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martedì 28 aprile 2009

Mons. Mons. Fellay fa il punto e lancia una crociata di rosari per il Papa


+Ave Maria

Cari Amici e Benefattori,

Al momento di lanciare una nuova crociata del Rosario, durante il nostro pellegrinaggio a Lourdes lo scorso ottobre, non pensavamo in una risposta così veloce dal cielo alla nostra richiesta! [..] Dopo il Motu Proprio sulla Messa, [..] è nella visita a Roma nel mese di gennaio, dove abbiamo donato un bouquet di 1.703.000 rosari al Papa, che ho ricevuto dalle mani del Cardinale Castrillón Hoyos il decreto sulla rimessione delle “scomuniche”.
[..]
In effetti, è impossibile capire la nostra posizione e il nostro atteggiamento nei confronti della Santa Sede, se non riconosciamo la percezione della crisi in cui versa la Chiesa. Qui non si tratta di situazioni superficiali, o di visioni personali. Si tratta di una realtà che va al di là della nostra percezione, riconosciuta dalle stesse autorità di tanto in tanto, e verificata nei fatti oramai troppe volte. Questa crisi ha molti aspetti, diversi, a volte profondi, a volte circostanziali, e di questo noi tutti soffriamo. I fedeli sono soprattutto sconvolti da certe cerimonie della nuova liturgia - purtroppo spesso scandalose! – dalla normale predicazione, dove vengono proposte posizioni, in particolare sulla morale, in totale contraddizione con l'insegnamento della Chiesa plurisecolare o l'esempio dei santi. I genitori hanno spesso dovuto constatare con immenso dolore la perdita della fede nei loro figli affidati ad istituti di educazione cattolica, o deplorare la loro quasi totale ignoranza della dottrina cattolica dovuta a mancanza di catechesi. Nei religiosi, in numero incalcolabile, a seguito delle revisioni nelle loro costituzioni, e dopo la riqualificazione conciliare, si manifesta la perdita di spirito evangelico, in particolare quello della rinuncia, della povertà, del sacrificio che si è tradotto in una quasi immediata diminuzione delle vocazioni, tanto che molti ordini e congregazioni chiudono i loro conventi, uno dopo l'altro, quando addirittura non scompaiono del tutto. La situazione di molte diocesi è altrettanto drammatica.
[..]

Ma prendiamo i testi dei Padri della Chiesa, il magistero, la liturgia, la teologia attraverso tutti i secoli: troviamo una unità alla quale noi intendiamo aderire con tutto il nostro cuore. Ma questa unità dottrinale è fortemente contraddetta, ferita, diminuita in pratica, dalle attuali linee di condotta. Non siamo noi ad inventare una rottura, purtroppo esiste, basta vedere come alcuni Episcopati ci trattano, anche dopo la rimozione delle scomuniche, per vedere come profondo è il rifiuto di questi moderni nei confronti di tutto quanto sa di Tradizione, al punto che risulta impossibile non dare a questo rifiuto altra definizione se non quella di rottura con il passato.

Sì, noi tutti siamo stati tanto sorpresi dalla pubblicazione del decreto del 21 gennaio, quanto lo siamo stati per la violenza della reazione dei progressisti e della sinistra, in generale, nei nostri confronti. E' vero che hanno trovato un'occasione d'oro nelle malaugurate parole del Vescovo Williamson, che hanno permesso loro di attribuirle a tutta la Fraternità maltrattandola e considerandola il capro espiatorio. In realtà, siamo stati strumentalizzati in una lotta molto più importante: quella della Chiesa, che porta bene il suo titolo di Chiesa militante contro gli spiriti maligni che vagano in aria, come dice San. Paolo.

Sì, non esitiamo ad inserire la nostra piccola storia nella grande storia della Chiesa, in questa lotta titanica per la salvezza delle anime, come è già annunciato nella Genesi, e descritta in modo sorprendente nel l'Apocalisse di San Giovanni. Spesso questa lotta spirituale, rimane a livello spirituale; di tanto in tanto dal livello delle menti e delle anime scende a livello del corpo e diventa visibile, come nelle aperte persecuzioni.

Dobbiamo riconoscere, vedendo quanto è accaduto negli ultimi mesi, un aumento di intensità in questa lotta. Ed è chiaro che l'unico a cui in ultima analisi è mirata, è il Vicario di Cristo, nel suo sforzo di avviare una qualche restaurazione della Chiesa. Si teme un riavvicinamento tra il capo della Chiesa e il nostro movimento, la paura della perdita dei risultati del Concilio Vaticano II, e viene fatto ogni sforzo per neutralizzarlo. Ma che cosa pensa veramente il papa?

Qual è la sua posizione? Progressisti ed ebrei gli intimano di scegliere tra il Concilio Vaticano II e noi ... al punto che per rassicurarli la Segretaria di Stato non ha trovato di meglio che porre come condizione necessaria per la nostra esistenza canonica la piena accettazione di ciò che noi vediamo come la principale fonte di problemi attuali e alla quale ci siamo sempre opposti ... Tuttavia, loro come noi sono vincolati dal giuramento anti-modernista e da tutte le altre condanne della Chiesa. E’ per questa ragione che non possiamo accostarci al Concilio Vaticano II se non alla luce di queste dichiarazioni solenni (professione di fede e giuramento antimodernista) fatte davanti a Dio e alla Chiesa. E se questo sembra incompatibile, vuol dire che sono le novità ad essere sbagliate. Facciamo affidamento sulle discussioni dottrinali annunciate al fine di chiarire il più profondamente possibile questi punti.

Approfittando della nuova situazione dopo il decreto sulle scomuniche, che non ha cambiato nulla nello statuto canonico della Fraternità, molti vescovi tentano di imporci la quadratura del cerchio esigendo da noi l'obbedienza alla lettera del diritto canonico, in ogni punto, come se noi fossimo perfettamente in ordine, allorché al tempo stesso ci dichiarano canonicamente inesistenti! Già un Vescovo tedesco ha annunciato che prima della fine dell'anno, la Fraternità sarà ancora una volta al di fuori della Chiesa... Bella prospettiva! L'unica soluzione praticabile, quella d’altronde che noi abbiamo sempre chiesto è di una situazione intermedia, necessariamente incompleta e imperfetta dal punto di vista canonico, ma che venga accettata in quanto tale, senza rinfacciarci sempre l’accusa di disobbedienza o ribellione, senza continuare a lanciare nei nostri confronti divieti insostenibili. Perché, in ultima analisi, la situazione anomala in cui si trova la Chiesa e che noi chiamiamo stato di necessità, è dimostrata una volta di più con l'atteggiamento e le parole di alcuni vescovi nei confronti del Papa e della Tradizione.

Come andrà a finire? Non lo sappiamo. Noi manteniamo la nostra proposta e cioè che venga accettata la nostra attuale situazione imperfetta come provvisoria, affrontando le discussioni dottrinali finalmente annunciate, con la speranza che si raggiungano buoni frutti.

Ma in questo percorso così difficile, di fronte a così violente opposizioni, chiediamo a voi, cari fedeli, ancora una volta, di ricorrere alla preghiera. Ci sembra che sia giunto il momento di lanciare una vasta offensiva, profondamente radicata nel messaggio della Madonna a Fatima, che ha promesso una felice soluzione, come ha annunciato che alla fine il suo Cuore Immacolato trionferà. E’ questo trionfo che Le chiediamo, nel modo che Ella stessa ha chiesto, e cioè la consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato fatta dal Sommo Pontefice e da tutti i Vescovi dell’orbe cattolico, con la diffusione della devozione al Suo Cuore Immacolato e addolorato. Ecco perché vogliamo offrire al Papa, a tal fine, entro il 25 marzo 2010, ancora un bouquet di 12 milioni di rosari, come una corona di stelle attorno alla Sua persona, accompagnata da una altrettanto notevole quantità di sacrifici e fioretti quotidiani che avremo cura di attingere ogni giorno nel fedele compimento del nostro dovere di stato, e con la promessa di diffondere la devozione al suo Cuore Immacolato. [..] E' chiaro che non intendiamo forzare la Divina Provvidenza, ma abbiamo imparato dagli esempi dei santi e dalla Sacra Scrittura, che i grandi desideri possono affrettare in modo impressionante i disegni di Dio.

Ed è con questa audacia che oggi noi poniamo davanti al Cuore Immacolato di Maria questa intenzione domandando altresì di prendere tutti voi sotto la sua materna protezione.

Dio vi ricolmi di benedizioni!

Nella festa della gloriosa Risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo
Winona, Pasqua 2009.

+ Bernard Fellay


10 commenti:

  1. Grazie Monsignore, aderisco con tutto il cuore alla crociata con il Santo Rosario.
    Pregherò, con il gruppo di amici legati da tempo alla Tradizione, anche per quei tradizionalisti che immancabilmente troveranno qualcosa in ciò che Lei ha scritto, per dissentire e criticare. In questo momento occorrono UNITA', di mente e di cuori.
    Proprio ieri un sacerdote che già celebra la Santa Messa V.O. ci ha detto: ma alla fin fine ciò che dice Mons Fellay e i suoi non è vangelo...
    Con gli amici, dopo pacata e feconda discussione, ci ha esortati lui stesso ad essere uniti e ad evitare critiche, anche legittime, ma che siano improntate al buon senso, dati i tempi che stiamo sperimentando.

    Bruno

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  2. non comprendo la richiesta di Fellay d'accedere a una situazione canonica provvisoria, incompleta, provvisoria e intermedia. O si è vescovi validi e leciti oppure si è sì validi ma illeciti. Tertium non datur. Ciò premesso, mi associo più che volentieri anch'io, non lefebvriano e non tradizionalista, alla nuova crociata di Rosari. Alessandro

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  3. bisogna capire questo intervento di mons. Fellay per ciò che è: una sorta di "lettera pastorale" ai suoi fedeli. Non dice nulla di nuovo. Interessante il richiamo alla nota della Segreteria di Stato che in qualche passaggio lasciava perplessi in molti, non solo i "lefebvriani". Dalla lettura di quella nota sembrava quasi che si fosse aggiunto un nuovo articolo al Simbolo Niceno-costantinopolitano: "credo in unam Shoah". Incredibile!
    L'accenno di mons. Fellay ad un riconoscmento provvisorio da parte dei vescovi (perché da parte della Santa Sede c'è già: prova ne sia l'annuncio di discussioni dottrinali) non mi pare facilmente raggiungibile. I vescovi, certi vescovi , avranno da ridire anche quando lo status canonico sarà regolarizzato, figuriamoci se saran disposti a riservare alla FSSPX (nell'attuale suo status) la medesima accoglienza e disponibilità che riservano agli ortodossi o ai protestanti! Mons. Fellay è questo che vorrebbe: trattateci come trattate i non cattolici.
    L'ottimo monsignore svizzero se lo scordi! Chiede carità dai vescovi cattolici, ma non ne avrà (salvo qualche lodevole eccezione).
    Quando la FSSPX sarà "reintegrata" come ci auguriamo e speriamo avvenga entro l'anno, vedrete tutti i giochetti che i vescovi faranno per emarginare, ostracizzare e delegittimare i "lefebvriani". Vedrete, vedrete.
    Vedremo cose incredibili, comportamenti ignobili.
    Ora mi preparo ad andare ad un incontro "ecumenico" organizzato dalla mia diocesi (ci vado perché è previsto in una sala convegni e non ci saranno quindi momenti di liturgia "condivisa").
    Oggi è trendy sbaciucchiarsi gli ortodossi russi e il mio vescovo se n'è accorto e quindi non vuol essere fuori moda ed ha organizzato in tutta fretta questo incontro ecumenico nel momento in cui gli son passati per le mani dei prelati russi in cerca di chiese.
    E io mi diverto da matti a vedere quanto è preoccupato per essere certo della presenza di giornalisti e flash in abbondanza!


    Misereatur nostri omnipotens Deus!

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  4. Sauf miracle, toujours possible, la «réconciliation» ne me paraît pas encore pour demain.
    Accepter tout Vatican II?
    Le résultat le plus clair et le moins contestable — il me semble — du concile pastoral Vatican II, c’est d’avoir permis l’instauration, au sein même de l’Église catholique romaine, d’une nouvelle religion, la religion de l’«Église conciliaire» (comme l’a nommée le cardinal Benelli), c’est-à-dire, en fait, la religion moderniste, dont le destin prévisible et déjà attesté (voir le récent cas Zollitsch, après ceux de Küng, Schillebeeckx, Comblin et de tant d’autres, toujours actifs dans les séminaires et les universités «catholiques» du monde entier) est de se transformer peu à peu, comme tous les protestantismes, en une vague «idéologie de solidarité», encore encombrée, pendant quelque temps, de rites et de doctrines hérités du passé — un passé mythologique, nous dit-on, lié à une civilisation agraire aujourd’hui obsolète —, mais que la «praxis» des nouveaux chrétiens du XXIe siècle se chargera peu à peu d’éliminer, pour ne laisser apparaître que son noyau essentiel: l’humanitarisme. On aboutira ainsi à ce que Kant a appelé, en 1793, «la religion dans les limites de la simple (ou de la pure) raison», et qui n’est rien d’autre que le projet maçonnique (les «Lumières», l’Aufklärung, se confondant avec la «lumière» de l’initiation maçonnique, c’est-à-dire le rationalisme athée).

    Contrairement à ce qu’affirment ses promoteurs, je suis de ceux qui pensent que cette «évolution» n’a rien de naturel (le fameux «sens de l’histoire»…), mais qu’elle est le fruit d’une conjuration antichrétienne mise en place au XVIe siècle (la révolution protestante), peut-être dès le XVe siècle, à Rome même, comme l’a montré Mgr Henri Delassus dans son fameux ouvrage, “La conjuration antichrétienne, ou le temple maçonnique cherchant à s’élever sur les ruines de l’Église catholique” (1910), récemment réédité (Éditions Saint-Remi).

    Il est douloureux de constater que plusieurs Papes se sont faits les auxiliaires — involontaires, on veut le croire — de ce plan démoniaque : Jean XXIII, qui s’est cru plus malin que Pie XII (lequel avait toujours repoussé la suggestion de réunir un concile), Jean-Paul II (l’«esprit d’Assise»), mais surtout Paul VI, sorte de pompier incendiaire, qui, un jour, dénonçait les «fumées de Satan», et, le lendemain, soufflait sur la braise des réformes qui allaient répandre l’incendie…

    Heureusement, l’Église catholique est l’œuvre de Dieu. Et «quand Dieu veut faire voir qu’un ouvrage est tout entier de sa main, il réduit tout à l’impuissance et au désespoir, puis il agit» (Bossuet).

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  5. Facci capire Raoul, allora per te la vera chiesa è la FSSPX e tutto quello che è fuori è una deviazione demoniaca?

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  6. Non, je dis que la FSSPX est dans l'Église, qu'elle en est un des bastions les plus fermes et les plus authentiques, et que tout le vocabulaire qu'on utilise à son endroit (retour, réintégration, schisme, etc.) est complètement «irrelevant», comme disent les Anglais.

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  7. Pur non appartendo alla fsspx, prometto di aderire alla campagna del Santo Rosario.

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  8. Raoul, ma allora se la FSSPX è già interamente nella chiesa i colloqui in vaticano non servono? o invece è il vaticano che è fuori dalla chiesa e i colloqui sono per il rientro del vaticano nella FSSPX?.

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  9. io non la starei a fare tanto capziosa che sia il Vaticano o la FSSPX a rientrare... pur non essendo lefebvriana, riconosco alla FSSPX l'unico linguaggio davvero cattolico, escluse le omelie del Papa e qualche voce che ora comincia a levarsi (cosa mai vista né udita) in difesa della Tradizione

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  10. Moi qui suis un lefebvrien de toujours, j’appuie entièrement ce que dit Miriam.
    Et, à propos du livre de Mgr Henri Delassus dont je parlais hier (“La conjuration antichrétienne, ou le temple maçonnique voulant s’élever sur les ruines de l’Église catholique”), récemment réédité (Éditions Saint-Remi), je me permets de citer ce bref passage, concernant les modernistes:

    « Que fait le moderniste? Il s’attaque hypocritement aux racines mêmes du christianisme. Comme le protestant, le moderniste nie l’autorité divine de l’Église ; comme le rationaliste, le moderniste nie la divinité réelle de Notre-Seigneur Jésus-Christ ; comme le panthéiste et l’athée, le moderniste nie l’existence réelle d’un Dieu distinct du monde ; comme le sceptique, le moderniste refuse à la raison humaine le pouvoir de connaître réellement aucune vérité. [Et ceci qui est très important…] Et en niant tout cela, le moderniste garde toute l’apparence, toute la façade, toutes les formules du catholicisme. Aussi Pie X a pu dire: “ Les partisans de ces erreurs, il n’y a pas aujourd’hui à les chercher parmi les ennemis déclarés; ils se cachent dans le sein même et au cœur de l’Église, ennemis d’autant plus redoutables qu’ils le sont moins ouvertement. Nous parlons d’un grand nombre de catholiques laïques, et, ce qui est encore plus à déplorer, de prêtres qui, sous couleur d’amour de l’Église, se posent, au mépris de toute modestie, comme rénovateurs de l’Église ”» (op. cit., vol. II, p. 465).

    Tout serait à méditer dans ce texte.

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