti cattolici (soprattutto per i giovanissimi, che a scuola ben poco vengono abituati a certi illuminanti approfondimenti linguistici, in generale);
    e faccio tesoro dei tanti suggerimenti, tutti riferibili a qualifiche accreditate della Madre di Dio, che spiegano e alimentano la VENERAZIONE DOVUTA dai cattolici a Colei che fu scelta da Dio come Madre Immacolata del suo Verbo Gesù, e resa anche Madre benedetta dell'umanità redenta in Cristo, Regina della Chiesa Trionfante, incoronata come tale dalla Ss.ma Trinità.
    (In particolare trovo suggestiva la derivazione del nome Miriam, indicata con M + 'OR + YAM, interpretata dal Santo a Maria devotissimo, il Montfort, come “Mare di grazie”, privilegio immenso che la rende sicuro materno rifugio dei figli di Dio nei travagli dell’anima e del corpo, e potente supplice mediatrice, massima tra i Santi, come si mostrò già dall’inizio alle nozze di Cana; tuttavia trovo tutte le altre indicazioni plausibili, complementari tra loro e riferibili a tanti attributi preziosi presenti nelle litanie lauretane).

    Detto questo, però, concordo con la motivata paura di Nike.
    Infatti mi crea notevole disagio la lettura della "rivisitazione" fatta da don Morselli sul testo famoso di S. Paolo: non credo sia una operazione di parafrasi con buon effetto didattico, anzi la considero piuttosto rischiosa (pur comprendendo le ragioni di grande affettività da cui don Morselli è stato mosso), poiché tende a sovrapporsi a quel testo originario, e , se recepita e assimilata in posizione prioritaria, spostando in secondo piano la figura del Salvatore e la necessità di ADORARE SOLO LUI, con la Ss.ma Trinità (“ogni ginocchio si pieghi” allude chiaramente all’adorazione dovuta al Signore e a nessuna creatura mai), potrebbe indurre inavvertitamente tanti fedeli ad un amore “sviscerato”, umano-idolatrico, fanatico, che mai la Madonna vorrebbe: ricordiamo che Ella rimane sempre Colei che ha portato e partorito nel suo grembo verginale Gesù il Salvatore, che Lei stessa adora in eterno, e genera come Madre spirituale ogni figlio di Dio alla vita della Grazia,
    accompagnandoci sempre incontro a Lui: “Fate quello che Egli vi dirà”;
    sempre Ancella del Signore, a vantaggio eterno di tutta l’umanità!
    Maria Ss.ma, incoronata dalla Trinità quale Regina degli Angeli e Santi, è -tra tutti gli adoratori della Corte Celeste- la prima e somma adoratrice di Dio che l’ha così riempita di Grazia ab eterno.
    Spero che don Morselli non voglia dimenticare e possa ricordare ai suoi fedeli che Maria è
    Creatura e Figlia PRE-REDENTA in Cristo, nella sua Immacolata Concezione : per questo mi pare veramente arduo e pericoloso attribuirle quello “spogliò se stessa”, che sembra parificarla al Verbo, come in una "volontà" di auto-annichilimento;
    e più pericoloso ancora: “nascosta in forma umana”…che cosa potrebbero dedurne i fedeli inavvertiti da quest’ardita parificazione a Gesù Cristo? Che forse sarebbe una divinità che nella sua umanità non si era disvelata? Credo che qui sia necessaria la massima attenzione ad evitare passi falsi sulla china dell’idolatria!

    Giovanna
    ..........
    (continua-)

    RispondiElimina
  11. ..............
    Potremmo forse dire che Maria è Primogenita tra i redenti, in virtù dei meriti della Passione e Morte di Nostro Signore, mentre Egli è Primogenito tra i risorti, (che ha spogliato e umiliato Se stesso obbedendo fino alla Morte di Croce), nel disegno di Salvezza che il Padre Celeste
    aveva manifestato dopo la caduta di Adamo ed Eva: questo la Madonna lo sa benissimo, e io penso che dovremmo sempre e comunque rispettare ed onorare (ed imitare) massimamente la sua UMILTA’, impareggiabile da qualsiasi santo, e che l’ha resa “ALTA più d’ogni creatura”, ricordando sempre, come autentico omaggio alla sua genuina santità, il Canto del MAGNIFICAT, che più d’ogni altro testo biblico, esprime il suo cuore e il suo carattere:

    L'anima mia magnifica il Signore
    e il mio spirito esulta in Dio, MIO SALVATORE,
    perché ha guardato L'UMILTÀ DELLA SUA SERVA.


    Maria Ss.ma ha portato in grembo, come umile serva,
    Colui per mezzo del Quale tutto è stato fatto e che si era degnato di degradarsi alla condizione umana per farsi Salvatore degli uomini: ed Ella dice “MIO SALVATORE,” Maria SA di essere salvata anche lei dal Figlio di Dio che l’ha pre-redenta e fatta sua Madre Immacolata e Madre dell’umanità salvata.
    E tutto il testo seguente del Magnificat è un rendimento di grazie a Dio, un’esaltazione
    della Potenza Provvidenza e Misericordia del Signore:
    A LUI MARIA scioglie il suo canto libero, A LUI MARIA rende grazie, A LUI Maria invita a guardare, A LUI riconduce il cuore del suo popolo (e tutti noi cristiani) nel ricordo delle promesse fatte ad Abramo, mantenute ora in Lei incinta di Gesù; sotto la Croce su cui EGLI, AGNELLO DI DIO è immolato in espiazione dei nostri peccati,
    Ella trafitta da 7 spade di dolore, compartecipe alla Passione,
    A LUI SOLO ci invita a chiedere perdono dei nostri peccati che lo hanno trafitto, A LUI ci invita ad offrire la nostra conversione e la nostra croce personale,
    A LUI infine ci invita a volgere il nostro cuore e tutta la nostra ADORAZIONE:
    ci invita senza posa ad amare, supplicare, ringraziare, ADORARE LUI IN ETERNO, insieme con Lei e COME LEI fa, da quando è nata, e fino all’Eternità:
    Ancella umilissima, veneratissima e beatissima Madre del Signore, Regina Altissima della Corte Celeste, con Angeli e Santi che al suo seguito adorano in eterno Gesù Cristo nel seno della SS.ma Trinità!

    *****************************

    Vorrei dunque, senza per questo sminuire l’omaggio di filiale devozione alla Madonna, l’”iperdulia” che don Morselli vuole proporre ai fedeli, suggerirgli però di mantenersi con noi (che con ammirazione lo leggiamo) un pochino al di qua di una soglia prudenziale nella scelta degli accostamenti e degli attributi di santità della Madre di Dio.
    Spero infine di non avergli mancato del giusto rispetto con la mia piccola riflessione: e in questa, laddove ho sbagliato ( o sono stata forse “pignola”) sarò lieta di essere corretta da don Morselli e da chiunque vorrà farlo.

    Giovanna

    RispondiElimina
  12. Mi sembra che si esprimano troppe riserve scrupolose, ch’io non condivido, pur nella loro volontà di non cader nell’ambiguità, su quanto affermato da don Morselli.
    Leggo soltanto ora, e fo mio quel che ha scritto il p. Augé, che certo per me non nutre stima, e a suo modo e tempo l’ha scritto.

    Don Morselli non vuole affatto sostituire Maria a Gesù Cristo come Redentore. È un sacerdote tutt’altro che carismatizzante.
    Egli ripete ciò che nella Tradizione si trova.
    Arnoldo di Chartres nel “De Laudibus Mariae Virginis” scriveva: “Gesù offrì con Maria lo stesso sacrificio. Gesù nel sangue della sua carne, Maria nel sangue del suo cuore”.
    Le citazioni potrebbero esser numerosissime.
    S. Pio X in “Ad diem illum” vede Maria associata al Figlio “per una comunione di dolore e volontà” ; Pio XI, in “Miserentissimus Redemptor”: “per mezzo di una misteriosa unione”. Insomma Maria è unita a Cristo nell’offerta del sacrificio perfetto, anch’essa spiritualmente sottoposta liberamente alla sua passione e morte, anch’essa vittima offerta a placare Dio per la redenzione degli uomini.
    E’ il problema non solo della mediazione di Maria, ma del suo esser Corredentrice.
    A questo proposito rinvio allo volume di mons. Brunero Gherardini, La Corredentrice, ed. Vivere in, 1998, che ha luce per tutti.
    Si capirà come Maria cooperi alla formazione del merito redentivo, alla soddisfazione da parte di Gesù, alla sua offerta sacrificale, nella sua accettazione d’esser Madre del Redentore ma anche di condividere con Lui la passione della Via Crucis, con lui rimanendo crocifissa spiritualmente con la sua esperienza kenotica.
    Non è la Redentrice, ma la Corredentrice. Senza il suo “fiat” non ci sarebbe stata la redenzione.
    Quanto poi a Maria salvata, redenta, pre-redenta, liberata dal peccato originale ecc. si possono consultare tanti testi. Tra i quali quelli del Roschini e lo stesso libro del Gherardini sopra citato.
    La Madre celeste non può esser “liberata” da un peccato non contratto: Lei è preservata ab aeterno dalla legge universale della propagazione del peccato originale. Non è da poco.

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  13. Pastorelli, rimaniamo sul piano dell'ortodossia, prego. Quando l'inno paolino dice che ogni ginocchio si deve piegare, si riferisce all'atto tipicamente cristiano di adorazione, in particolare verso la consacrazione eucaristica. Tale azione è da riservarsi a Dio solo, stante la "supervenerazione" dovuta alla Madre di Dio.
    Corredentrice? Sicuramente Maria è stata indispensabile e insostituibile all'economia della salvezza, ma se è per questo, in maniera più ridotta, lo sono stati anche san Giuseppe, san Giovanni Battista, san Pietro, fino ad arrivare a tutti noi poveri peccatori. Proclamarla Corredentrice instillerebbe nel popolo, che non si interesserà mai della teologia e delle sue sottili distinzioni e disquisizioni, idee errate che già circolano: ovvero la non necessità di Gesù e l'importanza al suo posto, della Madre sua.
    In tutto ciò vedo un pericolo maggiore ancora, d'altra parte sono il solito catastrofista, ovvero la ripresentazione del culto pagano della Grande Madre, sotto nuove spoglie cristianizzate.
    E questa è una grande bestemmia, verso lo Spirito Santo-Dio, verso Gesù (unico Salvatore) e verso Maria.
    Ma tanto, la gente va già da padre Pio a chiedere le grazie, perché non ha fede che il Signore possa esaudirla davanti al tabernacolo parrocchiale; i giovani giudicano la Chiesa cattolica sulla base di san Francesco d'Assisi, come se fosse lui il fondatore della Chiesa; e chi invece, come san Paolo, non è altro che un dito puntato verso Lui, l'Eterno, viene presentato come un fanatico ebreo riciclato e millantatore... Colmiamo il calice dei nostri padri?
    Nike

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  14. Il linguaggio iperbolico usato dall'ottimo don Morselli a proposito della Gran Madre non ci deve minimamente allarmare.Salvo miglior giudizio,non mi consta che eccessi di iperdulia mariana abbiano mai prodotto alcun movimento ereticale.Anzi,come afferma l'attuale Pontefice nel suo "rapporto sulla Fede",il culto mariano e' infallibile termometro per testare l'esistenza di (altre)eresie.Del resto,col quadro pietoso che si stende dinnanzi ai nostri occhi con la trionfante,persistente e pervasiva eterodossia,mi si appalesa ingeneroso formulare appunti al caro Morselli,cristallinamente tridentino,e a dir poco irriguardoso verso la Augustissima e Santissima Madre di Dio il solo pensare ad appunti di tal genere.DE MARIA NUMQUAM SATIS.Eugenio

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  15. Il richiamo altezzoso e fuori luogo all’ortodossìa che mi rivolge NIKE mi spinge a ricordargli che esiste non soltanto tutta un’ampia corrente teologica che s’impernia sulla Corredenzione di Maria, negata ovviamente dai protestanti, proprio con gli argomenti che avanza Nike, ma anche una lunga elaborazione concettuale sfociata in studi di altissimo livello, come quelli del Lépicier, Lebon, Bittremieux, Roschini, Gherardini ecc.: la teologia cattolica, si divide pressoché soltanto sulla determinazione di un’opera corredentrice immediata – i teologi citati – o remota (Goossens, Smith ecc.).
    Gli appellativi usati più spesso per Maria dai Padri e dai teologi sono mediatrice, ausiliatrice, avvocata, dispensatrice di grazie, “riparatrice”, “riconciliatrice” che contengono, soprattutto questi ultimi, già l’accezione di corredenzione. E lo stesso Magistero li ha sempre adoperati specie a partir da Benedetto XIV.
    Il termine Corredentrice, che appare nel Tractatus de preservatione gloriosissimae Virginis Mariae di un anonimo Minorita del sec. XIV, è stato usato sotto Pio X in decreti ufficiali: 1) nel 1908 dalla Congregazione dei Riti (ASS, 41, p.49) e nel 1913-14 del S. Uffizio (ASS 5, 1913, p. 364; 6, , 1914, p. 108. Certo, non è una definizione dogmatica, ma una cosa è se uso io tale appellativo, un’altra se l’uso entra nel linguaggio ecclesiastico ad altissimi livelli di ufficialità e responsabilità.
    I Papi ed i teologi molto insistono, fra l’altro, sul Novello Adamo e la novella Eva: uno è il redentore, l’altra la corredentrice.
    Scrive Pio X (“Ad diem illum”): “Da questa comunanza di dolori e di volontà tra Maria e Cristo, meritò Essa di diventare la degnissima riparatrice del mondo perduto e perciò la dispensatrice di tutte le grazie divine acquistate da Gesù con la sua morte e col suo sangue”. Riparatrice: vi par poco?
    Benedetto XV (“Inter sodalicia”,1918) insegna, dopo aver parlato del divino disegno che è alla base della presenza di Maria ai piedi della Croce: “ talmente patì e quasi morì col Figlio suo che pativa e morì, talmente abdicò ai suoi diritti materni sul Figlio per la salvezza degli uomini, e immolò il Figlio, per quanto a Lei spettava, per placare la giustizia di Dio, da potersi dire con diritto che ESSA HA REDENTO CON CRISTO il genere umano. Dunque, prese parte alla redenzione oggettiva immediata. Lascio da parte i papi successivi che nella loro mariologia, anche se non utilizzano il termine “corredentrice”, ne sviluppano ampiamente e chiaramente il concetto.
    Qui voglio riportare una preghiera radiofonicamente diffusa di PIO XI del 28 aprile 1935 a conclusione del giubileo dell’umana redenzione, e pubblicata dall’ Oss. Romano del 29-30 aprile 1935: “O Madre di pietà e misericordia, che fosti presente come compaziente e come CORREDENTRICE presso il tuo dolcissimo Figlio nell’atto in cui compiva la Redenzione del genere umano… conserva ed aumenta continuamente in noi, te ne preghiamo, i preziosi frutti della Redenzione e della tua compassione”. Dove, ovviamente, compassione significa condivisione della passione del Figlio.
    Dunque, prima di sparar sentenze di eresia e richiami all’ortodossìa, sarebbe meglio informarsi come fo io.
    Il volume, da me sopra citato, di mons. Brunero Gherardini è molto articolato: segue la sostanza del problema, il lavoro teologico ed il confronto fra i teologi, il Magistero, la Corredenzione nella Sacra Scrittura ecc., il tutto con argomentazioni forti e sorrette da una superba esegesi.
    Utile sarebbe anche la lettura del “Trattato della vera devozione a Maria Vergine” di S. Luigi M. Grignion de Monfort: qui ben si spiega come la devozione a Maria è devozione al Figlio suo, come le lodi più eccelse a Lei esaltano Lui perché a Lui Ella le offre.

    RispondiElimina
  16. Con meno altezzosità di quanta me ne attribuisce Pastorelli, rilevo gli appunti, anzi la valanga di documenti, ma non recedo dalla mia idea di un rischio di mariolatria. Solamente, mi dispiace che il nostro reagisca male crimini maiestatis causa.
    Ad Eugenio ricordo che falsi culti mariani e false apparizioni con falsi messaggi (ad esempio quando il diavolo apparve sotto forma di Maria a santa Caterina Vegri, ne Le sette armi spirituali) si sono avuti nella Storia della Chiesa, e che, purtroppo, stando così le cose, non abbiamo la garanzia che un culto mariano sia segno di ortodossia. Mi azzardo ad aggiungere: Medjugorie docet.
    Infine: mi pare scorretto richiamare il silenzio del sottoscritto a causa di una supposta offesa al culto di Maria.
    Io? Non sono io che modifico i versetti biblici...
    Nike

    RispondiElimina
  17. Chiedo scusa: criminis, non crimini...
    Nike

    RispondiElimina
  18. Caro Nike,ho troppo rispetto,da tempo,per il tuo modo logico di ragionare per non avvertirti che le apparizioni,se FALSE (inventate) o FALSIFICATE (perche' dietro c'e' Satana),non sono dannose per la Fede in quanto apparentemente MARIANE,ma semmai per il loro carattere rispettivamente fraudolento o diabolico.Del resto la Storia della Mistica ci offre esempi di fenomeni,falsi o diabolici,riferiti asseritamente a Nostro Signore,a Santi,ad Anime Purganti.Negli esempi da te posti la figura della Vergine Ss.ma e' causa involontaria(vittima) di confusione a causa di frode umana o malizia diabolica,non a causa di atti di culto,magari iperbolici!Ti scongiuro di non adottare,anche tu, il paralogismo neoterico.Eugenio

    RispondiElimina
  19. Nessun reato di lesa maestà: ma un po' di buona creanza e d'umiltà deve pur pretendersi da chi affronti temi evidentemente non molto familiari, richiamando al contempo chi li ha un po' masticati nientemeno che all'ortodossìa!
    E qui voglio riferirmi soprattutto a don Morselli che non è proprio l'ultimo arrivato.

    Per me NIKE può rimaner fermo nelle sue opinioni anche se collidono con ben accreditate posizioni teologiche e magisteriali.
    In questo ambito non si dà mariolatria.
    Cattolico e mariano non sono in contraddizione, anzi. Non si può esser cattolici senza esser mariani.
    Ricordo un articoletto di Palestra del clero degli anni '90 che si chiedeva: "Siamo cristiani o mariani?". Paolo VI rispose appunto che non possiamo dirci cristiani se non siamo mariani.

    Da notare che le espressioni tradizionali dell'iperdulia mariana son venerande e, anche quando a spiriti razionalistici appaion troppo sentimentali, immaginifiche e
    fantastiche nelle loro appassionate lodi, traggon per lo più la loro origine nella Sacra Scrittura e negli scritti dei Padri.
    Insomma, non temiamo di usar linguaggio "iperbolico" (che poi non è tale: non c'è parola umana che possa esprimere appieno la grandezza di Maria) verso la nostra Madre Celeste, "termine fisso d'etterno consiglio".
    E stiamo attenti a non mescolare una sana e profonda dottrina mariologica ed il debito culto alla Vergine SS.ma con le false apparizioni.

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  20. Come opportunamente ricordato dall'esimio Pastorelli,FINANCO gli immediati Successori del grande Pio XII ebbero a sottolineare l'inscindibile legame tra il concetto di "cattolico" e il concetto di "mariano".Con la gioia di fare opera buona e giusta (verso un Pontefice a me antipatico e verso la cara Redazione)mi piace ricordare il memorabile encomiabilissimo atto di forza di Paolo VI sulla turbolenta e mal disposta assemblea conciliare,quando impose la dizione MARIA MATER ECCLESIAE.Chissa',nel Tribunal Supremo,quanto gli avra' giovato!Eugenio

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  21. Forse vi interesserà leggere questi articoli, benchè senza dubbio ad alcuni non insegneranno nulla di nuovo:

    

Gli assertori illustri della co-redenzione di Maria da San Carlo Borromeo a Giovanni Paolo II

    di Angela Ambrogetti

    http://www.papanews.it/dettaglio_approfondimenti.asp?IdNews=1815

    http://paparatzinger-blograffaella.blogspot.com/2008/02/cinque-vescovi-al-papa-pari-opportunit.html

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  22. Non sono d'accordo sul verbo "corredimere", molto interessante e utile il resto. Grazie Silvana

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  23. Il dissenso non è una colpa, non essendo ancora la Corredenzione un dogma di Fede. E con la volontà di togliere tutte le pietre d'inciampo nel dialogo coi protestante per cui sono state poste in ombra tante verità anche nella Messa, difficilmente le nostre generazioni
    ne vedranno la promulgazione. L'occasione propizia s'era presentata col Concilio.

    Pur essendo verità più o meno comunemente credute nella Chiesa, l'Immacolata Concezione e l'Assunzione sono state proclamate dogma dopo tanti secoli.
    Ma lo Spirito soffia non solo dove, ma anche come e quando vuole.

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  24. Il Professor Pastorelli rimette l'ago della bilancia,come sempre ,sullo zero.E' verissimo:la Corredenzione,come fu per l'Immacolata(fino al 1854) e per l'Assunta(fino al 1950),non e' dogma di fede,e se ne puo'arguire un po' di qua e un po' di la',rimanendo nel lecito.Pero',nell'andar di qua e nell'andar di la',restano dei limiti invalicabili per l'ortodossia cattolica:di sopra,l'abisso che separa la Creatura dal Creatore,di sotto,l'eccelsitudine che distingue la Creatura piu' Santa di tutti i santi e di tutti angeli,"termine fisso d'etterno consiglio".Eugenio

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  25. Non sono il Sacerdote che ha chiamato a Bocca di Rio la Madonna l'Agnella di Dio: ma assicuro tutti che lo farò la prossima predica.

    In Jesu et Maria

    don Alfredo Morselli

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  26. Agnella di Dio, uscendo dal Cattolicesimo per entrare nell'eresia idolatrica.
    Ma non fu forse un padre della Chiesa a chiamara così nostra MAdre del Cielo?

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  27. Logicamente chi sta molto bene minando la barca di salvezza che è la Chiesa non poteva certo lasciare "senza macchia" la creatura più bella e più umile: Maria. Pura ed umile per questo infastidisce il grande orgoglioso! Ogni volta che si tocca la santità di Maria per abbassarla troppo al livello della Nazaretana fin troppo banale e normale c'è puzza di zolfo. Negli ultimi 40 anni fumo e zolfo a volontà...

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  28. EUGENIO,
    non condivido il tuo "un po' qua e un po' là". C'è molta sostanza nei teologi e nel Magistero. E non solo si arguisce: qualche Papa lo esprime chiaramente, come una pletora di teologi, altri Papi con circonlocuzioni e sinonimi. Cos'è la "compassione" che diventa "riparatrice"?

    Tempo al tempo. In fondo S. Tommaso non credeva all'Immacolata Concezione.

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  29. Caro Professore,se ci si mette pure Lei a non capire ,vuol dire proprio che siamo alla fine dei tempi.La mia espressione "un po' di qua e un po' di la'",con specifico riferimento alla Corredenzione,voleva significare che in ordine a tale eventuale dogma di fede si puo',come avvenne per l'Immacolato Concepimento,argomentare,sino a quando non intervenga una pronuncia solenne e straordinaria al riguardo,secondo divisamenti di maggior o minore entita'.Esattamente come nella disputa tra maculisti ed immaculisti,che registro',sino a ridosso del 1854, posizioni di ogni possibile sfumatura,in un campo e nell'altro.Che Ella mi ricordi che San Tommaso non era immaculista non vedo cosa c'entri.(Pensi che gia' lo sapevo,non foss'altro per la mia appartenenza piu' che ventennale a parecchi Circoli tomistici,in vari Paesi del mondo!).Tra l'altro il riferimento conferma appunto-per la pertinenza dell'esempio nonche'per l'autorevolezza di esemplante ed Esemplato-il concetto da me esposto.Diro' di piu'.Il maculismo "moderato" del Dottor Comune(la Vergine,concepita sub culpa,sarebbe stata resa immacolata pochi istanti dopo)esempla nel piu' esatto dei modi la tipologia casistica a cui mi sono ispirato nel dire.Cordiali saluti.Eugenio

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  30. Signor Pastorelli, meno male che il dissenso non è una colpa.Il fatto che Maria generando Il REDENTORE possa aver contribuito alla nostra salvezza, non significa che l'atto della redenzione di cui Cristo è il solo ed unico Agnello e artefice voluto dal Padre si debba necessariamente attribuire anche alla Madre. E' come se alla madre di un premio Nobel dovesse essere esteso lo stesso merito del figlio. Scusate l'esempio molto banale e ben lungi da me essere irrispettosa. Condivido la posizione di Eugenio:ci deve essere un linea di demarcazione fra Cristo Redentore, DioFiglio di Dio Creatore sopra e La Creatura pur Santissima sotto.
    E' verissimo, lo Spirito Santo soffia dove, come e quando vuole, però anche i teologi devono accettare i loro limiti e attenersi alla Parola per testimoniare la Verità. In effetti c'è chi vorrebbe il dogma di Maria corredentrice, ma penso che defrauderemmo Cristo Redentore dell'unicità del Suo Sacrificio.
    Saluti Silvana

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  31. penso che defrauderemmo Cristo Redentore dell'unicità del Suo Sacrificio

    No, affatto. Oggi la contempliamo sotto la Croce. Lì ha offerto non solo il sangue del Figlio ma se stessa insiema con Lui. Lì è stata unita la Redentore!
    Più che disquisizioni di sorta sarebbe meglio meditare ciò che dicono i santi: sono la tradizione vivente e in atto! Ebbene la maggior parte hanno avuto tutti questa sensibilità versdo la corredenzione di Maria.
    Addirittura qualcuno (Escrivà) parla del cristiano alter, ipse Christus e lo dice "corredentore". Prospettiva bellissima! Lasciamo spazio cari amici più allo Spirito che al nostro io e alla politica ecclesiastica.

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  32. Caro Anonimo, conosciamo bene Escrivà e la sua storia con la relativa elevazione agli altari, nonche il peso di Opus Dei. Vediamo di non scomodare i santi; se Maria Corredentrice sarà un dogma di fede, ebbene obbediremo ai dettami della Chiesa, ma almeno per ora il dissenso come dice Pastorelli non è una colpa. Il fatto che Maria sia sotto la Croce e condivida la Passione del Figlio non significa per questo che il Suo sacrificio possa avere la medesima valenza del Cristo. Amiamo Maria, la rispettiamo, la veneriamo, ma Gesù è Dio e a Lui solo dobbiamno adorazione perchè altrimenti che differenza ci sarebbe tra il Creatore e le creature?

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