Gli amici di Maranathà (uno dei siti religiosi più belli esistenti al mondo, per inciso) ci comunicano la magnifica notizia (beati loro!) che la Messa antica a Sestri Levante, già in corso una volta al mese, diviene ora settimanale tutti i sabati alle ore 16,30 ed è prefestiva (serve ad adempiere il precetto domenicale). Sempre nella Chiesa di S. Pietro in Vincoli in vico Macelli. Abbiamo provveduto ad aggiornare il nostro elenco delle Messe in Italia.
Riportiamo di seguito una presentazione della Chiesa ove il sacro rito è celebrato, traendola da Maranathà.it
Sita nel cuore dell'antico borgo sestrese, in vico Macelli, fu costruita dai Padri Cappuccini nel 1640 con l'annessa struttura conventuale. La nuova urbanizzazione di Sestri Levante negli anni successivi, che non permetteva più ai frati un corretto isolamento dalla popolazione, fece sì che quest'ultimi preferirono trasferirsi in un'altra località vendendo, nel 1686, la struttura ai Preti Secolari di San Pietro in Vincoli. Nell'accordo stipulato con i Secolari si sancì che ogni bene materiale quali opere d'arte e suppellettili dovesse rimanere di proprietà dei Cappuccini.
Nei secoli successivi l'intero complesso subì diversi rimaneggiamenti e ampliamenti specie dopo la dominazione francese di Napoleone Bonaparte che causò, tra l'altro, la soppressione degli ordini monastici e religiosi. Danni ingenti si verificarono inoltre nel 1951 a seguito di un'esplosione di un ordigno nascosto in un edificio adiacente che rovinò il tetto, il campanile, gli stucchi del presbiterio e il coro.
Nel 1977 sono stati trasferiti oltre agli arredi e al vasto patrimonio artistico-religioso anche la sede dell'oratorio di Santa Caterina distrutto in parte dai bombardamenti del 1944 durante la seconda guerra mondiale.
Di struttura ad unica navata rettangolare presenta un presbiterio absidato e nelle pareti laterali cappelle interne con decorazioni e stucchi del XVIII secolo.
Nella prima cappella è presente un gruppo ligneo dello scultore Anton Maria Maragliano raffigurante il Martirio di Santa Caterina d'Alessandria e uno stendardo del XVII secolo ritraente i santi Caterina, Giovanni Battista e Nicolò. Nella seconda cappella, oltre al crocifisso processionale di Giovanni Battista Bissoni, vi è il dipinto di Luca Cambiaso ritraente Santa Caterina, Giovanni Battista e Nicolò.
Nella volta, affrescata da Giuseppe Galeotti nel 1751, è raffigurato San Pietro in gloria e sempre dello stesso pittore è l'affresco nell'abside raffigurante San Pietro in Vincoli. Lungo la parete sinistra vi sono affrescati la Madonna col Bambino e i Santi Teresa d'Avila e Giacomo di Compostela; tale dipinto è di pittore ignoto, ma risalente al Seicento.
Nella seconda cappella vi è la tela sulla Circoncisione di pittore sconosciuto e forse di Luca Cambiaso o Cesare Corte il dipinto del Cristo alla colonna; del secondo pittore è attribuita la paternità del quadro sulla Deposizione. Nella prima cappella è posizionata la scultura di San Giovanni Battista del 1670, il dipinto del Cristo nell'orto del XVII secolo e di scuola pittorica bizantina la Madonna col Bambino.
Nei secoli successivi l'intero complesso subì diversi rimaneggiamenti e ampliamenti specie dopo la dominazione francese di Napoleone Bonaparte che causò, tra l'altro, la soppressione degli ordini monastici e religiosi. Danni ingenti si verificarono inoltre nel 1951 a seguito di un'esplosione di un ordigno nascosto in un edificio adiacente che rovinò il tetto, il campanile, gli stucchi del presbiterio e il coro.
Nel 1977 sono stati trasferiti oltre agli arredi e al vasto patrimonio artistico-religioso anche la sede dell'oratorio di Santa Caterina distrutto in parte dai bombardamenti del 1944 durante la seconda guerra mondiale.
Di struttura ad unica navata rettangolare presenta un presbiterio absidato e nelle pareti laterali cappelle interne con decorazioni e stucchi del XVIII secolo.
Nella prima cappella è presente un gruppo ligneo dello scultore Anton Maria Maragliano raffigurante il Martirio di Santa Caterina d'Alessandria e uno stendardo del XVII secolo ritraente i santi Caterina, Giovanni Battista e Nicolò. Nella seconda cappella, oltre al crocifisso processionale di Giovanni Battista Bissoni, vi è il dipinto di Luca Cambiaso ritraente Santa Caterina, Giovanni Battista e Nicolò.
Nella volta, affrescata da Giuseppe Galeotti nel 1751, è raffigurato San Pietro in gloria e sempre dello stesso pittore è l'affresco nell'abside raffigurante San Pietro in Vincoli. Lungo la parete sinistra vi sono affrescati la Madonna col Bambino e i Santi Teresa d'Avila e Giacomo di Compostela; tale dipinto è di pittore ignoto, ma risalente al Seicento.
Nella seconda cappella vi è la tela sulla Circoncisione di pittore sconosciuto e forse di Luca Cambiaso o Cesare Corte il dipinto del Cristo alla colonna; del secondo pittore è attribuita la paternità del quadro sulla Deposizione. Nella prima cappella è posizionata la scultura di San Giovanni Battista del 1670, il dipinto del Cristo nell'orto del XVII secolo e di scuola pittorica bizantina la Madonna col Bambino.
sono felice perché la messa antica da mensile diventi settimanale; ciò che però mi lascia sempre più perplesso è la celebrazione "prefestiva", non contemplata dalle rubriche che regolano il messale del '62 e, di conseguenza, proibita.
RispondiEliminaE' triste vedere come la messa antica venga maltrattata per adattatarla a disposizioni che riguardano, finora, solo il Novus Ordo; un pò come la Comunione in mano.
nik
Signori, non sottilizziamo eccessivamente. Siamo in tempi emergenziali e si fa quel che si può. Incoraggiamo piuttosto quei sacerdoti che si rendono disponibili a trovare una "slot oraria" (per esprimersi come un controllore di volo) per inserire una Messa in forma straordinaria, non alle 7 del mattino o alle 2 del pomeriggio.
RispondiEliminaE' peraltro vero che la Messa prefestiva è una novità postconciliare. Forse nemmeno da condannare (siamo mica misoneisti "a priori"): pensate se uno vuol farsi una bella gita la domenica.
Su Rinascimento sacro c'è un post proprio sulla prefestiva e la vespertina (quella celebrata di domenica in ora pomeridiana, che è "novità" di Pio XII e quindi sicuramente applicabile al rito antico). La conclusione di quel post è che, trattandosi di disciplina canonistica e non strettamente liturgica, dovrebbe applicarsi anche alla forma straordinaria. Argomento, per vero, non del tutto convincente e soprattutto pericoloso (può aprire la via, appunto, all'applicazione di norme, anzi di indulti, come la comunione in mano, le chierichette, ecc.).
Cara Redazione di Messainlatino.it.Vorrei dare un mio modesto contributo alla questione della Messa prefestiva.Premesso che celebrare secondo il V.O. non dovrebbe spostare addirittura le lancette della Storia in tutto e per tutto (se cosi' fosse,io dovrei tornare ragazzo,e magari fosse!),anche nelle minuzie.Questa e' la mia opinione,ma potrei sbagliarmi.Su un punto tecnico,invece,mi sento piu' sicuro,poiche' ho sentito al riguardo due Altissimi Prelati(genta seria e preparata,strano ma vero,dati i tempi)che mi hanno detto che nella Chiesa DA SEMPRE,in quanto erede del costume giudaico-sin dove applicabile,s'intende-,la giornata si considera da tramonto a tramonto e NON dall'alba al tramonto.Questo era vero anche prima della Grande Buriana,ma non aveva risvolti pratici sulla celebrazione delle sante messe per via del noto digiuno eucaristico dalla mezzanotte precedente.Chiedo lumi a codesta gentile Redazione e ringrazio.
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