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Cari amici, a pochi giorni dall ’inizio de l  13º Pellegrinaggio  Populus Summorum Pontificum   a Roma da venerdì 25 a domenica 27 ottobre  ...

giovedì 9 luglio 2009

Il motu proprio Ecclesiae unitatem. Una prima analisi.


Non è facile azzardare una linea di interpretazione del nuovissimo motu proprio del S. Padre. Esso si presta, infatti, ad interpretazioni ambivalenti; e al momento la più diffusa appare essere (alimentata da un poderoso wishful thinking della maggioranza progressista nella Chiesa, umiliata e frustrata negli ultimi mesi dall’accelerata filotradizionale del Papa) quella che il nuovo documento voglia essere una specie di ‘messa in riga’ della Fraternità San Pio X e dei tradizionalisti in generale, una pausa di riflessione del Papa che si sarebbe accorto d’essersi spinto troppo in là, nonché una sconfessione dell’operato dei settori filotradizionali della Curia, specie per punizione dello scandalo Williamson.

Diciamo subito che possono effettivamente rinvenirsi elementi a sostegno di questa interpretazione che chiameremo, per intenderci, filoprogressista (ma sposata anche dai neocon di stampo woitiliano, scettici quando non addirittura allarmati e indispettiti dalle velleità tradizionaliste di Benedetto XVI).

Iniziamo dal punto più importante. Gli uomini. L’Ecclesia Dei che, nel bene e nel male, è stata per decenni il nume tutelare di tutto il ‘mondo tradizionalista’, si trova d’improvviso decapitata di tutta intera la sua dirigenza. Parte il cardinale, appena tre giorni dopo aver compiuto gli 80 anni (quando si sa che di solito le proroghe sono la regola). Parte anche, e questo colpisce, mons. Perl, benché da poco tempo fosse stato promosso a vicepresidente. Eppure egli ha solo 70 anni. Il numero 3 dell’Ecclesia Dei, mons. Mario Marini, è deceduto da poco. E non è che l’organico della Commissione fosse poi numeroso. Sicché vien da chiedersi, a questo punto, come faranno i nuovi membri dell’Ecclesia Dei anche solo a trovare i fascicoli negli schedari o i temperini nei cassetti... Se poi aggiungiamo la recentissima partenza del neo Arcivescovo di Colombo, la Tradizione pare aver perso, in un amen, importanti angeli custodi romani.

E ancora: l’Ecclesia Dei, che era il "Ministero della Tradizione", si trova degradata a "sottodipartimento", alla cui guida sostanziale non avrà più un cardinale tutto per sé (e un cardinale di peso come Castrillòn Hoyos, emerito Prefetto della Congregazione per il Clero), ma solo un monsignore ossia, almeno per ora, un semplice prete, sotto l’egida di un Prefetto del S. Uffizio, che si presume aver altre cose cui pensare; Prefetto che, per giunta, è notorio antipatizzante della Messa tridentina (vedi qui).

Ma non basta: questo laconico motu proprio (o meglio: prolisso nelle motivazioni, reticente invece nel dispositivo normativo) sembra dimenticarsi allegramente che l’Ecclesia Dei non s’occupava soltanto dei rapporti ‘ecumenici’ con la FSSPX, ma svolgeva anche altri compiti forse persino più importanti: la disciplina delle comunità dette, appunto, Ecclesia Dei, ossia degli istituti tradizionali in comunione con Roma (e di un’intera diocesi, l’Amministrazione Apostolica di Campos); la disciplina della liturgia in forma straordinaria (coi vari responsi - che per inciso non s’è mai capito perché non fossero raccolti e pubblicati in modo sistematico - su calendario, rito, facoltà liturgiche, ecc.). E ancora il compito importantissimo, anche se mai svolto con molta incidenza, di istanza d’appello contro i vescovi che non volessero applicare il motu proprio Summorum Pontificum. Che ne è di tutte queste funzioni dell’Ecclesia Dei? Che ne è stato delle norme applicative del motu proprio che giacciono sulla scrivania del Papa da un anno e mezzo?

Anche solo per restare nel più ristretto campo in cui questo nuovo documento si è voluto rinchiudere, ossia i rapporti coi lefebvriani, non v’è in apparenza alcuna concessione: si ipotizzava che l’emanando motu proprio potesse già dare indicazioni favorevoli per l’esito dei colloqui dottrinali, parlando ad es. di interpretazione del Concilio alla luce della tradizione (concetto che peraltro il Papa espresse fin dalla sua prima allocuzione ai cardinali dopo l’elezione), o in genere di possibilità di riesame e revisione del valore normativo dei vari documenti conciliari. E invece niente. Ma soprattutto, manca quell’inquadramento canonico interinale della FSSPX, che da più parti si prevedeva. Infine, aver ribadito una volta di più che la Fraternità resta in un quadro di illegittimità, per lapalissiano che ciò sia, farà la consolazione dei vescovi tedeschi che, nelle ultime settimane, hanno letteralmente dato di matto.

Questa, dicevamo, è l’impressione che la maggior parte dei commentatori ne trarrà, omettendo di valutare un po’ più in profondità le cose. E omettendo soprattutto di considerare il dato di fondo: questo Papa, per prudente che possa essere apparso, ha messo tutto se stesso, giocando in fin dei conti anche la sua reputazione, per il recupero della Tradizione della sua Chiesa; recupero del quale la riunione coi lefebvriani (e quindi l’ingresso nell’armata Brancaleone della Chiesa di un battaglione di "soldati scelti" motivati e addestrati) è elemento importante, al pari della liberalizzazione del rito tridentino. Figuriamoci quindi se intende far marcia indietro.

Il dato essenziale è questo: il nuovo motu proprio, lungi dal sottoporre i lefebvriani allo scrutinio e ai rigori del Sant’Uffizio, risponde precisamente alle loro richieste, ossia alla feuille de route che essi stessi hanno imposto: due condizioni preliminari (libertà per l’antica Messa e revoca delle scomuniche) – discussioni dottrinali sui punti controversi del Concilio – soluzione canonica che salvaguardi la loro autonomia dagli ordinari diocesani.

Ed è evidente a chiunque che l’oggetto di queste incipienti discussioni non può essere altro che quello che i progressisti definirebbero, con orrore, un "revisionismo del Concilio". Ossia, messa in discussione di quei dati (fallaci) che il totalitarismo dello spiritodelconcilio ha imposto in questi decenni: Concilio come superdogma, legittimazione di ogni audacia modernistica, ecumenismo sincretista, ecc. Il libro di mons. Gherardini è un chiaro indizio di quel che si vuole e che si chiede anche dall’interno della "Chiesa ufficiale": discutere e definire finalmente, senza preclusioni e con chiarezza, quale sia il valore cogente effettivo dei vari documenti conciliari, come vadano interpretati, ecc.

In un certo senso, la motivazione "ecumenica" dell’Unitas Ecclesiae (il titolo del motu proprio...) è un pretesto per poter affrontare il discorso, necessario agli occhi del Papa e di tutte le persone di buon senso, volto a rimettere il Vaticano II al suo posto: non più "IL" Concilio, specie di costituente fondativa di cui si strologa da 40 anni, ma "un" Concilio, uno tra tutti i 21 della storia ecclesiastica, e certamente non il più importante. Una messa a punto che sarebbe urgentissimo fare, anche qualora i lefebvriani non esistessero...

E l’inserzione dell’Ecclesia Dei nella Congregazione per la Dottrina della Fede non è soltanto una scelta logica quando si parla, appunto, di dottrina. Il nuovo motu proprio vuol far pensare sia solo quello il motivo, e per questo, crediamo, omette ogni accenno agli altri compiti dell’Ecclesia Dei (liturgici, disciplinari, di attuazione del motu proprio). Ma il vero motivo, è facile immaginare, è ben altro: l’ex Sant’Uffizio è l’unico dicastero romano formato integralmente da fedelissimi di Papa Ratzinger. Avendolo egli diretto per 25 anni, perfino gli uscieri e le segretarie sono stati da lui scelti e formati. Il che non accade affatto negli altri organismi di Curia, in cui il Papa può magari cambiare la testa, ma non le articolazioni inferiori che, come sempre, sono più importanti e strategiche dei dirigenti; specie quando si mettono di traverso. La Segreteria di Stato e la Congregazione per il Culto Divino ne offrono esempi significativi...

Quanto alla testa del S. Uffizio, e ora anche dell’Ecclesia Dei, ossia il card. Levada, si sostiene che il suo ruolo sia più nominale che altro, anche per problemi di salute e per l’età non lontana dalla pensione (73 anni). A parte questo egli, per quanto non sia di animo tradizionale, è prima di tutto un fedele del Papa, agli occhi del quale (e quindi anche ai nostri) questo è più che sufficiente.

E allora, per concludere, perché il documento ha tanti elementi che sembrano andare incontro ai progressisti antiratzingeriani? Nella domanda c’è già la risposta: appunto per tranquillizzare e calmare i fortissimi e spesso vocianti oppositori (quasi tutto l’episcopato mondiale, non dimentichiamolo). Così come Fellay è costretto ad alternare sapientemente le parole di pacatezza e ragionevolezza con gli slogan bellicosi rivolti agli elementi interni più refrattari al ritorno nella "Roma conciliare" (tra i quali l’altro vescovo Tissier de Mallerais), in modo analogo il Papa, certo con stile e sistemi ben differenti, deve tener conto dell’enorme opposizione interna. E deve fare proprio il motto che fu di Cartesio: festina lente!

62 commenti:

  1. La Chiesa un armata brancaleone???
    e altre ancora, senza andare a fondo.

    Capisco che ognuno abbia una sua visione delle cose.

    Però sembra come entrare in sala a guardare "gesù di Nazareth" e all'uscita raccontare di aver visto "the Passion".

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  3. La Chiesa un armata brancaleone???
    e altre ancora, senza andare a fondo.


    vogliamo indicarne alcuni motivi?
    ci vorrebbe un volume, ma mi sforzerò in una essenziale sintesi, cominciando da alcuni fatti

    1. ha presenti i vescovi austriaci, tedeschi e loro ultime performances, i francesi, quelli italiani nei confronti della Tradizione, et alii?

    2. ha presente un potente movimento mandato a evangelizzare in tutto il mondo con una propria rivelazione, metodi e strutture blindatissime e un proprio sincretistico rito?

    3. ha presenti le recenti omelie del Papa, in cui si sta ripercorrendo l'ABC della fede cattolica, nella consapevolezza che il Corpo di Cristo, nel frattempo diventato Popolo di Dio, ne ha perso proprio i fondamenti?

    4. ha presente la crescente inarrestabile protestantizzazione della Chiesa alla luce di un 'falso' ecumenismo?

    5. ha presente la banalizzazione (e anche il suo contrario: l'esaltazione arbitrariamente creativa) delle celebrazioni liturgiche, resa anche più rapida, oltre che dall'uso nel culto dovuto a Dio del linguaggio che usiamo ogni giorno anche al supermercato, dalla centralità dell'Assemblea invece che del Signore, dal 'taglio' selvaggio di 'pezzi' significativi del rito, compreso l'offertorio, tutti i riferimenti alla comunione dei Santi a S. Michele Arcangelo e alla Vergine Santa? il che ha affossato il senso del Sacro, del Mistero e ha dato una versione 'narrativa' invece che 'attuativa' perfino della formula Consacratoria?

    6. Forse che la 'actuosa partecipatio' è o dipende solo da quel 'fare' da parte dei fedeli o non riguarda piuttosto gli atteggiamenti interiori e la consapevolezza di quello che accade e a cui si partecipa con tutto l'essere e non dipende dalla 'preghiera dei fedeli', dall'andare sull'altare a leggere le letture (che anche nell'antico rito possono essere proclamate nella lingua vernacolare) o dal rispondere a tutte le preghiere del sacerdote a voce alta e dall'intervallare il tutto con canti che spesso e volentieri, anziché aiutare al raccoglimento, svegliano l'esaltazione emotive e fanno 'uscire da se stessi'?

    7. indico per ultima la quaestio più scottante, quella in cui si gioca davvero tutta l'identità cattolica: ha presente la scomparsa dal linguaggio di termini come Redenzione, espiazione, sacrificio; perché la Santa e Divina Liturgia da Sacrificio (ovviamente anche fonte di tutti i beni escatologici in conseguenza di esso e del mistero pasquale che implica) è diventata la 'Cena' del Signore e/o la Festa dell'Assemblea?

    ... potrei anche continuare, ma per ora mi fermo qui

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  4. Secondo me questo Motu Proprio, al di là del suo laconico giuridicismo, consacra ufficialmente la vittoria della FSSPX rispetto alle altre Congregazioni ex-Ecclesia Dei. Di loro non si parla più. Il loro ruolo era quello di dividere il fronte tradizionalista ed ora, visto che invece la FSSPX si è rafforzata, non servono più allo scopo.
    L'illegittimità della FSSPX fa comodo ad essa stessa in quanto la sottrae dal controllo dei Vescovi Diocesani. Lo spostamento dei colloqui sul piano dottrinale è un'altra vittoria della FSSPX. Fino a poco tempo fa il problema pareva esaurirsi sul piano liturgico e disciplinare ma i Lefebvriani non hanno mai condiviso questa impostazione del problema.
    Credo, in definitiva, che questo sia un momento cruciale e che, al di là delle divisioni fra noi tradizionalisti, sia adesso opportuno stringersi tutti attorno alla FSSPX. Più essa potrà far vedere la sua forza, più saranno concrete le possibilità di successo dei colloqui. E se i collooqui avranno successo ne verrà un bene immenso per tutta la S. Chiesa.

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  6. la quaestio più scottante??????

    Salvarsi l'anima!!!!!!!

    Impossibile col Sacramento del Perdono inavalido!!!!
    Poi quando ci si comunica, si commette un sacrilegio.

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  7. comunque se faccio tutte queste raccomandazioni è perchè desidero che NESSUNO abbia mai a dover leggere quella targa.............

    Per me si va nella città dolente, per me si va nell'eterno dolore, per me si va tra la perduta gente. Giustizia mosse il mio alto fattore... fecemi la divina potestate la somma sapienza e il primo amore... dinanzi a me non fuor cose create se non etterne... e io etterno duro... lasciate ogni speranza voi ch'entrate.

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  8. Come si permette il sig. Antonio di offendere così il Sommo Pontefice? E questo sarebbe un sito cattolico? Complimenti

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  9. Ho avvertito anch'io la crucialità del momento e avevo fatto tutte le considerazioni espresse da Marco Bongi. Effettivamente, se si farà un esame serio e pieno di buona volontà delle questioni controverse, non può che essere un punto di svolta epocale, un bene essenziale per tutta la Chiesa.

    Tuttavia questo presente un grosso rischio: il radicalizzarsi delle rispettive posizioni con conseguenze che non voglio neppure immaginare.

    L'unico dato che mi conforta è che il Papa abbia avocato a sé le decisioni finali: "sottometterne le risultanze alle superiori disposizioni del Sommo Pontefice."

    Avrei avvertito maggior tranquillità se si fosse trovata una soluzione canonica provvisoria durante i colloqui. Perché non invocare una possibilità "ad experimentum" per la FSSPX, che nel frattempo ne avrebbe sdoganato la illegittimità?

    Se ci sono 'dentro' la Chiesa, acccovacciate nel suo seno, in incognito(neppure tanto ma questo si vuole), tante serpi davvero scismatiche di diverso genere, perché proprio in virtù della raggiunta rimozione della scomunica e ripresa di un dialogo più serrato non 'far entrare' anche la Fraternità S. Pio X?

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  10. Persino il famigerato Brandolini è stato promosso e piazzato a San Giovanni in Laterano. E credetemi nell'Arcibasilica non starà lì fermo a pulire gli zerbini ...

    S. Giovanni in Laterano e annesso Vicariato (che promuove una pastorale catechetica che dir progressista è dir poco) è un 'luogo' completamente estraneo alla Tradizione! E purtroppo non è il solo!

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  11. Fidiamoci del Papa!
    Ha la visione delle cose "dall'interno", ha una grandissima intelligenza, sensibilità e disponibilità, e - vi par poco? - ha l'assistenza dello Spirito Santo.

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  12. In effetti tutto non entusiasma, ma per i cattolici è un dovere confidare nella Provvidenza che quasi sempre cela il suo "target" in percorsi che appaiono tortuosi e magari poi non lo sono affatto.
    Dunque Fede, Speranza e Preghiera per il Papa, per la FSSPX e soprattutto per l'Armata Brancaleone (ma quella del film era almeno simpatica mentre questa ha spesso dei "caporali" che ricordano quel personaggio che il cavaliere di Norcia appellava come "Turon porco"....).
    Andreas Hofer

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  13. Bellissima e, ahinoi, realissima, l'espressione "armata Brancaleone" per designare la Chiesa conciliare. Così come è bella e reale l'espressione "corpo scelto" data alla FSSPX.
    Il vescovo ausiliare emerito di Augburg in Germania usa lo stesso concetto per definire la Chhiesa preconciliare "una armata bene ordinata nell'amore" mentre definisce la Chiesa postconciliare pavida individualista disorganizzata al massimo(cosa credete che i vescovi teutonici siano tutti cripto luterani? Anche fra di loro c'è qualcuno che dice più o meno le stesse cose di Lefebvre, solo che le dice sottovoce e quando è in pensione).
    Antonello

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  14. Sì, confidiamo nella Provvidenza, e ringraziamo il Cielo di avere un Papa che spiega le cose con estrema chiarezza, e che dalle persone di buona volontà è seguito ed ascoltato come nessun altro.

    Alle "catechesi" giornalistiche, alternative, mediatiche, personalizzate e fai da te, crede solo chi ci vuole credere...

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  15. Romano Amerio, intervistato da "si si no no" nel 1987, alla domanda su come si potesse uscire dalla crisi (delle variazioni sostanziali nella Chiesa col concilio v2), rispose che egli poteva intravedere solo il principio remoto della soluzione: la Divina Provvidenza; quello prossimo lo sorpassava, così è anche per noi

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  16. "E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa."

    Con tutto il rispetto per le altre, preferisco questa Parola!

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  17. Certi commenti lasciano di stucco. A seconda del Motu Proprio, lo stesso Papa è buono prima e diventa cattivo dopo.
    Dalla lettura del nuovo MP, a me sembra chiaro che l'intento principe di Sua Santità sia, e sia sempre stato, quello di ricucire i rapporti con la Fraternità S.S.P.X e da Sommo Pastore è disposto a fare di tutto per riaverle nel gregge. Anche al costo di "sacrificare" qualche nostalgico tradizionalista come me, che potrà benissimo fare a meno dell'Ecclesia Dei quale "tribunale d'appello" per la celebrazione di messe tradizionali, e "arrangiarsi" con la messa di Paolo VI.
    In questa ottica vedo più chiaramente tutte le mosse "tradizionaliste" di Papa Ratzinger.
    E forse, l'intento del precedente MP, più che rinfocolare conflitti tra fedeli e vescovi, tra fedeli e fedeli, tra vescovi e vescovi, così come è accaduto (e questo blog tanto nei post, quanto nei commenti, ne' testimone nel suo piccolo) si andava ad innestare su questa linea di riconciliazione con le pecore smarrite.

    Nell'omelia di inizio pontificato così disse: "Fa’[Signore] che siamo un solo pastore ed un solo gregge! Non permettere che la tua rete si strappi ed aiutaci ad essere servitori dell’unità!"

    Nella parabola del buon pastore, se non mi sbaglio, le 99 pecore vengono per un po' lasciate sole affinchè la pecorella smarrita potesse tornare all'ovile. Credo che questo stia accadendo nel gregge retto dal Vicario del Buon Pastore.

    Un'ultima nota per la redazione. Il Card. Hoyos avendo 80 anni, ha già sforato di 5 anni il termine di pensionamento. I cardinali hanno la stessa normativa in materia dei vescovi: 75 anni.

    Gli 80 anni sono il limite massimo per l'ingresso in conclave. A riprova di ciò mi basterà ricordare le tre deroghe di cui beneficiò, contro sue richieste esplicite, l'allora Card. Ratzinger da Papa Giovanni Paolo II. Inoltre, a titolo d'esempio, il card. Martini, lasciò l'episcopato all'età di 75 anni e comunque partecipò al conclave del 2005, 3 anni dopo. Stessa cosa è avvenuta per i card. Cè, Baum, Biffi, Pompedda e altri.

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  18. Nessuno dubita che la Chiesa nella sua essenza, per costituzione divina, sia indefettibile ed infallibile.
    Non per questo bisogna confonder la Chiesa con i suoi uomini anche al vertice e le loro colpe ed i loro errori, oggi come ieri.
    Il Papa è assistito dallo Spirito Santo: è di fede, ma come, quando e perché? Lo spiega la Pastor Aeternus.
    Tale divina assistenza gli è garantita a precise condizioni ed in precisi momenti.
    La grazia di stato può evitargli, tuttavia, di cadere in errori, almeno dottrinali. Errori pratici, giuridici, pastorali e persino gravissimi peccati sempre possibili non inficiano il suo esser pietra.
    Paolo VI fu Papa infallibile in alcuni documenti: ma la grazia di stato non è visibile nel suo errore giuridico, dalle gravissime conseguenze, di abolire il rito antico che ora sappiamo, dalla voce del Pontefice regnante, come sempre da tanti alti spiriti sostenuto, non esser mai stato abrogato.

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  19. In questa ottica vedo più chiaramente tutte le mosse "tradizionaliste" di Papa Ratzinger.
    E forse, l'intento del precedente MP, più che rinfocolare conflitti tra fedeli e vescovi, tra fedeli e fedeli, tra vescovi e vescovi, così come è accaduto (e questo blog tanto nei post, quanto nei commenti, ne' testimone nel suo piccolo) si andava ad innestare su questa linea di riconciliazione con le pecore smarrite.

    è ovvio che nel precedente MP non poteva esserci alcun intento di rinfocolare conflitti: essi tuttavia erano e sono presenti prima durante e dopo il MP e hanno radici ben note e non possono eseere ignorati perché nascono da quelle che Romano Amerio chiama "variazioni sostanziali" nella Chiesa col concilio v2

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  20. Nella parabola del buon pastore, se non mi sbaglio, le 99 pecore vengono per un po' lasciate sole affinchè la pecorella smarrita potesse tornare all'ovile. Credo che questo stia accadendo nel gregge retto dal Vicario del Buon Pastore.

    in tutta franchezza, non riesco a riconoscere la Fraternità nei panni della "pecorella smarrita": rappresentarla in questi termini si addice più ai "lupi vestiti da agnelli"

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  21. Ottimo il commento fatto dai curatori di questo pregiatissimo Blog al Motu proprio "Ecclesiae Unitatem".
    Credo che il Motu Proprio deluderà alcuni e rassicurerà altri, una cosa è certa: la fsspx, dopo la soluzione canonica che li riguarda e i colloqui "dottrinali", si avvicina sempre più da un riconoscimento.

    Io sono ottimista. Lasciamo fare il Santo Padre, il quale, in cuor suo, ha già preso una ferma e convinta decisione sulla fsspx.

    Ottimo e pazienza.
    don gianni

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  22. Pastorelli, come al solito, espone la Verità cattolica con semplicità e chiarezza. Ci ricorda quando, come e perché il Papa gode della assistenza dello Spirito Santo; e ne consegue che fuori di quei casi non è infallibile. Chiarito un punto della Dottrina che sarebbe dovuto esser chiaro a tutti, è evidente che confidiamo nell'opera di Benedetto XVI in favore della tradizione e in favore della FSSPX. Cosa pensiamo che il Papa non sappia che i preti di Lefebvre sono una élite sceltissima ed addestratissima, forse come nessun'altra nella Chiesa???????
    Lo sa, lo sa, solo che non lo può dire apertamente. Però ciò che conta è che in tempi ragionevoli questa élite sarà in forza alla Chiesa cattolica anche giuridicamente.
    Prepariamoci piuttosto a registrare tutte le azioni di sabotaggio che l'armata Brancaleone attuerà contro la "nuova" armata. Il mio Vescovo ha già detto in privato che lui alla FSSPX non darà nemmeno una stalla diroccata; e se si fosse limitato a dire questo sarebbe già tanto, ma ha continuato dicendo che farà di tutto per rendere la vita impossibile ai preti FSSPX e costringerli così a lasciare la diocesi

    Federico B.

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  23. Va bene, mic.
    Ho capito il tuo gioco. Allontanare il prossimo per sfinimento.
    Io sono il lupo vestito da agnello, quindi cari amici di messainlatino.it, alla larga da me, avete ascoltato il santo predicatore?
    Per fortuna ci sono persone come te, caro mic, che hanno la Verità in mano e possono illuminare noi poveri eretici.
    L'unico complimento che mi riesce di farti è che sai come mettere alla prova la santa virtù della pazienza.
    Saluti fraterni a tutti.
    Gianni

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  24. Meno male che c'è AU che prega per la salvezza di tutti coloro, preti, frati, suore, monache e fedeli, che si comunicano presso la Fraternità S. Pio X.
    Perché si commetta peccato occorrono, oltre alla materia grave, anche la piena avvertenza ed il deliberato consenso. Chi in buona fede frequenta la Fraternità in essa scorgendo un'espressione della Chiesa e senza intenderla come una comunità scismatica, non è in peccato e non si danna.

    Spero che il pio AU preghi anche per tutti i cardinali, vescovi, preti pedofili, conviventi, eretici, sacrileghi, ribelli e pertanto ipso facto scomunicati, sospesi ed impediti d'amministrar validi sacramenti, i quali infestano il mondo traviando i fedeli. Preghi anche per questi ultimi, acché non abbian a trovarsi anche loro davanti alla nota porta.

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  25. Giovanni-Gianni non vedo in che Mic usi la pazienza di chi legge!

    Io leggo mic sempre con un grande interesse, non mi allontana affatto per sfinimento ma al contrario quando vedo il suo nick so che imparerò qualcosa e che leggerò solo parole di una persona animata da una grande fede unita al coraggio di esprimerla con forza e chiarezza e con in più una grande cultura!

    Mi permetta di dirle che certi suoi commenti sono piuttosto sibillini, non mi sembra riconoscere un tradizionalista, un esempio è l`ultimo, la sua visione del SP mi lascia molto perplessa, se problemi ci sono stati, e ci sono, non sono di certo dovuti al documento papale ma alla cattivissima volontà e arrogante disobbedienza del clero.
    Dalle sue parole si potrebbe pensare che i fedeli legati alla Tradizione, quelli veri, non abbiano più un`istanza di ricorso come è previsto nel Summorum Pontificum.
    Dolente, ma così non è, non può esserlo, sarebbe smentire o annullare un documento papale che ha valore di legge.
    I fedeli alla Tradizione, quelli veri, non si arrangeranno, come lei scrive, con la messa di Paolo VI, il Santo Padre ha riconosciuto loro un diritto e continueranno a lottare, a dover lottare, affinchè la volontà del Santo Padre sia rispettata e con essa il loro diritto.
    Non dovrebbe essere necessario lottare per far rispettare la volontà di un Papa, ma lo diventa oggi in questa Chiesa, dove ognuno può opporsi al Papa senza essere sanzionato, dove la disobbedienza di chi è formalmente nella Chiesa è legittimata quando non è incoraggiata, in questa Chiesa riempita di elettroni liberi, di dottrine private e magisteri paralleli.

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  26. Caro Giovanni, anche se la virtù della pazienza ti viene messa alla prova, non vedo motivo di salutare.
    Tu esponi senza alcun sentimento astioso le tue vedute, che è bene leggere e su cui è bene riflettere.
    Io non vedo un Papa buono prima e cattivo dopo.
    Il Papa segue una sua strategia. Si muove tra difficoltà e trabocchetti, con fors'anche eccessiva cautela ed evidenti oscillazioni.
    Volontà di onorevole compromesso v'era nel Summorum Pontificum e v'è nel nuovo documento.
    Il fatto che anche quest'ultimo si può interpretare in maniera diversa ed anche opposta evidenzia quel che dico.
    Questa situazione e questi atteggiamenti posson portar ad affermazioni inaccettabili e finir per scontentar tutti.
    In Francia ebbe a dir a quei vescovi riottosi che il SP era un provvedimento finalizaato a manifestar il suo spirito di tolleranza per vecchi nostalgici. Non mi dirai che non sia stata, quella, un'uscita riprovevole! Gli è stata ispirata dallo Spirito Santo, dopo aver tessuto elogi altissimi del venerando rito?
    I fedeli legati all'antico rito son soltanto tollerati?
    Io mi son sentito orfano, quel giorno.
    E' questo il trattamento che si riserva ai figli?

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  27. NON IMPRIMATUR
    Invoco libertà di espressione e voi censurate...spero non mettiate una pezza anche per i Padri della Chiesa e Dante...che cose assai più gravi scrisse sui preti?
    La Verità sarà svelata dal tempo ...proprio come la statua del Bernini.

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  28. Carissima Luisa. Essere definita ad ogni commento come una nuova Giano-bifronte, o come lupo ammantato di vesti d'agnello la farà, alla lunga, sfinire anche a lei.
    La mia interpretazione non pretendeva di essere lettura VERA delle intenzioni del pontefice, ne ho solo dato la mia interpretazione alla luce del nuovo MP, che anche lei avrà letto.
    Sulla questione della "lotta" a me sembrano toni di sessantottina memoria. Io cerco di essere fedele al clero, tanto a quello progressista-modernista, tanto quello ultra-tradizionalista, proprio perchè, da tradizionalista, sono convito che sia il Signore che me li ha posti sul mio cammino per la mia salvezza, al contrario dovrei essere come quelle anime vaganti alla ricerca del "prete fai-da-te" che più gli garba, che più gli sta simpatico, che più sia vicino alle personali convizioni di interpretazione cristiana. E sono ancora più convinto che, qualora mi portino verso una strada cattiva, nella mia inconsapevolezza, saranno loro a rispondere davanti al Giudice e non io.
    Ognuno è libero di lottare per ciò che ritiene giusto, ma io, personalmente, continuo a vedere la Chiesa come gerarchica e non democratica, quindi mi attengo a cio' che Papa e Vescovi vogliono. Ricorrere oggi alla Ecclesia Dei, sarà ancora possibile, per carità, ma come anche da altri notato, sarà più difficile far "valere i propri diritti". E questo secondo me, è quel "sacrificio" che il Papa è disposto a fare al fine di riunire le pecore.

    Ma sicuramente in errore sono io, visto che sono un eretico. Ascoltare i "portatori di luce" sarà sicuramente più edificante.

    Questo è il mio ultimo commento in questo blog. Continuerò a leggerlo ma non a commentarlo. A beneficiarne saranno tutti, a partire da me fino a chi vuole difendere le anime innocenti dai cattivi maestri.

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  29. in occasione dell'incontro a un anno dal motu proprio tenuto nel settembre scorso a Roma, ebbi modo di esprimere pubblicamente la stessa delusione di Dante Pastorelli a proposito dell'affermazione del Papa ai Vescovi francesi: le mie considerazioni sono state accolte da un eloquente silenzio e sono rimaste senza risposta. C'era da aspettarselo e tuttavia un credente ha ben il diritto di esprimere i suoi sentimenti e le sue aspettative... dopo qualche minuto è venuta fuori la riflessione che occorre molta pazienzae, se non passa questa generazione, non si otterranno risultati visibili.
    Osservazione più che valida; ma, nel frattempo, chi sono i 'maestri' della generazione attuale, che dovrebbe garantire una maggior formazione e identità alla prossima?
    Cosa si fa, oggi, per far conoscere la ricchezza e la bellezza dell'antico rito e la teologia e l'ecclesiologia che lo sottende? Può essere che proprio questa possa essere tramontata?

    Pochi giorni fa ho avuto occasione di fare la proposta, in Vicariato, di inserire alcune ore (almeno informative sul VO) nei corsi di formazione dei catechisti: mi hanno guardato come un essere di un altro pianeta, ho incrociato sguardi che, se potevano, mi avrebbero incenerita! Ed ero nella mia Chiesa di Roma!
    E allora? Se i veri cattolici continuano a rimanere ai margini e la cultura egemone continua a imperversare?
    Il Signore provvederà!

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  30. " quindi mi attengo a cio' che Papa e Vescovi vogliono."

    Giovanni, dal momento che ha deciso di non intervenire più non avrò risposta ma pongo comunque la domanda non si sa mai...

    E quando i vescovi disobbediscono al Papa che cosa fa?
    Quando i vescovi NON vogliono ciò che vuole il Papa, che cosa fa?

    Non penso inoltre che il Santo Padre stia domandando un sacrificio ai fedeli legati alla Tradizione, come il SP non è stato fatto in priorità per la FSSPX così questo nuovo Motu Proprio non annulla o diminisce la validità e lo scopo del SP.
    Semplicemente l`indrizzo sulla busta cambierà!
    Ci sarà senza dubbio un momento di confusione e di adattamento per tutti, ma il Papa non può smentirsi.

    Lei non ama termine come lotta, purtroppo sono i disobbedienti e contestatari membri del clero impregnati di ideologia postsessantottina, che obbligano i fedeli cattolci a dover lottare per ottnere ciò che il Santo Padre ha loro accordato.

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  31. Piccola precisazione:

    non amo le polemiche e le diatribe sterili. Mi capita di reagire a parole e concetti che incontro, tutto qui.
    Se il mio parlar schietto ha offeso qualcuno mi scuso, ma francamente ho incontrato delle espressioni che, in un eloquio suadente, esprimevano concetti per me inaccettabili:

    1. Fraternità citata come "pecorella smarrita", quando qui mi pare che gli "smarriti" siano molti (troppi) Pastori

    2. ritenevo un'ovvietà che G. affermasse che nel precedente MP non poteva esserci alcun intento di rinfocolare conflitti, ma ritenevo necessario tener presente che essi tuttavia erano e sono presenti prima durante e dopo il MP e hanno radici ben note e non possono eseere ignorati perché nascono da quelle che Romano Amerio chiama "variazioni sostanziali" nella Chiesa col concilio v2

    Inoltre preciso ancora che non siamo noi a creare i conflitti con il nostro dibattito, ma semplicemente li stiamo vivendo e registrando in diretta e ribadisco che non vanno ignorati se si vuole almeno tentare di sanare il sanabile.

    Concludo che mi sembra scorretto spostare l'attenzione e la riflessione dal piano concettuale a quello personale

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  32. Giovanni, dal momento che ha deciso di non intervenire più non avrò risposta ma pongo comunque la domanda non si sa mai...

    giusto per avere......

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  33. In Senato il senatore Felice Lampadio si alzò e disse:
    NON EST ISTA PAX SED PACTIO SERVITUTIS....(Zosimo, Storia Nuova)

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  34. Mi fido del Santo Padre: Egli ricondurrà le pecore all'ovile e una volta ricomposto il gregge lo condurrà con mano ferma e severa:Il Papa sta usando una mano di ferro inguantata di velluto. Alla Chiesa non bisogna dare nè modi nè tempi.

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  35. Antonio, i tuoi commenti, pur forbiti e interessanti, sono stati cancellati perché troppo duri nei confronti del Sommo Pontefice. Precisando peraltro, per chi non li ha potuti leggere, che non erano insultanti.

    Se vuoi, puoi rielaborare i concetti in modo più consono al rispetto dovuto al Papa.

    Ma lascia aggiungere che il Papa è veramente da ringraziare per il provvedimento che ha preso. Verrebbe da dire, scusate, che molti di voi si fermino a quella ricostruzione superficiale e filoprogressista che abbiamo cercato di smontare nel post. Nel senso che, grattate le apparenze, trovate il progetto più incredibilmente audace e 'rivoluzionario' che mai ci si potesse attendere da un pontefice: legittimare i lefebvriani e al tempo stesso demolire il mito del Superconcilio.

    Ma ci rendiamo conto???

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  36. Per la Redazione
    Chiedo scusa non era mia intenzione aggredire nessuno men che mai il Sommo Pontefice...la mia è vis polemica...
    quando si è vissuti per venti anni nelle Catacombe... anche l'ombra può far paura.
    Ripensandoci a mente fredda...concordo con voi... i commenti erano un po' stonati. Grazie per il vostro lavoro.
    Amiamo e ameremo sempre il Santo Padre!
    In Iesu et Maria

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  37. scusatemi se forse sono "off topic": suggerisco di vedere recensione di M. Introvigne ad un libro sul Vat.II
    edito da Fede e Cultura

    http://www.cesnur.org/2009/mi_mcinerny.htm

    Grazie. Saluti.

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  38. apparentemente questo provvedimento mi sembra uno stop significativo. Forse per paura??? Se poi lo si collega a tutto il personale ecclesiastico Ecclesia Dei in fuga certo nn mi rallegro.

    MI chiedo se la Fraternita' risuscira' ad entrate a testa alta o umiliata... per far contenti il 99 per cento dei Vescovi....

    Sono un po' preoccupato

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  39. ALLA REDAZIONE

    Già nei miei commenti al precedente post sul nuovo Motu Proprio, ho espresso il mio parere, che in tanta parte, e forse in tutto, collima col vostro.
    Ho messo in luce gli obbiettivi del papa e il reale (per me)equilibrio tra le delegazioni, e, pertanto, l'assenza d'un processo da Inquisizione.

    Io non dubito della buona volontà del Papa, ma di quella degli uomini chiamati a condur le discussioni con la Fraternità.
    Voi pensate nella Congregazione della Fede sian tutti fedelissimi del Papa, io ho qualche dubbio.
    I settori curiali ostili anche in questa Congregazione hanno i loro punti di forza.
    Ma sarò felicissimo, ovviamente, d'esser smentito, ed alla svelta, anche.
    L'importante è che la suprema istanza sia il Papa.
    Ora c'è da attendere e pregare.

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  40. Caro Dante,
    il P. Morerod, che guiderà la delegazione vaticana, offre ottime referenze.

    A Giovanni: suvvia, è normale nello scambio di opinioni qualche sbavatura polemica. Ma né anfibologico, né lupo travestito da agnello (tra l'altro espressione non rivolta a te, ma a terzi) può considerarsi un insulto.

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  41. ho cercato di leggere il nuovo motu proprio con sensibilita' prevalentemente giuridica e mi hanno colpito tre cose.
    1. il vecchio MP Ecclesia Dei afflicta non viene in relata' abrogato (con tutti i compiti che ne conseguono). Ovvio pero' che nel prossimo futuro al centro delle preoccupazioni della Commissione saranno i rapporti con la FSSPX.
    2. Il ripensamento strutturale porta a subordinare espressamente il tutto alla suprema istanza del Sommo Pontefice, cosa peraltro ovvia nella Chiesa. Ma il fatto stesso che venga ribadito in modo cosi' fermo solenne e' segno della gravita' della questione.
    3. Mi sembra che per ora il c.d. "status provvisorio" della FSSPX sia determinato proprio dal fatto di essere contemplata in tali termini nel MP Ecclesiae Unitatem. E a norma del diritto canonico non poteva essere diversamente.
    FdS

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  42. 1. il vecchio MP Ecclesia Dei afflicta non viene in relata' abrogato (con tutti i compiti che ne conseguono).

    infatti, tant'è che ne viene esplicitamente citato il Protocollo in 5 punti a suo tempo firmato da Mons. Lefebvre

    2. Il ripensamento strutturale porta a subordinare espressamente il tutto alla suprema istanza del Sommo Pontefice, cosa peraltro ovvia nella Chiesa. Ma il fatto stesso che venga ribadito in modo cosi' fermo solenne e' segno della gravita' della questione.

    certamente, e anche della determinazione del Santo Padre nonché del suo timore che qualcosa possa cadere nelle trappole che - basta solo un po' di realismo e l'esempio della montatura del caso Williamson - non mancheranno di essere disseminate

    3. Mi sembra che per ora il c.d. "status provvisorio" della FSSPX sia determinato proprio dal fatto di essere contemplata in tali termini nel MP Ecclesiae Unitatem. E a norma del diritto canonico non poteva essere diversamente.
    FdS


    questo "status provvisorio" comporta qualcosa di positivo o è ininfluente, rispetto allo status quo ante?

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  43. leggi...citato il riferimento al Protocollo in 5 punti a suo tempo firmato da Mons. Lefebvre

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  44. resta insoluto, se o finché non uscirà il documento attuativo, il problema di chi avrà autorità e competenza per intervenire sull'applicazione del SP, se ancora sta a cuore a qualcuno!
    perdonate l'uscita un po' scorata; ma continueremo a sperare e andare avanti!

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  45. Secondo me ci stanno prendendo in giro.

    Alla morte del papa scopriremo che siamo stati tutti raggirati. Tutto questo ardore nei riguardi del riformatore Benedetto è secondo me malriposto.

    Molti di noi sono consapevoli delle enormi storture della Chiesa, della corruzione, della pedofilia, insomma della mondanità assoluta di cui è permeata.

    Ed in questo contesto è difficile immaginare un ritorno SANO alla tradizione. Piuttosto possiamo immaginare un ritorno strumentale, utile a cancellare le ambizioni di elitarismo e di deposito della fede vera e della vera liturgia che il mondo della tradizione ha sempre rivendicato.

    E scopriremo che il prossimo Papa cancellerà tutto ciò in un baleno, adducendo la rabbia che il progressismo sta accumulando oggi a giustificazione della rinuncia alla tradizione.

    E resteremo tutti con un palmo di naso.

    La realtà è che non sappiamo sotto quale tetto trovare rifugio, al di fuori del papato e del magistero.

    E siamo come vittime intrappolate in una Chiesa che contorce e violenta l'insegnamento tradizionale e ci impone di restar fedele ad essa e non a quello.

    Quando il Signore verrà a salvarci? Dove troveremo rifugio?

    Il Signore perdoni il Papa per i suoi equilibrismi e la politica fine... che tutti scambiamo per ingenuità o debolezza o arroganza dei suoi nemici.

    Ma siamo poi certi che quelli che all'esterno percepiamo come nemici del Papa non siano in fondo i suoi veri amici? Siamo certi che questa guerra campale scatenata fra tradizione e progressismo non serva ad annientare la stessa Chiesa?

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  46. ho letto tutti i commenti . sono assolutamente fiducioso che tutto nel tempo andra' a buon fine , ma non sara' tutto gratuito . i tanto famigerati lerfeviani '' cancro della chiesa ,, sono gente con le palle quadrate !!! volevo mettere la parolina adatta ... ed il SANTO PADRE LO SA E LI CONOSCE BENE . c' è una sorta di ammirazione timore da parte di entrambe , e credo la persecuzione e la gogna del passato , ormai superata , ha e avra il suo peso per i chiarimenti futuri .....

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  47. Scusate, ma fatemi capire!. La S.Sede avrebbe proposto alla FSSPX, di accettare l'accordo del 1988, quello tra Lefebvre e il card. Ratzinger, ma i chiarimenti dottrinali ci saranno oppure no? Perchè a me sembra, che se la Fraternità accetterà questo accordo, la S. Sede dirà che è tutto concluso e che non c'è più bisogno di chiarire nulla. Mi sembra che con questa poposta, la S.Sede voglia invece evitare i chiarimenti dottrinali, anche perchè, l'episcopato di tutto il mondo, si metterebbe sul piede di guerra contro il Papa e certamente, Benedetto XVI non può permettere che questo accada. Mentre invece firmando l'accordo la S.Sede troverebbe la quadratura del cerchio. Ma se la Fraternità accetta di rientrare in comunione, senza i chiarimenti dottrinali, a cosa sono sevite le battaglie di questi ultimi 20 anni?

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  48. max ha messo sul tavolo un problema , un dubbio che non e' il caso di sottovalutare ....

    ce da meditare e mettere sulla bilancia .... senza dubbio !!!! ...

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  49. Ritenete accettabile il punto n.2? Dichiariamo di accettare la dottrina contenuta nel n. 25 della Costituzione dogmatica Lumen Gentium del Concilio Vaticano II sul Magistero ecclesiastico e sull'adesione che gli è dovuta.
    Qui trovate l'intero protocollo

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  50. Molte considerazioni sono giuste altre un po' "tirate". Sostanzialmente credo che questo nuovo MP sia un segno di "normalizzazione": i problemi teologici alla Congregazione per la Dottrina della Fede; quelli liturgici alla Congregazione per il Culto.
    E siamo in buone mani nell'uno e nell'altro caso.

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  51. I punti dell'accordo Lefebvre-Ratzinger ovviamente sono la base di partenza per le discussioni teologiche.
    Saranno accettati e firmati dalla Fraternità una volta concluso positivamente il confronto dottrinale.
    Ovviamente, se saranno quelli i punti da sottoscrivere, saranno acompagnati da una relazione esplicativa di tutti i punti di convergenza. Il che significa che si dovrà dar l'esatta intepretazione dei testi ritenuti equivoci e la nota di ciascuno dei documenti contestati o delle parti di essi sui cui verterà la discussione.

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  52. per comodità di consultazione al documento linkato nel post precedente ho aggiunto anche l'estratto dal n.25 della Lumen Gentiusm

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  53. RODERIGO

    Troppo catastrofico pessimismo. Io credo che nessuno si stia prendendo gioco di noi e pertanto della Chiesa di cui siam figli.
    Le difficoltà sono una cosa, l'inganno da parte del Papa, un'altra: e questo è da escludere assolutamente.
    Sul dopo-Ratzinger non saprei cosa dire.
    Ecco perché dobbiamo aiutare gli sforzi che, pur tra gli "equilibrismi" che rispecchiano le difficoltà che il Papa incontra nel suo pontificato, sono una realtà. Forse Benedetto non vuole creare altre rotture e ricorre ad equilibrismi per arrivare al fine prefissosi mettendo gli ambienti curiali e gli episcopati ostili davanti al fatto compiuto.

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  54. Laconico Motu Proprio? Ma come vi permettete. Certo, viene fuori tutta la vera natura dei lupi travestiti d'agnelli. E che dovranno tornare a prendere lezioni di catechismo, sembra...

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  55. Spero di cuore e sono anzi sicuro delle felice conclusione della questione... intanto inviterei tutti, ma proprio tutti i fratelli cattolici a pregare , far pregare, celebrare Sante Messe (per l'unità dei cristiani), fare penitenze sacrifici, pellegrinaggi eccetera, come ci ha esplicitamente chiesto il Santo Padre e poi non dimentichiamoci che la Chiesa è e resterà sempre in buone mani.... quelle dello Spirito Santo...
    don Bernardo

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  56. All'ANONIMO delle 21,17 forse non farebbe male leggere attentamente con l'ausilio di un dizionario per la decifrazione di aggettivi di cui mostra di non conoscer il significato.

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  57. mi sembra che il post abbia trascurato quello che mi sembra un elemento chiave: la citazione nel motu proprio del protocollo del maggio 1988 firmato da Ratzinger e Lefebvre. E' da li' che si puo' riprendere il dialogo: la Santa Sede non lo rinnega, se Fellay lo firma io credo che siamo vicinissimi al traguardo

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  58. Salvatore,
    in realtà l'accordo del 1988 sembra esser citato più che altro per mostrare come l'attuale Papa si muova nella scia del comportamento di Giovanni Paolo II (cosa che, anch'essa, serve alla 'immagine').

    Ma è evidente che oggi, 20 anni dopo, la FSSPX può ottenere infinitamente di più rispetto ad allora: sia sotto il profilo canonistico (e infatti ha già negli anni scorsi ricevuto proposte ben più appetibili) sia soprattutto sul piano dottrinale: nell'88, poteva ottenere appena il 'diritto di critica costruttiva' poi accordato a tutti gli istituti Ecclesia Dei (e che è in pratica un "we agree you don't agree", che non scalfisce minimamente l'andazzo in tutto il resto della Chiesa), ora invece ottiene un tavolo di discussione da cui potranno uscire documenti vincolanti per tutta l'ecumene. Viva la differenza!

    Per questo il riferimento all'accordo dell'88 ci pare, ripetiamo, meramente cosmetico.

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  59. Pastorelli, il Roderigo ha ragione.
    In effetti è da prevedersi rapidamente il declassamento e la limitazione del raggio d'azione di tutto ciò che è tradizionale.
    Con il pontificato di Benedetto 16° sta succedendo e succederà come con la "Veterum sapientia": non una rinascita della tradizione, ma il pretesto per il suo definitivo affossamento.
    Ridico cose che ho già detto.
    Con la SPC e la revoca della scomunica, è accaduto il classico caso del proverbio: chi troppo vuole, nulla stringe.
    La presenza di un masso ingombrante come il motu proprio SPC ha raggiunto il solo risultato di ricompattare tutti gli avversari, lasciando perplessi molti tutt'altro che progressisti.

    Sarebbe stato meglio:
    - stare nella situazione codificata da Wojtyla
    - ed erodere le resistenze spiritoconciliari, attraverso:
    - la via stretta dello studio rigoroso e della conseguente pubblicistica divulgativa, ma anche accademica
    - lavorando così per l'autoriforma della riforma liturgica in senso più tradizionale
    - rafforzando progressivamente ma senza strappi l'influenza e la capacità propulsiva e dissuasiva dell'Ecclesia Dei.

    La discutibile gestione del caso Williamson non è che la punta dell'iceberg.
    Se poi si aggiunge che SPC sembra scritto da giuristi con l'unico scopo di farlo agevolmente sabotare, il cerchio si chiude.

    Mi sa tanto che il rimedio è stato peggiore del male.
    Ora l'unica cosa da fare è ricompattare le file, agendo per obiettivi minimi e durevoli, non vittorie di Pirro.
    Attendendosi però sempre cattive nuove.

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  60. Non sono progressista, non sono tradizionalista, sono cattolico.

    Se voglio andare alla messa, devo accontentarmi delle chitarre e dei tamburi e far finta di nulla se il sacerdote dice e fa qualche stramberia...
    Se voglio andare ad una messa in latino e coi canti gregoriani, me la devo organizzare (l'ho fatto, ma anch'io ho da guadagnarmi da vivere), trovando un prete che la sappia celebrare e un vescovo che non metta i bastoni tra le ruote (per fortuna qui c'è l'uno e l'altro).
    Il Concilio Vaticano II c'è stato, e non si può far finta di nulla: però, come disse lo stesso Giovanni XXIII, è un Concilio "pastorale", e come diceva il mio parroco, "in fondo non c'è scritto 'si quis non.. anathema sit", per cui un po' di margine c'è.
    I problemi sono molto più gravi della formulazione se la Chiesa è "sacramento" o "segno", o se "sussiste" nella Chiesa cattolica:
    la gente non sa più in cosa credere, anzi delle cose di fede non sa QUASI PIU'NULLA.
    Insomma, le sorti della FSSPX non mi appassionano, viste anche le ultime dichiarazioni di mons. Williamson (che supera John Cleese dei Monty Python nella sua migliore caricatura di un ecclesiastico, incluso l'accento).
    Però hanno ottenuto non poco in questi anni: la revoca della scomunica per i vescovi, la liberalizzazione della messa tradizionale, sia pure come rito straordinario, ed un tavolo di discussione con Roma.
    Credo che la sorte dell'Ecclesia Dei sia l'ultima delle loro (e delle mie, francamente) preoccupazioni.
    Mi preoccupo molto di più per la Chiesa, e ho da pensare ad altro: ad arrivare in fondo alla vita conservando la fede. E stando bene attendo a quale.
    Senza il Papa sarebbe difficile.
    Quest'uomo sta facendo con semplicità cose straordinarie.
    Fidiamoci.

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  61. EL CID,

    MA TU PUBBLICHI DAPPERTUTTO LO STESSO COMMENTO?

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  62. Grazie infinite della tua testimonianza, Paolo. Anche l'Ecclesia Dei è uno strumento inadeguato nelle mani di Dio, per il bene della sua Chiesa. Mons. Perl è stato un servo buono e fedele. Se oggi possiamo ancora umanamente sperare, lo dobbiamo al suo ministero in comunione con il Papa.

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