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mercoledì 8 luglio 2009

Chi è il nuovo segretario della PCED


Monsignor Guido Pozzo, nominato Segretario della Pontificia Commissione "Ecclesia Dei", proveniente dalla diocesi di Trieste, è Officiale della Congregazione per la Dottrina della Fede nonché docente alla Pontificia Università Lateranense.
Questa intervista del 26 novembre 2007 manifesta una notevole consonanza ideale con l'ermeneutica fatta propria dal Santo Padre:


"[...] il Vaticano II nella “Gaudium et spes” ha dato alcune indicazioni di massima che ovviamente sono ancora valide. Direi che si è passati da una situazione in cui la Chiesa era come una cittadella assediata rispetto a un mondo che la assediava, la minacciava, a una Chiesa che è una città aperta e si confronta con la realtà di questo mondo, ma occorre forse precisare che è necessario dare un giudizio sulla modernità e sulla postmodernità: proprio qui c’è una differenza anche all’interno del mondo cattolico, c’è ancora chi pensa che la modernità fondamentalmente è un fatto positivo e che, se la modernità non si è aperta alla Chiesa, la colpa è della Chiesa, mentre non è così. Questa è l’illusione del post Concilio, che s’infrange contro una realtà che abbiamo tutti sotto gli occhi. Credo che occorre dare un giudizio critico sulla modernità e sulla postmodernità, perché il fenomeno è certamente complesso: non è che rinunciando alla propria identità la Chiesa è pronta o è nelle condizioni migliori per dialogare col mondo, è esattamente il contrario: è proprio nell’approfondire la propria identità che la Chiesa trova gli strumenti per comprendere e giudicare la realtà del mondo, sapendo discernere gli aspetti positivi e negativi. Bisogna uscire da quest’illusione ottimistica, quasi irenica, che ha caratterizzato il post Concilio."

25 commenti:

  1. Nella stessa intervista Mons. Pozzo ha anche detto:


    "Questo è il punto essenziale:
    bisogna aver presente quest’identità.
    Io credo che proprio questo sia il punto debole, il nocciolo della questione oggi: nel mondo cattolico questa identità spesso non è chiara, perché c’è questa confusione, non c’è questo ordine prioritario o c’è il rischio di essere attratti da alcune istanze dimenticando altre. La coscienza della propria identità, che è un’identità religiosa, soprannaturale, non legata ad un’ideologia, questo credo è anche ciò a cui il Papa crede di più ed è il contenuto prioritario della sua missione e del suo stile.
    Questo è un pontificato che vuole riportare i cristiani alla profondità dell’essenziale della fede, e quindi a rimettere a posto in ordine gerarchico gli impegni e le caratteristiche della vita cristiana anche nella società e nell’impegno civile.

    Tra le urgenze, le priorità oggi c’è proprio la
    necessità di curare la formazione, che è stata molto trascurata o impostata male in questi ultimi venti, trent’anni.

    Il vero pericolo oggi è l’annacquamento della fede cristiana, la sua relativizzazione, la sua
    secolarizzazione lenta: si prende come in un supermarket ciò che piace della fede cristiana, poi però si rispingono moltissime altre cose. E
    poi c’è l’etica. "

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  2. L’ILLUSIONE di chi vuole fare a meno della chiesa che con il concilio si è espressa definitivamente e di questa espressione ha fatto attuazione nel post concilio: questa è la realtà che abbiamo tutti sotto gli occhi.
    Prima che criticare modernità e postmodernità, occorre dare un giudizio critico su questa ILLUSIONE:
    non è che brandendo orgogliosamente e settariamente la propria “identità” la Chiesa è AUTOMATICAMENTE in possesso degli gli strumenti per comprendere e giudicare la realtà del mondo, meno che mai si può dire in grado di discernere il bene e il male OGGI.
    Al posto di questa ILLUSIONE integristica e ierocratica, deve subentrare l’umile, silenziosa, nascosta e obbediente accettazione del luogo e del tempo in cui Gesù ha posto oggi la comunità che obbedisce alla sua Parola: questo nostro mondo, nella sua terrestrità e autonomia.
    Questa è la scelta esistenziale che ha animato i padri e i profeti del Concilio.

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  3. Ottimo intervento Lollarda! Appena hai due minuti di tempo se me lo spieghi te ne sarò infinitamente grato.

    Antonello.

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  4. Lollarda leggiamolo TUTTO il Concilio, con gli occhiali di Roma e non con quelli di Bose!

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  5. Non sono d'accordo con quello che dice, scopiazzando e rivoltando la frittata, questa improbabile teologa.
    Tuttavia c'è un pericolo, ignorato il quale, i prgressiti posso avere gioco facile.
    Il pericolo si può riassumere in queste parole, che ho scoperto in un sito cattolicissimo
    http://wxre.splinder.com/post/20907521/Iota+Unum ,
    proprio in merito ad un libro "cult" del tradizionalismo:

    “... un libro che nel suo aspetto superficiale suonava e suona innegabilmente tradizionalista, ma il cui fine profondo era ed è di inserire la maggiorparte dei lettori in una dinamica centrifuga rispetto alla Chiesa post-conciliare (ossia alla Chiesa sic et simpliciter), e di portarne una minorparte sulla soglia del 'sogno alternativo', o 'della nuda gnosi'...”.
    La cattolicità del tradizionalismo si gioca proprio nel riconoscere quella "identità" tra "Chiesa post-conciliare" e "Chiesa sic et simpliciter", che oggi si evidenzia in modo misterioso e anche umanamente difficile da accogliere: è il dogma della perenne assistenza dello Spirito Santo ...

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  6. Il problema cara Lollarda è che nella terrestrità e nell'autonomia da Dio razzola e spazzola Satana.

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  7. Solo in Dio è la nostra fiducia!
    Speriamo non si avveri quanto Papa Gregorio XVI soleva ripetere del suo Illustre successore...in casa loro anche il gatto è liberale!
    Speriamo che il Santo Padre protegga La FSSPX dalla combriccola modernista...la mia paura è che i fantasmi liberali ricompaiano e prendano il sopravvento...mi fermo!
    Noto troppo odio contro la Tradizione questo sottolineare che siamo sempre illegali...gli eretici, gli scismatici, gli ebrei sono invece cari fratelli!

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  8. sig lollarda , ma perche non usa un linguaggio semplice , e' complicato altrimenti !?!

    fa un discorso tanto contorto , mi sembra di ascoltare martini .... sto andando in letargo !!!!!!

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  9. "chiesa che con il concilio si è espressa definitivamente"
    -------
    Meno male che sono i lefebvriani a voler congelare la chiesa al 1962!!!!!
    No, i tipi come questa Lollarda sono solo degli astuti parolai... hanno sempre in bocca termini "intoccabili" come carità, umiltà, povertà, spiritualità ecc. si atteggiano sempre a mistici superiori alle nostre meschine beghe.. ma grata il mistico acetico e salta fuori... l'ideologo (spesso di sinistra)!
    Cristo da nessuna parte dice di obbedire con umiltà al mondo, di non criticarlo, di non giudicarlo... obbedienza e umiltà riserviamola per la Chiesa per il Papa che ne è il capo. La modernità (i cui mali e i danni che ha prodotto e poduce sono immani e sotto gli occhi di tutti) va giudicata criticamente come qualsiasi altra cosa... non è un totem intoccabile e chi la ritiene tale... beh farebbe meglio a non dirsi cattolico perchè la fede nella religione cattolica non può convivere con la fede (ottusa) nel credo modernista... come ha "definitivamente" e DOGMATICAMENTE sancito il Concilio Vaticano I! O valgono solo i concili che ci piacciono?

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  10. Il Concilio Vaticano II e tutto il movimento di riforma che ha generato, questo Concilio è la lettura autentica della tradizione.
    No il contrario, caro il mio Scipio.

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  11. Caro Inopportuno,
    io mi rifacevo solo alle parole di un certo Benedetto XVI secondo il quale il Concilio vaticano II va letto alla luce della tradizione e NON viceversa... ma adesso che so che la tua opinione è opposta vedrò con umiltà (sennò Lollarda ci rimane male) di adeguarmi e spero lo faccia a anche quel tizio...
    ----
    Prima comunque ho citato per amor di simmetria retorica il CVI, in realtà come si sa la condanna eslicita al modernismo Pio IX l'ha inserita nell'enciclica "Quanta cura"...

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  12. Caro rev. Inopportuno e rev. Lollarda l'albero si riconosce dai frutti. Se il movimento di riforma scaturito dal concilio sia buono o meno, interpreti o no la tradizione lo si può riconoscere dai suoi risultati. Vediamoli:

    1. ortodossia: la fede è professata in modo integro e fedele alla tradizione?

    2. ortoprassi: la morale è condivisa e testimoniata con coraggio dai cristiani secondo i principi tradizionali?

    3. comunione ecclesiale - movimento ecumenico: la chiesa è più unita nel porsi al mondo nella sua terrestrità? Quali risultati di comunione di questo movimento di riavvicinamento delle confessioni cristiane?

    In buona sostanza l'onda rinnovatrice scaturita dal concilio che ha superato l'illusione integrista e ierocatica
    come ha fatto crescere la chiesa, se l'ha fatta crescere?

    Non sono stato apodittico, bensì dubitativo?
    A voi la sentenza

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  13. "Il Concilio Vaticano II e tutto il movimento di riforma che ha generato, questo Concilio è la lettura autentica della tradizione.
    No il contrario, caro il mio Scipio."

    Posso di nuovo lasciarmi andare ad una sonora risata?
    Non si offenderà inopportuno se dico che è un riso amaro sapendo che chi si nasconde sotto quel nick inopportuno è un sacerdote?
    Che il sacerdote inopportuno vada a rileggersi il Magistero di Benedetto XVI.
    Ma prima di cominciare la lettura si tolga le spesse fette di prosciutto ideologico che lo accecano!

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  14. Veramente prima del Concilio (Vat II, chiaro!!)la chiesa era una cittadella arroccata e oggi è piuttosto una città aperta al mondo?A me pare che mai come oggi la Chiesa, almeno in occidente, abbia raggiunto un livello di irrilevanza così profondo nella coscienza degli uomini, almeno dall'epoca di Costantino in avanti. La fede è in crisi, i Sacramenti sono in crisi, i sacerdoti sono in crisi...una manciata di fedeli popola ormai le nostre chiese,molti inconsapevoli e distratti. Molte Comunioni sono sacrileghe; i confessionali semi deserti (non parlo evidentemente dei grandi santuari e delle grosse Chiese centrali, ma delle parrocchie medie, come ad esempio la mia)...Facta est Sion deserta, Jerusalem desolata est: locum santificationis tuae et gloriae tuae, ubi laudaverunt te patres nostri.

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  15. una manciata di fedeli popola ormai le nostre chiese,molti inconsapevoli e distratti.

    forse la minoranza che ancora va in Chiesa tanto inconsapevole e distratta non è

    Molte Comunioni sono sacrileghe;

    perché la "medicina della misericordia" e la protestantizzazione han fatto ritenere superflue le confessioni

    i confessionali semi deserti
    anche perché non ci trovi più nessun sacerdote, anzi, pardon, 'presbitero'!

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  16. Vedo con dispiacere che viene dato più spago a commentatori decisamente eterodossi, quali "inopportuno" e "lollarda", mentre cade sotto silenzio l'autocritica di "fidei donum", che invece sarebbe da tener in giusto conto. Potenza dell'ira (vizio capitale).

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  17. La Chiesa in quanto tale, nella sua essenza, non è né pre né post-conciliare. E' la Chiesa: punto.
    Gli atteggiamenti, la prassi, le contorsioni teologiche ed anche le autentiche eresie son degli uomini di Chiesa ad ogni livello.

    E' veramente strano che i sostenitori dell'evoluzione della dottrina, e addirittura del dogma poi esaltino una Chiesa fermatasi definitivamente al 1965.
    Misteri di, per me oscuri e impraticabili, meandri mentali.

    La definizione da parte di don Pozzo della Chiesa "pre-conciliare"
    come d'una cittadella assediata che col concilio si apre al confronto col mondo, sempre che non sia un'offa gettata alle gole progreiste per tacitarle e far ingoiare il preciso ed indisucutibile discorso seguente,
    è piuttosto superficiale.
    La Chiesa è sempre stata la cittadella assediata dal mondo che rifiutava di alimentarsi alla luce di cui era faro, d'un mondo in ui ha sempe imperversato il Menzognero, e sempre è stata nel mondo per vincerne il male con la sua Verità che per esser tale non ha bisogno di confronti o riconmoscimenti mondani.
    La Chiesa deve valutare ogni aspetto del mondo e riplasmarlo com'è suo compito d'origine divina.

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  18. Hagrid, ti ricordo che anche il giudizio temerario è un peccato contro la carità. Io e penso gli altri abbiamo replicato a ciò che pareva più palesamente contrario alla nostra esperienza di fede, senza alcun rancore o ira verso fratelli con idee diverse dalle nostre, tutt'al più con un pizzico di ironia.:)

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  19. mons. Pozzo dice quotidianamente la messa di s Pio V: non è un buon segno?

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  20. Caro Anonimo (DATEVI UN NICKNAME!),

    o ci fornisci dettagli e fonte di questa informazione oppure, come voce anonima e non confermata, comprenderai che saremo costretti a cancellarla.

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  21. Ottimi gli interventi di Luisa, Fidei Donum e (c'è bisogno di dirlo) Dante Pastorelli :-)
    E ottima la notizia...questo Monsignore mi piace...secondo me, le cose per la Chiesa, con Papa Benedetto e le sue nomine, andranno sempre meglio...con l'aiuto di Dio e della Vergine Santa,naturalmente
    ;-)

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  22. La differenza tra i tradizionalisti e i progressisti è questa: i primi guardano la storia e vivono nella storia; i secondi distillano l'utopia e vivono in un mondo che non c'è.

    Sarà il mondo e la storia, quelli veri e reali, ad annientare chi ha voluto costruire un edificio sull'ideale anziché sul reale.

    aNTONELLO

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  23. Non è velleità d'anonimato, bensì scarsa pratica con le registrazioni e gli account. La notizia, ovviamente, non è di prima mano, ma proviene da un sacerdote a me caro che ha una certa dimestichezza con il neo segretario, dal quale - relata refero - ha ricevuto "vivae vocis oraculo" tale informazione, a titolo di incoraggiamento di fronte alle vessazioni che la messa tradizionale ha continuato a subire dopo la promulgazione del motu proprio.
    A presto
    Summorum

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  24. Lutero e compagni hanno voluto riformare la Chiesa, una Chiesa che nella prima parte del secolo XVI aveva bisogno di essere raddrizzata. Ma lasciandosi trascinare da un idealismo ad oltranza, sappiamo dove sono andati a finire... Mi domando se certe posizioni critiche all'attuale situazione ecclesiale, non assomiglini alle proteste dei nostri fratelli separati.
    Invece di spendere tante energie cercando di ridimensionare il Vaticano II, non sia più fruttuoso interpretarlo in continuità dinamica con quanto la Chiesa ha sempre insegnato.
    Codex

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