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mercoledì 17 giugno 2015

Scopre la Messa antica e gli si aprono gli occhi.

Pubblichiamo una lettera di un "neofita" della liturgia antica, il quale ha partecipato poco tempo fa e per la prima volta  alla Messa tradizionale, trovandola nell'elenco di MiL "vicino" (50 km!) a casa sua.
Il lettore ci ha confidato in una mail che avere scoperto questo "rito" ha provocato in lui due reazioni: da un lato lo ha affascinato, dall'altro gli ha indotto ad alcune riflessioni che ha voluto condividere con noi (si veda sotto) e che ci ha autorizzati a offrire anche ai nostri lettori di MiL.
Il lettore ha precisato che non è mosso da avversione verso alcuno né da tentazioni scismatiche, anche se, ammette - e come dargli torto, ahinoi - non può non osservare, con dolore, che i marosi che oggi tormentano la barca di Pietro facciano talvolta temere cedimenti della struttura, ma "non praevalebunt".
Egli ammette con amarezza che un certo agire da parte di gran parte della gerarchia ecclesiastica e di moltissimo clero gli causa tristezza, ma, dice, si sa che questo è il tempo della prova durante il quale ancora di più serve tenere fisso lo sguardo su Colui il quale è nostro Re e Salvatore e bisogna affidarci all'azione dello Spirito Santo. 
Il lettore ci affida il suo "pezzo", che ha buttato giù di getto, dirompente, genuino, uscito così: dal pensiero alla tastiera; vorrebbe essere un fraterno richiamo, un invito a scuotere la polvere, a non perdersi nelle nebbie di una religiosità orizzontale al punto da divenire irrilevante e a non aver paura di tornare alla vera Novità che tale non ha mai smesso di essere anche dopo due millenni. 
Concludiamo la nostra presentazione citando le ultime parole che il lettore ci ha scritto nella mail, e che bene intendono lo scopo del Summorum Pontificum quale era nella mente di Benedetto XVI e sintetizzano la recente dichiarazione di intenti del Card. Sarah(ripredere il timone della liturgia):
 "Da neofita sembra di avere intuito che sostenere e far vivere la forma di sempre, oltre a essere una grazia già qui e oggi,  potrebbe aiutare a ricondurre progressivamente anche alcune deviazioni delle forme liturgiche post Vaticano II e ricondurle alla loro giusta e ortodossa dimensione che oggi, in certi casi, cattolica non sembra più."
Sottolineature nostre.
Roberto


Tra il serio e il faceto: riflessioni di un neofita


Ho scoperto che la Messa in rito antico é frequentata da un ristretto numero di speranzosi; diversi per estrazione sociale, età, cultura, anche se la familiarità con la lingua liturgica, ancorché limitata al saper scorrere il messale, lascia intuire un grado di scolarizzazione mediamente non basso.


Di loro si potrà dire di tutto tranne che vadano in chiesa per aderire a una convenzione sociale.  Loro la Messa se la conquistano, devono cercarla con la caparbietà di un fungaiolo, viaggiando chilometri a volte, nascosta com'è nel sottobosco delle diocesi che quando non fanno orecchie da mercante semplicemente la boicottano, nascondendola alla vista del "popolo di Dio” perché hai visto mai che poi ti diventano tutti cattolici davvero?


Il “popolo di Dio”; quanto piace ai vaticanosecondisti questa locuzione. Alcuni di loro se lo immaginano come nel quadro di Pelizza da Volpedo, in movimento, compatto ma in uscita, verso le periferie, un po' americolatineggiante, el pueblo unido, boffianamente liberato, un corteo permanente. Per i restanti invece è una coperta deresponsabilizzante: mica vado a Messa per adorare Nostro Signore, no no, vado per incontrarmi con il "popolo di Dio" e fare quattro chiacchere perché il prete (vaticanosecondista di stretta osservanza anch'egli) ha detto che in Chiesa non servono tanti salamelecchi perchè noi siamo un’assemblea sacerdotalizzata, attiva e partecipe... quasi quella di un condominio...


Tornando allo sventurato tradizionalista, una volta individuata l'oasi dove l'episcopo locale non ha imposto orari antelucani o assurede cadenze (tipo il dodicesimo martedì dell'anno bisestile ma solo se cade in un giorno dispari oppure la domenica pomeriggio alle 16.00 ma solo durante la stagione estiva se la località è vicina al mare), il nostro eroe deve sfidare un giudizio ben peggiore di quello divino: quello del suddetto "popolo di Dio" che da tempo è innestato nella Parrocchia dove il meschino frequentava la Messa (nuova) prima di scoprire cosa fosse una Messa antica.


E il giudizio dei vaticanosecondisti di stretta osservanza preti o fedeli che siano (rahneriani, marxeriani, kasperiani, schitarranti, novatori, arcobalenisti, misericordiosi e dialoganti con le peggio eresie tranne che con i cattolici innamorati della sana dottrina) é sempre impietoso.

Scossi nella loro fede fluida, polimorfa, nemmeno più tiepida e oramai pappaeciccia con il mondo, operatori in una realtà ecclesiale divenuta un centro sociale smunto e soporifero incurante della vera missione della Chiesa (la salus animarum),  senza nemmeno l’ardimento di peccare fino in fondo (chè almeno li nostro Signore li viene a prendere e può farli santi), minestrine riscaldate e sciape, questi cristianucci alla chitarra, come li definì qualcuno, mostrano il loro vero volto: dialoganti ed ecumenici con tutti (anche con chi fino al 1965 era definito eretico) ma chiusi e sprezzanti verso coloro che apprezzano quella liturgia che, ironia del caso, per secoli secoli e fino al 1969 era la liturgia della Chiesa in tutto l'orbe terraqueo... (bizzarro eh?).


Loro semplicemente ti disprezzano. In altri tempi ti avrebbero lapidato sul sagrato con una determinazione che nemmeno contro l'adultera; anzi, di quest'ultima si chiedono in fondo che peccato avesse commesso perché se teniamo conto del vissuto esperienziale, delle sfide che la società del tempo le poneva, in un’ottica di dialogo inclusiva e di misericordiosa attenzione per il caso concreto, oggi Kasper l’ammetterebbe alla comunione senza il necessario pentimento salvifico (presupposto per ottenere il misericordioso perdono divino) – quindi lasciata a soffrire nella melma nella quale si trovava - perché alla fine "chi siamo noi per giudicare?".


Per i vaticanosecondisti di stretta osservanza va bene tutto (chitarre, bonghi, "balli sacri", vestiti succinti e animali in chiesa, creatività liturgica -abutsiva -, ecc) ma la Messa tradizionale no!


Ti dicono, che quella roba li è vecchia; se riesci fai loro osservare che con questo criterio sarebbe da accantonare anche Nostro Signore, perché ormai, dopo duemila anni ...


Ti dicono, anzi ringhiano, che tutta quella roba vecchia è per nostalgici chiusi alla novità; ci rifletti e pensi che no, l’età media dei fedeli che hai da poco osservato accalcati tra i banchi di quella chiesetta ove si celebrava la Messa antica non boicottata dal parroco o dal vescovo di turno consente di escludere che si tratti di nostalgia perché non si può avere nostalgia per qualcosa che non si è visto mai; se di nostalgia si tratta è perchè forse nella forma del vetus ordo si scorge con più forza l'ontologica realtà della Messa e la Sua presenza reale, che nella sciattezza liturgica di tante messe contemporanee vengono dissacrate, ignorate e talvolta anche escluse.


Ti dicono, anzi grugniscono, che in latino non si capisce niente salvo poi, nei celebrati lavori sinodali, lamentarsi che anche le letture in vernacolo... insomma non è che siano così chiare; troppo astratte, lontane dal vissuto quotidiano e che quindi andrebbero ridotte e sostituite con qualcosa di più immediato, magari una chiacchierata tra celebrante e assemblea (i vaticanosecondisti amano anche questo termine, assemblea).


Ti dicono, anzi berciano, che il vaticanosecondo (ai vaticanosecondisti si incrina la voce quando pronunciano questa locuzione) ha rotto con il passato e che indietro non si torna; a questo punto vorresti ricordagli l’ermeneutica della continuità di Benedetto XVI (che fu valido papa al pari di Francesco), che muove anche solo da una considerazione di semplice logica per cui il Concilio non può essere stato un evento extra-ordinem fondatore di una nuova Chiesa, altrimenti sarebbero state cambiate l’insegna e la carta intestata... Caso mai è stato "lo spirito del Concilio", che ha portato la Chiesa lontano rispetto a dove era stata l'intenzione dei padri conciliari...


Ma a questo punto non ne avresti più la forza; ti verrebbe da scuotere la polvere dai sandali e di lasciarli a cuocere nella loro minestrina scotta, avversi come sono alla Santa Messa (perché gira gira questo è il nodo) e alla Chiesa Cattolica Apostolica Romana come Gesù le ha istituite e fondate. Ma comunque non vuoi demordere nè rinunciare ad avere quello di cui hai diritto: la celebrazione delle Messe in rito antico. No a quello non rinunci. E dici "basta" alle vessazioni e ai boicottaggi. Il tradizionalista non è un cattolico di serie B.


Si rimarrà in pochi ma come sappiamo all'inizio erano solo dodici, che peraltro se la filarono quasi tutti quando le cose smisero di andare bene; ne rimasero solo una manciata e di questi una era la Madre. Se con un incipit di questo tipo siamo ancora qui a parlarne dopo duemila anni mi sembra evidente che non ci sia molto da temere; salvo, naturalmente, annegare nel pentolone della minestrina.

Lettera firmata

3 commenti:

  1. La Messa antica non può lasciare indifferenti. La prima cosa che mi colpii quando vi partecipai la prima volta fu quello stretto e riservatissimo colloquio tra il Sacerdote ed il Santissimo che dura per tutta la liturgia. Un incessante e fitto intercedere pro nobis di cui egli si fa carico. Qui a Gubbio siamo riusciti ad avere il rito antico una volta al mese e cerco sempre di non mancare.
    Cionondimeno, leggendo quotidianamente e con vivo interesse questo sito, non posso non fare un appunto: mi sembra che ci si stia concentrando solo ed esclusivamente sulla Mesa antica mentre oggi, ora, in questo nostro tempo si stanno presentando problemi da far tremare i polsi come quelli per cui centinaia di migliaia di persone si muoveranno sabato 20 giugno. Oggi la priorità è salvare la famiglia ed i nostri figli dallo sfascio totale, dalla schifezza, dal male assoluto. E per farlo occorre agire concretamente, cominciando col far sentire la voce grossa, mostrando i numeri in piazza per far capire ai nostri politicanti che non vogliamo leggi sodomitiche. Non pensiamo solo al rito; viviamo in un contesto da fine del mondo, non possiamo permetterci di appartarci in santa pace.
    Scusate, ma penso sia ora di rimettere a posto le cose e poi di tornare con tranquillità ad occuparci del rito.
    Stefano

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    1. E' da quando ci hanno tolto la S. Messa che è iniziato lo sfascio.
      Continua ad assistere alla Santa Messa come l'aveva voluta Nostro Signore, approfondisci i motivi e le personalità che ci hanno "donato" la messa nuova e scoprirai che provengono dallo stesso nefasto "humus" che si opponeva già 50 anni fa a tutti quegli insegnamenti del magistero perenne riferito alla famiglia, al matrimonio, alla sacralità del modo di trasmettere la vita che proprio da quegli anni hanno iniziato a inquinare la fede di tanti buoni cattolici, che , chissa come mai, ora si trovano a ragionare come il "mondo" senza essersi accorti del capovolgimento dei valori: ciò che un tempo consideravano rivoltante è quasi diventato, con l'aiuto di uno stomaco quanto mai misericordioso, accettabile anzi, quasi auspicabile perchè noi cattolici non dobbiamo escludere nessuno.
      I nefasti figuri che ci hanno fatto il dono di una messa accettabile per i protestanti, sapevano che, violata la liturgia quasi bimillenaria che aveva permesso alla chiesa di resistere alle più terribili prove, la fede si sarebbe indebolita e l'agire morale avrebbe inevitabilmente seguito la stessa sorte. Io non sono andata a Roma: ringraziando Dio oggi ho potuto assistere alla S. Messa e ho la certezza morale che è questo l' ”agire” più potente che ci sia nell' universo perchè ho unito la mia infinitamente piccola preghiera all' infinitamente grande preghiera che nella S. Messa il Figlio fa al Padre col suo Santo Sacrificio sull' altare.
      Ringrazio chi è andato a Roma, ma se tutti coloro che tengono ai valori cristiani potessero assistere alle Messa di sempre il “nemico” per antonomasia sarebbe fregato... il che spiega il motivo di tante opposizioni: se si trattasse di balordi che vogliono andare in giro con la clessidra al polso non sarebbe il caso di essere “indulgenti e misericordiosi “ anche con loro... mentre invece...

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  2. Le cose a posto non le rimetteremo certo a posto noi, perché supera le nostre forze e servirà un intervento forte dall'alto che non possiamo certo datare né ipotecare.

    In tempi di tempesta come questi è necessario però salvare l'essenziale e possibilmente salvare tutto il salvabile, che purtroppo oramai è poco.

    La Santa Messa però è essenziale ed è alla nostra portata, facciamo almeno questo, e il resto ben venga se si può, ma non ci si illuda che si possa tornare a tornare a breve ad occuparsi del rito in tranquillità, perché la Santa Messa la dovremo salvare anche da clandestini nelle nuove catacombe, come probabilmente presto dovremo tornare noi "cattolici pipistrelli".

    Salvare la Messa non è impresa di pacificazione, ma buona battaglia e se ancora non lo si è compreso, allora c'è qualche problemino di analisi mi pare.

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