40° appuntamento con la nostra rubrica a cura del M° Aurelio Porfiri.
Oggi un altro benedettino, l'abate Ildefons Herwegen OSB dell'abbazia di S. Maria Laach (vicino ad Andernach, nella regione di Eifel, della Renania-Palatinato, in Germania).
Oggi un altro benedettino, l'abate Ildefons Herwegen OSB dell'abbazia di S. Maria Laach (vicino ad Andernach, nella regione di Eifel, della Renania-Palatinato, in Germania).
Qui i precedenti articoli.
Luigi
Movimento liturgico fra tradizione e innovazione:
Ildefons Herwegen (1874-1946)
Ildefons Herwegen (1874-1946)
Abbiamo già visto in precedenza alcuni protagonisti del Movimento liturgico e come lo stesso, partito con premessa di un certo tipo grazie a dom Guéranger e l’opera dei benedettini di Solesmes abbia poi virato, più o meno nella prima decade del secolo passato, verso idee che prefiguravano riforme più radicali in campo liturgico.
Tra i protagonisti del movimento liturgico dobbiamo menzionare l’abate dell’abbazia di Maria Laach, Ildefons Herwegen. Egli fu una personalità importante, con studi anche a sant’Anselmo a Roma.
Fu tra coloro che spinsero per un rinnovamento della liturgia e fu vicino a figure come quelle del confratello Odo Casel e di Romano Guardini. Si impegnò per un rinnovamento nella liturgia anche grazie all’uso dei media, alla sua attività di conferenziere e guidando ritiri spirituali.
Quindi, pur avendo ottime intenzioni, sembra che dom Herwegen si sia fatto prendere da fermenti di rinnovamento non in linea con quelli del Movimento liturgico originale. Ecco forse la ragione di questo giudizio in parte negativo della sua opera:
“Dom Herwegen entrò nell'abbazia di Maria Laach nel 1894. Fu eletto abate nel 1913 e rimase tale fino alla sua morte nel 1946. Nel 1918, lanciò la collezione Ecclesia orans (Chiesa in preghiera) che sarebbe apparsa fino al 1939. Lo scopo di questa rivista è encomiabile: riportare i cattolici tedeschi, distrutti dalla guerra, alla pietà liturgica. L'iniziatore ha anche parlato di "sforzo liturgico". Non era rivolto alle masse, ma cercava piuttosto di costituire un'élite. Sfortunatamente, le idee che cercano di promuovere in questo "sforzo" liturgico sono disastrose. Dom Herwegen ritiene che la liturgia debba essere liberata dagli elementi aggiunti dal Medioevo che la ingombra di interpretazioni fantasiose o sviluppi estranei alla sua natura profonda. Ad esempio, l'insistenza troppo unilaterale sulla presenza reale della Santa Eucaristia sarebbe più o meno responsabile dell'abbandono della liturgia da parte del protestantesimo, o addirittura di una certa trascuratezza della liturgia in gran parte del cattolicesimo dal Concilio di Trento. Dom Herwegen pensa ancora che il Medioevo si allontanasse da una modalità oggettiva di pietà, che rappresenta la pietà della Chiesa, a favore di una modalità soggettiva e personale, che rappresenta la pietà dell'anima individuale. Queste due idee costituiranno la base di due gravi errori che si diffondono attraverso lo sforzo liturgico tedesco: l'archeologismo che si traduce in disprezzo, non solo per la liturgia tridentina, ma anche per la liturgia medievale; e una tendenza a formare la pietà collettiva, vedi collettivista. Questi due errori verranno trovati in seguito” (fsspx.news).
Questa reazione contro il medioevo la ritroveremo naturalmente anche in seguito. In effetti il medioevo e il Concilio di Trento saranno tra gli obiettivi di critica più usati da parte di quei liturgisti che si fanno promotori della riforma liturgica contro tutto e tutti. Quindi, questi problemi verranno amplificati negli anni a venire.
Nessun commento:
Posta un commento