La ri-costruzione della distrutta Basilica di San Benedetto a Norcia "così com'era" ha susciato molto interesse specie dopo la pubblicazione dell'Articolo di ieri ( QUI ).
Anche se in proporsioni diverse, la "passione" della gente per Norcia e la sua Basilica ricorda le reazioni che si ebbero in tutto il mondo dopo il distruttivo incendio del 29 gennaio 1996 del Teatro La Fenice di Venezia.
Il leitmotiv della ricostruzione del teatro fu il motto: «com'era, dov'era» coniato dopo il crollo del campanile di Venezia il 14 luglio 1902.
Al fine di scongiurare i nefasti desideri di modernità dell'Arcivescovo Boccardo voglioso che la nuova chiesa possa divenire « un’attrazione turistica» donne e uomini, italiani e stranieri, intervengono pubblicamente "meglio prevenire che curare" non fidandosi affatto di quel clero progressista che da 50 anni devasta il bel Paese con indegni orrori architettonici che disonorano la fede, il buon gusto italico e i paesaggi urbani o rurali.
Anche se in proporsioni diverse, la "passione" della gente per Norcia e la sua Basilica ricorda le reazioni che si ebbero in tutto il mondo dopo il distruttivo incendio del 29 gennaio 1996 del Teatro La Fenice di Venezia.
Il leitmotiv della ricostruzione del teatro fu il motto: «com'era, dov'era» coniato dopo il crollo del campanile di Venezia il 14 luglio 1902.
Al fine di scongiurare i nefasti desideri di modernità dell'Arcivescovo Boccardo voglioso che la nuova chiesa possa divenire « un’attrazione turistica» donne e uomini, italiani e stranieri, intervengono pubblicamente "meglio prevenire che curare" non fidandosi affatto di quel clero progressista che da 50 anni devasta il bel Paese con indegni orrori architettonici che disonorano la fede, il buon gusto italico e i paesaggi urbani o rurali.
In molti hanno scritto: "Va promossa subito una petizione pubblica internazionale per chiedere la riedificazione della basilica come era sensibilizzando anche l'amministrazione comunale di Norcia" .
Questa è la sua email del Direttore della Soprintendenza dell'Umbria Dott.ssa Marica Mercalli: sabap-umb@beniculturali.it per chi desidera scrivere per scongiurare le costose manie di modernità della nuova chiesa che deturperebbero anche l'armonia del Centro Storico di Norcia. (sito QUI)
Ringraziamo lo scrittore Michele Sanvico che ci ha concesso il permesso di postare i suoi due articoli/riflessioni sull'inquietante vicenda delle infiltrazioni moderniste con l'intento di favorire i soliti archistar nella ri-costruzione della Basilica di San Benedetto.
AC
BASILICA DI SAN BENEDETTO A NORCIA:
«RICOSTRUIAMOLA NUOVA E MODERNA, TANTO STAVA LÌ DA POCO TEMPO» (SOLAMENTE OTTOCENTO ANNI)
di Michele Vanvico
In un precedente post, abbiamo visto ( QUI ) come siano appena cominciate la grandi manovre per preparare gli abitanti di Norcia al prossimo, imminente annuncio: la Basilica di San Benedetto non sarà affatto ricostruita come era e dove era, sarà invece rifatta nuova, da un qualche “genio” di archistar.
Per meglio convincere la popolazione ad accettare questa grande speculazione urbanistica (valore: 30 bei milioncini di euro), a vantaggio di pochi e a danno di tutti gli altri, è
intervenuto anche uno dei maggiori esponenti della cultura e della storia di Norcia, Romano Cordella, il quale ha avuto occasione di dichiarare: «Mi trovo in accordo con l'arcivescovo di Spoleto-Norcia, monsignor Renato Boccardo, inutile stare a ricostruire un falso, dato che la Basilica è stata rifatta almeno tre volte e quindi di originale, se si esclude la facciata, ha ben poco».
Ha ragione, Cordella? Ma certo: ha ragione da vendere.
È vero, verissimo che la Basilica di San Benedetto, a Norcia, è stata ricostruita almeno tre volte.
Solo, però, che Cordella si è dimenticato di dire che queste ricostruzioni hanno avuto luogo nel corso di centinaia e centinaia di anni.
E che l'impianto esterno della Basilica è ancora quello del XIII secolo (con l'aggiunta del “portico delle misure” nel 1570).
Una struttura che, dunque, risale sostanzialmente a ben 800 anni fa.
Non all'altroieri.
È forse crollata la Basilica nel 1997?
No.
E nel 1979?
Nemmeno.
Forse era crollata con il terremoto nel 1859?
No (ci sono addirittura le fotografie).
Magari sarà crollata nel 1730, o durante il grande terremoto del 1703?
Nemmeno, solo il tetto e parte del campanile, più o meno come oggi (ci sono addirittura le stampe dell'epoca).
I nursini l'hanno sempre ricostruita, o meglio restaurata.
Uguale.
Perché , in tutti questi secoli, non è mai collassata completamente su se stessa.
E non è completamente collassata nemmeno oggi.
E allora? Cordella, dunque, ha ragione?
No. Non ha affatto ragione.
La Basilica di San Benedetto sta lì, con l'aspetto attuale, da OTTO SECOLI.
È stata rattoppata, rinforzata, è stato riedificato il tetto, è stato ricostruito il campanile, le sono stati addossati altri edifici, gli interni sono state più e più volte modificati.
Ma, all'esterno, è sempre la stessa.
Quella è, in massima parte, la Basilica originale.
Da salvare, restaurandola con la tecnica dell'anastilòsi (pietra su pietra), non da ricostruire in stile moderno utilizzando, come scusa, la solita banale, trita ipocrisia dell'”archistar”.
Per nascondere una bella speculazione da tanti profumatissimi milioni di euro.
Non ci saremmo mai aspettati che uno storico di grande valore come Romano Cordella, innamorato della propria terra e della sua preziosa tradizione artistica, si sarebbe un giorno trovato «d'accordo con l'arcivescovo di Spoleto-Norcia, monsignor Renato Boccardo», che per primo lanciò la triste idea di ricostruire la Basilica in stile moderno e luminoso, e che nei giorni scorsi ha dichiarato che la nuova Basilica, ridisegnata modificata e trasformata in qualcosa di diverso come vorrebbe lui, «potrebbe diventare anche un’attrazione turistica».
Lasciamo ai lettori ogni commento.
Da Boccardo, questo in effetti ci saremmo aspettati.
Ma da Romano Cordella, no.
D'altra parte, si tratta di incidenti di percorso che càpitano anche ai migliori.
E Cordella era il migliore.