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sabato 13 giugno 2009

Bux e Vitiello: l'Eucarestia non è solo banchetto, ma prima sacrificio.

Benozzo Gozzoli, Agnello mistico, Pal. Medici Riccardi , Firenze


Nell’Omelia per la Solennità del Corpus Domini 2009, il Santo Padre Benedetto XVI ha nuovamente richiamato l’attenzione di tutta la Chiesa sul rischio della “secolarizzazione” anche tra i fedeli, e perfino tra il Clero, e ribadito la coessenzialità tra sacrificio e banchetto, nell’Eucaristia.

Ha affermato il Papa: “celebrando la Pasqua con i suoi, il Signore nel mistero anticipò il sacrificio che si sarebbe consumato il giorno dopo sulla croce. L’istituzione dell’Eucaristia ci appare così come anticipazione e accettazione da parte di Gesù della sua morte. Scrive in proposito sant’Efrem Siro: ‘Durante la cena Gesù immolò se stesso; sulla croce Egli fu immolato dagli altri’.“Oggi è quanto mai urgente, anche in vista di un recupero della dimensione del sacro tanto necessario in Europa, aiutare tutti i fedeli a comprendere o ri-comprendere la universale dimensione sacrificale della liturgia eucaristica.

Senza cedimenti alla religiosità “pagana” pre-cristiana, ma favorendo una corretta comprensione del sacrificio espiatorio di Cristo Signore, il quale ha offerto se stesso per noi e per la nostra salvezza.

A tutti i fautori della riduzione della Santa Messa a banchetto, è però necessario ricordare come esso sia unicamente la conseguenza del Sacrificio. Senza la morte di Cristo in Croce, mai gli uomini sarebbero potuti divenire “commensali di Dio”, né avrebbero potuto vivere una comunione anche fisica con Lui, attraverso la Comunione eucaristica, che è anticipazione della condizione di risorti, capace di superare i vincoli spaziali e temporali. In tal senso la dimensione sacrificale mai è da contrapporre a quella della “cena del Signore”, ma semplicemente la prima è la stessa condizione di possibilità della seconda. Non c’è “cena” senza Sacrificio!

Ha affermato ancora il Santo Padre: “C’è oggi il rischio di una secolarizzazione strisciante anche all’interno della Chiesa, che può tradursi in un culto eucaristico formale e vuoto, in celebrazioni prive di quella partecipazione del cuore che si esprime in venerazione e rispetto per la liturgia. È sempre forte la tentazione di ridurre la preghiera a momenti superficiali e frettolosi, lasciandosi sopraffare dalle attività e dalle preoccupazioni terrene”. La corretta comprensione dell’Eucaristia come Sacrificio mette al riparo da tali superficiali interpretazioni e, soprattutto, l’auspicata reciproca fecondazione tra la forma ordinaria e quella straordinaria dell’unico rito latino, potrà, nel tempo, permettere, anche a livello liturgico, quel “recupero teologico” oggi quanto mai necessario. Perché “Con l’Eucaristia dunque il cielo viene sulla terra, il domani di Dio si cala nel presente e il tempo è come abbracciato dall’eternità divina”.

Dispaccio Agenzia Fides 12/6/2009, via Papa Ratzinger blog. Per leggere integralmente (come merita davvero) l'omelia del S. Padre, c'è il preziosissimo Maranatha: cliccate sull'immagine

145 commenti:

  1. Si tratta di concetti elementari che nei cattolici con un minimo di formazione dovrebbero esser patrimonio consolidato. Starli a ripetere - come anch'io ho qui e altrove sempre fatto - significa che i guasti di oltre un quarantennio sono stati devastanti per la fede.
    Gli autori son noti e le loro posizioni sono quelle della Chiesa di sempre. La S. Sede si sveglia dal letargo.
    Ma... perché si lascian impunemente a questi errori aperte le porte della Chiesa e delle missioni?
    Misteri d'iniquità.

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  2. Per quanto la Croce di Gesù sia fondamentale per la nostra fede, essa non deve essere intesa come fosse cristallizzata, ma deve essere intesa come finalizzata alla instaurazione del Regno. Non la chiesa è il fine, ma il REgno di giustizia, amore e pace.

    Questa visione è incompatibile con la teologia antiquata che vede la Croce, non per il Regno, ma in se stessa, come “soddisfazione” ed “espiazione vicaria”.
    Dio è amore, solo amore:
    Come può questo Dio richiedere il pagamento dell’offesa a lui fatta?
    E' una mente mercantile, quella che ha concepito questo concetto.

    Il concetto di un pagamento non si concilia con l’idea di perdono proclamato dal Gesù storico, come dimostrano tanti passi dell'Evangelo (la pecorella smarrita, il figlio sperperatore, l’adultera, lo stare a mensa con le prostitute e i pubblicani, il debitore che non sa fare credito)

    Il concetto di una insolvenza generale dell'uomo risolta con la morte del figlio non rappresenta cioè l'autentico messaggio, ma solo l'ideologia intransigente della società violenta e patriarcale.

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  3. Veramente Cristo ha detto che solo chi sarà battezzato e lo accoglierà, seguendo i suoi comandamenti, prendendo la sua croce, sarà salvo.
    A chi non ascolta la sua parola ha promesso la Geenna.
    L'amore di Dio è infinito, ma è infinita anche la Giustizia.
    Non è una vecchia teologia, come andate sempre strologando voi, novelli lollardi eretici e distruttori dell'unità della Chiesa, ma una Verità immutabile. La Chiesa è l'immagine della città celeste: è la Chiesa militante che prega per la Chiesa purgante e che si traasformerà insieme a questa seconda, nella parte che lo merita, in Chiesa trionfante.
    La Chiesa è l'arca di salvezza fuori della quale salvezza non c'è: è il regno terreno di Cristo che ci apre le porte al Regno eterno.

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  4. "rischio della “secolarizzazione” anche tra i fedeli, e perfino tra il Clero"


    Perfino tra il clero?
    Perfino tra il clero??????

    Ma stiamo dando i numeri?
    Ma se è propio il clero che da 40 inocula dosi industriali di secolarismo nei fedeli laici!
    Se è propio il clero che si è secolarizzato a partire dall'abbigliamento!

    INNOMINATO

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  5. Lollardo dal latino "lolium", cioè loglio.

    Tra il buon grano ci sarà sempre qualche spiga di loglio, fino a quando, nella mietitura, il grano verrà messo nei granai del Regno, mentre il loglio nei forni del medesimo Regno.

    INNOMINATO

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  6. parli forse di forni crematori?

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  7. Il concetto di una insolvenza generale dell'uomo risolta con la morte del figlio non rappresenta cioè l'autentico messaggio, ma solo l'ideologia intransigente della società violenta e patriarcale.

    questa è 'adulta' ideologia, o altro, non è Fede cristiana!

    A monte del Sacrificio resta il DONO di Sé che ci è stato fatto dal Signore sia con la vita che ci ha donato (Creazione) che con la Vita Eterna che ci ha riaperto (Redenzione, attraverso la Sia Incarnazione, Passiione, Morte, Risurrezione, Ascesa al Cielo)

    Non dimentichiamo che la funzione della Chiesa – Corpo mistico di Cristo prima ancora che Popolo di Dio – nasce e si identifica nella stessa funzione di Cristo “il Diletto, nel quale mi sono compiaciuto...”, che realizza la totalità del dono di Sé per amore, icona delle relazioni vive presenti nella SS. Trinità. Non dimentichiamo anche che questa dimensione del “dono” – che sta a monte del Sacrificio – fa parte della Realtà di Dio Trinità in un orizzonte di immenso Amore e Libertà, nel quale Egli ha voluto associare l’uomo, Sua Creatura, creato “a Sua immagine come somiglianza”. Infatti Cristo si fa Dono “fino alla fine” proprio in questo orizzonte di Amore e Libertà, non per dovere, al quale purtroppo molti fedeli corrono il rischio di fermarsi...
    ha sanato una frattura, la lacerazione del distacco operata dalla disobbedienza (perché il peccato è innanzitutto 'distacco' da Dio) non ha solo 'soddisfatto' l'ira... ha 'espiato' donandosi ("sia fatta la tua volontà, versus il "non serviar" e la disobbedienza); ma la parola espiazione è stata cancellata dal vocabolario dei modernisti e dei falsi profeti!!!

    Ma perché continuano a dirsi cattolici?

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  8. parli forse di forni crematori?

    dovresti vergognarti a strumentalizzare in questo modo becero e improprio e inadeguato una cosa seria, del tutto estranea al Cristianesimo

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  9. Cara lollarda,
    in tutto l'Antico e il Nuovo Testamento si trova il concetto di espiazione.
    L'uomo era nel peccato e il sacrificio espiatorio di Cristo, Figlio di Dio, lo ha redento. Gli ha dato la possibilita' di redenzione dal peccato che ogni uomo si deve guadagnare con la fede e le opere.
    Solo attraverso la rinnovazione di questo Sacrficio nella S. Messa l'uomo riceve la Grazia santificante che gli consente di perseguire con successo questa via di redenzione, che puo' alla fine meritargli il Paradiso.
    Dio e' amore ma proprio per questo amore e' anche infnita giustizia.
    Le vie del Signore non sono le nostre vie. Vorresti spiegare le vie del Signore con il piu' insulso e antricristico buonismo nostrano.
    FdS

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  10. Si parla di Amore E Giustizia di Dio come fossero due cose distinte. E alla parola giustizia si da quel connotato "umano".
    La giustizia di Dio è L'Amore. Sono la stessa cosa e sono la stessa cosa. La giustizia di Dio è IL PERDONO. Il tribunale ove si compie la Sua Giustizia è il confessionale, la "sanzione" irrogata a chi "pentito" ammette la sua colpa è il perdono.
    Molti confondendo la "giustizia di Dio" come qualcosa di prettamente "umano" purtroppo si perdono (e inducono altri a perdersi), perchè temono che non vi possa essere perdono per i loro misfatti (vedi Giuda), o perchè troppo superbi, credono di essere "giusti" e quindi di non aver bisogno della "giustizia" di Dio che è l'amore, il perdono (vedi fariseo). Il pubblicano, ovvero me peccatore, sa invece che ha sempre e solo bisogno di quella "giustizia" di Dio che è l'amore.
    Dio è tutto e solo Amore.

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  11. X Lollarda: se sarà un forno crematorio o un forno per una semplice rosolatura, magari lenta, non lo devi chiedere a Innominato, perché credo non lo sappia.
    Se propio ti interessa il metodo o il grado di cottura dovresti chiederlo a Colui che nell'Evangelo ha detto che il buon grano, a suo tempo, sarà separato dalle erbacce e queste ultime gettate nel forno.

    Antonio

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  12. Dimenticavo, per completare il concetto.
    Coloro che in un modo o nell'altro rifiutano la giustizia di Dio, che è l'amore, il perdono, poverini saranno coloro che alla vera giustizia di Dio sostituiscono la loro visione umana di giustizia, ovvero incapace di perdono.
    Sono coloro che si "irrogano" da soli la loro pena. Si "retribuiscono" da soli, non accettando ma temendo quel Dio che è "Tutto e solo Amore".

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  13. Guardate che per sant'Agostino il vero sacrificio è la città escatologica, il Regno di giustizia e pace.

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  15. Guardate che per sant'Agostino il vero sacrificio è la città escatologica, il Regno di giustizia e pace.

    la 'Rivelazione' in pillole...

    e il Signore Gesù cos'è venuto a fare?

    I beni escatologici, da dove vengono, se non dal Suo Sacrificio, cioè dal suo Corpo offerto e dal Suo Sangue versato in espiazione dei peccati "per voi e per i molti" che lo accoglieranno?

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  18. La prosa tradizionalista serve per creare ad arte dei ghetti di pensiero unico.

    strumentalizzi la "prosa tradizionalista" perché non conosci e ti hanno fatto rinnegare la Tradizione Vera e allora il Tradizionalismo becero ti serve da alibi per portare avanti la tua idea di Chiesa non fondata da Gesù, il Signore, 2000 anni fa, ma nata dopo il concilio

    Ma la Chiesa è nata dal Signore dalla Sua Incarnazione, Morte e Risurrezione, nonché Ascensione al Cielo per TUTTO riportare al Padre e dal Suo Santo Spirito che ci ha inviato... da Essa noi siamo nati, non da sue contraffazioni, che sono troppe in questo nostro tempo difficile, ma pieno di Grazia infinita!

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  19. Qui siamo ormai al delirio più che all'eresia, gli eretici almeno cercavano di conservare un'apparenza di logica. Se Dio ci ama e basta, se non vuole niente da noi, se non abbiamo bisogno di un mediatore che ci porti alla salvezza, allora siamo già salvi, siamo già in paradiso e contempliamo la Gloria. Se è così, non mi sembra poi un granché questo paradiso. Anzi mi sembra una grossa fregatura. Scherzi a parte, o lollardi, buttate via gli slogan che avete orecchiato da qualche parte (a occhio e croce in qualche corteo no global...) e ricominciate a far funzionare il cervello. Costa un po' di fatica all'inizio, ma poi dà grosse soddisfazioni, nessuno se ne è mai pentito.

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  20. Dio vuole molto da noi invece.
    "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo é il più grande ed il primo dei comandamenti. Ed il secondo é simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipende tutta la Legge dei Profeti"

    Amore. Dio è tutto e solo Amore!
    Quali siano i "frutti" dell'amore di Dio lo sapete.
    E siate soft... perchè:
    "non nel vento gagliardo, non nel sussulto del terremoto, non nell'incendio è il Signore, ma nel sussurro di una brezza soave ivi è il Signore".

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  21. Jacopo coglie nel segno: siamo (siete) al delirio se cercate di correr dietro alle cretinaggini di chi dimostra solo di godere nel prender gli altri per i fondelli con discorsi che oscillano appunto tra l'eresia e il delirio; come quello di una delle galassie prostestanti che propio dal delirium tremens trae il nome.

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  23. Non mi sembra affatto delirio, ma giusta critica bibilica. Evidentemente non mi sono spiegata. Lasciamo allora parlare la Parola.
    Il carattere autoritariamente pervasivo delle dinamiche legate all’idea di espiazione ha esercitato e esercita ancora oggi negli ambienti retrivi delle chiese.
    Invece l’interpretazione cristologia svolge una critica demitizzante, liberando nell’ambito secolare – il solo che ha diritto di esistere nel contesto democratico della modernità e postmodernità – liberando in esse energie critiche volte a spogliare l’azione e l’immaginario da ogni residuo sacralizzante e oppressivo.
    Ciò significa prendere definitivo congedo dalla idea reazionaria della morte di Gesù come atto di culto e, anche, come fonte di culto. Come per l’espiazione vicaria questa idea si situa nell’universo simbolico del sacrificio. Nella lettera agli Ebrei lo sfondo è nell’ambito cultuale, il culto sacrificale del Tempio di Gerusalemme. Il sacrificio compiuto dal sacerdote ristabilirebbe il “corretto” rapporto con YHWH, infranto dalla colpa.
    Orbene, la lettera agli Ebrei presena ì Gesù come sommo sacerdote e vittima sacrificale, ma all’interno di un linguaggio paradossale: si tratta di un artificio retorico che presuppone l’uditore immerso e schiavo dell’immaginario sacrificale; con ciò lo svuota dall’interno, come svuota l’idea stessa di espiazione.
    È la rivoluzione di questa epistola: l’atto non è più liturgico, non c’è più cioè ripetizione rituale, è “una volta per sempre” ed ogni ripetizione è indebita e idolatrica, così come il significato sacrificale e di riconciliazione del culto. Rimane solo il servizio di memoria dell’opera gesuana: una sospensione sabbatica del fare dell’uomo di fronte all’azione di Dio, che secolarizza il culto, rendendo l’esistenza secolare, come volevano i profeti e come risulta dalla storia gesuana, il vero culto gradito a Dio.
    La liturgia sacrale, soprattutto quella tridentina, costituisce per questo una persistenza negativa che ci sia augura venga contenuta ai minimi termini.

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  24. Lollarda non sono daccordo.
    Potrei essere daccordo se con ciò si intende l'interpretazione che fanno alcuni "fedeli" alla Liturgia Tridentina.
    Ma che la Liturgia Tridentina sia ciò che tu dici NO, non sono proprio daccordo.
    Sarò pure critico nei confronti delle affermazioni dei commentatori "tradizionali" di questo sito, sarò pure critico verso le loro interpretazioni e verso il loro "modo di esprimersi".
    Ma ripeto criticare la Liturgia Tridentina in questo modo NO, ASSOLUTAMENTE!
    Non è corretto sia nel metodo come nel merito.

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  25. Uff: non ci si può distrarre una mezza giornata semifestiva, e qui si danno appuntamento gli scappati di casa (quella di piazza Calvino, angolo via Zwingli) per venirci ad ammannire stupidaggini senza senso.

    La cosa desolante è che questa è magari gente che infesta le sacrestie o occupa abusivamente i corsi di catechismo...

    Da dove cominciamo a intervenire con la giusta ramazza dei deliri, visto che c'è chi si prende la briga di rispondere?

    Raccomandazione quindi ai commentatori "normali" (con ciò si intende quelli che scrivono cose ragionate e pacate, quali siano le loro opinioni) di non replicare a insulti e deliri, per facilitare la necessaria moderazione.

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  26. Ma ripeto criticare la Liturgia Tridentina in questo modo NO, ASSOLUTAMENTE!
    Non è corretto sia nel metodo come nel merito
    .

    amici forse avrei fatto meglio a non rispondere; ma lo sconcerto è grande nel leggere queste espressioni sulla Liturgia Tridentina e nessun commento alla delirante interpretazione della Lettera agli Ebrei

    E questi sono ritenuti cattolici!

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  27. Hai Hai Hai.... mi eleminate le ammonizioni del Vangelo???

    Che vi "scandalizzate della Sua Parola" ???

    Sarebbe stato forse corretto rimuovere gli insulti. Comunque ognuno è padrone in casa sua.
    Prendo atto.

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  28. Caro mic, la signora che si definisce "esegeta" costruiva la sua critica alla Liturgia Tridentina asserendo di rifarsi alla Lettera agli Ebrei. Sembra ovvio il senso della mia frase "Non è corretto sia nel metodo come nel merito."
    Il Metodo è la Pseudo-esegesi, il merito ovvero l'argomento a cui lo applica è la Liturgia Tridentina.
    Condanna più chiara di così!!!
    Mi scusi se mi permetto, ma forse nella foga, non se ne è avveduto.
    Mi auguro che tale foga sia stata dettata dalla giusta irritazione che procura la pseudo-esegesi, e non la voglia di polemica nei miei confronti per darmi del "cattolico adulto". Non credo ne ho mai affermato esserlo.
    Questo per opportuna precisazione.
    Cordiali saluti.

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  29. GMN, nessuno dei tuoi commenti è stato censurato. Non lamentarti, quindi, del fatto che abbiamo tolto "ammonizioni del Vangelo"

    Lo sono stati altri che miscelavano "la Parola"
    (o meglio interpretazioni soggettivistiche della stessa, nel più puro stile protestantico: ma per protestanti si pensi a tricoteuses della Bible belt, piuttosto che a teologi di Tubinga) con osservazioni gratuite e insultanti. Arrivare a infilare Berlusconi o i forni crematori in un discorso che si pretenderebbe di esegesi biblica, significa che siamo non alla frutta: all'alka seltzer.

    La scure ha colpito anche risposte pertinenti che però riportavano quel che doveva essere ecciso. La censura, si sa, non è mai uno strumento chirurgico e leggero. Ma quando è indispensabile, arriva (e tutti sanno come doverla esercitare ci piaccia poco).

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  30. Mi auguro che tale foga sia stata dettata dalla giusta irritazione che procura la pseudo-esegesi, e non la voglia di polemica nei miei confronti per darmi del "cattolico adulto". Non credo ne ho mai affermato esserlo.

    non c'era vis polemica nella mia risposta; grazie del chiarimento e mi scuso

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  31. E' vero che la Messa e' la riattualizzazione incruenta del Sacrificio di Cristo ma non limitamoci fissandoci solo su questo aspetto.La Messa e' molto di piu'.Vi prego di leggere la Costituzione Pastorale Sacrosantum Concilium al capitolo:La liturgia e il Mistero Pasquale.Vi ricordo anche cio' che afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica
    sul valore sacrificale della Messa.
    Il CCC afferma che e ANCHE un sacrificio e non SOLO.Ricordo ancora che il CCC afferma che la liturgia SIGNIFICA E REALIZZA PRINCIPALMENTE IL MISTERO PASQUALE.
    Considerare esclusivamente il valore scarificale non e' corretto.

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  32. Non e' corretto perche' significa non considerare la Messa nella sua completezza.Il Concilio Vaticano II ha insistito molto sul concetto di Mistero Pasquale,concetto che era gia' stato anticipato dal Concilio di Trento

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  33. Per chi non conoscesse bene il significato del termine "Mistero Pasquale"ricordo che con questo termine si vuole indicare tutto quanto il Signore Gesu'ha operato per la salvezza dell'umanita'.In parole povere:Incarnazione,
    passione,morte,resurrezione.Tutto questo si riattualizza nei Sacramenti e soprattutto nell'Eucarestia.

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  34. Scusate mi correggo:Mistero Pasquale:Incarnazione,passione,morte,resurrezione,glorificazione!!

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  35. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  36. Quanto trovo scoraggiante questo dialogo, se posso chiamarlo così, il Sacrificio? sì ma non solo, il banchetto? sì ma non solo...il Sacrificio viene prima... sì ma bisogna insistere sul banchetto...
    Il Sacrificio di N.S.G.C., dono supremo, viene prima, non c`è banchetto senza sacrificio, è evidente anche a me che sono un`ignorante che non può usare i termini scelti usati da chi scrive qui, ma insomma mi sembra che il Santo Padre abbia parlato chiarissimo.
    Ma siamo a questo punto ?
    Non si può più parlare di Sacrificio eucaristico senza subito sollevare le reazioni di chi teme che il banchetto sia oscurato?
    Ma è possibile?
    E non ci si rende conto, che è dal Concilio Vaticano II che questo bazar è nato? Per compiacere i protestanti, per avvciniarsi a loro in un improbabile e mal compreso ecumenismo?
    Io il risultato lo vedo, vedo qui da me quanto l`ecumenismo fai da te sia cosa fatta, cosiccome la liturgia fai da te, la teologia fai da te.
    Uno scempio.

    La retta dottrina?
    Il Sacrificio eucaristico?
    La Presenza reale?
    Il Magistero petrino ?
    La Tradizione?
    La lettura della Bibbia alla luce del Magistero della Chiesa?

    Mais qu`est-ce cela? Des vilains mots?

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  37. E' vero che la Messa e' la riattualizzazione incruenta del Sacrificio di Cristo ma non limitamoci fissandoci solo su questo aspetto.La Messa e' molto di piu'..

    grazie Giuseppe Rossi delle tue precisazioni; ma credo proprio che nessuno di noi pensi che la S. Messa non comprenda tutto il mistero Pasquale (che non finisce con la Risurrezione, ma comprende anche Ascensione e Pentecoste)

    il problema si pone con i troppi che confondono la S. Messa e il Mistero Pasquale con la sola Risurrezione e conseguente "convito tra fratelli", solo "banchetto escatologico" o Cena del Signore (alla protestante maniera) che dir si voglia...

    Per grazia di Dio, nella Chiesa, oltre a quella del nostro Papa, le voci a difesa della Tradizione perenne sono uscite dal Letargo...

    A questo proposito, segnalo l'ultimo scritto di Bux-Vitiello "Senza il Sacrificio non c'è il Banchetto"

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  38. ... che, guarda, caso è proprio il testo in base al quale è partita la discussione e chhe è stato ripreso anche dal nostro sito ;)

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  39. L’autore.
    Martedì esce in Italia il saggio di Martin Mosebach,«L’eresia dell’informe. La liturgia romana e il suo nemico» (Cantagalli, pp. 252, e 17,90), una difesa della liturgia cattolica tradizionale. Il volume si inserisce nel filone culturale portato avanti da papa Benedetto XVI che l’altro ieri, durante la liturgia del Corpus Domini, ha detto che «bisogna rispettare la liturgia» e più volte, negli ultimi «Angelus», ha parlato contro la secolarizzazione della Chiesa e la sua «trasformazione in una Ong».
    La Denuncia.
    «Il kitsch linguistico, musicale, in pittura e in architettura ha inondato completamente l'immagine esterna degli atti pubblici della Chiesa». Dopo il Concilio Vaticano II si è sviluppata una corrente di pensiero dentro e fuori la Chiesa che ha segnato una delle fratture piu' rivoluzionarie del secolo scorso. Sull'onda dell'irenismo post-conciliare, venne sancito l'abbandono della antica liturgia. Quest'opera può diventare l'occasione per un ripensamento del cammino compiuto negli ultimi decenni.
    Il Papa.
    Benedetto XVI è tra gli ispiratori del recupero della liturgia proposto da Mosebach nel suo libro. Contro Paolo VI. Il Papa «modernizzatore e progressista» si sarebbe fatto «tiranno», nell’antico senso di «interruzione della tradizione da parte del sovrano»

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  40. la segnalazione che precede è tratta dal Blog Raffaella

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  41. «I nuovi iconoclasti hanno distrutto la fede»
    di Maria Antonietta Calabrò

    in “Corriere della Sera” del 13 giugno 2009

    Martedì esce in Italia il saggio di Martin Mosebach,

    «L’eresia dell’informe. La liturgia romana e il suo nemico» (Cantagalli, pp. 252, € 17,90),

    una difesa della liturgia cattolica tradizionale. Il volume si inserisce nel filone culturale portato avanti da papa Benedetto XVI che l’altro ieri, durante la liturgia del Corpus Domini, ha detto che «bisogna rispettare la liturgia» e più volte, negli ultimi «Angelus», ha parlato contro la secolarizzazione della Chiesa e la sua «trasformazione in una Ong».
    Proprio nella società dell’immagine la Chiesa ha subito l’attacco di nuovi iconoclasti, che attraverso lo svilimento della liturgia hanno assestato negli ultimi 35 anni un colpo gravissimo alla fede cattolica, determinando «una catastrofe storica e religiosa».

    Quello che io chiamavo più semplicemente"bazar" Mosebach non esita a definirlo "«una catastrofe storica e religiosa».




    http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa200906/090613calabro.pdf

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  42. Dice M.M.: «l’interruzione della tradizione da parte del sovrano era definita atto di tirannia» e attribuisce l'atto al papa Paolo VI.
    Ammettendo che il termine tirannia sia usato come termine tecnico e in modo completamente a-valutativo, il Nostro no si è accorto di aver fatto autorete: la stessa cosa, sempre come termine tecnico e a-valutativo, si potrebbbe dire anche dell'atto che ha riportato in vigore un rito già leggittimamente abrogato, come ha dimostrato Andrea Grillo in un articolo che ha riportato anche Rinascimento Sacro.
    Allora: c'è qualcosa che no torna in questa polemica.

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  43. Sì, c'è proprio parecchio che non torna: le lezioni che i lollardi (tedeschi, inglesi?) comunque camuffati ci vogliono impartire, ergendosi ad esegeti del nulla, rifischiando pappagallescamente quel che da secoli dicono i protestanti d'ogni setta penetrati anche nella gerarchia.

    Dio è Amore ma l'Amore non può esser scisso dalla Giustizia (come dalla potenza, dalla bontà, dalla belleza ecc: da tutti gli attributi propri della vera divinità). L'Amore che non sia fondato sulla Giustizia non è amore, è la sua negazione. Dio non può premiare il malvagio non pentito o condannare il buono o il peccatore pentito, né premiarli o o condannarli tutti indistamente

    La Messa è sempre prima Sacrificio - satisfattorio e propiziatorio per vivi e defunti - e poi banchetto: l'ho già detto. Ed ho detto anche che le messe private, sine populo, hanno lo stesso valore infinito delle messe cum populo: ed anche in queste c'è il convito perché il sacerdote rappresenta tutta la Chiesa. Ed anche queste messe sono atto di culto pubblico della Chiesa.

    Il mistero pasquale, se rettamente inteso non crea problemi.
    Ma quando si vuol far della Resurrezione l'"azione" della
    salvezza si cade in errore: la salvezza vien dal sacrificio redentivo e solo da esso, che presuppone incarnazione e passione. La Resurrezione e l'Ascensione di quel sacrificio e morte son la conseguenza e pegno per la nostra resurrezione e ascesa al cielo.
    Questa è sempre stata la dottrina della Chiesa: il resto son profane novità che negano la vera fede.

    RispondiElimina
  44. Ha perfettamente ragione Dante, ma dopo il concilio la dottrina così chiaramente esposta prima diviene ambigua. Pensate alla colletta della messa del corpus domini: in latino ha conservato il concetto tradizionale che l'eucaristia è memoriale della passione, mentre la traduzione rende "passionis" in "della pasqua":

    Colletta
    Signore Gesù Cristo, che nel mirabile sacramento dell'Eucaristia ci hai lasciato il memoriale della tua Pasqua,...

    Deus, qui nobis sub sacraménto mirábili passiónis tuæ memóriam reliquísti, ....

    È incredibile l'incoerenza dei novatori e la loro ignoranza anche in termini letterari.

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  45. Ignoranza voluta, caro don Luigi. proditoria: cambiar le parole per cambiar la sostanza, la Fede.

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  46. Ma io mi domando: "possibile che tali incongruenze, per usare un eufemismo" non diano fastidio a nessuno in alto loco? perché non cambiano il testo latino, se è corretto quello in italiano?"

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  47. Ma quando vien cambiato il testo italiano in modo corretto, della correzione si scordano anche gli arcivescovi. Così è stato chiarito che il "pro multis" dev'esser pronunciato nella sua esatta traduzione: Per molti.
    Giovedì sera in duomo, alla Messa del Corpus Domini, mons. Betori ha usato lo scorrettissimo "per tutti".

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  48. voglio vedere quanto tempo dovrà ancora passare prima che appaia un messale con la traduzione "per molti". Per me sarà una prova dura, poiché equivale a riconoscere ufficialmente che la riforma liturgica con le traduzioni in lingue volgari è stata fatta coi piedi. E dato che ci sono in giro ancora troppi protagonisti di tali scempiaggini, aspetteranno che ne muoia qualcuno.

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  49. Pe poi fargli il processo tipo Papa Formoso?

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  50. grazie Giuseppe Rossi delle tue precisazioni; ma credo proprio che nessuno di noi pensi che la S. Messa non comprenda tutto il mistero Pasquale (che non finisce con la Risurrezione, ma comprende anche Ascensione e Pentecoste

    Grazie egregio MIC non ho indicato la Pentecoste solo per brevita'.
    Quello che dici e' giusto anche la Pentecoste fa parte del Mistero Pasquale.Anzi per completare il concetto includerei anche i miracoli operati dal Signore durante la sua vita pubblica.
    Se ho fatto questo intervento e'perche' noto che quando ci si riferisce alla Messa si menziona solo il suo valore sacrificale e questo mi sembra molto riduttivo.
    Non perche' ridimensionare il sacrificio del Signore ma per valutarlo nel modo giusto.Grazie comunque per la correzione.

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  51. il problema si pone con i troppi che confondono la S. Messa e il Mistero Pasquale con la sola Risurrezione e conseguente "convito tra fratelli", solo "banchetto escatologico" o Cena del Signore (alla protestante maniera) che dir si voglia

    Caro MIc non capisco cosa centrino i protestanti.I nostri fratelli evangelici non credono al valore sacrificale della Messa.Essi sostengono che il sacrificio di Cristo si e' compiuto una sola volta per tutte.Non credono che si perpetui.La Messa per loro e' una ricostruzione dell'ultima cena.Una specie di cena di addio di Gesu' con gli Apostoli.Essi infatti non hanno Sacerdoti ma Pastori.Come vedi non c'entra nulla con il dire che la Messa e' molto di piu' del suo valore sacrificale??Non ho detto che il Mistero Pasquale
    sia solo la resurrezione.Ma non e' nenanche solo il sacificio

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  52. Per grazia di Dio, nella Chiesa, oltre a quella del nostro Papa, le voci a difesa della Tradizione perenne sono uscite dal Letargo


    Dipende cosa intendi per tradizione
    perche'e' un concetto vastissimo.
    Il Depositum Fidei e' un concetto vastissimo che non puoi facilmente
    incasellare e dire e' questo e tutto il resto e' sbagliato!!La Chiesa ha duemila anni di storia.A cos ati riferisci precisamente con questo termine?

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  53. Non ho detto che il Mistero Pasquale
    sia solo la resurrezione.Ma non e' nenanche solo il sacificio
    .

    scusi ha letto l'articolo a cui tutti ci stiamo riferendo?
    da quale Chiesa crede che veniamo?

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  54. Nei commenti a questo post si è evidenziato qualcosa di preoccupante e cioè che nella chiesa cattolica ci sono persone che non credono nella morte di Gesù come espiazione per i nostri peccati. Qui si tratta di persone per le quali non conta ne l'insegnamento della chiesa ne quello che hanno insegnato gli apostoli e la Bibbia.
    Ricordiamoci che quando Gesù fù tentato nel deserto satana uso (strumentalizzo)le parole della Bibbia per ingannarlo, noi non dobbiamo fare lo stesso. Non possiamo leggere la Bibbia interpretandola a modo nostro magari secondo ciò che ci fà più comodo ma sempre dobbiamo tener conto dell'insegnamento della Chiesa la quale è guidata dallo Spirito.

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  55. Non condivido il pessimismo di certi interventi.Gia Papa Giovanni XXIII stigmatizzava gli uccelli di malaugurio.I profeti di sventura.
    Dobbiamo avere piu' fiducia in Dio e negli uomini.Nessuna fase della Chiesa e'stata esente da mali.Se consideriamo per esempio la Chiesa pre Concilio di Trento ci accorgiamo che non era molto migliore di oggi.La Chiesa del settecento non era molto migliore di oggi.Anche sul piano della liturgia Sant'Alfonso Maria dei Liguori scrisse:La Messa e l'Officio Strapazzati nel quale descrive tutti gli abusi che si perpetravano nella Messa.Pertanto
    non sarei cosi'pessimista e nostalgico del passato

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  56. Ha perfettamente ragione Dante, ma dopo il concilio la dottrina così chiaramente esposta prima diviene ambigua. Pensate alla colletta della messa del corpus domini: in latino ha conservato il concetto tradizionale che l'eucaristia è memoriale della passione, mentre la traduzione rende "passionis" in "della pasqua":

    Guardate questo intervento conferma le mie tesi.Questo amico si riferisce all'Eucarestia come memoriale della Passione.Ma sappiamo che l'Eucarestia non e' solo questo!!Per questo giustamente il nuovo Messale traduce correttamente con il termine pasqua che fa riferimento al Mistero Pasquale

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  57. Speranza ha detto...

    Nei commenti a questo post si è evidenziato qualcosa di preoccupante e cioè che nella chiesa cattolica ci sono persone che non credono nella morte di Gesù come espiazione per i nostri peccati.

    Non e' vero non credo che nessuno affermi una cosa del genere!Non si sta negando il valore della passione e morte del Signore.Si sta solo dicendo che bisogna considerare il mistero della redenzione come un tuttuno.
    Passione,morte,resurrezione,glorificazione non come cose staccate.Ne' bisogna considerare la passione o morte piu' imporatante rispetto al resto.E'UN UNICO MISTERO.

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  58. A quello che ho detto aggiungo anche che la Chiesa sa che la Messa ha un valore sacrificale ma ancora sta approfondendo questo aspetto e la ricerca non e' finita.La Messa e' un sacrificio ma come?Cristo si offre come vittima e' giusto ma a chi a Dio,al demonio?Forse e' meglio lasciare ai teologi queste riflessioni

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  59. Certo, ma lollarda sembra che neghi la morte di Gesù per espiare i nostri peccati.
    Io sono d'accordo col papa, la messa è sia sacrificio che banchetto. Il problema di oggi sta nel fatto che molti negano la messa come sacrificio.

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  60. Al demonio , ma cosa dici!!!
    La chiesa non ha mai detto una cosa del genere. Gli insegnamenti della chiesa a riguardo sono molto chiari.

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  61. Speranza ha detto...
    Al demonio , ma cosa dici!!!
    La chiesa non ha mai detto una cosa del genere. Gli insegnamenti della chiesa a riguardo sono molto chiari.

    Si la ma ti chiedo Dio Padre cosa fa con il sacrificio del figlio?Si placa?Se la mettiamo in questi termini sembra quasi che Dio sia un sanguinario vendicativo che si placa con il sacrificio di Gesu'e sfoga la sua collera sul figlio anziche' sull'umanita.Ovviamente sto facendo una esemplificazione.
    Sacrificio offerto al Padre ma in che senso?Su questo non sappiamo ancora bene

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  62. Sappiamo che la Messa e' un sacrificio ma non abbiamo indagato bene tutto il mistero.Per questo dico che lasciamo questo tema ai teologi

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  63. Speranza ha detto...
    Al demonio , ma cosa dici!!!
    La chiesa non ha mai detto una cosa del genere. Gli insegnamenti della chiesa a riguardo sono molto chiari.

    Si sono chiari ma ancora c'e' da indagare.Perche' non abbiamo ancora ben capito certi aspetti.

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  64. Non Ho capito cosa non sia ancora chiaro nel concetTo di Redenzione operata dal sacrificio di Cristo, riparazione infinita ad una colpa infinita. La Chiesa ha definito il carattere dell'Eucaristia senza ambiguità soprattutto nella XXII sessione del Concilio di Trento a cui siamo vincolati in eterno.
    L'essenza della S. Messa è costituita da: Lode alla SS.ma Trinità (che qui tutti dimenticano, forse perché la nuova messa la pone in sordina o la tace del tutto), sacrificio satisfattorio e propiziatorio per vivi e defunti, presenza reale.
    La Messa rinnova il Sacrificio, cioè la Passione e morte in modo sacramentale. L'Incarnazione è il presupposto per cui possa avvenire il sacrificio corporeo e la La Resurrezione e l'Ascensione (lasciamo da parte la Pentecoste che non fa parte della vita terrena di Cristo: si legga l'Unde et memores) che sono una conseguenza del Sacrificio, come ho scritto, sono "ricordate" ma non rinnovate sacramentalmente. Questa è una distinzione sostanziale e necessaria per comprendere davvero la Redenzione.
    Da qui l'ambiguità del cosiddetto Mistero Pasquale: spostando il centro della Messa dal Sacrificio alla Resurrezione, si riduce a semplice memoria anche il Sacrificio. E si cade nel puro e semplice esteriore "memoriale", nella "cena", insomma nello "zikkaron".

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  65. La colletta del Corpus Christi (del Messale italiano) viene incriminata perché dice che l'Eucaristia è memoriale della Pasqua e, invece, il testo latino parla di memoriale della passione. Io direi invece che il testo italiano rende meglio la dottrina tradizionale. La Pasqua è passaggio dalla morte alla vita, comprende sia la morte che la risurrezione. San Tommaso, commentando Rm 4,25, considera sia la morte che la risurrezione di Cristo cause efficienti della nostra salvezza (Somma Teol. III, q.56, a.2, ad 4). E' quindi fuori posto parlare di errore, eresia, e così via.
    Matias Augé

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  66. A Giuseppe, che pone domande intelligenti, consiglio il libro di Manzi & Pagazzi "Il pastore dell'essere", pubblicato dalla editrice Cittadella. Nel capito 3° (pp. 101-142) è delineata intanto la problematica generale del necessario passaggio dal discorso sul «sacrificio "di" Gesù» al discorso sul «sacrificio "di Gesù"» (pp.138-142). Ricordo anche che l'argomento è stato trattato dalla Commissione Teologica Intenazionale nel 1979.

    Vorrei poi dire a Pastorelli che il concetto di "memoriale" quale emerge dal testo biblico è quanto di più lontano dalla "nuda commemorazione" protestantica; ha una altissima valenza realistica: è la ri-presentazione non solo "di" un Evento, ma "a" quell'Evento nella sua efficacia salvifica. Rimando a quanto ne ha scritto lo stesso Gherardini.

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  67. Ecco il testo di cui parlavo (http://www.clerus.org/clerus/dati/2001-09/14-2/QUESTCRIST.html):

    «3.2. Tra quanto è stato detto, due elementi meritano una considerazione del tutto speciale.
    a) Gesù ha avuto coscienza che egli era il Salvatore definitivo degli ultimi tempi (cf. n. 2. 1), che annunziava e rendeva presente il Regno di Dio (cf. n. 2.2 e 2.3).
    b) La risurrezione e l'esaltazione di Gesù (n. 3.1) hanno manifestato che la sua morte è un elemento costitutivo della salvezza portata dal Regno e dal potere di Dio (cf. Lc 22, 20 e par.). In 1 Cor 11, 24 la morte di Gesù viene presentata come un elemento costitutivo della Nuova Alleanza che sta per realizzarsi in modo definitivo ed escatologico.
    Questi due elementi permettono di concludere: la morte di Gesù è efficace per la salvezza.
    3.3. Se si parla in senso stretto ed a livello semplicemente nozionale, non è facile qualificare come " sostituzione espiatoria " o come " espiazione vicaria " quest'azione divina che porta irrevocabilmente la salvezza con la vita e con la morte del Salvatore escatologico, come anche con la risurrezione che lo costituisce Salvatore in maniera definitiva ed irreversibile.
    Ma si possono considerare le cose in tale prospettiva, se la morte e le azioni di Gesù sono collegate a una disposizione esistenziale e fondamentale che include una certa conoscenza personale (cf. sopra n. 2.5) ed una volontà di portare per procura la pena (cf. Gai 3, 13) ed il peccato del genere umano (cf. Gv 1, 29; 2 Cor 5, 21).
    3.4. Se Gesù ha potuto realizzare per dono gratuito gli effetti di tale espiazione vicaria, è solo perché egli ha accettato di essere " dato dal Padre " e perché egli stesso si è donato al Padre che lo accettava nella risurrezione. Si trattava di un ministero di " esi-stenza-per-gli-altri " nella morte del Figlio preesistente (Gal 1,4; 2, 20).
    Perciò, quando si considera in questo modo il mistero della salvezza e quando si parla di " espiazione vicaria ", bisogna tener presente una duplice analogia.
    L'" oblazione " volontaria del martire, specialmente quella del Servo di Jahvè (Is 53), differisce totalmente dalla immolazione degli animali, semplici " immagini ed ombre " (cf. Eh 10, 1).
    Bisogna mettere ancor più l'accento sull'" oblazione " del Figlio eterno ed insistere ancor più chiaramente sull'analogia delle situazioni. Infatti, il Figlio eterno, " entrando nel mondo " viene per fare " la volontà di Dio " (Eb 10, 5. 7b). È " con lo Spirito eterno che egli ha offerto se stesso a Dio come una vittima senza macchia " (Eb 9, 14). (Questa oblazione viene chiamata, in modo adeguato, sacrificio, per esempio dal Concilio di Trento [DENZ.-SCHON. n. 1753], ma allora bisogna restituire al termine il suo significato originario).
    3.5. La morte di Gesù è stata una " espiazione vicaria " definitivamente efficace, poiché il gesto del Padre che consegna e dona il proprio Figlio (Rm 4, 25; 8, 32; cf. Gv 3, 16; 1 Gv 4, 9) è ripreso esemplarmente realmente nel Cristo che dona se stesso, consegnando e dando se stesso con perfetta carità (cf. anche Ef 5, 2.25; 1 Tim 2, 6; Tt 2, 14).
    Ciò che tradizionalmente veniva chiamato " espiazione vicaria " deve essere compreso, trasformato ed esaltato come " avvenimento trinitario "».

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  68. Giusto, la chiesa ci insegna che si tratta di un sacrificio offerto al padre e non al demonio come dici tu nel commento precedente.
    Per quando riguarda i teologi, non è a loro che ci dobbiamo affidare (essi usano la semplice ragione umana e possono sbagliarsi) ma alla Chiesa la quale è guidata dallo Spirito e che a tal proposito ha dato degli insegnamenti ben precisi.

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  69. E' da segnalare che sul blog di P. Matias Augé (link), che ringraziamo per il suo intervento qui, è articolata e spiegata l'osservazione secondo cui la traduzione in italiano (anzi, l'emendazione) di memoriale passionis in memoria della Pasqua, è teologicamente più corretta, in quanto la redenzione non è conseguenza solo del sacrificio sulla croce, ma anche della resurrezione.

    La nostra perplessità non deriva da questa osservazione, che dà rilievo alla risurrezione nell'economia della salvezza, ma da altri due elementi.

    Il primo: è per cosi dire disturbante che il testo normativo latino sia violentato, seppure con finalità meliorative (che però molto spesso sono discutibilissime, si pensi al pro multis). Anche perché fa venir meno l'identità di preghiera rispetto a nazioni dove il senso originale sia stato rispettato, oppure "tradito" ma in modo differente.

    Secondo punto, e più importante: passando da un punto di vista teologico ad uno pastorale, da sempre la Chiesa si preoccupa di insistere e ribadire i punti che più sono oggetto di contestazioni (si pensi all'odierna festa del Corpus Domini, nata proprio in risposta a dubbi di fede sulla presenza reale). Ora, di questi tempi la dottrina del sacrificio è - lo abbiamo visto nei commenti in questo stesso blog - particolarmente indigesta a molti, ridotta a una specie di reliquato di archetipi religiosi paganeggianti (sacrifici umani, mercanteggiamento con la divinità, ecc.). Se una verità (ché tale è, mano al Denziger; anzi, basta il catechismo) viene messa così diffusamente in dubbio, non sarà il caso di ribadirla e riaffermarla, anziché non diciamo negarla (la traduzione in italiano non è certo eretica), ma sicuramente annacquarla in una locuzione (memoriale della Pasqua) che il quidam de populo interpreterà come rinvio all'ultima Cena, o al massimo alla Risurrezione, ma certo non alla Passione? Stranamente, fuori degli ambiti "tradizionalisti", questo aspetto sacrificale è passato sotto un imbarazzato silenzio e nessun fedele qualunque ha modo di sospettarne l'esistenza. Perché?

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  70. Matias Augé dixit: La colletta del Corpus Christi (del Messale italiano) viene incriminata perché dice che l'Eucaristia è memoriale della Pasqua e, invece, il testo latino parla di memoriale della passione. Io direi invece che il testo italiano rende meglio la dottrina tradizionale. La Pasqua è passaggio dalla morte alla vita, comprende sia la morte che la risurrezione.
    -----------------------------------
    Caro Reverendo, se, come dice Lei è più corretto il testo italiano, si dovrebbe dire che quello precedente sia incompleto e dunque errato. Tuttavia mi sorge un dubbio: possibile che per secoli la chiesa abbia celebrato la messa solo come rinnovamento del sacrificio di Cristo, quindi sbagliandosi?

    Mi viene inn soccorso il Concilio di Trento sess. XXII,
    cap.1: «Celebrata, infatti, l’antica Pasqua, - che la moltitudine dei figli di Israele immolava in ricordo dell’uscita dall’Egitto -, (Cristo)istituì la nuova Pasqua, e cioè se stesso, da immolarsi dalla chiesa per mezzo dei suoi sacerdoti sotto segni visibili, in memoria del suo passaggio da questo mondo al Padre, quando ci redense con l’effusione del suo sangue, ci strappò al potere delle tenebre e ci trasferì nel suo regno (337).»

    Mi sembra chiaro che la redenzione provenga dal sangue di Cristo e che nella messa è questo sangue che nel sacramento viene rinnovato. Non si rinnova l'evento della Risurrezione, che ha dato a Cristo la vita e la gloria, che oggi fanno sì che possa essere presente. Si rinnova solo la passione e la morte e si ricorda la risurrezione e l'ascensione come consegueze del suo atto d'amore supremo.

    Certo il mistero pasquale comprende passione, morte e risurrezione e ascensione, ma si tratta di eventi ben definiti e in un certo senso distinti e dunque nella messa si deve puntualizzare ciò che è rinnovato e ciò che viene solo ricordato.

    Il contesto dell'ultima cena non comprende né risurrezione, né ascensione, ma solo l'offerta del sacrificio pasquale e Gesù si dona in sostituzione dell'agnello pasquale, il cui sangue ha salvato gli ebrei dall'angelo sterminatore.

    Caro Reverendo, come vede non dò dell'eretico a nessuno, vorrei solo che si avesse un po' più di rispetto per la tradizione che Lei ha definito superata dalle nuove traduzioni.
    don gianluigi braga

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  71. Sono d'accordo con la sensibilità pastorale espressa dalla Redazione del blog. Aggiungo due riflessioni:
    emendare un testo o migliorarlo (in questo caso, ritornando alla tradizione dei Padri) è sempre plausibile. In secondo luogo, testi alla mano, si può provare che il formulario della Messa del Corpus del Messale di Paolo VI che abbiamo celebrato oggi è incentrato sul concetto di sacrificio: il rito sacrificale dell'allenaza sinaitica (prima lettura Es 24,3-8); Cristo unico mediatore che offre se stesso una volta per sempre (seconda lettura Eb 9,11-15);il sangue di Cristo, sangue dell'alleanza nuova versato per molti (vangelo Mc 14,12-16.22-26).
    Ecco quindi che il sacerdote nell'omelia deve svilluppare questa tematica.
    D'altra parte, noto (e non intendo fare polemica) che il formulario della Messa del Corpus del Messale del 1962 non sottolinea con lo stesso vigore il concetto dell'eucaristia come sacrificio.
    Matias Augé

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  72. Interpellato da Don Gianluigi rispondo. Il Messale del 1962 non contiene nessun errore. La pasqua di Cristo (vedi la teologia di san Giovanni) è la passione "gloriosa" del Signore. Il sacrificio di Cristo accolto dal Padre con la risurrezione è per noi salvifico. Come dice san Paolo ai Romani: Cristo è morto a causa dei nostri peccati ed è risorto per la nostra giustificazione. In questo contesto deve interpretarsi l'espressione mistero pasquale... Quindi possiamo dire che l'eucaristia è memoriale della passione (s'intende gloriosa) o possiamo dire anche (con un altra sensibilità teologica) che il sacrificio di Cristo è memoriale della pasqua...)
    Matias Augé

    RispondiElimina
  73. D'altra parte, noto (e non intendo fare polemica) che il formulario della Messa del Corpus del Messale del 1962 non sottolinea con lo stesso vigore il concetto dell'eucaristia come sacrificio.
    Matias Augé
    -----------------------------------
    Caro Padre, non è da Lei banalizzare l'antica liturgia con una battuta e poi tra parentesi dire di non voler far polemica.

    Lei offende la nostra pur limitata conoscenza dei testi, perché il messale tradizionale ha ben chiaro il concetto di sacrificio fin dalla
    1. colletta sopra riportata che, appunto si riferisce all'eucaristia come memoriale della passione.
    2. Poi la prima lettura di S.Paolo dice espressamente: Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga.
    3. Il versetto dell'alleluia conferma con le parole di Giovanni che l'eucaristia è vero corpo e vero sangue di Cristo.
    4. Nella sequenza è detto: noi consacriamo il pane e il vino come ostia di salvezza...I simboli lo hanno annunziato nel sacrificio di Isacco, nell'agnello pasquale...
    5. Nel vangelo si riporta il discorso di Giovanni sul pane di vita. Come si può mangiare questa carne e bere questo sangue se non dopo che siano offerti in sacrificio?
    6. Nel communio si riprende la prima lettura Ogni volta che mangiate...
    7. Nel postcommunio ci si rivolge al Signore Gesù perché la comunione col suo corpo e sangue sia un pegno del banchetto celeste.

    Come vede se vuole sostenere che la nuova liturgia del corpus domini è migliore si attacchi a qualcosa d'altro
    don gianluigi braga

    RispondiElimina
  74. La parte eucologica (cioè le diverse orazioni) del formulario di Messa del Corpus Domini è identica nei Messali del 1962 e in quello del 1970. La ricchezza in più la si trova nel Lezionario della Messa (cicli A, B, C). Il ciclo B di quest'anno sviluppa il concetto dell'eucaristia come sacrificio con testi più attinenti al tema di quanto non fanno le due letture sempre identiche del Messale del 1962. E' un dato oggettivo...
    M. Augé

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  75. È vero che letture di oggi offrono un notevole sostegno alla dimensione sacrificale dell'eucaristia, ma sarebbe veramente fuorviante non riconoscere il significato sacrificale nei testi del proprio del corpus domini tradizionale.
    don g.l.

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  76. Caro ARNULFO, conosco abbastanza il significato di "memoriale" biblico ed anche gli scritti dell'amico mons. Gherardini.
    Tutto sta ad intendersi sui termini.

    Così la ri-presentazione cosa vuol significare? Ri-presentare a Dio (tornare a presentare a Dio) l'offerta della vittima - ci può stare: ora non voglio andar a guardare, ma mi sembra che sia il Grimal a dar questa interpretazione - o rendere ancora presente oggi, sull'altare, e quindi rinnovare, ripetere, ovviamente in modo sacramentale il Sacrificio della Croce?
    Quanto allo zikaron trascrivo quel che scrive Gherardini in un articolo per il mio bollettino "Una Voce Dicentes" A.III, n. 1, 2003 dal Titolo "la Messa è vero sacrificio".

    "4 – E’ mia impressione che tutto dipenda da una mal intesa re-praesentatio. Il senso medievale dell’espressione è ben lungi dal presunto superamento di essa mediante l’inflazionata attualizzazione; è infatti dimostrato che proprio questo, non su base puramente linguistica, ma in connessione con la teologia del sacramento, è il senso di re-praesentatio. E questo fu anche il merito della scuola di Maria Laach, con particolare riferimento a Odo Casel, che pure non fu privo d’esagerazioni quando parlava del ripresentarsi hic et nunc (nel fatto sacramentale) del passato evento o mistero in tutte le sue proprietà e circostanze di tempo e di luogo. Se spogliata di siffatte esagerazioni, la sua Vergegenwartigung (“denuo sistere in praesens”, portare il passato nel presente) e collocata all’interno dell’efficacia sacramentale, costituisce un notevole contributo all’illustrazione e comprensione della re-praesentatio medievale.
    Il collegamento con la realtà sacramentale è il presupposto di questa considerazione. Prescindendone, si rimane al puro ambito naturale: l’acqua rimane acqua, che significa e produce pulizia, ma non va oltre; però, se adibita per il rito sacramentale, in forza di esso (“accedit verbum”, direbbe sant’Agostino) il suo significato e la sua efficacia trascendono l’ambito della natura e producono la grazia.
    5 – Oggi, senza il retroterra culturale che faceva del Casel un vero scienziato, se ne adotta il linguaggio acriticamente, con il risultato di far confusione là dove si pensa o si pretende di far chiarezza: per es., nell’opporre attualizzare a rappresentare e rinnovare. Forse senza sapere neanche di che cosa si tratti, sì fa dell’attualizzazione un nuovo zikaron (da zekar, ricordare). Lo zikaron veterotestamentario era infatti il ricordo, la memoria dell’evento passato: lo esprimeva nel rito, lo rendeva presente nel ricordo dei buoni israeliti, ma non lo rinnovava, non lo ripeteva, non lo coinvolgeva oggettivamente nella loro esperienza. Tutto il contrario avviene nel sacramento, che proprio per questo non è uno zikaron: nella realtà misterica del presente, ossia per l’efficacia di cui Cristo ha caricato il sacramento, il passato si attualizza e si ripropone, si ripete, si rinnova. Non nella sua oggettività d’evento determinato nel tempo e nello spazio (sarebbe un assurdo), bensì nella rassomiglianza (Rm 6,5; 8,3; Fil 2,7; Ebr 4,15) del fatto sacramentale."

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  77. Le parole di don Augé sul memoriale della pasqua vanno prese con le pinze perché non supportate da autorevole spiegazione teologica.

    Se per memoriale intendiamo, come dev'essere inteso, rinnovamento sacramentale di ciò che Cristo fece nell'ultima cena quando sacramentalmente anticipò il Sacrificio della croce, la Messa è memoriale del Sacrificio della Croce post factum.
    Il sacrificio è reale.

    La resurrezione non può esser rinnovata realmente sull'altare da nessuno. Le parole della consacrazione son chiarissime. La Messa è sacrificio prima e convito eucaristico.
    La Resurrezione, come l'Ascensione, ne é la conseguenza: compimento della vita di Cristo.
    Ma non è la Resurrezione che ci salva, ma il sacrificio espiatorio. La resurrezione ci attesta l'effetto di quel sacrificio.
    Ecco perché il termine memoriale dev'esser inteso nel senso giusto: per il sacrificio è rinnovamento, per la Resurrezione è ricordo, testimonianza e lode.

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  78. Dante Pastorelli dice che le "parole di don Augé sul memoriale pasquale non sono supportate da autorevole spiegazione teologica".
    In primo luogo, rimando a quanto ho scritto oggi nel mio blog:
    http://liturgia-opus-trinitatis.over-blog.it.
    In secondo luogo, invito a leggere quanto ha scritto St. Lyonnet diversi decenni fa (cito la versione spagnola che ho con me):
    "La historia de la salvacion en la Carta a los Romanos", Salamanca 1967, pp. 157-161.
    M. Augé

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  79. Io ho parlato di quel che ha scritto qui.
    Quanto al Lyonnet sarebbe bene stendere un velo di pietà. E' uno dei distruttori della sana esegesi cattolica.
    Di lui ricordo la sua interprtazione eretica della Lettera ai Romani lì dove Paolo scrive: "Per un solo uomo il peccato entrò nel mondo e mediante il peccato la morte e così passò a tutti gli uomini perché tutti peccarono": il gesuita novatore intendeva che tutti gli uomini commisero peccati personali mentre la Sacra Tradizione ci dice che Paolo vuol significare che tutti gli uomini peccarono in Adamo.
    Era una ripresa di Pelagio, Erasmo, Lutero ecc.
    La retta esegesi ci è data dal Concilio di Trento, sessione V.
    Inolte col suo collega Zerwick dovettero ammettere d'aver insegnato errori circa l'inerranza della Scrittura e la storicirà dei Vangeli e furono sospesi dall'insegnamento. Seguì nel 1961un significativo monito del S. Uffizio contro coloro che ponevano in discussione la storicità, la verità storica e oggettiva della Sacra Scrittura: il monitum fu emesso dal S. Uffizio di Ottaviani ma col convinto consenso dei cardinali membri della Pontificia Commissione Biblica (Pizzardo, Riffono e Mercati). Il grande esegta mons. Romeo smontò le tesi dei due autori e s'attirò l'anatema dei novatori, che poi con Paolo VI riuscirono a far tornar ad insegnare il Lyonnet e lo Zerwick. Un'altra delle gravi colpe di quel Papa.

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  80. La Messa rinnova il Sacrificio, cioè la Passione e morte in modo sacramentale.

    Giuseppe

    Caro amico la tua spiegazione mi sembra incompleta.Il CCC non dice cosi'.Afferma che l'Eucarestia e' ANCHE un sacrificio.Se fosse come dici tu si avrebbe dovuto dire SOLO un sacrificio.Dice anche che la liturgia realizza PRICIPALMENTE il Mistero Pasquale


    L'Incarnazione è il presupposto per cui possa avvenire il sacrificio corporeo e la La Resurrezione e l'Ascensione (lasciamo da parte la Pentecoste che non fa parte della vita terrena di Cristo: si legga l'Unde et memores) che sono una conseguenza del Sacrificio, come ho scritto, sono "ricordate" ma non rinnovate sacramentalmente. Questa è una distinzione sostanziale e necessaria per comprendere davvero la Redenzione.
    Da qui l'ambiguità del cosiddetto Mistero Pasquale: spostando il centro della Messa dal Sacrificio alla Resurrezione.


    Giuseppe

    Caro amico ma con le parole Mistero Pasquale non si vuole indicare quello che affermi nel tuo intervento.Non si vuole spostare cioe' il centro sulla resurrezione ma su tutto cio'che il Signore ha operato per la nostra salvezza.Scusa ma sei in errore.

    semplice memoria anche il Sacrificio. E si cade nel puro e semplice esteriore "memoriale", nella "cena", insomma nello "zikkaron".


    Giuseppe

    No caro amico hai frainteso Mistero Pasquale non significa questo

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  81. Se sono in errore sono in buona compagnia: tutto il Magistero Infallibile afferma quel ch'io ho scritto: e cioè che la redenzione avviene attraverso il Sacrificio della Croce.
    E la liturgia eucaristica (non una non meglio specificata "liturgia") questo sacrificio rinnova.

    Ho detto anche che il cosiddetto Mistero Pasquale può essere rettamente inteso: cioè è il mistero della morte e della conseguente resurrezione: la morte non è scissa dalla resurrezione perché questa è una conseguenza della prima, frutto esclusivo della prima. Senza morte non ci sarebbe stata resurrezione. Alla morte spetta il primato, come giustamenre scrive lo Zoffoli, fra gli altri che in questo momento mi vengono in mente, in quanto "causa meritoria" della nostra salvezza e della resurrezione.
    E' la morte che porta alla glorificazione nella resurrezione e nell'ascensione
    Ecco perché il centro della liturgia è il Sacrificio, la Messa, ripetizione sacramentale del sacrificio, unico e perfetto.

    Sulla Messa come sacrificio ti posso riportare paginate di citazioni del Magistero, per non parlar dei teologi, che misi insieme per rispondere ad alcune infelici espressione del vescovo Scatizzi.

    RispondiElimina
  82. Nell'Eucaristia si ri-presenta e si rinnnova il sacrificio, perché è così che il Signore ha voluto nell'ultima Cena dicendo "Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me"... Tant'è che Paolo può aggiungere: "Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga"... se il Vangelo ha ancora un valore!
    Ma è questo è quel che vive la Chiesa!

    E' chiaro che in quell'ogni volta c'è la ri-presentazione al Padre di quell'UNICO Sacrificio fino alla fine dei tempi, con le meravigliose conseguenze per chi vi partecipa, che grazie ad esso viene redento e introdotto sempre di più nel mondo della Risurrezione e riceve i beni escatologici...

    Magistrali le considerazioni di Dante Pastorelli su sacramento e zikkaron! Grazie!

    Come si può invece ri-attualizzare la Risurrezione che è un evento anch'esso UNICO ma irripetibile perché è l'inaugurarsi di una Creazione NUOVA?

    Pertanto è la Risurrezione che non si ri-attualizza, ma si può solo ricordare

    E' per questo che don Gianluigi dice giustamente:
    Certo il mistero pasquale comprende passione, morte e risurrezione e ascensione, ma si tratta di eventi ben definiti e in un certo senso distinti e dunque nella messa si deve puntualizzare ciò che è rinnovato e ciò che viene solo ricordato.
    Il contesto dell'ultima cena non comprende né risurrezione, né ascensione, ma solo l'offerta del sacrificio pasquale e Gesù si dona in sostituzione dell'agnello pasquale, il cui sangue ha salvato gli ebrei dall'angelo sterminatore
    .

    pertinentissimo anche il riferimento che ho visto all' unde et memores...

    solo che Giuseppe Rossi è proprio DE COCCIO!!!

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  83. Non memoriale della morte e della risurrezione,
    ma memoriale del Sacrificio di Colui che è risorto, asceso al cielo e siede alla destra del Padre.
    Forse questa è la soluzione delle presenti diatribe teologiche.

    RispondiElimina
  84. El Cid, è quello che diciamo in tre o quattro da tempo

    RispondiElimina
  85. Carissimi,
    come di consueto ringrazio chi ha animato un dibattito teologico assai interessante. Quoto Dan Gianluigi e il Prof. Pastorelli.
    Desidero invece riportare un passo del Catechismo Tridentino sull'eucarestia ad usum delle pastore protestanti qui in azione, in realta' nostalgiche di Guglielmina la boema e Fernanda da Pirovano, e che interpretano le parole dell'Apostolo in modo falso, fazioso, capzioso, arbitrario ed incompleto.

    "207. Dignità dell'Eucaristia desunta dall'istituzione

    Fra tutti i sacri misteri che N.S. Gesù Cristo ci ha elargito quali infallibili strumenti della grazia, non ce n'è uno che possa paragonarsi al santissimo sacramento dell'Eucaristia; ma appunto perciò non v'è colpa per cui i fedeli abbiano più a temere di esser puniti da Dio, che il trattare senza sacro rispetto un mistero cosi pieno di ogni santità, un mistero, anzi, che contiene lo stesso autore e fonte della santità. L'Apostolo lo ha sapientemente capito e ci ha chiaramente ammonito intorno a questo punto, quando dopo aver mostrato l'enorme delitto di quelli che non distinguono il corpo del Signore, soggiunge: Per questo molti tra voi sono infermi e senza forze, e molti dormono (1Co 11,30). Pertanto, affinché i fedeli possano ritrarre maggior frutto e fuggire la giusta ira di Dio, dopo aver ben compreso quali onori divini si debbano tributare a questo sacramento, i Parroci dovranno con somma diligenza esporre tutto quanto può meglio illustrare la maestà dell'Eucaristia."
    e, ancora
    "220. Dalla proscrizione degli eretici

    Altra via per conoscere la dottrina della Chiesa in materia di fede è la condanna di dottrine e opinioni contrarie. Ora è noto a tutti che la realtà del corpo di Cristo nell'Eucaristia è stata sempre cosi diffusa in tutta la Chiesa e accettata concordemente da tutti i fedeli, che quando, or sono cinquecento anni, Berengario oso negarla, affermando non esservi che un simbolo, fu subito condannato per unanime sentenza nel concilio di Vercelli convocato per ordine di Leone 9, ed egli medesimo lancio anatema alla propria eresia. Quando più tardi ricadde nello stesso empio errore, fu di nuovo condannato da tre altri concili, uno a Tours e due a Roma; questi ultimi convocati rispettivamente da Nicolo II e Gregorio VII.

    Queste decisioni furono confermate da Innocenzo III nel concilio ecumenico Lateranense: in seguito i concili generali di Firenze e di Trento più apertamente hanno dichiarato e stabilito la fede di tale verità.

    Se i Pastori esporranno tutto ciò con diligenza, potranno, non diciamo far rinsavire coloro che accecati dall'errore nulla odiano più della luce della verità, ma confermare i deboli e riempire di grandissima letizia le anime dei buoni; tanto più che la fede in questo dogma, come deve essere evidente per tutti i fedeli, è connessa con gli altri articoli della dottrina Cristiana. Perché chiunque crede e confessa che Dio è onnipotente, deve anche credere che a lui non manca il potere di operare l'immenso prodigio che ammiriamo e adoriamo nell'Eucaristia. E chi crede la santa Chiesa cattolica deve anche ammettere la verità di questo sacramento nel senso spiegato."
    Da quanto sopra si evince anche che una volta i Concili servivano essenzialmente a fugare infallibilmente dubbi in materia di fede e a stabilire una volta per tutte la retta dottrina.
    F.d.S.

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  86. A PROPOSITO DI ZIKKARON

    DAL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA:

    "1363 Secondo la Sacra Scrittura, il memoriale non è soltanto il ricordo degli avvenimenti del passato, ma la proclamazione delle meraviglie che Dio ha compiuto per gli uomini. Nella celebrazione liturgica di questi eventi, essi diventano in certo modo presenti e attuali. Proprio così Israele intende la sua liberazione dall'Egitto: ogni volta che viene celebrata la Pasqua, gli avvenimenti dell'Esodo sono RESI PRESENTI ALLA MEMORIA dei credenti affinché conformino ad essi la propria vita."

    E qui vediamo la differenza tra il “memoriale cattolico” e lo zikkaron

    Dunque, anche lo zikkaron è commemorazione, rievocazione, volontà di rivivere il remoto evento della liberazione.
    Il rito, vario e complesso – coppe di vino, pane azzimo, agnello, benedizioni – si esaurisce nella narrazione, nella rievocazione, nel ricordo dell’antica sofferenza della schiavitù e della gioia della liberazione. E’ un rito anche di identità tra l’ebreo di oggi e l’ebreo d’allora: l’identità di un popolo.
    I partecipanti alla cena, alle benedizioni e alla rievocazione narrativa, se intensamente concentrati, si trasportano con l’animo nell’evento della liberazione e si sentono partecipi di quella storia. E ringraziano Dio e lo pregano affinché la benedizione di un tempo continui per l’oggi e per il domani.
    Il rinnovamento quindi avviene solo nel ricordo, per quanto pressante ed intenso possa essere.
    Anche questo rito è actio, come del resto tutti i riti: ma un’actio che non rinnova, non ripete, non ri-presenta realmente in modo storico o mistico il contenuto dell’actio: che resta actio di memoria, ringraziamento e speranza che quella libertà donata e riacquistata non venga più perduta.

    Si può paragonare lo ziccaron alle nostre feste, alla celebrazione del Natale, della Pasqua, dell’Assunzione ecc.
    Una commemorazione, cattolicamente intesa, non è mai una fictio o una rappresentazione teatrale, ma un ricordo, un rivivere quell’avvenimento storico lontano o quella persona a cui va il nostro pensiero e sentirli vicini e motivo di riflessione, di preghiera.
    Ma non c’è il rinnovamento né storico né sacramentale dell’evento o della persona. Il memoriale è nel ricordo e nella narrazione delle vicende d’ambedue.

    Nella cena di Gesù non è lo zikkaron la parte centrale, MA IL DOPO CENA: il sacrificio sacramentale che anticipa quello successivo della Croce.

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  87. Sulla problematica di questo dibattito invito a leggere A. Gerken, "Teologia dell'eucaristia", dove lo studioso riporta il pensiero del teologo J. Ratzinger. Qualche minuto fa, ho riprodotto la parte più interessante del testo sul mio blog:
    http://liturgia-opus-trinitatis.over-blog.it/

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  88. DANTE PASTORELLI ha detto...

    Se sono in errore sono in buona compagnia: tutto il Magistero Infallibile afferma quel ch'io ho scritto: e cioè che la redenzione avviene attraverso il Sacrificio della Croce.

    Giuseppe

    Caro Signor Dante ma il suo concetto di redenzione e' incompleto.Sembrerebbe quasi che la resurrezione non sia essenziale alla redenzione.Lei considera la passione e morte maggiore della resurrezione.Sarebbe una conseguenza.La resurrezione sarebbe una specie di lieto fine simile a quello delle favole di Grimm ma non necessario.In teoria quindi sarebbero stati sufficienti anche solo la passione e morte?La resurrezione e' superflua rispetto alla nostra salvezza?Non sono affatto d'accordo!!Il mistero della salvezza comprende tutto:Passione,morte,resurrezione,
    glorificazione come un unico mistero e non come elementi staccati.Quello che dice non ha sensoed e' smentito anche dalla liturgia Eucaristica nella quale affermaiamo:Annunciamo la tua morte Signore proclamiamo la tua resurrezione in attesa della tua venuta.Lo ribadisco:Considerare l'Eucarestia solo nel suo valore sacrificale e' sbagliato.Per questo dopo il Concilio Vaticano II non si parla piu' di Mistero della redenzione,concetto giusto ma incompleto,ma di Mistero Pasquale.



    E la liturgia eucaristica (non una non meglio specificata "liturgia") questo sacrificio rinnova.

    Ho detto anche che il cosiddetto Mistero Pasquale può essere rettamente inteso: cioè è il mistero della morte e della conseguente resurrezione: la morte non è scissa dalla resurrezione perché questa è una conseguenza della prima, frutto esclusivo della prima. Senza morte non ci sarebbe stata resurrezione. Alla morte spetta il primato, come giustamenre scrive lo Zoffoli, fra gli altri che in questo momento mi vengono in mente, in quanto "causa meritoria" della nostra salvezza e della resurrezione.
    E' la morte che porta alla glorificazione nella resurrezione e nell'ascensione
    Ecco perché il centro della liturgia è il Sacrificio, la Messa, ripetizione sacramentale del sacrificio, unico e perfetto.

    Sulla Messa come sacrificio ti posso riportare paginate di citazioni del Magistero, per non parlar dei teologi, che misi insieme per rispondere ad alcune infelici espressione del vescovo Scatizzi.

    14 giugno 2009 23.21

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  89. Non è il mio concetto di redenzione, ma quello della Chiesa.
    La Resurrezione è il frutto della morte redentiva.
    Ci sarebbe stata la resurrezione senza la passione e morte?
    Per due millenni la Chiesa avrebbe sbagliato a parlar come parlo io? Di sacrificio redentivo?
    La Resurrezione in sé è Sacrificio espiatorio, satisfattorio e propiziatorio?

    Evidentemente siete un'altra chiesa. Io sto con quella di sempre.
    Ancora più mi convinco che la teologia del mistero pasquale, malamente presentata e digerita, è un' eresia.
    Se invece la si intende nel senso retto che ho indicato allora rientra nell'ortodossìa.
    Chi vuol demolire il concetto di Sacrificio necessario nella sua infinità per soddisfare un'offesa infinita?

    RispondiElimina
  90. mic ha detto...

    Nell'Eucaristia si ri-presenta e si rinnnova il sacrificio, perché è così che il Signore ha voluto nell'ultima Cena dicendo "Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me"... Tant'è che Paolo può aggiungere: "Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga"... se il Vangelo ha ancora un valore!
    Ma è questo è quel che vive la Chiesa!

    Giuseppe

    Quello che dice a proposito del Sacrificio che si riattializza e' giusto ma incompleto.Nella Messa non si riattualizza solo il Sacrificio,quindi la passione e morte,ma tutto:Passione,morte,
    resurrezione,glorificazione.Non a caso nella Messa con NOM diciamo:"Annuziamo la tua morte Signore proclamiamo la tua resurrezione nell'attesa della tua venuta"Perche' l'Eucarestia e' memoriale di tutto il Mistero Pasquale non solo del sacrificio.
    Non capisco dove e' il vostro problema.Il valore sacrificale non e' affatto sminuito.Il vostro ragionamento invece sminuisce la resurrezione ridotta a sola conseguenza della passione.Come ho detto una specie di lieto fine.Ma non e' cosi!!

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  91. L’esegesi di Giuseppe è un po’ originale: si ferma su un “anche” di un paragrafo (1465) ignorando tutto il resto.
    Vediamo a volo come vien presentata la Messa
    ARTICOLO 3
    IL SACRAMENTO DELL'EUCARISTIA
    1322 La santa Eucaristia completa l'iniziazione cristiana. Coloro che sono stati elevati alla dignità del sacerdozio regale per mezzo del Battesimo e sono stati conformati più profondamente a Cristo mediante la Confermazione, attraverso l'Eucaristia partecipano con tutta la comunità allo stesso SACRIFICIO DEL SIGNORE.
    1323 « Il nostro Salvatore nell'ultima Cena, la notte in cui veniva tradito, ISTITUÌ IL SACRIFICIO EUCARISTICO DEL SUO CORPO E DEL SUO SANGUE, col quale perpetuare nei secoli, fino al suo ritorno, il SACRIFICIO DELLA CROCE, e per affidare così alla sua diletta Sposa, la Chiesa, il memoriale della sua morte e risurrezione: sacramento di pietà, segno di unità, vincolo di carità, convito pasquale, nel quale si riceve Cristo, l'anima viene ricolmata di grazia e viene dato il pegno della gloria futura ». (il pegno della gloria futura è la resurrezione: quindi nella Messa non si rinnova la resurrezione ma la promessa di essa)
    Dunque la presentazione del sacramento dell’Eucaristia immediatamente parla di SACRIFICIO, come essenza della Messa in quanto essenza dell’ultima Cena, nella parte più significativa: la distribuzione del PANE BENEDETTO che prese il posto dell’ultimo boccone dell’agnello e, POST COENATUM EST la benedizione e la distribuzione del calice, che prese il posto del terzo bicchiere di vino della cena ebraica, quello cosiddetto del ringraziamento, dopo essersi lavate le mani.
    II. Come viene chiamato questo sacramento?
    1328 L'insondabile ricchezza di questo sacramento si esprime attraverso i diversi nomi che gli si danno. Ciascuno di essi ne evoca aspetti particolari. Lo si chiama: …seguono varie definizioni.
    1330 Memoriale della passione e della risurrezione del Signore.
    SANTO SACRIFICIO, PERCHÉ ATTUALIZZA L'UNICO SACRIFICIO DI CRISTO SALVATORE E COMPRENDE ANCHE L'OFFERTA DELLA CHIESA; O ANCORA SANTO SACRIFICIO DELLA MESSA, « SACRIFICIO DI LODE » (Eb 13,15), 156 SACRIFICIO SPIRITUALE, 157 SACRIFICIO PURO 158 E SANTO, POICHÉ PORTA A COMPIMENTO E SUPERA TUTTI I SACRIFICI DELL'ANTICA ALLEANZA.
    (seguono altre definizioni)
    In 1340 si parla della “nuova” Pasqua.

    V. Il sacrificio sacramentale: azione di grazie, memoriale, presenza
    1356 Se i cristiani celebrano l'Eucaristia fin dalle origini e in una forma che, sostanzialmente, non è cambiata attraverso la grande diversità dei tempi e delle liturgie, è perché ci sappiamo vincolati dal comando del Signore, dato la vigilia della sua passione: « Fate questo in memoria di me » (1 Cor 11,24-25). (vale a dire: ripetete questo che ho fatto io: immolatemi)
    1357 A questo comando del Signore obbediamo celebrando il MEMORIALE DEL SUO SACRIFICIO. Facendo questo, offriamo al Padre ciò che egli stesso ci ha dato: i doni della creazione, il pane e il vino, diventati, per la potenza dello Spirito Santo e per le parole di Cristo, il Corpo e il Sangue di Cristo: in questo modo Cristo è reso realmente e misteriosamente presente.
    1358 Dobbiamo dunque considerare l'Eucaristia
    — come azione di grazie e lode al Padre,
    — come memoriale del sacrificio di Cristo e del suo corpo,
    — come presenza di Cristo in virtù della potenza della sua parola e del suo Spirito.
    Qui troviamo lo schema che segue il catechismo nell’illustrazione del significato di messa. Quando al 1465 a cui s’appella Giuseppe si legge “in quanto memoriale della Pasqua di Cristo, l’Eucaristia è ANCHE “sacrificio”, bisogna capire che il catechismo segue tutto lo svolgimento della S. Messa: e quell’ANCHE non significa che il sacrificio è un’aggiunta o un aspetto secondario, ma significa che è sacrificio perché in esso si esprime quella Pasqua particolare di Cristo che è già in sé offertoriale e sacrificale.
    Nei punti successivi il Sacrificio si impone come essenza della S. Messa.

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  92. Senti Giuseppe Rossi, cosa vuol dire che si riattualizza la risurrezione? Ma ti rendi conto di quello che dici o ci prendi in giro?
    Quando Gesù disse: "Fate questo in memoria di me" a cosa si riferiva? alla risurrezione?

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  93. DANTE PASTORELLI ha detto...

    Non è il mio concetto di redenzione, ma quello della Chiesa.
    La Resurrezione è il frutto della morte redentiva.
    Ci sarebbe stata la resurrezione senza la passione e morte?
    Per due millenni la Chiesa avrebbe sbagliato a parlar come parlo io? Di sacrificio redentivo?
    La Resurrezione in sé è Sacrificio espiatorio, satisfattorio e propiziatorio?

    Giuseppa

    Effettivamente il suo pensiero rispecchia l'insegnamento della Chiesa ma di quella Pre Concilio Vaticano II.Nel Concilio la Chiesa ha riflettuto su questo approfondendo questo concetto che era gia' del movimento liturgico e di Odo Casel.Cosi' ha ripresentato questo mistero in modo piu' completo.Come ho gia' detto il suo ragionamento e' corretto ma incompleto.E' chiaro che senza il Sacrificio non ci sarebbe stata salvezza ma anche senza resurrezione ci sarebbe stata.Lei invece la relativizza considerandola secondaria rispetto alla passione e' morte.Credo che il suo errore fondamentale stia nel non considerare tutti questi aspetti come un tuttuno.Come un unico mistero appunto il Mistero Pasquale.Nessuno di questi aspetti e' predominante.Mentre nel suo ragionamento,faccio un paradosso,
    avremmo potuto fare anche a meno della Resurrezione e glorificazione.La passione e morte sarebbero sufficienti alla redenzione.Non e' cosi!!E' un ragionamento erroneo.Il Mistero Pasquale va considerato nel suo insieme

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  94. A conferma di quanto ho appena esposto invio uno stralco della Costituzione Pastorale"Sacrosantum Concilium"del Concilio Vaticano II:

    "La Messa e il mistero pasquale

    47. Il nostro Salvatore nell'ultima cena, la notte in cui fu tradito, istituì il sacrificio eucaristico del suo corpo e del suo sangue, onde perpetuare nei secoli fino al suo ritorno il sacrificio della croce, e per affidare così alla sua diletta sposa, la Chiesa, IL MEMORIALE DELLA SUA MORTE E RESURREZIONE: sacramento di amore, segno di unità, vincolo di carità [36], convito pasquale, nel quale si riceve Cristo, l'anima viene ricolma di grazia e ci è dato il pegno della gloria futura

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  95. Non ho bisogno di ricordare,noto
    che siete persone competenti,che quando si parla di MEMORIALE DELLA MORTE E RESURREZIONE si vuole dire che nella Messa non ricordiamo semplicemente ma riattualizziamo la morte e resurrezione.
    Pertanto ne consegue che i ragionamenti del Signor Pastorelli sono incompleti ancorche' sbagliati

    RispondiElimina
  96. Prego di leggere questo stralcio del Catechismo della Chiesa Cattolica e quelli che inviero' di seguito.Grazie

    1085 Nella liturgia della Chiesa Cristo significa e realizza principalmente il suo mistero pasquale. Durante la sua vita terrena, Gesù annunziava con l'insegnamento e anticipava con le azioni il suo mistero pasquale. Venuta la sua Ora,18 egli vive l'unico avvenimento della storia che non passa: Gesù muore, è sepolto, risuscita dai morti e siede alla destra del Padre « una volta per tutte » (Rm 6,10; Eb 7,27; 9,12). È un evento reale, accaduto nella nostra storia, ma è unico: tutti gli altri avvenimenti della storia accadono una volta, poi passano, inghiottiti dal passato. Il mistero pasquale di Cristo, invece, non può rimanere soltanto nel passato, dal momento che con la sua morte egli ha distrutto la morte, e tutto ciò che Cristo è, tutto ciò che ha compiuto e sofferto per tutti gli uomini, partecipa dell'eternità divina e perciò abbraccia tutti i tempi e in essi è reso presente. L'evento della croce e della risurrezione rimane e attira tutto verso la vita

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  97. Come viene chiamato questo sacramento?

    1328 L'insondabile ricchezza di questo sacramento si esprime attraverso i diversi nomi che gli si danno. Ciascuno di essi ne evoca aspetti particolari. Lo si chiama:

    Eucaristia, perché è rendimento di grazie a Dio. I termini ,ÛP"- D4FJ,< (Lc 22,19; 1 Cor 11,24) e ,Û8@(,< (Mt 26,26; Mc 14,22) ricordano le benedizioni ebraiche che – soprattutto durante il pasto – proclamano le opere di Dio: la creazione, la redenzione e la santificazione.

    1329 Cena del Signore, 148 perché si tratta della Cena che il Signore ha consumato con i suoi discepoli la vigilia della sua passione e dell'anticipazione della cena delle nozze dell'Agnello 149 nella Gerusalemme celeste.

    Frazione del pane, perché questo rito, tipico della cena ebraica, è stato utilizzato da Gesù quando benediceva e distribuiva il pane come capo della mensa, 150 soprattutto durante l'ultima Cena. 151 Da questo gesto i discepoli lo riconosceranno dopo la sua risurrezione, 152 e con tale espressione i primi cristiani designeranno le loro assemblee eucaristiche. 153 In tal modo intendono significare che tutti coloro che mangiano dell'unico pane spezzato, Cristo, entrano in comunione con lui e formano in lui un solo corpo. 154

    Assemblea eucaristica (Fb<">4H), in quanto l'Eucaristia viene celebrata nell'assemblea dei fedeli, espressione visibile della Chiesa. 155

    1330 MEMORIALE DELLA PASSIONE E RESURREZIONE DEL SIGNORE

    Santo sacrificio, perché attualizza l'unico sacrificio di Cristo Salvatore e comprende anche l'offerta della Chiesa; o ancora santo sacrificio della Messa, « sacrificio di lode » (Eb 13,15), 156 sacrificio spirituale, 157 sacrificio puro 158 e santo, poiché porta a compimento e supera tutti i sacrifici dell'Antica Alleanza.

    Santa e divina liturgia, perché tutta la liturgia della Chiesa trova il suo centro e la sua più densa espressione nella celebrazione di questo sacramento; è nello stesso senso che lo si chiama pure celebrazione dei santi misteri. Si parla anche del Santissimo Sacramento, in quanto costituisce il sacramento dei sacramenti. Con questo nome si indicano le specie eucaristiche conservate nel tabernacolo.

    1331 Comunione, perché, mediante questo sacramento, ci uniamo a Cristo, il quale ci rende partecipi del suo Corpo e del suo Sangue per formare un solo corpo; 159 viene inoltre chiamato le cose sante (« J ž(4"; sancta ») 160 – è il significato originale dell'espressione « comunione dei santi » di cui parla il Simbolo degli Apostoli –, pane degli angeli, pane del cielo, farmaco d'immortalità, 161 viatico...

    1332 Santa Messa, perché la liturgia, nella quale si è compiuto il mistero della salvezza, si conclude con l'invio dei fedeli (« missio ») affinché compiano la volontà di Dio nella loro vita quotidiana

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  98. Il memoriale del sacrificio di Cristo e del suo corpo, la Chiesa

    1362 L'Eucaristia è il memoriale della pasqua di Cristo, l'attualizzazione e l'offerta sacramentale del suo unico sacrificio, nella liturgia della Chiesa, che è il suo corpo. In tutte le preghiere eucaristiche, dopo le parole della istituzione, troviamo una preghiera chiamata anamnesi o memoriale

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  99. 1363 Secondo la Sacra Scrittura, il memoriale non è soltanto il ricordo degli avvenimenti del passato, ma la proclamazione delle meraviglie che Dio ha compiuto per gli uomini. 186 Nella celebrazione liturgica di questi eventi, essi diventano in certo modo presenti e attuali. Proprio così Israele intende la sua liberazione dall'Egitto: ogni volta che viene celebrata la Pasqua, gli avvenimenti dell'Esodo sono resi presenti alla memoria dei credenti affinché conformino ad essi la propria vita

    1364 Nel Nuovo Testamento il memoriale riceve un significato nuovo. Quando la Chiesa celebra l'Eucaristia, fa memoria della pasqua di Cristo, e questa diviene presente: il sacrificio che Cristo ha offerto una volta per tutte sulla croce rimane sempre attuale: 187 « Ogni volta che il sacrificio della croce, col quale "Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato" (1 Cor 5,7), viene celebrato sull'altare, si effettua l'opera della nostra redenzione ».

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  100. Chiedo scusa questo e' l'ultimo!!


    1365 In quanto memoriale della pasqua di Cristo, l'Eucaristia è ANCHE un sacrificio. Il carattere sacrificale dell'Eucaristia si manifesta nelle parole stesse dell'istituzione: « Questo è il mio Corpo che è dato per voi » e: « Questo calice è la nuova alleanza nel mio Sangue, che viene versato per voi » (Lc 22,19-20). Nell'Eucaristia Cristo dona lo stesso corpo che ha consegnato per noi sulla croce, lo stesso sangue che egli ha « versato per molti, in remissione dei peccati » (Mt 26,28).

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  101. Signor Giuseppe, la Resurrezione di Gesù Cristo è la conseguenza logica della natura divina di Gesù Cristo.
    Poteva forse il Dio-incarnato morire in eterno? no di certo. La morte non ha potere su Dio, non può averne.
    La Resurrezione mostra agli uomini il futuro che attende loro se sapranno fare tesoro del Sacrificio espiatorio di Gesù sulla Croce e vivere la propria vita di conseguenza, imitando e avvicinandosi quanto più è possibile al modello offertoci da Nostro Signore Gesù Cristo.
    Ciò che si rinnova/riattualizza sacramentalmente nella Messa è sempre e solo il Sacrificio di Gesù sulla Croce, non la Resurrezione! E' la Passione e Morte di Gesù che ci salva, è il Sangue e l'Acqua scaturito dal corpo martoriato di Gesù Cristo appeso alla Croce che LAVA il peccato di Adamo e di ogni essere umano, non la Resurrezione.
    Quando, dopo la Comunione, il popolo risponde "...proclamiamo la tua resurrezione..." non sta dicendo che si è riattualizzata/rinnovata la Resurrezione durante la Messa (perche Gesù è risorto una volta sola 2000 anni fa e da allora è sempre risorto), ma sta "semplicemente" e solennemente professando la Fede cattolica nel fatto storico della resurrezione di Gesù così come ci è stato trasmesso da coloro che per primi hanno avuto Fede in quello straordinario avvenimento.

    Giovanni Mandis

    p.s. ciao Dante un caro saluto!

    RispondiElimina
  102. Ciao, GIOVANNI!

    GIUSEPPE ROSSI mi sembra che non voglia capire che la parola "memoriale" se si intende per celebrazione commemorativa, allora è il ricordo che rende attuale alla memoria la passione e morte e la Resurrezione.
    Se invece dobbiamo intepreptarla nel senso esatto - fare ciàò che Cristo ha fatto: offrire il Sacrificio sublime in modo sacramentale per la redenzione delle anime - allora ha il significato di rinnobvare, ripetere, rièpresentare ecc.
    Tutta la confusione, come ho già deto riportando una parte dell'articolo scritto da mons. Gherardini per il mio bollettino "Una Voce dicentes", vien generata da un improprio uso di "attualizzazioene".

    Il Vaticano II non può aver in niente modificato la teologia della S. Messa fissata immutabilmente a Trento.

    Non riesco a comprendere come possa rinnovarsi, ripetersi sacramentalmente la resurrezione e l'Ascensione di Cristo. Il prete muore e risorge e ascende al cielo?

    Qui non è quweastieone se è più importante la morte o la Resurrezione.
    La redenzione dell'uomo è operata dalla morte, la Resurrezione e l'Ascensione ne sono il compimento
    glorioso, che nessuno svaluta, ma che sono il frutto della morte.

    RispondiElimina
  103. "solo che Giuseppe Rossi è proprio DE COCCIO!!!
    "

    no, non è proprio "de coccio".se non l'avevate capito è neocatecumenale

    RispondiElimina
  104. Dante

    GIUSEPPE ROSSI mi sembra che non voglia capire che la
    parola "memoriale" se si intende per celebrazione commemorativa, allora è il ricordo che rende attuale alla memoria la passione e morte e la Resurrezione.

    Giuseppe

    Egregio Signore,io non pretendo di convincerla a tutti i costi.
    Rispetto le sue opinioni.Ma le faccio rispettosamente notare che ha affermato che le su tesi corrispondono all'insegnamento della Chiesa.Ho citato documenti ufficiali del Magistero quali la Costituzione Pastorale Sacrosantum Concilium e il Catechismo della Chiesa Cattolica.Come lei stesso puo' verificare nella Sacrosantum Concilium si afferma:

    "La Messa e il mistero pasquale

    47. Il nostro Salvatore nell'ultima cena, la notte in cui fu tradito, istituì il sacrificio eucaristico del suo corpo e del suo sangue, onde perpetuare nei secoli fino al suo ritorno il sacrificio della croce, e per affidare così alla sua diletta sposa, la Chiesa, IL MEMORIALE DELLA SUA MORTE E RESURREZIONE:

    Non sono un esperto ne' un teologo ma queste parole mi sembrano inequivocabili.Mi sembra che si dica chiaramente che nella Messa si perperui il Sacrificio della Croce e il MEMORIALE DELLA SUA MORTE E RESURREZIONE.Mi hanno insegnato che il termine MEMORIALE non sta a significare ricordo di qualcosa accaduto in passato ma riattualizzazione.Mi sembra chiaro che il termine in voglia indicare che nella Messa si riattualizza non solo la passione e morte ma anche la risurrezione e glorificazione.Non capisco dove stia il problema?Ho l'impressione che lei pensi che io voglia minimizzare la passione e morte di Cristo.Non e' assolutamente così.

    Dante Pastorelli

    Se invece dobbiamo intepreptarla nel senso esatto - fare ciàò che Cristo ha fatto: offrire il Sacrificio sublime in modo sacramentale per la redenzione delle anime - allora ha il significato di rinnobvare, ripetere, rièpresentare ecc.
    Tutta la confusione, come ho già deto riportando una parte dell'articolo scritto da mons. Gherardini per il mio bollettino "Una Voce dicentes", vien generata da un improprio uso di "attualizzazioene".


    Giuseppe

    Caro Signor Dante non so perche' lei veda confusione.E continui ad insistere sul concetto di sacrificio come unico significato dell'Eucarestia.Mi sembra di aver illustrato chiaramente,con documenti Magisteriali.

    Dante

    Poteva forse il Dio-incarnato morire in eterno? no di certo. La morte non ha potere su Dio, non può averne

    Giuseppe

    Caro Signor Dante la questione non e' questa.Non stiamo discutendo di questo.Stiamo dicendo che nella SS Messa si riattualizza non solo il Sacrificio di Cristo (passione e morte di Cristo) come invece insiste a ripetere.Ma si FA MEMORIALE,cioe' si riattualizza
    ,tutto il Mistero Pasquale che come ho gia' detto varie volte e'tutto quello che il Signore ha operato per noi:
    Incarnazione,miracoli,
    passione,morte,resurrezione,glorificazione.Lei invece continua a ripetere che nella Messa si riattualizzerebbe solo il Sacrificio di Cristo.Le ricordo che gia' il Concilio di Trento parlava,anche DELLA DIMENSIONE PASQUALE dell'Eucarestia:

    CONCILIO DI TRENTO

    Sessione XIII,Decreto "De SS.ma Eucharestia,cap.V

    Dichiara, inoltre, il santo concilio, che con pensiero molto pio e religioso è stato introdotto nella chiesa di Dio l’uso di celebrare ogni anno con singolare venerazione e solennità e con una particolare festività questo nobilissimo e venerabile sacramento, e di portarlo con riverenza ed onore per le vie e per i luoghi pubblici, nelle processioni[21]. È giustissimo, infatti, che siano stabiliti alcuni giorni festivi, in cui tutti i cristiani manifestino con cerimonie particolari e straordinarie il loro animo grato e memore verso il comune Signore e Redentore, per un beneficio così ineffabile e divino, con cui viene ricordata la SUA VITTORIA E IL SUO TRIONFO SULLA MORTE.

    RispondiElimina
  105. Non so bene cosa aggiungere ma mi sembra chiarissimo!!

    RispondiElimina
  106. Dante

    Il Vaticano II non può aver in niente modificato la teologia della S. Messa fissata immutabilmente a Trento.


    Giuseppe

    Concilio di Trento sessione de Eucharestia


    E' infatti non l'ha mutata affato
    l'ha sviluppata.Infatti come puo' leggere il concetto di Mistero Pasquale era gia accennato nel Concilio di Trento;
    Dichiara, inoltre, il santo concilio, che con pensiero molto pio e religioso è stato introdotto nella chiesa di Dio l’uso di celebrare ogni anno con singolare venerazione e solennità e con una particolare festività questo nobilissimo e venerabile sacramento, e di portarlo con riverenza ed onore per le vie e per i luoghi pubblici, nelle processioni[21]. È giustissimo, infatti, che siano stabiliti alcuni giorni festivi, in cui tutti i cristiani manifestino con cerimonie particolari e straordinarie il loro animo grato e memore verso il comune Signore e Redentore, per un beneficio così ineffabile e divino, con cui viene ricordata la sua vittoria e il suo trionfo sulla morte

    RispondiElimina
  107. Come puo leggere gia' nel Concilio di Trento si intravvedeva cio' che i lVaticano II ha affermato piu' chiaramente.Cioe' che nella santa Messa si esprime e realizza tutto il Mistero Pasquale che ha redento l'umanita'.Noti che si parla di vittoria di Cristo sulla morte che si esprime nel Sacramento dell'Eucarestia.Come vede quindi cio' conferma quanto le diceva.Non sono di coccio!!

    RispondiElimina
  108. Il fatto è che continua ad usare, extrapolandole dal loro contesto, citazioni senza un minimo di ordine razionale e sfugge alle domande. Addirittura si fa dire a nmons. Gherardini quel che mai ha detto come ho illustrato riportando un passo del grande teologo. Ed attribuisce a me anhe cose che io non ho scritto.
    Ripete il solito bla bla.
    Che significa attualizzazione? (e lasci perder Casel che non solo non ha letto ma non lo capirebbe neppure tanto è complicato).

    Rendere attuale la Resurrezione? Certo, attraverso la Messa si ricorda "oggi" ed "ogni giorno" l'ultima cena, la passione e morte ed anche la resurrezione e l'ascensione.
    Nell'Unde et memores si ricorda "Filii tui Domini nostri tam beatae Passionis, NEC NON et ab inferis Resurrectionis, SED ET in coelos gloriosae Ascensionis": col nec non e il sed et si precisa e distingue la passione e morte dalla resurrezione e ascensione. Basta saper un po' di latino.
    Dunque il ricordo, nella Messa, della Resurrezione e dell'Ascensione la rendono attuale nel nostro vivere quotidiano.
    Ma esse non vengono sacramentalmente rinnovate sull'altare: questo è il punto. Non è l'ascensione o la resurrezione in sé che ci salvano, ma il Sacrificio. La Resurrezione è testimonianza della divinità di Cristo, la promessa che anche noi risorgeremo.

    La passione e morte invece vengono attualizzate non nel ricordo, ma nel rinnovamento: vale a dire vengono, tramite il sacerdote "attuate di nuovo". Chiaro? Chiara la differenza?
    La confusione che fate col disgraziato termine attualizzzazione porta all'eresia.

    Poi ti ho sfidato a dirmi come si rinnova sacramentalmente la resurrezione e l'ascensione, quali parole le rendono presenti realmente e sostanzialmente sull'altare.

    "Questo è il mio corpo" Questo è il calice...".

    Che poi la Messa nel suo insieme rappresenti l'intera vita di Cristo si può esser d'accordo, anche grazie alla ligturgia della parola. Ma non si ripete sull'altare né la pesca miracolosa, né le nozze di Cana, né la moltiplicazione dei pani e dei pesci.

    RispondiElimina
  109. E chi nega che Cristo è risorto? Il suo Corpo che portiamo in processioene è corpo vivo e vero.
    E' inutile che insisti pescando qua e là alla rinfusa. Non stai concludendo nulla.
    Hai detto che non sei teologo. Va bene. Ma leggiti qualche libro di sana teologia: prendi il Piolanti (Il mistero eucaristico, 1983, 3 ed), il Filograssi, il De Baciocchi, il Journet, il Parente ecc. ecc. e relativa bibliografia.
    ET DE HOC SATIS.

    RispondiElimina
  110. Signor Giuseppe, oltre alla bibliografia che le ha suggerito Dante Pastorelli legga anche IL CATECHISMO DI SAN PIO X E LA MEDIATOR DEI DI PIO XII (PARTICOLARE ATTENZIONE ALLA PARTE II)

    museosanpiox.it/sanpiox
    /catechismomaggiore/cma4.html

    vatican.va/holy_father/pius_xii
    /encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_20111947_mediator-dei_it.html

    Giovanni Mandis

    RispondiElimina
  111. Dante, ho cercato di rispondere alla sua mail, ma ogni volta mi ritorna inevasa. C'è qualcosa che non va nel suo indirizzo?

    RispondiElimina
  112. ».
    DANTE PASTORELLI ha detto...

    Il fatto è che continua ad usare, extrapolandole dal loro contesto, citazioni senza un minimo di ordine razionale e sfugge alle domande. Addirittura si fa dire a nmons. Gherardini quel che mai ha detto come ho illustrato riportando un passo del grande teologo. Ed attribuisce a me anhe cose che io non ho scritto.
    Ripete il solito bla bla.
    Che significa attualizzazione? (e lasci perder Casel che non solo non ha letto ma non lo capirebbe neppure tanto è complicato).

    Giuseppe

    Caro Signor Dante,

    confesso che la mia pazienza e' vicina al limite.In genere quando constato che il mio interlocutore si rifiuta di ragionare,restando chiuso nelle proprie convinzioni, sono portato ad abbandonare la conversazione.Mi sembra che lei stia facendo proprio questo.
    Continua a negare l'evidenza dei fatti che ritengo di averle mostrato.Ma voglio essere paziente!Non mi illudo di convincerla e francamente non mi interessa neanche farlo.Rispondo alle sue obiezioni:Mi accusa di estrapolare frasi dai documenti,rispondo:

    Non pretendera' che metta sul blog interi documenti?E'ovvio che attraverso un blog temi del genere,molto complessi, si possono appena accennare.Credo pero' che quanto le ho trasmesso fosse,
    volendo capire, piu'che
    sufficiente.E' possibile che io non sia in grado di comprendere un grande liturgista come Odo Casel,in verita' lei non puo' saperlo ne' dirlo,ho premesso infatti che non sono un teologo.Il punto e' che la questione mi sembra cosi'chiara da non lasciare dubbi anche alla persona meno intelligente e colta.Per questo la sua ostinazione mi sorprende dato che mi risulta lei sia una persona intelligente e preparata.

    RispondiElimina
  113. Dante ha detto

    ho scritto.Ripete il solito bla bla.Che significa attualizzazione? (e lasci perder Casel che non solo non ha letto ma non lo capirebbe neppure tanto è complicato).

    Giuseppe

    Caro Signor Dante a me non sembra di aver fatto bla bla!!Le ho citato solo documenti ufficiali del Magistero Cattolico mai mie opinioni personali.Sul concetto di riattualizzazione credo di averle risposto chiaramente.In ogni caso su questo tema le trasmetto uno stralcio della Enciclica di Giovanni Paolo II "Ecclesia de Eucharistia"nella quale il Servo di Dio spiega in modo in equivocabile quanto sostengo nei miei post.Cioe' che nell'
    Eucarestia si rende presente sacramentalmente non solo la passione e morte ma anche la resurrezione.La prego di leggere attentamente ho messo in maiusolo la parte del discorso che voglio sottolineare:

    ENCICLICA ECCLESIA DE EUCHARISTIA

    La Messa rende presente il sacrificio della Croce, non vi si aggiunge e non lo moltiplica.16 Quello che si ripete è la celebrazione memoriale, l'« ostensione memoriale » (memorialis demonstratio) 17 di esso, per cui l'unico e definitivo sacrificio redentore di Cristo si rende sempre attuale nel tempo. La natura sacrificale del Mistero eucaristico non può essere, pertanto, intesa come qualcosa a sé stante, indipendentemente dalla Croce o con un riferimento solo indiretto al sacrificio del Calvario.

    13. In forza del suo intimo rapporto con il sacrificio del Golgota, l'Eucaristia è sacrificio in senso proprio, e non solo in senso generico, come se si trattasse del semplice offrirsi di Cristo quale cibo spirituale ai fedeli. Il dono infatti del suo amore e della sua obbedienza fino all'estremo della vita (cfr Gv 10,17-18) è in primo luogo un dono al Padre suo. Certamente, è dono in favore nostro, anzi di tutta l'umanità (cfr Mt 26,28; Mc 14,24; Lc 22,20; Gv 10,15), ma dono innanzitutto al Padre: « sacrificio che il Padre accettò, ricambiando questa totale donazione di suo Figlio, che si fece “obbediente fino alla morte” (Fil 2,8), con la sua paterna donazione, cioè col dono della nuova vita immortale nella risurrezione ».18

    14. La Pasqua di Cristo comprende, CON LA PASSIONE E LA MORTE ,ANCHE LA SUA RESURREZIONE. È quanto ricorda l'acclamazione del popolo dopo la consacrazione:"ANNUNCIAMO LA TUA MORTE SIGNORE PROCLAMIAMO LA TUA RISURREZIONE".In effetti, il Sacrificio eucaristico RENDE PRESENTE NON SOLO IL MISTERO DELLA PASSIONE E DELLA MORTE DEL SALVATORE,MA ANCHE IL MISTERO DELLA RESURREZIONE,IN CUI IL SACRIFICIO TROVA IL SUO CORONAMENTO.È in quanto VIVENTE E RISORTO che Cristo può farsi nell'Eucaristia « pane della vita » (Gv 6,35.48), « pane vivo » (Gv 6,51).


    Gentile Signor Dante mi sembra chiarissimo!!Ma se lei vuole continuare a sostenere le sue tesi faccia pure!Ma mi sembrano non completamente in linea con il Magistero del Vaticanpo II e degli ultimi tre Papi.

    RispondiElimina
  114. DANTE PASTORELLI ha detto...

    E chi nega che Cristo è risorto? Il suo Corpo che portiamo in processioene è corpo vivo e vero.
    E' inutile che insisti pescando qua e là alla rinfusa. Non stai concludendo nulla.
    Hai detto che non sei teologo. Va bene. Ma leggiti qualche libro di sana teologia: prendi il Piolanti (Il mistero eucaristico, 1983, 3 ed), il Filograssi, il De Baciocchi, il Journet, il Parente ecc. ecc. e relativa bibliografia.
    ET DE HOC SATIS

    Giuseppe

    Egregio Signor Dante,

    Lei non nega la risurrezione di Cristo,e ci mancherebbe altro!!Sarebbe un eretico!.Ma mi sembra che lei neghi la riattualizzazione di tutto il Mistero Pasquale di Cristo nell'Eucarestia limitandolo solo al sacrificio e asserendo che la sua resurrezione sarebbe solo ricordata non realizzata.Mi chiede come si realizzerebbe la resurrezione nell'Eucarestia.Non sono in grado di spiegarlo perche' e' un mistero enorme.Ma anche la Transustanziazione e' un mistero che non sappiamo spiegare razionalmente ma non per questo dobbiamo negarla.

    RispondiElimina
  115. Anonimo ha detto...
    Signor Giuseppe, oltre alla bibliografia che le ha suggerito Dante Pastorelli legga anche IL CATECHISMO DI SAN PIO X E LA MEDIATOR DEI DI PIO XII (PARTICOLARE ATTENZIONE ALLA PARTE II)

    Giuseppe

    Conosco la Mediator Dei di Pio XII meno il Catechismo di Pio X.Non capisco pero' cosa si voglia dimostrare con questi due documenti.Li si cita come se fossero in contrapposizione con i documenti che ho citato.Non e' affatto cosi' perche' il Vaticano II ha raccolto la tradizione precedente e si pone in continuita' con esso non in contrapposizione.Inoltre alcuni concetti del Vaticano II nascono da studi e approfondimenti successivi al catechismo di Pio X.
    La Chiesa e' arrivata al Concilio dopo un lungo cammino preparatorio
    iniziato dal movimento liturgico.
    I lavori del Concilio hanno goduto della preparazione degli studi preparatori iniziati da Pio XII che secondo una voce insistente avrebbe voluto aprire lui il Concilio Vaticano II ma ne fu impedito dalla seconda guerra mondiale.Vi ricordo che fu lui a reintrodurre la veglia pasquale notturna.Mentre precedentemente la Pasqua si celebrava il sabato mattina.Francamente preferisco leggere il Catechismo della Chiesa Cattolica anziche' quello di Pio X
    perche' e' il Catechismo ufficiale della Chiesa attualmente in vigore.

    RispondiElimina
  116. Io spero che certe vostre prese di posizione siano dettate da non conoscenza,non voglio dire ignoranza sarebbe offensivo,
    perche' altrimenti sarebbero eretiche.

    RispondiElimina
  117. Non ho ben capito che genere di cattolici siete.Mi sembrate molti vicini alle posizioni della Fraternita' Pio X.Vi ricordo che se avete quelle posizioni non siete in piena comunoinione con la Chiesa Cattolica

    RispondiElimina
  118. A Giuseppe Rossi: anch'io preferisco il Catechismo del 1992 ma quelli di s. Pio X e di s. Pio V (del 1566) non sono mai stati abrogati. Di certo il linguaggio dell'ultimo catechismo ci è più accessibile però ricordiamoci che quest'ultimo riprende e approfondisce la quadripartizione (Credo, Sacramenti, Comandamenti e Padre Nostro) di quello di s. Pio V. Alessandro

    RispondiElimina
  119. Ho fatto il catechismo (1966 e 1967) avendo come testo l'editio minor di quello di s. Pio X. Allora di esso capivo nulla. Ultimamente Dante ha detto che ai suoi figli (il maggiore ha solo pochi anni meno di me) al catechismo è stato insegnato tutto tranne l'essenziale. Pur avendo capito nulla a quel tempo del catechismo di s. Pio X, ringrazio immensamente la Provvidenza d'avermi risparmiato tante studipaggini dell'odierna catechesi dei ragazzi. In alcune parrocchie della mia ex diocesi (Tortona), dopo tre anni di catechismo non sanno ancora il Pater. bella roba, vero? Alessandro

    RispondiElimina
  120. Anonimo ha detto...

    A Giuseppe Rossi: anch'io preferisco il Catechismo del 1992 ma quelli di s. Pio X e di s. Pio V (del 1566) non sono mai stati abrogati. Di certo il linguaggio dell'ultimo catechismo ci è più accessibile però ricordiamoci che quest'ultimo riprende e approfondisce la quadripartizione (Credo, Sacramenti, Comandamenti e Padre Nostro) di quello di s. Pio V. Alessandro

    Giuseppe

    Caro amico non ho mai detto che i vecchi catechismi sono stati abrogati.Ho solo detto che preferisco il Catechismo della Chiesa Cattolica del 1992.Credo pero' che questo dovrebbe valere per tutti i cattolici,anche quelli formati con il vecchi catechismi.
    Dobbiamo camminare insieme alla Chiesa e non restare ancorati al passato per diversi motivi:

    Il nuovo catechismo contiene argomenti che il vecchio non poteva neanche presupporre,quali i la bioetica,l'eutanasia,i mass media.Etc.Noi siamo uomini moderni del 2009 non possiamo riferirici ad un catechismo di 50 o 100 anni fa o addirittura al Concilio di Trento perche' la societa' e' cambiata rapidamente.Oltretutto la Costituzione Apostolica "Fidei Depositum"con la quale Giovanni Paolo II disponeva la
    pubblicazione di un nuovo catechismo ufficiale afferma quanto segue:"Questo catechismo viene loro dato(ai Vescovi)perche' serva come testo di riferimento sicuro e autentico per l'insegnamento della dottrina cattolica e,in modo tutto particolare, per l'elaborazione dei catechismi locali.Cio' non significa che i vecchi catechismi siano abrogati ma senz'altro questo catechismo deve avere preminenza.In esso troviamo tutta la dottrina cattolica espressa nei nei duemila anni di storia della Chiesa e nei catechismi precedenti.Non e' necessario quindi andare a ripescare i vecchi catechismi dal momentp che tutto quello che dobbiamo sapere e'ì contenuto nel nuovo catechismo.E' vero che l'iniziazione critiana dei fanciulli e' in piena crisi e lA CEI lo ha detto in diversi documenti.Ma non credo che la soluzione sia tornare al passato.Probabilmente bisogna guardarte avanti.

    RispondiElimina
  121. signor Giuseppe non si sa più cosa dirle...
    se conosce la Mediator Dei, mi dica in che pagina Pio XII afferma che la Messa riattualizza sacramentalmente tutto il "Mistero Pasquale".
    Il Catechismo di San Pio X è ancora valido e sarà sempre valido, e soprattutto è di una chiarezza tale da non potere essere frainteso. La Chiesa oggi non dice nulla di diverso da quello che diceva S.Pio X o Pio XII. E non potrà mai dire che la Messa riattualizza sacramentalmente tutto il Mistero Pasquale perchè ciò che si rinnova/riattualizza sacramentalmente nella Messa è sempre e solo il Sacrificio di Gesù sulla Croce, cioè la sua Passione e Morte.
    chieda a un sacerdote cattolico se ha qualche dubbio.

    Giovanni Mandis

    RispondiElimina
  122. signor Giuseppe, a problemi nuovi (eutanasia, mass media, bioetica etc) si danno risposte nuove, ma con gli STESSI strumenti: LA FEDE E LA MORALE CATTOLICA che oggi è la stessa del Concilio di Trento e sarà la STESSA tra mille anni.

    il Santo Sacrificio della Messa non può cambiare! è sempre quello, ieri oggi e domani: sempre lo stesso sacrificio incruento di Cristo Sacerdote Vittima Altare che rinnova/riattualizza il sacrificio cruento di Gesù Cristo sulla Croce.
    NON è SOGGETTO A MODIFICHE.

    Giovanni Mandis

    RispondiElimina
  123. Signor Giuseppe, non capisco se ci è o ci fa. Glielo abbiamo detto in tutte le salse, nessuno nega che nella messa si faccia memoria del mistero pasquale, è chiaro?

    Quello che Lei non vuol capire è che nel canone non c'è solo una memoria insita nella narrazione, ma si realizza un'azione, cioè un vero rinnovamento del sacrificio di Gesù, non della sua risurrezione, non della sua ascensione. no dei suoi miracoli, ma solo della passione e morte.

    È chiaro o devo ripeterlo in latino?

    RispondiElimina
  124. Anonimo ha detto...

    signor Giuseppe non si sa più cosa dirle...se conosce la Mediator Dei, mi dica in che pagina Pio XII afferma che la Messa riattualizza sacramentalmente tutto il "Mistero Pasquale".

    Giuseppe Rossi

    Caro amico forse non sa cosa dire perche'cio' che dico e' giusto!Mi sembra di aver AMPIAMENTE PROVATO quello che sostengo citando solo documenti del Magistero:Concilio Vaticano II,Encicliche,Catechismo della Chiesa Cattolica.Non ho espresso delle opinioni personali.A me sembra tutto chiarissimo non riesco a capire dove sia il problema..

    Cita alcuni documenti quali la Mediator Dei o il Catechismo di Pio X.Le chiedo:Cosa dovrebbero dimostrare?Che il Magistero del Concilio Vaticano II° o degli ultimi tre Papi e' sbagliato?

    I documenti della Chiesa non sono in competizione tra loro.
    L'insegnamento dei Papi del passato o dei un passati Concili o dei vecchi catechismi non hanno piu' valore di quelli presenti anche perche'c'è una continuità nel Cammino della Chiesa.
    Come ebbe a dire Papa Benedetto
    XVI°nella sua lettera ai Vescovi:"Il Magistero della Chiesa non si e' fermato al 1962 ma e' continuato".Bisogna usare "buon senso" e leggere i docmenti della Chiesa in modo intelligente non manicheo o fazioso,dandone una interpretazione che deve tenere conto anche del contesto storico.

    RispondiElimina
  125. Anonimo ha detto

    Il Catechismo di San Pio X è ancora valido e sarà sempre valido... E non potrà mai dire che la Messa riattualizza sacramentalmente tutto il Mistero Pasquale perchè ciò che si rinnova/riattualizza sacramentalmente nella Messa è sempre e solo il Sacrificio di Gesù sulla Croce, cioè la sua Passione e Morte.

    Giuseppe Rossi

    Caro amico,lo ripeto,non ho mai detto che il Catechismo di Pio X sia stato abrogato ma ti chiedo:Perche' leggere un vecchio catechismo quando ne abbiamo uno nuovo piu' esaustivo e adeguato ai tempi odierni?Forse perche il Catechismo di Pio X si attaglia meglio alle tue convinzioni?Mi sembra un modo molto manicheo di leggere i documenti della Chiesa.
    Credo che dovresti camminare insieme al Magistero seguendo il suo cammino non restare ancorato nostagicamente al passato.

    Carissimo mi dispiace ma sei in errore!!Quello che dici e' antiscritturale e non corrisponde al Magistero della Chiesa Cattolica. Credo di averlo ampiamente dimostrato!Voglio
    attribuire le tue erronee opinioni alla scarsa conoscenza,non
    voglio chiamarla ignoranza per rispetto.Sappi pero' se voluta l'ignoranza e' un peccato grave.Ho gia' riportato,ma te lo ricordo,quanto affermava il Concilio di Trento:

    CONCILIO DI TRENTO

    Sessione XIII,Decreto "De SS.ma Eucharestia,cap.V 1551

    Dichiara, inoltre, il santo concilio, che con pensiero molto pio e religioso è stato introdotto nella chiesa di Dio l’uso di celebrare ogni anno con singolare venerazione e solennità e con una particolare festività questo nobilissimo e venerabile sacramento, e di portarlo con riverenza ed onore per le vie e per i luoghi pubblici, nelle processioni[21]. È giustissimo, infatti, che siano stabiliti alcuni giorni festivi, in cui tutti i cristiani manifestino con cerimonie particolari e straordinarie il loro animo grato e memore verso il comune Signore e Redentore, per un beneficio così ineffabile e divino, con cui viene ricordata la SUA VITTORIA E IL SUO TRIONFO SULLA MORTE.


    Spero tu abbia letto con attenzione le parole di questo stralcio del Concilio di Trento che,se non vado errato,e' del 1551 precedente quindi anche al catechismo tridentino e a quello di Pio X.Afferma in modo chiaro la DIMENSIONE PASQUALE della SS.ma Eucarestia.Sappiamo che questo ricordare non e'una semplice commemorazione di fatti passati,ma una riattualizzazione.
    Gia' la liturgia pasquale di Israele aveva chiaro il concetto di "memoriale"in senso di riattualizzazione basta leggere il libro dell'Esodo.
    Non va dimenticato inoltre che se il Concilio di Trento e ,i catechismi che derivano da esso,insistevano tanto sul valore sacrificale della Messa fu perche' la riforma protestante lo minacciava mettendolo in dubbio.Nella Controriforma la Chiesa cerco' di difendere il valore sacrificale della Messa sottolineandolo con molta insistenza.Cio' non significa pero'che ha escluso altri aspetti altrettanto importanti.Il Concilio Vaticano II° essendo un Concilio Pastorale ha riflettuto sull'Eucarestia sottolineandone altri aspetti e ritenedo di dover mettere in evidenza anche la dimensione pasquale.Ti ricordo poi le chiare parole di Giovanni Paolo II°nella sua Encicliche Ecclesia de Eucharestia:

    Enciclica Ecclesia de Eucharestia

    14. La Pasqua di Cristo comprende, CON LA PASSIONE E LA MORTE ,ANCHE LA SUA RESURREZIONE. È quanto ricorda l'acclamazione del popolo dopo la consacrazione:"ANNUNCIAMO LA TUA MORTE SIGNORE PROCLAMIAMO LA TUA RISURREZIONE".In effetti, il Sacrificio eucaristico RENDE PRESENTE NON SOLO IL MISTERO DELLA PASSIONE E DELLA MORTE DEL SALVATORE,MA ANCHE IL MISTERO DELLA RESURREZIONE,IN CUI IL SACRIFICIO TROVA IL SUO CORONAMENTO.È in quanto VIVENTE E RISORTO che Cristo può farsi nell'Eucaristia « pane della vita » (Gv 6,35.48), « pane vivo » (Gv 6,51).

    Caro amico mi sembra chiarissmo!!Non credo si debba aggiungere altro!!

    RispondiElimina
  126. Signor Giuseppe,
    in NESSUN documento della Chiesa cattolica inclusi i testi del Concilio Vaticano II potrà mai trovare e troverà scritto che nella Santa Messa si rinnova sacramentalmente la resurrezione di Gesù Cristo.
    non credo sia difficile da capire la differenza tra il Santo Sacrificio, la Passione e la Morte di Gesù che sacramentalmente si rinnova nella Messa attraverso le parole della consacrazione e il ricordare, (cioè riportare alla memoria del fedele e di tutti i presenti) che Gesù è risorto. ma sono cose diverse.

    il concilio di trento quando parla della vittoria e del trionfo di Gesù sulla morte fa riferimento PROPRIO ALLA PASSIONE E MORTE DI CRISTO (PASSIONE E MORTE DI CRISTO SONO LA VITTORIA, CRISTO VINCE LA MORTE MORENDO EGLI STESSO SULLA CROCE, ED è CIO' CHE SI RINNOVA SACRAMENTALMENTE DURANTE LA MESSA),
    LA RESURREZIONE è IL TRIONFO DI CRISTO, LA SUA GLORIFICAZIONE CHE PREFIGURA IL DESTINO ETERNO DEGLI UOMINI CHE ADERIRANNO A CRISTO.

    MA LA RESURREZIONE NON SI RINNOVA SACRAMENTALMENTE.

    Giovanni Mandis

    RispondiElimina
  127. E non potrà mai dire che la Messa riattualizza sacramentalmente tutto il Mistero Pasquale perchè ciò che si rinnova/riattualizza sacramentalmente nella Messa è sempre e solo il Sacrificio di Gesù sulla Croce, cioè la sua Passione e Morte.chieda a un sacerdote cattolico se ha qualche dubbio.

    Giuseppe

    Caro amico,se puo' interessarla ho gia' chiesto ad un sacerdote anzi ad un teologo e ha confermato quello che ho detto.Piuttosto ti invito ad approfondire il Mistero dell'Eucarestia alla luce di tutto il Magistero della Chiesa non fermandoti al catechismo di Pio X
    ti renderai conto che ho ragione

    RispondiElimina
  128. Anonimo ha detto...

    Signor Giuseppe,
    in NESSUN documento della Chiesa cattolica inclusi i testi del Concilio Vaticano II potrà mai trovare e troverà scritto che nella Santa Messa si rinnova sacramentalmente la resurrezione di Gesù Cristo.
    non credo sia difficile da capire la differenza tra il Santo Sacrificio, la Passione e la Morte di Gesù che sacramentalmente si rinnova nella Messa attraverso le parole della consacrazione e il ricordare, (cioè riportare alla memoria del fedele e di tutti i presenti) che Gesù è risorto. ma sono cose diverse.


    Giuseppe

    Caro amico!!ma perche' vi ostinate?
    Ti chiedo cosa significano per te allora le parole di Giovanni Paolo II che ti riporto di seguito.Vorrie capire cos significano per te:

    Enciclica Ecclesia de Eucharestia

    "14. La Pasqua di Cristo comprende, CON LA PASSIONE E LA MORTE ,ANCHE LA SUA RESURREZIONE. È quanto ricorda l'acclamazione del popolo dopo la consacrazione:"ANNUNCIAMO LA TUA MORTE SIGNORE PROCLAMIAMO LA TUA RISURREZIONE".In effetti, il Sacrificio eucaristico RENDE PRESENTE NON SOLO IL MISTERO DELLA PASSIONE E DELLA MORTE DEL SALVATORE,MA ANCHE IL MISTERO DELLA RESURREZIONE,IN CUI IL SACRIFICIO TROVA IL SUO CORONAMENTO.È in quanto VIVENTE E RISORTO che Cristo può farsi nell'Eucaristia « pane della vita » (Gv 6,35.48), « pane vivo » (Gv 6,51).

    RispondiElimina
  129. Per favore vorrei capire come intrepreti queste parole chiarissme.Non dovete essere ottusi e fanatici!Se come dite avete ragione rispondete per favore :

    In effetti, il Sacrificio eucaristico RENDE PRESENTE NON SOLO IL MISTERO DELLA PASSIONE E DELLA MORTE DEL SALVATORE,MA ANCHE IL MISTERO DELLA RESURREZIONE,IN CUI IL SACRIFICIO TROVA IL SUO CORONAMENTO.È in quanto VIVENTE E RISORTO che Cristo può farsi nell'Eucaristia « pane della vita » (Gv 6,35.48), « pane vivo » (Gv 6,51).

    RispondiElimina
  130. Io non voglio credere che pensiate che Giovanni Paolo II,un Papa,
    abbia sbagliato!!Sarebbe un' eresia!!

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  131. Signor Giuseppe, non sono io a dire che Giovanni Paolo II è eretico, ma lei ad utilizzare alcune frasi del defunto pontefice ad arte per sostenere la sua insostenibile tesi.

    Rende presente anche il mistero della resurrezione MA NON SACRAMENTALMENTE. Lo rende presente alla memoria del credente.
    Tanto è vero che si chiama sempre e Giovanni Paolo II così lo ha sempre chiamato e la Chiesa sempre lo chiamerà SACRAMENTO DEL CORPO E DEL SANGUE DI CRISTO.
    SONO LA PASSIONE E LA MORTE DI CRISTO A LAVARE IL PECCATO DEL MONDO (infatti dopo la consacrazione e subito prima della Comunione il sacerdote dice "ecce Agnus Dei qui tollis peccata mundi"), non la resurrezione.
    come potrà notare, signor Giuseppe, Giovanni Paolo II non usa MAI il termine "sacramentalmente" o "sacramento" riferito alla resurrezione; non lo usava perchè sapeva bene di non poterlo usare.
    "In effetti, il Sacrificio eucaristico RENDE PRESENTE NON SOLO IL MISTERO DELLA PASSIONE E DELLA MORTE DEL SALVATORE,MA ANCHE IL MISTERO DELLA RESURREZIONE,IN CUI IL SACRIFICIO TROVA IL SUO CORONAMENTO"
    sono modi differenti di rendere presente:
    uno è sacramento (passione e morte, immolazione di Cristo per lavare il peccato originale), l'altro NO (resurrezione);

    d'altra parte Gesù è morto UNA VOLTA E BASTA PER LAVARE IL PECCATO e quindi ha un senso che questa unica morte si riattualizzi e si rinnovi sacramentalmente nella Messa, in ogni Messa fino alla fine del mondo;

    ma dal momento in cui Gesù è risorto 2000 e più anni fa, è SEMPRE risorto; Gesù è risorto ora che scrivo questo mio intervento come lo era 500 anni fa e lo sarà tra 1000 o 10000 anni e lo sarà in ETERNO; che senso avrebbe dunque il rinnovo sacramentale nella Messa di un "qualcosa", la resurrezione di Gesù, che "è" già e che sempre "sarà"?
    nessun senso avrebbe.
    e infatti dalle parole stesse di Gesù sappiamo che nell'ultima cena Egli ci ha lasciato il Sacramento del suo Corpo e del suo Sangue, non della sua Resurrezione.
    ci arriva signor Giuseppe?

    cordiali saluti
    Giovanni Mandis

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  132. Caro Giovanni Mandis, ti invio un elogio per la pazienza e la costanza che hai dimostrato nel ribadire un concetto che mi sembra chiarissimo.

    Io non ce la faccio più.

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  133. Anonimo ha detto

    Rende presente anche il mistero della resurrezione MA NON SACRAMENTALMENTE. Lo rende presente alla memoria del credente.

    Giuseppe Rossi

    Amico mio perdonami non vorrei mancarti di rispetto ma la tua spiegazione mi fa sorridere!Mi sembra un maldestro tentativo di salvarsi in "calcio d'angolo".
    Scusa ma mi sembra un po ridicolo!Carissimo ti sarei grato se mi segnalassi il documento Magisteriale dal quale hai dedotto questa esegesi che io trovo assurda.Secondo me la distinzione che fai tu e' assolutamente arbitraria e non si poggia su nessun documento Magisteriale.
    Questa distinzione tra memoriali non esiste ma se mi sbaglio ti prego di smentirmi.Sono pronto a cambiare idea se mi dimostri,con documenti certi,le tue tesi.Ti ho segnalato abbondandemente i documenti che affermano ,in modo chiaro ed inequivocabile,la dimensione pasquale dell'
    Eucarestia.Mentre voi continuate ad insistrere sullo stesso concetto ma senza presentare la minima prova .Correggimi se sbaglio,mi sembra di aver capito che secondo voi nell'Eucarestia non si riattulizzerebbe tutto il mistero Pasquale ma solo la passione e morte di Cristo.Ti chiedo:Sei proprio sicuro di quello che dici?Le parole di Giovanni Paolo II mi sembrano chiarissime ed inequivocabili.Come lo sono gli altri documenti che ho citato.

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  134. anonimo ha detto

    Tanto è vero che si chiama sempre e Giovanni Paolo II così lo ha sempre chiamato e la Chiesa sempre lo chiamerà SACRAMENTO DEL CORPO E DEL SANGUE DI CRISTO.

    Giuseppe Rossi

    Non e'vero che Giovanni Paolo II chiamava l'Eucarestia unicamente con il titolo di Sacramento del Corpo e Sangue di Cristo.Non e ' vero perche' questo non e' l'insegnamento della Chiesa.Ti prego di leggere uno dei miei post precedenti nonche' il Catechismo della Chiesa Cattolica.
    L'Eucarestia non viene chiamata solo Sacramento del Corpo e Sangue di Cristo ma in tanti altri modi.

    Viene definita Anche MEMORIALE DELLA MORTE E RESURREZIONE DEL SIGNORE che non significa quello che pensi tu ma quello che Giovanni Paolo II ha spiegato molto chiaramente nella Enciclica che ho citato:

    ECCLESIA DE EUCARESTIA

    "In effetti, il Sacrificio eucaristico RENDE PRESENTE NON SOLO IL MISTERO DELLA PASSIONE E DELLA MORTE DEL SALVATORE,MA ANCHE IL MISTERO DELLA RESURREZIONE,IN CUI IL SACRIFICIO TROVA IL SUO CORONAMENTO.È

    La distinzione che ne fai tu non ESISTE NON ha nessun fondamento.

    Anonimo ha detto

    SONO LA PASSIONE E LA MORTE DI CRISTO A LAVARE IL PECCATO DEL MONDO (infatti dopo la consacrazione e subito prima della Comunione il sacerdote dice "ecce Agnus Dei qui tollis peccata mundi"), non la resurrezione.

    Giuseppe Rossi

    Scusa ma la tua sprovvedutezza mi fa sorridere mi chiedo se dici scientemente certe cose oppure parli per ignoranza.Certo che e' la passione e morte di Cristo a salvare l'umanita',chi ha detto il contrario,ma la resurrezione dove la metti?E' un optional per te?Anche la resurrezione ci salva e fa parte dello stesso mistero di salvezza.Secondo il tuo ragionamento la resurrezione,da punto di vista della redenzione,e' superflua?Se cio' che ci salva e solo la passione e morte,lo dico per paradosso,Cristo avrebbe potuto fare a meno di risorgere perche' ci avrebbe salvati lo stesso?Dai !!!La resurrezione non e' un lieto fine.Se Cristo non fosse risorto la redenzione non avrebbe avuto luogo.La resurrezione e' importante quanto la passione e morte.E' un tuttuno non una cosa marginale o secondaria.Come e 'possibile ch non capite?

    Il fatto che il Sacerdote dica nella Messa :"Ecco l'agnello di Dio che togli i peccati dal mondo proverebbe,secondo te, che nella Messa non si riauttualizzerebbe tutto il Mistero Pasquale?Che lo ricordo non e' solo passione,morte e risurrezione ma anche
    incarnazione,glorificazione e tutto il bene che il Signore ha compiuto durante la sua incarnazione.E perche mai lo proverebbe?Ma soprattutto perche' la resurezione ti crea problemi?Non l'ho davvero capito!!


    Anonimo ha detto

    come potrà notare, signor Giuseppe, Giovanni Paolo II non usa MAI il termine
    "sacramentalmente" o "sacramento" riferito alla resurrezione; non lo usava perchè sapeva bene di non poterlo usare."In effetti, il Sacrificio eucaristico RENDE PRESENTE NON SOLO IL MISTERO DELLA PASSIONE E DELLA MORTE DEL SALVATORE,MA ANCHE IL MISTERO DELLA RESURREZIONE,IN CUI IL SACRIFICIO TROVA IL SUO CORONAMENTO"
    sono modi differenti di rendere presente:

    Giuseppe Rossi

    Caro amico da cosa deduci questa differenziazione perche' Giovanni Paolo II°non mi sembra la faccia!!
    Mi sembra piu' una tua interpretazione dietrologica.Ma ti sbagli di grosso i tuoi sono vaneggiamenti!!Sei in grave errore!!Il ragionamento di Guiovanni Paolo II e' chiarissmo lo capirebbe anche un bambino

    RispondiElimina
  135. Anonimo ha detto...


    Il Catechismo di San Pio X è ancora valido e sarà sempre valido, e soprattutto è di una chiarezza tale da non potere essere frainteso.

    Giuseppe Rossi

    Chi ha detto che non e' valido o chiaro ma non possiamo metterlo sullo stesso piano del Catechismo della Chiesa Cattolica ne' tantomeno della Parola di Dio che lo ricordo per un certo periodo fu vieteta ai fedeli.Il Catechismo di Pio X suppliva la Parola di Dio che dopo il Concilio si Trento are proibita.Piu'che a quel Catechismo dovreste riferirvi alla Parola di Dio e poi al Catechismo della Chiesa Cattolica.


    La Chiesa oggi non dice nulla di diverso da quello che diceva S.Pio X o Pio XII. E non potrà mai dire che la Messa riattualizza sacramentalmente tutto il Mistero Pasquale perchè ciò che si rinnova/riattualizza sacramentalmente nella Messa è sempre e solo il Sacrificio di Gesù sulla Croce, cioè la sua Passione e Morte.
    chieda a un sacerdote

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  136. La Chiesa oggi non dice nulla di diverso da quello che diceva S.Pio X o Pio XII. E non potrà mai dire che la Messa riattualizza sacramentalmente tutto il Mistero Pasquale perchè ciò che si rinnova/riattualizza sacramentalmente nella Messa è sempre e solo il Sacrificio di Gesù sulla Croce, cioè la sua Passione e Morte.
    chieda a un sacerdote

    Giuseppe Rossi

    E' vero che non dice nulla di diverso ma in passato ha messo l'accento su alcuni elementi quali:Il valore sacrificale,la presenza reale di Cristo,perche' negati o messi in dubbio.Il Vaticano II non e' un Concilio che doveva rispondere ad eresie,e' un Concilio Pastorale che non intende stabilire un nuovo Dogma ma solo ripresentatre la dottrina in un modo piu' adeguato ai tempi moderni.Per questo non essendoci piu' chi negasse il valore sacrificale della Messa non ha ritenuto di insistere ancora su questo aspetto ma cio' non vuol dire che ha cambiato o che gli altri aspetti non fossero importanti

    RispondiElimina
  137. ma dal momento in cui Gesù è risorto 2000 e più anni fa, è SEMPRE risorto; Gesù è risorto ora che scrivo questo mio intervento come lo era 500 anni fa e lo sarà tra 1000 o 10000 anni e lo sarà in ETERNO; che senso avrebbe dunque il rinnovo sacramentale nella Messa di un "qualcosa", la resurrezione di Gesù, che "è" già e che sempre "sarà"?
    nessun senso avrebbe.
    e infatti dalle parole stesse di Gesù sappiamo che nell'ultima cena Egli ci ha lasciato il Sacramento del suo Corpo e del suo Sangue, non della sua Resurrezione.
    ci arriva signor Giuseppe?


    Giuseppe Rossi

    da quello che scrivi comprendo le tue lacune.Cosa c'entra che il Signore e risorto gia'.Il Signore e' anche morto gia' ed ha gia 'sofferto una volta per sempre.
    Questo non impedisce che il Mistero Pasquale non possa riattualizzarsi.Lo stralcio dell'Enciclica Ecclesia de Eucarestia lo spiega bene:

    ENCICLICA ECCLESIA DE EUCHARISTIA

    La Messa rende presente il sacrificio della Croce, non vi si aggiunge e non lo moltiplica.16 Quello che si ripete è la celebrazione memoriale, l'« ostensione memoriale » (memorialis demonstratio) 17 di esso, per cui l'unico e definitivo sacrificio redentore di Cristo si rende sempre attuale nel tempo...

    RENDE PRESENTE NON SOLO IL MISTERO DELLA PASSIONE E DELLA MORTE DEL SALVATORE,MA ANCHE IL MISTERO DELLA RESURREZIONE,IN CUI IL SACRIFICIO TROVA IL SUO CORONAMENTO"

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  138. Circa le spiegazioni da parte di un Sacerdote sul Mistero Pasquale offro questa breve spiegazione di un sacerdote che si chiama Don Adriano:

    "Immediatamente dopo la consacrazione c'è il dialogo tra il sacerdote e l'assemblea:
    "Mistero della fede"
    e l'assemblea risponde:
    "Annunciamo la tua morte, Signore,
    proclamiamo la tua risurrezione,
    nell'attesa della tua venuta."
    Immediatamente dopo c'è lo stare in piedi che simboleggia la resurrezione!
    La Pasqua è morte e resurrezione!
    Senza resurrezione sarebbe vana la nostra fede!
    Ogni Messa è annuncio di resurrezione!Circa l'attegiamento che possa rendere maggiormente la gioa del dono che Dio ci fa in Cristo credo che nella messa ci siano molte occasioni e modalità per esprimerlo!Ti auguro di scoprire la bellezza straordinaria della Messa, di ogni Messa!
    ciao

    Don Adriano

    RispondiElimina
  139. Offro un'altra spiegazione del Mistero Pasquale che si attua nell'Eucarestia del teologo Domenicano Padre Angelo Abellon:

    "L’Eucaristia perpetua sui nostri altari la PASQUA DEL SIGNORE.
    Nell’Eucaristia noi ci incontriamo con CRISTO RISORTO che ci rende contemporanei al sacrificio che ha compiuto sulla croce e che ha anticipato nell’ultima cena.San Paolo dice chiaramente: “Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finche' egli venga” (1 Cor 11,26).Per questo la Messa Ë essenzialmente la perpetuazione del sacrifico della croce.Ma questa perpetuazione viene fatta incontrandoci col Cristo risorto, che ci fa vivere da protagonisti, da contemporanei, la sua immolazione sulla croce.

    Don Angelo Abellon

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  140. Spero che la spiegazione di questi due sacerdoto sia sufficiente a dirimere la questione

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  141. "Correggimi se sbaglio,mi sembra di aver capito che secondo VOI nell'Eucarestia non si riattulizzerebbe tutto il mistero Pasquale ma solo la passione e morte di Cristo."

    caro Giuseppe, passo al tu perdonami.
    "mi sembra di aver capito"? "secondo voi"?

    Che nella SS. Eucaristia si riattualizzi/rinnovi sacramentalmente SOLO la Passione e la Morte di Cristo è DOGMA DI FEDE DELLA CHIESA CATTOLICA DA SEMPRE.
    E' LA PASSIONE E LA MORTE IN CROCE DI CRISTO A SALVARCI, A LAVARE L'UMANITA' DAL PECCATO,
    NON LA RESURREZIONE, questa è la fede cattolica.
    Il che non vuol dire sminuire la resurrezione ma darle il suo giusto posto nell'economia di salvezza.
    La resurrezione non è altro che la logica conseguenza della natura divina di Cristo! Cristo è morto in quanto Vero Uomo che innocente ha assunto su di sè la colpa degli uomini, ma in quanto Vero Dio risorge, perchè la morte non ha potere alcuno su di lui.
    non ha senso rinnovare sacramentalmente una cosa che non ha bisogno di essere rinnovata perchè Cristo da quando è risorto 2000 anni fa, è SEMPRE RISORTO, risorto oggi, risorto domani, risorto tra 1000 anni, risorto tra10000 anni e RISORTO per tutta l'eternità.

    Il catechismo della chiesa cattolica è chiarissimo in merito

    "1323 « Il nostro Salvatore nell'ultima Cena, la notte in cui veniva tradito, istituì il SACRIFICIO EUCARISTICO del suo Corpo e del suo Sangue, col quale PERPETUARE NEI SECOLI, FINO AL SUO RITORNO, IL SACRIFICIO DELLA CROCE, e per affidare così alla sua diletta Sposa, la Chiesa, il memoriale della sua morte e risurrezione: sacramento di pietà, segno di unità, vincolo di carità, convito pasquale, nel quale si riceve Cristo, l'anima viene ricolmata di grazia e viene dato il pegno della gloria futura ». "

    "PERPETUARE NEI SECOLI fino al suo ritorno IL SACRIFICIO DELLA CROCE" si può riferire solo al rinnovo sacramentale della passione e morte dal momento che la resurrezione non è citata.


    "e per affidare così alla sua diletta Sposa, la Chiesa, il memoriale della sua morte e risurrezione:" si riferisce a tutto, perchè si ricorda tutto: la passione la morte e la risurrezione di Cristo; si ricorda, cioè si riporta alla mente e al cuore del fedele, OLTRE ALLA PASSIONE E MORTE, la Resurrezione del Signore e IL FATTO che Egli è Risorto e si trova nella Gloria del Padre per sempre, in modo tale che si eccitino e si rafforzino i fedeli alla fede nella resurrezione che attende anche noi se sapremo vivere in grazia di Dio.

    puoi citare qualunque documento, scritto, opinione di teologi, quello che ti pare, ma non ne troverai MAI UNO (a meno che non sia eretico) che dica che nella Messa si rinnovi sacramentalmente la resurrezione di Cristo.

    sembra quasi che tu ignori il significato della parola sacramento.
    Giovanni Mandis

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  144. Io credo che bisogna liberarsi di un certo estremismo delle formulazioni.
    Meglio partire dall’inizio.
    La liturgia è o non è “actio Christi et ecclesiae”?
    Se sì, dando per scontato il ruolo della Chiesa, allora il primo liturgo è Cristo, nella condizione definitiva di gloria a cui è pervenuto dopo la Croce, la Risurrezione, l’Ascensione e il definitivo Insediamento alla destra del Padre.
    Un unico mistero, che è piuttosto improprio separare. Infatti, ogni considerazione dei singoli eventi, che non rilevi il Soggetto (o meglio, la comunione delle Persone divine) di quegli eventi, pecca di astrattezza e di estremismo.
    Altrettanto insufficiente è pensare il memoriale liturgico come ripetizione DI un evento; così si avrebbe un ruolo iperattivo da parte della compagine ecclesiale, un ruolo modellato su elementi ubiqui individuati per i riti dagli studiosi di storia delle religioni e di antropologia culturale e in contrasto con la dimensione peculiare del memoriale biblico, che è stata ritenuta esplicitata e trasfigurata proprio in Gesù Cristo.
    In realtà si tratta invece di una “ripresentazione della Chiesa ALL’Evento primordiale (la Croce) e alla sua efficacia salvifica”, operata dal Cristo glorioso, attraverso la ripresa da parte nostra dei segni sacramentali istituiti da Cristo proprio in vista dell’Evento della Croce e della sua reiterazione rituale nella Divina Eucaristia.
    In questo modo si salva il carattere trascendente del rito, l’unità della dimensione terrena e celeste, nell’unico gesto liturgico eternamente offerto dallo stesso Gesù Cristo glorioso nel santuario del cielo (come dice benissimo una delle nuove preghiere eucaristiche ambrosiane), di cui l’azione ecclesiale è piena partecipazione.
    Il sacrificio di Cristo è perciò sovratemporale, ma accessibile in quel particolare tempo che è l’azione liturgica: questo accesso ci fa “diventare quel che siamo”. È la nuova ed eterna alleanza nel sangue dell’Eterno Sacerdote!
    Si potrebbe dire che la Divina Liturgia è vera, reale e sostanziale identificazione (nel mistero!) con l’unico ed eterno sacrificio.
    In sostanza: il Mistero pasquale è evento unico, dispensato mistagogicamente in più eventi; senza la Croce non ci sarebbe questo mistero e NELLA CROCE esso si concentra.
    Ma d’altra parte non ci sarebbe stata per noi la Croce nel suo significato storico e salvifico senza la Risurrezione: come dice un prefazio pasquale, Cristo continua ad offrirsi e ad intercedere per noi, in quella condizione di agnello immolato che con i segni della passione vive immortale.
    La Vittima è Victima paschalis.
    In sintesi e come sintesi delle due posizioni che qui si sono confrontate: la Santa Messa è la ripresentazione del/al sacrificio di Colui che è risorto, quel sacrificio che Lui, asceso e insediato in cielo, eternamente continua ad offrire al Padre, in comunione con lo Spirito.

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