stanno suscitando giustificato scalpore le rivelazioni di Diane Montagna sulla genesi di Traditionis Custodes (qui l’articolo originale; qui la traduzione italiana approvata dall’autrice). L’articolo della bravissima giornalista statunitense è assai puntuale e dettagliato, come deve essere, considerata la delicatezza della materia, l’importanza della notizia e la gravità delle implicazioni e delle conseguenze. Ciò comporta, però, che il pezzo sia un po' lungo. Per chi, dunque, non avesse ancora avuto il tempo di leggerlo integralmente, ne proponiamo qui un nostro più breve sunto, per punti salienti:
- il 29 gennaio 2020 vi è stata una riunione della Congregazione della dottrina della Fede (CdF), in assenza del Prefetto Card. Ladaria, nella quale si è parlato della liturgia tradizionale e della sua diffusione;
- la discussione è stata condotta da alcuni cardinali ad essa ostili, che l’hanno pilotata verso gli esiti a loro graditi. In particolare, sono stati segnalati con preoccupazione l’interesse dei giovani per la Messa antica, ritenuto indice di disagio psicologico e sociale, e una pretesa estraneità dei fedeli “tradizionalisti” alla vita della Chiesa;
- i partecipanti ostili hanno dunque coltivato l’idea che fosse necessario risolvere il problema della liturgia tradizionale e del suo “successo”, specie tra i giovani; la riunione ha però prodotto solo la proposta di sopprimere, di fatto, la IV sezione della CdF (cioè l’ex Commissione Ecclesia Dei);
- il sondaggio tra i vescovi da cui, stando alle dichiarazioni del Papa nella lettera di accompagnamento a Traditionis Custodes, dipenderebbe tutto, è successivo (maggio 2020);
- le risposte dei vescovi sono pervenute alla CdF in parte in ritardo, e hanno continuato a giungere sino al gennaio 2021;
- tuttavia, ancor prima, nel novembre-dicembre 2020, è stato preparato un rapporto sintetico che, ovviamente, non poteva tener conto della totalità delle risposte. Si sa che esiste, ma se ne ignora il contenuto; in particolare, si ignora se abbia raggiunto conclusioni predeterminate, se e quando sia stato consegnato al Papa o letto da lui;
- al termine effettivo della consultazione dei vescovi (cioè dopo il gennaio 2021) la CdF ha redatto il rapporto conclusivo, che tiene conto degli esiti reali del sondaggio, è molto dettagliato, e contiene anche citazioni specifiche delle risposte dei vescovi;
- il rapporto è positivo: segnala il desiderio della maggioranza dei vescovi di lasciare inalterato l’impianto di Summorum Pontificum, salve eventuali integrazioni e migliorie coerenti con l’impostazione del Motu Proprio di Benedetto XVI. È importante sottolineare che la maggioranza dei vescovi nega l’esistenza di particolari problemi e auspica la conferma della liberalizzazione del messale tradizionale, rilevando che essa ha prodotto, per lo più, effetti positivi. L’articolo di Diane Montagna è opportunamente molto dettagliato nel descrivere il contenuto del rapporto;
- questo rapporto principale è, dunque, positivo, ed è stato consegnato al Papa dal Card. Ladaria ben prima della promulgazione di Traditionis Custodes;
- Traditionis Custodes ha poi introdotto le note limitazioni alla libera celebrazione della Messa tradizionale, e ciò con il dichiarato intento di dar seguito alle risposte dei vescovi e di soddisfare le esigenze che essi avrebbero rappresentato.
- Sulla base di tutto ciò, Diane Montagna osserva che “Traditionis Custodes non riflette le premesse o le conclusioni del rapporto principale dettagliato. Quindi la domanda è: riflette le premesse e le conclusioni di un altro rapporto? Potrebbe essere il secondo rapporto? O potrebbe forse non riflettere le conclusioni di nessun rapporto, ma essere stato realizzato diversamente?”
Come vedete, la questione è tanto delicata quanto intrigante. Crediamo che valga la pena, dunque, di prendersi il tempo necessario per leggere con attenzione tutto l’articolo della brava giornalista americana.
ER